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Gastronomia

#CARBONARADAY (6 APRILE): UNA VOLTA SU 3 LA RICETTA È “SBAGLIATA”

 La top ten delle carbonare più stravaganti

il 6 aprile torna il #CarbonaraDay, la spaghettata social più amata al mondo - l'anno scorso ne hanno parlato circa 1 miliardo di pasta lovers e i pastai italiani di Unione Italiana Food celebrano il piatto di pasta più goloso su Twitter, Facebook e Instagram, per chiedere a tutto il mondo di condividere la propria versione della "carbonara”.

Una, nessuna e centomila Carbonare: migliaia di interpretazioni e le origini controverse la confermano come la ricetta più amata, interpretata e discussa sui media e sui social in tutto il mondo. Ne è la prova la recente polemica innescata dal Financial Times sulla paternità del piatto. C'è chi è fedele all'originale, chi propone variazioni sul tema e chi la stravolge con versioni irriconoscibili, non ultima la Carbonara al pomodoro del New York Times che, per la seconda volta, ha fatto infuriare la rete. Per questo il tema del 7° #CarbonaraDay è #TheRealCarbonara. Per stabilire se in rete sono più diffuse le carbonare "rivisitate” o #TheRealCarbonara, i pastai di Unione Italiana Food hanno commissionato ad AstraRicerche il primo censimento della Carbonara nel mondo, analizzando sul web i trend più virali delle carbonare reinterpretate.

In tutto il mondo, nel 36% dei casi si tratta di ricette "sbagliate”, che è addirittura un po' azzardato chiamare Carbonara (e che vivono prettamente all'estero). Il 61% delle preparazioni restano fedeli alla purista #TheRealCarbonara o aggiungono ingredienti e variazioni sul tema accettabili (4%). È negli USA e in UK che crescono le ricerche più strane. Guardando a casa nostra, 7 italiani su 10 conoscono gli ingredienti necessari, considerando come imprescindibili guanciale (e, con una discreta tolleranza, pancetta), uova, pecorino o parmigiano e pepe. E se 6 italiani su 10 rispettano l'utilizzo degli ingredienti giusti, anche in casa nostra non manca un certo estro interpretativo: 1 italiano su 5 (soprattutto uomini) si avventura nelle "diversamente carbonare” con un ingrediente fuori dagli schemi.

 

Ivana Calò

 

 

#CARBONARADAY (6 APRILE): UNA VOLTA SU 3 LA RICETTA È "SBAGLIATA”   ECCO LA TOP TEN DELLE CARBONARE PIÙ STRAVAGANTI (E DOVE SI CUCINANO)

  • I pastai di Unione Italiana Food hanno realizzato il primo censimento della Carbonara nel mondo, analizzando sul web i trend più virali sul piatto di pasta più interpretato al mondo, a volte fino all'eccesso...
  • Le versioni "sbagliate” si concentrano maggiormente all'estero (USA e UK sul podio) mentre 6 carbonara lover nel mondo restano fedeli alla ricetta originale (circa il 61%) o aggiungono ingredienti accettabili (4%)
  • Sei italiani su 10 la preparano classica, mentre 1 su 5 declina il piatto in versioni regionali con 'nduja, pistacchio e tartufo.
  • Maratona social il 6 aprile, alle ore 12.00, in diretta sui canali social WeLovePasta con i pastai di Unione Italiana Food con gli hashtag #CarbonaraDay e #TheRealCarbonara

Una, nessuna e centomila Carbonare: migliaia di interpretazioni e le origini controverse la confermano come la ricetta più amata, interpretata e discussa sui media e sui social in tutto il mondo: ne è la prova la recente polemica innescata dal Financial Times sulla paternità del piatto. C'è chi è fedele all'originale, chi propone variazioni sul tema e chi la stravolge con versioni irriconoscibili, non ultima la Carbonara al pomodoro del New York Times che, per la seconda volta, ha fatto infuriare la rete. Per questo il tema del 7° #CarbonaraDay è #TheRealCarbonara: ovvero quanto è consentito modificare una ricetta per poterla chiamare ancora Carbonara? Torna il 6 aprile il #CarbonaraDay, la spaghettata social più amata al mondo - l'anno scorso ne hanno parlato circa 1 miliardo di pasta lovers e i pastai italiani di Unione Italiana Food celebrano il piatto di pasta più goloso su Twitter, Facebook e Instagram, per chiedere a tutto il mondo di condividere la propria versione della "carbonara”.

 

"Una, nessuna, centomila carbonare”: ecco il primo censimento delle carbonare globali

Per stabilire se in rete sono più diffuse le carbonare "rivisitate” o #TheRealCarbonara, i pastai di Unione Italiana Food hanno commissionato ad AstraRicerche il primo censimento della Carbonara nel mondo, analizzando sul web i trend più virali delle carbonare reinterpretate. La ricerca è stata condotta nel mese di marzo sui contenuti creati dagli utenti sui social (Twitter, Facebook e Instagram) e sul web (attraverso Google Trends): oltre 4.600 i contenuti tracciati con l'hashtag #carbonara, pubblicati in più di 20 differenti lingue, accompagnati dalla fotografia o persino da un filmato di un piatto di carbonara, per un totale di oltre 4,5 milioni di visualizzazioni (per la Top Ten delle Carbonare più creative, vedi Focus 1).

 

Felicetti: "Pasta un piatto che unisce. bene le fantasia, ma se si esagera non chiamatela carbonara”

Secondo Riccardo Felicetti, Presidente dei Pastai di Unione Italiana Food, "L'equazione della Carbonara perfetta è una sfida che appassiona milioni di foodies e chef di tutto il mondo. Abbiamo voluto festeggiare questo piatto per andare oltre l'idea di ricetta ideale. La pasta ha così successo nel mondo perché è buona e versatile e esistono ottime Carbonare che includono anche ingredienti 'sbagliati'. Le tante versioni di questo piatto ne sono la prova. Con questo censimento vogliamo provare a tracciare un confine invalicabile della ricetta originale, per cui se lo si supera non è più una Carbonara. Ma, così come il mondo, questa ricetta è bella perché è varia: l'importante è godersi il piatto, magari in compagnia di amici ed affetti cari”.

 

Se questa è una carbonara: ecco le 10 ricette più estreme

Gli estremisti della carbonara spaziano dall'audace, al gourmet, allo scriteriato: dal Kenya arriva la "no cream” Carbonara, mentre è indiana la Almost Carbonara, che toglie l'uovo ma aggiunge broccoli, mais, latte di soia e salmone scottato. Dalla Francia, dove 7 anni fa partì il carbonara-gate, la propongono col prosciutto (ma l'uovo è stracciato). Gli scienziati del CERN, in Svizzera, la mangiano con pancetta bollita e contorno di verdure grigliate, e la pasta sembra irrimediabilmente scotta… dal Texas arriva la Udon Carbonara, dal Delaware la variante Paleo, zucchine e cipolla, ma senza formaggio e uova… e con pasta di farina di kassava. In Missouri la preparano con pancetta, scalogno e bacon croccante, in Florida con le capesante. Dall'Italia arriva la variante al pistacchio e burro, mentre il primato degli orrori arriva dalla California, come la carbonara con cavoletti di bruxelles viene servita con pane all'aglio, pollo e gamberi.

 

Più di una carbonara su 3 nel mondo è "sbagliata”, soprattutto all'estero: ecco i macro gruppi di creativi

Estremismi a parte, la ricerca dei pastai italiani ha analizzato come il mondo interpreta la carbonara. Nel 36% dei casi si tratta di ricette "sbagliate”, che è addirittura un po' azzardato chiamare Carbonara (e che vivono prettamente all'estero). Il 61% delle preparazioni restano fedeli alla purista #TheRealCarbonara o aggiungono ingredienti e variazioni sul tema accettabili (4%). Partiamo da una premessa fondamentale: secondo la tradizione condivisa, la ricetta originale è composta dal "quintetto di solisti' (pasta, uovo, pecorino, guanciale, pepe) che esperti e chef più o meno autorevoli, in mancanza di documenti inoppugnabili, ritengono oggi gli unici ingredienti ammessi. Partendo da questo riferimento, il censimento ha individuato quattro gruppi di "creativi”:

  • Il team di chi aggiunge: i creativi con giudizio. Si parte dalla ricetta tradizionale per aggiungere 1 o 2 ingredienti "vicini”, in genere di natura vegetale come zucchine, fave, asparagi, carciofi o cipolla di tropea. Ci sono anche le aggiunte che fanno virare il piatto verso nuovi sapori come pistacchi (o crema di pistacchio) o tartufo nero. Non manca poi chi usa la panna per un effetto più cremoso o la variante panna e noci e quella con cardi, latte e peperoncino.
  • La squadra che toglie, soprattutto per versioni veg. Un'alternativa è limitare gli ingredienti base come il guanciale/pancetta o le uova, spesso con l'obiettivo di impiattare una carbonara vegetariana/vegana: qui gli ingredienti che prendono il posto degli eliminati sono zucchine, olio e aglio, per arrivare a ricette molto elaborate di carbonara veg con zucca, nocciole, curcuma e salvia.
  • Il focus group che sostituisce. Spesso la sostituzione del guanciale/pancetta è con lo speck, oppure le uova vengono sostituite con lo zafferano e un formaggio cremoso; alcuni, al posto della pasta secca, scelgono il riso o paste fatte con particolari grani/cereali, come la carbonara con pasta di riso e carciofi.
  • I rivoluzionari, che mantengono solo il nome. Infine, si trova in rete anche la carbonara che della ricetta originale conserva solo il nome, come le "carbonare di mare”: cozze, lupini, vongole, gamberi, calamari, capesante oltre che olio, aglio, prezzemolo, limone. Insomma, della ricetta che dà il nome al piatto conservano di fatto solo la mantecatura con le uova.

C'è poi chi dalla carbonara toglie proprio l'ingrediente top, la pasta: in molti propongono la carbonara in "forme” del tutto differenti, dalla frittata alla pizza, dal supplì alla focaccia, persino la carbonara in stecco, in burger o tramezzini.

 

A usa e regno unito va il primato delle ricerche più strane sulla carbonara.

Paesi nordici (in particolare Svezia, Norvegia, Danimarca e Romania) e Sud-est asiatico sono le zone in cui si registrano picchi alti di fantasia, spesso arrivando ai limiti o oltre della ricetta originale. È negli USA e in UK che crescono, però, le ricerche più strane: dalla vegetariana "halloumi carbonara” a quella con aggiunta di mais, fino alla "popia carbonara” (una sorta di involtino primavera ripieno di carbonara) che del nostro piatto conserva ben poco. L'approccio all'estero è decisamente spericolato: compaiono ingredienti come udon e noodles, mais, broccoli, cavolini di Bruxelles e funghi, latte di soia. È proprio dalle ricerche in lingua inglese che emerge, poi, un "carbonara trend” con funghi, miso e spezie piccanti. Sempre oltreoceano ritroviamo ricette e immagini di piatti di pasta letteralmente ricoperti di panna o salsa e decorati con broccoli o altri vegetali. Non si lesina sugli elementi decorativi: dalle frittatine di albumi alle fette di pane tostato all'aglio. Molto fotografata all'estero la "carbonara rossa” con pomodoro, panna e aglio.

 

E in italia? 6 su 10 si dichiarano puristi ma a 1 su 5 piace sperimentare

Guardando a casa nostra, da un'indagine condotta da AstraRicerche su un campione di 1.000 italiani (18-65enni) emerge che 7 su 10 (i Millennials guidano il filone, con il 77%) conoscono gli ingredienti necessari, considerando come imprescindibili guanciale (e, con una discreta tolleranza, pancetta), uova, pecorino o parmigiano e pepe. E se 6 italiani su 10 rispettano l'utilizzo degli ingredienti giusti, non mancano i dubbi su come usare le uova (solo tuorli o uova intere) e in quale quantità, se integrare/sostituire il pecorino romano con il parmigiano reggiano o utilizzare l'olio per far sfrigolare il guanciale/pancetta. Anche in casa nostra, non manca un certo estro interpretativo: 1 italiano su 5 (soprattutto uomini) si avventura nelle "diversamente carbonare” con un ingrediente fuori dagli schemi: panna (6.5%) o latte (3.1%), peperoncino (5.2%), prezzemolo (4.4%), pomodoro (3.8%). Non solo: c'è chi utilizza il prosciutto al posto del guanciale (3.5%) o componenti 'veg' (funghi 2.5%, pisellini 2.2%, zucchine 2.1%). Gli ingredienti di troppo sono più diffusi nel Sud Italia, con una passione per peperoncino e prezzemolo (23%). Non mancano, infine, le declinazioni regionali di (non) Carbonara, utilizzando le eccellenze del territorio come la roveja (il tipico legume umbro), la 'nduja (il salume calabrese), passando per il cardo gobbo (piemontese), per lo Speck Alto Adige IGP (la 'carbonara tirolese') o il prezzemolo (la carbonara siciliana o 'pasta cu riquagghiu') e il pistacchio siciliano.

 

Maratona social il 6 aprile; come partecipare

Per partecipare all'evento virtuale le regole sono semplici: il 6 aprile, a partire dalle ore 12 (CET) basterà seguire gli hashtag #CarbonaraDay e #TheRealCarbonara e cimentarsi nella propria versione in dirette video, condividere opinioni, foto e consigli su Instagram, Facebook e Twitter.

 

PASQUA IN PERÙ: GUIDA DEFINITIVA AD INEDITI TESORI CULINARI

Non solo grandi classici che nel corso del tempo sono diventati piatti iconici conosciuti in tutto il mondo, il Perù è una terra variegata e la sua diversità si esprime anche a tavola. Basti pensare che si tratta di un unico luogo in cui convivono, uno accanto all’altra, il deserto affacciato sulla costa, la cordigliera delle Ande e l’esuberante Foresta Amazzonica. La Settimana Santa non fa eccezione in questo senso e i viaggiatori che visitano il Paese in questo periodo non solo avranno l’occasione di conoscere tradizioni secolari attraverso celebrazioni uniche nel loro genere ma anche di assaggiare pietanze originali che evocano emozioni e sensazioni autentiche.

Il Perù è celebre in tutto il mondo per gli appuntamenti culturali dedicati alle celebrazioni della Settimana Santa, festività accolta anche da certo fervore gastronomico. Un’identità culinaria che ha portato Lima ad essere recentemente incoronata tra le destinazioni da visitare nel 2023 dai Best in Travel di Lonely Planet, proprio grazie alle sue proposte culinarie.  Ma tutto il Perù è un vero e proprio paradiso per amanti della buona cucina che, all’interno dei suoi confini, custodisce un’ampia varietà anche in termini di proposte enogastronomiche. Ogni Regione del Paese, infatti, propone proprie specialità, da far venire letteralmente l'acquolina in bocca. Sapete che a Cusco è consuetudine mangiare 12 piatti il Venerdì Santo o cosa vi attende a Piura e Arequipa in questa occasione speciale? E cosa viene offerto nella Foresta Amazzonica o tra gli altipiani delle Ande? Lasciatevi trasportare in un tour dei sapori peruviani attraverso 6 Regioni, alla scoperta di inconsuete esperienze da gustare durante la Settimana Santa.

Nonostante l'Amazzonia peruviana sia un territorio molto vasto, le sue tradizioni culinarie sono molto simili e, in qualche modo, uniscono questi spazi immensi. In generale, l'enogastronomia della foresta amazzonica è una testimonianza del connubio tra uomo e natura e rappresenta una ricchezza culturale unica al mondo. Così, dal nord est, nella Regione di Loreto – nonché porta d’ingresso al Rio delle Amazzoni, ricca di Riserve Naturali protette e specie uniche al mondo - attraversando la Foresta centrale e giungendo alla porzione più meridionale, in cui si trova la Regione di Madre de Dios, è possibile trovare pietanze così come celebrazioni molto simili tra loro. La Pasqua non fa eccezione e durante i festeggiamenti dedicati a questo periodo dell’anno si apre la possibilità di gustare una serie di piatti a base di pesce, tra i quali spicca la Patarashca: prelibato stufato di pesce condito con rami di bijao e accompagnato da manioca e platano maturo. La cottura avviene all'interno di una foglia di banano o di palma, insieme a patate, cipolle, pomodori e spezie. La foglia viene successivamente chiusa e scottata. Il risultato è un piatto saporito e aromatico, autentica allegoria della cultura culinaria locale.

Nell’area costiera settentrionale la protagonista è la cucina Moche, indiscutibilmente tra le migliori del Nord del Paese. È particolarmente diffusa nelle Regioni di Lambayeque e La Libertad, celebri per il patrimonio culturale, storico e archeologico: proprio qui, infatti, è possibile ammirare, tra le tante, l’affascinante Museo delle Tombe Reali di Sipán, che espone pregiati oggetti provenienti dalla tomba del Signore di Sipán o la splendida cittadella precolombiana di Chan Chan, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Durante il periodo di Pasqua, in queste zone prevale il consumo di piatti come la causa con pesce marinato, anche detta norteña, e la sopa teóloga. La Causa Norteña, molto apprezzata a Lambayeque, è essenzialmente composta da patate bollite, pressate e arricchite con sale, pepe, limone e peperoncino. Viene servita con escabeche o stufato di pesce, caldo o freddo, accompagnato da cipolle, pomodoro, patate dolci, mais, yucca, uova sode e olive. La sopa teóloga, invece, è tipica dell’area di Trujillo - capitale della Regione de La Libertad – e viene solitamente proposta in occasione della Domenica delle Palme. Si tratta di una ricca zuppa di pollo con diverse verdure, formaggio e latte e ne esistono varianti anche al manzo e al maiale.

Situata sempre sulla costa nord-occidentale, Piura è una Regione del Perù che si estende dagli altipiani andini fino alla costa ed è famosa per le sue bellezze naturali, come le spiagge di Máncora - lunga 20 chilometri e meta prediletta dagli amanti del surf -  e Los Órganos – dove, tra agosto e ottobre, si osserva l’arrivo delle megattere che dalle acque artiche giungono fin qui per riprodursi e crescere i loro piccoli -  ma anche dalla sua prelibata gastronomia. Durante la Settimana Santa qui si consuma in particolare la Malarrabia, un piatto che riassume bene la complessa cultura locale. La base della pietanza è il purè di platano cotto, condito con aglio, peperoncino, cipolla e formaggio di capra sbriciolato. Il tutto viene accompagnato da pesce in salamoia o “sudado” e da uno stufato di ceci oppure di fagioli o lenticchie.

Nella zona meridionale e in particolare a Cusco le tradizioni legate alla Pasqua sono ricche di simbolismi religiosi e culturali, una fusione di riti cattolici e antiche tradizioni andine. La celebrazione inizia il Giovedì Santo con la processione della "Santissima Trinità", nel centro storico della città. Il Venerdì Santo si svolge la processione del "Cristo de los Temblores", che si ritiene abbia salvato Cusco da un terremoto nel 1650. Un rituale che inizia nella chiesa di San Francisco e attraversa le strade della città, portando la statua del Cristo coperta di fiori bianchi. Proprio durante questa giornata  un’usanza che contraddistingue la Regione di Cusco da tutte le altre: la tradizione delle 12 portate. Una festa culinaria che consiste nel digiunare fino all’ora di pranzo per poi gustare sei piatti salati e sei dolci, commemorando l'ultima cena di Cristo. Le proposte variano di famiglia in famiglia ma non possono mancare la zuppa di mais o Iawa, la zuppa di olluco o muggine, la zuppa di machas e gamberi, il riso con frutti di mare e il pesce o la trota fritti. Per quanto riguarda i dolci, sono diffuse le empanadas cuzqueñas, i suspiros e la mazamorra. Il Sabato viene poi celebrata la "Messa della Gloria" nella cattedrale di Cusco e successivamente la statua di Maria viene esposta tra le strade della città. La Domenica, infine, la celebrazione raggiunge il suo apice con la "Fiesta de la Resurrección", che si svolge in diverse parti della città.

Ad Arequipa la Pasqua è una festa religiosa molto sentita e si svolgono svariate celebrazioni durante la Settimana Santa. Le famiglie della città, che possiede una delle identità gastronomiche più consolidate del Paese, durante la Pasqua si affaccendano nel preparare le pietanze tipiche di questo. Il Venerdì Santo si celebra la processione del "Silenzio", durante la quale i fedeli portano per la città immagini sacre e recitano preghiere. La processione si svolge appunto in silenzio, con luci soffuse, per ricordare il dolore e la sofferenza della passione di Cristo. Durante la giornata viene servito il "chupe de viernes”: un piatto a base di pesce, arricchito con patate, mais, latte e formaggio, e condito con erbe aromatiche come prezzemolo ed erba cipollina. La celebrazione più importante si svolge la Domenica di Pasqua, con la processione della "Resurrezione", durante la quale i fedeli portano l'immagine del Cristo per la città. In questa occasione si consuma il "chupe de domingo", a base di carne. È composto da carne di manzo, pollo o coniglio, patate, mais, formaggio e latte ed è accompagnato con erbe aromatiche e spezie. Entrambi i piatti, eccellenti comfort food, sono un connubio di elementi della cucina spagnola e andina e rappresentano una forma di riunione familiare durante le festività pasquali.

 

PROMPERÚ

BUN BURGERS APRE A BRESCIA

 

PROSEGUE LA STRATEGIA RETAIL DEL BRAND CON IL NUOVO OPENING CHE PORTA A 17 I SUOI RISTORANTI

 

Il fast food delle nuove generazioni conferma ancora una volta il successo della sua formula rivoluzionaria inaugurando un altro punto vendita in Lombardia, a Brescia, nel cuore della città, in via Mantova 9.

Un opening importante, e il primo che interessa il territorio bresciano,  che porta a 17 il numero totale dei ristoranti di BUN BURGERS, brand in portfolio a Gioia Group,  che racchiudono in maniera identitaria la sua filosofia, tra inclusione, design, tecnologia e, naturalmente, una food experience unconventional.  Che ha inizio dal menu in cui, al classico hamburger newyorkese cucinato con tecnica smash, si unisce la versione speculare vegetale e 100% proteica, il beyond meat, con il suo approccio sostenibile al gusto. E del resto l’intera proposta di BUN BURGERS è cresciuta e si è sviluppata all’insegna del rispetto tout court e di un atteggiamento consapevole che, dal prodotto, arriva alle persone e a quelle azioni concrete che hanno un impatto positivo sull’intera comunità e sull’ambiente.

Il tutto concentrato in un locale di 125 mq realizzato, come di consueto, in collaborazione con il pluripremiato studio spagnolo Masquespacio, che ha mantenuto forte l’identità del brand pur rileggendola. A partire dal design in chiave colorfull  e dal focus su macro-forme geometriche – curve in primis- inseriti in un ambiente che gioca con le irregolarità dei muri e con il ritmo degli archi. Due spazi definiti da altrettante cromie, grigio e rosa, che accolgono in una sorta di giardino pensile installazioni di piante che sembrano germogliare direttamente dalle cavità ricavate dai muri.

 

Uberta Borromeo

MEATBALL DAY: IL 9 MARZO SI FESTEGGIA LA POLPETTA, UN INNO ALLA CASA E ALLA TRADIZIONE

 

Secondo una ricerca commissionata da HelloFresh.it la versione al sugo è la ricetta più cercata su Google dagli italiani

 

Si dice che il cerchio sia la figura geometrica perfetta, tanto da veicolare diversi significati, ma in cucina la regina delle sfere è una sola: la polpetta. Il 9 marzo di ogni anno si celebra uno dei piatti principi della cucina italiana e non solo, un classico delle nostre tavole che fa subito pensare al calore di casa e della famiglia riunita.

La celebre meatball – un impasto irresistibile che secondo alcune fonti affonda le sue radici nella kofta persiana – è presente oggi in infinite varianti, sia vegetariane sia con differenti tipi di carne e condimenti, in ogni angolo del mondo.

 

In questa occasione HelloFresh.it, il rivoluzionario servizio di box ricette a domicilio, ha voluto esplorare l’ampia preferenza degli italiani verso questa pietanza storica attraverso un’indagine[1] sulle tendenze di ricerca su Google a tal proposito. Dal 2019 si è registrato un incremento elevato nelle ricerche per polpette e ricette che le coinvolgono: un +66,47% del 2022 indica quindi quanto i nostri connazionali non solo amino mangiare le polpette, ma anche prepararle in prima persona.

 

Per i nostri connazionali la variante preferita è quella al sugo (+34% di volume di ricerca nel periodo 2019 vs 2022), mentre stanno trovando sempre più seguito le ricette vegetariane, che utilizzano come ingrediente principe delle polpette verdure e legumi, tra cui polpette di ceci (+90%), piselli (+81%) e cavolfiori (+74%), un trend cresciuto nel periodo preso in esame.

 

Riguardo ai metodi di cottura, la tradizione si conferma nuovamente al primo posto, infatti il forno rimane stabile al primo posto quando si tratta di portare a tavola le meatball; mentre nel corso degli anni si sta affermando un nuovo modo di preparazione, ossia la friggitrice ad aria, che ha subito una variazione in positivo del 1348% nel periodo 2019-2022, complice l’interesse in nuove tecniche di cottura veloci e a ridotto consumo energetico.

 

La condivisione e la gioia di ritrovare i propri cari a tavola sono sicuramente due punti di forza delle polpette, in quanto piatto ricco e gustoso da poter dividere con i commensali, gli stessi plus che HelloFresh.it ha individuato nelle ricette create appositamente seguendo i trend del momento in materia di meatball” – afferma Giulietta Airoli, Responsabile dello sviluppo prodotto, ingredienti e ricette di HelloFresh Italia – “Grazie alla praticità delle nostre box, preparare un piatto di polpette in compagnia per poi mangiarle insieme è un gioco da ragazzi: gli ingredienti necessari sono un gruppo di amici o parenti, tante mani per formare delle golose palline di carne o verdura e cucinarle in pochissimo tempo! Inoltre le materie prime pre-porzionate e freschissime favoriscono la limitazione degli sprechi alimentari, così da gustare ogni grammo delle nostre golose ricette in cui diamo spazio alle celebri polpette”.

 

Come tutte le ricette HelloFresh.it, gli ingredienti già pre-porzionati arriveranno direttamente a casa nella box, insieme a una pratica scheda ricette illustrata che – in soli 6 semplici step – guiderà verso la realizzazione di un secondo di sicuro successo: di carne o in chiave veg… la parola d’ordine è “polpettoso"!

Per rendere omaggio a un piatto gustoso e versatile il culinary team di HelloFresh.it propone due varianti perfette per deliziare tutti i palati e scoprire nuove combinazioni di sapori!

 

Polpette di carne al sugo di pomodoro con piselli e patate

 

Una ricca salsa di pomodorini ciliegino avvolge il gusto inconfondibile delle polpette con macinato di bovino, arricchito dal formaggio grattugiato a caglio vegetale. Un piatto caldo e comfort food per eccellenza in grado di festeggiare al meglio le più classiche meatball della tradizione.

 

Panelle di ceci e caponata di melanzane con salsa yogurt al profumo di limon 

Rivisitazione in chiave moderna di una ricetta regionale italiana, le panelle di ceci diventano delle simpatiche polpette dall’esterno croccante fritte nell’olio d’oliva, accompagnate da una deliziosa caponata di melanzane e un’avvolgente salsa di yogurt greco arricchita dal succo di limone.

 

FEDERICO DELLA PENNA

 

CESARINE.COM - LA RETE DI CUOCHE DI CASA CHE APRE LE PORTE E OFFRE AI VIAGGIATORI LA VERA CUCINA LOCALE

 

Registra boom di prenotazioni su Chianti e Provincia senese

 

Aperte le selezioni nella Provincia di Siena, Greve in Chianti, Castellina in Chianti, Gaiole in Chianti e Castelnuovo Berardenga per rispondere alle prenotazioni registrate dalla piattaforma innovativa nell’estate 2022 per tour alle cantine, tour ai mercati e corsi di cucina tradizionale

“L’idea di diventare una Cesarina, nasce dalla mia necessità di creare e condividere uno spazio accogliente, e familiare appunto, con tutti coloro che amano la bellezza della natura, il calore di un camino acceso e la bontà della cucina di famiglia e di un tempo ormai perduto.” Così si presenta Grazia sulla piattaforma cesarine.com, dove ogni appassionato di cucina locale può prenotare una cena a lume di candela o un corso di cucina di pasta fresca tradizionale che lei tiene nel suo casale tra le colline toscane, a Sinalunga: ad accogliere i suoi ospiti un’ampia sala da pranzo padronale, legata alle tradizioni contadine di un tempo, con soffitti a travi di legno e pavimenti di pietra. “La mia cucina di Famiglia offre un menù di pietanze legate allo scorrere delle stagioni, e ai prodotti dell’orto, alle tradizioni familiari e popolari. La sapienza e la cura per la cucina di tradizione, per le ricette tramandate da nonna a nipote, per segreti culinari che ormai sono per lo più andati perduti; cotture lente e saporite per le fredde serate di Inverno, le fresche erbe selvatiche e i fiori di campo primaverili in Primavera, la bontà dei nuovi raccolti e della generosità degli orti in Estate, i preziosi frutti dei boschi in Autunno.”

 

Nella zona del Chianti sono attive circa 30 tra Cesarine e Cesarini: professionisti con la passione per la cucina che hanno deciso di dedicare parte del loro tempo all’ospitalità; molti dei quali – come Cesarina Grazia – sommelier che hanno trovato nella rete di home cooking della PMI innovativa cesarine.com un modo comodo e semplice, grazie alla digitalizzazione delle operazioni, per dedicarsi alla loro passione traendone profitto.

Un numero quasi non sufficiente ad accogliere l’entusiasmo di prenotazioni che ha registrato L’osservatorio di Cesarine.com nell’estate 2022: la piattaforma digitale innovativa di oltre 1.500 cuoche e cuochi di casa, sparsi su tutta Italia, che da quasi 20 anni fa scoprire a turisti internazionali (provenienti da USA, Germania, Inghilterra in primis), e - dal boom del turismo di prossimità registrato quest’anno - agli italiani, ospitalità, territorio, botteghe e mercati. E ovviamente cibo. 

Gli stessi americani lo hanno battezzato “revenge tourism”, il viaggio per recuperare il tempo perduto nei lockdown e che non si limita più al mordi&fuggi. Un nuovo modo di scoprire i posti, andando a fondo delle abitudini di vita dei locali del luogo che si sta visitando, che punta a portare a casa nuove abilità: dall’imparare a tirare la sfoglia e preparare l’autentico ragù alla bolognese. Dal soffiare il proprio vaso di Murano in fornace alla giornata in caseificio per realizzare la propria forma di parmigiano. 

 

Lo conferma anche una ricerca di ACCOR (tra i principali operatori internazionali dell’ospitalità) che racconta come, dopo la pandemia, le scelte dei viaggiatori paiano essere guidate da elementi come ricerca della sostenibilità, scoperta di tradizioni di altre città ma anche di occasioni per imparare o migliorare nuove abilità e tra queste quella in cucina.

La community che ha messo a tavola - ma anche portato al mercato e messo il grembiule dei corsi di cucina – a oltre 25.000 ospiti negli ultimi 3 anni (considerando la pandemia) - ha deciso di riaprire le selezioni per fare entrare nuove cuoche/i di casa nella propria rete nelle aree di Siena e del Chianti: una chiamata ai grembiuli e mestoli per tutti quelli amanti e conoscitori della propria terra, detentori di ricette di famiglia e appassionati di ospitalità.

Dichiara Davide Maggi, Amministratore Delegato di Cesarine: “In questi mesi stiamo assistendo a un rinnovato entusiasmo in termini di prenotazioni e curiosità: se prima la rete delle cuoche di casa veniva scelta per sedersi alle loro tavole e degustare le specialità locali, ora i turisti non si limitano più a prenotare solo cene o pranzi ma almeno una cooking class (pasta fresca e ragù alla bolognese sono i piatti più richiesti dagli aspiranti allievi). E certe volte, vogliono fare anche il tour del mercato e delle botteghe per vedere “di che dimensione devono essere le uova per realizzare le tagliatelle”, capire se c’è modo di cucinare un ragù kosher e quale qualità di pomodoro serva per riprodurlo uguale a casa” 

Promotore e divulgatore della cultura dell’ospitalità italiana e delle sue destinazioni, il network può rappresentare un modo semplice e immediato per mettere a disposizione le proprie abilità in cucina, e conoscenza del territorio ai viaggiatori in visita.

 

Candidati su cesarine.com/it/join

Cesarine.com fondata da Davide Maggi e PMI innovativa dal 2019, è la più estesa community di cuoche e cuochi casalinghi diffusa su tutto il territorio nazionale. Ad oggi sono più di 1.500 le Cesarine (un tempo nome comune dato alle massaie emiliane) che organizzano nelle loro affascinanti case, in più di 450 località italiane, memorabili esperienze di cucina quali cene, lezioni, food tour, per deliziare il palato di coloro che sono alla ricerca di piatti e tradizioni spesso dimenticate, cura degli ingredienti e privacy. Custodi e ambasciatrici di un patrimonio gastronomico nascosto, le Cesarine mettono la loro esperienza e abilità a disposizione degli ospiti per offrire un’esperienza di cucina autentica, all’insegna della qualità, dell’accoglienza e del gusto tutti italiani.

 

Francesca Comolli

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