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Vini

Barolo DOCG 2013 - Ciabot Berton - La Morra

di Virgilio Pronzati

 

 

Azienda Agricola Ciabot Berton di Oberto Marco – Fraz. S.Maria 1 – La Morra (CN) – Italia - Tel. +39.0173.50217 – Fax. +39.0173.50217 –Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. -  www. ciabotberton.it 

 

Categoria: Rosso secco. Vitigno: Nebbiolo.  Bottiglia: 75 cl. Alcol: 14,50. Lotto: CB 03/18. Fascetta DOCG: ABEF08446009. Prezzo medio in enoteca: 45,00

 

Caratteristiche organolettiche

 

Alla vista è limpido, di colore rubino tendente al granato. Al naso si presenta intenso, persistente, fine, ampio e complesso, con netti sentori floreali, fruttati e balsamici  (rosa selvatica appassita, prugna e mandorla secche, erbe aromatiche secche di montagna menta e alloro, goudron e boisè) In bocca è secco, appena fresco, ma sapido, giustamente tannico, molto caldo, pieno ma snello, di buona persistenza. Retrogusto: vena astringente e note floreale-vegetale, fruttata e balsamica.

 

Note: Molto buono. Ottenuto da scelte uve Nebbiolo di vigneti dell’ età media di oltre 30 anni situati nelle località Bricco San Biagio, Roggeri e Rive del comune di La Morra. Vinificazione: macerazione tradizionale, con permanenza del mosto sulle bucce per almeno 16-18 giorni a 30°C in vasche di cemento vetrificatoAffinamento: 30 mesi in botti di rovere di Slavonia da 25 hl, 6 mesi in acciaio e, alcuni altri, di affinamento in bottiglia.  Evoluzione: giovane ma già di buon equilibrio. 

 

Valutazione: 89/100

 

Servirlo a 18°c in ampi calici con stelo medio.  Abbinamento gastronomico:  Brasato al Barolo, Lepre in salmì, Stufato di cinghiale, Castelmagno affinato alcuni anni.

 

 

VIAGGIO IN ALSAZIA

di Alessandra Pocaterra

 

Mi è sempre piaciuta l'Alsazia e ogni volta che ci torno aggiungo un pezzettino in più che la volta precedente  non avevo visto o vissuto.

Mi piacciono le case, la gente, i produttori il profumo che aleggia nell’aria e i vigneti ...ettari di vigneti a perdita d'occhio: perle rare e preziose.

Il sentiero viticolo “Les Perles du Vignoble” vi accompagna nel cuore dei vigneti Alsaziani attraverso 6 piccoli Comuni: Beblenheim, Bennwihr, Hunawihr, Mittelwihr, Riquewihr e Zellenberg collegati tra di loro con un servizio di pullman,  e qui si possono ammirare le bellezze uniche di questi piccoli villaggi (Wihr significa proprio “villaggio”). La via del vino in Alsazia è la più antica di Francia e d’estate si anima di feste con degustazioni di vini e prodotti tipici.

Io ho scelto di  fare “base”  a Colmar,  una cittadina in stile medievale piena di angoli incantevoli e pittoreschi. 

Dalla Stazione di Colmar partono più o meno  ogni ora  due pullman: uno della linea gialla  il “Petites boucles” (piccolo anello) che collega i 6 villaggi e, quello  della linea rossa  “La Grande Boucle” (grande anello), che fa un giro più completo e ampio e che permette di ammirare  anche le coste dei “Grands Crus”.

Girare con i pullman è sicuramente meglio per due motivi : il primo è che puoi salire a scendere quando e dove vuoi; il secondo è che nei piccoli villaggi è molto difficile trovare parcheggio. 

Le AOC Appellations d'origine contrôlée portano tradizionalmente il nome del loro vitigno e non del loro territorio.

In questa zona troviamo sette vini bianchi e 1 vino rosso o rosé:

 

Chasselas vino secco e leggero.

Sylvaner  vino rinfrescante leggermente fruttato e fresco.

Muscat d'Alsace  molto aromatico e secco.

Pinot blanc  molto  delicato.

Riesling  eccellente! Con un bouquet di grande finezza, a volte minerale o floreale.

Pinot gris un vino strutturato rotondo e con una Pai piuttosto lunga, con aromi intensi di sottobosco.

Gewurztraminer un vino corposo e strutturato (in alcuni casi leggermente amabile) con sentori di frutta : mango e litchi, di fiori o di spezie (gewurz in tedesco significa appunto “speziato”).

 

E il Pinot noir leggero e fresco,  l'unico vino rossso.

 

L'appellation AOC Alsace Grand Cru è attribuita a vini che rispondo a specifiche caratteristiche e 

cioè: delimitazione dei territori; bassa resa per ettaro; regole precise nella gestione del vigneto. 

 

Il territorio delle “PERLES DU VIGNOBLE” raggruppa 7 dei 51 Grands Crus che ci sono in Alsazia:

# Sonnenglanz (a Beblenheim) essenzialmente coltivato a Gewurztraminer e Pinot Gris

# Marckrain  (a Bennwihr e Sigolsheim) Gewurztraminer e Pinot Gris

# Rosacker  (a Hunawihr) Riesling Gewurztraminer e Pinot Gris 

# Shoenenbourg (a Riquewihr e Zellenberg) Riesling, Muscat Pinot Gris e Gewurztraminer(una   delle zone più vocate)                          

# Sporen (a Riquewihr) Gewurztraminer, Pinot Gris e Riesling

# Froehn (a Zellenberg)  domina il Gewurztraminer

# Mandelberg  (a Mittelwihr e Beblenheim) Terroir ideale per Gewurztraminer e Riesling, Pinot Gris e Muscat.

                            

 

Uno dei vini simbolo dell'Alsazia è il Crémant  (AOC Crèmant d’Alsace) che occupa circa il 25% della produzione vinicola.

 

Alla Cave di Ribeauvillé (il Villaggio delle Cicogne), ho degustato alcuni Crémant  elaborati con diversi vitigni Pinot Blanc (quello più utilizzato), Pinot Auxerrois, Chardonnay e Pinot Noir. Particolarmente interessanti quello dell'azienda Giersberger:  il loro Brut è per l' 80% Pinot Blanc e per il 20% Pinot Auxerrois   fa  12 mesi di affinamento sui lieviti, (il minimo consentito dal disciplinare è di 9 mesi),  è  fresco e  le  bollicine sono  fini e  persistenti  lo trovo ottimo come aperitivo (ma ci vedo bene anche una pasta con le vongole);  e quello dell'Azienda Binner, un Pinot Auxerrois al 75%  e Pinot Blanc e Pinot Gris al 25% ,  viene affinato per 11/12 mesi in tini di cemento. Al naso, per il mio gusto, è migliore del precedente;  (mentre in bocca preferisco Giersberger); ha sentori di pesca e fiori bianchi,  in  bocca ha  una grande morbidezza, è incisivo e ha  un finale  minerale  e persistente. Mi è piaciuto poichè è molto elegante e complesso. 

Naturalmente non poteva mancare, tra gli altri, un assaggio di Riesling Vendemmia Tardiva della Cooperativa di Ribeauvillé un vino che al naso presenta sentori di frutta matura, in bocca è  piacevole e pulito, leggermente aromatico e bene si abbina alla pasticceria secca;  (che ci hanno proposto in abbinamento al vino). 

In questo pellegrinaggio attraverso vigne, piccoli, medi e grandi produttori, posso affermare con certezza di non aver assaggiato vini né banali né tantomeno mediocri. Tutti vini con grandi personalità e fortemente rappresentativi del  territorio da cui provengono, per la maggior parte, coltivati in biodinamica o in biologico. 

Durante il mio soggiorno,  ho conosciuto produttori che porterò sempre nel cuore e li ringrazio di cuor,  sia per l’ospitalità sincera, che per aver condiviso con me una parte delle loro bellissime storie di vigna e ne cito alcuni : Leòn Baur con la sua bellissima famiglia e gli splendidi vini; i produttori  de “La cave di Ribeauvillé”; Eblin – Fuchs;  Joseph Freudenreich;  Jean Luis et Fabienne Mann con Le Mouton Bleu” un  ottimo Sylvaner (14°) con una divertente etichetta che rappresenta una pecora blu. 

L'Alsazia però, non solo per i vini ma anche per la gastronomia: come si fa a non  assaggiare la famosa tarte flambé oppure la choucroute,  la deliziosa zuppa di cavolo IGP ? E per gli amanti dei formaggi non c’è che da chiedere …

Cin cin e “à bientôt “ !!!

NIZZA VENDEMMIA 2019: +44,75% UNA CRESCITA A DOPPIA CIFRA RISPETTO AL 2018

 

 

Confermato anche quest’anno l’andamento positivo di una delle principali denominazioni del Monferrato. Un traguardo importante per l’Associazione Produttori del Nizza che dal 2002 si è posta come obiettivi dapprima la creazione di questa nuova DOCG, e poi la sua valorizzazione che passa attraverso la valorizzazione di tutto il suo territorio

 

Il Nizza prosegue il suo percorso di crescita a doppia cifra (+44,75%): a confermarlo sono i recenti dati relativi alla vendemmia 2019. La produzione totale raggiunge infatti le 632.536 bottiglie (37.116 di Barbera d’Asti Superiore Nizza DOCG e 594.420 di Nizza DOCG) ben 195.555 in più rispetto al 2018. (Fonte Valoritalia)

 

Da un’analisi più estesa inoltre, si evince che dal 2016 al 2019 le performance sono andate a crescere in modo continuo e costante con un incremento del 100% rispetto alle 315.472 bottiglie complessive del 2016. Un trend a iperbole in tre anni consecutivi infatti, l'imbottigliato sale del +17% tra il 2016 e 2017, del +18% tra il 2017e il 2018 e ben del +44,75% nell'ultimo biennio.

 

Siamo orgogliosi di vedere tali risultati in quanto sono il frutto di una grande sfida partita all’inizio del 2000 e che negli anni è stata accolta da un numero crescente di produttori (ad oggi sono oltre 60). I numeri che crescono danno la misura della fiducia che i produttori e i consumatori hanno nel progetto Nizza, un progetto vero di territorio.” commenta Gianni Bertolino, Presidente dell’Associazione Produttori del Nizza.

Oltre alla crescita del numero di bottiglie prodotte, un altro dato importante è il prezzo medio di vendita di una bottiglia di Nizza DOCG. 

 

L'Associazione ha sempre voluto un Nizza che esprimesse eccellenza e un vino che fosse giustamente remunerativo per dare la possibilità ai produttori di reinvestire risorse maggiori nella propria attività. “In un mercato altamente competitivo e che richiede sempre più l’eccellenza è fondamentale migliorare la tecnologia di produzione, implementare la qualità e le condizioni lavorative oltre che sviluppare iniziative di marketing per la promozione del territorio.” commenta Gianni Bertolino, Presidente dell’Associazione Produttori del Nizza. 

 

“Attualmente il prezzo medio delle bottiglie di Nizza DOCG a scaffale in enoteca è di 22,30 euro con prezzi minimi intorno ai 10-13,00 euro e massimi che superano gli 85,00 euro (fonte: Enoteca Regionale di Nizza Monferrato). Valori che fino a non molti anni fa sembravano difficilmente raggiungibili in questa parte di Piemonte. Ci vorrà ancora un po' di tempo, ma questo valore si riverserà a catena su tutta la filiera. Si vedono già alcuni riscontri tangibili, per esempio il valore crescente dei vigneti.” conclude Gianni Bertolino, Presidente dell’Associazione Produttori del Nizza.

 

L’andamento positivo del Nizza si ripercuote sul territorio anche dal punto di vista turistico. Il Nizza DOCG è molto apprezzato all’estero e non solo in Europa, ma anche oltreoceano e il mercato USA è uno dei principali. Ciò comporta la generazione di un flusso di visite di turisti dall’estero che vogliono scoprire i luoghi della denominazione. Le bottiglie del Nizza DOCG girano il mondo come ambasciatrici di un territorio dalle caratteristiche uniche attraendo un turismo legato al vino (complice un trend positivo mondiale) che cresce a ritmi sostenuti.

"Il Nizza DOCG diventa dunque una denominazione di riferimento anche per il valore che riesce ad esprimere. Il numero di bottiglie è importante ma la sua remuneratività, in un contesto produttivo fatto di tante piccole aziende, è fondamentale.” conclude Daniele Chiappone, Vicepresidente dell’Associazione Produttori del Nizza. 

 

ASSOCIAZIONE PRODUTTORI DEL NIZZA

L’Associazione Produttori del NIZZA nasce il 19 novembre 2002 con l’obiettivo di valorizzare e promuovere l’eccellenza della denominazione NIZZA ed è attualmente costituito da 67 soci. I dati della vendemmia 2019 complessivi contano 632.536 bottiglie di cui 37.116 di Barbera d’Asti Superiore Nizza DOCG e 595.420 di Nizza DOCG. Gli organi dell’Associazione sono il Presidente Gianni Bertolino, il Vicepresidente Daniele Chiappone, il Consiglio di amministrazione e il Comitato dei Saggi. Sede presso l’Enoteca Regionale in Via Crovara,2 a Nizza Monferrato.

 

 

Ilaria Bardessono - Cell. +39 391 4916 469 - Email. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Vini d’Alsazia

I Vini d’Alsazia wine - partner del percorso

Sniff Sniff di Dream Factory a Milano.

Gli aromi e i profumi dei Crémant d’Alsace di nuovo protagonisti

 

I Vini d’Alsazia tornano a Milano, dopo il successo dell’ultima tappa #DrinkAlsace svoltasi presso il Ristorante Asola di Matteo Torretta. Questa volta le bottiglie alsaziane raggiungono il laboratorio d’arte contemporanea Dream Factory di Corso Garibaldi, in occasione di Sniff Sniff, un percorso olfattivo che porterà i visitatori a scoprire le essenze alla base della creazione delle fragranze.

 

Mercoledì 23 ottobre, alle ore 18.00, presso il laboratorio d’arte contemporanea Dream Factory, un artista del profumo guiderà gli ospiti nella creazione della loro formula preferita di fragranza, personalizzandola sulla propria pelle. Per l’occasione si brinderà con i Crémant d’Alsace, vini d’eccellenza che, non a caso, fanno della raffinatezza dei loro aromi elemento essenziale.

 

Bianchi, Rosé o Blanc de Noir, Brut o Millesimati, la serata sarà favorevole per esplorare un ventaglio quanto più ampio dedicato alla bollicina alsaziana. I Crémant d’Alsazia si sapranno distinguere per la finezza della bolla e la freschezza delicata. Gli invitati potranno apprezzare la freschezza percepita al naso, la sua delicata effervescenza e gli aromi che vireranno dai frutti bianchi come la mela e la pera, e, a seguire, la pesca e l’albicocca. Chiuderanno il percorso di degustazione la frutta secca, i fiori bianchi e il classico aroma di brioche.

 

 

 

Questi vini si inseriscono alla perfezione in un contesto in cui l’esperienza sensoriale viene messa al centro. Così come la varietà di essenze contribuisce alla creazione di una fragranza, la varietà dei terroir alsaziani conferisce ai Crémant d'Alsace note aromatiche uniche, ben apprezzabili all’olfatto.

 

L’iniziativa accosta ancora una volta i Vini d’Alsazia alle eccellenze artigianali italiane, rafforzando il connubio Vini d’Alsazia - Italia. A conferma di questo legame i dati export sull’Italia decisamente positivi: ad oggi per tutte le AOC si riscontra un + 16,2% in volume e in valore rispetto al 2017 che tradotto in bottiglie si attesta a 600.000 esportate di cui 440.000 di vini fermi (+ 21,4%) e 160.000 di Crémant d’Alsace pari a + 4,2%.

 

Senza dimenticare il seguito di fan italiani sulla pagina Facebook, AlsaceWinesOfficial: oltre 13.100 in tutto, un dato che si traduce nella seconda community internazionale che segue i vini d’Alsazia.

 

 

Alessandra Zaco

I CLIVI: L’ANELLO DI CONGIUNZIONE FRA COLLIO E COLLI ORIENTALI

 

 

Mario Zanusso presenta Galea e Brazan, diverse interpretazioni del Friulano, due vini figli del terroir

 

Due vigneti, due DOC, due territori, due diversi racconti del simbolo enologico del Friuli. Galea e Brazan sono i due vini 100% Friulano che incarnano l’anima de I Clivi, la cantina di Corno di Rosazzo (Udine) che coltiva le sue vigne tra il Collio Goriziano e i Colli Orientali del Friuli, in due territori classici della storia del vino italiano.

 

“Le viti da cui ricaviamo questi due vini – spiega Mario Zanusso, titolare de I Clivi assieme al padre Ferdinando – hanno un’età compresa tra i 60 e gli 80 anni e si trovano, nonostante la vicinanza geografica e il substrato pressoché identico, in due terroir completamente diversi, tanto che a noi piace considerarli dei cru. I vini che ne nascono sono infatti unici e sono meno legati alle note strettamente varietali del vitigno. Sono figli di due terroir diversi, uno più bello dell’altro, in grado entrambi di dare grandi vini capaci di lungo invecchiamento. E sono figli di un vitigno che negli ultimi anni è stato – a torto – un po’ dimenticato”.

 

I due vigneti sono distanti pochi chilometri uno dall’altro, ma ricadono in due diverse zone a Denominazione di Origine sulle pendici di due colline a 200 m sul livello del mare.

Galea, che deve il suo nome all’elmo in cuoio utilizzato dai legionari romani, nasce sulle colline di Gramogliano a Corno di Rosazzo, nei Colli Orientali del Friuli. Il vigneto è in una zona asciutta e soleggiata, che dona al vino sfumature di pietra focaia, mandorle e miele. 

Il Brazan è invece traslitterato da bracan, il nome in dialetto del borgo di Brazzano di Cormons, ed è profondamente legato ai venti che giungono dall’Adriatico e si infrangono sul monte Quarin. La vigna è più fresca e umida, con maggiore escursione termica e l’influenza del mare rende il Brazan più sapido, profondo ed elegante. Si caratterizza per essere fortemente idrocarburico con intense note di anice e pompelmo rosa.

“Da sempre crediamo – continua Zanusso - che il valore delle due Denominazioni sia alla pari e cerchiamo di dimostrarlo anche concretamente: Galea e Brazan sono in vendita al pubblico allo stesso prezzo consigliato di 22 euro”.

 

 

Carlotta Flores Faccio

PARMAEA: IL VINO DELL'ISOLA DI PALMARIA

 

 

L'isola di Palmaria (SP) ha il suo vino: si chiama “Parmaea” e si beve al Grand Hotel Portovenere

 

Un'edizione esclusiva di appena mille bottiglie dall'unico vigneto dell'Isola di Palmaria. Un vino che nasce da una partnership di due eccellenze dello Spezzino per valorizzare il territorio: la cantina Possa di Riomaggiore e il Grand Hotel Portovenere. 

Il Grand Hotel Portovenere e la cantina Possa di Riomaggiore (SP) riportano a nuova vita il vino dell'Isola di Palmaria, l'isola più grande dell'arcipelago spezzino antistante il borgo marinaro patrimonio dell'UNESCO. Palmaria ha un territorio prettamente boschivo e di macchia mediterranea, e racchiude all'interno un vero e proprio gioiello: un vigneto di circa mezzo ettaro da cui è nata una selezione di circa mille bottiglie. La nuova etichetta, unico prodotto sull'isola, si chiama "Parmaea", ed è un vino bianco ottenuto da uve Vermentino (60%), Albarola (20%) e Trebbiano (20%). Ventiquattro ore di macerazione sulle bucce; passaggio in acciaio; due le sfecciature nell'arco del primo mese e poi continua sulle fecce fino all'imbottigliamento. “Il Parmaea fa fermentazione spontanea – spiega il produttore, Heydi Bonanini - non viene né filtrato, né chiarificato”. Il vigneto da cui scaturisce questa selezione è di 6 mila metri quadrati, da un posizione esposta a nord e a un'altezza di 35-40 metri sul livello del mare. 

 

Il Grand Hotel Portovenere, nato nel 2014 grazie ad un investimento dell'azienda Filcasa di Milano, che ha ristrutturato un antico convento del quindicesimo secolo, oggi è l'unico hotel a 5 stelle dell'area delle Cinque Terre ed è proprio di fronte all'isola da cui proviene il vino. Si tratta dunque di un'operazione di valorizzazione territoriale, attuata da realtà imprenditoriali attente al territorio. La produzione del vino "Parmaea" viene acquistata proprio dal Grand Hotel e promossa dal ristorante Palmaria sulla terrazza panoramica oltre che all'interno del Venus Bar. La terrazza dell'Hotel diventa quindi il luogo unico dove gustare il vino isolano, con vista sul borgo marinaro di Porto Venere, meta di un turismo particolarmente attento alle tipicità locali. 

 

“Nel 2018 il Grand Hotel ha registrato oltre ventimila clienti - spiega Cristina Raso, responsabile marketing e comunicazione - grazie anche al raggiungimento della quinta stella, siamo riusciti ad attrarre un crescente numero di ospiti stranieri. Una parte fondamentale della nostra offerta è composta dalla grande attenzione verso i prodotti e le esperienze sul territorio. Il nostro obiettivo è quello di garantire una ristorazione capace di appagare il cliente permettendogli di avere una panoramica del territorio già a partire dalla cucina. E' proprio in quest'ottica che è nata la partnership con la cantina Possa di Riomaggiore, con cui puntiamo a garantire la consueta atmosfera internazionale e cosmopolita, valorizzando al tempo stesso le specialità locali. Basti pensare che gli ospiti stranieri rappresentano circa il 90 per cento del totale, di cui il 40 per cento è rappresentato dai soli statunitensi, un palcoscenico privilegiato che fa bene ad una comunità intera”. 

 

 

Ulteriore novità è la cucina del Palmaria Restaurant con l'ingresso dello Chef Massimiliano Volonterio, il quale approda al Grand Hotel Portovenere: “vocazione internazionale e attenzione alle perle gastronomiche locali”.

Lo Chef celebra il vino Parmaea con un piatto speciale: le linguine con “carbonara di muscoli di La Spezia”. 

Classe 1980, nato a Como, la sua carriera si consolida a Villa D’este (sede del Forum Ambrosetti) e i suoi “maestri” sono gli Chef Luciano Parolari e Michele Zambanini. Dopo un’esperienza triennale londinese diviene Sous-chef di Stefano Cavallini, primo Chef italiano ad ottenere la stella Michelin in Inghilterra, torna in Italia per lavorare alla corte di Ducasse all’Andana Relais. Divenuto Executive Chef del Tombolo Talasso Resort, approda ora al Grand Hotel Portovenere.

“Nel menù del Palmaria Restaurant gli ospiti potranno trovare sapori e tecniche che ho avuto occasione di sperimentare in diverse occasioni – commenta lo Chef Massimiliano Volonterio - La cucina del celebre Chef Gualtiero Marchesi rimane il primo riferimento da cui trarre ispirazione. Ricerco, infatti, ingredienti genuini e gustosi con una grande attenzione alle materie prime del territorio. In carta, la cucina italiana la fa da padrona, nelle sue sfaccettature regionali e locali, con uno sguardo attento ai presidi Slow Food."

 

Il Grand Tour d'Italia inizia dal menù

Il nuovo menù del Palmaria Restaurant, a rotazione bimestrale, è stato concepito per soddisfare le esigenze della clientela più sofisticata, in grado di far conoscere le perle gastronomiche locali, valorizzate attraverso tecniche di cottura contemporanee. Affumicature dal legno delle botti della vicina Luni, cotture a bassa temperatura in grado di valorizzare le carni da cortile e i crudi di pesce locale, lasciano percepire già dalla tavola quel “Grand Tour d'Italia” che i rampolli delle dinastie europee affrontavano nell'Ottocento. E' così che la sala con vista sul borgo marinaro patrimonio UNESCO e la terrazza del Grand Hotel diventano porta d'ingresso privilegiata alla cultura gastronomica italiana. Prodotti come i muscoli e le ostriche di La Spezia, il miele della Val di vara, il pesto artigianale e il pesce pescato nel Levante ligure si sposano con delizie come gli asparagi d'Albenga o i gamberi rossi di San Remo per un viaggio che parte dalla Liguria e che spazia alle regioni della penisola. Grande attenzione sarà dedicata ai “Presìdi Slow Food”, per offrire una panoramica esaustiva delle eccellenze italiane. 

 

Il Grand Hotel Porto Venere

Boutique hotel 5 stelle, di circa 50 camere con alcune suite, tutte accoglienti e curate nei minimi dettagli. Molte camere sono arricchite da terrazzi e balconi affacciati sul mare. Il ristorante interno, che prende il nome dall’isola Palmaria, è collocato in una spettacolare veranda affacciata sul mare. Arredi moderni, atmosfera raffinata, il servizio di prim’ordine. I servizi aggiuntivi dell’albergo come la spiaggia riservata, il garage privato, un raccolto centro benessere con annessa palestra, una sala congressi con circa 120 posti chiudono il cerchio offrendo servizi a 360 gradi. 

 

Filcasa è una delle principali società immobiliari della Lombardia. Fondata a Milano nel 1979 dal Cav. Sestilio Paletti (premiato nel 2016 con il prestigioso Ambrogino d'Oro per il suo impegno sociale), l'azienda opera prevalentemente nel capoluogo meneghino e ha effettuato investimenti significativi in varie regioni italiane e in alcuni Paesi esteri. La famiglia Paletti, proprietaria dell’azienda immobiliare milanese e della catena alberghiera Gruppo Mirage, ha completato nel 2014 l'importante investimento immobiliare a fini turistico alberghieri: il Grand Hotel di Porto Venere, struttura ricettiva, riaperta nell'autunno del 2014 dopo un lungo lavoro di restauro conservativo.

 

Roberto Ceccarelli

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