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Enoturismo

TURISMO: NASCE “RETE VALPANTENA” CON 6 AZIENDE LEADER DELLA VALLE VERONESE

 

NICOLETTO (PRESIDENTE): RETE APERTA, OBIETTIVO SVOLTA TURISTICA ED ECONOMICA DEL TERRITORIO

 

Nasce ‘Rete Valpantena’, il network di valorizzazione e promozione delle produzioni agroalimentari e dell’offerta enogastronomica di un territorio identitario, altamente vocato alla qualità in tutte le sue espressioni e che vede ai nastri di partenza la collaborazione tra Agricola Pernigo, Angelini Wines & Estates, Costa Arente, La Collina dei Ciliegi e Ca’ del Moro Wine Retreat, Ripa della Volta e il Ristorante La Cru con Villa Balis Crema. Un progetto, quello delle Rete, originato dal confronto di sette imprenditori visionari che, nel condividere fieramente l’appartenenza alla Valpantena, mettono ora a fattore comune una strategia di azione a medio e lungo termine per sviluppare progetti di identità territoriale, in grado di coinvolgere un pubblico sempre più ampio in Italia e all’estero.

“Ci siamo posti l’obiettivo ambizioso di incrementare la capacità innovativa e la competitività della Valpantena: un caleidoscopio paesaggistico, produttivo, culturale, enogastronomico e ricettivo ancora sottostimato e ai margini dell’offerta turistica veronese – spiega Ettore Nicoletto, ceo di Angelini Wines & Estates e alla guida della neocostituita Rete Valpantena –. Basti pensare che nel 2019, e quindi ben al di fuori dell’emergenza sanitaria, il turismo in questa vallata incideva solo per lo 0,3% sul totale registrato nell’intera provincia di Verona. Un dato irrisorio, caratterizzato prevalentemente da arrivi di prossimità durante i mesi estivi. Siamo convinti – conclude Nicoletto – che serva una svolta sinergica in grado di canalizzare in Valpantena progetti di crescita virtuosa, senza intaccare il grande patrimonio naturalistico che la identifica. Una mission imprenditoriale, quindi, che intendiamo concretizzare portando al tavolo anche altri player della valle, oltre alle amministrazioni coinvolte”.

Infatti “Rete Valpantena è una aggregazione di imprese aperta, pronta a convogliare nel network ulteriori ambasciatori delle eccellenze locali – sottolinea Massimo Gianolli, vicepresidente della nuova realtà di cooperazione e presidente de La Collina dei Ciliegi -. Le sei aziende che hanno dato avvio al progetto dimostrano che è possibile superare sia i limiti dimensionali che quelli della concorrenza interna.  Abbiamo dato avvio a una rete fatta di molte voci – aggiunge Gianolli – accomunate dall’obiettivo di creare finalmente il brand Valpantena”.

Sono sei i punti programmatici alla base del modello cooperativistico di Rete Valpantena sottoscritto dalle aziende fondatrici: valorizzazione dell’identità territoriale; individuazione e promozione di percorsi turistici, enogastronomici, prodotti di eccellenza e attività per il tempo libero; creazione di sinergie e di un circolo virtuoso tra tutte le attività coinvolte nel progetto; incentivazione di nuove realtà imprenditoriali per accrescere l’effetto moltiplicatore e la tutela della bellezza della valle e delle sue caratteristiche paesaggistiche.

Le aziende di Rete Valpantena sono tutte situate tra i 200 e i 600 metri di altitudine a Nord Est di Verona, a circa 17 km dal centro. Complessivamente la rete esprime un fatturato di oltre 16 milioni di euro (dato 2021).

I sette imprenditori della Rete sono: Andrea Pernigo (Agricola Pernigo); Ettore Nicoletto (Angelini Wines & Estates – Bertani); Igor Boccardo (Costa Arente di Genagricola – Le Tenute del Leone Alato); Massimo Gianolli (La Collina dei Ciliegi e Ca’ del Moro Wine Retreat); Tommaso Zanini e Francesco Montresor (Ripa della Volta) e Diego Zecchini (Ristorante La Cru e Villa Balis Crema).

La Valpantena (Valle degli Dei) è una valle alluvionale prealpina di cui fanno parte i sei comuni di Grezzana, Quinto di Valpantena, Santa Maria in Stelle, Novaglie, Sezzano e Bosco Chiesa Nuova per un totale di circa 19mila abitanti e una superficie di circa 30 km. I primi segni della presenza dell'uomo risalgono all'età del bronzo (II millennio a.c.). La valle è caratterizzata da una economia prevalentemente agricola e da estrazione di ghiaia e marmo.

 

 

Marina Catenacci 

Cantine Aperte

 
WineCoins
 
 
5 EVENTI IMPERDIBILI
 
 
Torna Cantine Aperte l'ultimo weekend di maggio, l'appuntamento più importante e apprezzato da tutti gli appassionati di enoturismo.
 
 
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IL PRANZO DEL CANTINIERE - Ca' Tullio, Udine
 
In occasione di cantine aperte Ca' Tullio apre le porte della cantina per far conoscere i propri vini. Musica/dj set allieteranno un gustoso pranzo.
 
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UN SALTO DENTRO LA BOTTIGLIA - Fattoria di Poggiopiano, Firenze
 
Visita guidata al nuovo impianto di Malvasia Nera e Abrusco e possibilità di  visitare l'area di affinamento in legno e terracotta. Ad arricchire la degustazione dei vini Bio interessanti extra.
 
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VERTICALE DE L'ARRINGATORE - Goretti, Perugia
 
Degustazione speciale di 4 annate per scoprire le diverse sfumature del rosso protagonista della Cantina Goretti insieme al produttore. 
 
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GRIGLIATA IN VIGNA - Tenuta la Pineta, Arezzo
 
Bistecche e filari, pranzo in vigna con grigliata. In collaborazione con Davide butcher alla Bottega della Carne, e Fabrizio Chef e patron del Ristorante Battibecco.
 
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VINO IN VIGNA, WEEKEND BIO - Novaia, Valpolicella
 
Un'immersione nei vini biologici Novaia durante la quale sarà presentato il vino naturale “Valpolicella Classico FA PULITO” senza solfiti aggiunti.
 
PRENOTA
 

SEMPRE PIÙ VERDE E CON LE DONNE AL TIMONE.  CON SLANCIO, STILE E CREATIVITÀ L’ENOTURISMO ITALIANO RIPRENDE IL LARGO

 

 

Più giovane, più femminile, più sostenibile: il settore si rigenera dopo la battuta d’arresto della pandemia. Ma c’è bisogno di formazione professionale, di una capillare digitalizzazione dei territori e di una cabina di regia nazionale formata dalle migliori competenze. Le previsioni per il Paese: il ritorno ai grandi numeri entro il 2022 per il 57% del campione. Toscana regione più attrattiva, ma in Piemonte vince la destagionalizzazione. L’indagine di Nomisma Wine Monitor presentata a Vinitaly con il ministro Stefano Patuanelli

Il turismo del vino italiano è gestito dalle donne e si diversifica nelle varie parti d’Italia sia nei servizi offerti che nel tipo di clientela. È soprattutto nel Centro-Sud che si cerca con creatività di diversificare le tipologie d’offerta mentre nel Nord Ovest c’è un turismo più ricco e di stranieri, ma solo il 18% dei visitatori spende più di 100 euro. Per le piccole e medie imprese l’attività enoturistica è fondamentale e pesa per il 14% e il 12% sul fatturato totale.   

Il Covid ha segnato una forte battuta d’arresto, ma per la maggioranza dei sindaci dei territori enoturistici italiani la situazione pre-pandemica è alle porte. L’idea generale è che torneremo presto ai grandi numeri del 2019 (erano 14 milioni le visite, 2,5 miliardi di euro il giro d’affari; fonte XVII Rapporto Città del Vino) e questo risultato, secondo il 57% dei sindaci delle Città del Vino, si realizzerà a livello nazionale entro il 2022; per i più “pessimisti”, invece, dovremo attendere il 2023.

Nel frattempo il turismo del vino è stato costretto a riposizionarsi, ma appropriandosi di nuovi valori e stili, orientato sempre più verso gli spazi aperti, la comunicazione in social network, la formula di esperienza a tutto tondo: la cantina, il vino, l’ambiente, il paesaggio, il borgo, la piazza, la ristorazione, l’offerta culturale e di tempo libero. In una parola: il territorio.

Queste le principali novità scaturite dalla nuova indagine dell’Osservatorio nazionale “Città del Vino”, presentato oggi a Vinitaly e promosso da Città del Vino, da Associazione Nazionale Le Donne del Vino e Associazione La Puglia in Più. A intervenire nello Spazio Mipaaf, il ministro per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Stefano Patuanelli; Donatella Cinelli Colombini, presidente dell’Associazione Donne del Vino; il Senatore Dario Stéfano, primo a legiferare sull’accoglienza turistica in cantina, e Angelo Radica, presidente dell’Associazione Nazionale Città del Vino, nonché sindaco di Tollo (Chieti). Ha moderato la giornalista Lara Loreti, IlGusto (La Repubblica, La Stampa).

Il questionario e l'analisi sono stati curati da Nomisma – Wine Monitor, maggior centro di ricerca italiano sul wine business, sotto la guida di Denis Pantini. Le rilevazioni sono state effettuate tra fine gennaio e febbraio 2022 su 92 Comuni italiani e 150 aziende con metodo Cawi. Vediamo nel dettaglio i punti salienti.

 

L’ENOTURISMO VISTO DALLE CITTÀ DEL VINO
Secondo i Comuni la pandemia ha determinato performance peggiori (35%) e decisamente peggiori (30%) rispetto al 2019, ma per 6 Comuni su 10 il turismo del vino tornerà presto a una situazione pre-pandemia, percepita come temporanea. E per oltre la metà (57%) questo avverrà nel 2022; per il 29% invece bisognerà attendere il 2023. Questa la visione per il proprio Comune, in ambito nazionale invece le proiezioni degli intervistati sono meno ottimistiche: 49% contro 33%. Per i sindaci delle Città del Vino è strategico avere un piano di promozione e comunicazione (91% delle risposte), fondi a sostegno dei Comuni (86%) e delle aziende vitivinicole (84%), fino ad arrivare a incentivi fiscali per l’enoturista (62%); un modo intelligente e nuovo, questo, per sostenere un fenomeno che può dare ancora tanto al Paese, ai territori, all’impresa e al lavoro.

CHI È IL NUOVO ENOTURISTA?

Il nuovo enoturismo è decisamente esperienziale, abbinando il vino alle altre risorse del territorio (79%), è digitalizzato (77%), predilige l’aria aperta (73%), ma è di breve durata (71%) e di prossimità (67%); però anche molto internazionale (66%), aperto alle generazioni (59%) e sempre più al femminile (57%). Il nuovo enoturista è un giovane sotto i 35 anni (60%), con un livello di istruzione inequivocabilmente alto (95%), anche per il reddito superiore (84%). E ancora: in prevalenza un cittadino (75%) che fa vacanze enoturistiche di breve durata (71%) e di prossimità (67%). È tuttavia un turismo del vino più di breve che di lunga durata, più di prossimità che di largo raggio, ancora molto internazionale ma sempre più apprezzato dagli italiani, aperto e trasversale alle generazioni. Un turismo del vino per tutte le età – dai giovani in su – e soprattutto sempre più al femminile, nella domanda come nell’offerta. 

 

I TERRITORI TOP FIVE IN ITALIA 

I territori top five sono nell’ordine: Toscana, Piemonte, Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia. Guidano la classifica del sud, al sesto e settimo posto, la Sicilia e la Puglia. Invece i principali fattori di attrattività sono di contesto: la cultura e l’arte, il paesaggio, a seguire la qualità e la notorietà dei vini, la capacità di accogliere gli stranieri e la varietà dei territori.

 

FORMAZIONE, VARIETÀ DELL’OFFERTA, SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

Invece nella relazione con la filiera sono ritenute molto utili la formazione del personale, i corsi di accoglienza e degustazione, ma anche i servizi commerciali e di marketing per lo sviluppo dell’enoturismo, i corsi di lingue straniere e sulle competenze digitali. Sulla governance i punti di forza espressi dalle Città del Vino sono: la varietà di vitigni e vini (97%), i paesaggi e la bellezza dei territori (96%), la varietà e la qualità gastronomica (95%) e i contesti storico-artistici (90%). Sono da migliorare, tuttavia, la formazione del personale enoturistico in ambito informatico (92%), l’organizzazione dei servizi turistici (85%), la capacità di accogliere gli enoturisti stranieri (77%).

Per i sindaci delle Città del Vino i fattori chiave per il rilancio enoturistico nel 2022 sono la gestione della sostenibilità ambientale, economica e sociale (93%), la tutela del paesaggio rurale (91%), l’accessibilità dei territori - strade, parcheggi, servizi per disabili – (89%), la connettività capillare a banda larga (80%) e la pianificazione territoriale e urbanistica (75%); che sono poi i settori di maggior impegno delle Città del Vino per migliorare la loro attrattività.

 

LE DONNE E IL TURISMO DEL VINO

La presenza delle donne nelle imprese del vino si concentra nel marketing e comunicazione dove sono l’80% degli addetti, nell’enoturismo e nelle altre attività turistiche dove sono rispettivamente il 76-75% degli occupati. Prevalgono leggermente anche nel commerciale (51%) mentre nel vigneto e in cantina la loro quota crolla al 14%. Possiamo dire quindi che il gentil sesso trasforma il vino tricolore in euro. Nella fase post Covid le donne crescono anche fra i visitatori delle cantine benché non come i millennials che hanno fatto un autentico boom. La maggior presenza di enoturisti donne ha determinato persino la nascita di proposte ad hoc che sono concentrate a Sud (58%) e nelle grandi cantine (77%).

 

NON ESISTE UN ENOTURISMO ITALIANO MA MOLTI MODELLI DI ENOTURISMO

Attualmente la wine hospitality si concretizza, nel 99% dei casi, dalla degustazione a cui si associano la vendita diretta (96%) e la visita guidata degli impianti produttivi (94%).  

Fra le cantine, c’è una percentuale del 33-40% che offre anche pasti, pernottamenti o altre attività di tipo agrituristico, anche organizzate in soggiorni a tema. Meno del 20% del totale ha cercato di organizzare qualcosa di davvero particolare come un corso di cucina oppure una esperienza di vendemmia. Le più restie a implementare l’offerta enoturistica “basic” con elementi accessori sono le cantine del Nord Ovest mentre le più strutturate sono nel centro Italia dove la visita con assaggio è spesso arricchita dall’offerta di prodotti tipici, trekking, escursioni ai centri d’arte nei dintorni, corsi di cucina e benessere.

 

A NORD OVEST GLI ENOTURISTI RICCHI E STRANIERI, AL SUD LE ESPERIENZE ENOTURISTICHE PREMIUM

La forbice fra aree d’Italia dove l’accoglienza in cantina è più diversificata e quelle dove si esprime su modelli ripetitivi, anche se forse con standard eccellenti, rischia di aggravarsi nel futuro. Infatti nel Nord si registra una scarsa propensione a uscire dallo schema visita + assaggio e vendita (42% nel Nord Est e 47% nel Nord Ovest) mentre il 62% delle cantine del Sud progetta di aumentare il numero delle esperienze che offre. Nel 77% delle grandi cantine vengono organizzate attività ad hoc per i turisti stranieri, circostanza prevedibile vista la loro maggiore presenza nei mercati esteri. La maggior presenza di turisti stranieri la scopriamo nel Nord Ovest (45%) o nel Sud e isole (29%); al centro dominano gli italiani di altre regioni (45%) e al Sud l’enoturismo è più regionale (32%). Le top 5 nazionalità per il turismo straniero vede la Germania prima, seguita da Svizzera, Paesi Bassi, Belgio e Austria. Pesa, su questo risultato, la crisi del turismo statunitense in Toscana, circostanza che ha privato la regione capofila del turismo del vino italiano, della sua tradizionale clientela alto spendente. Questo spiega anche perché l’analisi del valore medio degli scontrini delle cantine veda in testa il “Piemonte e dintorni” e il centro Italia solo in seconda posizione seguito dal Nord Est.

 

SOLO IL 18% DEI VISITATORI SPENDE IN CANTINA OLTRE 100 EURO

Va comunque detto che l’acquisto medio degli enoturisti è nella fascia 50-100 euro e solo il 18% dei visitatori spende più di 100 euro. Tenendo presente questa circostanza risulta sorprendente come le esperienze “premium” a prezzo più alto, che costituiscono la vera novità post covid, siano maggiormente presenti fra le offerte del centro e del Sud Italia (42%) invece che nel Nord Ovest (24%). Le animazioni enoiche più costose e elaborate vengono organizzate soprattutto delle cantine più grandi (62%) mentre sono poco presenti fra le attività delle piccole imprese (32%).

In linea generale, la segmentazione delle proposte enoturistiche – per prezzo e impegno organizzativo - è costruita dalle imprese del vino in base a logiche diverse: a nord si basa sulla capacità di spesa dei clienti, al centro, più correttamente, sulla motivazione di viaggio. Scelta che mostra un lodevole attitudine “customer oriented”. L’enoturismo appare più destagionalizzato nel Nord Ovest – probabilmente anche grazie all’abbinamento con il tartufo mentre scendendo verso Sud sembra più concentrato sui mesi estivi. Comunque solo l’8% delle cantine italiane è aperta tutto l’anno.    

 

 

LE DICHIARAZIONI

«Avere una cabina di regia nazionale è fondamentale e i tempi sono maturi per costituirla e rilanciare con una visione d’insieme il turismo del vino, un settore che può decollare con la fine della pandemia assicurando benessere, lavoro, socialità, qualità della vita e dell’ambiente – dichiara il presidente di Città del Vino, Angelo Radica -. Chiediamo dunque al Ministro di accogliere la nostra richiesta di istituire al più presto una squadra di esperti, uomini e donne, dei settori pubblico e privato, scientifico e aziendale, capace di sviluppare al meglio le potenzialità enoturistiche del nostro Paese».

«Raccogliamo l’invito delle Città del Vino al ministro Patuanelli di usare l’indagine come elemento fondante della cabina di regia nazionale dell’enoturismo – dichiara Donatella Cinelli Colombini, presidente delle Donne del Vino – Vorremmo un centro che studi, indirizzi e promuova quello che appare un settore nuovo e performante del business agricolo. Le nostre imprenditrici agricole vogliono far parte di questa squadra per portare idee e valore». «I dati della presente ricerca ci restituiscono il sempre più evidente protagonismo che l’enoturismo va assumendo anche nel nostro Paese – dice il senatore Dario Stefàno - a cui si associa un’evidenza tanto nuova e interessante data dalla capacità di questa tipologia di turismo di essere una straordinaria leva per la parità di genere in ambito salariale. In modo quasi paradossale, infatti, proprio in quel settore primario da sempre retaggio e appannaggio maschile, il presente studio conferma la crescita della presenza femminile soprattutto nella parte relativa al commercio e alla promozione che porta a significativi risultati in ambito di “gender pay gap”. A valle di questo studio, è sempre più evidente la necessità di continuare ad avere dati come questi al fine di meglio accompagnare il processo di sviluppo di un fenomeno che, nonostante la crisi da Covid 19, è chiamato a crescere, e che giusto nel 2019 vedeva conferito al nostro Paese l’ambito riconoscimento - a livello globale - di meta preferita per gli enoturisti».

 

Fiammetta Mussio

BEST OF WINE TOURISM, IL 20% DELLE CANTINE VERONESI PARTECIPA ALLA RETE PER L’ACCOGLIENZA ENOTURISTICA

 

 

Al via la sesta edizione del concorso Best of Wine Tourism che crea una rete di esperienze di tra cantine vinicole e, per il secondo anno, anche imprese dell’olio

Verona, 18 febbraio 2022. Scade il 28 febbraio il termine per iscriversi alla sesta edizione del concorso Best of Wine Tourism cui ha partecipato negli ultimi 6 anni il 20% delle cantine vinicole veronesi. Il concorso mira a creare una rete di esperienze tra imprese del vino e, dallo scorso anno, anche imprese dell’olio. Il turismo enogastronomico rappresenta un’importante opportunità per il turismo di prossimità e per agganciare i flussi di turisti stranieri. Il concorso è organizzato dalla rete Great Wine Capitals, cui la Camera di Commercio ha aderito per Verona, unico territorio vinicolo italiano rappresentato nell’associazione che raggruppa le principali aree vinicole a vocazione turistica del mondo con l’intento di una promozione coordinata del comparto. Nella strategia di promozione unica delle offerte turistiche e di accoglienza del territorio veronese, coordinata dalla Camera di Commercio di Verona Best of Wine Tourism, svolge un fondamentale mappando l’offerta turistica per il settore dell’enogastronomia. Tutte le esperienze di eno e oleo turismo saranno raccolte in una Guida che sarà distribuita in Italia e all’estero e i vincitori delle sette categorie saranno promossi a livello internazionale.

 “La pandemia ha cambiato drasticamente la visione del turismo - afferma il Vice Presidente della Camera di Commercio di Verona, Paolo Tosi – al momento prevale il turismo di prossimità, il “viaggiare sostenibile” e si privilegiano luoghi meno affollati. Tra le altre opzioni, interessanti per le nostre imprese enoturistiche, risultano apprezzati i protocolli rigidi anti-Covid e la conduzione famigliare”.

 

In questo contesto la Camera di Commercio con il Concorso Best Of Wine Tourism premia le aziende vitivinicole e di servizio nel mondo del vino che si distinguono per la qualità dei loro servizi turistici. Si può concorrere in diverse categorie. Sei sono per le imprese vitivinicole: ricettività, ristorazione, architettura e paesaggio, arte e cultura, esperienze innovative per l’enoturismo e pratiche sostenibili per l’enoturismo. Una settima categoria è prevista per le imprese di servizio alla filiera del vino. Tutti i partecipanti entreranno nella Guida “Verona Wine and Olive Oil Tourism” con una pagina dedicata.

Per partecipare è necessario compilare la seguente domanda on line al link         https://questionari.vr.camcom.it/index.php/329318?lang=it

La rete delle grandi Capitali del Vino comprende Verona assieme a Adelaide (South Australia), Bilbao e Rioja (Spagna), Bordeaux (Francia), Losanna (Svizzera), Mainz (Germania), Mendoza (Argentina), Porto (Portogallo), San Francisco e Napa Valley (Usa), Valparaìso, Casablanca Valley (Cile) e Cape Town (Sudafrica).

Il concorso Best of Wine Tourism:

Visitare un museo del vino, fare un picnic tra i vigneti o addirittura soggiornarvi, adottare una vigna, festeggiare il proprio compleanno in vigna con un barbecue o visitare i campi in bici elettrica, mountain bike e anche in vespa, fare una degustazione virtuale, imbottigliare il proprio vino. Sono solo alcune delle esperienze creative che gli enoturisti possono sperimentare nelle aziende vitivinicole veronesi, valorizzate in tutto il mondo dalla Camera di Commercio con il Concorso Best of Wine Tourism.

… l’oleoturismo

Dalla partecipazione alla raccolta delle olive alle visite guidate in frantoio per conoscere le fasi del ciclo produttivo dell’olio, passando per le degustazioni, i corsi di assaggio e di cucina, i laboratori per famiglie e bambini, le cene a tema, le camminate e i pic-nic e ogni genere di evento che ha come protagonista l’extravergine di oliva, alimento principe della dieta mediterranea. Una raccolta di esperienze indimenticabili e spesso all’avanguardia, create per il turista appassionato di olio e tutte da vivere, attraverso le quali si intende promuovere il paesaggio e il prodotto, in un mix indissolubile che lega la cultura dell’olio all’identità della terra e della gente che lo produce.

 

Maddalena Faedo

LA STRADA DEL VINO E DEI SAPORI LANCIA TASTE&BILE ESPERIENZE DI GUSTO DA FARE SU DUE RUOTE  

 

 

Con questo terzo video, che segue quelli dedicati a Taste&Walk e Taste&Train, l’Associazione propone un altro modo di vivere un’esperienza turistica ed enogastronomica unica, raccontando una giornata trascorsa in bike tra vigneti e castagneti, soste gourmet e visite in cantina. Anche in questo caso, l’itinerario è gestibile in completa autonomia: un invito a vivere il Trentino tutto l’anno e una originale idea regalo per le prossime festività

 

È possibile andare alla scoperta degli splendidi paesaggi e delle prelibatezze enogastronomiche del Trentino in sella a una bici, pedalando in completa autonomia nel cuore di paesaggi di grande fascino e concedendosi interessanti e golose soste lungo il percorso? Naturalmente sì: non a caso, con Taste&Bike, la Strada del Vino e dei Sapori del Trentino conclude il trittico di video dedicati ad altrettante Esperienze di Gusto avviato nei mesi scorsi con Taste&Walk e Taste&Train. Un invito a visitare il Trentino e viverne appieno il territorio in diverse stagioni dell’anno seguendo itinerari suggestivi. E una conferma che destagionalizzare il flusso turistico si può.

 

La clip di Taste&Bike racchiude in meno di tre minuti l’intensa giornata vissuta da due amici, che prende il via tra vigneti e panorami mozzafiato con una visita e una degustazione in cantina, prosegue in un castagneto secolare e con un meritato pranzo a base di prodotti di stagione e riprende con una visita a un apicoltore per degustare il miele locale, fino a concludersi con la visita di un’altra cantina e un brindisi di commiato. Insomma, un concentrato di territorio e tipicità enogastronomiche, puntellato dalle molte attività che si possono vivere lungo la Strada del Vino e dei Sapori del Trentino.

 

Una quindicina i percorsi già dettagliati sul sito della Strada, che si sviluppano sui vari territori di competenza – dalla Valle dei Laghi alla Valle di Cembra, dalla Piana Rotaliana alla Vallagarina, fino agli altipiani cimbri e alle zone del Bleggio e del Lomaso, passando ovviamente anche per il capoluogo di Trento – ma lo staff è a disposizione dell’ospite per creare delle alternative “tailor made” sulle specifiche esigenze di ognuno, oltre che per agevolare il noleggio del mezzo, se necessario.

 

Il video è disponibile al link bit.ly/tastebike, sul sito www.tastetrentino.it/esperienzedigusto e sul canale Youtube della Strada del Vino e dei Sapori del Trentino (link), con tutti i dettagli, oltre che sugli altri canali social dell’Associazione (Strada Vino Trentino su Facebook e VinoDolomiti su Instagram). L’obiettivo è raggiungere i potenziali ospiti sia trentini, sia provenienti da fuori provincia.

 

Le Esperienze di Gusto, al pari dei Viaggi di Gusto, pacchetti della durata di due o più giorni, e delle vacanze costruite su misura, oltre ad offrire esperienze esclusive e memorabili, impreziosite dai racconti e dalle esperienze dei produttori, possono diventare anche delle originali idee regalo per le prossime festività.

 

 

Stefania Casagranda

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