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Leggi di aiuto per aziende

Comunicato Congiunto CIV - ASCOM Delegazione RECCO

 

La consapevolezza della gravità della situazione sanitaria ha fatto sì che gli *operatori commerciali* di Recco abbiano prontamente e pienamente *accolto e messo in pratica le normative* emanate per contrastare la diffusione del contagio da COVID-19, sia in materia di *chiusura di attività commerciali*, sia in materia di messa in *sicurezza* (per i lavoratori e per gli utenti) per le attività che continuano ad essere aperte.

 

Ascoltiamo quotidianamente le esortazioni da parte della comunità medico-scientifica di *limitare gli spostamenti e le uscite alle attività strettamente essenziali* e tali inviti sono stati raccolti e riproposti da più parti, non ultimo il Sindaco che ormai quotidianamente rivolge tale l’appello alla cittadinanza.

 

Nonostante ciò, abbiamo la *sensazione che la situazione emergenziale sia tutt’ora ampiamente sottovalutata* e non ben compresa da una parte della popolazione; troppe, a nostro avviso, sono le persone che girano per le strade di Recco senza un’apparente necessità, una chiara meta o un improrogabile scopo.

 

La nostra categoria vive sulla circolazione delle persone: più persone ci sono in giro, più il commercio e l’intera economia sono floridi. Quindi la nostra segnalazione, la nostra denuncia, è ancor più seria e grave.

 

Il *fondato timore* è che il rispetto solo parziale delle limitazioni avrà l’effetto di far perdurare nel tempo il contagio con tragiche *conseguenze* *sul piano umano e sanitario* (gli ospedali continueranno a lavorare in condizioni critiche e purtroppo continueremo ad aggiornare quotidianamente il conteggio delle vite perdute), ma *anche sul piano economico* , non consentendo la riapertura di aziende, attività produttive, artigianali e negozi nei tempi auspicati… e il supporto offerto dai recenti Decreti governativi potrebbe non essere sufficiente a garantire la sopravvivenza di piccole, medie e grandi imprese.

 

Pertanto, rivolgendo un ulteriore *appello alla popolazione* per responsabilizzare i quotidiani comportamenti in tutela della propria salute e di quella dei propri cari, chiediamo anche alle autorità preposte di intensificare i controlli e *invitare ad un più stretto rispetto delle regole* .

 

*Solo così,* collaborando tutti insieme, allora sì che potremo dire: *CE LA FAREMO!!!*

 

ASCOM Delegazione di Recco

Presidente Alice Diena

 

CIV Recco on Line

 

Presidente Manuela Francalanci

 

Daniela Bernini

GOVERNO DIMENTICA IL COMPARTO BALNEARE

Base Balneare lancia l’allarme per la prossima stagione: "tra Bolkestein, incertezza normativa e Coronavirus sarà un'estate da dimenticare". I sindacati balneari grandi esclusi dal decreto Cura Italia. 

 

L'emergenza Coronavirus ha provocato cancellazioni in tutte le destinazioni turistiche tanto che il fenomeno si sta propagando in modo importante in tutta Italia col conseguente crollo delle prenotazioni. Questa situazione riguarda anche le 30 mila concessioni balneari italiane, estromesse dal Governo Conte dai tavoli tecnici per fronteggiare questa situazione gravissima.

Il sistema balneare italiano vale un terzo del totale delle presenze turistiche italiane, costituendo un importante segmento del settore turistico che il Governo ha l'obbligo di tutelare, soprattutto in questo drammatico momento. A far paura è il gap normativo che ha portato in questi undici anni il nostro settore ad essere meno competitivo nei confronti di altri paesi europei come la Spagna, premiati dai rispettivi Governi con proroghe lunghe, che ne hanno favorito la crescita.

Reduci lo scorso anno da forti mareggiate e da una stagione che ha visto il 25% delle presenze in meno, oggi più che mai continuiamo a essere ostaggio dell'incertezza in cui lo stesso Governo ci ha relegato. Ad oggi, infatti, il Governo non ha indirizzato nessuna circolare ai Comuni per l'applicazione della Legge di Bilancio che lo scorso anno aveva previsto l'estensione delle concessioni per 15 anni.

A tutto ciò si aggiunge questa crisi sanitaria che avrà gravi conseguenze economiche anche nel settore turistico con migliaia di prenotazioni disdette. Secondo l’ inglese Oxford Economics: l’Italia è  tra i paesi più vulnerabili all’impatto della crisi scatenata dall’epidemia di Covid-19. Gli effetti “secondari”, che arriveranno dopo le misure di contenimento, non dipenderanno solo dall’entità delle misure stesse ma anche da fattori strutturali della nostra economia. Pertanto, è quanto mai necessario avere un intervento decisivo del Governo a protezione di un comparto così importante che compensi le perdite subite.

 In questo momento cosi difficile non possiamo non rilevare come il Governo, nel recente decreto legge cd Cura Italia, si sia assolutamente dimenticato delle aziende balneari

 

Una “dimenticanza” che sminuisce il lavoro di 30 mila famiglie italiane che chiedono non aiuti economici per questa emergenza, ma la possibilità di parametrare gli investimenti con la recente legge n.145/2018  che ha posticipato  il limite delle concessioni demaniali

Non siamo comprese tra le imprese che ex comma n.2/3, art.58, che possono avvalersi della sospensione fino al 31 maggio  dei versamenti delle ritenute, contributi previdenziali, e assistenziali e dei premi dell’assicurazione obbligatoria; - non possiamo usufruire, in modo particolare i pertinenziali,  dei benefici sui canoni ex art. 62 del decreto legge perché relativi ai fabbricati accatastati come C1 ( negozi e botteghe), mentre i nostri sono nella categoria D8 (fabbricati costruiti per speciali esigenze di un attività commerciale). Perciò visto che le imprese balneari rappresentano un volano della c.d. blue economy chiediamo le necessarie correzioni del citato decreto in sede di conversione.

Solo una prospettiva pluriennale può dare agli operatori del settore la tranquillità necessaria per progettare importanti investimenti in modo tale che  i litorali italiani possano ritornare protagonisti dello scenario turistico internazionale .  Per favorire lo sviluppo dell’impresa balneare è necessario intervenire su questa insostenibile precarietà temporale: proprio nella determinazione della durata delle concessioni si ha uno squilibrio in termini di competitività con altri paesi europei come Spagna, Portogallo, Croazia che hanno ottenuto la proroga delle loro concessioni ( fino a 30, 70, 99 anni) per un tempo di gran lunga superiore alla normativa italiana ed hanno cosi avuto le condizioni minime per investire ingenti risorse private .

 

Per questo la Base Balneare sostiene con forza l’iter di estensione delle concessioni demaniali marittime al 2033 così come recita la norma nazionale e per fare ciò è necessario un provvedimento attuativo nazionale che imponga ai Comuni costieri il rilascio dell’estensione e  alla luce dei comportamenti messi in essere dagli Stati appartenenti all’UE che hanno negato tutti i principi comunitari di libera circolazione delle merci e delle persone , ci sembra più che mai opportuna una seria riforma del settore balneare affinché le nostre imprese possano recitare da protagonisti nello scenario turistico mediterraneo ed internazionale. 

BUONI PASTO, FIPE: "UN FONDO PER RIMBORSARE LE IMPRESE CREDITRICI DI QUI! GROUP"

Questa la richiesta della Federazione Italiana Pubblici Esercizi in un incontro al Ministero dello Sviluppo Economico

 

Roma, 26 settembre 2018 - "Fipe ha chiesto oggi ufficialmente al Governo italiano la costituzione di un fondo per rimborsare le imprese creditrici di QUI! Group. Crediti che ammontano ad oltre 200 milioni di euro e che riguardano circa 23mila imprese creditrici del nostro settore. Auspichiamo che questo fallimento diventi un'occasione per rivedere totalmente il sistema delle gare, eliminando la corsa al ribasso che premia la speculazione e alimenta nuove potenziali inadempienze contrattuali".

 

Questo il commento di Aldo Mario Cursano, Vicepresidente Vicario di Fipe - Federazione Italiana Pubblici Esercizi, al termine dell'incontro appena concluso al Ministero dello Sviluppo Economico.  

 

Ufficio Stampa FIPE

Luca Cigliano, 3938138965 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Deborah Moleri, 3929020133 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

L’ITALIA DEL VINO RISCHIA DI ESSERE ESCLUSA DAI FONDI OCM

 

 

Possibile esclusione dai fondi europei per chi ha già svolto attività promozionali

Il Consorzio Vino Chianti lancia l’allarme: dall’Ue rischio stop per la promozione in USA e Cina

 

Il presidente Busi: “Un’assurdità con danni incalcolabili, è ora di alzare la voce”

Stop alla promozione in paesi chiave come Usa e Cina per i prossimi 5 anni. L’Italia del vino rischia di essere esclusa dai fondi Ocm (Organizzazione Comune Mercato vitivinicolo) e quindi dai programmi europei  di promozione all’estero per i prossimi 5 anni a causa di un’interpretazione di una norma richiesta dalla Spagna e che ha generato il panico: nella programmazione 2018-2023 i produttori vinicoli europei non potranno accedere ai programmi di promozione in quei paesi dove si sono svolte attività da 5 anni

 

“Una follia - dichiara Giovanni Busi, presidente del consorzio Vino Chianti - Un’assurdità. Tutti gli amministratori e i politici devono alzare la voce e tutelare gli interessi del vino italiano. Non essere presenti nei mercati importanti ed emergenti nei prossimi anni significa perdere la possibilità di consolidare la presenza del made in Italy in aree dove ci stiamo affermando:  un danno incalcolabile per il settore con conseguenze drammatiche per tutto il sistema economico nazionale”

 

Questa doccia fredda arriva proprio nel momento d’oro dell’export italiano, quando finalmente i vini italiani superano la Francia in Usa e la Spagna in Cina, piazzandosi rispettivamente al primo e al quarto posto. I numeri sono stati diffusi in occasione del Vinitaly di Verona. Nello specifico: negli Usa, l’Italia segna un aumento del 3,8% a gennaio-ferraio 2018 , contro il 3,4 % della Francia; sulla Cina, l’Italia si distingue per una delle migliori performance, soffiando il quarto posto alla Spagna nella classifica dei top importer cinesi, con una quota di mercato del 7%, un valore delle vendite a gennaio-febbraio che supera i 30 milioni  di euro e un incremento del 34,7% sui valori annui.

 

“E’ un momento fondamentale per l’export del Chianti e in generale per tutto il vino italiano -  continua Busi - La programmazione deve essere fatta nel lungo periodo, ben oltre i 5 anni. In un paese come la Cina, in 5 anni non costruisci niente, ne servono altri 5, se non 10 anni per affermare il nostro prodotto in maniera definitiva e consolidarne la presenza. Impedire l’accesso ai fondi europei e quindi bloccare di fatto la promozione in questi paesi significa assumersi la responsabilità di un calo delle vendite e di una perdita inestimabile per il made in Italy all’estero. E’ semplicemente assurdo, è ora di alzare la voce”

 

Clara D'Acunto

Cel. +39 338-4706653

Mail. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.m

 

CONTRIBUTI A FONDO PERDUTO 17/4/2018

info allo 0575 354444

 

Contributi a fondo perduto 17/4/2018

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Bando Internazionalizzazione: contributi fino al 50% a fondo perduto per attività di internazionalizzazione (fiere, uffici, promozione, et al.)

É aperto il bando che sostiene le attività di internazionalizzazione nei mercati extra-UE per le aziende toscane.

Il bando sostiene le attività delle micro, piccole e medie imprese in forma singola o aggregata (RTI, RETI, CONSORZI) per l’ingresso o il consolidamento in mercati esteri al di fuori dell' Unione Europea.

Le spese ammissibili saranno :

•Partecipazione a fiere e saloni internazionali

•Apertura di uffici o sale espositive all’estero

•Servizi promozionali (sito web, web marketing, cataloghi, listini, workshop, incoming di operatori esteri, ecc.)

•Consulenze qualificate per l’internazionalizzazione

•Innovazione commerciale per nuovi mercati

Il bando è continuativo fino ad esaurimento fondi

Per saperne di più sui nostri servizi per l'innovazione contattateci allo 0575/354444 o sul nostro sito

 

Fino a 20 milioni di euro sino al 2020 per le aziende che investono in Ricerca & Sviluppo

Le imprese che effettuano investimenti in ricerca e sviluppo avranno la possibilitá - per gli anni 2015, 2016, 2017, 2018, 2019 e 2020 - di ottenere un'agevolazione fiscale, sotto forma di credito d'imposta (fondo perduto) fino al 50% dei costi ammissibili

Il bonus é riconosciuto a tutte le imprese, indipendentemente dalle dimensioni aziendali, dalla forma giuridica, dal settore di attivitá e dal regime contabile adottato.

Il meccanismo di calcolo del credito d'imposta é di tipo incrementale: spetta sulle spese sostenute in ciascun periodo di imposta agevolato in eccedenza rispetto alla media dei medesimi investimenti realizzati nei 3 periodi imposta , con riferimento ad una media “fissa†relativa al 2012, 2013 e 2014 per i “solariâ€, ovvero dalla costituzione se questa é avvenuta da meno di tre anni.

Il credito d'imposta spetta fino a un importo massimo annuale di 5 milioni per ciascun beneficiario ed é riconosciuto a condizione che la spesa complessivaper investimenti in ricerca e sviluppo effettuata in ciascun periodo d'imposta in relazione al quale si intende fruire dell'agevolazione ammonti almeno a 30.000 euro.

L'agevolazioneha carattere automatico:per ottenerla non occorre un'autorizzazione, ma é sufficiente indicarla nelladichiarazione dei redditi.

é peró fondamentale preparare con attenzione tutta la documentazione probatoria da mettere a disposizione dell'Agenzia delle Entrate in caso di controllo in loco. Per questo é indispensabili rivolgersi a professionisti preparati in grado di seguire tutto l'iter agevolativo con attenzione.

Per saperne di più contattaciallo 0575/354444

 

Nuovo bando ISI 2017 - dall’Inail più di 249 milioni di euro per la prevenzione nelle aziende anche agricole

Dal 19 aprile aprirà la procedura online per l'inserimento dei progetti sul portale INAIL per la partecipazione al bando ISI. Quest'anno Inail mette a disposizione oltre 249 milioni di euro e introduce due sostanziali novità: l'inserimento del settore agricoltura nel bando unico annuale e l’apertura alla partecipazione degli enti del terzo settore per interventi di riduzione del rischio da movimentazione manuale dei carichi.

I fondi messi a disposizione attraverso il bando Isi 2017 sono suddivisi in cinque assi di finanziamento, differenziati in base ai destinatari e alla tipologia dei progetti che saranno realizzati:

•Progetti di investimento e per l’adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale

•Progetti per la riduzione del rischio da movimentazione manuale dei carichi

•Progetti di bonifica da materiali contenenti amianto

Per questi assi è concesso un finanziamento in conto capitale del 65% fino ad un massimo di 130.000 euro

•Progetti per micro e piccole imprese operanti nei settori del legno e della ceramica

Per questo asse è concesso un finanziamento in conto capitale del 65% fino ad un massimo di 50.000 euro

•Progetti per le micro e piccole imprese che operano nel settore della produzione agricola primaria dei prodotti agricoli

Per questo asse è concesso un finanziamento in conto capitale di percentuale variabile fino ad un massimo di 60.000 euro

Se vuoi saperne di più contattaci

 

Fondo rotativo con finanziamento a tasso zero per macchinari e impianti

Finanziamento a tasso zero per le Micro, Piccole e Medie Imprese toscane che investono nella loro attività. I settori interessati saranno artigianato, industria, turismo, commercio e terziario.

Investimento minimo previsto € 10.000,00 e massimo € 200.000,00.

Non sono richieste garanzie e la durata del rimborso è prevista in 7 anni con preammortamento di 18 mesi.

Per saperne di più contattaciallo 0575/354444

 

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