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FIPE

MANOVRA, FIPE: “IL DECRETO FISCALE COSÌ NON VA. BISOGNA AZZERARE LE COMMISSIONI SUI MICRO PAGAMENTI”

 

 

Il Direttore Calugi: “Solo per il caffè i bar potrebbero pagare fino a 1 miliardo di euro l'anno. Il credito d'imposta del 30% non basta”

 

“Oggi come oggi, se tutti cominciassero a pagare caffè e cappuccino al bar con il bancomat o la carta di credito, i locali si troverebbero a dover pagare commissioni insostenibili che potrebbero arrivare fino a 1 miliardo di euro l'anno. Stiamo parlando del 16% degli incassi derivanti dalla vendita di questi prodotti. Un’enormità tale da rendere assolutamente inefficace il credito d’imposta del 30% a beneficio delle attività che accettano il pagamento con il Pos previsto dal decreto fiscale. Non è sufficiente: vanno azzerate le commissioni bancarie per i pagamenti almeno fino a 15 euro”.

 

Così Roberto Calugi, Direttore Generale della Federazione Nazionale dei Pubblici Esercizi, Fipe, commenta il decreto allegato alla manovra di bilancio.

“Ulteriore problema – continua Calugi - è quello dell'omesso versamento dell'Iva. Un ristoratore o un gestore di un locale che dichiara regolarmente l'Iva, ma poi salta un pagamento perché attraversa un momento di difficoltà economica, oggi rischia una condanna penale. Questo è un errore, perché non c'è alcun tentativo di frodare il fisco, ma solo una difficoltà contingente. Questo reato andrebbe depenalizzato. Mi auguro che il governo non resti sordo al grido d'allarme di migliaia di piccole imprese che garantiscono un servizio eccellente e rappresentano un valore aggiunto per l'offerta turistica del nostro paese”.

 

Andrea Pascale – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - 3938138965

VALENTINA PICCA BIANCHI E’ LA NUOVA PRESIDENTE DELLE DONNE IMPRENDITRICI DI FIPE

 

 

Fondatrice della White Ricevimenti, rimarrà in carica 5 anni: “Questo è un gruppo con grande passione che porterà idee nuove e tanta concretezza”

 

Questa mattina l’assemblea del gruppo Donne Imprenditrici di Fipe - Federazione italiana dei pubblici esercizi - ha rinnovato i propri vertici, eleggendo il nuovo presidente e i membri del Consiglio direttivo. 

A guidare l’associazione per i prossimi 5 anni sarà Valentina Picca Bianchi,  classe 1977, fondatrice della società di catering White Ricevimenti di Latina. Quando parla di sé non nasconde di essere una persona determinata, rigorosa e perfezionista. Caratteristiche che intende trasferire anche all’interno del Direttivo dell’associazione. 

 

”Questo è un gruppo interamente rinnovato e al suo interno se c’è una cosa che non manca è la passione - sottolinea la neo presidente - . Le sfide che il mondo dei pubblici esercizi si trova a dover affrontare sono molte ed estremamente complesse. Per questo il lavoro dei prossimi 5 anni si baserà su due pilastri fondamentali: la concretezza e la formazione. Quando si fanno troppi proclami e si buttano sul tavolo troppi progetti, si finisce per lasciarli solo sulla carta senza arriv are in fondo. Il mio approccio è esattamente l’opposto ed è lo stesso che utilizzo all’interno della mia azienda: raccontare due idee e realizzarne tre. L’altro grande tema è quello della formazione. E’ indispensabile che gli imprenditori siano incentivati ad assumere nuovo personale e formarlo, ma la vera sfida è anche quella di rendere questa formazione permanente. Troppo spesso le nuove generazioni fanno fatica a fare tesoro di un’esperienza formativa che viene loro messa a disposizione”.

 

Nel ruolo di vicepresidente delle Donne imprenditrici di Fipe, l’assemblea odierna ha eletto Antonia Zambelli, titolare di un’attività di pubblico esercizio ma anche di una torrefazione a Varese.

 

“Se vogliamo che questo gruppo di imprenditrici faccia davvero la differenza - spiega Zambelli - è indispensabile che vengano migliorate le comunicazioni anche all’interno della stessa associazione. Troppo spesso le imprenditrici non sono a conoscenza delle misure a sostegno ad esempio delle nuove assunzioni che pur già esistono. E questo non è accettabile. Non solo. Un’altra grande sfida sarà quella di valorizzare i prodotti di eccellenza che rendono unici i locali italiani. A partire proprio dal caffè espresso italiano tradizionale che abbiamo candidato recentemente a patrimonio immateriale dell’Unesco”.

 

All’assemblea che si è svolta a Roma hanno partecipato 18 imprenditrici provenienti da ogni parte d’Italia. 

Oltre ai vertici dell’associazione, si è provveduto al rinnovo del Consiglio direttivo, formato da altri 9 membri: Gavina Braccu, Sassari, Marina Calvaresi, Livorno, Francesca De Lucchi, Milano, Fabiana Gargioli, Roma, Simona Marinai, Prato, Romina Muzi, L’Aquila, Francesca Porteri, Brescia, Federica Suban, Trieste, Anna Urzì, Catania.

 

Tommaso Tafi, 3407990564 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

SI MOLTIPLICANO I CASI DI PLAGIO ALL’ESTERO, LOCALI STORICI ITALIANI SOTTO ATTACCO

 

 

 

Il vicepresidente di Fipe, Cursano: “Il governo intervenga a livello europeo e difenda le nostre eccellenze”

 

“Il fenomeno dell'italian sunding sta dilagando in mezzo mondo e ormai non è più confinato ai soli prodotti alimentari. Si stanno moltiplicando infatti i casi di plagio ai danni di locali ed esercizi storici italiani e in particolare fiorentini, con imprenditori stranieri che aprono nei loro paesi bar, ristoranti e pasticcerie uguali in tutto e per tutto, loghi compresi, a quelli presenti nelle nostre principali città. E' giunto il momento che il governo faccia sentire la sua voce e diventi un argine contro questo che è un vero e proprio furto di una proprietà intellettuale, oltre che di un'eccellenza nostrana. Non dimentichiamoci che la ristorazione è un settore che vale 85 miliardi di euro. Non possiamo permetterci che i brand italiani vengano utilizzati impropriamente all'estero”. 

 

Così Aldo Cursano, vicepresidente Fipe e presidente della Federazione italiana dei pubblici esercizi in Toscana. 

“Nelle ultime settimane - prosegue Cursano - abbiamo scoperto che in Corea hanno aperto un locale che si chiama “pasticceria Giorgio”, uguale in tutto e per tutto, tranne per la qualità dei prodotti, a uno storico esercizio fiorentino. Stessa cosa è accaduta con il ristorante “Il Santo bevitore”, il cui marchio è stato copiato da Tokyo a New York per ben 5 volte.

 

Un attacco in piena regola al mondo della ristorazione, che va fermato sul nascere. E per questo è necessario un lavoro di squadra.

Come Fipe siamo pronti a dare una mano agli imprenditori italiani a scoprire altri casi di plagio ai loro danni e utilizzare al meglio il sistema delle Camere di Commercio come sedi degli arbitrati e mediazioni internazionali. Parallelamente, è indispensabile impiegare nel migliore dei modi l'Istituto per il commercio estero (Ice) al fine di salvaguardare il nostro patrimonio di locali.

Dall'altro lato è essenziale che il governo intervenga a livello di diplomazia presso la comunità europea. 

Non possiamo farci rubare una delle ultime eccellenze che ci rimane”.  

 

 

Tommaso Tafi

MANOVRA, FIPE E FEDERALBERGHI BOCCIANO L'AUMENTO DELL’IVA SU RISTORANTI E STRUTTURE RICETTIVE

 

 

I presidenti Stoppani e Bocca: “Rischiamo di affossare un comparto da 120 miliardi di euro e 1 milione di occupati”

 

“L’aumento dell’IVA sulle imprese alberghiere e della ristorazione costituirebbe una iattura, con conseguenze gravi su un settore che conta più di un milione di occupati e che ha un impatto economico complessivo di oltre 120 miliardi di euro. Proseguendo su questa strada si finirebbe per fare un danno all'economia dell'intero Paese”. Con queste parole, Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, e Lino Stoppani, presidente di Fipe, bocciano senza appello le ipotesi di aumento delle aliquote IVA che continuano a circolare. 

 

“Le imprese del settore turismo attraversano una fase di difficoltà, determinata da un insieme di concause, tra cui spiccano il calo della domanda tedesca (nostro principale mercato estero), la stagnazione della domanda italiana (che costituisce il nostro principale mercato), il fallimento del secondo tour operator europeo (che ha lasciato due miliardi di euro di debiti), il dilagare degli abusivi e della concorrenza sleale e la riapertura di alcuni mercati della sponda sud del Mediterraneo (in primis Egitto, Turchia e Tunisia)”, affermano i due presidenti.

 

“Un aumento delle imposte, oltre a costituire un clamoroso tradimento delle promesse solenni pronunciate pochi giorni orsono dal Governo nato per scongiurare l’aumento delle aliquote IVA, si tradurrebbe in un grave colpo alla competitività del sistema di offerta turistica italiana, a tutto vantaggio dei paesi concorrenti”.

“Ci auguriamo quindi che le indiscrezioni circolate in queste ore vengano definitivamente ed ufficialmente smentite e che la manovra di bilancio, oltre a sterilizzare le clausole IVA, contenga misure concrete per accompagnare lo sviluppo di un settore cruciale dell’economia”.

 

 

Andrea Pascale, 3938138965 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

MANOVRA, FIPE: “GIU' LE MANI DALL'IVA AGEVOLATA”

 

 

 

 

Il Presidente Stoppani: “Azzerare subito le commissioni per chi paga col bancomat”

 

“Se si vogliono far ripartire i consumi e dare una sterzata positiva all'economia di questo paese è indispensabile mettere più soldi in tasca ai cittadini e agli imprenditori. L'aumento dell'Iva, qualunque essa sia, deve dunque essere scongiurato: il governo Conte bis è nato anche e soprattutto per questo”. Così il Presidente della Federazione Italiana Pubblici Esercizi (Fipe), Lino Stoppani, interviene nel dibattito in corso in vista dell'approvazione della manovra da parte del governo il 20 ottobre prossimo.

 

“Ho letto – aggiunge Stoppani – che si discute di un aumento dal 10 al 12% dell'Iva agevolata per i ristoranti. Lo dico con chiarezza: giù le mani, non se ne parla. Una misura del genere causerebbe l’aumento dei prezzi e una contestuale riduzione dell’attrattività, quando sappiamo che una delle principali leve dell’economia italiana è proprio il turismo enogastronomico. Colpire in questo modo i ristoratori sarebbe assolutamente controproducente. Ciò che mi auguro invece è che il governo prosegua nella decisione di azzerare le commissioni bancarie per i micropagamenti fino a 5 euro e ridurle drasticamente per quelli fino a 25 euro. Per i titolari di bar e ristoranti, maneggiare i contanti è solo un rischio: una volta cancellate le commissioni, pagare il caffè con il bancomat non sarà più un'utopia”.

 

 

Andrea Pascale

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