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Notizie

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RADICI WINES E QOCO SI INCONTRANO

PER SOMMARE ENERGIE E TALENTO NELLA PROMOZIONE DELLE RISPETTIVE ECCELLENZE PRODUTTIVE

L’appuntamento del 20 ottobre a Andria con esperti del settore unirà momenti di approfondimento ad occasioni conviviali

Portando con se differenti produzioni di Nero di Troia, vitigno coltivato prevalentemente in quella zona, e numerose altre etichette che hanno partecipato all’ultimo festival, Radici del Sud si incontrerà con il comune di Andria e con il Gal le città di Castel del Monte nell’ambito di una kermesse di preludio alla prossima XIII edizione di Qoco, l’importante evento elaiogastronomico di promozione e marketing territoriale a sostegno dell’Olio Extravergine d’Oliva Cultivar Coratina. La felice intuizione di coniugare le attività olivicole con quelle enologiche in un progetto parallelo di divulgazione delle eccellenti produzioni di entrambe i comparti si concretizza così in un interessante momento di studio ed approfondimento legato alle tematiche che stanno a cuore al mondo dei produttori che con competenza, professionalità e abnegazione lavorano con estrema cognizione di causa e crescente successo. Vediamo nei dettagli il programma dell’evento a nome “Aspettando Qoco con i vini di Radici del Sud”. Alle ore 16,30 presso il Chiostro di San Francesco avrà luogo la conferenza stampa regionale a cui interverranno il sindaco di Andria, Avv. Nicola Giorgino, l’assessore all’agricoltura dott. Benedetto Miscioscia, il dott. Francesco De Leonardis direttore tecnico GAL città Castel del Monte, l'organizzatore di Qoco il giornalista Francesco Di Chio, Nicola Campanile, presidente di Radici Wines e il giornalista de “Il Mattino” Luciano Pignataro. L’ ingresso è libero anche al pubblico di appassionati.

Alle ore 18,30 seguirà “Il nero di Troia tra asprezze e dolcezze”, una degustazione guidata di sei diverse etichette di Nero di Troia selezionate tra gli areali di Castel del Monte, del Tavoliere e della Daunia, dove la leggenda narra che Diomede fosse sbarcato portando dei tralci di vite che proprio là avessero trovato un habitat favorevole al loro ottimale sviluppo. Nicola Campanile con i giornalisti Luciano Pignataro, Giuseppe Barretta e Antonio Gelormini introdurrà l’assaggio dei vini evidenziando le loro peculiarità e quelle del vitigno da cui provengono come fondamentali per la comprensione e valorizzazione del Nero di Troia. Saranno proposte riflessioni sui temi inerenti lo strategico momento che in Italia e all’estero sta vivendo il Nero di Troia in virtù delle sue caratteristiche che tanto lo differenziano dagli altri a bacca rossa pugliesi più conosciuti (vedi Primitivo e Negroamaro), su quanto facilmente riesca a abbinarsi alla cucina tradizionale che osserviamo tendere verso un certo alleggerimento ed anche sulle molteplici e variegate espressioni proposte dai numerosi produttori nei vari areali d'origine. Parteciperanno al dibattito con preziosi contributi di fattiva esperienza Leonardo Palumbo (Presidente Assoenologi), Antonella Briglia (Enologa), Cristoforo Pastore (Enologo), Antonio Gargano (Presidente Consorzio di tutela Doc Tavoliere), Giuseppe Marmo (produttore Tenuta Cocevola) e Gianfelice D'Alfonso del Sordo (produttore). L’accesso alla degustazione è limitato alla partecipazione di sole 30 persone, per accreditarsi è necessario rivolgersi al numero 349.7821053. Il programma della manifestazione prevede infine con inizio alle ore 19 e ingresso libero, l’apertura dei banchi d'assaggio dei vini da vitigno autoctono presenti a Radici del Sud 2012 che si potranno sposare  a un ricco e prelibato buffet di piatti tipici locali offerto da Masseria Barbera di Minervino Murge. Il costo del Kit di degustazione è di € 5.

info&prenotazioni 349.7821053


Radici Wines

DIAM BOUCHAGE,

L'ECCELLENZA DEI TAPPI SI PRESENTA IN ITALIA

AI SOMMELIER

Alcuni dei più rappresentativi produttori di vino

italiani utilizzano da anni le “chiusure” dell'azienda

francese.Al Westin Palace Milano un'occasione per

toccare con mano le qualità del sughero “reinventato”

 

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PORTA RIEDEL SOTTO L’ALBERO CON IL DECANTER AMADEO

 

Un regalo esclusivo, brillante e di carattere per questo Natale è senz’altro Amadeo di Riedel, decanter realizzato in pregiato cristallo soffiato a bocca dai migliori mastri vetrai che si distingue per la sua elegante forma a “u” che ricorda una lira. Realizzato per celebrare il 250° anniversario dell’azienda, Amadeo propone un design estremamente funzionale in grado di contenere un’intera bottiglia di vino grazie all’ampia parte inferiore. Uno studio scrupoloso di forma, dimensione e capacità rende Amadeo un contenitore unico per una perfetta decantazione del vino. Oltre alla versione classica, Amadeo è anche disponibile nella linea Black Tie, declinato con un’elegante striscia nera che ne percorre la silhouette interna. Ma non solo, Riedel propone Amadeo Black, prodotto interamente in cristallo nero. Grande esempio di abilità artigianale e capolavoro di alto design, Amadeo grazie alla sua forma assolutamente unica, rappresenta uno dei prodotti di punta dell’azienda.
A proposito di RiedelRiedel, leader mondiale da 250 anni nel settore del vetro e cristallo, è il primo nella storia a riconoscere che il gusto del vino è influenzato dalla forma del bicchiere nel quale è consumato. Riedel è stato riconosciuto come l'originale marchio di bicchieri per il vino, per i suoi complementi e i liquori. Famoso per aver introdotto per la prima volta al mondo un bicchiere studiato sulle caratteristiche delle diverse varietà di uve, il Burgundy (Borgogna) Grand Cru nel 1958 e la collezione Sommeliers in cristallo soffiato inaugurata nel 1973, Riedel è diventato la scelta preferita dei maggiori intenditori di vino, professionisti dell’ospitalità e consumatori esigenti in tutto il mondo. Riconosciuti per aver trasformato la cultura del vino negli ultimi 50 anni, i decanter, realizzati sulla base di un preciso progetto di design, le varie linee di calici e la collezione "O" sono stati selezionati per il Museum of Modern Art, Corning Museum of Glass e altri ancora. Riedel è distribuito in tutta Europa, nelle Americhe e in Asia, ed è stato scelto dai migliori ristoranti nel mondo.
Informazioni: www.riedel.comStudio Kalin (distribuzione Riedel al dettaglio), viale M. Masia 10, 22100 Como, tel. 031.3384835, fax 031.574583, www.studiokalin.it; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.Gaja Distribuzione (ristorazione, enoteche e aziende vinicole), via Torino 18, 12050 Barbaresco (CN), tel. 0173.635255, fax 0173.635256, www.gajadistribuzione.it

 

Valentina Fraccascia

 

 

Umberto Giraudo miglior Maître del mondo

È italiano, è il Restaurant Manager de La Pergola
del Rome Cavalieri
Umberto Giraudo miglior Maître del mondo

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SIMPLY ITALIAN – GREAT WINES

Dal 15 al 18 ottobre a New York,

Chicago e Washington DC

SIMPLY  ITALIAN – GREAT WINES

PORTA OLTREOCEANO L’ECCELLENZA

DEL VINO ITALIANO

 

 

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Gianluca Bisol intronizzato a Venezia

Gianluca Bisol unico imprenditore del Cartizze

intronizzato a Venezia dalla Chaîne de Rotisseurs

Oltre 700 ospiti internazionali da 40 Paesi

protagonisti del 44° Chapitre Italiano

 

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INAUGURATA QUESTA MATTINA LA DECIMA EDIZIONE DELLA FIERA DI VARESE

 

Le porte si sono aperte venerdì sera, con spettacoli,

incontri e animazioni. Oggi l’inaugurazione ufficiale alla

presenza delle autorità italo svizzere.

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Land Art

 

 

Land art doppia di Marco Pignattai per il Premio Casato Prime Donne

Quasi un monumento alla Land art di Marco Pignattai nei vigneti di Brunello in occasione del Premio Casato Prime Donne 2012 al Sindaco Lanzetta

Maria Carmela Lanzetta, il sindaco calabrese che si è opposto alla criminalità organizzata diventando un simbolo di coraggio civile, ha ricevuto il Premio Casato Prime Donne 2012, che ogni anno viene assegnato a personaggi femminili di particolare rilievo. La sua dedica a Montalcino è ora nei vigneti di Brunello, accanto a un’installazione artistica di Marco Pignattai. Il nome dell’opera è “Ardita” come ardita è la coraggiosa sindaco di Monasterace. Raffigura un bue chianino (chianina), a grandezza naturale, un animale storico di questa terra dove ha lavorato tirando lo stesso aratro che l’artista ha messo dietro la scultura.

Il bue è realizzato con una silhouette in acciaio a specchio che riflette la campagna circostante quasi diventandone parte. La scelta del soggetto e quella stilistica di dissolvere la sagoma nel paesaggio, riconduce l’opera a quei nuovi “paesaggisti” che propongono una riflessione concettuale e critica dell’ambiente, ma non basta a spiegare un’opera che ha una genesi lunga otto anni e anche una gemella.

Nel 2004 il giovane architetto montalcinese Marco Pignattai disegnò il primo bue chianino che fu realizzato in travertino, pietra tipica del senese, e installato in mezzo ai vigneti del Casato Prime Donne. Soggetto, materiali e poetica fanno riferimento alla Land art, corrente nata in America nel 1967 da artisti amanti della natura e desiderosi di togliere le opere d’arte dall’ambiente asettico dei musei e delle città. Ecco che l’opera d’arte non si limita più a se stessa, ma comprende tutto l’ambiente intorno, una dimensione che presuppone l’insufficienza dell’opera d’arte tradizionalmente intesa e mette in gioco il rapporto fra l’uomo e il mondo, fra l’artista e l’ambiente che lo circonda, accettando il modo in cui il tempo e il clima mutano l’opera d’arte stessa perché ne fanno parte.

Con la sua istallazione Marco Pignattai intendeva celebrare il lavoro contadino che ha fatto di Montalcino e della Val d ‘Orcia il primo territorio agricolo iscritto nel patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.

Voleva dunque lasciare un segno, modificare l’ambiente valdorciano arricchendolo di significati nuovi. L’installazione è entrata a far parte dell’ambiente naturale, è diventa mutevole con il cambio delle stagioni e delle ore del giorno … si è coperta di muschio e poi è stata distrutta dagli agenti atmosferici crollando al suolo.

Una situazione frequente, quasi inevitabile per le opere di land art che infatti hanno bisogno di essere registrate mediante progetti, grafici, fotografie, filmati, narrazioni che testimonino istallazioni destinate a modificarsi e distruggersi.

Ecco che la prima Ardita è ora distesa per terra come un’ombra della sue gemella installata al suo posto e addirittura capace di incorporarla con l’immagine. Bellissimo questo gioco di Pignattai con la natura, questo suo modo leggero, ma colto, di dare un nuovo ruolo all’arte nel recupero della memoria e nella meditazione sui suoi valori.

 

Marzia Morganti Tempestini





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