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Enoturismo
“SAGRANTINO RUNNING – THE WINE TRAIL”
In Umbria, la grande festa dell’outdoor è in programma il 2 e 3 novembre 2024, nel pieno del foliage autunnale delle colline e dei vigneti di Sagrantino che circondano Montefalco (Pg) e Bevagna (Pg)
Sabato 2 novembre è in programma la “EnogastroCamminata del Sagrantino®” iniziativa di enoturismo aperta a tutti con soste e degustazioni nelle cantine del territorio
Domenica 3 novembre sarà la giornata all’insegna delle gare di corsa nella natura con la “Sagrantino Wine Trail” di 22,5 Km e la “Mevania Wine Trail” di 12,5 Km mentre per le famiglie ci sarà la “Family & Nordic Walking” non competitiva e con percorso facile
C’è grande attesa, in Umbria, per la V edizione della “Sagrantino Running – The Wine Trail”, la grande festa dell’outdoor rivolta agli atleti, ma anche a famiglie e appassionati di enogastronomia, che animerà, nel fine settimana di sabato 2 e domenica 3 novembre 2024, le terre e i vigneti del Sagrantino in foliage nei comuni di Montefalco (Pg) e Bevagna (Pg).
L’atteso evento “Sagrantino Running – The Wine Trail”, inserito nel calendario regionale FIDAL (Federazione Italiana Atletica Leggera) Umbria, si terrà in questa V edizione, a Bevagna (Pg), dopo due anni di fantastica accoglienza nel comune di Montefalco (Pg), territori accomunati dalla plurisecolare tradizione vitivinicola incentrata sulla produzione del Montefalco Sagrantino Docg.
L’iniziativa è stata pensata dagli ideatori con la duplice vocazione di manifestazione sportiva outdoor, competitiva e non, capace di coinvolgere atleti e cultori della corsa nella natura e all'aria aperta, e di vero e proprio evento enoturistico, destinato ad attrarre tutti coloro che vogliano godere di uno spensierato weekend tra le colline umbre del Sagrantino, unendo il piacere di una camminata tra i vigneti tinti dei colori autunnali, all’esperienza di una visita alle tante cantine di produttori operanti sul territorio e aderenti all’iniziativa.
“Il format dell’evento “Sagrantino Running – The Wine Trail” è nato dall’intuito dei suoi fondatori, che hanno saputo sfruttare al meglio l’azzeccato posizionamento dell’Umbria come “Cuore Verde d’Italia” e la passione dei produttori di vino Sagrantino per il proprio territorio – spiega Enzo Angeli, Amministratore Unico Sagrantino Wine Trail SSD - La manifestazione, che quest’anno arriva alla sua quinta edizione, è cresciuta ad un livello quasi inaspettato, tanto da imporci un cambio di marcia che ha già comportato l’ingresso nel team direttivo di nuove persone altamente competenti, selezionate tra i comitati organizzativi di altre iconiche manifestazioni sportive a livello nazionale”.
Cuore pulsante dell’edizione 2024 della “Sagrantino Running – The Wine Trail” sarà la centrale piazza Silvestri a Bevagna (Pg), presso il Mercato Medioevale, luogo di partenza delle attività outdoor previste nel weekend del 2 e 3 novembre.
L’EnogastroCamminata del Sagrantino® di sabato 2 novembre 2024
Dopo l’apertura del villaggio per il ritiro di pettorale e pacco gara, la giornata di sabato 2 novembre entrerà nel vivo con la partenza dei diversi gruppi partecipanti all’EnogastroCamminata del Sagrantino®, una passeggiata guidata di circa 10 Km aperta a tutti, podisti e non, con un itinerario ad anello che condurrà attraverso vigne e colline alla scoperta del territorio del Sagrantino (iscrizioni entro il 30 ottobre https://sagrantinorunning.it/iscrizioni-3/ ).
Nel corso dell’itinerario dell’EnogastroCamminata del Sagrantino®, da percorrere solo ed esclusivamente camminando, si visiteranno quattro cantine dei produttori aderenti all’iniziativa, dislocate tra i territori di Montefalco e Bevagna, presso le quali i visitatori saranno accolti da un esperto sommelier che illustrerà le caratteristiche dei vini proposti e delle zone di produzione. Gli assaggi di vino e le degustazioni gastronomiche, queste ultime a cura del ristorante “La Cucina di San Pietro a Pettine” di Trevi (Pg), saranno organizzate su quattro tappe. La prima tappa sarà alle Cantine Briziarelli dove il Grechetto sarà abbinato all’uovo strapazzato al tartufo nero uncinato; la seconda tappa sarà alla Cantina Caprai con la degustazione di zuppa di legumi con olio e.v.o. e piante aromatiche con cottura in brodo di tartufo; la terza tappa presso la Cantina Adanti, dove poter degustare il brasato di vitello al Sagrantino e tartufo con patate; la quarta e ultima tappa sarà presso il Vecchio Molino sul Clitunno, dove si degusterà il Montefalco Sagrantino Passito DOCG della Cantina Romanelli e i dolci della tradizione umbra.
Al pomeriggio si darà l’avvio alla V edizione della “Sagrantino Running Young”, manifestazione trail per tesserati FIDAL riservata alle categorie giovanili, mentre durante l’intero arco della giornata verranno proposte attività ludiche di intrattenimento per i più piccoli e la sera si svolgerà un concerto in piazza.
La “Sagrantino Wine Trail” di 22.5 Km e la “Mevania Wine Trail” di 12,5 Km
La manifestazione proseguirà nella giornata di domenica 3 novembre con la partenza di due gare di corsa in natura, su distanze diverse, tra colline, campi e vigneti, con carattere sia competitivo che non competitivo. Alle ore 10 avrà inizio la “Sagrantino Wine Trail”, corsa competitiva riservata ai tesserati FIDAL che si svolgerà su un percorso di 22.5 Km, contemporaneamente si svolgerà la “Mevania Wine Trail” percorso che prevede sia una corsa competitiva riservata ai tesserati FIDAL maggiorenni, su una distanza di 12.5 Km, sia una corsa non competitiva, ideata come manifestazione ludico motoria aperta a tutti (iscrizioni fino ad esaurimento pettorali entro e non oltre il 31 ottobre https://sagrantinorunning.it/iscrizioni-3/ ).
Sempre nella mattinata di domenica 3 novembre è in calendario il “Family & Nordic Walking”, una camminata nordica per famiglie, non competitiva e con percorso facile, che abbraccerà un percorso di 8 Km (Iscrizioni https://sagrantinorunning.it/iscrizioni-3/ ).
Anche domenica, infine, ci sarà spazio per l’enogastronomia, con la Cooking Class che si terrà a Bevagna, a cura de “La Cucina di San Pietro a Pettine” di Trevi (Pg) che si esibirà sul tema del tartufo e i suoi utilizzi in cucina, proponendo un primo piatto della tradizione locale, i frascatelli al ragù di cortile con riduzione di Sagrantino e applicazione di tartufo.
La “Sagrantino Running – The Wine Trail” è organizzata dall’Athena ASD in collaborazione con l’Associazione Sagrantino Wine Trail SSD, sotto l’egida della FIDAL (Federazione Italiana di Atletica Leggera) Umbria e con il patrocinio della Regione Umbria, dei Comuni di Montefalco e di Bevagna, del Consorzio Tutela Vini Montefalco e del CONI Umbria.
Paolo Barosso
TRE AZIONI DI SVOLTA CONTRO L’OVERTOURISM (E A FAVORE DEL BUON TURISMO)
L’estate in corso ha determinato l’inserimento nel nostro vocabolario del termine inglese overtourism. La situazione invivibile nelle Cinque Terre, l’applicazione del ticket di ingresso a Venezia, l’invasione di massa di tutte le principali città d’arte (con la polemica innescata su Bologna da un articolo del New York Times, che ha raccontato il proliferare della ristorazione dei “taglieri” nel centro storico) sono aspetti profondamente critici per l’equilibrio delle zone interessate dal fenomeno, con tutte le conseguenze del caso: insofferenza delle comunità locali, perdita di residenti, chiusura di locali di servizio per le comunità, crescita di negozi turistici spesso di scarsa qualità e molto altro. Al di là delle sensazioni, i dati ufficiali dicono che l’Italia è «affetta» da disomogenea distribuzione dei flussi turistici, soprattutto internazionali. Nel 2023, il 48,1% degli arrivi turistici stranieri si è concentrato in sole sei province: Venezia (11,8%), Roma (10,2%), Bolzano (8,4%), Milano (6,9%), Firenze (5,6%), Verona (5,2%) . E non si tratta certo di un fenomeno recente. Guardando sempre alla distribuzione dei flussi nelle prime sei province italiane per numero di arrivi, il livello di concentrazione degli stranieri era pari al 53% nel 2008 e al 51% nel 2013 . Ciò significa che dal 2008 a oggi, in presenza di una crescita complessiva di ingressi internazionali, i turisti si stanno “spalmando” su più regioni anno dopo anno, così come su più mesi. Ed è sicuramente una buona notizia, perché contribuisce al contenimento del picco agostano legato al turismo interno – +4% di presenze turistiche in dieci anni (2013-2023) – e si sposa con l’allungamento della stagionalità del turismo, con un aumento più accentuato dei flussi negli altri mesi dell’anno: ciò vale in particolare per i mesi di aprile (+51% delle presenze) e di ottobre (+35%) .
Le problematiche innescate dall’overtourism, del resto, non possono e non devono trasformarsi in un movimento anti-turistico, perché così non si terrebbe conto dei benefici apportati non soltanto all’economia turistica al sistema Italia (vale il 13% del Pil), ma anche di tutti gli aspetti socio-culturali: il turismo contribuisce infatti a plasmare la cultura globale, favorendo l’incontro ed il dialogo fra differenti culture e la creazione di relazioni e, attraverso la visita, a combattere stereotipi e pregiudizi, può preservare risorse, usi e tradizioni, limitare lo spopolamento di aree periferiche a favore delle città. La vera sfida è rappresentata dal “governare” questi flussi, contenendo l’overtourism, ed è una sfida sicuramente complessa perché le azioni ad hoc per mitigare gli effetti negativi ci permetterebbero soltanto di arginare il problema. È invece necessario pensare ad interventi di sistema che vadano a modificare l’attuale governance del turismo, con l’obiettivo di ridurre le distanze tra aree ed esperienze da alto afflusso a minore afflusso per muovere i flussi turistici verso quest’ultime, creando valore economico, sociale e culturale. Affinché questo avvenga, qui tre primi step.La prima è quella di definire un modello di gestione del turismo. Oggi la situazione in Italia è frammentaria e disomogenea, con numerose best practice che potrebbero diventare esempio e modello per aree in cui invece paiono necessari interventi di innovazione. Un passaggio importante dovrebbe essere l’istituzione di un albo dei destination manager, che dovrebbero superare un esame di abilitazione. L’esame è un passaggio necessario per chi va a dirigere un’agenzia di viaggi o per chi intende fare la guida turistica, ma non per chi ha in mano le scelte che incidono sul benessere della comunità locale, sullo sviluppo del settore oltre che la gestione di fondi pubblici. Da un’analisi sulle DMO (Destination Management Organizations) italiane effettuata nel corso della mia esperienza come amministratore delegato dell’Agenzia Nazionale del Turismo-Enit emergeva che soltanto il 55% dei direttori aveva un background di provenienza legato al turismo (pubblico o privato) .
La seconda azione è l’istituzione di un centro studi nazionale con il compito di analizzare il fenomeno in profondità, mappando gli indicatori e determinando la capacità di carico delle diverse destinazioni, raccogliendo e diffondendo le migliori pratiche e proponendo soluzioni concrete ai decisori politici, diventando così un luogo di raccordo con i territori.
La terza azione di svolta prevede la valorizzazione del turismo rurale e di tutta l’enogastronomia, che è fra i driver capaci potenzialmente di consentire questo cambiamento, visto che può riequilibrare i flussi tra città e campagna ed aree interne. Come? In primis, realizzando un piano strategico nazionale capace di mettere il patrimonio enogastronomico nazionale ed i suoi asset nelle condizioni di poter creare valore duraturo per il comparto turistico italiano. Secondo l’indagine congiunta OIV-UN Tourism, 21 Paesi su 48 consultati hanno un piano strategico nazionale per l’enoturismo, e l’Italia non figura tra questi (a differenza di diretti competitor come la Spagna) . E poi, lo sviluppo del turismo delle aree interne richiede la proposta di un modello innovativo, perché qui non si può replicare quanto è efficace per Roma o Milano. Un esempio su tutti sono i trasporti: molto focus è stato dato sul tema taxi nei capoluoghi, ma come possiamo efficacemente portare i turisti all’interno del Molise o della Basilicata? Infine, la promozione e l’informazione vanno reimpostate: infatti è sempre più forte l’interesse dei turisti nello scoprire destinazioni minori e poco conosciute, basti pensare che il 93% degli italiani vorrebbe fare un viaggio alla scoperta dei piccoli borghi dell’entroterra italiano, principalmente poiché li considera luoghi di grande fascino e cultura, ma solo il 58% ne ha compiuto almeno uno nell’ultimo anno. E l’esistenza di un desiderio diffuso si può concretizzare soltanto se sussistono specifiche condizioni, in primis l’accessibilità con i mezzi pubblici e l’informazione che sono i principali punti carenti per chi vi ha svolto un viaggio .
Roberta Garibaldi
GO TO VENETO
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VALPOLICELLA L'EVENTO IN BICICLETTA ATTRAVERSO LE CANTINE
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AIRBNB PREMIA MONTEPULCIANO COME META PREDILETTA PER IL VINO
Montepulciano
Il vino è da sempre un attrattore turistico, è sicuramente un motivo in più per viaggiare, e in Valdichiana Senese si sa da tempo. In questo territorio, nel sud della Toscana, le esperienze legate al vino e ai tour nelle vigne sono sempre più in voga.
In una zona come questa, l’obiettivo della Strada del Vino Nobile di Montepulciano e dei Sapori della Valdichiana Senese, è far apprezzare ai visitatori il prodotto vitivinicolo e le eccellenze agroalimentari locali e allo stesso tempo invitarli a vivere la vera accoglienza rurale o in dimore storiche. Ora lo afferma anche Airbnb che ha da poco stilato una classifica per le mete vitivinicole italiane più richieste, e mette sul podio, al secondo posto, Montepulciano. Il borgo della Valdichiana, sempre più desiderato, ha una forte dedizione alla produzione del rosso nettare, e chi arriva qui non si perde di certo una visita alle suggestive cantine storiche in centro o una buona degustazione. Montepulciano, dunque, un vero “regno del vino”, dove il palato gioisce con il Rosso di Montepulciano e con il Vino Nobile di Montepulciano che questa estate ha acquisito “Pieve” su quella che è l’etichetta della prima Docg d'Italia (in commercio dal 1° gennaio 2025 con l'annata 2021).
“Da sempre crediamo che i tour e le esperienze che proponiamo sul nostro sito valdichianaliving.it possano essere un ottimo volano per il territorio e anche i risultati che stiamo ottenendo vanno in questa direzione - dichiara Bruna Caira, Direttrice della Strada del Vino Nobile di Montepulciano che lavora in tandem con Valdichiana Living. Confrontando il 2022 con il 2023, nel periodo maggio-settembre, notiamo che tour ed esperienze legati ai prodotti tipici sono aumentati del 20% andando a coinvolgere soprattutto coppie e stranieri (85%), con un’alta percentuale di americani. I wine tour, quelli alla scoperta delle cantine storiche o dei piccoli produttori, oppure gli scenografici pic-nic in vigna sono soltanto alcune delle idee proposte e molto richieste”.
“La Strada del Vino Nobile di Montepulciano e dei Sapori della Valdichiana Senese, come realtà territoriale, si pone l’obiettivo di porre particolare attenzione verso quella ospitalità che si allontana dall’extralberghiero, sempre più diffusa, prediligendo invece hotel, dimore storiche e agriturismi – sostiene il Presidente della Strada, Doriano Bui. I viaggiatori che arrivano in Valdichiana Senese apprezzano proprio il “saper fare accoglienza” in questa area in luoghi di eccellenza, magari circondati dai vigneti che disegnano questa terra del sud della Toscana”.
Una terra dove ci sono numerosi luoghi nei quali la ricettività si associa alla produzione vitivinicola, da aziende come Manvi e Il Molinaccio, entrambi piccoli produttori che propongono anche accoglienza vista vigneti, a Salcheto che da fattoria multiculturale è diventata una casa vinicola ad alto contenuto qualitativo ed innovativo. Soggiornare qui vuol dire entrare in contatto con chi fa vino puntando tutto sulla sostenibilità (Salcheto è la prima azienda al mondo ad aver certificato la Carbon Footprint di una bottiglia di vino). Questi sono solamente alcuni esempi per vivere Montepulciano magari tornando a casa con una delle food box del progetto “Valdichiana Eating”, dove le eccellenze gastronomiche incontrano i vini del territorio.
Ma tornando a Montepulciano e ai vigneti se i turisti non mancano nemmeno i nuovi investitori. È il caso dei Marchesi Frescobaldi che dopo l’acquisto della Tenuta Calimaia, che si estende per circa 70 ettari con vigneti a 300 metri sopra il livello del mare, ora hanno annunciato l’uscita sui mercati internazionali della Riserva 2019 del Tenuta Calimaia vino Nobile di Montepulciano Docg. Vino che, con una maturazione di 36 mesi in barriques di rovere e 6 mesi di affinamento in bottiglia. Un prodotto eccellente, dunque, che conquisterà e mette in risalto il grande lavoro che c’è dietro ogni bottiglia.
Valerio Tavani