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Interviste

GILBERTO VOLPARA  LA PAROLA A Virgilio Pronzati: “PIGATO INDIVIDUALISTA, VERMERNTINO ESTROVERSO”

 di Gilberto Volpara  

«Il vino da oltre 50 anni è il mio maggiore interlocutore. Curiosità e passione hanno rappresentato i principali motivi di interesse. Non lo considero soltanto una delle bevande più gradevoli, ma uno scrigno che trabocca cultura. Racconta la storia del territorio e dei suoi abitanti. Un vino di pregio possiede armonia, dote non certo comune anche tra gli umani. Regala profumi, aromi compositi e complessi che spaziano dal floreale al fruttato, dal minerale allo speziato. Un caleidoscopio di percezioni uniche, in particolare rivolte all’olfatto. Un grande vino si fa ricordare al pari di un’opera d’arte, un grande film e un capolavoro letterario. Umanizzandolo, il vino dialoga con il suo profumo. Se fine, intenso, persistente, ampio, composito e complesso rappresenta l’intelligenza e la cultura dell’uomo e della donna. Un vino buono, come per le persone, dimostra sempre meno della sua vera età». Riflessioni in libertà di Virgilio Pronzati, uno dei più esperti enogastronomi di Liguria

 

Un termine, quest’ultimo, particolarmente gradito al settantaseienne genovese: «Mi definisco semplicemente enogastronomo perché quel sostantivo racchiude fin troppe cose». Oltre ai diplomi di sommelier Ais e Onav, di cui è stato delegato regionale, da almeno 40 anni collabora con riviste e siti specializzati. Fa parte della commissione di assaggio dei vini doc della Camera di Commercio di Genova, dei vini Docg nazionali ed è presente come degustatore nelle maggiori manifestazioni nazionali ed estere. Menzioni che Virgilio Pronzati spesso tace anteponendo un tradizionale motto: 

«Il piacere di sapere qualcosa è quello di comunicarlo ad altri». A Liguria Wine Magazine tratteggia lo spaccato di Liguria in tema di vini: «L’attuale generazione che conduce le cantine comprese tra Sarzana e Ventimiglia ha contribuito a un deciso salto qualitativo del prodotto. Hanno abbandonato la mentalità condominiale dei padri ottenendo bottiglie di grande pregio che fanno dimenticare i difetti del passato». Virgilio Pronzati certifica il proprio amore per il Dolceacqua: «Il vino italiano più francese. Risulta fruttato, floreale e speziato».

 

 

 

L'enogastronomo Virgilio Pronzati 

 

 

Poi l’eterna sfida tra pigato e vermentino: «Il primo più individualista con un regno ben specifico intorno all’albenganese. Il secondo risulta maggiormente estroverso fornendo ottimi risultati un po’ in tutta la regione. Sostengo da sempre che il Riviera Ligure di Ponente doc Pigato è il vino giusto per piatti con il pesto, quello vero dove c’è l’aglio. L’intenso profumo esalta l’aromaticità del basilico, la morbidezza riequilibra la nota piccante”. Infine, il Cinque Terre: «Più iodato del mare, mai salmastro». Quello che emerge nell’analisi tecnica di chi compie oltre 5000 assaggi all’anno è proprio il microclima unico della Liguria: «Attraverso i 341 chilometri di questa terra puoi trovare qualsiasi situazione. La modernità, poi, ha lasciato alle spalle giudizi forniti dalla soggettività imponendo una sempre più rigorosa scienza». Progresso, parola positiva. Moda, non sempre concetto da perseguire con tenacia. 

 

Lo ribadisce l’enogastronomo con mezzo secolo d’esperienza alle spalle: «Frontiere di invecchiamento in mare aperto o nelle grotte? Ottime operazioni di marketing per l’intera Liguria». Non serve aggiungere altro. Anzi, a proposito di nuove tendenze, Virgilio Pronzati pone un confronto con i decenni tramontati: «Un tempo il vino era bianco, rosso o rosato. Ora c’è anche la novità dell’arancione con una lunga macerazione ottenuta nelle anfore. Sinceramente, però, il mondo non è più quello dei Romani. Al tempo stesso, certe tendenze legate a far roteare qualsiasi vino prima dell’assaggio, compreso gli spumanti, mi pare davvero un’assurdità. Il gusto di un vino lo percepisci immediatamente, ma una valutazione complessiva legata a parametri come persistenza, finezza, equilibrio può essere data soltanto dopo 3 o 4 ore. E riesci a fornirla esclusivamente grazie all’esperienza accumulata sul campo». Ma alla fine la Liguria in tema di vini è terra meritevole? «La base oggi resta eccellente».

 

GILBERTO VOLPARA

Giornalista trentacinquenne, cresciuto nel piccolo paese di Mignanego alle spalle di Genova, Gilberto Volpara, segue da sempre fatti e personaggio della Liguria tra televisione e carta stampata. Già direttore dell'emittente Primocanale, attualmente, conduce sulla stessa rete trasmissioni dedicate all'enogastronomia, al territorio e alle tradizioni con particolare attenzione all'entroterra. Collabora con testate locali e nazionali anche su tematiche riguardanti turismo, economia e industria. Tra i suoi impegni in tv anche la battaglia in favore della salvaguardia delle ultime botteghe montane di commestibili lungo l'appennino ligure e il coinvolgimento dei più giovani.

 

 

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