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Riconoscimenti
NASCE L’ACADEMY TRUST YOUR TASTE, LA PRIMA MASTERCLASS PER SALUMIERI “CERTIFICATI”
La nuova iniziativa di formazione targata ASSICA e rivolta a salumieri,
banconisti e macellai è online da oggi su www.trustyourtaste.eu
Se i consumatori diventano sempre più esigenti, i professionisti devono tenere il passo: quando si parla di carne di maiale la sostenibilità, gli aspetti nutrizionali e la sicurezza sono le tre domande più attuali e salumieri, banconisti e macellai sono chiamati a fornire le risposte adeguate. Per supportare la formazione e l’aggiornamento di questi operatori ASSICA, l’Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi aderente a Confindustria, ha ideato la sua nuova “Academy”: un articolato percorso di formazione online, con docenti d’eccezione e nove tematiche di approfondimento. I professionisti che la frequenteranno, dopo un test di valutazione, otterranno un attestato come professionista “Trust Your Taste Certified”. La nuova proposta formativa, presentata oggi con un webinar realizzato da ASSICA in collaborazione con Gdoweek, è interessante anche per tutti i consumatori consapevoli e attenti alle proprie scelte di acquisto e alimentazione. Le iscrizioni sono aperte da oggi, sul sito www.trustyourtaste.eu
“Il settore si è evoluto moltissimo negli ultimi anni, - afferma Davide Calderone, Direttore ASSICA -. Anche se le ricette tradizionali dei nostri salumi non sono cambiate, sono incredibilmente migliorati l’efficienza dei processi produttivi, l’attenzione all’ambiente e al benessere animale, e i profili nutrizionali, sia della carne che dei salumi. È giusto che tali progressi vengano conosciuti, in primo luogo dagli operatori che ogni giorno raccontano e propongono i nostri prodotti ai consumatori. Sono professionisti con un compito importante e di responsabilità, nei confronti dell’intera filiera. L’Academy è nata per rispondere ad una loro esigenza di aggiornamento e qualifica professionale che la nostra Associazione aveva registrato da tempo e si focalizza proprio sulle questioni più attuali e dibattute”.
L’Academy vanta anche la partecipazione di Fabrizio Nonis, alias “el Beker” macellaio gastronomo, volto e produttore tv, grande estimatore ma soprattutto divulgatore della carne. A lui sono affidati consigli pratici su come allestire il banco e proporre i vari tagli, con l’obiettivo di ridurre il più possibile lo spreco, sapendo proporre e valorizzare tutte le parti dell’animale per le loro caratteristiche peculiari. Ma Nonis lancia anche un appello ai macellai perché rivendichino con orgoglio la loro professione, un lavoro nobile, antico e che oggi riveste un ruolo notevole nel contribuire ad un sistema più sano, più etico e più sostenibile.
Proprio alla sostenibilità è dedicata l’intera lezione di Monica Malavasi, Direttore dell’Istituto Valorizzazione Salumi Italiani (IVSI). “ASSICA ha da poco presentato il suo Programma di sostenibilità, 5 goals, 48 Best practices e 35 impegni concreti verso un nuovo modello di impresa. Grazie alla formazione continua e allo sviluppo di iniziative in grado di stimolare la crescita e la consapevolezza delle Aziende associate in favore della sostenibilità, ASSICA – con il supporto di IVSI - ha già iniziato a sostenere il settore verso un cambio di paradigma. Oggi – afferma Malavasi – l’Associazione aggiunge con l’Academy un nuovo importante tassello prevedendo un’adeguata formazione anche per chi sta a valle della filiera, perché abbia gli elementi conoscitivi e interpretativi per farsi portavoce con il consumatore dell’impegno complessivo che coinvolge ciascun anello del sistema”.
L’Academy nasce nell'ambito di Trust Your Taste, Choose European Quality, il progetto promosso da ASSICA e Co-finanziato dall'UE, volto a migliorare il grado di conoscenza dei prodotti agricoli dell'Unione attraverso la promozione della cultura produttiva di salumi e carne suina e la valorizzazione degli standard europei e della tradizione storica che contraddistingue questo comparto. La storia dei salumi, i salumi oggi, i marchi di qualità DOP e IGP, i controlli e la normativa relativi, i tagli di carne, i prodotti da banco, i consigli antispreco, la carne suina nella dieta e la sostenibilità sono i titoli delle 9 lezioni.
ASSICA, Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi, è l’organizzazione nazionale di categoria che, nell’ambito della Confindustria, rappresenta le imprese di macellazione e trasformazione delle carni suine. Nel quadro delle proprie finalità istituzionali, l’attività di ASSICA copre diversi ambiti, tra cui la definizione di una politica economica settoriale, l’informazione e il servizio di assistenza ai circa 180 associati in campo economico/commerciale, sanitario, tecnico normativo, legale e sindacale. Competenza, attitudine collaborativa e affidabilità professionale sono garantite da collaboratori specializzati e supportate dalla partecipazione a diverse organizzazioni associative, sia a livello nazionale che comunitario. Infatti, sin dalla sua costituzione, nel 1946, ASSICA si è sempre contraddistinta per il forte spirito associativo come testimonia la sua qualità di socio di Confindustria, a cui ha voluto aderire sin dalla nascita, di Federalimentare, Federazione italiana delle Industrie Alimentari, di cui è socio fondatore, del Clitravi, Federazione europea che raggruppa le Associazioni nazionali delle industrie di trasformazione della carne, che ha contribuito a fondare nel 1957.
Francesca Goffi - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. – tel. 030 7741535 – cell. 347 9186442
ASSEGNATI I PREMI ALL’ECCELLENZA DELL’OSPITALITÀ MADE IN ITALY
Barawards 2022 premia i cocktail di Roma e i locali di Milano
il Drink Kong è il Cocktail bar dell’anno, House of Ronin il Bar rivelazione dell’anno, The Doping Bar il Bar d’albergo dell’anno. Doppietta per l’Atrium Bar del Four Seasons Firenze, con il Bartender e il Bartender under 30 dell’anno. Milano dominatrice nel mondo dolce: Frau Knam la Pasticceria dell’anno, Diego Crosara il Pasticcere. La provincia sugli scudi con Bugan Coffee Lab a Bergamo (bar caffetteria dell’anno), Quanto basta a Lecce (bar team dell’anno), Billi’s Original Family ad Arezzo (paninoteca dell’anno) e Alessandro Billi del Billis di Tortona (cuoco dell’anno). I protagonisti dell’ospitalità italiana d’eccellenza si sono ritrovati ieri a Milano, al Palazzo del Ghiaccio, per l’ormai consueta serata di premiazioni di Barawards, il premio alle eccellenze dell’ospitalità made in Italy promosso da Bargiornale in collaborazione con Dolcegiornale, Hotel Domani e Ristoranti (Gruppo Tecniche Nuove). Sold out il Barawards Gala Dinner, con oltre 600 partecipanti e decine di persone che non sono riuscite ad acquistare l’ambito biglietto per la serata.
Una supergiuria di 100 esperti del mondo dell’ospitalità, insieme al voto on-line, ha decretato i 19 vincitori emersi tra le oltre 700 candidature di locali e professionisti e i 10 vincitori del Premio Innovazione dell’anno.
A Roma, Milano e Firenze i campioni del cocktail
Il Premio Sanpellegrino Cocktail bar dell’anno va al Drink Kong di Roma, grazie al grande lavoro fatto dal suo fondatore Patrick Pistolesi che ha portato il locale nell’olimpo dei migliori locali del mondo.
Doppio riconoscimento per lo staff d’eccellenza dell’Atrium Bar del Four Seasons Hotel Florence: Edoardo Sandri e Simone Corsini, rispettivamente head e senior bartender del prestigioso bar fiorentino, uno dei primi bar d’albergo a diventare un punto di riferimento anche per la clientela cittadina, si sono aggiudicati il Premio Vantguard Bartender dell’anno (Sandri) e il Premio Campari Group Bartender under 30 dell’anno (Corsini).
Premiato più volte nel corso delle otto edizioni di Barawards, il Quanto basta di Lecce, da ormai dieci anni sulla cresta dell’onda, guidato dagli inossidabili Diego Melorio e Andrea Carlucci, si è aggiudicato il Premio Ice Cube Bar team dell’anno.
Non è l’unico riconoscimento andato alla provincia, a testimonianza di una capacità diffusa di fare ospitalità di alto livello che si estende a tutta l’Italia. Così il Premio Paninoteca dell’anno, istituito per il primo anno, è andato a Billi’s Original Family di Arezzo, che fa della scelta della carne il punto chiave per questo locale polifunzionale con dimensioni, menu e porzioni decisamente king size. Ma sul gradino più alto del podio sono saliti, come vedremo, anche Bergamo, Tortona e Amalfi.
Milano protagonista per i nuovi locali: il Premio Barceló Bar rivelazione dell’anno è andato a House of Ronin, un angolo di Oriente a Milano che occupa un intero palazzo offrendo un sofisticato concetto di ospitalità declinata sia sul mondo cocktail sia in cucina, con l’omonimo ristorante.
Il Premio Bar d’albergo dell’anno va invece al The Doping Bar dell’Aethos Milan: atmosfera glamour, arredi vintage e miscelazione di alto livello.
Ancora un successo per il gruppo Farmily, capitanato da Flavio Angiolillo, presenza costante nelle varie edizioni di Barawards con i suoi locali e i suoi esponenti di spicco: quest’anno si aggiudica con Francesco Bonazzi del Mag La Pusterla il Premio Gamondi Bar Manager dell’anno.
Walter Gosso di Rinaldi 1957, dopo innumerevoli piazzamenti, si aggiudica finalmente il Premio Brand Ambassador Spirits&co dell’anno, giusto riconoscimento per la sua incontestabile professionalità.
Il Premio Engine Bartender italiano all’estero dell’anno va a un italiano dall’altra parte del globo: Stefano Catino, imprenditore poliedrico, che con il suo Maybe Sammy di Sydney ha permesso all’Australia di comparire nella mappa delle mete con i migliori cocktail bar del mondo.
La caffetteria premia Bergamo e Roma
Sono tre grandi professionisti i protagonisti dei riconoscimenti dedicati al mondo del caffè. Il primo è Maurizio Valli, che dopo aver vinto nel 2015 il Premio come Barista dell’anno quest’anno con la moglie Ines Del Prato porta al trionfo nel Premio cameo Professional Bar caffetteria dell’anno il Bugan Coffee Lab di Bergamo alta, piccolo scrigno dedicato a chi vuole degustare, più che gustare, un buon caffè. A vincere il Premio Bloom Specialty Coffee Barista dell’anno è un’altra vecchia conoscenza di Barawards: Dario Fociani, dopo aver vinto con il suo Faro Specialty Coffee di Roma il premio come miglior caffetteria, quest’anno “si mette in proprio” e vede premiata la sua cultura del caffè e la capacità di fare impresa innovativa. Il premio per il Brand ambassador dell’anno coffee & more è, andato meritatamente ad Andrea Antonelli di Pulycaff, tra le figure di riferimento nel mondo della caffetteria per competenza e capacità di divulgare la cultura del caffè.
Milano capitale del dolce
Ci sono due istituzioni milanesi, una storica e una recente, dietro i riconoscimenti che Barawards ha assegnato al mondo della pasticceria.
Il Premio Chocolate Academy Pasticcere dell’anno va a Diego Crosara, un curriculum pieno di medaglie alle spalle e un presente di mente creativa alla storica Pasticceria Marchesi 1824.
Il Premio Isa Bar Pasticceria/gelateria dell’anno va invece a un nuovo locale, Frau Knam, che unisce il brand di uno dei pasticceri più celebri d’Italia al gusto della moglie Alessandra Mion nel creare dolci, confetture, tisane &co pensati per i palati femminili.
Ristoranti tra grandi firme ed emergenti
Nella ristorazione, Barawards si conferma una fucina di giovani talenti: diversi, negli anni, i cuochi e i ristoranti premiati che sono poi assurti all’olimpo della ristorazione nazionale. Tra gli chef più promettenti della nuova generazione c’è sicuramente Davide Pulejo, che con l’omonimo ristorante si aggiudica il Premio EasyCassa Ristorante rivelazione dell’anno: una rivelazione di cui si è subito accorta anche la Guida Michelin, assegnando al Pulejo una stella dopo pochi mesi di attività. Sono invece due le stelle per Glam, il ristorante della galassia Bartolini nel cuore di Venezia, dentro il lussuoso Palazzo Venart, che sotto la guida del resident chef Donato Ascani ha saputo reinterpretare i piatti della tradizione veneziana in chiave contemporanea: è suo il premio come Ristorante d’albergo dell’anno. Tutto da scoprire il vincitore del Premio Diplomático Cuoco dell’anno: Alessandro Billi, che dopo aver lavorato nelle cucine di grandi chef e aver girato il mondo, ha scelto con il fratello gemello Filippo di rientrare nella natia Tortona (Al) per dare vita al loro concetto di “fun dining” (si scrive proprio così), a testimonianza della verve dissacratoria con cui vuole guardare a un modo troppo pomposo di fare alta cucina. Infine, il Premio Hotel rivelazione dell’anno è andato a un gioiello dell’ospitalità italiana: il Borgo Santandrea di Amalfi (Sa), tornato agli antichi fasti dopo una intelligente ristrutturazione che ne ha fatto rivivere le atmosfere anni ’60 delle origini. La vista mozzafiato, invece, non è cambiata.
I prodotti premiati per l’innovazione
Storicamente Barawards è l’appuntamento dove vengono insigniti del Premio Innovazione dell’anno i prodotti/servizi più innovativi lanciati sul mercato italiano per il mercato del fuori casa nell’ultimo anno.
Nove i prodotti premiati nell’edizione 2022:
Low Alcohol: Alpex Spritz, Fonte Plose (aperitivo analcolico)
Alcolici: Savoia Americano, Italspirits (vino da aperitivo)
Superalcolici: Ron Barceló Imperial 40 Aniversario, Coca-Cola Hbc Italia
Bibite: Bitter lemon con estratto di limone Primofiore, Lurisia (bottiglietta monodose)
Preparati & garnish: DoUMix? Squeeze, Mec3 (linea di premix per cocktail)
Packaging: Smile-box, Maniva (acqua minerale in brick)
Food: Gamma Cereali e Legumi Minute, Bonduelle Food Service (cotti al vapore e surgelati)
Strumenti di servizio: iPoldina Micro, Zafferano (lampada a batteria da tavolo)
Attrezzature e tecnologia: Steamì – La cottura Express a vapore, Techfood (vaporiera compatta)
A questi si aggiunge la Menzione speciale Green, per il prodotto a maggior contenuto di sostenibilità: ad aggiudicarsela è stata la Capsula bianca Pascucci di Caffè Pascucci, compostabile ed ecosostenibile.
NOTA PER LA REDAZIONE
Bargiornale è una rivista professionale edita da New Business Media (gruppo Tecniche Nuove). Da oltre 40 anni è la voce più autorevole per il mondo dei professionisti del fuori casa.
Paola Melis
A TAVOLA CON BUZZATI: L’OMAGGIO DI CORTINA E DELL’ACCADEMIA DELLA CUCINA
Si arrampicava sulle Dolomiti insieme alle Guide Alpine, sciava, dipingeva instancabilmente e lanciava strali contro le mode culinarie d’importazione. Amava le ricette del territorio e al Natale ha dedicato tanti suoi scritti. È il ritratto inedito di Dino Buzzati, fondatore dell’Accademia della Cucina, a cui la delegazione di Cortina d’Ampezzo rende omaggio a mezzo secolo dalla morte. In programma, sabato 17 dicembre, una conversazione – performance con l’autrice Maria Teresa Ferrari, l’attore Martino Apollonio e la guida alpina Lorenzo Lorenzi, storico amico dello scrittore. In seguito, gli “Accademici” ricordano Dino Buzzati durante la Conviviale degli Auguri, con un menù che rispecchia l’amore dello scrittore per la cucina tipica e tradizionale.
Dino Buzzati torna tra le Dolomiti, protagoniste di tanti suoi scritti tinti di nostalgia e mistero. È l’ “Accademia Italiana della cucina – Delegazione di Cortina d’Ampezzo” a rendergli omaggio, a 50 anni dalla scomparsa, con una serata che rispecchia la personalità dello scrittore, ampezzano d’adozione. Il 17 dicembre, a pochi giorni dal Natale, tema che attraversa tutta la sua vita di scrittore e giornalista. l’Accademia propone un suo ritratto inedito, un racconto a più voci che si dipana attraverso le sue più grandi passioni: le parole, le immagini, il senso di meraviglia che gli ispirava la montagna. “Dino Buzzati ha amato moltissimo Cortina e le Dolomiti, viveva profondamente il legame con questo territorio” spiega la Delegata Monica De Mattia. “Oltre che scrittore, giornalista, pittore e alpinista, è stato uno dei fondatori dell’Accademia di Cucina assieme a Orio Vergani, personaggio di primo piano nel mondo del giornalismo, della letteratura e dell’arte. È così che vogliamo ricordarlo, condividendo, in un’atmosfera conviviale, il patrimonio di bellezza che ci ha lasciato”.
L’appuntamento (aperto al pubblico) è alle 17.45 alla Ciasa de ra Regoles, sede dei Regolieri d’Ampezzo: andrà in scena una performance ideata dall’autrice Maria Teresa Ferrari, tra i massimi esperti di Buzzati – in particolare del Buzzati pittore. Il pubblico potrà scoprire storie e aneddoti sullo scrittore e il suo rapporto con le Dolomiti, la cucina e il Natale, e ascoltare una selezione di brani scelti letti dall’attore e regista Martino Apollonio, originario di Cortina. Sarà presente anche un grande amico di Buzzati, Lorenzo Lorenzi, Scoiattolo e Guida alpina di Cortina, che racconterà le escursioni fatte insieme. Nel flusso di ricordi e parole si inseriranno foto e video dedicate ai soggiorni ampezzani di Buzzati e agli scenari naturali che prediligeva.
“Appena ne aveva la possibilità Dino Buzzati veniva a Cortina: le montagne erano per Dino Buzzati un richiamo irrinunciabile. In estate ci veniva per scalare le sue amate Dolomiti, in inverno per frequentare le piste” racconta Maria Teresa Ferrari. “Quasi ogni notte – come scriveva agli amici – sognava di arrampicare o di scendere con gli sci. In città era il famoso vincitore del Premio Strega, ma tra queste crode diventava alpinista, arrampicando con le Guide alpine e gli Scoiattoli di Cortina. E sempre qui, in una dimensione di libertà e pace assoluta, trovava ispirazione per la sua arte, e si sentiva apprezzato come pittore e artista completo”.
Più tardi, la delegazione di Cortina d’Ampezzo dell’Accademia italiana della Cucina si sposterà nella cornice dell’Hotel Cortina, in Corso Italia, per la Conviviale degli Auguri. La cena sarà un omaggio alla straordinaria poetica di Buzzati dedicata alla cucina. “Nonostante lo stile di vita frugale era molto attento a questo aspetto, che considerava una componente fondamentale della civiltà: il cibo come veicolo di cultura, costumi e abitudini” spiega Paola Franco, una dei Simposiarchi. “Difendeva con accanimento le ricette tradizionali dalle nuove – per l’epoca – mode culinarie, che considerava una barbarie. Soprattutto amava le ricette delle Dolomiti, come anche quelle legate alle festività natalizie: a questo periodo dell’anno ha dedicato molti racconti. Partendo da qui abbiamo ideato un menù degno di Buzzati: un’autentica sorpresa”.
Monica Merola
VIN DE LA NEU 2020 TRA I “10 MIGLIORI VINI D’ITALIA DI BIBENDA 2023”
Dopo i recenti riconoscimenti tra cui i Tre Bicchieri 2023 Gambero Rosso, Vin de la Neu 2020 di Nicola Biasi è stato selezionato tra i 10 dei migliori vini d’Italia di Bibenda 2023 oltre a ottenere i 5 grappoli 2023.
I sommelier della Guida Bibenda 2023, che conta oltre 29.000 pagine on line con 2100 aziende di vino, oltre 15.000 vini, 2000 ristoranti, 450 Aziende di Olio Evo e 49 di Grappa, hanno riconosciuto e premiato le peculiarità uniche e raffinate di Vin de la Neu 2020: un vino resistente che racchiude nel calice tutta la freschezza e l’armonia delle Dolomiti. Un capolavoro da uve Johanniter, prodotto nella Valle di Non, nella vigna di Còredo, a quasi 1000 metri d’altitudine sulle Dolomiti.
Per il produttore Nicola Biasi, miglior giovane enologo d’Italia 2020 per Vinoway, Cult Oenologist 2021 per il Merano Wine Festival ed Enologo dell'anno 2022 per Food and Travel Italia, i 5 grappoli 2023 a Vin de la Neu 2020 e l’inserimento tra “i 10 Migliori Vini d’Italia di Bibenda 2023” sono la conferma che è possibile sviluppare e produrre vini di grande qualità, legati al territorio e rispettosi della sostenibilità ambientale:
“Ringrazio Franco Maria Ricci e tutta la Federazione Italiana Sommelier per questo grande riconoscimento. Essere nei dieci migliori vini d’Italia all’ottava annata del Vin de la Neu è un sogno. Un sogno che dimostra che i vitigni resistenti e la Val di Non possono essere il presente e il futuro dei vini di qualità unita ad una concreta e reale sostenibilità”.
Il 2022 è stato un anno di grandi successi per Biasi che con il suo Vin de la Neu 2020 è entrato di diritto nell’Olimpo dei grandi vini italiani e gli innumerevoli prestigiosi riconoscimenti non possono far altro che confermarlo: i 5 Grappoli Bibenda 2023, i 10 Migliori Vini d’Italia di Bibenda 2023, i Tre Bicchieri 2023 Gambero Rosso, il 97/100 Winescritic, l’Oro Stella 96/100 per Vinoway, il 95/100 Faccino DoctorWine e il Gold Award per il The WineHunter.
VIN DE LA NEU 2020
Denominazione: Bianco delle Dolomiti
Vitigni: Johanniter 100%
Vin de la Neu 2020 di Nicola Biasi è prodotto nella Valle di Non a quasi 1000 metri d’altitudine sulle Dolomiti, nella vigna di Còredo, battezzato così per la grande nevicata caduta durante la prima vendemmia. È un vino bianco dalle caratteristiche complesse che affinano e migliorano negli anni, ottenuto da uve Johanniter, una varietà resistente alle malattie fungine della vite. Ma sono soprattutto il territorio, l’elevata qualità del prodotto e la longevità del vino a essere i veri e grandi punti di forza di questo bianco da invecchiamento.
Nel calice Vin de la Neu è limpido, brillante e si presenta di colore giallo limone con riflessi tendenti al verde. Al naso regala sentori di frutta fresca a polpa bianca con mele cotogne, pere e pesche bianche. Nella scena secondaria, con il passare del tempo, nel calice si alternano note fresche e balsamiche che ricordano la citronella, la menta piperita e l’eucalipto. Al palato il corpo è medio-pieno, struttura polifenolica di incredibile bellezza e un finale succoso e brillante che coniuga perfettamente la potenza orizzontale alla chiusura verticale.
Giacomo Tinti
PAS DOSÉ ALTA LANGA DOCG COCCHI 2014 TRA I MIGLIORI 100 VINI AL MONDO SECONDO WINE ENTHUSIAST
Unico Alta Langa fra i “THE ENTHUSIAST 100 – THE BEST WINES OF 2022”
Il metodo classico Alta Langa DOCG Pas Dosé Cocchi millesimo 2014 è nella lista “The Enthusiast 100 - The Best Wines of 2022” di Wine Enthusiast, rivista di vini tra le più lette e autorevoli negli Stati Uniti.
Il Pas Dosé 2014 Cocchi è l’unico Alta Langa in classifica, tra 19 spumanti da tutto il mondo di cui 7 italiani; 16 in tutto i vini italiani presenti nella lista. Su 21mila vini degustati alla cieca, prodotti in 17 diversi paesi, dalla Nuova Zelanda al Canada, dal Cile al Sudafrica, “The Enthusiast 100” mette in primo piano i vini giudicati “più convincenti e piacevoli”.
Il punteggio ottenuto quest’anno dal Pas Dosé è di 95. Ma tutti gli Alta Langa di Cocchi hanno ottenuti punteggi sopra i 90, dimostrando la grande coerenza qualitativa della produzione della casa spumantiera astigiana: 95 punti anche per l’Alta Langa DOCG Rösa di Cocchi millesimo 2016; all’Alta Langa DOCG Totocorde 2015 sono stati assegnati 92 punti e all’Alta Langa DOCG Bianc ‘d Bianc 91.
“Fatto con uve Pinot Nero - scrive la giornalista Kerin O’Keefe nella sua recensione - questo spumante vivissimo si apre con delicati sentori primaverili di fiori di campo e note agrumate con un soffio di brioche. Asciutto e concentrato, il palato è vibrante, con mela McIntosh, melograno, spezia e scorza d’arancia racchiusi da un’elegante e persistente perlage. L’acidità vivace gli dona un corpo brioso e pieno di vita”.
L'ALTA LANGA DOCG DI COCCHI
Cocchi produce dal 1891 bollicine 100% piemontesi con Metodo Classico. Oggi queste bollicine di territorio - da uve Pinot nero e Chardonnay coltivate nelle terre alte di Langa e raccolte a mano - portano con orgoglio l’appellazione Alta Langa DOCG.
Una denominazione giovane, ma con una storia molto lunga alle spalle: fu il primo Metodo Classico a essere prodotto in Italia.
L’Alta Langa DOCG è uno spumante esclusivamente millesimato: è fatto con uve di un’unica vendemmia e reca sempre in etichetta l’indicazione dell’anno della raccolta. Può essere bianco o rosato, brut o pas dosé, e richiede lunghissimi tempi di affinamento: non meno di 30 mesi da disciplinare. Nelle storiche cantine di Cocchi a Cocconato, nell'Astigiano, la produzione dell’Alta Langa mantiene ancora oggi intatti il rigore e la poesia di una volta: il remuage delle bottiglie nel corso dell’affinamento avviene rigorosamente a mano, su pupitres di legno e il dégorgement è fatto à la glace.
Cocchi è sempre stato in prima linea, dal momento della nascita allo sviluppo della denominazione Alta Langa.
L’impegno e la ricerca di Cocchi sul metodo classico Alta Langa hanno portato alla creazione della prima etichetta di chardonnay in purezza (Bianc ‘d’ Bianc, millesimo 2000) e della prima di rosato (Rösa, millesimo 2000) nella denominazione.
La grande vocazione gastronomica di queste bollicine consente abbinamenti a tutto pasto per una proposta di menu completa.
Pas Dosé è il brut nature di Cocchi, prodotto con Pinot nero in purezza. Da annate importanti, dopo 60 mesi di affinamento avviene il dégorgement delle prime bottiglie per questa cuvée prodotta da sempre in edizione limitata (5000 bottiglie e 500 magnum per ciascun millesimo.
DAL 1891 A OGGI: 131 ANNI DI STORIA DI COCCHI
Aperitivi a base di vino e bollicine cento per cento piemontesi: Cocchi produce, dal 1891, vermouth e spumanti tradizionali dell’Astigiano.
Dal fondatore Giulio Cocchi la casa vinicola ha ereditato un’inesauribile vivacità e una ricerca qualitativa che la porta a essere conosciuta e apprezzata in cinque continenti.
Tutti i prodotti Cocchi sono a base di vino e le ricette sono ancora oggi quelle di una volta, codificate sulla base dalle intuizioni dello stesso Giulio Cocchi.
A definire lo stile Cocchi sono quindi eleganza e autenticità: la qualità del vino e degli ingredienti, l’esperienza tecnica più che centenaria e una passione e una creatività mai venute meno negli anni.
Dal 1978 l’azienda è di proprietà della famiglia Bava.