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Notizie flash

Auguri

Dagli Amici dell' Enocibario Tanti Auguri

di Buon Natale e di Sereno Anno Nuovo

ai lettori di queste pagine.

Che siano delle feste in cui prevalga l' auspicio

di Concordia, Bontà, Prosperità per l' anno a venire,

festeggiate con del buon cibo e del buon vino, in aggregazione.

Gambero Rosso Delegazione della Liguria

 
I Grandi Vini Liguri premiati con tre bicchieri  
 
Colli di Luni Vermentino "Etichetta Nera" 2014 - LUNAE BOSONI
Colli di Luni Vermentino "Il Chioso" 2014 - CONTE PICEDI BENETTINI
Colli di Luni Vermentino "Il Maggiore" 2014 - OTTAVIANO LAMBRUSCHI
Dolceacqua Superiore "Vigna Posaù" 2013 - MACCARIO DRINGENBERG
Riviera Ligure di Ponente Pigato "Albium" 2013 - POGGIO DEI GORLERI
Riviera Ligure di Ponente Pigato "U Baccan" 2013 – BRUNA
 
In tale occasione uno spazio sarà dedicato all'Associazione Nazionale delle Donne del Vino - Regione Liguria - che premierà una donna ligure che si è particolarmente distinta per il suo lavoro o impegno sociale.
 
Quest’anno sarà premiata la D.ssa MARIA LUISA GARRE’ - UOSD Neuroncologia dell’ Ospedale Gaslini di Genova

 

Cinzia Tosetti
Responsabile Liguria

Guida "Vini d'Italia" - Gambero Rosso Editore

 

Quote latte, vero addio?

Pascale: bisogna garantire i piccoli produttori

 

«Non dobbiamo pensare di tutelare solo la qualità del latte, ma anche i modelli di produzione. Per fare questo un mercato libero non basta, servono regole: regole che diano prospettive concrete a lungo termine a chi lavora nel settore. I produttori locali devono avere accesso diretto al mercato, e non essere trattati come semplici produttori di materie prime. Fino a oggi l’Europa si è comportata verso le quote latte come uno studente che, non sapendo risolvere un problema, strappa il quaderno. Siamo tutti d’accordo che fossero necessarie correzioni e aggiustamenti nel meccanismo delle quote, ma quella che si prospetta ora è una catastrofe per i più piccoli». È questo il messaggio del presidente di Slow Food Italia Gaetano Pascale, intervenuto durante il Laboratorio del latte Quote latte addio! Ma con quali prospettive? a Cheese 2015, proprio nel mese in cui sta scadendo la proroga delle sanzioni al nostro Paese.

Introdotte nel 1984 per eliminare la sovrapproduzione strutturale nel mercato lattiero e recentemente abolite dall’Unione Europea, le quote erano state pensate per tutelare i piccoli produttori, disincentivando la produzione al di sopra di un limite fissato per legge, pena il pagamento di una sanzione proporzionale allo sforamento. Obiettivo fallito, secondo l’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte Ferrero: «le quote latte si sono rivelate inutili nel controllo del prezzo. Hanno invece creato disastri nel controllo delle produzioni. Il problema è come impedire che il latte venga trattato come il petrolio grezzo, vale a dire senza tenere conto della qualità della produzione».

Ora che il libero mercato incombe, le prospettive che si aprono non sono rassicuranti. In un mercato senza regole infatti il risultato è scontato: grandi produttori che diventano più grandi, e piccoli produttori sempre più vicini a scomparire. Ma non è l’unico rischio, come ricorda Laurent Pinatel di Confédération paysanne: «Rischiamo che si crei un doppio mercato, in cui chi ha più mezzi può accedere a un settore alimentare di qualità, mentre chi è più povero deve accontentarsi di un mercato industriale. Basti pensare che qui in Francia un politico ha recentemente ammesso che il mercato industriale è necessario per sfamare le fasce più deboli. Noi siamo contrari a questo sistema, adottato in paesi come il Brasile, dove esiste addirittura un doppio ministero, per l’agricoltura industriale e per quella tradizionale».

A fronte di queste problematiche, sono diverse le soluzioni immaginate durante l’incontro. Innanzitutto un rapporto più deciso e trasparente con Bruxelles, come propone il giornalista Rossend Doménech: «Ieri sono stati assegnati qui a Cheese i premi per la resistenza casearia agli allevatori spagnoli. Non è possibile che si debba sempre resistere. Bisogna passare all’attacco, prendere pacificamente l’iniziativa contro Bruxelles. Lobby agricole e gruppi di produzione hanno rapporti poco chiari, spesso gli incontri dove vengono decise le nostre politiche alimentari non sono registrati, e i fondi dedicati a questa attività non sono rendicontati in modo trasparente: dobbiamo alzare la voce in Europa».

Pascale ha concluso sottolineando il ruolo fondamentale del consumatore nella soluzione del problema: «È chi fa la spesa a decidere il successo di un modello di mercato o di un altro. Per questo è necessario promuovere un’etichettatura efficace e potenziare l’educazione, ma soprattutto puntare sui disciplinari di produzione di questo settore. Oggi in Italia sul formaggio ci sono disciplinari rigidissimi che sono garanzia di qualità, ma si fanno ancora troppe poche domande sul latte e su come viene prodotto, da dove viene. Basterebbe investire anche solo una parte delle spese sanitarie annuali del nostro Paese in questo campo per avere un miglioramento netto e immediato nei bilanci nazionali, oltre che nella qualità della vita di ogni cittadino».

IL VINO ITALIANO NEL REGNO UNITO

si riconferma la manifestazione di

riferimento per la promozione del

vino italiano  nel Regno Unito


L'importante iniziativa svoltasi nel prestigioso Stationers Hall di Londra

 

I quattrocento operatori del settore - tra professionisti e appassionati – che hanno preso parte all’evento firmato IEM scandito da seminari, workshop, consumer tasting e incontri B2B, hanno determinato il grande successo della terza edizione di Simply Italian Great Wines Great Britain, svoltasi lunedì 7 settembre 2015 a Londra, presso lo storico palazzo Stationers’ Hall.  L’evento s’inserisce nel progetto dei tour mondiali organizzati da I.E.M. (International Exhibition Management) dedicati alla promozione del vino italiano all’estero. Trentuno aziende vitivinicole italiane, assieme a Federdoc, IVSI - Istituto Valorizzazione Salumi Italiani-, Camere di Commercio di Gorizia e Udine e Consorzio della Denominazione San Gimignano, hanno incontrato circa 400 ospiti tra importanti operatori del mercato anglosassone interessati al meglio della produzione vitivinicola italiana e un vasto pubblico di eno-appassionati.

Giancarlo Voglino e Marina Nedic

Come Camera di Commercio di Udine, assieme a quella di Gorizia, siamo particolarmente orgogliosi di aver accompagnato così tante nostre imprese al Simply Italian di Londra - dichiara il Presidente camerale udinese Giovanni Da Pozzo, e continua: “Erano ben un terzo di tutte le presenti all'evento, tra i più importanti al mondo per visibilità, contatti e opportunità di collaborazioni e lavoro. Ci siamo presentati come territorio, in network, con alcuni fra i migliori vini del nostro Friuli: ne rappresentano una delle eccellenze, delizioso portabandiera per tutta un'economia che sa distinguersi e vuole farsi conoscere sempre di più in tutto il mondo”. L’evento – scandito da seminari, workshop, walk-around e consumer tasting - si è svolto in collaborazione con la rivista di settore Decanter proponendo al pubblico una formula assolutamente vincente.

 

Lo stesso Master of Wine Peter McCombie, che per l’occasione ha condotto il seminario con degustazione guidata “Friuli Venezia Giulia: Embark on a journey of the senses”, non ha potuto nascondere il suo entusiasmo a conclusione della giornata, confermando il suo “piacere a lavorare con IEM: come sempre tutto perfettamente organizzato!”.   “È stato un vero piacere incontrare le aziende Simply Italian Great Wines provenienti da tutta Italia, compresa una delegazione di alcune delle aziende più prestigiose del Friuli” commenta invece Stephen Hobley, Business Manager di Decanter. “Gli operatori del Regno Unito e dalla Scandinavia, assieme ai lettori della rivista Decanter, hanno avuto la possibilità di degustare e scoprire alcuni dei maggiori vini italiani grazie anche alle due masterclasses organizzate da I.E.M. durante l’evento, che sono state acclamate con grande successo da espositori e visitatori”.

 

Giancarlo VoglinoMarina Nedic, Managing Directors di IEM, sono soddisfatti degli ottimi risultati e, a seguito dell’evento, riconfermano un trend molto positivo per l’export italiano nel Regno Unito, sottolineando che “negli ultimi dieci anni i nostri vini hanno fatto registrare performance positive costanti e la quota di mercato del nostro Paese è passata dal 10% del 2005 al 19% del 2014; viste le recenti evoluzioni, tale quota è destinata ad aumentare: a maggio 2015 infatti le importazioni italiane sono cresciute del 12% in valore e del 5,6% in volume rispetto lo stesso periodo dell’anno precedente (dati WineMonitor)”.

IL MOSCATO DI SCANZO,

PERLA VINICOLA  DEL BERGAMASCO

Di Luciano Scarzello

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