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FIPE

SIGLATO IL PATTO PER I LAVORATORI DEI PUBBLICI ESERCIZI. FIPE-CONFCOMMERCIO: “300MILA POSTI A RISCHIO”

Sindacati e associazioni di categoria chiedono un incontro urgente al governo: “Sfruttare i fondi del Recovery per favorire la ripresa del turismo e prolungare gli ammortizzatori sociali”

 

Tutelare l’occupazione nel mondo della ristorazione, dell’accoglienza e dell’intrattenimento, per non perdere un patrimonio di professionalità fondamentale in vista della ripresa dei flussi turistici.

È questo l’obiettivo comune che ha spinto le associazioni di categoria, Fipe-Confcommercio, Alleanza delle Cooperative Italiane e Angem, a sottoscrivere un patto per il lavoro assieme alle principali sigle sindacali del turismo, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil con le quali condividono un tavolo permanente e con le quali hanno chiesto un incontro urgente al governo per illustrarlo ai ministri competenti.

Quattro i punti fondamentali.

In testa la definizione di alcune misure straordinarie specifiche per il settore e il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga, che dovranno essere prorogati fino alla fine dell’anno per superare la fase dell’emergenza e garantire la sopravvivenza di aziende e lavoratori.

Ammortizzatori sociali che, tuttavia, dovranno essere ricalibrati sulla base delle esigenze che caratterizzano la tipologia di imprese di questo settore, sia grandi che piccole, molto diverse l’una dall’altra. Massima attenzione è richiesta per le aziende di catering e banqueting, ma anche per il mondo dell’intrattenimento, particolarmente penalizzati dalle misure di distanziamento sociale anti contagio.

La terza richiesta riguarda il Recovery Plan. I fondi comunitari, chiedono imprese e sindacati, dovranno servire anche per favorire la ripresa dei flussi turistici verso il nostro Paese.

L’ultimo punto, infine, riguarda i rapporti con il governo. I firmatari del patto invocano la costituzione di un tavolo permanente per definire le misure a sostegno del settore e, per questo, hanno inviato una richiesta formale di convocazione ai ministri dell’Economia, Daniele Franco, dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, del Lavoro, Andrea Orlando, e del Turismo, Massimo Garavaglia.

“Nel corso 2020 – sottolinea Fipe-Confcommercio, Federazione italiana dei Pubblici esercizile presenze turistiche nel nostro Paese si sono ridotte del 54% e questo ha prodotto una perdita di fatturato di circa 50 miliardi di euro. Un dramma che rischia di avere pesantissime ricadute occupazionali: 300 posti di lavoro sono destinati a sparire se non si corre immediatamente ai ripari con un piano di medio periodo, capace di dare prospettive di ripresa al nostro settore”.

 

Tommaso Tafi

RISTORAZIONE, TRA OTTOBRE E DICEMBRE PERSI ALTRI 11 MILIARDI. FIPE-CONFCOMMERCIO: “ABISSO SENZA FINE”

Nel IV trimestre del 2020 la ristorazione italiana ha perso 11,1 miliardi di euro, chiudendo così con un -44,3% di fatturato rispetto allo stesso periodo del 2019. A certificarlo è l’Ufficio studi di Fipe-Confcommercio che ha elaborato i dati Istat diffusi stamani. Un risultato determinato da quello che è stato, a tutti gli effetti, un secondo lockdown autunnale per il comparto della ristorazione che, complessivamente, lo scorso anno ha perso 34,6 miliardi di euro, il 36,2% rispetto al periodo pre Covid.

 

“Siamo davanti a un abisso apparentemente senza fine – commenta la Federazione italiana dei Pubblici esercizi -. Con la fine di marzo si chiuderà, con ogni probabilità il quinto trimestre consecutivo con segno negativo per un settore che rappresenta, più di ogni altro, l’italianità. Un settore che, oltre a dare lavoro direttamente a 1,3 milioni di persone, rappresenta il terminale essenziale della filiera agroalimentare. Numeri che richiedono almeno una graduale riapertura per evitare che l’intero settore vada in default. 

 

 

Tommaso Tafi

COVID, FIPE-CONFCOMMERCIO: “RIAPRIRE I RISTORANTI DI SERA E NELLE CITTÀ CON CONTAGI PIÙ BASSI”

 

 

“La riapertura serale, almeno nelle zone gialle, dei pubblici esercizi in grado di garantire il servizio al tavolo non è più rinviabile. È significativo che anche l’Anci, e dunque i sindaci di tutta Italia, si sia detta favorevole a un allentamento delle restrizioni nei confronti di bar e ristoranti. Sta crescendo la consapevolezza che è più facile far rispettare le misure di distanziamento e di sicurezza sanitaria all’interno di un locale, piuttosto che nelle piazze e nelle strade dove le persone finiscono per assembrarsi senza alcuna precauzione. Ci auguriamo che il primo Dpcm del nuovo governo segni un cambio di passo nelle politiche di mitigazione del contagio da covid19, che da troppo tempo stanno penalizzando solo alcune categorie caricandole di responsabilità che non gli spettano”.

Così Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi.

“Da un anno – prosegue la Federazione - portiamo avanti la battaglia a difesa della dignità di centinaia di migliaia di imprese che non possono essere aperte o chiuse con un’ordinanza pubblicata nella notte e valida dalla mattina successiva. Occorre rispetto per il lavoro di oltre un milione di persone e per un’intera filiera che proprio in bar e ristoranti ha un fondamentale punto di riferimento. Chiediamo ai nostri imprenditori di applicare con rigore i protocolli sanitari e chiediamo alle Istituzioni controlli a tappeto perché tutti li rispettino. Tutto questo per consentirci di poter riaprire anche alla sera, fino alle 22, in zona gialla e fino alle 18 in zona arancione. E visto che i contagi si stanno diffondendo a macchia di leopardo sul territorio, con piccoli focolai e città pressoché immuni, chiediamo che le aperture possano essere regolate anche su base locale, di modo che le mi sure restrittive siano efficaci e selettive”.

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Andrea Pascale

FIPE-CONFCOMMERCIO INCONTRA IL MINISTRO GIORGETTI: “PASSI AVANTI SU RISTORI E APERTURE”

 

 

Si è tenuta ieri presso il Ministero dello Sviluppo economico una lunga videochiamata tra il ministro, Giancarlo Giorgetti e il presidente di Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi, Lino Enrico Stoppani. Un incontro, sebbene virtuale, durato circa un’ora, durante il quale i rappresentanti delle categorie hanno presentato al governo un documento contenente le misure emergenziali necessarie alla ripartenza di un settore messo in ginocchio dalla pandemia.

Tre i punti principali. La richiesta di approvare rapidamente un pacchetto di misure emergenziali, adeguate e tempestive, attraverso il dl Ristori quinquies, come un nuovo meccanismo di calcolo che assicuri indennizzi a fondo perduto sulla base del reale calo dei fatturati dei Pubblici esercizi nell’ultimo anno. L’adozione di un piano di ripartenza, riprendendo il lavoro già svolto con il CTS, per la riapertura graduale ma stabile, parametrata sulle caratteristiche strutturali dei locali, che consenta ai pubblici esercizi che dispongono di servizio al tavolo di tornare a lavorare anche di sera nelle zone gialle e di giorno nelle zone arancioni. L’integrazione, all’interno del P.N.R.R., di un progetto dedicato al rilancio dei pubblici esercizi, attore fondamentale per le filiere turistica e agroalimentare.

“Il ministro Giorgetti – sottolinea il presidente Stoppani – ha ascoltato la richiesta di dare al sistema dei pubblici esercizi, piegato da oltre un anno di sacrifici, una prospettiva di ripartenza in sicurezza, puntando sulla necessità di tornare a dare dignità al lavoro, auspicando la possibilità di una riapertura graduale nelle aree gialle la sera e nelle aree arancioni fino alle 18.00. Ha annunciato anche l’intenzione di rivedere i parametri di calcolo dei ristori da inserire nel cosiddetto Dl quinquies, di modo da selezionare in maniera più precisa le imprese che hanno subito un grave danno a causa della pandemia, differenziando fra settori che hanno operato e chi invece ha particolarmente sofferto, come il comparto del turismo. Ultimo, ma non secondario, ha riconosciuto il ruolo dei Pubblici esercizi come elementi fondamentali della sicurezza urbana e della socialità. Tutte indicazioni positive che ci fa nno ben sperare in un cambio di passo. Ora però attendiamo i fatti”.

 

 

Tommaso Tafi 

 

 

 

L’APPELLO DI #ITALIALIVE A DRAGHI E AI MINISTRI ANBC: “LE ISTITUZIONI NON CI IGNORINO! URGE UN CAMBIO DI PASSO O IL COMPARTO MORIRÀ”

 

 

Rispetto, attenzione e sostegno. Sono queste le principali richieste contenute nella lettera aperta che le associazioni del mondo degli eventi, riunite sotto l’egida di #Italialive, hanno indirizzato al neo Presidente del Consiglio Incaricato, Mario Draghi, e ai suoi Ministri, Daniele Franco (Economia e Finanze), Giancarlo Giorgetti (Sviluppo Economico), Dario Franceschini (Beni e Attività Culturali) e Massimo Garavaglia (prossimo ministro del Turismo). Un testo accorato a tutela di un settore in ginocchio, certamente tra i più colpiti dalla pandemia

“Quello che chiediamo al nuovo esecutivo guidato dal Prof. Draghi è un cambio di passo importante. Sostegno, e non semplice assistenza, per migliaia di aziende ridotte sul lastrico a causa di uno stop che dura ormai da un anno!” - Questo il commento di Paolo Capurro, Presidente di ANBC, Associazione Nazionale Banqueting e Catering

“Nonostante l’impegno e la resilienza di tutte le maestranze, il nostro è l’unico settore che dall’inizio dell’emergenza Covid19 è sempre rimasto sostanzialmente chiuso e che non ha avuto attenzioni concrete da parte del Governo ”se non solo briciole rispetto ai ristori necessari e in parte già stanziati – commenta Salvatore Sagone, presidente del Club degli eventi e della Live Communication e portavoce nei rapporti con i media di #Italialive, “In questa fase politica così importante per il paese la voce della event Industry e filiere connesse esprime tutta la propria preoccupazione perché rischia, ancora una volta, di essere dimenticata, e intende continuare il confronto col nuovo Governo sui temi della ripartenza e del sostegno alle imprese”.

 

“Poiché anche dopo la riapertura, che ci auguriamo avvenga in tempi brevi, il settore avrà bisogno di almeno 18 mesi per tornare a un livello minimo di regime, è necessario deliberare ristori per tutta la filiera che è stata esclusa dall’uso erroneo dei codici Ateco come sistema per individuare le categorie danneggiate, ammortizzatori sociali ad hoc e alternativi allo strumento della Cig, di cui è necessaria la proroga, ma non sufficiente. Prevedere quindi strumenti che garantiscano alle imprese di non depauperare il capitale sociale costituito in anni di attività, ad esempio con l’ammortamento delle perdite degli esercizi 2020 e 2021 in 5 anni. È poi necessario mettere in campo misure a sostegno della domanda prevedendo sgravi fiscali per chi investe in eventi per fare sviluppo di impresa, formazione aziendale, promozione del made in Italy e valorizzazione della ricerca. Il settore dei congressi e degli eventi, filiere connesse e delle imprese creative, cui apparteniamo, deve avere un riconoscimento unitario e una centralità nella ripartenza”, dichiara Alessandra Albarelli, presidente di Federcongressi&eventi e portavoce dei rapporti istituzionali e politici di #Italialive.

“Insomma - conclude Capurro - è necessario che le Istituzioni ci diano finalmente ascolto. Il nostro mondo, unito nel grido d’aiuto, non potrà sopportare ancora per molto di vedere ignorate le proprie richieste. Certo, la ricostituzione del ministero del Turismo, con portafoglio, assegnato a Massimo Garavaglia, è un segnale positivo che ci fa ben sperare per il nuovo corso. Ci auguriamo di ricevere finalmente l’attenzione che il nostro comparto merita”.

 

 

Andrea Pascale

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