NOTA! Questo sito utilizza i cookie e tecnologie simili.

Se non si modificano le impostazioni del browser, l'utente accetta.

Approvo
image1 image2 image3 image3

Solidarietà

VINI PER LA PACE

La Toscana del vino insieme per un’asta di solidarietà per i rifugiati ucraini 

Nella speranza che la guerra si fermi, il Consorzio del Vino Brunello di Montalcino DOCG, in collaborazione con il Consorzio del Vino Chianti Classico DOCG ed il Consorzio Tutela Vini Bolgheri e Bolgheri Sassicaia DOC, si uniscono durante VINITALY, per dare vita ad un’asta benefica speciale in favore delle popolazioni dell’Ucraina. Un’unica, grande e corale risposta del mondo enologico di Toscana alle sofferenze delle popolazioni dell’Ucraina, martoriate dalla guerra in corso. 

Con questa iniziativa, i 3 Consorzi Vinicoli dell'eccellenza Toscana insieme contribuiranno fattivamente, con un’asta speciale che si svolgerà durante il Vinitaly 2022, ad una raccolta fondi destinata all’accoglienza ed il supporto delle famiglie in fuga dal loro paese. 

L’asta – che comprenderà circa 30 importanti lotti di grandi bottiglie ed annate, offerte dai produttori soci dei Consorzi – si svolgerà Lunedì 11 Aprile 2022, con inizio alle ore 16,00 presso l’Auditorium Verdi del PalaExpo di Veronafiere ed il ricavato andrà alla Caritas Diocesana di Siena- Colle di Val D'Elsa-Montalcino, per essere destinato ad una serie di strutture di accoglienza per famiglie di profughi ucraini. 

“Da tre marchi di eccellenza del settore vinicolo italiano - dichiara don Renato Rotellini, Segretario Generale dell'Arcidiocesi di Siena-Colle di Val D'Elsa-Montalcino - arriva un segno di grande misericordia e solidarietà nei confronti della popolazione ucraina segnata profondamente da una guerra che da oltre un mese sta devastando il paese. Tre simboli del made in Italy che, insieme, questa volta esportano quella carità senza confini tanto auspicata da Papa Francesco”. 

“Un ringraziamento mio e dell'Arcidiocesi - aggiunge don Rotellini - per avere scelto di sostenere la nostra Caritas diocesana impegnata sin dall'inizio del conflitto nell’aiuto alle missioni dell’Opera Don Orione a Leopoli, Kiev e Charkiv”. 

L’asta sarà organizzata in collaborazione con Sotheby’s Italia, e sarà possibile partecipare sia di persona che inviando le proprie offerte attraverso la piattaforma Bidinside (viniperlapace.bidinside.com), partner tecnico della iniziativa. L’asta si avvale del supporto logistico di FieraMente, società specializzata nella promozione e logistica dell’internazionalizzazione del vino italiano con sede a Montevarchi (AR). Un ringraziamento speciale va anche a Veronafiere per il pronto supporto in occasione dell’asta. 

Chiara Bulgaresi

COMUNITÀ SAN BENEDETTO AL PORTO: PORTI CHIUSI ALLE ARMI E APERTI AI PROFUGHI

 
Comunità San Benedetto al Porto
 
 
 
 
 
 
 

FARI DI PACE. LA GUERRA INIZIA A GENOVA MARCIA PER LA PACE E CONTRO LE ARMI NEL PORTO
2 aprile 2022
ore 15.00
Piazza San Lorenzo
 
 
Promuove Pax Christi Italia con un largo fronte di associazioni ecclesiali e laiche (in calce), in collaborazione con l’Arcidiocesi di Genova e la Diocesi di Savona-Noli
PROGRAMMA
Intervento dei Vescovi di Genova e Savona monss. Marco Tasca e Calogero Marino
Consegna e firma della bandiera della Pace
Testimonianza del Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali
Interventi di Pax Christi, Weapon Watch, Economia Disarmata
Corteo fino al Porto Antico con le bandiere della pace
Consegna delle richieste all’Autorità Portuale: trasparenza sui carichi e divieto di transito alle “navi della morte”
L’APPELLO
Appello a tutte le persone che vogliono davvero la pace.
Troviamoci in Piazza San Lorenzo a Genova sabato 2 aprile alle 15.00. Getteremo “fari di pace” sul traffico di armi in cui siamo coinvolti, che nutre e prepara le guerre attorno a noi, sempre più vicine. Consegneremo richieste forti all’Autorità Portuale di Genova. C’è qualcosa di concreto che possiamo fare per fermare le prossime guerre, senza arrivare sempre “dopo”, quando è facile dirsi tutti “pacifisti” e sembra che la solidarietà sia l’unica risposta che possiamo offrire. Partiremo da Genova chiedendo a tutte le città portuali del nostro Paese di replicare la mobilitazione accendendo “fari di pace”. Basta armi che transitano dai nostri porti. Nessuna guerra non può alimentarsi della nostra complicità o indifferenza.
COME ARRIVIAMO QUI
Tre anni fa i camalli del CALP e della Compagnia Unica bloccavano armamenti destinati all’Arabia Saudita ma presentati come “attrezzature civili”, diventando così essi stessi “fari di pace” che rompono le tenebre di commerci illegali di cui non vogliono essere complici.
Un anno fa i portuali di Ravenna e di Livorno hanno dichiarato sciopero contro i container di esplosivi destinati a Israele, mentre Gaza veniva bombardata.
Pochi giorni fa i lavoratori dell’aeroporto di Pisa si sono rifiutati di lavorare al carico di “aiuti umanitari” destinati all’Ucraina sotto cui si celavano armi e munizioni.
Ucraina, Libia, Siria, Afghanistan, Israele... non vi è stato grave conflitto armato recente in cui non vi sia stato il coinvolgimento o il sostegno del governo italiano o di aziende operanti in Italia. E così nelle repressioni delle proteste popolari da parte di regimi autoritari in Egitto, in Kazakistan, in Myanmar, e perfino nella continua mattanza di civili in Messico.
Da decenni, in nessun conflitto armato vi è stato un vincitore, vi sono stati invece innumerevoli vittime e conseguenti ininterrotti flussi di migranti disperati, a cui l’Italia e l’Europa hanno risposto con la chiusura delle frontiere.
DAVVERO LA GUERRA INIZIA QUI?
Armi da montare. Carri armati. Sistemi di puntamento. Proiettili. Sono solo alcuni dei carichi che transitano abitualmente dal porto di Genova - destinati a paesi in conflitto, a maciullare uomini, donne e bambini - e che negli anni i portuali attivi nel CALP hanno visto con i loro occhi. Molto di più è quello che non viene dichiarato, in violazione delle leggi, che non viene più caricato/scaricato per evitare scioperi e proteste, ma transita ugualmente.
Il fiorente mercato della guerra inizia e passa anche qui da Genova, dove oggi siamo tutti in apprensione e disponibili ad accogliere i profughi ucraini, sentendoci emotivamente scossi da una guerra sul suolo europeo. Ma è l’ennesima ondata di profughi da tutto il mondo che in questi anni ci hanno chiamati in causa.
La guerra la prepariamo sempre noi: le nostre aziende che fanno ricerca e sviluppo di sistemi militari, le nostre banche che consentono le transazioni e il commercio di armi, una mancata nostra transizione ecologica che ci renda indipendenti da fonti energetiche estere e relativi regimi. Chiediamo con forza che l’Autorità Portuale di Genova nel rispetto della legge 185/90 chieda la rivelazione del carico alle navi che transitano da Genova, e rifiuti l’ingresso in porto alle navi della morte. Le guerre in tutto il mondo non siano portate avanti grazie a noi, al nostro sistema produttivo-logistico, o anche solo al nostro silenzio indifferente o ignorante.
MA TUTTO QUESTO E’ LEGALE?
In questi anni tante forze civili non hanno cessato di portare in piazza e in politica lo slogan «Porti aperti ai migranti e chiusi ai traffici di armi». Di chiedere realmente un’altra umanità possibile. Tuttavia la politica – tanto in Italia quanto nei paesi dell’alleanza atlantica in cui l’Italia si trova inserita – non ha saputo né voluto dare risposta e la corsa agli armamenti è continuata. Ora la guerra si sta avvicinando sempre più, e cala la paura anche su chi si credeva al sicuro.
La legge “185/90”, che regola l’export militare, esiste da 30 anni: prevede che le aziende produttrici di armamenti chiedano al governo le autorizzazioni ad esportare e vieta di fornire armi a Paesi in conflitto armato o che violano i diritti umani, in contrasto con l’articolo 11 della Costituzione in cui si afferma che l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli. Questa legge continua ad essere disattesa. Nel 2020 l’Italia è salita al 7° posto tra i paesi esportatori di armi. Destinatari delle armi italiane sono soprattutto i paesi del Nordafrica e del Golfo persico, monarchie assolute e regimi illiberali che non garantiscono libertà di opinione e diritti umani.
In nome della libertà di mercato, l’industria delle armi non vuole limitazioni o controlli, tanto meno che siano divulgate informazione sui suoi affari. Nel nostro porto transitano navi a cui non viene chiesto cosa trasportino, e si viene a sapere solo grazie a coraggiosi lavoratori che sono spesso cariche di armi dirette a paesi in guerra. A maggio 2019, grazie alla mobilitazione della rete Genova Aperta alla Pace, a Genova il Consiglio comunale e il Consiglio regionale hanno approvato all’unanimità la “mozione di Assisi” per chiedere al Parlamento e al Governo di vietare vendita e transito di armi destinate al conflitto in Yemen. Un impegno comune è possibile, è necessario.
E se vogliamo la pace, è ora di dire basta. La legge va rispettata. La guerra va fermata dove nasce, dove diventa business: nei luoghi della produzione e della distribuzione di armi.
 
PROMUOVONO:
 
Pax Christi Italia
C.A.L.P.
Tavolo Giustizia e Solidarietà coordinato da Caritas Genova
Ora in silenzio contro la guerra
The Weapon Watch
AGESCI Liguria
ARCI Genova
ACLI Liguria
CVX - Genova
Centro Banchi
La Piuma Onlus
Comunità San Benedetto al porto
Libera Liguria
Genova Aperta alla Pace
ANPI Genova
Federazione Italiana Associazioni Partigiani Emergency Genova
Economia disarmata
Redazione Contropiano
Le veglie contro le morti in mare Associazione Papa GiovanniXXIII
Genova Che osa
Società missioni africane
Soci e socie di Banca Etica (Genova e La Spezia) Centro Italiano Femminile
Circolo Nuova Ecologia Genova
Unione democratica arabo palestinese
Music for Peace
Legambiente

 
 
 
Se vuoi disiscriverti dalla newsletter, clicca qui

 

SOLIDARIETA' AL FEMMINILE

 

 

 

Nella sua lunga storia, Serena Wine 1881 ha avviato molteplici iniziative solidali con l’universo femminile e quest’anno tale attenzione viene confermata dal sostegno offerto all’evento di solidarietà "Con me o con nessuno", una esposizione di opere d’arte concepita per contrastare la violenza sulle donne. L’iniziativa, organizzata da APID Torino e lanciata lo scorso 2 marzo negli spazi della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, prevede che al termine della mostra le opere vadano all'asta e i proventi della vendita siano destinati ad associazioni che si occupano di aiutare le donne vittime di violenza.

 

“Questo evento, che si presenta come evoluzione della mostra “Scarpette Rosse” realizzata in prima edizione nel 2016 -spiega Brigitte Sardo, presidente APID Torino- nasce dalla volontà di metterci in rete aiutando anche altre associazioni che come noi condividono l’obiettivo di diffondere la cultura dell’equità di genere. In tal senso risulta particolarmente apprezzabile il pronto sostegno giunto dal Veneto grazie all’azienda Serena Wines 1881 che ha dimostrato ancora una volta la grande sensibilità della famiglia Serena ai temi della solidarietà.”

 

 

All’inaugurazione, insieme alle realtà istituzionali del territorio, hanno presenziato anche speaker del mondo imprenditoriale. Apprezzatissime le bollicine di Prosecco Doc rosè che hanno accompagnato la serata.

 

 

Albina Podda

RACCOLTE OLTRE 485.000 CONFEZIONI DI MEDICINALI AIUTERANNO 600.000 BISOGNOSI

Durante la 22ª Giornata di Raccolta del Farmaco di Banco Farmaceutico (8 – 14 febbraio), i cittadini hanno donato oltre 485.000 confezioni di medicinali (pari a un valore superiore a 3,8 milioni di euro) che aiuteranno 600.000 persone povere di cui si prendono cura 1.807 realtà assistenziali convenzionate con la Fondazione Banco Farmaceutico. Tali realtà hanno espresso a Banco Farmaceutico un fabbisogno pari a 1.007.056 farmaci che, grazie alla Raccolta, sarà coperto al 48%.

All’iniziativa hanno aderito 4.889 farmacie. Sono stati coinvolti più di 14.000 volontari e oltre 17.000 farmacisti. I titolari delle farmacie hanno donato oltre 700.000 euro.

La GRF si è svolta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, con il patrocinio di AIFA e in collaborazione con Cdo Opere Sociali, Federfarma, Fofi, Federchimica Assosalute, Egualia – Industrie Farmaci Accessibili e BFResearch. La GRF è stata realizzata grazie all’importante contributo incondizionato di IBSA Farmaceutici e Teva Italia e al sostegno di EG Stada Group, DOC Generici, DHL Supply Chain, Bausch&Lomb, Unico - La Farmacia dei Farmacisti S.p.A. e Gruppo Comifar.

La Raccolta è stata supportata da Rai per il Sociale, Mediafriends, La7, Sky per il sociale, e Pubblicità Progresso.

Le realtà che offrono medicine agli indigenti risentono ancora della crisi economica innescata dalla pandemia. Nel 2021 597.560 persone povere non hanno potuto acquistare i medicinali. Si tratta di 163.387 persone in più rispetto alle 434.173 del 2020. Si è registrato un incremento del 37,63% di persone in povertà sanitaria.

Banco Farmaceutico può continuare a fornir loro tutto l’anno parte dei farmaci necessari, grazie a diverse modalità attraverso cui ciascuno può contribuire:

Sostegno Diretto – È possibile effettuare una donazione con PayPal, con carta di credito, effettuando un bonifico all’Iban IT23J0311002400001570013419, e destinando il proprio 5X1000 al C.F. 97503510154. Le donazioni aiuteranno a coprire le spese per la consegna dei farmaci in tutta Italia. Per info: https://www.bancofarmaceutico.org/dona-ora

Donazioni Aziendali – Nel 2021, grazie alla collaborazione con 48 aziende farmaceutiche, sono stati raccolti 2.864.661 prodotti (farmaci, integratori, presidi e dispositivi di protezione individuale), pari a un valore di 14.150.696 euro. Invitiamo le aziende a contattarci, scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Recupero Farmaci Validi – In 494 farmacie che aderiscono all’iniziativa in 22 province italiane è possibile donare i medicinali di cui non si ha più bisogno. Per info: https://www.bancofarmaceutico.org/cosa-facciamo/recupero-farmaci-validi

«Ringraziamo di cuore chi ha reso possibile, nonostante le difficoltà che la pandemia ancora determina, la Giornata di Raccolta del Farmaco: i volontari, i farmacisti, le associazioni e le associazioni di categoria, le aziende sostenitrici, tutti i cittadini che hanno donato, le istituzioni e i professionisti dell’informazione che hanno raccontato l’iniziativa. Questo moto di gratuità che si è generato in questi giorni ha espresso quel senso della speranza di cui il nostro Paese ha così bisogno, e consentirà a Banco Farmaceutico di fornire un aiuto concreto a tante realtà benefiche che si prendono cura delle persone indigenti» ha dichiarato Sergio Daniotti, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico onlus.

«IBSA è orgogliosa di essere partner del Banco Farmaceutico e di sostenere, anno dopo anno, la Giornata di Raccolta del Farmaco che, specialmente dopo la pandemia, è diventata ancor più importante nel garantire un aiuto concreto alle persone che versano in condizioni di povertà sanitaria» - sottolinea Patrizia Puppi, Sr Corporate Communication & CSR Manager di IBSA Farmaceutici. «Iniziative come questa sposano appieno i nostri valori di Responsabilità e centralità della Persona e rappresentano la parte, reale e tangibile, del nostro impegno verso la collettività. I risultati raggiunti sono un incoraggiamento a proseguire su questa strada per continuare a offrire supporto a chi è in difficoltà».

«Ogni anno le farmacie partecipano con grande convinzione alla Giornata Nazionale di Raccolta del Farmaco per dare un aiuto concreto alle persone più fragili, in difficoltà dal punto di vista sanitario, sociale ed economico. Un impegno che le farmacie, primo presidio sanitario di prossimità sul territorio, portano avanti con grande spirito di responsabilità sociale, a corollario del lavoro svolto quotidianamente per rispondere con efficacia ai bisogni di salute della popolazione» afferma il presidente di Federfarma Nazionale, Marco Cossolo.

«Anche quest'anno il successo della Giornata di Raccolta del Farmaco organizzata da Banco Farmaceutico ha dimostrato la rilevanza dell’iniziativa, esprimendo al meglio la vocazione e l’impegno dei farmacisti per rispondere ai crescenti bisogni di salute dei cittadini, soprattutto dei più vulnerabili, e per incoraggiare l’adozione di comportamenti virtuosi volti a contrastare problematiche socio-sanitarie di assoluta priorità per il Paese, come la povertà sanitaria e le disparità di accesso alle cure» – commenta Andrea Mandelli, Presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (Fofi). «Rinnovo il mio ringraziamento a tutti i colleghi che hanno aderito all’iniziativa in un momento di grande impegno per la Professione nella lotta al Covid, e ai cittadini che, con la loro solidarietà, hanno dato un prezioso contributo per alleviare parte delle difficoltà di accesso alle cure per i più bisognosi».

 

Paolo Nessi 

IN DONO AGLI ULTIMI DI NAPOLI I PANETTONI E I DOLCI NATALIZI DI MARIA DE VITO

 

L’iniziativa della pastrichef napoletana a favore dell’associazione Figli in Famiglia: “Ho voluto ringraziare chi si impegna ogni giorno per dare un futuro ai bambini della nostra città”

 

Festività natalizie all’insegna della solidarietà e dell’amore per il prossimo per la pastrichef napoletana Maria De Vito, che ha donato panettoni, dolci e biscotti natalizi, realizzati artigianalmente nei suoi laboratori, all’associazione Figli in Famiglia. Da sempre vicina alle famiglie in difficoltà, grazie all’impegno della sua fondatrice e presidente Carmela Manco e agli sforzi di uno straordinario gruppo di volontari, l’associazione è un riferimento fondamentale per tantissimi cittadini, soprattutto in un momento di particolare crisi per effetto dell’emergenza sanitaria in corso.

“Ho voluto assolutamente conoscere questa straordinaria realtà – ha raccontato Maria De Vito - per avere l’opportunità di ringraziare di persona le donne e gli uomini che da anni, ogni giorno, senza chiedere nulla in cambio, sono impegnati anima e corpo per dare un sollievo e una mano agli ultimi della nostra città. La loro opera quotidiana è encomiabile, soprattutto per quello che fanno per i tantissimi bambini che qui trovano uno spazio alternativo alla strada e dove vengono assistiti nello studio e cresciuti con valori sani. Con il mio piccolo contributo spero di aver regalato un sorriso a queste persone e ai tanti bambini che vivono in aree complicate e difficili. Soprattutto, spero di aver contribuito a riaccendere i riflettori su questa associazione che ha bisogno di tante mani tese e di attenzione massima da parte delle nostre istituzioni. Figli in Famiglia rappresenta un faro di speranza per una città come Napoli – conclude De Vito - oltre che un modello che deve contaminare positivamente anche una certa politica, inducendola a sostenere realtà come questa con ogni misura e iniziativa possibili”.

 

Giuseppe Porzio

2024 © Enocibario P.I. 01074300094    Yandex.Metrica