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Riconoscimenti

A TAVOLA CON BUZZATI: L’OMAGGIO DI CORTINA E DELL’ACCADEMIA DELLA CUCINA

 

 

Si arrampicava sulle Dolomiti insieme alle Guide Alpine, sciava, dipingeva instancabilmente e lanciava strali contro le mode culinarie d’importazione. Amava le ricette del territorio e al Natale ha dedicato tanti suoi scritti. È il ritratto inedito di Dino Buzzati, fondatore dell’Accademia della Cucina, a cui la delegazione di Cortina d’Ampezzo rende omaggio a mezzo secolo dalla morte. In programma, sabato 17 dicembre, una conversazione – performance con l’autrice Maria Teresa Ferrari, l’attore Martino Apollonio e la guida alpina Lorenzo Lorenzi, storico amico dello scrittore. In seguito, gli “Accademici” ricordano Dino Buzzati durante la Conviviale degli Auguri, con un menù che rispecchia l’amore dello scrittore per la cucina tipica e tradizionale.

Dino Buzzati torna tra le Dolomiti, protagoniste di tanti suoi scritti tinti di nostalgia e mistero. È l’ “Accademia Italiana della cucina – Delegazione di Cortina d’Ampezzo” a rendergli omaggio, a 50 anni dalla scomparsa, con una serata che rispecchia la personalità dello scrittore, ampezzano d’adozione. Il 17 dicembre, a pochi giorni dal Natale, tema che attraversa tutta la sua vita di scrittore e giornalista. l’Accademia propone un suo ritratto inedito, un racconto a più voci che si dipana attraverso le sue più grandi passioni: le parole, le immagini, il senso di meraviglia che gli ispirava la montagna. “Dino Buzzati ha amato moltissimo Cortina e le Dolomiti, viveva profondamente il legame con questo territorio” spiega la Delegata Monica De Mattia. “Oltre che scrittore, giornalista, pittore e alpinista, è stato uno dei fondatori dell’Accademia di Cucina assieme a Orio Vergani, personaggio di primo piano nel mondo del giornalismo, della letteratura e dell’arte. È così che vogliamo ricordarlo, condividendo, in un’atmosfera conviviale, il patrimonio di bellezza che ci ha lasciato”. 

 

L’appuntamento (aperto al pubblico) è alle 17.45 alla Ciasa de ra Regoles, sede dei Regolieri d’Ampezzo: andrà in scena una performance ideata dall’autrice Maria Teresa Ferrari, tra i massimi esperti di Buzzati – in particolare del Buzzati pittore. Il pubblico potrà scoprire storie e aneddoti sullo scrittore e il suo rapporto con le Dolomiti, la cucina e il Natale, e ascoltare una selezione di brani scelti letti dall’attore e regista Martino Apollonio, originario di Cortina. Sarà presente anche un grande amico di Buzzati, Lorenzo Lorenzi, Scoiattolo e Guida alpina di Cortina, che racconterà le escursioni fatte insieme. Nel flusso di ricordi e parole si inseriranno foto e video dedicate ai soggiorni ampezzani di Buzzati e agli scenari naturali che prediligeva.  

“Appena ne aveva la possibilità Dino Buzzati veniva a Cortina: le montagne erano per Dino Buzzati un richiamo irrinunciabile. In estate ci veniva per scalare le sue amate Dolomiti, in inverno per frequentare le piste” racconta Maria Teresa Ferrari. “Quasi ogni notte – come scriveva agli amici – sognava di arrampicare o di scendere con gli sci. In città era il famoso vincitore del Premio Strega, ma tra queste crode diventava alpinista, arrampicando con le Guide alpine e gli Scoiattoli di Cortina. E sempre qui, in una dimensione di libertà e pace assoluta, trovava ispirazione per la sua arte, e si sentiva apprezzato come pittore e artista completo”. 

Più tardi, la delegazione di Cortina d’Ampezzo dell’Accademia italiana della Cucina si sposterà nella cornice dell’Hotel Cortina, in Corso Italia, per la Conviviale degli Auguri. La cena sarà un omaggio alla straordinaria poetica di Buzzati dedicata alla cucina. “Nonostante lo stile di vita frugale era molto attento a questo aspetto, che considerava una componente fondamentale della civiltà: il cibo come veicolo di cultura, costumi e abitudini” spiega Paola Franco, una dei Simposiarchi. “Difendeva con accanimento le ricette tradizionali dalle nuove – per l’epoca – mode culinarie, che considerava una barbarie. Soprattutto amava le ricette delle Dolomiti, come anche quelle legate alle festività natalizie: a questo periodo dell’anno ha dedicato molti racconti. Partendo da qui abbiamo ideato un menù degno di Buzzati: un’autentica sorpresa”.

 

 

Monica Merola

VIN DE LA NEU 2020 TRA I “10 MIGLIORI VINI D’ITALIA DI BIBENDA 2023”

 

 

Dopo i recenti riconoscimenti tra cui i Tre Bicchieri 2023 Gambero Rosso,  Vin de la Neu 2020 di Nicola Biasi è stato selezionato tra i  10 dei migliori vini d’Italia di Bibenda 2023 oltre a ottenere i 5 grappoli 2023. 

I sommelier della Guida Bibenda 2023, che conta oltre 29.000 pagine on line con 2100 aziende di vino, oltre 15.000 vini, 2000 ristoranti, 450 Aziende di Olio Evo e 49 di Grappa, hanno riconosciuto e premiato le peculiarità uniche e raffinate di Vin de la Neu 2020: un vino resistente che racchiude nel calice tutta la freschezza e l’armonia delle Dolomiti. Un capolavoro da uve Johanniter, prodotto nella Valle di Non, nella vigna di Còredo, a quasi 1000 metri d’altitudine sulle Dolomiti. 

 

Per il produttore Nicola Biasi, miglior giovane enologo d’Italia 2020 per Vinoway, Cult Oenologist 2021 per il Merano Wine Festival ed Enologo dell'anno 2022 per Food and Travel Italia, i 5 grappoli 2023 a Vin de la Neu 2020 e l’inserimento tra “i 10 Migliori Vini d’Italia di Bibenda 2023” sono la conferma che è possibile sviluppare e produrre vini di grande qualità, legati al territorio e rispettosi della sostenibilità ambientale: 

“Ringrazio Franco Maria Ricci e tutta la Federazione Italiana Sommelier per questo grande riconoscimento. Essere nei dieci migliori vini d’Italia all’ottava annata del Vin de la Neu è un sogno. Un sogno che dimostra che i vitigni resistenti e la Val di Non possono essere il presente e il futuro dei vini di qualità unita ad una concreta e reale sostenibilità”.

 

Il 2022 è stato un anno di grandi successi per Biasi che con il suo Vin de la Neu 2020 è entrato di diritto nell’Olimpo dei grandi vini italiani e gli innumerevoli prestigiosi riconoscimenti non possono far altro che confermarlo: i 5 Grappoli Bibenda 2023, i 10 Migliori Vini d’Italia di Bibenda 2023, i Tre Bicchieri 2023 Gambero Rosso, il 97/100 Winescritic, l’Oro Stella 96/100 per Vinoway, il 95/100 Faccino DoctorWine e il Gold Award per il The WineHunter. 

 

VIN DE LA NEU 2020 

Denominazione: Bianco delle Dolomiti 

Vitigni: Johanniter 100%

 

Vin de la Neu 2020 di Nicola Biasi è prodotto nella Valle di Non a quasi 1000 metri d’altitudine sulle Dolomiti, nella vigna di Còredo, battezzato così per la grande nevicata caduta durante la prima vendemmia. È un vino bianco dalle caratteristiche complesse che affinano e migliorano negli anni, ottenuto da uve Johanniter, una varietà resistente alle malattie fungine della vite. Ma sono soprattutto il territorio, l’elevata qualità del prodotto e la longevità del vino a essere i veri e grandi punti di forza di questo bianco da invecchiamento. 

Nel calice Vin de la Neu è limpido, brillante e si presenta di colore giallo limone con riflessi tendenti al verde. Al naso regala sentori di frutta fresca a polpa bianca con mele cotogne, pere e pesche bianche. Nella scena secondaria, con il passare del tempo, nel calice si alternano note fresche e balsamiche che ricordano la citronella, la menta piperita e l’eucalipto. Al palato il corpo è medio-pieno, struttura polifenolica di incredibile bellezza e un finale succoso e brillante che coniuga perfettamente la potenza orizzontale alla chiusura verticale.

 

Giacomo Tinti

PAS DOSÉ ALTA LANGA DOCG COCCHI 2014   TRA I MIGLIORI 100 VINI AL MONDO SECONDO WINE ENTHUSIAST 

 

 

Unico Alta Langa fra i “THE ENTHUSIAST 100 – THE BEST WINES OF 2022” 

  

Il metodo classico Alta Langa DOCG Pas Dosé Cocchi millesimo 2014 è nella lista “The Enthusiast 100 - The Best Wines of 2022” di Wine Enthusiast, rivista di vini tra le più lette e autorevoli negli Stati Uniti.    

Il Pas Dosé 2014 Cocchi è l’unico Alta Langa in classifica, tra 19 spumanti da tutto il mondo di cui 7 italiani; 16 in tutto i vini italiani presenti nella lista. Su 21mila vini degustati alla cieca, prodotti in 17 diversi paesi, dalla Nuova Zelanda al Canada, dal Cile al Sudafrica, “The Enthusiast 100” mette in primo piano i vini giudicati “più convincenti e piacevoli”.   

Il punteggio ottenuto quest’anno dal Pas Dosé è di 95. Ma tutti gli Alta Langa di Cocchi hanno ottenuti punteggi sopra i 90, dimostrando la grande coerenza qualitativa della produzione della casa spumantiera astigiana: 95 punti anche per l’Alta Langa DOCG Rösa di Cocchi millesimo 2016; all’Alta Langa DOCG Totocorde 2015 sono stati assegnati 92 punti e all’Alta Langa DOCG Bianc ‘d Bianc 91. 

  

Fatto con uve Pinot Nero - scrive la giornalista Kerin O’Keefe nella sua recensione - questo spumante vivissimo si apre con delicati sentori primaverili di fiori di campo e note agrumate con un soffio di brioche. Asciutto e concentrato, il palato è vibrante, con mela McIntosh, melograno, spezia e scorza d’arancia racchiusi da un’elegante e persistente perlage. L’acidità vivace gli dona un corpo brioso e pieno di vita”. 

  

  L'ALTA LANGA DOCG DI COCCHI 

  

Cocchi produce dal 1891 bollicine 100% piemontesi con Metodo Classico. Oggi queste bollicine di territorio - da uve Pinot nero e Chardonnay coltivate nelle terre alte di Langa e raccolte a mano - portano con orgoglio l’appellazione Alta Langa DOCG.  

Una denominazione giovane, ma con una storia molto lunga alle spalle: fu il primo Metodo Classico a essere prodotto in Italia.  

L’Alta Langa DOCG è uno spumante esclusivamente millesimato: è fatto con uve di un’unica vendemmia e reca sempre in etichetta l’indicazione dell’anno della raccolta. Può essere bianco o rosato, brut o pas dosé, e richiede lunghissimi tempi di affinamento: non meno di 30 mesi da disciplinare. Nelle storiche cantine di Cocchi a Cocconato, nell'Astigiano, la produzione dell’Alta Langa mantiene ancora oggi intatti il rigore e la poesia di una volta: il remuage delle bottiglie nel corso dell’affinamento avviene rigorosamente a mano, su pupitres di legno e il dégorgement è fatto à la glace. 

Cocchi è sempre stato in prima linea, dal momento della nascita allo sviluppo della denominazione Alta Langa.  

L’impegno e la ricerca di Cocchi sul metodo classico Alta Langa hanno portato alla creazione della prima etichetta di chardonnay in purezza (Bianc ‘d’ Bianc, millesimo 2000) e della prima di rosato (Rösa, millesimo 2000) nella denominazione. 

La grande vocazione gastronomica di queste bollicine consente abbinamenti a tutto pasto per una proposta di menu completa.  

 

Pas Dosé è il brut nature di Cocchi, prodotto con Pinot nero in purezza. Da annate importanti, dopo 60 mesi di affinamento avviene il dégorgement delle prime bottiglie per questa cuvée prodotta da sempre in edizione limitata (5000 bottiglie e 500 magnum per ciascun millesimo. 

 

DAL 1891 A OGGI: 131 ANNI DI STORIA DI COCCHI 

 

Aperitivi a base di vino e bollicine cento per cento piemontesi: Cocchi produce, dal 1891, vermouth e spumanti tradizionali dell’Astigiano. 

Dal fondatore Giulio Cocchi la casa vinicola ha ereditato un’inesauribile vivacità e una ricerca qualitativa che la porta a essere conosciuta e apprezzata in cinque continenti. 

Tutti i prodotti Cocchi sono a base di vino e le ricette sono ancora oggi quelle di una volta, codificate sulla base dalle intuizioni dello stesso Giulio Cocchi. 

A definire lo stile Cocchi sono quindi eleganza e autenticità: la qualità del vino e degli ingredienti, l’esperienza tecnica più che centenaria e una passione e una creatività mai venute meno negli anni. 

Dal 1978 l’azienda è di proprietà della famiglia Bava. 

 

www.cocchi.com

PREMI CARPENÈ A DAVANZO E BRUSATIN

AD ANDREA DAVANZO LA “MEDAGLIA D’ORO ANTONIO CARPENÈ” NEL 120° ANNIVERSARIO DALL’ISTITUZIONE

A NICOLA BRUSATIN LA BORSA DI STUDIO “ETILIA CARPENE LARIVERA” 

 

La storica Cantina Carpenè-Malvolti ha consegnato i riconoscimenti agli Studenti più virtuosi dell’Istituto Cerletti e della Fondazione ITS Academy. 

Nella stessa giornata, presentati i cinque premi istituiti ad oggi dalla Carpenè-Malvolti per sostenere oltre all’eccellenza scolastica e formativa anche l’arte e la cultura. 

La Carpenè-Malvolti celebra il 120° anniversario dell’istituzione della “Medaglia d’Oro Antonio Carpenè” con una suggestiva cerimonia nell’Aula Magna del CIRVE - Centro Interdipartimentale per la Ricerca in Viticoltura ed Enologia dell’Università di Padova presso il Campus Viticolo ed Enologico di Conegliano – svoltasi questa mattina alla presenza delle Istituzioni e dei vincitori dei due riconoscimenti attribuiti dalla stessa Carpenè-Malvolti agli Studenti più virtuosi dell’Istituto Cerletti e della Fondazione ITS Academy: la stessa “Medaglia d’Oro Antonio Carpenè” e la “Borsa di Studio Internazionale Etilia Carpenè Larivera. Due prestigiosi encomi voluti dalla Famiglia medesima per suggellare ulteriormente lo storico rapporto con il mondo dell’istruzione e della formazione del Territorio, attraverso la Scuola Enologica di Conegliano che proprio nel 1876 Antonio Carpenè aveva fondato. 

 

“Un omaggio al Fondatore e al contributo fondamentale da lui offerto al Territorio e al Prosecco, accompagnato al contempo una visione prospettica al futuro – premette Rosanna Carpenè – come egli stesso, Uomo di Scienza e Coscienza ha sempre fatto, investendo sulla cultura e sulla promozione costante dell’eccellenza formativa tra le nuove Generazioni”.  

A ricevere la Medaglia d’Oro Antonio Carpenè - istituita centoventi anni fa, nel 1902, con il duplice intento di tramandare ai posteri la “memoria e le memorie” del Fondatore nonché per promuovere l’eccellenza formativa tra le nuove Generazioni – è stato quest’anno Andrea Davanzo, Studente della Scuola di Viticoltura ed Enologia di Conegliano Cerletti, che ha conseguito in termini assoluti tutti i parametri previsti dal rigoroso Statuto. La motivazione è stata: “Impegno costante, curiosità e spiccate doti di ricercatore". 

A comporre la Commissione che ha decretato il nome del vincitore, la Dirigente Scolastica dell’Istituto Cerletti Mariagrazia Morgan, la Vice Preside Marina Di Fatta, il Docente di Viticultura ed Enologia Sabino Gallicchio, il Direttore Servizi Generali Amministrativi Antonia Scuderi, la funzionaria di Area Amministrativa Luisa Corrocher ed il Presidente della Carpenè-Malvolti Etile Carpenè. 

 

“Pur essendo stata istituita nel 1902 – spiega Rosanna Carpenè – la Medaglia d’Oro Antonio Carpenè è stata di fatto assegnata solo 64 volte, sia per la severità dei criteri di assegnazione che in alcuni anni non ha portato all’individuazione di un esempio di eccellenza assoluta, sia per la concomitanza con i due conflitti bellici mondiali del Novecento, sia a causa del cambiamento delle norme per l’effettuazione dell’esame. Molti medagliati storici sono stati e sono ancora oggi affermati professionisti, che hanno contribuito in modo determinante a valorizzare l’offerta enologica nazionale nel mondo”. 

 

Come da tradizione infatti, tra i presenti alla cerimonia di consegna della Medaglia d’Oro Antonio Carpenè – pregiatissima effige dal diametro di 32 mm che pesa circa 23 grammi di oro 750/1000, appositamente coniata - c’è stato anche un premiato storico. Si tratta di Sergio Casagrande, vincitore nel 1957 ma ancora oggi è in attività in veste di consulente di varie cantine oltre che a ricoprire diverse cariche elettive.Nel medesimo contesto, è stata attribuita la Borsa di Studio Internazionale “Etilia Carpenè Larivera” a Nicola Brusatin, riconoscimento fortemente voluto dalla quarta Generazione Etile Carpenè per rappresentare un anello di congiunzione tra passato e futuro, che al contempo intende esortare le nuove generazioni a studiare e tramandare la cultura enologica del Territorio anche in ambito internazionale. La Borsa di Studio, promuove e supporta gli Studenti più virtuosi dell’Istituto Cerletti e della Fondazione ITS Academy di Conegliano proiettandoli in una prospettiva di attività Internazionale, aiutandoli a costruirsi un profilo professionale di alto livello per affrontare il mercato del lavoro e promuovendo una positiva interazione tra scuola e aziende. Attraverso l’opportunità di compiere un viaggio di studio all’estero, presso una Università ed un’Impresa, con l’obiettivo di approfondire le dinamiche economico-finanziarie inerenti al settore agro-alimentare ed alla sostenibilità ambientale, quali fattori critici di successo sui mercati internazionali. 

 

A individuare il profilo di Nicola Brusatin, una Commissione composta la Dirigente Scolastica dell’Istituto Cerletti Mariagrazia Morgan, l’accademico ed esperto in ambito della sostenibilità e del settore viticolo enologico Vasco Boatto, l’esperto del mondo del lavoro Valerio Nadal, il Docente di Viticultura ed Enologia Sabino Gallicchio, il Delegato della Fondazione ITS Andrea Panziera ed il Presidente della Carpenè-Malvolti Etile Carpenè. La motivazione è la seguente: “Spiccata capacità ed autonomia di ricercatore. Attenzione e sensibilità per l'importanza della sostenibilità non solo ambientale, economica e sociale”. 

 

Alla cerimonia, condotta dalla giornalista RAI Camilla Nata, sono intervenuti insieme a Rosanna Carpenè che ha consegnato i riconoscimenti, Fabio Chies Sindaco di Conegliano, Alberto Villanova Consigliere Regionale Regione Veneto, il Professor Vasco Boatto, il Direttore della Fondazione ITS Damiana Tervilli, il delegato dell’Associazione per il Patrimonio delle Colline di Conegliano e Valdobbiadene Federico Capraro, il Direttore Generale di Condifesa TVB Filippo Codato, il Direttore del Centro Interdipartimentale per la Ricerca in Viticoltura ed Enologia all’Università di Padova Andrea Curioni e il Presidente dell’Unione Ex-Allievi Enzo Michelet.  L’evento si è poi concluso con la presentazione dei cinque premi che nel 2022 la Carpenè-Malvolti ha istituito al fine di sostenere non solo l’eccellenza scolastica ed accademica, ma anche l’arte e la cultura. Cinque riconoscimenti simbolicamente interpretati in tale sede come i cinque cerchi olimpici, in rappresentanza degli altrettanti vincitori. Insieme ai neopremiati Andrea Davanzo e Nicola Brusatin, nell’Aula Magna del CIRVE è stato presente Andrea Barone, vincitore del Premio di Laurea “Carpenè-Malvolti” istituito in collaborazione con l’Unione Imprese Centenarie e Procida Città Italiana della Cultura 2022; sono invece intervenuti in collegamento Antony Migué vincitore della Borsa di Studio “Giorgio Lombardi” istituita in collaborazione con ITHQ Montréal e Ville Niemi, premiato per lo Script Contest Carpenè-Malvolti nell’ambito del Ca’ Foscari Short Film Festival 2022. 

 

Marte Comunicazione snc di Marzia Morganti Tempestini & C.

VINO (CONSORZIO BRUNELLO): ASSEGNATI I CINQUE PREMI LECCIO D’ORO 2022

 

DA MILANO A NEW YORK PASSANDO PER LONDRA, ROMA E MONTEPULCIANO, BRUNELLO CAMPIONE NELLE LISTE VINI

 

Ambasciatori del Brunello in Italia e nel mondo con una carta vini altamente rappresentativa della denominazione del borgo toscano. Sono i cinque vincitori del Premio Leccio D’oro annunciati oggi nel corso della seconda giornata della 31^ edizione di Benvenuto Brunello, l’evento di punta del Consorzio in programma a Montalcino fino al 21 novembre. A salire sul podio per la sezione tricolore dedicata ai ristoranti è ‘’Varrone” a Milano. Tempio meneghino della griglia per tagli di carne provenienti da tutto il mondo, Varrone propone in lista circa 100 referenze di Brunello oltre a una quindicina di Rosso di Montalcino. Dalla città del Duomo per antonomasia a quella del Tower Bridge con il Leccio D’oro che vola oltremanica al ristorante Hide di Londra, una stella Michelin. Nel locale a tre piani in stile contemporaneo a Piccadilly Circus, sono oltre 60 le etichette di Brunello di Montalcino proposte ai food&wine lover.

 

Per la categoria ‘enoteche’, entrano nel palmares del Leccio D’Oro “Eataly New York Flatiron” il concept store enogastronomico di Oscar Farinetti sulla Fifth Avenue nel centro del distretto di Manhattan e l’”Enoteca Rocchi” di Roma. Fondata nel 1904, l’Enoteca Rocchi dislocata in 4 punti strategici di Roma, è il punto di riferimento per gli enoappassionati nella capitale. Con oltre 40 referenze di Brunello di Montalcino di diverse aziende, da gennaio a settembre lo store enologico ha venduto circa 16.000 bottiglie del principe dei vini rossi toscani.

Rimane invece in Toscana il Premio Speciale Leccio D’Oro “Rosso di Montalcino” assegnato all’enoteca “La Dolce Vita” di Montepulciano. Nata nel 2005 da un’idea di Cristian Brasini e della famiglia Barbetti, La Dolce Vita è situata all’interno di un edificio storico di rara bellezza risalente al 1200.

 

Tra le novità della 31^ edizione dell’evento di anteprima delle annate, il Brunello Day con il battesimo del millesimo 2018 e della Riserva 2017 in contemporanea a New York, Los Angeles, Toronto e Londra il 17 novembre.

 

Sara Faroni

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