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Turismo

LA FINESTRA SULLA VIGNA

I luoghi esclusivi ed insoliti dove svegliarsi circondati dai vigneti, per esperienze immersive nel raffinato mondo del vino

 

 

Svegliarsi circondati dai vigneti, passeggiare tra i filari verdi che disegnano geometrie e spandono profumi tra le colline, respirare all’aria aperta e godere di degustazioni di calici da intenditori. Il distanziamento interpersonale non è un problema se la vacanza è nella vigna. Un modo di viaggiare che unisce gastronomia, turismo sostenibile ed esperienze autentiche, sempre più amato dai millennials, oltre che dai cultori del vino e da coloro che apprezzano le meraviglie della natura. Ecco le strutture più originali dove immergersi nel vigneto.

 

Le terrazze nella vigna di Kranebitt (BZ)

È un paesino di vignaioli appassionati Kranebitt (BZ), sulle colline di Bressanone. Qui la famiglia Haller ha trasformato il maso dei nonni in una struttura all’avanguardia dove l’esperienza nel vigneto è continua. Le 25 camere di Haller Suites & Restaurant sono inserite in un’architettura di tre piani a terrazzamenti in legno di larice ed ampie vetrate, per vivere l’immersione nella vigna dentro e fuori. Un luogo riservato con grandi spazi e possibilità all’aria aperta, dove scoprire i segreti della vite, partecipare ad esclusive degustazioni in cantina, assaporare prestigiose bottiglie di Kerner, vino tipico della Valle Isarco, e di Veltliner, Sylvaner, Riesling e Müller Thurgau, con i consigli della giovane sommelier Teresa. Calici da abbinare ai piatti d’autore dei maestri di cucina Levin e Simon, artisti della gastronomia del ristorante AO. Per “Dormire nel vigneto”, 3 notti in Suite Terrazza, colazione, 3 cene con menu di 4 portate e abbinamenti vini, degustazioni in vigna e visita in cantina, la BrixenCard, sono a partire da 490 euro a persona. Tel. 0472 834601, www.byhaller.com/it/

 

Le due suite nel Maso del vigneto di 800 anni

Due suite esclusive, dove il design incontra la storia, in un’azienda vinicola che da 800 anni è immersa tra vigne e uve. Le antiche mura del Maso Grottner del Romantik Hotel Turm prestigioso 5 stelle di Fiè allo Sciliar (BZ) del nuovo marchio di lusso Pearls by Romantik, raccontano della passione per il vino della famiglia Pramstrahler, la quale con l’aiuto del famoso vignaiolo Markus Prackwieser, produce vini eccellenti, i cui nomi richiamano mitici volatili, come il Pinot bianco Pica, il Gewürztraminer Tetrix, il Sauvignon Bubo e il Pinot nero Corax. Le viti crescono tra i 450 e i 600 metri in un microclima inconsueto ad un passo dalle Dolomiti, dando origine a vini complessi dalle note vivaci e minerali. L’emozione di soggiornare al Maso Grottner, circondati dallo storico vigneto, passa per ambienti raffinati con pavimenti bianchi in quarzite argentea e una vasca da bagno freestanding ricavata in un’antica botte. Suite intime e spaziose, rifugio perfetto per le coppie alla ricerca di un’esperienza unica. Con la proposta “Maso Grottner da conoscere”, 2 notti al Romantik Hotel Turm più 2 notti in una suite di design del maso, 3 giorni in mezza pensione e una serata romantica finale con menu di degustazione di 5 portate con vini abbinati, sono a partire da 799 euro a persona. Tel. 0471 725014, www.romantikhotels.com

 

Nel vigneto antico dell’isola della Venezia Nativa

Sono protetti da mura medievali e da un campanile trecentesco i vigneti di Mazzorbo (VE), isola della Venezia Nativa, dove il Romantik Hotel Venissa Wine Resort rappresenta il luogo ricercato e raffinato per gli amanti dei vini e una originale vacanza nel vigneto. È una speciale casa rurale restaurata con sole 5 camere circondate dalla tenuta, raggiungibile con una barca privata, scenario romantico di brindisi al tramonto e degustazioni. Qui le viti sfidano da secoli il sale e l’acqua alta, che nel 1966 ha rischiato di far perdere le tracce dell’antichissima tradizione vinicola. Grazie alle ricerche agronomiche, è stato portato alla luce il Dorona di Venezia, il particolare vitigno autoctono, che si è adattato alle salinità della laguna. Dal 2010, anno della prima vendemmia, il vino del Venissa è arrivato nella cantine di tutto il mondo, divenendo un cult. In seguito è nato anche il Rosso Venissa prodotto da una vigna di Merlot e Cabernet Sauvignon nella vicina isola di Santa Cristina, e dallo stesso vigneto il Rosso Venusa. Il Wine Resort è stato premiato come Best Hotel for Sustainability 2020 in Europa ed ospita il Ristorante stellato guidato dagli Chef Chiara Pavan e Francesco Brutto. Prezzi per il soggiorno a partire da 130 euro a persona a notte. Tel. 041 52 72 281, www.romantikhotels.com

 

Il picnic nella vigna dello Chef stellato

Il picnic tra i filari di uva fortana e lambrusco scorza amara è solo una delle esperienze nel meraviglioso mondo del vino che si possono fare all’Antica Corte Pallavicina di Polesine Parmense (PR), tempio della cucina “gastrofluviale” dello Chef stellato Massimo Spigaroli. Con il fratello Luciano produce ottime bottiglie di Fortana del Taro, la Fortanella, il Tamburen, il Rosso del Motto, lo Strologo, il Fior Fiore di Fortana e il Carlo Verdi, i cui calici si possono degustare nel ristorante abbinati a piatti ricercati che esaltano le tradizioni delle terre bagnate dal Grande Fiume o nella più rustica Hosteria del Maiale. Le vigne sono a solo 1,5 km di distanza dall’Antica Corte Pallavicina, castello trecentesco in cui soggiornare in eleganti camere e suite, per poi esplorare il territorio della Bassa Parmense in bicicletta, visitare l’azienda agricola, le più antiche cantine di stagionatura del culatello del mondo e il Museo del Culatello. Brindare sotto le stelle nell’inedito BAR-SO, circondati dalla colonna sonora della natura, è un’altra esperienza da intenditori. Prezzi a partire da 160 euro a camera notte con prima colazione. Prezzo del picnic 22 euro a cestino, pranzo/cena in Hosteria con vini inclusi 48 euro a persona. Tel. 0524 936 539, www.acpallavicina.com/relais

 

La finestra romantica sulla vigna del Prosecco

Il verde paesaggio delle dolci colline del Prosecco Patrimonio dell’Umanità UNESCO si spalanca davanti agli occhi degli ospiti del Romantik Relais d’Arfanta a Tarzo (TV), romantica casa di campagna che custodisce 7 esclusive suite tutte diverse e arredate con mobili artigianali, tessuti di seta, vasche in marmo e pavimenti in legno, proprio in mezzo ai filari.

L’esperienza nel vigneto è continua: rilassati nella piscina all’aperto vista vigna; lungo la strada del Prosecco Superiore D.O.C.G. pedalando in bicicletta; partecipando alle diverse escursioni e passeggiate per scoprire le migliori cantine in cui degustare il Prosecco, i piatti dei ristoranti della zona, sentieri e golf club. Tel. 0438 933861, www.romantikhotels.com

 

La suite nel vigneto circondato dal bosco

È l’orgoglio della famiglia Waldner, la Tenuta vinicola Eichenstein del Romantik Hotel Oberwirt di Marlengo (BZ), capolavoro architettonico in legno e pietra perfettamente integrato in idilliaci vigneti, che si estendono per 4 ettari su un pendio assolato a 550 metri di altitudine circondato dal bosco. I profumi seducenti dei cuvée “Gloria Dei” e “Baccara” e quello dolce dei Sauvignon conquistano tutti i sensi, tra visite guidate ed approfondimenti enologici. Una suite di 200 metri quadri con sauna a infrarossi e piscina esterna è la perla del soggiorno nella tenuta, le cui ampissime vetrate regalano una vista impareggiabile sui filari e sui boschi. Le varietà di Sauvignon, Chardonnay e Riesling sono coltivate e imbottigliate dal padrone di casa Josef Waldner, che ha ereditato una tradizione radicata nella sua famiglia da generazioni. Prezzi a partire da 116 euro a persona a notte con prima colazione (e da 108 euro al giorno per soggiorni settimanali) per le camere dell’Hotel, prezzi a partire da 460 euro a notte per 2 persone (e da 400 euro al giorno per soggiorni settimanali) nello Chalet Eichenstein. Tel. 0473 222 020, www.romantikhotels.com

 

 Carla Soffritt

 

La Fondazione Arezzo Intour Presenta Arezzomedia

 

Presentato il nuovissimo sito “di servizio” che mette a disposizione un ricco archivio di immagini completamente royalty free

Comanducci: “In un epoca in cui le fotografie e i video sono il più potente mezzo di comunicazione, abbiamo ideato uno strumento che porterà Arezzo in ogni parte del mondo”

 

Si chiama Arezzomedia (www.arezzomedia.com) il nuovissimo sito “di servizio”, ideato e realizzato dalla Fondazione Arezzo Intour per tutti coloro che abbiano necessità di avere materiale iconografico utile a promuovere la città di Arezzo e il suo territorio.

 

In un epoca in cui le fotografie e i video sono il più potente strumento di comunicazione, Arezzomedia mette a disposizione degli utenti un ricco archivio di immagini completamente royalty free così da fornire, a chi vuole raccontare questo angolo di Toscana, immagini belle e – soprattutto – approvate da una fonte ufficiale che ne garantisce la libertà di utilizzo.

 

Sin dalla sua nascita avvenuta nel 2018, la Fondazione ha commissionato la realizzazione di video e foto con l'obiettivo di costruire un database di documenti visivi da rendere disponibili e gratuiti per tutti.

 

Giornalisti, blogger ma anche aziende private o professionisti, chiunque potrà attingere dall’archivio di Arezzomedia attenendosi essenzialmente a due indicazioni: la prima (obbligatoria) è quella per cui le immagini scaricate non potranno essere usate per promuovere territori diversi da quello aretino; l’altra è la richiesta di citare (ove possibile) la fonte “arezzomedia.com”.

 

“Ci piacerebbe che le immagini di Arezzo arrivassero in ogni parte del mondo – commenta il presidente della Fondazione Arezzo Intour, Marcello Comanducci – ed è per questo che abbiamo deciso di rendere più facile la loro fruizione. Riceviamo costantemente richieste di materiale fotografico e video da parte di giornalisti che realizzano servizi sulla nostra città, ma anche di aziende private che vogliono pubblicizzare prodotti ispirati a questa terra. Ecco che allora abbiamo pensato di ideare un servizio innovativo per chi contribuisce, con il proprio lavoro, a farci conoscere a un pubblico sempre più vasto. Un servizio che però sia anche in grado di valorizzare in maniera corretta l’opera dei tanti fotografi e video maker che a vario titolo operano sul territorio e che in Arezzomedia avranno la loro riconoscibilità”.

 

Arezzomedia è concepito come un vero e proprio magazzino virtuale: le immagini sono organizzate per categorie e possono essere individuate attraverso differenti criteri di catalogazione. Si possono fare ricerche per “autori”, oppure mediante “tag” o ancora attraverso la creazione “album” tematici.

 

All’interno di Arezzomedia, ogni autore ha un proprio spazio dedicato che gli offre visibilità: un profilo personale dove, oltre alle note biografiche, viene presentata la gallery degli scatti messi a disposizione del pubblico.

 

Il patrimonio iconografico attualmente online è quello di proprietà della Fondazione ma l’obiettivo è di accrescere e implementare costantemente Arezzomedia attraverso il reperimento di materiali sempre nuovi.

In questa prima fase di sperimentazione, Arezzomedia propone solo le opere di un gruppo di autori selezionati su invito che, diventando partner del progetto, hanno concesso una parte dei loro archivi fotografici.

In un secondo momento, si arriverà alla costruzione di una community che riunirà fotografi professionisti ed appassionati, disposti a mettere la loro creatività a servizio di Arezzomedia che potrà, nel tempo, diventare un vero e proprio marketplace.

 

“Ringrazio tutti coloro che con amore e passione – conclude Comanducci – hanno deciso di mettere a disposizione di Arezzo le loro opere. Sono scatti di fotografi che hanno accettato di far parte di questo progetto regalando i loro materiali. Un atto di amore che vuole essere un contributo per far crescere la visibilità di questo territorio”.

 

Non appena il sistema sarà rodato fotografi e videomaker potranno presentare la loro candidatura per diventare autori. 

 

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CONFERENCE - WEBINAR - Food&Wine Tourism Forum 2020

Turismo enogastronomico tra sostenibilità, design, innovazione e comunicazione.

#foodwineTF20

 

CONFERENCE

5 maggio – Comunicazione

12 maggio – Sostenibilità

 

WEBINAR DI FORMAZIONE

8 maggio – Facebook (parte II)

 

 

Continuano gli incontri del Food & Wine Tourism Forum, l’evento di aggiornamento e riflessione sulle sfide del turismo enogastronomico organizzato dall’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero, con la direzione scientifica di Roberta Milano.

 

La situazione va gradualmente delineandosi e comincia a comporsi il puzzle dello scenario inedito di un turismo non post-Covid ma che convive con il virus. Cambiano i bisogni e quindi i comportamenti, tutte le ricerche indicano una stagione turistica basata principalmente sul turismo interno, con spostamenti prevalentemente in auto e con una domanda crescente di natura, lentezza, autenticità, sicurezza e benessere nella sua accezione più ampia. Incontro dopo incontro, affrontiamo in tempo reale i temi legati a questa “nuova normalità” sia sotto l’aspetto strategico sia dal punto di vista operativo per capire come il turismo enogastronomico sia in grado di rispondere ai nuovi modelli di viaggio.

 

I prossimi appuntamenti in programma il martedì, per le conference, e il venerdì, per i webinar di formazione, alle ore 11, affronteranno le tematiche legate alla comunicazione, alla Sostenibilità e al (Re) design.

 

Martedì 5 maggio

“Comunicazione À la carte.

La promozione oggi tra scenari inediti, comportamenti che cambiano e nuove sensibilità.” - #Caroselloisback in chiave turistica.

Paolo Iabichino, direttore creativo.

Giovanni Boccia Artieri, sociologo del digitale.

 

Temi affrontati:

Stabilire “cosa dire e come dirlo” non è mai stato così difficile. Tutto il mondo creativo e della pubblicità si interroga. Ancor più difficile per il turismo e per la ristorazione che ora sono completamente fermi. Difficile dare risposte certe perché tutto è in rapido divenire e perché le singole realtà sono molto diverse. Ma la qualità delle “materie prime” rimane fondamentale, esistono segnali forti e deboli che possiamo codificare per evitare errori e per scegliere una direzione comunicativa in sintonia con il nostro pubblico.

 

Martedì 12 maggio

“La Sostenibilità al centro”

Un turismo diverso come scelta e come visione: politiche, buone pratiche e iniziative concrete.

Alessandra Priante, direttore Europa UNWTO (l'Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di Turismo)

Michil Costa, imprenditore alberghiero, presidente presso Maratona dles Dolomities

 

Temi affrontati:

Si parlerà di “Sostenibilità”, un tema intimamente connesso al turismo gastronomico che, per sua natura, vive dello stretto legame tra prodotti, territorio, persone e viaggi.

È il momento di fermarsi a riflettere sul futuro, sulla visione di turismo che siamo chiamati a re-immaginare e riprogettare. Questa crisi accelera l'urgenza di scelte nette nella strategia e azioni concrete conseguenti nell'unica, a nostro avviso, direzione possibile. I relatori ci forniranno un quadro anche internazionale su Turismo e i 17 SDG's (Sustainable Development Goals), con l’obiettivo di coniugare approccio sostenibile e reddittività attraverso la creazione di nuovi modi di fare impresa.

 

Venerdì 8 maggio ore 11

"Facebook: Come affrontare la propria offerta online." - parte II

Annalisa Romeo, digital media strategist.

Consulente di web marketing, lavora ormai da più di quindici anni dell’ambito della promozione del territorio e della comunicazione turistica, enogastronomica e culturale.

 

Temi affrontati:

Content marketing, Facebook, strategia social advertising, nuove forme di storytelling. Strategie digitali per consolidare le relazioni coi propri utenti e crearne nuove.

 

Sul sito del Forum si ha la possibilità di rivedere la conference “La Parola agli Chef” del 28 aprile (versione editata a causa di problemi tecnici durante la diretta).

Ecco intanto un breve riassunto di quanto emerso sul tema della ristorazione con gli chef Chef Enrico Crippa, Lorenzo Cogo, Luigi Taglienti, Massimo Camia, Walter Ferretto Davide Palluda e i presidenti di categoria, Ferruccio Ribezzo e Bruno Violato.

 

Secondo l’Osservatorio Nomisma, nella lista delle cose da fare finito il lockdown, al secondo posto troviamo “una cena fuori” (importante per il 43%), subito dopo il “riabbracciare i propri cari”. Un ottimo dato in prospettiva. Tuttavia, sul presente, pesa il calo di consumo di vini che riguarda tre italiani su dieci. La motivazione di questo calo, sempre secondo Nomisma, sta nel fatto che il vino sembra non poter prescindere dal suo aspetto di socializzazione: “Non vado più fuori casa in ristoranti/bar” è proprio la principale causa del calo con il 37% delle risposte, ma anche “Non posso bere in compagnia” (11%) e “Faccio meno aperitivi” (10%) sono risposte che afferiscono a quell’elemento conviviale alla base del consumo stesso.

 

La categoria della ristorazione sta attraversando un momento difficile, senza i clienti, la cucina, le ore di lavoro e l’adrenalina a cui i cuochi e gli chef sono abituati. La cultura gastronomica dell’Italia ha una lunga tradizione ed è apprezzata moltissimo dagli stranieri, anche questo deve servire da stimolo per rinnovarsi e riformularsi. È necessaria una grande capacità di adattamento da parte del comparto della ristorazione e un’estrema sensibilità nei confronti dei clienti.

Ci sono diverse soluzioni per reinventarsi, come il delivery per esempio, definita “una carezza verso i clienti”. Le novità del momento inoltre potranno diventare la quotidianità del futuro e affiancare la ristorazione classica.

Sì al food delivery e alle soluzioni alternative per affrontare il momento delicato che stiamo vivendo, ma è importante tornare a fare i ristoratori, nel senso classico del termine, perché la differenza si fa dentro un locale. Due mesi di chiusura non possono però cancellare anni di lavoro e un’identità conquistata. Qualità, ospitalità e prezzi non dovranno cambiare. Per garantire queste caratteristiche è necessaria un’attenzione del Governo che andrà a formalizzare le regole e rendere sostenibile la situazione.

C’è grande entusiasmo da parte dei ristoratori e dei clienti. A quest’ultimi si chiede anche un cambio di abitudini: andare al ristorante in orari differenti.

Insomma, se un cambiamento deve esserci, dovrà esserci per tutti.

 

Le conference e i webinar sono aperti e sono visibili sul sito foodwinetourismforum.it e su Fb.

Durante la conference e i webinar sarà possibile porre delle domande ai relatori.

 

L’Ente Turismo rimane a disposizione per qualsiasi chiarimento e supporto alla partecipazione.

 

Info per il pubblico:

Ente Turismo Langhe Monferrato

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Tel. 0173 35833

 

Ufficio stampa

Ente Turismo Langhe Monferrato Roero

Daniela Di Giovanni

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MADE IN ARUBA

 Tutto quello che c’è da sapere per scoprire il lato più autentico

dell’isola più felice dei Caraibi

 

L’Isola di Aruba, situata nei Caraibi del Sud, è conosciuta in tutto il mondo per il suo mare turchese e le sue spiagge pluripremiate. Ma forse non tutti sanno che Aruba è anche stata uno dei più importanti esportatori di aloe del mondo, che sull’isola viene prodotta un’ottima birra locale e che un numero sempre maggiore di aziende agricole sta coltivando prodotti biologici.

Aruba offre oggi una variegata offerta di prodotti locali e souvenir artigianali che costituiscono un ottimo modo per portare a casa con sé un po’ del lato più autentico dell’isola. Assicuratevi di trovare sui prodotti l’etichetta “made in Aruba”, il sigillo che attesta che il prodotto è interamente realizzato in loco ed è approvato dalla Fondazione A.R.U.B.A. (Artisans Recognized & United By Aruba). Ecco una lista dei prodotti Made in Aruba da non perdere: sarete sorpresi da quello che l’isola può offrivi, dai sigari locali al rum!

 

Aruba Aloe

Elisir di benessere e salute, l’Aloe è una pianta dalle molteplici virtù e dagli svariati utilizzi: lenitivo, antinfiammatorio, antiossidante, oltre che idratante e rinfrescante dopo una piacevole giornata in spiaggia sotto il caldo sole di Aruba. Inoltre, oltre alle proprietà curative dell’applicazione dell’aloe sulla pelle, la pianta può anche essere gustata, unendo così i suoi benefici ad un pasto sano e saporito.

L’aloe venne introdotta ad Aruba nel lontano 1840, e ben presto due terzi della superficie di Aruba risultarono coperti da piante di aloe, rendendo Aruba il più grande esportatore al mondo. Dal 1890, Aruba Aloe Balm si occupa della coltivazione e della lavorazione della pianta ed è stata anche una pioniera nella produzione di prodotti cosmetici a base di questo gel curativo. Oggi, l'azienda produce con orgoglio più di 50 diversi prodotti per la cura della pelle e dei capelli contenenti un gel di aloe-vera di Aruba pura al 100%: creme, lozioni, prodotti per la pelle e capelli sono in vendita presso l’Aruba Aloe Factory e presso i negozi di tutta l’isola. I prodotti Aruba Aloe vi saranno sicuramente utili durante il vostro soggiorno, in particolare la linea di prodotti per la protezione solare e la cura dal sole, che sono approvati dal governo in quanto non contengono oxybenzone, sostanza bandita per il danneggiamento della barriera corallina.

 

 

Birra Balashi e Rum Palmera

Dal 1999, la Balashi National Brewery ha iniziato a produrre la birra nazionale di Aruba, la Balashi, che ha ottenuto un successo travolgente tra la gente locale e anche tra i visitatori. Frizzante e rinfrescante, questo pilsner in stile olandese dal colore brillante e dorato, è prodotto con l’acqua potabile di Aruba, acclamata in tutto il mondo per la sua purezza. La parola “balashi” in Papiamento, che è la lingua locale dell’isola di Aruba, vuol dire proprio acqua.

Un altro cocktail perfetto che è possibile trovare sull’isola è il Palmera Rhum, miscelato ed imbottigliato a mano in una fabbrica di Oranjestad da 45 anni. E’ possibile trovare 12 diverse miscele di rum: il rum al cocco è uno dei preferiti dai visitatori, mentre la gente del posto rimane fedele al Palmer Rhum originale, noto per la sua dolcezza con sentore di quercia e note di vaniglia.

 

 

Sigari

L’”Aruhiba” è un sigaro prodotto ad Aruba da Benjamin Petrochi, il quale crea i sigari a partire da tabacchi provenienti dalla Repubblica Dominicana e da Cuba. Invece di usare pesticidi sintetici per proteggere le sue piante di tabacco, Benjamin usa un pesticida naturale e organico ricavato dalle foglie dell’albero di neem, in linea con la politica ecosostenibile adottata in tutta l’isola. Il sigaro arubano ha un gusto pieno e caratteristico, che rimane al contempo forte e delicato. Questi sigari sono acquistabili in diversi negozi e chioschi dell’Isola, primo fra tutti nel negozio Ahuriba, situato accanto al mulino a vento olandese nella zona di Palm Beach.

 

 

Salse piccanti

Un importante assortimento di salse piccanti, totalmente naturali e interamente “made in Aruba”, è presente in tutti i ristoranti, case e negozi dell’isola. Queste salse, note come pica tra la gente locale, sono caratterizzate da un sapore intenso a causa dell’impiego della varietà di peperoncino Madame Jeanette, una varietà simile al Habanero e allo Scotch-Bonnet. La salsa Pica di Papaya, di colore arancione chiaro, è una salsa piccante a base di papaya verde, aceto e cipolle. Provare per credere: questa salsa infiammerà la vostra bocca, è consigliabile correre ai ripari con un bel bicchierone d’acqua!

 

Aziende agricole ad Aruba

Sebbene Aruba non sia nota per il terreno fertile e le abbondanti piogge, un numero crescente di agricoltori locali stanno dimostrando che una grande varietà di prodotti agricoli può essere coltivata su quest’isola quasi “desertica”. Un grande passo avanti nell’agricoltura locale ha avuto luogo nel luglio 2018, quando 15 coltivatori locali si sono uniti in una nuova associazione per produrre prodotti sostenibili e di alta qualità per la comunità locale e per i turisti, oltre che per ridurre la percentuale di prodotti importati sull’isola. Tra questi, James Ocalia con la sua famiglia, arubani di origine, sono tornati ad Aruba per fondare la “Goshen Sustainable Development”, un’azienda agricola la cui attività si basa sul senso di comunità e solidarietà con l’obiettivo di generare un impatto sociale. Non solo vengono coltivati in maniera biologica e sostenibile verdure come cetriolini, fagioli, l’okra e peperoni, ma l’attività di Goshen include anche un programma di terapia per riabilitare tossicodipendenti e alcolisti, aiutando queste persone a reintegrarsi nella società.

Tra le varie esperienze proposte da Goshen, vi è la “Back to the Land Experience”, un tour presso l’azienda agricola, seguita da un’esperienza culinaria direttamente “dalla fattoria alla tavola”, nella quale i partecipanti potranno gustarsi un frullato fresco e biologico, prodotto con frutta e verdura di Goshen, e impareranno a cucinare un piatto locale, godendosi poi la cena ammirando uno dei meravigliosi tramonti di Aruba.

 

L’Isola di Aruba, perla dei Caraibi del Sud, è situata fuori dalla rotta degli uragani e gode di una temperatura media di 28 gradi tutto l’anno. Circondata dal mare turchese e costantemente baciata dal sole, Aruba ospita ampie spiagge di sabbia bianca e panorami mozzafiato. Le numerose attività praticabili sull’Isola, la sicurezza di cui gode, le sue meraviglie naturali e l’alta qualità dell’offerta turistica la rendono una destinazione perfetta per i viaggi di nozze e non solo. Grazie al suo clima ideale e al sorriso della sua gente, Aruba è considerata la One Happy Island dei Caraibi: venite voi stessi a scoprire perché. - www.aruba.com

 

Per maggiori informazioni su Aruba:

Global Tourist - Ufficio del Turismo di ARUBA in Italia

Tel: 011 – 4546557

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COSA FARE E COSA MANGIARE NELLE MARCHE A PASQUA TRA SPIRITUALITÀ, TRADIZIONI ED ENOGASTRONOMIA

 

 

In occasione delle celebrazioni di Pasqua, la Regione Marche - nominate da Lonely Planet Best in Travel 2020, al secondo posto tre le dieci migliori al mondo e unica destinazione italiana in classifica - si anima su tutto il territorio come un palcoscenico teatrale grazie alle tante, tantissime rappresentazioni, processioni e feste popolari sia religiose che laiche. Un cartellone molto ricco che popola piazze, borghi e chiese dell’intera regione che richiamano ogni anno molto pubblico e fanno rivivere il dramma sacro della Passione, Morte e Resurrezione di Cristo, ma anche il ritorno della primavera come stagione di rinascita della natura e del raccolto.

 

In concomitanza con queste rievocazioni non possono mancare gli assaggi dei piatti tradizionali del periodo e del luogo, ma anche l’opportunità di conoscere nuovi angoli del territorio, complice qualche giornata di vacanza.

 

PROVINCIA DI PESARO URBINO

 

Cantiano e la rievocazione de “La Turba”

Nella provincia di Pesaro-Urbino da visitare Cantiano, borgo medievale in cui il Venerdì Santo va in scena ”la Turba”, una suggestiva rievocazione della Passione del Cristo che coinvolge il centro del paese. Il nome “turba”, forse collegato al passo del Vangelo dedicato a “Gesù (che) predicava alle turbe”, si riferisce alle tante persone che nel XIII secolo invocavano in processione l’aiuto di Dio e della Madonna per porre fine ad una vita di miseria, continue guerre e carestie.

La “turba", tra messe, canti, preghiere, sfilate e tamburi, si anima coinvolgendo tutto il paese.

La giornata del venerdì inizia presto con il rito delle “sette chiese”, una particolare processione che ha la funzione di svegliare tutti gli abitanti del paese e richiamarli alla preparazione delle celebrazioni, ma è dalle 20 che prende vita la rappresentazione dei vari momenti della passione del Cristo che termina a tarda sera con la Resurrezione.

 

La processione del Cristo Morto di Cagli

Altra rappresentazione sacra da non perdere è a Cagli, dove si celebra la Processione del Cristo Morto che viene accompagnato nelle strade del paese su un catafalco: unica illuminazione le candele dei fedeli in processione, lumini alle finestre delle case e torce lungo le vie. Il silenzio rotto solo al passaggio della banda cittadina e dalle preghiere delle varie confraternite che si susseguono nel corteo. Suggestivi i “sacconi” della confraternita del Sangue Giusto con la loro tunica violacea che trasportano il “catafalco” e lo accompagnano portando gli oggetti dei misteri della passione di Gesù, mentre la statua della Vergine Addolorata è circondata dalle “pie donne” vestite di nero con le loro candele gocciolanti.

 

PROVINCIA DI ANCONA

A Loreto con “La Morte del Giusto” e il Giubileo Lauretano

Nella provincia di Ancona il luogo di culto per eccellenza, quasi una meta obbligatoria, è la basilica della Santa Casa di Loreto, luogo sacro che per l’occasione della Pasqua vede lo svolgersi di celebrazioni “speciali” e che nel 2020 è anche protagonista del Giubileo Lauretano.  Nella cittadina lauretana durante la settimana santa si svolge la rievocazione storica in costume “La morte del Giusto” con centinaia di figuranti e suggestive ricostruzioni sceniche che raccontano i momenti salienti della Passione di Cristo: dal processo più clamoroso di tutti i tempi nel piazzale della parrocchia di S. Flaviano, passando per la Via Crucis lungo la via principale di Villa Musone, fino al Calvario a metà del colle lauretano.

 

Il barocco a Senigallia con la Chiesa della Croce

Durante le vacanze pasquali tappa d’obbligo è passare a Senigallia e visitare la Chiesa della Croce, piccolo gioiello barocco, ricco di storia arte e religiosità, su tutto spicca la pala d’altare dipinta dal Barocci che rappresenta Gesù morto portato al sepolcro e, in un altare laterale, la Crocifissione del Ridolfi. Nella chiesa, sede della confraternita dei Crocesegnati, si trova anche un frammento della Santa Croce conservato in un’urna d’argento.

Sotto l’altare maggiore è racchiuso il simulacro del Cristo Morto, che viene esposto il giorno del Venerdì Santo per poi essere portato in processione insieme al reliquiario della Santa Croce.

Altro gioiello è l'organo del 1775 costruito da Gaetano Callido e tuttora usato nei concerti.

 

La processione del Cristo morto a Ostra

Per chi volesse immergersi ancora di più nell’atmosfera Pasquale può andare ad Ostra, comune nell’entroterra Senigallia, che ha una tradizione secolare che si rinnova ogni venerdì santo, anno dopo anno, con la processione del “Cristo morto” che viene accompagnato nelle strade del paese su un catafalco: unica illuminazione le candele dei fedeli in processione, lumini alle finestre delle case e torce lungo le vie. Il silenzio rotto solo al passaggio della banda cittadina e dalle preghiere delle varie confraternite che si susseguono nel corteo. Suggestivi i “sacconi” della confraternita del Sangue Giusto con la loro tunica violacea che trasportano il “catafalco” e lo accompagnano portando gli oggetti 

 

dei misteri della passione di Gesù, mentre la statua della Vergine Addolorata è circondata dalle “pie donne” vestite di nero con le loro candele gocciolanti.

 

PROVINCIA DI MACERATA

 

Porto Recanati e la “Bara de Notte”

Nella provincia di Macerata, sul mare, a Porto Recanati si svolge dal medioevo una processione del Venerdì Santo detta la “Bara de Notte”. Dodici pescatori scalzi, detti “sciabegatti” (da “sciabega” cioè “rete da pesca” in dialetto), percorrono le stazioni della Passione portando la “bara” in processione, una macchina di legno alta cinque metri, che richiama il sepolcro di Cristo e i cui segreti di montaggio sono custoditi da un unico artigiano che li tramanda negli anni.

 

Mogliano

Il centro di Mogliano, ogni Venerdì Santo, rivive le ultime ore della vita di Gesù con la rievocazione della Passione. Soldati romani a cavallo e fanti compongono la rappresentazione, a cui si aggiunge anche la processione religiosa della Bara del Cristo Morto.

 

Tolentino e la Passione nella Contrada Bura

A Tolentino va in scena la Passione di Cristo nella Contrada Bura: le suggestive colline fanno da teatro naturale alla sacra rappresentazione popolare che ravviva la memoria, suscita riflessione, coinvolge la mente e il cuore.

 

PROVINCIA DI FERMO

Monterubbiano e Monte San Pietrangeli

In provincia di Fermo due sono gli appuntamenti: a Monterubbiano con la solenne Processione del Cristo Morto, che risale a prima del 1300, si organizza solo negli anni pari e ha inizio alle 15, con la bara del Cristo Morto decorata con velluti pregiati e poggiata su un carro artistico realizzato su tre livelli. A Monte San Pietrangeli va in scena un vero e proprio spettacolo teatrale, ma dalle vesti religiose che si conclude comunque con la processione dell’antica bara del Cristo Morto, accompagnata dagli “svegliarini” e dagli oltre 250 figuranti.

 

PROVINCIA DI ASCOLI PICENO

Il Cavallo di fuoco a Ripatransone

Nella provincia di Ascoli Piceno la Passione di Cristo rivive in tante cittadine dove le processioni e le rappresentazioni del Venerdì Santo richiamano migliaia di fedeli e turisti. Per fare alcuni nomi: Montalto delle Marche, Monteprandone, Monsampolo del Tronto.

All’ottava di Pasqua, ossia la domenica successiva alla Pasqua, si può rivivere a Ripatransone lo storico “Cavallo di Fuoco”, rievocazione in onore della Madonna di San Giovanni, manifestazione unica in Italia che dal 1682 è il simbolo di un’antica tradizione rimasta invariata nei secoli e che vede un artificiere di Atri attraversare più volte la piazza con un cavallo, sprigionando fuochi d’artificio in tutte le direzioni.

 

 

LA TRADIZIONE DI PASQUA IN CUCINA

La Pasqua marchigiana dall’antipasto al dolce è un trionfo di tradizioni contadine, familiari e religiose di un territorio ricchissimo dal punto di vista gastronomico. Ogni provincia ha le proprie tipicità tutte da scoprire, ma le parole chiave sono tre: agnello, uova, dolci di Pasqua.

 

Il venerdì Santo in tavola vede protagonista lo stoccafisso, la cui preparazione cambia da zona a zona con una costante, le patate di accompagnamento.

 

Il sabato Santo è tipica per colazione la coratella d’agnello (fegato, cuore e polmoni), cotta in padella con olio, rosmarino e cipolla, spruzzata con il succo di limone e servita molto calda.

 

La domenica di Pasqua per colazione c’è la frittata, con la “mentuccia”, una ricetta della parte montana delle Marche, che secondo la tradizione viene bagnata con un po’ di acqua benedetta e in alcune zone la “mentuccia” è sostituita dagli asparagi o dalla vitalba. Non può mancare la Pizza di Pasqua o Pizza con il formaggio - tipica pietanza pasquale diffusa in tutta la regione - una sorta di panettone salato - a base di formaggio.

 

A pranzo poi il “panbollito di Pasqua”, che viene preparato facendo un sugo con olio, aglio, prezzemolo, pomodoro spezzettato o passata e l’agnello a piccoli pezzi. In una pentola bassa e larga vengono disposte le fette di pane alternate alla pizza di Pasqua, e ogni strato viene bagnato con brodo, sugo e uova sbattute con il formaggio grattugiato, da servire molto caldo.

 

Tra i dolci al primo posto la caratteristica pizza dolce, incredibilmente profumato, grazie all’aggiunta di aromi naturali, canditi e uvetta sultanina.

 

Nel maceratese tra Loro Piceno e San Ginesio, tipico è l’agnello dolce. Pasta frolla dalla forma d’agnello con un ripieno di cioccolato, mandorle tritate, uova, zucchero e canditi; ricoperto con una glassa di zucchero a velo e albumi montati. Una ricetta custodita gelosamente delle monache fino a qualche decennio fa e oggi è patrimonio di un’artigiana di Loro Piceno, che regala ancora i suoi sapori antichi e genuini.

 

Il lunedì dell’Angelo il posto d’onore è per le ciambelle di Pasqua: le “vergare”, le donne di casa marchigiane, iniziavano ad impastare queste ciambelle il giorno della Passione di Cristo, le facevano riposare il sabato per poi cuocerle il giorno di Pasqua.

 

 

Maria Chiara Salvanell

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