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Ristoranti

GO WINE: CENA D'ESTATE A "AZZURRO DUE"

CENA d’ESTATE
“Dieci bianchi italiani d’autore e…d’annata 
a tavola con il ristorante Azzurro Due”

Mercoledì 17 luglio 2019 ore 20,30 – Ristorante Azzurro Due, Arenzano 
…ovvero 52 settimane dopo l’ultima volta…

 

   L’Associazione Go Wine, d’intesa con i soci del Club Go Wine di Genova e dintorni, organizza l’ormai tradizionale appuntamento conviviale d’estate presso il Ristorante Azzurro Due, ad Arenzano (Via Aurelia di Levante, 8° - www.azzurrodue.it). 


     La data è quella di mercoledì 17 luglio p.v. alle ore 20,30…ovvero 52 settimane dopo l’ultima volta…

     Siamo alla ottava edizione! E questa volta ha un sapore speciale.
     La titolare Mina Popia, dopo i danni subiti dal mare nello scorso autunno, è riuscita a riaprire il locale e siamo lieti di tornare da Lei!

     Anche per questo confidiamo in un importante partecipazione di soci e simpatizzanti.

     Il tema della serata rinnova una formula già sperimentata: una selezione di 10 vini bianchi d’autore da nord a sud d’Italia (con qualche scorribanda indietro nel tempo…) da conoscere e degustare, e un menu servito dalla cucina che guida il convivio. A conclusione due etichette di Moscato arricchiranno e completeranno gli abbinamenti proposti.

     Per l’occasione il Ristorante si è attenuto al suo menu classico, “per confermare la forza del suo marchio” e il desiderio di riprendersi dalla calamità subita… 

Quadrotti di panissa
Brandade di baccalà

Croxetti con muscoli e pinoli

Calamari alla pietra con contorno di verdure grigliate
Trancetto di palamita alla pietra su letto di cipolla in agrodolce

Torta Stroscia con crema di limone e cedro candito


     Nei prossimi giorni la selezione dei vini in degustazione.

     Il costo della cena è di euro 50,00, con riduzione ad euro 45,00 per i soci Go Wine.

     E’ obbligatoria la prenotazione che verrà accettata fino ad esaurimento posti entro e non oltre martedì 16 luglio.

     Per le prenotazioni contattare l’ufficio soci di Go Wine tel. 0173 364631 o inviare una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

     Vi aspettiamo! Cordiali saluti,


p. Go Wine
Massimo Corrado

 

 

MIRAZUR: 1° TRA I THE WORLD 50 BEST RESTAURANTS 2019

 

 

Il ristorante Mirazur di Mauro Colagreco si è aggiudicato il 1° posto sul podio dei The World’s 50 Best Restaurants 2019 

 

  • Il Mirazur è stato nominato The World’s Best Restaurant 2019, sponsorizzato da S.Pellegrino & Acqua Panna. Lo chef Mauro Colagreco succede allo chef italiano Massimo Bottura che è entrato con gli altri vincitori delle passate edizioni nella speciale lista "Best of the best”.
  • La lista del 2019 include ristoranti situati in 26 Paesi di tutto il mondo e presenta 12 ristoranti esordienti e 3 che ritornano sulla lista
  • L’Italia figura con 2 ristoranti fra i primi 50: il Piazza Duomo di Enrico Crippa ad Alba in 29° posizione e Le Calandre di Max e Raffaele Alajmo a Rubano 31° in posizione 
  • 51° posizione per il ristorante Reale di Niko Romito a Castel di Sangro e 66° posizione ( new entry ) per il ristorante Uliassi di Mauro Uliassi a Senigallia 
  • Ottima performance anche per Riccardo Camanini con il suo Lido 84 a Gardone Riviera ( new entry ) premiato con il "One to watch award" ovvero il ristorante da tenere in considerazione, ora in 78° posizione
  • Miglior chef donna 2019 è Daniela Soto-Innes, origini messicane per la chef che ha conquistato New York. 
  • Miglior Pastry chef un'altra donna, la francese Jessica Préalpato che lavora con Alain Ducasse.

 Elisa Zanotti

 

ELOGIO ALLA PASTA COL POMODORO

 

Elogio alla pasta al pomodoro:
tre chef che reinterpretano un classico della tradizione
il 24 giugno al Tre Cristi Milano, il primo degli eventi a tema Sinergie

 

Un grande classico all’italiana, forse il piatto più apprezzato, la pasta al pomodoro, in quattro atti: dalla classicità alle rivisitazioni degli chef Franco Aliberti del ristorante Tre Cristi Milano, Marco Visciola de Il Marin di Genova e Alessandrò Ravanà de Il Salmoriglio di Porto Empedocle. Il costo della serata è di 50 euro, comprensivi di tre declinazioni in tema, dessert e degustazione di vino Podere Sapaio. Si tratta del primo evento degli eventi Sinergie, che mettono in primo piano un piatto classico della tradizione italiana reinterpretato dai tre chef  e gustato nei loro ristoranti: le prossime date sono il 26 settembre per la ricetta “la zuppa di pesce” a Il Salmoriglio di Porto Empedocle e il 24 ottobre con il tema “Pasta al pesto” a Il Marin a Genova.

 

Lunedì 24 giugno il ristorante Tre Cristi Milano diventa teatro di un imperdibile confronto tra tre chef della cucina contemporanea italiana. Argomento del dibattito sarà il piatto principe della cultura popolare italiana: la pasta al pomodoro. A partire dalle 20 gli chef Alessandro Ravanà, Marco Visciola e Franco Aliberti si metteranno alla prova per rendere omaggio a un grande must della storia della gastronomia italiana, reinterpretando a modo loro la pasta al pomodoro. Si inizierà con il classico del ristorante Tre Cristi Milano “Cibo non Mente”: un’artistica trasposizione dei ricordi che il familiare spaghetto al pomodoro scatena nella mente dei commensali, un gioco interattivo servito su un piatto speciale e realizzato per l’occasione per tornare, boccone dopo boccone, al passato.

 

Pomod’oro” dello chef Ravanà de Il Salmoriglio sarà un tortello con impasto al pomodoro in un’acqua di pomodoro e limone.

Lo chef Marco Visciola de Il Marin presenta “Bottondoro”: bottonial pomodoro di pasta fresca con un sugo di pomodoro diverso e colorato per ogni bottone.

Infine Franco Aliberti, resident del Tre Cristi Milano farà degustare il “100% pomodoro”, un piatto mono ingrediente che riutilizza anche le parti meno nobili della verdura estiva.

La cena di degustazione placée comprende la ricetta tradizionale, le tre versioni rivisitate degli chef, un dessert e l’abbinamento ai vini dell’azienda Podere Sapaio. Due grandi rossi del Bolgheri, Volpolo 2017 e Sapaio 2016, accompagneranno la cena: declinazioni in salsa livornese delle uve tradizionali bordolesi, si distinguono per la maturazione in legno. Sosta più breve e in tonneaux per il Volpolo, riposo più lungo e in barrique per il Sapaio. Due espressioni che regalano nel calice le caratteristiche della costa toscana: potenza controbilanciata da grande eleganza.

 

Franco Aliberti

Tra le esperienze più importanti dello chef- pasticcere quella da Massimo Spigaroli all’Antica Corte Pallavicina, poi Massimiliano Alajmo a Le Calandre di Padova dove ha la possibilità di confrontarsi con professionisti del calibro di Gianluca Fusto, quindi è la volta dell’Erbusco di Gualtiero Marchesi con cui collabora anche all’apertura del Marchesino a Milano. A seguire, l’esperienza pregnante presso il ristorante Vite di San Patrignano, per il progetto di centro della proposta educativa della comunità. Nel 2012 entra a far parte della brigata di Massimo Bottura all’Osteria Francescana, mentre nel 2014 apre il suo ristorante a Riccione, EVVIVA, dolci e cucina a

scarto zero, sua cifra stilistica. Prima di affiancando l’attuale chef Gianni Tarabini a La Preséf all’interno dell’Azienda Agricola de “la Fiorida” a Mantello, in Valtellina.

 

Alessandro Ravanà

37 anni, di Agrigento, è approdato in cucina una decina di anni fa, ma nel suo curriculum si sostanzia da subito l’impronta dell’imprenditore, oltre che del cuoco: 16 anni fa aprì un locale di pasticceria e gastronomia ad Agrigento. Tra le esperienze più formative di Ravanà c’è poi “Piazza Duomo” di Enrico Crippa, dove affina la sua passione per la cucina e affina le tecniche di cottura e 

di trasformazione della materia prima. Nel 2007 apre a Porto Empedocle il suo ristorante, dove può elaborare una cucina più ricercata e curata al primo posto il culto per la materia prima nel rispetto della biodiversità, a strettissimo contatto con i piccoli agricoltori locali e i pescatori in un’ottica di sostenibilità ambientale.

 

Marco Visciola

34 anni, ligure doc di Bogliasco, inizia la sua carriera al Solito Posto di Bogliasco, entra nel mondo Eataly e cura l’apertura di Eataly Corea dove lo chef prende confidenza e spunto con ingredienti asiatici e tecniche di lavorazione come le fermentazioni. Poi l’esperienza da Enrico Crippa a Piazza Duomo ad Alba e da Fabrizio Tesse alla Locanda d’Orta hanno completato la sua formazione.

 

Qui il link alle ricette, foto degli chef e dei piatti della serata

 

Camilla Rocca

 

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Ristorante Taki

 

 

Non solo sushi: il Giappone è il re della carne,  tra le più pregiate del mondo

Alla scoperta dei veri sapori nipponici, con Yukari Vitti, unica importatrice ufficiale per l’Italia di carni certificate Hida-wagyu

 

Quando si parla di cucina giapponese, le prime cose che vengono in mente sono il sushi di salmone o tonno e il ramen, che affollano le tavole dei ristoranti orientali presenti in Italia. In realtà, la vera tradizione culinaria nipponica va ben oltre il semplice riso con pesce crudo, è piuttosto una filosofia, che presta enorme attenzione alla preparazione estetica, ma anche al bilanciamento dei macronutrienti, secondo i dettami della cucina macrobiotica sviluppata per la prima volta agli inizi del XIX secolo in Giappone, che rappresenta ancora oggi uno dei fondamenti della moderna e tradizionale cucina giapponese.

 

L’attenzione nella ricerca degli ingredienti trova la massima espressione nelle tipiche carni giapponesi, di cui il manzo Hida-wagyu, nuova stella del mercato nipponico, è considerato tra le più pregiate al mondo. Taki, nel quartiere romano di Prati, tra i primissimi ristoranti giapponesi ad aver aperto in Italia, nonché fedele ambasciatore della tradizione giapponese, svolge un ruolo da protagonista essendo unico importatore ufficiale per l’Italia di carni certificate Hida-wagyu. Per ottenere tale certificazione, gli allevatori devo rispettare delle regole molto rigide e restrittive, che regolano ogni aspetto, dall’allevamento alla preparazione per la vendita della carne ottenuta.

 

“Abbiamo notato che in Italia molte persone conoscono la carne Kobe, anche se spesso non hanno mai avuto l’occasione di assaggiarla, ma quasi nessuno sa cosa sia il manzo Hida-wagyu, che, invece, è considerata dai giapponesi come una delle migliori carni del loro paese. – ha detto Yukari Vitti, giapponese di nascita e italiana di adozione, Restaurant Manager di Taki – Si tratta di una carne che ha già nel nome un forte richiamo al paese del Sol Levante, poiché Wa significa Giappone e Gyu significa Manzo. La sua peculiarità è il manzo a pascolo libero, rifiutando fermamente il ricorso ad allevamenti intensivi. Il manzo hida-wagyu nasce, viene allevato e preparato alla vendita nel suo stesso paese di origine, Hida, immerso nel verde delle Alpi Giapponesi, dove la natura è ancora incontaminata e le fattorie sono in prevalenza a conduzione famigliare.”

 

Il processo di produzione di questo tipo di carne pone le sue fondamenta su una meticolosa ricerca e selezione dei migliori bovini. Essa si presenta intensamente marmorizzata, ovvero, al suo interno è caratterizzata da venature simili a quelle del marmo, rappresentate dai grassi insaturi di cui è ricca, che si distribuiscono in modo uniforme anche a livello muscolare, anziché restare soltanto nello strato peri-muscolare e sottocutaneo, come in tutte le altre. Il risultato è una carne molto saporita in ogni suo punto ed incredibilmente tenera.

 

“Nel nostro menù, proponiamo questa tipologia di carne in alcuni dei piatti tipici della mia terra, come il nigiri wagtu, riso con sopra sottili striscioline di manzo scottato, ma anche le classiche wagyu steak su piastra o spiedini su brace. – prosegue Yukari – Ma ciò che maggiormente ci differenzia è lo Shabu-Shabu un caratteristico piatto giapponese che ricorda una modalità di cottura svizzera in brodo vegetale ed il Sukiyaki, stufato in salsa di soia e verdure, dei piatti eccezionali, che mi ricordano l’infanzia e l’adolescenza in Giappone, che, sebbene qui siano degli sconosciuti, sono veri e propri ambasciatori della cucina giapponese.”

 

 Alessandro Maola  

 

 

Taki è in Via Marianna Dionigi 56/60, adiacente Piazza Cavour, nel quartiere Prati

Da Égalité arriva il French Brunch

 

La boulangerie di Porta Venezia presenta il Brunch à la française: sei diverse combinazioni tra dolce e salato, per un fine settimana al gusto d’Oltralpe. Il weekend da Égalité ha un sapore tutto nuovo. La boulangerie di via Melzo 22 porta nel panorama gastronomico milanese una nuova proposta per il fine settimana: il French Brunch. Una combinazione originale per trascorrere il sabato e la domenica, assaggiando i piatti più celebri della cucina d’Oltralpe. Con il suo menù rigorosamente à la française, un po’ dolce e un po’ salato, il brunch di Égalité si potrà gustare tutti i fine settimana. 

 

Il French Brunch di Égalité si compone di 5 diverse combinazioni alla carta – oltre a una dedicata ai bambini - ciascuna caratterizzata da una portata principale, accompagnata da una selezione di proposte dolci e salate. Il tutto servito con caffè filtro, spremuta d’arancia fresca e acqua mineralizzata.

 

 

 

Croque-Monsieur Salade Brunch: 

il re dei bistrot parigini

Uno dei piatti francesi più amati, il morbido Croque-Monsieur: un gustoso pancarrè con prosciutto cotto artigianale Branchi, béchamel e formaggio groviera gratinato al forno. Questa delizia viene accompagnata da insalata di lattuga Sucrine e da una mini Tropézienne.

 

Petit Déjeuner Égalité Brunch:

la dolcezza è servita!

Per un brunch all’insegna della dolcezza, c'è l’iconica colazione Égalité a base di tartine di baguette, burro demi-sel e marmellate dell'artigiano Eric Ribot. Il tutto accompagnato da un gateau breton fondant al cioccolato tipico della Bretagna - e da una ricca varietà di mini-croissant.

 

 

 

Fish Brunch: sapori dell’Atlantico

Per gli amanti del pesce c’è il Fish Brunch. Un delizioso tagliere composto dal pane viennois con salmone norvegese servito a tranci e sardine provençales dell’Atlantico. A esaltare il gusto del pesce ci pensa il pane citron/curcuma, con il suo inconfondibile aroma speziato. Per un dolce tocco finale, la mini tarte au citron.

 

Quiches Brunch: trop bon!

Le torte salate ripiene sono un must della cucina francese. Con il Quiches Brunch sarà possibile scegliere tra la tradizionale Quiche Lorraine, la quiches con porri o con caprino e pomodori. Completano la combinazione insalata verde, batonnet (piccoli sfilatini di pane), baguette a fette e una mini tarte-tatin con crema chantilly.  

 

 

 

Il Brunch Salades: gusto e leggerezza

La scelta giusta per chi ama stare in forma. Due proposte di insalate, Chèvre chaud (con tartine di formaggio di capra caldo) o Ocean (con Sardine provençales dell’Atlantico), sono servite con una selezione di pani di Égalité e un dolce: mini madeleines o florentins, croccanti biscotti alle mandorle e caramello.

 

Brunch Enfants: delizie francesi per i più piccoli

Égalité ha pensato anche ai bambini con il Brunch Enfants. Una combinazione dei piatti preferiti dai piccoli ospiti della boulangerie, tutto in formato mini: croque monsieur, pain au chocolat e chouquettes – morbidi bignè soffiati cosparsi di zucchero perlato, ricordo di infanzia di ogni bambino francese.        

 

Égalité

via Melzo 22, Milano

Martedì - Mercoledì: 7.30 - 20.00

Giovedì - Venerdì: 7.30 - 22.00

Sabato: 8.00 - 22.00

Domenica: 8.30 - 15.00

 

Per informazioni e prenotazioni:

t: +39 02 83 48 23 18 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

www.egalitemilano.it

RAI UNO: LA FOCACCIA DI RECCO IGP A LINEA VERDE

 

 

 

RAI UNO: la Focaccia di Recco IGP a Linea Verde. Domenica 9 giugno dopo le ore 12.

Attirati a Recco dalla fama della FOCACCIA DI RECCO IGP, RAI UNO rende omaggio a questo grande prodotto domenica 9 giugno alle ore 12 con una puntata di Linea Verde.

Al centro della puntata dedicata alla Liguria, la Focaccia di Recco ha portato in città a metà maggio autori, regista, produttore, presentatori e l’intera troupe per le registrazioni in un lungo percorso da Genova Nervi a Rapallo, passando da Sori, Camogli scendendo fino alla Calata Porto e salendo a San Rocco fino alla Mortola dopo aver fatto tappa anche a San Fruttuoso, con sosta e tappa centrale a Recco, capitale gastronomica della Liguria.

Uno strepitoso Peppone (presentatore di Linea Verde con Federico Quaranta e Daniela Ferolla) è entrato da EDOBAR a Sori per conoscere la sua famosissima farinata e a Recco, dopo un improbabile sbarco in spiaggia cavalcando una tavola da surf, dal Panificio Moltedo Luisa dove si è letteralmente innamorato della Focaccia di Recco IGP preparata da Stefano Conti e il suo clan.

 

 

Federico Bisso del ristorante Da O Vittorio ha invece preparato il ripieno dei pansoti con il tipico “prebugiun”.

Grande la collaborazione dimostrata dalle Amministrazioni Comunali e dalle locali Polizie Municipali di Sori, Recco e Camogli e le Capitanerie di Porto, pronti ad accogliere tutte le richieste necessarie per agevolare gli spostamenti dell’intera carovana RAI durante le registrazioni.

 

 

Nel nome di quel turismo gastronomico che da anni è ormai una delle leve più importanti che ne muove i flussi, il Consorzio ha portato per l’ennesima volta alla ribalta della cronaca nazionale la sua Focaccia di Recco col formaggio IGP, il suo nome, la sua protezione europea, la sua fama, i suoi produttori e la Città di cui con orgoglio porta il nome.

 

Bernini Daniela

Consorzio della Focaccia di Recco col formaggio

Ufficio Stampa e Relazioni Esterne

Recco (GE) via XXV Aprile 14

Tel.: 0185730748 - 3357274514

RIAPERTO IL MITICO COVO DI SANTA

Testo e foto di Claudia Paracchini

 

Covo di Nord Est: I fasti di un tempo sono ancora lontani 

 

È dal 1934 che il Covo scrive la storia della Night Life di “ Santa”, come viene chiamata in confidenza Santa Margherita Ligure. 

 

Di Santa e non solo, anche di tutta la Riviera ligure, tanto che è sempre stato il cuore del divertimento a’ la page . 

Nato come abitazione privata incastonata tra la roccia e il mare con accesso diretto al molo dall’ allora  Barone Alberto Franchetti  che innamoratosi perdutamente di una cantante lirica  austriaca diventata sua amante, avrebbe voluto  costruire un castello con un teatro sul retro ma il sogno fu impedito da un tragico destino. e la proprietà torno alla famiglia Ciurlo/Costa. 

Durante il periodo fascista si chiama Tana ma il suo nome originario dal 1934, data in cui divenne locale pubblico, è sempre stato Covo.

Meta chic per eccellenza e come unico concorrente Le Pirate di Juan Les Pins, dal Covo sono passati per decenni tutti i nomi celebri del jet set , a bordo di lussuosi yacht o di lussuose fuoriserie. Un mito esclusivo che però negli ultimi anni ha perso un po’ del suo smalto e della sua passerella Fino  ad essere completamente travolto dalla mareggiata del 29 ottobre 2018 dove il mare si è terribilmente portato via tutti i fasti recenti e passati. 

La sera di sabato 1 giugno il Covo ha riaperto dimostrando un incredibile grinta e voglia di rialzarsi dai danni subiti. 

Con questo presupposto, invitata  alla serata inaugurale ad un tavolo per 14 persone prenotato da tempo, all’ingresso in lista scopriamo non senza sorpresa che i tavoli non ci sono, che una marea di persone è nella nostra situazione, tutti in piedi, disorientati, unici punti da appoggio e da sedere dei divanetti  di materiale indefinibile di un colore tra il verde e l’ azzurro fluo’ collocati all interno di una recinzione di legno che ricorda più un ranch che un locale a grotta sul mare ... 

 

Musica classica all interno e i “nomadi “ all’esterno . 

Data l’affluenza è la calca il buffet era poco raggiungibile e il servizio con personale giovane e inesperto, tanto che al buffet dei salumi la ragazza addetta al taglio del prosciutto si è affettata un dito davanti agli occhi impietriti dei clienti. 

Dettagli non da poco sui quali bisogna lavorare ancora molto. Al momento i fasti di in tempo sono ancora lontani. 

 

Il MOG: Mercato Orientale di Genova

 

Al taglio del nastro due madrine: l’assessore all’istruzione della Regione Liguria Liguria Ilaria Cavo, e quello al commercio del Comune di Genova, Paola Bordilli.  

 

Dalla nostra inviata  Claudia Paracchini

 

Il Mercato Orientale per i zeneixi è una vera e propria istituzione. Aperto nel lontano 1899 nella centralissima via XX Settembre, ha sede nell'antico chiostro (mai terminato), del convento annesso alla chiesa della Consolazione, costruito tra il 1684 e il 1706.  Il Comune incaricò gli architetti Veroggio, Bisagno e Cordoni per dare una sede stabile al mercato dei prodotti agricoli che arrivavano dalla val Bisagno che, fino ad allora, si era tenuto in Piazza De Ferrari. Il mercato, che deve il suo nome dalla posizione in cui si trovava allora rispetto al centro cittadino (a oriente), occupa l'area del chiostro del convento degli Agostiniani annesso alla chiesa della Consolazione. 

 

 L'Assessore al commercio del Comune di Genova, Paola Bordilli.  

Del chiostro originario, il mercato comprende i colonnati ai lati posti verso la chiesa e verso la via XX Settembre nonché il portale chiuso sulla piazzetta di accesso al mercato da via Galata, mentre gli altri due lati sono stati completati con la realizzazione del mercato. Fu il primo edificio costruito a Genova in calcestruzzo armato col sistema Hennebique ed occupa una superficie di 5500 metri quadrati. Comprende un piano sotterraneo suddiviso in 42 magazzini ed un pianterreno formato da un porticato perimetrale colonnato che si sviluppa per circa 360 metri.  

 Lo chef Daniele Rebosio con la nostra Claudia Paracchini  

Il mercato ha cinque accessi, di cui due da via XX Settembre, compreso l'ingresso principale a cinque arcate, due da via Galata e uno da via Colombo.[2] Inizialmente all'aperto, il mercato è stato successivamente coperto da lucernai per aumentare lo spazio interno disponibile. Le decorazioni interne sono in marmo bianco, mentre l'originale pavimento in pietra è oggi parzialmente coperto da cemento. L'ala dell'edificio prospettante su via XX Settembre ha ospitato per anni gli uffici finanziari, dal 1931 trasferiti nella nuova sede di via Fiume.

 

 Lo chef Daniele Rebosio ed alcuni collaboratori 

I lavori terminarono nel luglio del 1898 e il 2 giugno 1899 il mercato fu inaugurato dal sindaco Francesco Pozzo con una mostra floreale.  Nel dicembre del 2017 è stato presentato un progetto per il restauro conservativo e la valorizzazione del piano rialzato dell'edificio, dove è stato realizzato un food market con bar, postazioni per degustare prodotti tipici, scuola di cucina e uno spazio per incontri culturali ed eventi. Dopo vari rinvii, la nuova struttura all'interno del mercato è stata inaugurata il 7 maggio 2019.

 

 Un interno del locale 

Un vero mare di folla per l’inaugurazione  del piano superiore del mercato.  Da oggi clienti, appassionati, gourmet e curiosi oltre agli acquisti, potranno deliziarsi nella piazza del gusto. Undici corner gastronomici - per tutti i gusti e le tasche - dove assaporare veri piatti tipici genovesi, dal minestrone ai ravioli col tocco, trofie col pesto, pansoti con salsa di noci, ma anche farinata, pizza, panini gourmet, gelati e dolci di pregio. Per gli esperti del buon bere, una fornita enoteca, un bar e il ristorante gourmet del MOG per soli circa cinquanta clienti. Al taglio del nastro due madrine: l’assessore all’istruzione della Regione Liguria Liguria Ilaria Cavo, e quello al commercio del Comune di Genova, Paola Bordilli. 

 Lo chef Daniele Rebosio con alcuni collaboratori

Come già a Parigi, Madrid, Barcellona, Lisbona e Praga, anche Genova col MOG offre un irrinunciabile e ghiotto invito a cittadini e turisti.  Ma sul MOG c’è da dire qualcosa in più.  Al piano superiore la fa da padrone il ristorante del MOG. Un locale moderno ma sobrio e funzionale ed accogliente, dove ad attendervi troverete il maitre Andrea, che vi saprà consigliare i vini, ed il suo executive chef Daniele Rebosio che, direttamente da Parigi e dalla scuola di Alain Ducasse, è voluto tornare nella sua terra natia per questo grande gioiello. 50 posti, menù curato di carne e di pesce, con l’obbiettivo inderogabile delle materie prime, cantina regionale del territorio e nazionale di 90 etichette, e proposte dal tocco internazionale con due menù degustazione di carne e di pesce composto di cinque portate. Dopo l’inaugurazione se volete prendere posto, l’orario è dalle 12.30/14.30 e 19.30/22.00.  La domenica è di riposo ma attenzione, dal settembre sarà open 7 su 7.

 Lo chef Daniele Rebosio mentre decora un piatto

 Una delle sale del ristorante 

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