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Mercato del Vino

SIMPLY ITALIAN GREAT WINES USA 2023

 

 

Chicago, 10 ottobre 2023

Los Angeles, 12 ottobre 2023

 

 

Simply Italian Great Wines US Tour torna in autunno, nel paese a stelle e strisce, con la sua tappa annuale più attesa. L’evento ideato da IEM – International Exhibition Management - che prosegue la sua missione di promuovere l’enologia italiana nel mondo con la sua grande ricchezza e diversità, fa tappa in due metropoli chiave del mercato statunitense: Chicago e Los Angeles, rispettivamente il 10 e 12 ottobre.

Il format dell’evento, con workshop commerciali, B2B, degustazioni e seminari guidati, dà alle oltre 40 aziende pr tagoniste la concreta opportunità di farsi conoscere incontrando direttamente il trade locale. Il tutto con la sapiente regia di IEM, che da oltre 15 anni presidia direttamente il mercato americano con la sede locale IEEM (dal 2007 a Miami). International Exhibition Management vanta rapporti consolidati e strategici con i più importanti professionisti dei mercati nordamericani: operatori, media e influencers, opinion leader e opinion maker.

Perché negli Stati Uniti?

Come suggerisce l’analisi condotta da Wine News, per quanto riguarda il vino italiano, negli Stati Uniti il 2023 è iniziato positivamente, registrando un aumento del 10,7% nelle esportazioni in valore nel primo trimestre rispetto allo stesso periodo del 2022, raggiungendo un totale di 446 milioni di euro. Nonostante la crescita nel 2021 e 2022 sia stata eccezionale, nel 2023, data la situazione economica in recessione e l’aumento dell'inflazione, il mercato statunitense, che rappresenta il principale mercato estero per l'Italia e il mercato di vino più grande al mondo in termini di consumo, sta rallentando. Questo è un elemento che non può essere trascurato.

Tuttavia, c'è fiducia che verso la fine dell'anno si potrà vedere una leggera ripresa, soprattutto per quanto riguarda i vini rossi di alta qualità. In ogni caso, il rapporto tra qualità e prezzo rimane un aspetto fondamentale dato che, la categoria dei vini con un prezzo superiore a 15 dollari continua a registrare una crescita.“Simply Italian Great Wines è un’ottima opportunità per le aziende produttrici per vivere un’esperienza commerciale unica. Avere la possibilità di presentarsi direttamente al trade locale dona alle aziende una marcia in più in termini di definizione dei piani strategici - oltre a consolidare rapporti per il futuro. In questo momento particolare è ancora più importante essere presenti in prima persona su questo mercato che continua ad essere il principale punto di riferimento, puntando sulla propria storia e capacità di comunicarla a ogni livello della rete di distribuzione” ha detto Marina Nedic, Managing Director di I.E.M. insieme a Giancarlo Voglino

Il programma:

 

Il programma 2023 vedrà la partecipazione del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo, il Consorzio Tutela Vini Collio, il Consorzio Tutela Vini DOC delle Venezie, Consorzio Vino Chianti, il Consorzio Oltrepò Pavese, Il Consorzio Eden, oltre che di alcune delle più rinomate aziende vinicole dello Stivale. Il Tour si apre martedì 10 ottobre a Chicago, presso Hotel Fairmont – Millennium Park (200 N Columbus Dr, Chicago, IL 60601) con una successione di quattro masterclass volte ad illustrare la ricchezza e la bellezza vitivinicola del Bel Paese ai più importanti professionisti del trade americano (stampa, importatori, distributori, opinion leader e opinion maker). La scaletta: “Delle Venezie D.O.C. a wonderful journey into the World of Pinot Grigio” a cura del Consorzio Tutela Vini DOC delle Venezie e condotta da Mary Ross; a seguire “Discover the portrait of Abruzzo Wines: Cerasuolo d’Abruzzo DOC” del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo presentato da Tom Hyland e Davide Acerra, “A Taste of Oltrepò Pavese” a cura del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese e condotto da James Bube e Carlo Veronese, “CHIANTI D.O.C.G. RISERVA: the deepest expression of the diverse and fascinating terroirs through an horizontal tasting of the 2020 vintage” a cura del Consorzio Vino Chianti, presentato da James Bube e Luca Alves.

Il tour si concluderà giovedì 12 ottobre a Los Angeles, nelle sale dell’Andaz West Hollywood (8401 Sunset Blvd West Hollywood, CA 90069). Il programma prevede tre masterclass:

- “A Taste of Oltrepò Pavese” a cura del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese e condotto da Diego Meraviglia e Carlo Veronese.

- “CHIANTI SUPERIORE D.O.C.G.: The shades and vibrant attitude of the most versatile Sangiovese based Tuscan wine through a unique Vertical Tasting | 2021 – 2016” del Consorzio Vino Chianti, presentato da Diego Meraviglia e Luca Alves.

- “Delle Venezie D.O.C. a wonderful journey into the World of Pinot Grigio” a cura del Consorzio Tutela Vini DOC delle Venezie e condotta da Diego Meraviglia.

Alle 14, in entrambe le tappe verrà inaugurato il walk around tasting che vedrà la partecipazione di più di 40 aziende provenienti da tutta Italia.

 

 Info iem

EVOLUZIONE E POSIZIONAMENTO METODO CLASSICO

Alta Langa, Franciacorta e Trento doc sono chiamate a un posizionamento al top, fondamentale nel gestire una produzione limitata. Per fatturato solo Ferrari è oltre i cento milioni, Cà del Bosco e Bellavista sono competitive mentre Enrico Serafino e Contratto sono realtà di nicchia. 

La qualità del metodo classico italiano ormai è cosa nota e confermata da premi, voti e mercato.
Ora però, con l’arrivo di Richard Geoffry da Bellevista e di Cyril Brun da Ferrari, c’è la percezione che un nuovo passo sia stato compiuto, in quanto attrarre rispettivamente l’artefice dell’ultimo trentennio di Dom Perignon e l’autore del rilancio di Charles Heidsieck significa aver ridotto la distanza dai maestri d’Oltralpe. Ecco, quindi, che sono sempre di più le realtà che decidono di affrontare la sfida del metodo classico.In Piemonte, per esempio, i produttori del Consorzio Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani vorrebbero creare una denominazione di metodo classico a base nebbiolo, mentre un po’ più su, in Alta Langa, entro il 2025 la superficie destinata alla Docg aumenterà di 220 ettari, arrivando a 598 ettari totali. 

Numeri che però sono infinitesimali se confrontati con quel category killer che è lo champagne. 

Così, sapendo che al di là delle Alpi nel 2022 sono state vendute più o meno 326 milioni di bottiglie, alle quali si aggiungono anche quelle prodotte dai non concorrenti Prosecco (635 milioni) e Asti Docg (103 milioni), ecco che le circa 37 milioni prodotte dal metodo classico italiano diventano quasi marginali.  Soprattutto in termini di competitività: sia per riguarda i prezzi, laddove ce ne sia l’esigenza, sia per il presidio del mercato, considerando che la quota export è poco oltre il 10 per cento. Detto questo, e guardando all’ultimo quinquennio, il fattore crescita resta comunque un punto fermo considerato come le 28,4 milioni di bottiglie del 2018 sono diventate le già citate 37 milioni.
Un percorso guidato dalle tre denominazioni più importanti, dove la Franciacorta è sugli scudi con oltre 20 milioni di bottiglie, stabile sul 2020 ma a +15,4% sul 2018. 

A seguirla c’è il Trento Doc con 13 milioni di bottiglie, a +8% sui 12 mesi precedenti e +35% rispetto a cinque anni fa.
Per ultima arriva l’Alta Langa che, oltre a essere la denominazione più giovane, (la Doc è del 2002 e la Docg del 2011) è anche la più piccola. Nel 2022 infatti non si è andati oltre le 3 milioni di bottiglie, che sono le stesse dell’anno scorso ma rappresentano il +131% sul 2018. 

Pambianco Francesca Magrotti Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

OSSERVATORIO UIV-VINITALY: MAI COSÌ TANTO VINO IN CANTINA DAL 2000 A OGGI. DOP A +10%

 

MERCATO EXTRA-UE IN CONTRAZIONE. L’ANALISI E LE CONTROMOSSE DI UIV E VINITALY

 

Record di stock in cantina a fine luglio ed export verso i Paesi extra-Ue in peggioramento – specie negli Stati Uniti – per le imprese italiane del vino. Lo rileva l’Osservatorio Uiv-Vinitaly che ha elaborato i dati di Cantina Italia (Masaf) sulle giacenze e i numeri sulle vendite nei Paesi terzi relative al 1° semestre di quest’anno secondo le ultime rilevazioni delle dogane.

Secondo l’analisi Uiv e Vinitaly, la vendemmia 2023 si apre con una giacenza di vino in cantina pari a 45,5 milioni di ettolitri, l’equivalente di oltre 6 miliardi di potenziali bottiglie da 0,75/litri. Il dato riflette un’eccedenza dello 4,5% rispetto al pari periodo dello scorso anno a causa in particolare di un incremento senza precedenti degli stock per i vini di maggior qualità, con le Dop a +9,9% sull’ultima rilevazione pre-vendemmiale del 2022. L’altro indicatore di mercato – aggiunge l’Osservatorio – è anch’esso complicato, con la domanda extra-europea segnalata nel primo semestre in ulteriore contrazione. Tra i top 10 buyer – che assieme rappresentano circa l’85% del mercato extra comunitario – le esportazioni a volume sono positive solo per la destinazione russa, con cali quantitativi in doppia cifra per Stati Uniti, Canada, Giappone, Norvegia, Cina e Corea del Sud. Complessivamente la riduzione tendenziale nella prima metà dell’anno segna un -9% a volume e un -5% a valore, con gli spumanti giù del 13% e i fermi imbottigliati inchiodati a -5%. Per entrambe le tipologie, il trend a valore indica un gap del 4%, ma mentre per gli sparkling l’aumento del prezzo medio è in linea con il surplus dei costi produttivi (+10%), lo stesso non si può dire per i fermi (+1%).

Per il presidente di Unione italiana vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi: “Sulla prossima vendemmia - la cui paventata forte contrazione è ancora tutta da verificare – pesa una congiuntura che si sta manifestando in tutta la sua complessità. Comprendiamo la volontà da parte delle nostre imprese di mantenere le quote di mercato, ma abbassare i prezzi – come per esempio con i rossi sfusi in Germania, che stanno scendendo verso le quotazioni spagnole a circa 50 centesimi/litro - rischia di diventare un pericoloso boomerang una volta fuori dalla crisi di potere di acquisto che coinvolge anche i nostri competitor. A tal proposito – ha concluso Frescobaldi – il fenomeno crescente dei prodotti a private label e gli imbottigliamenti del nostro vino fuori dall’Italia contribuiscono all’erosione del valore aggiunto”.

 

 

Per l’ad di Veronafiere, Maurizio Danese: “L’Osservatorio aveva previsto un 2023 difficile, ciò si sta verificando nonostante l’economia globale abbia per ora tenuto lontano buona parte delle nubi recessive. Ciò che può fare Vinitaly è intensificare la costruzione di ponti commerciali con l’estero, in particolare nelle relazioni con i mercati extra-Ue, a partire da quello americano dove saremo partner della Camera di Commercio di Chicago per l’International Wine Expo. Da settembre a dicembre abbiamo infatti in programma una nuova campagna di internazionalizzazione con 25 appuntamenti in 15 Paesi e 4 Continenti. Da una parte per rifinire ulteriormente l’incoming per la prossima edizione veronese, dall’altra per garantire b2b direttamente sulle piazze estere”.

Il 12 settembre Assoenologi, Ismea e Uiv rilasceranno le proprie previsioni vendemmiali in conferenza stampa al ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare.

 

 

Marta De Carli (393.4554270 – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.)

SPUMANTI (OSS. UIV-VINITALY): 2022 CHIUDE A 1 MLD DI BOTTIGLIE (+4%). IN ITALIA VINCE LA “DESTAGIONALIZZAZIONE” DEI CONSUMI DI BOLLICINE

 

Chiude di nuovo in crescita e sfiora quota 1 miliardo di bottiglie (978 milioni) la produzione di spumanti italiani nel 2022. Lo rileva l’Osservatorio Uiv-Vinitaly, che ha elaborato i dati di imbottigliamento raccolti presso gli Organismi di certificazione. Il dato segna un leggero aumento (+4%) rispetto a uno strabordante 2021 (+25%), con i comuni e varietali (+10%) che fanno meglio degli sparkling Doc-Igp (+3%, 807 milioni di bottiglie). A livello territoriale, l’85% dello spumante italiano Dop-Igp ha origini venete (683 milioni di bottiglie), poi Piemonte (9% e 72 milioni), Lombardia (3% e 24 milioni), Trentino (2% e 16 milioni) ed Emilia-Romagna (1% e 7,4 milioni).

 

MERCATO INTERNO

Il consuntivo 2022 sulle vendite in Italia chiude a +1% (284 milioni di bottiglie consumate), di cui -3% sul circuito retail e +5% su quello ristorazione-bar. Una performance comunque da non sottovalutare, anche se i veri vincitori in Gdo risultano gli Charmat non Prosecco, in forte crescita in generale (+13%), ma soprattutto al discount (+22% annuo). I consumi interni di spumante hanno raggiunto un completo livello di maturità: nel 2022, la quota sul totale vino si è attestata al 13,5% (era al 9% nel 2015), con il Prosecco al solito grande protagonista delle vendite con il 44% di quota volume.

“In Italia – ha detto il segretario generale di Unione italiana vini (Uiv), Paolo Castelletti – si va sempre più affermando un nuovo modo di consumare spumante: storicamente i consumi nel nostro Paese sono concentrati nel periodo natalizio, con il solo mese di dicembre che fino al 2015 faceva il 40% del totale. Negli ultimi anni, vi è stato invece un allargamento graduale dei consumi anche agli altri periodi dell’anno: in quello estivo, dove è arrivato a sfiorare il 30%, ma anche nel periodo dal post-Natale alla primavera, in cui la quota dei consumi supera il 30%”.

Fa meglio l’export, che conferma il ruolo trainante degli spumanti italiani in favore di tutto il comparto. Nel 2022 l’Italia ha esportato 5,2 milioni di ettolitri di spumante, in aumento del 6% rispetto al 2021, di cui 3,7 milioni di Prosecco (+6%) e 461.000 di Asti (+9%). Forte incremento dei valori esportati, superiore al 19% per il totale categoria per un controvalore di 2,2 miliardi di euro. Il Prosecco rimane locomotiva dell’export (+22% a valore, 1,6 miliardi di euro) ma cresce bene anche l’Asti Spumante, che vola a +16% e 168 milioni di euro di vendite.

Per l’amministratore delegato di Veronafiere, Maurizio Danese: “Rispetto al 2010, il valore delle esportazioni sparkling tricolori è cresciuto di quasi il 400%, con l’ascesa del Prosecco che rappresenta un caso di scuola anche per altri settori del made in Italy. Nel 2022 gli spumanti italiani hanno raggiunto 168 destinazioni: una dimensione sempre più globale che si riflette sulla scala della rappresentatività internazionale al Vinitaly, con il record di top buyer ospitati quest’anno e una manifestazione fortemente orientata al business”.

Oggi – rileva l’Osservatorio Uiv-Vinitaly – lo spumante pesa per il 24% volume sul totale export, quota che solo nel 2015 era del 14%, e addirittura del 7% nel 2010. Oggi le bollicine sono il primo prodotto esportato in piazze chiave come UK (44% di quota contro il 9% del 2010), Francia (49% contro 12%), Russia (44%), Belgio (39% contro 17% di 12 anni prima), Austria (33%). Negli Usa, primo mercato a valore, gli spumanti con una quota di mercato del 33% sono dietro solo ai bianchi (36%) ma davanti ai rossi (24%). Solo sette anni prima, le bollicine stavano al 17% contro 45% dei bianchi e 30% dei rossi.

 

Marta De Carli

OSSERVATORIO PAMBIANCO COMPARTO WINE: TOP 15 PER FATTURATO e PRINCIPALI M&A

 

L’Osservatorio Pambianco presenta l’analisi delle top 15 aziende del settore wine per fatturato e registra che, nonostante l’onda lunga del Covid, la guerra in Ucraina, l’impennata del costo dell’energia e delle materie prime e un’inflazione fuori controllo, il 2022 è andato meglio del previsto.

 

 

Le grandi aziende del Made in Italy vitivinicolo non solo hanno respinto le difficoltà ma sono anche cresciute, tratteggiando un comparto in grado di aumentare il proprio volume d’affari. Se si considera la sommatoria dei fatturati, infatti, la crescita media è stata del 9%, passando da poco meno di 3,9 miliardi di euro a poco oltre i 4,2 miliardi

 

 

       Francesca Magrotti

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