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FOOD AND TRAVEL ITALIA 2022 AWARDS: NICOLA BIASI ENOLOGO DELL’ANNO E RESISTENTI NICOLA BIASI PROGETTO VINO DELL’ANNO
Nicola Biasi, il miglior giovane enologo d’Italia 2020 per Vinoway e Cult Oenologist 2021 per il Merano Wine Festival, ha ricevuto due importanti riconoscimenti nella notte di gala dei Food and Travel Italia 2022 Awards: Enologo dell’anno e il premio speciale Progetto Vino dell’anno per la rete Resistenti Nicola Biasi. Tra i premiati alcuni dei mostri sacri dell’enologia, gastronomia e accoglienza italiana come miglior bollicina a Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2009, chef dell’anno Moreno Cedroni, Resort dell’anno Borgo Egnazia, the best Woman Camilla Lunelli e tanti altri. L’evento si è tenuto sabato 1° ottobre al Vivosa Apulia Resort di Ugento.
Il primo gli è stato attribuito personalmente dai lettori Food and Travel Italia grazie alla sua costante convinzione e dedizione nello sviluppare vini di alta qualità, legati al territorio e con un approccio sempre attento ad una reale e concreta sostenibilità ambientale. Il secondo è stato invece assegnato direttamente dal Board di Food and Travel Italia al suo progetto Resistenti Nicola Biasi, una rete di otto aziende agricole in otto territori diversi tra Friuli, Veneto e Trentino creata nel 2021 e guidata da Nicola Biasi. Progetto che, attraverso i vitigni resistenti punta al binomio alta qualità e reale sostenibilità.
Il premio enologo dell’anno è stato attribuito a Nicola Biasi tramite votazione dai lettori di Food and Travel, arrivato in finale al fianco di grandi nomi dell’enologia italiana, come Graziana Grassini e Stefano Gava. Un riconoscimento meritato per l’enologo friulano, che dopo una lunga carriera nelle aziende toscane della famiglia Allegrini, ha deciso di farsi spazio nel mondo del vino fornendo consulenze a realtà vitivinicole in tutta Italia, dal Collio al Monferrato, da Montalcino a Taurasi senza dimenticare il suo grande impegno nel campo delle varietà resistenti. Ad oggi Nicola Biasi è l’enologo più specializzato nella vinificazione delle uve figlie di vitigni resistenti, questo ci è possibile affermarlo anche grazie agli innumerevoli successi
dei vini prodotti dalle cantine che segue e dai tanti premi ricevuti con il suo Vin de la Neu, un capolavoro da uve Johanniter.
E sono proprio la dedizione e il duro lavoro di Nicola e delle 5 aziende, che lo hanno seguito fin da subito, che hanno convinto il Board di Food and Travel Italia a premiare la rete Resistenti Nicola Biasi assegnando l’awards Progetto Vino dell’anno 2022. Un riconoscimento che sicuramente premia il duro lavoro dietro a questo progetto nato solo lo scorso luglio 2021 ma che ha già portato a ottimi risultati e premi.
Resistenti Nicola Biasi nasce dall’unione di sei aziende fondatrici, diventate subito otto grazie all’ingresso in rete di due nuovi soci.
L’obiettivo è tanto semplice quanto importante: unire la qualità dei loro vini alla reale e concreta sostenibilità ambientale.
Durante la cena di Gala sono stati serviti 3 vini della rete Resistenti Nicola Biasi:
il M’ama 2021 dell’azienda Albafiorita, il 3|6|9 di Ca’ da Roman e il Renitens 2021, il primo vino della rete Resistenti Nicola Biasi che racconta il viaggio straordinario nei 6 territori italiani delle 6 aziende fondatrici che si sono unite con l'obiettivo di racchiudere in un solo calice la qualità e la reale sostenibilità che le contraddistingue, in perfetto equilibrio con i terroir delle loro tre regioni Veneto, Trentino e Friuli. Un giovane enologo “resistente” che ama le sfide, prima di tutto con sé stesso. Un cervello da scienziato sperimentalista ma anche il cuore del poeta innamorato della natura.
- La motivazione del premio Enologo dell’Anno a Nicola Biasi -
NICOLA BIASI
Nicola Biasi nasce a Cormons, nel Friuli-Venezia Giulia, nel 1981. Durante gli studi acquisisce esperienza lavorando presso la nota azienda friulana Jermann. Dopo il diploma nel 2001, è per cinque anni assistente enologo presso l’azienda del Collio Zuani, di proprietà della famiglia Felluga. Nel 2006 lavora per alcuni mesi come capo cantiniere presso l’Azienda Marchesi Mazzei di Castellina in Chianti, dove inizia la sua esperienza nella vinificazione del Sangiovese. All’inizio del 2007 è in sud- Africa, presso la cantina Bouchard Finalyson di Walker Bay, dove – come assistente-enologo - approfondisce ulteriormente le pratiche di vinificazione, questa volta dedicandosi a Merlot, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc. Da maggio 2007 assume la direzione dell’Azienda San Polo, nuova Tenuta di Allegrini a Montalcino; segue con successo sia la parte agronomica che le attività in cantina, accrescendo progressivamente la sua competenza sul Sangiovese. A partire dal gennaio dell’anno successivo, la Famiglia Allegrini gli affida anche la cura enologica dell’azienda
Poggio al Tesoro a Bolgheri. Qui Nicola ha modo di mettere in pratica quanto appreso durante le sue esperienze all’estero sulle tecniche di vinificazione dei vitigni internazionali. Da inizio 2016 decide di dedicarsi sia all’ attività di consulenza, che alla produzione vitivinicola con il progetto Vin de la Neu, un inedito vino bianco da uve resistenti Johanniter che nasce nella Val di Non, nella vigna di Còredo, a quasi 1.000 metri d’altitudine, sulle Dolomiti. Nel 2022 fonda la rete RESISTENTI NICOLA BIASI, un progetto che raggruppa al momento sei aziende vitivinicole differenti accomunate da un unico obiettivo: produrre vini di eccellenza praticando la vera e reale sostenibilità in vigna e in cantina, salvaguardando in maniera concreta l’ambiente.
RESISTENTI NICOLA BIASI
Resistenti Nicola Biasi è una rete di otto aziende agricole in otto territori diversi tra Friuli, Veneto e Trentino, creata nel 2021 e guidate da Nicola Biasi, miglior giovane enologo d’Italia per Vinoway e Cult Oenologist 2021 per il Merano Wine Festival, il più giovane ad aver mai ricevuto questo riconoscimento.
Resistenti non sono solo i vitigni, noti anche come PIWI (dal tedesco pilzwiderstandfähige, ossia resistenti ai funghi – malattie fungine) ma anche gli stessi produttori che hanno abbracciato la sfida della sostenibilità in territori differenti e caratterizzati da altitudini e climi che fanno della loro viticoltura qualcosa di davvero innovativo. Questa difesa del territorio, coniugata a una viticoltura di precisione e a un’enologia dedicata e scrupolosa, permette di esaltare le qualità di queste nuove varietà e di conquistare così anche i palati più esigenti e rigorosi.
LE IMPRESE DELLA RETE:
Albafiorita a Latisana, nella riviera friulana.
In un zona non conosciuta per l’innovazione, Dino de Marchi decide di puntare sulla sostenibilità producendo i suoi vini bianchi esclusivamente da vitigni resistenti.
Ca'da Roman a Romano d'Ezzelino.
Ai piedi del Monte Grappa, Massimo e Maria Pia Viaro Vallotto nel 2015 danno vita all’azienda di soli vitigni resistenti con cantina dedicata che a oggi, risulta essere la più grande d’Europa.
Colle Regina a Farra di Soligo, tra i colli trevigiani.
Nel cuore del prosecco Docg Marianna Zago decide di andare controcorrente concentrando la sua produzione su vini ad alta sostenibilità grazie all’impianto di vitigni resistenti.
Poggio Pagnan a Mel, nella Valbelluna.
Gianpaolo Ciet e Alex Limana coltivano esclusivamente varietà resistenti e le vinificano nella loro cantina, la prima di Borgo Valbelluna.
Della Casa a Cormons, in pieno Collio.
Renato Della Casa decide di affiancare l’innovazione alla tradizione dei vitigni autoctoni del suo Collio bianco.
Vigneti Vinessa a San Zeno di Montagna, sull’alta costa veronese del Garda
Mauro e Leonardo Bonatti, per il loro progetto di coltivare esclusivamente vitigni resistenti, in un territorio quasi inesplorato per la viticoltura ad oltre 700 metri s.l.m
Villa di Modolo, Belluno, nel cuore delle Dolomiti venete
Francesco Miari Fulcis, decide di ridare lustro alla dimora storica di Modolo, con un progetto unico nel suo genere che, come protagonista, prevede la produzione di vino da vitigni resistenti
L'azienda dell'enologo.
A Coredo, tra le Dolomiti trentine, Nicola Biasi crea un vino che nasce per rompere gli schemi, il Vin de la Neu.
VITIGNI RESISTENTI
Questi varietà sono frutto di incroci, fatti per impollinazione tra Vitis Vinifera con una piccola parte di altre Vitis per lo più di origine Americana e Asiatica, da cui ricevono i geni della resistenza alle principali malattie fungine, in particolare oidio e peronospora. I vitigni resistenti non hanno uguali in tema di rispetto ambientale in quanto riducono quasi a zero la necessità di trattamenti in vigna, rappresentando ad oggi la vera frontiera della sostenibilità nella viticoltura. Piwi è l’acronimo internazionale che riassume la parola tedesca pilzwiderstandfähige che, tradotta, significa per l’appunto “viti resistenti ai funghi”. I Piwi hanno personalità unica e più di altri esprimono il concetto di reale sostenibilità
PER MAGGIORI INFORMAZIONI:
https://resistentinicolabiasi.com/ Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Luisa Chiari Cell: +39 392 9904981- Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
LA “PRIMA DONNA 2022” ELENA TESTI PREMIATA DAL CASATO PRIME DONNE CON ALDO FIORDELLI E SILVIA BEGHELLI
Il Premio diventa anche incubatore di giovani talenti: hanno contribuito alla sua realizzazione l’orafo Riccardo Penko, il pasticcere Lorenzo Cristiani e il comunicatore Edoardo Biagi.
Elena Testi, "Prima Donna 2022" riceverà sabato 17 settembre al Teatro degli Astrusi di Montalcino il Premio come icona femminile capace di essere un esempio per la società distinguendosi per coraggio ed eticità. Oggi inviata di guerra, la giornalista de La7 ha trasformato il suo ruolo professionale in una figura di riferimento per giovani e donne. Appena trentacinquenne, è un esempio di coraggio, talento e motivazione. Che ha portato nelle case degli italiani la cronaca e le storie più difficili dei mesi della pandemia negli ospedali lombardi e che adesso racconta dalla prima linea la guerra in Ucraina. Insieme al Premio "Prima Donna 2022" per lei, saranno altresì consegnati nel medesimo contesto i riconoscimenti a due divulgatori del Brunello e del suo territorio i giornalisti Aldo Fiordelli del Corriere Fiorentino e Chiara Beghelli del Sole 24 Ore. Riconoscimenti che fin dalla prima edizione del Premio nel 1999 mirano ad incentivare la conoscenza della terra del Brunello. Anche quest’anno, la giuria che ha selezionato i vincitori è composta da Donatella Cinelli Colombini presidente, Rosy Bindi, Anselma Dell’Olio, Anna Pesenti, Stefania Rossini, Anna Scafuri e Daniela Viglione.
Dopo due anni di sosta per la pandemia, il Premio indetto da Donatella Cinelli Colombini riparte con una nuova formula e l’ambizione di fare da “incubatore” per giovani capaci di incidere positivamente nelle comunità in cui operano. Nuova anche la formula che punta su profili molto diversi: 4 classi dell’Istituto Agrario Bettino Ricasoli e del Liceo Linguistico Lambruschini di Montalcino che iniziano un percorso a fianco dei vincitori e delle giurate del Premio.
Accanto a loro i primi tre giovani coinvolti nel progetto: l’orafo fiorentino Riccardo Penko, il pasticcere livornese Lorenzo Cristiani e il comunicatore Edoardo Biagi, tutti toscani e di età inferiore a 30 anni, che hanno avuto un ruolo nella realizzazione del Premio Casato Prime Donne 2022 ciascuno per la propria inclinazione artistica e professionale, attività che hanno dato loro visibilità, motivazione e stimoli immergendoli in un’esperienza diversa da quella professionale o formativa e i tre giovani talenti saranno presentati al Teatro degli Astrusi durante la cerimonia di premiazione della Prima Donna 2022. Condividono gli stessi valori della premiata Elena Testi: passione, determinazione, coraggio e formazione e sono tutti accomunati dal fatto di aver scelto la propria strada, dove la creatività e la professionalità sono il frutto di una formazione specifica, attenta, a tratti impegnativa raggiunta con determinazione e coraggio.
Edoardo Biagi, ha realizzato contenuti visivi e testi impiegati nella comunicazione del Premio, trasferendovi quei valori positivi dello sport di squadra e dell’agonismo che, acquisiti negli anni al seguito del padre calciatore professionista, lo portano a diffondere messaggi di esempio per gli altri. Riccardo Penko è invece autore del gioiello che premierà la Prima Donna 2022: una farfalla simbolo di rinascita, bellezza e coraggio, ma anche libertà. Il pasticcere Lorenzo Cristiani, infine, realizzerà per la cerimonia di premiazione una torta carica di significati, ispirandosi nel modo più alto all’esaltazione del concetto di pace tra i popoli. Una “New Pavlova” ispirata a quella dedicata alla ballerina russa Anna Pavlova (1881-1931) da uno chef italiano a Wellington in Nuova Zelanda, che vuole essere un inno alla pace e all’amore tra persone di diverse nazionalità, sottolineando come i confini altro non siano che linee immaginarie e che ogni uomo sia abitante di uno stesso posto, la Terra.
Addetta stampa Marzia Morganti Tempestini
3356130800 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
L'ABRUZZO IN NOMINATION COME REGIONE VINICOLA DELL'ANNO PER I WINE STAR AWARDS DI WINE ENTHUSIAST
Di Campli: “E’ una grande soddisfazione e un bel riconoscimento per i nostri produttori che, in questi anni, hanno continuato a conquistare l’attenzione del mondo del vino internazionale. Per il Consorzio un risultato importante per il processo di accreditamento dell’Abruzzo tra i grandi territori vinicoli italiani”
L’Abruzzo è l’unica regione europea inserita da Wine Enthusiast tra i candidati degli attesi Wine Star Awards – come regione dell’anno - promossi dalla rivista americana, punto di riferimento mondiale per gli operatori del settore vitivinicolo.
Ogni anno, in occasione di questo concorso, Wine Enthusiast nomina i soggetti più influenti dell’industria Wine and Spirits secondo diverse categorie. Nell’ambito “Wine Region of the Year 2022” l’Abruzzo entra oggi ufficialmente in corsa per andare a far parte dell’illustre club di vincitori del premio assieme ad altri contendenti come Marlborough, New Zealand, Southern Oregon/Rogue Valley, Oregon, Uco Valley, Argentina e SLO Coast, California.
“Siamo particolarmente orgogliosi di questo riconoscimento, che colloca il nostro territorio ai vertici di una così prestigiosa graduatoria”, spiega soddisfatto Valentino Di Campli, Presidente del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo. “Il fatto di essere arrivati alla nomination conferma i frutti positivi del lavoro di promozione e di accreditamento dell’Abruzzo del vino in un mercato storicamente così importante a livello mondiale come quello statunitense, condotto in questi anni con costanza e determinazione attraverso una fitta attività di pubbliche relazioni, incoming e promozione del territorio. Questo traguardo avvalora anche le politiche agrarie promosse nella regione a partire dalla riorganizzazione dei disciplinari di produzione e ovviamente il grande lavoro che, in vigna e in cantina, le nostre aziende sono state capaci di sviluppare, facendo costantemente crescere la qualità dei nostri vini e ottenendo consensi sempre maggiori sia nel mondo della critica che nei diversi canali di distribuzione e tra i consumatori”.
I vincitori saranno annunciati ufficialmente il prossimo 3 novembre e i trofei del Wine Star Award saranno presentati e celebrati il 30 gennaio 2023.
Simonetta Gerra
FATTORIA MANTELLASSI CON AMBRA SABATINI SUL PODIO PER IL GRIFONE D’ORO
L’azienda di Magliano in Toscana rende omaggio con una delle sue più prestigiose etichette all’atleta vincitrice alle Paralimpiadi di Tokyo dei 100 metri
Vent’anni, bellissima, con un sorriso smagliante. Così, Ambra Sabatini, vincitrice della medaglia d’oro per i 100 metri alle Paralimpiadi di Tokyo, è salita su un altro podio, quello della città di Grosseto che le ha assegnato il prezioso Grifone d’oro, ambitissima onorificenza riservata alle personalità che danno lustro alla Maremma.
Il presidente della Pro Loco Andrea Bramerini l’ha definita “ la nostra ambasciatrice nel mondo” mentre il prefetto Paola Berardino ha sottolineato quanto Ambra rappresenti “la bellezza e la forza del territorio”.
Un background, il suo, che parla di importanti attività sportive, dal pattinaggio, alla pallavolo, all’atletica leggera, uno sport che l’ha portata al successo grazie al record mondiale dei 100 metri piani conseguito al Gran Prix di Dubai.
Una storia, quella di Ambra, che ancora una volta mette in luce il grande carattere della gente di Maremma, gente che ha saputo come vincere le difficoltà di una terra spesso troppo aspra facendola diventare una angolo privilegiato di bellezze naturali e di eccellenze enogastronomiche.
Fattoria Mantellassi, azienda di Magliano in Toscana che, da oltre 60 anni è punto di riferimento proprio di una di queste eccellenze, il Morellino di Scansano D.O.C.G., ha voluto essere presente a questa straordinaria festa considerando Ambra Sabatini portatrice di quei valori che da sempre accompagnano il suo cammino produttivo costellato di successi conquistati grazie alla tenacia e a un lavoro fatto con passione e grande coraggio.
Le difficoltà di questi ultimi anni causati della pandemia, infatti, non hanno mai scoraggiato i fratelli Giuseppe e Aleardo Mantellassi che, forti del loro “saper fare bene” sono stati addirittura capaci di ampliare la loro già ampia gamma di vini! A testimoniarlo, un fantastico Vegoia, un bianco che si sta aggiungendo al loro medagliere.
Ad Ambra è andato un premio speciale della loro Azienda, una 3 lt Jéroboam di “Sentinelle”, etichetta pluripremiata, nell’edizione 2016, anno del 60° anniversario di Fattoria Mantellassi.
A consegnarlo alla bella e brava Ambra, che oggi fa parte del Centro Sportivo della Guardia di Finanza e che si è presentata sul palco con la divisa, Sabrina Diligenti, delegato AIS (Associazione Italiana Sommelier, ndr) di Grosseto.
Auguri alla campionessa dunque e un piacevole “cin cin”!
Lucia Villa
MONFORTE D’ALBA, LA BAROLISTA SARA VEZZA TRA I FINALISTI DELL’EU ORGANIC AWARDS
IL 23 SETTEMBRE A BRUXELLES SARÀ ANNUNCIATO IL VINCITORE DELL’IMPORTANTE CONCORSO INTRODOTTO DALL’UNIONE EUROPEA PER LE AZIENDE BIOLOGICHE
La barolista Sara Vezza, 42 anni, di Monforte d’Alba (Cn), è tra i tre finalisti del premio Ue Organic Awards, nella categoria Best Organic Farmer, un concorso voluto dall’Unione Europea per dare visibilità alle aziende virtuose nel biologico. Unica italiana in finale, è stata scelta dalla giuria speciale dell’Unione Europea insieme all’austriaca Katharina Lichtmannsperger e alla spagnola Nazaret Mateos Alvarez. Il vincitore sarà annunciato il 23 settembre a Bruxelles.
«Essere contadino significa vivere la grande responsabilità della terra che abbiamo ereditato e che lasceremo ai nostri figli – dice la vignaiola - è tempo di fare scelte serie, consapevoli e volte al futuro. Oggi alla mia generazione tocca un cambio di mentalità per ritornare a scelte sostenibili e a un’economia del non-spreco: recupero delle acque utilizzate in cantina, risposte dalla genetica su cloni resistenti alla siccità, agricoltura di precisione che riduca i consumi idrici allo stretto necessario. Ai tempi dei miei nonni si risparmiava perché non c’erano soldi. Oggi è necessario risparmiare risorse perché sono limitate. E non solo l’acqua e l’energia, ma tutte le materie prime».
L’azienda Sara Vezza, anche proprietaria del brand Josetta Saffirio, ha ottenuto la certificazione dal CCPB, metodo biologico prevede l’utilizzo in vigneto solo di prodotti di copertura dalle malattie fungine che attaccano la vite, quali rame e zolfo. Non sono ammessi pesticidi, insetticidi e diserbanti.
«Coltiviamo un bosco – racconta Sara Vezza - per immettere ossigeno nell’ambiente e creare biodiversità. È un’oasi dove gli animali selvatici possano rifugiarsi, poiché la viticoltura ha preso il sopravvento soprattutto in Langa».
Idee e un progetto di cantina che sono piaciuti a Bruxelles. L’Unione Europea premia chi pensa e agisce secondo i principi della produzione agricola biologica, influendo positivamente su clima, ambiente, mantenimento della biodiversità e benessere animale. L’Ue ha anche introdotto degli obiettivi da raggiungere entro il 2030 tra cui la riduzione dell’uso di pesticidi e fertilizzanti destinando il 25 per cento della superficie agricola al biologico.
Da Josetta Saffirio a Sara Vezza, cinque generazioni di vignaioli in Langa
Sara Vezza, classe 1980, mamma di Clara, Cecilia, Giovanni e Cesare, è la quinta generazione di contadini che coltivano vigne a Monforte d’Alba, in Langa. A 17 anni aveva un sogno: fare la vignaiola. L’ha realizzato due anni dopo, a 19 anni, rilanciando l’azienda di famiglia. A 22, ha fatto la sua prima vendemmia. Neanche 1000 bottiglie. Oggi cura una proprietà di 11,5 ettari vitati a varietà autoctone, principalmente Nebbiolo, Barbera e il raro Rossese Bianco. Produce 100 mila bottiglie all’anno ed è certificata biologica. Ha fatto nuovi investimenti: 16 ettari a Murazzano dove Sara sta piantando Pinot Nero e Chardonnay per produrre Alta Langa, le bollicine piemontesi.
Quella di Josetta Saffirio è una storia antica, che inizia alla fine dell’Ottocento con il primo Saffirio, Giovanni Battista, che si sposta a vivere nella Langa. Ai primi del Novecento, il padre di Josetta, Ernesto, inizia a coltivare i suoi vigneti. Nel 1975, giovanissima, Josetta decide di occuparsi dei vigneti del padre. Laureata in agraria e affiancata dal marito Roberto, enologo, inizia a coltivare le vigne piantate dai nonni subito dopo la seconda guerra mondiale.
Dopo alcuni anni, Josetta e Roberto vedono premiate le proprie fatiche e riescono a produrre un Nebbiolo di riconosciuta qualità. Nel 1985 viene presentato il primo Barolo con l’attuale etichetta, frutto di una passione e di un impegno mai venuto meno. Dopo un periodo di pausa negli anni 90, Sara, figlia di Josetta e Roberto, decide di dedicarsi anche lei ai vigneti di famiglia e di scrivere una nuova pagina nella storia di Josetta Saffirio. Ultimo nato il nuovo brand Sara Vezza che identifica la produzione dei vini cru dell’azienda: dal Barolo Ravera alla Barbera d’Alba Villar’o, all’Alta Langa.
Fiammetta Mussio