Virgilio Pronzati
Virgilio Pronzati

Da oltre 40 anni mi occupo d’enogastronomia come giornalista specializzato, docente in vari istituti di Stato liguri e in corsi promossi da vari Enti. Faccio parte della Commissione di degustazione vini Doc Golfo del Tigullio e Valpolcevera, nonché in quella delle Docg. Autore e coautore di vari libri sull’argomento.
Virgilio Pronzati
A Montepulciano il Vino è sicuramente Nobile
Di Virgilio Pronzati
Cantina d’arte Dei
La Toscana è più che un museo a cielo aperto. Opere di grandi scultori, pittori e architetti sono note nel mondo. Non solo. Anche il paesaggio agrario è unico. Piccoli centri dal grande patrimonio storico adornati da olivi e vigneti. Tra questi spicca Montepulciano, un gioiello dalle origini etrusche. Percorrendone il centro storico e come tuffarsi nel passato, rivivendo vicissitudini e fasti di epoche lontane. Qui il vino è di casa da sempre. Sin dal 790 dopo Cristo ci sono testimonianze di donazione di vigneti alla chiesa. Il Repetti (autore del Dizionario storico e geografico della Toscana) cita in un documento nel 1350, vincoli e clausole per il commercio e l’esportazione del vino di Montepulciano. Francesco Redi nel suo ditirambo Bacco in Toscana, lo definisce “Montepulciano d’ogni vino è Re”.
Caterina Dei mentre presenta la serata ai giornalisti ospiti
Quest’anno il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, festeggia due eventi importanti: ventitré Anteprime e Cinquant’anni della Doc. Tra i primi vini a essere insignito della Doc nel 1966, il Vino Nobile di Montepulciano è stato il primo Docg a essere immesso sul mercato con le prime fascette statali. L’edizione 2016 di Anteprima del Vino Nobile di Montepulciano ha richiamato oltre 200 giornalisti provenienti da vari Paesi del mondo. Evento di caratura internazionale promosso dal Consorzio di tutela del vino omonimo, costituito nel 1965 col sostegno di Enti e Istituzioni, che si è tenuto nei giorni 17 e 18 febbraio nella storica Fortezza, ripristinata per ospitare la manifestazione e il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano.
Caterina Dei con il giovane e valente enologo Jacopo Felici
Nella mattina del 18 febbraio, dopo gli interventi del sindaco di Montepulciano Andrea Rossi e del Presidente del Consorzio del Nobile Andrea Natalini che oltre avere presentato l’evento e annunciato l’assegnazione di Cinque Stelle alla vendemmia 2015, ha avuto inizio la degustazione comparata delle annate 2013, 2013 Selezione, 2012 Riserva e annate precedenti del 2012, 2011, 2010, 2009 e 2007 di Vino Nobile di Montepulciano. La degustazione palese o anonima (quest’ultima nel mio caso) comprendeva settantotto Vino Nobile di Montepulciano di 43 aziende, con le seguenti annate: 2013 con quarantotto vini (diciannove da botte) di cui cinque Selezione (tre da botte).
L’annata 2012 Riserva con tredici vini di cui quattro da botte. Infine diciassette vini con le seguenti annate: 2012 con quattro vini, 2011 con nove vini, 2010 con due vini, e 2009 e 2006 con un vino. Avendoli doverosamente assaggiati tutti, a mio parere si sono così espressi: dei primi quarantatre 2013, nove ottimi, quindici buoni, dieci medi e nove discreti. In generale, profumo dal discreto al buono, mentre in bocca erano freschi, sapidi, pieni e persistenti, discretamente armonici sia per gioventù che il boisé. Mentre i cinque della Selezione, due buoni e tre medi. Leggermente diverso per i tredici Riserva 2012: quattro ottimi, cinque buoni e quattro discreti.
Il presidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano Natalini annuncia le cinque stelle per l’annata 2015
Ancora più frazionati i diciassette Nobile di Montepulciano di varie annate. Dei quattro 2012, due buoni e due medi. Dei nove 2011 (di cui uno da botte), tre buoni, quattro medi e due discreti. 2010: uno buono e l’altro medio. Infine, buono il 2009, medio il 2007. In sintesi, vini con bouquet discretamente intenso e persistente, di buona sapidità, abbastanza pieni e continui. Quest’anno i campioni di botte sono stati di meno rispetto agli scorsi anni. Lo stesso per quelli affinati troppo in legno. Al naso oltre le note fruttate, spiccano quelle vegetale-balsamiche e speziate, tabacco e lieve boisé. In generale, vini di buon livello, caratterizzati da un esclusivo terroir: un compendio pedoclimatico abbastanza omogeneo che li rende unici e riconoscibili.
I giornalisti dopo la degustazione effettuata nel Salone della Fortezza, scesi al piano inferiore della storica struttura, hanno avuto l'occasione di assaggiare altre annate di Rosso di Montepulciano, Vino Nobile di Montepulciano e altri vini presso il banco d'assaggio con tutti i produttori. Nel pomeriggio, gli stessi, divisi in piccoli gruppi, hanno visitato le aziende associate, continuando gli assaggi su altre annate di Vino Nobile di Montepulciano, di Rosso di Montepulciano, di Vin Santo di Montepulciano e, chi lo gradiva, di ottimi extravergini di oliva, terminando l’interessante percorso enologico, ospiti alle tavole dei produttori. Nel nostro caso, la cantina Cantine Dei:
I noti giornalisti Stefano Tesi e Riccardo e Gabriele
una struttura che coniuga l’arte alla funzionalità. Non a caso la cantina Dei è stata selezionata per concorrere a un premio nazionale istituito due anni fa a Cortina d’Ampezzo. L’ospitalità di Maria Caterina Dei è stata straordinaria. Un folto gruppo di giornalisti di cui ho fatto parte, dopo l’assaggio d’irrinunciabili finger food, è stato deliziato dai raffinati piatti creati per l’occasione dalla chef stellata Katia Maccari, esaltati dai suoi migliori vini.
Organizzatori e partner
Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, Fondazione Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano, Comune di Montepulciano, Strada del Vino Nobile di Montepulciano e Vivi Montepulciano.
Trend produttivo ed export
Mediamente ogni anno sono prodotti circa 55.000 ettolitri di Vino Nobile e circa 18 mila destinati a divenire Rosso di Montepulciano. L’export del Vino Nobile di Montepulciano nel 2015 si attesta sul 80% mentre il restante 20% è stato commercializzato in Italia. Per l’estero è in testa la Germania con il 46%, seguita dagli USA con il 20%, Svizzera con il 17%, il Benelux con il 2%, altri Stati europei con il 4%, Canada con il 2%, Asia con l’1,4%, Regno Unito l’1%, Russia con lo 0,6%, altri Paesi extra europei con il 6%. In Italia è al primo posto la Toscana con il 47%, Nord Italia con il 16%, Centro Italia con il 19%, Sud e isole col l’1%, venduto in azienda il 17%.
Alcuni dati del 2015 sul Vino Nobile di Montepulciano Docg
(Fonte Consorzio del Vino Nobile di Montepuciano).
Estensione dell’intero territorio: circa 16.500 ettari. Estensione complessiva dei vigneti: 2.200 ettari. Vigneti iscritti all’albo: 1.300. Produzione uve: circa 10.000 tonnellate. Bottiglie immesse sul mercato nel 2015: 6.915.320 di Vino Nobile di Montepulciano. Per il Rosso di Montepulciano Doc: 550 ettari; Produzione uve: circa 7.300 tonnellate. Bottiglie immesse sul mercato: 2.810.022. Viticoltori associati: oltre 250. Numero d’imbottigliatori: 90 di cui 76 soci consortili. Il Vino Nobile è un fondamentale volano per l'economia del territorio: circa mille gli addetti del settore, cui si aggiungono altri 1.000 stagionali. L’indotto generato dal vino è stimato sul 70% dell’economia mossa dall’intero settore vitivinicolo. Ogni anno gli enoturisti che arrivano a Montepulciano sono circa 250 mila. Il valore patrimoniale dei vigneti è stimato intorno ai 200 milioni di euro mentre il valore della produzione si aggira sui 65 milioni di euro all’anno.
I vini dei produttori presenti
Vino Nobile di Montepulciano 2013 (* campione da botte)
1 Bindella
2 Dei
3 Salcheto *
4 Contucci *
5 Avignonesi
6 Canneto *
7 Casale Daviddi
8 Barbanera “Duca di Saragnano” *
9 Fattoria La Braccesca
11 Croce di Febo
12 Fattoria della Talosa *
13 Boscarelli
14 Casa Vinicola Triacca “Santavenere” *
15 Gattavecchi
16 Le Badelle *
17 Antico Colle
18 Il Greppo “Greppo Antico” *
19 Tenuta Valdipiatta
20 Tenuta Trerose “Santa Caterina”
21 Il Molinaccio “La Spinosa” *
22 Lunadoro “Pagliareto”
23 Le Bèrne
24 Cantina Del Giusto “San Claudio II” *
25 Il Conventino *
26 Poliziano
27 Romeo
28Tenuta di Gracciano della Seta
29 Fanetti *
30 Priorino “Viola”
31 Le Bertille
32 Godiolo *
33 Palazzo Vecchio “Maestro”
34 Il Macchione *
35 Vecchia Cantina di Montepulciano
36 Icario *
37 Villa Sant’Anna *
38 La Ciarliana
39 Tenute del Cerro
40 Montemercurio “Messaggero” *
41 Tiberini “Podere Le Caggiole”
42 Lombardo *
43 Nottola
Vino Nobile di Montepulciano 2013 Selezione
101Tenuta Valdipiatta “Vigna d’Alfiero”
102 Gattavecchi “Parceto”
103 Bindella “I Quadri”
104 Le Badelle Selezione *
105 Fattoria del Cerro “ Antica Chiusina”
Vino Nobile di Montepulciano 2012 Riserva
106 Carpineto *
107 Dei “Bossona” * Non presente
108 Tenuta di Gracciano della Seta
109 Casale Daviddi
110 Le Bèrne
111 Il Molinaccio “La Poiana” *
112 Barbanera “Duca di Saragnano”
113 Lunadoro “Quercione”
114 Fattoria della Talosa *
115 Il Conventino
116 Contucci *
117 Fattoria La Braccesca “ Santa Rita”
118 Icario “Vitaroccia” *
119 Croce di Febo “Amore mio”
Vino Nobile di Montepulciano Annate precedenti
120 Avignonesi “Grandi Annate” 2012
121 Canneto Selezione “Casina Di Doro” 2012na
122 Fanetti 2012
123 Fassati Selezione “Gersemi” 2012
124 Salcheto Selezione “Salco” 2011
125 Palazzo Vecchio Selezione “Terrarossa” 2011
126 Tenuta Trerose Selezione “Simposio” 2011 *
127 Romeo “Riserva dei Mandorli” 2011
128 Vecchia Cantina di Montepulciano Riserva2011
129 Il Greppo Riserva 2011
130 Boscarelli Riserva “Bianca” 2011
131 Lombardo Riserva 2011
132 Nottola Riserva “ Il Fattore” 2011
133 La Ciarliana “ Vigna Scianello” Selezione 2010
134 Il Macchione Riserva 2010
135 Montemercurio “Messaggero” 2009
136 Carpineto Selezione “Sant’Ercolano” 2007
Le aziende presenti
Antico Colle, Avignonesi, Barbanera, Bindella, Boscarelli, Canneto, Cantina del Giusto, Carpineto, Casa Vinicola Triacca, Casale Daviddi, Contucci, Croce di Febo, Dei, Fanetti, Fattoria del Cerro, Fattoria della Talosa, Fattoria La Braccesca, Gattavecchi, Godiolo, Icario, Il Conventino, Il Macchione, Il Molinaccio, La Ciarliana, Le Bèrne, Le Bertille, Lombardo, Lunadoro, Montemercurio, Nottola, Palazzo Vecchio, Romeo, Salcheto, Tenuta di Gracciano della Seta, Tenuta Trerose, Tenuta Valdipiatta, Vecchia Cantina di Montepulciano, Villa Sant’Anna
Pagella delle annate:
1978 ** - 1979 **** - 1980 *** - 1981**** -1982 **** - 1983 **** - 1984 * - 1985 ***** - 1986 **** - 1987 *** - 1988 ***** - 1989 *** - 1990 ***** - 1991 **** - 1992 ** - 1993 **** - 1994 *** - 1995 ***** - 1996 *** - 1997 ***** - 1998 **** - 1999 ***** - 2000 **** - 2001 **** - 2002 ** - 2003 **** - 2004 **** - 2005 **** - 2006 ***** - 2007 ***** - 2008 **** - 2009 **** - 2010 **** - 2011 **** - 2012 ***** - 2013 **** - 2014 *** - 2015 *****
L’Ovada alla ribalta
Di Virgilio Pronzati
Castello di Rocca Grimalda: il gruppo di produttori del Consorzio Tutela Ovada Docg
Dopo anni di stasi, l’Ovadese finalmente si muove. In particolare nel settore del vino, trainando in parte il territorio, ricco di un bagaglio storico e culturale legato da sempre al mondo agricolo. L’ultima iniziativa di questo genere risale a circa due settimane fa, precisamente la domenica del 17 aprile. A promuovere l’evento, Oltre, rivista di cultura, arte, turismo e gastronomia in collaborazione col Consorzio Ovada Docg. Una giornata dedicata all’Ovadese o meglio, alle terre dell’Ovada Docg incontrando i sui protagonisti. Con questa finalità, un folto gruppo di appassionati non solo del vino e provenienti per la maggior parte dal Vogherese, ha visitato aziende agricole produttrici di vini biologici, lo storico Castello di Rocca Grimalda, assaporato piatti e vini del territorio, e degustato circa sessanta vini dei produttori presenti. Prima tappa al Castello di Grillano, azienda agricola e guest house di prestigio, dove il patron Francesco Torello, illustra agli ospiti le procedure dell’agricoltura biologica e il risultato ottenuto negli attigui vigneti.
Salone del Castello di Rocca Grimalda: Gli interventi del Vice presidente del Consorzio d’Ovada docg Giuseppe Ravera e dello scrivente
Per la seconda visita, straferimento all’azienda agricola Rocco di Carpeneto, sita nell’omonimo comune, dove Paolo Baretta (con l’enologa Lidia Carbonetti conduce l’azienda biologica) mostra i vecchi vigneti da cui hanno origine i suoi vini, corredandoli con interessanti dati sulle caratteristiche pedoclimatiche e dei portinnesti usati. Giunti all’ora di pranzo, partenza del gruppo per la vicina Rocca Grimalda per gustare le ghiottonerie dell’Ovadese alla Trattoria Alla Rocca sposate al meglio ai vini dei produttori consorziati, tranne alcuni “eletti” ospiti di Giovanna e Lucesio Venturini.
A precedere l’appezzato convivio, la presentazione del Consorzio Ovada Docg e dei suoi produttori. Pomeriggio dedicato alla visita del Castello di Rocca Grimalda e al tasting dei vini Ovadesi. La storia del castello di proprietà delle sorelle De Rege e le loro famiglie che hanno ripristinato completamente la struttura del
Cantina del Castello di Rocca Grimalda: produttori e pubblico
castello, i suoi appartamenti e il suo bellissimo giardino, c’è stata raccontata dalla primogenita Anna Giulia De Rege - Sola: <Il castello, situato in posizione dominante
L’Azienda Agricola Rocca Rondinaria
sull’ampia valle dell’Orba, e perciò ambito per la sua posizione strategica e facilmente difendibile, è stato edificato in fasi successive, a partire dall’inizio del ‘200, intorno alla maestosa torre circolare di avvistamento.
Compreso nel feudo del marchese del Monferrato, è in seguito passato ai marchesi di Gavi e, nel 1431, a Gian Galeazzo Trotti, capitano di ventura dei Visconti, signori di Milano. Con la famiglia alessandrina dei Trotti è iniziata la trasformazione dell’edificio in residenza nobiliare, trasformazione continuata dai Grimaldi, patrizi genovesi, proprietari del feudo dal 1570 e completata dagli stessi a fine ‘700 con la maestosa facciata occidentale, la cappella decorata a trompe l’oeil e il giardino pensile, compreso nell’elenco dei giardini storici del Piemonte >.
Poco dopo, nel sobrio ed elegante salone, i seguiti interventi del Vice presidente del Consorzio dell’Ovada Docg Giuseppe Ravera, che ha sottolineato l’importanza e funzionalità del Consorzio, sia nella crescita qualitativa del vino che nella realizzazione di eventi atti a promuoverlo, e di chi ha scritto, sulle origini storiche del vitigno e del vino.
Scendendo nelle storiche cantine, l’attesa degustazione dei sessanta vini di quattordici dei ventiquattro produttori aderenti al Consorzio dell’Ovada Docg. Ognuno nel proprio banco ha presentato e fatto degustare i propri vini, rispondendo alle numerose domande dei soddisfatti visitatori. Un’ampia gamma spaziante dal spumante bianco e rosé ai rossi Doc e Docg, dove spiccava l’Ovada Docg. Produttori e vini
Cà del Bric - Montaldo Bormida: Ovada Docg Riserva Gold Inside 2010, Ovada docg Conte di Gelves 2012, Dolcetto di Ovada Doc Superiore Trelustri 2007, Barbera del Monferrato Doc Mansur 2014 e Bianco del Pilaz Piemonte Doc chardonnay 2014
Casa Nuova - Rocca Grimalda: Dolcetto di Ovada Doc, Barbera del Monferrato Doc e Pink Rosato
Cascina Boccaccio - Tagliolo Monferrato: Ovada Docg E. Celso 2013, Dolcetto di Ovada Celso 2013, Rosà Piemonte Rosato 2014 e Nenè vino bianco 2014
Cascina Boccia - Tagliolo Monferrato: Dolcetto di Ovada Doc 2014, Barbera del Monferrato Doc 2013, Bisboccia 2014 e Rosato 2014
Cascina Gentile - Capriata d’Orba: VSQ metodo classico millesimato Cascina Gentile Brut 2013, VSQ metodo classico millesimato Barbabianca Brut Rosé 2013, Gavi Docg 2015, Ovada Docg 2013, Barberrique Barbera del Monferrato Doc 2013 e 2014, Dolcetto Ovada Doc 2014 e Spess Vino da uve passite
Castello di Grillano - Ovada: Ovada Docg Gherlan 2012, Barbera del Monferrato Superiore Docg Tourgnà 2013, Dolcetto di Ovada Doc 2014, Barbera del Monferrato Doc 2014, Lubbi vino bianco Chardonnay barrique e Fefì vino rosato frizzante col fondo
Forti del vento - Ovada Docg La volpe 2013, Ovada Docg Ottotori 2010, Barbera del Monferrato Superiore Docg Podes 2014, Piemonte Chardonnay Doc in Piota 2014
Ghera - Molare: Ovada Docg Riserva 2009, Ovada Docg 2012 e Dolcetto Ovada Doc Superiore.2005
Guiglia Carlo - Casaleggio Boiro: Ovada Docg 2012, Monferrato Doc Rosso 2012,
Piemonte Doc Cortese 2014
La Maddalena - Rocca Grimalda: Ovada Docg Migulle, Dolcetto di Ovada Doc Bricco del Bagatto, Dolcetto di Ovada Doc e Bricco della Maddalena vino rosso
La Signorina - Carpeneto: Dolcetto di Ovada Superiore Doc La Boiassa 2007, Dolcetto di Ovada Doc La Solera 2007 e Zefiro Chardonnay 2014
Pesce Carlo Francesco - Silvano d’Orba: Ovada Docg 2014, Dolcetto di Ovada Doc 2014, Barbera del Monferrato Doc 2014, Piemonte Doc Cortese 2014 e Piemonte Doc Moscato 2015
Rocca Rondinaria - Dolcetto di Ovada Doc Spessiari 2014, Sibrà Vino Rosso 2013, Bernardino Vino Rosso 2013 e Retrò Vino Rosso 2011
Rocco di Carpeneto - Carpeneto: Ovada Docg Riserva Erche 2013, Ovada Docg Losna 2014, Monferrato Doc Dolcetto Aur-Oura 2014
Infine, parlando di Dolcetto di Ovada, un doveroso ringraziamento all’enologo Franco Tinto, per alcuni decenni “autore” dei vini della Cantina Tre Castelli di Montaldo Bormida. Persona di grande sensibilità, onestà intellettuale e capacità tecniche, punto di riferimento di molti produttori dell’Ovadese e non solo. Ecco per i lettori la scheda di un suo Dolcetto di Ovada Doc Colli di Carpeneto 1990 della Cantina Tre Castelli, di tredici gradi, con bollino Consorzio Dolcetto di Ovada Serie A n° 86990, bottiglia n° 00488 delle 18.375 prodotte.
La bottiglia della scheda
Alla vista è limpido, di colore rosso granato con orlo leggermente aranciato. Al naso si presenta intenso, persistente, complesso e fine, con netti sentori compositi di mora di rovo, prugna nera e corbezzolo maturi e leggermente essiccati, e lieve di buccia d’arancia candita, fieno di montagna, radice di liquirizia, foglia di the e pepe bianco. In bocca è secco, ancora fresco e sapido, caldo, equilibratamente tannico, discretamente pieno e persistente, con gradevole fondo amarognolo. Evoluzione: pronto tendente al maturo. L’ennesima dimostrazione della longevità del Dolcetto d’Ovada Doc e Docg.
Il nostro Pronzati con l'Enologo Franco Tinto
Chianti Classico: 300 anni portati benissimo
L’etichetta consortile del trecentenario del Chianti Classico
L’Italia del vino può vantare un insuperabile primato. Non solo per produzione vinicola, ma per la prima denominazione di origine al mondo. Infatti, quest’anno ricorre una data importante per la Toscana:1716 - 2016. Trecento anni del Chianti Classico. Confini, vitigni, comuni e tutela di questa grande zona citati nei bandi emessi dal Granduca Cosimo III de Medici nel lontano 1716. Quindi i primi modelli di un disciplinare d’origine e di consorzio di tutela. Motivi che hanno siglato questa ventitreesima edizione di Chianti Classico Collection.
Stazione Leopolda di Firenze: (da sinistra) noti giornalisti esteri: il croato Zeljko Suhadolnik e il tedesco Stefan Krimm
Non solo. La collection 2016 ha superato tutte le precedenti per numero di aziende, vini in degustazione, giornalisti e visitatori professionali. Come di consueto la sede della degustazione del Chianti Classico è la storica Stazione Leopolda di Firenze, dove dal 15 al 16 febbraio, erano presenti ben 165 aziende per un totale di 587 etichette. Una due-giorni enoica che ha richiamato oltre 250 giornalisti provenienti dai cinque continenti e migliaia di visitatori che ruotano nel mondo del vino.
Stazione Leopolda di Firenze: Il Gallo Nero, emblema del Chianti Classico
In degustazione oltre 400 vini serviti impeccabilmente da una brigata di cinquanta sommelier. 371 campioni suddivisi per annata e tipologia, di cui cinquanta 2014, ottantuno 2013, trentuno 2012, nove 2011 e due 2010; mentre per le Riserve, ventisei 2013, cinquantasei 2012, ventisei 2011, diciannove 2010, cinque 2009 e uno 2006. A cui si aggiungono circa settanta Gran Selezione di cui otto 2013, ventitre 2012, ventinove 2011, sei 2010 e atri due rispettivamente 2009 e 2008. Infine, altri quarantasette 2015 da botte.
L’anteprima 2016 ha riservato gradite sorprese. Giovani ma fragranti e fruttati i vini dell’anteprima 2015, senz’altro un’ottima annata. Considerazioni diverse per i 2014. Pensando all’annata avrebbero dovuto essere magri e disarmonici. Non è stato cosi. In generale erano si di leggera e media struttura, ma fruttati e invitanti alla beva. Non diventeranno Riserva, ma sono congeniali per il desco quotidiano. Un livello maggiore per i 2013 nati da un’annata inizialmente piovosa ma poi migliorata prima della vendemmia. Chianti Classico di buon equilibrio e persistenza, in particolare fini e compositi al naso.
Stazione Leopolda di Firenze: tutti i Chianti Classico in degustazione per la stampa mondiale
Se qualcuno inizialmente aveva delle riserve sulla siccitosa annata 2012, dalla vendemmia in poi è stato tutto al meglio. La qualità globale dei 2012 è decisamente buona. Equilibrati, freschi, sapidi, giustamente tannici e ricchi al naso. Un po’ come in parte il 2011. Gran caldo poi condizioni climatiche ottimali, hanno dato vita a vini di buona struttura e persistenza in grado di reggere e migliorare nel tempo. Dalla “fredda” annata 2010, vini pieni ma snelli, equilibratamente freschi e tannici, di particolare finezza.
Passando al Chianti Classico Riserva, valgono in parte le considerazioni già fatte per le rispettive annate, ma con ovvie e migliorate differenze. Ottantuno 2013 di valido aspetto, compositi al naso e pieni e continui in bocca. Già piacevoli ma con molto margine di miglioramento al naso e in armonia. Da valutazioni personali, trentanove ottimi, ventitré buoni e diciannove discreti. Dei trentuno 2012: dodici ottimi, otto buoni, sei discreti e cinque sufficienti. Di buon livello generale i ventisei 2011: dodici ottimi, nove buoni e cinque discreti. Un po’ diverse le valutazioni su i diciannove 2010: nove ottimi, cinque buoni e cinque sul discreto. Buoni i cinque 2009. Pronto ma valido l’unico 2006.
Stazione Leopolda di Firenze: La brigata dei sommelier AIS guidata dal Delegato di Arezzo Massimo Rossi
Seppur con caratteristiche diverse, molto validi, interessanti e di carattere i Gran Selezione. Sensibilmente meno balsamici e boisé di quelli presenti lo scorso anno. Degli otto 2013: tre ottimi, tre molto buoni e due dal discreto al buono. Di non similari caratteristiche ma di buon livello i ventitre 2012: dieci ottimi, sei molto buoni e sette dal medio al buono. Di maggior armonia i ventinove 2011: sedici ottimi, nove molto buoni e quattro sul buono. Dei sei 2010: due ottimi, tre molto buoni e uno sul buono. Infine gli ultimi due: buono il 2009; molto buono il 2008. Complessivamente, un livello qualitativo positivo. I vini di minor equilibrio e finezza, ovviamente sono stati in gran parte quelli da botte.
Bello e significativo l’imponente Gallo Nero, le trecento bottiglie sulla parete della Leopolda, testimonianti ognuna un anno, e l’allestimento all’interno della Leopolda per il tre centenario. Sempre all’insegna del Gallo Nero, la serata di gala tenutasi nel nuovo Teatro dell’Opera di Firenze. Un ricco buffet con golosità esaltate dai numerosi Chianti Classico, servito da camerieri con vestito e parrucca dell’epoca, seguito da musica e balli.
Partner della manifestazione Chianti Classico Collection Chianti Banca, Consorzio Tutela del Formaggio Parmigiano-Reggiano Dop, Consorzio del Prosciutto Toscano Dop, Consorzio di Tutela Oliva da Mensa La Bella Daunia Dop, Consorzio per la Tutela del Formaggio Grana Padano Dop, Consorzio per la Tutela del Formaggio Mozzarella di Bufala Campana Dop, Consorzio di Tutela Pecorino Toscano Dop, Consorzio di Tutela Pomodoro di Pachino Dop, Consorzio di Tutela Aceto Balsamico di Modena Igp, Consorzio Finocchiona Igp. Tra i collaboratori storici della “Collection” anche Rcr, Firenze Parcheggi, l’Acqua di Toscana® San Felice e Pulltex.
Il Chianti Classico in cifre (Dati conferiti dal Consorzio Vino Chianti Classico).
Estensione dell’intero territorio: 70.000 ettari; Estensione complessiva dei vigneti: 10.000 ettari; Vigneti iscritti all’Albo Chianti Classico: 7.200 ettari; Produzione di vino Chianti Classico del 2015: stima 292.00 ettolitri, 10% in più del 2013: 242.000 ettolitri, il 5% in più del 2012. Numero dei soci del Chianti Classico: 580 di cui 376 imbottigliatori. La produzione media annua è di 35 milioni di bottiglie. Il Chianti Classico è esportato in oltre 50 Paesi.
Commercializzazione del Chianti Classico nel 2015
Stati Uniti: 31%; Italia: 20%; Germania: 12%; Canada: 10%; Regno Unito: 5%; Svizzera, Giappone e Paesi scandinavi: 4%; Benelux, Cina e Hong Kong: 3%; Russia: 1%; Altri Paesi: 3%. Il giro d’affari annuale globale è stimabile in oltre 700 milioni di euro, mentre il valore della produzione vinicola imbottigliata è di circa 400 milioni di euro. Sui 10 milioni di euro il valore della produzione olivicola.
11a Anteprima e Cinquantenario della Vernaccia di San Gimignano
Foto di Bruno Bruchi
Degustazione di Vernaccia di San Gimignano nella Sala Dante gremita di giornalisti
Anteprima e cinquantenario
Arrivare a undici Anteprime è già un successo, ma festeggiare i sui primi cinquant’anni è per poche. Con la legge 930 del 1963, furono istituite nel 1966 le Doc. La prima fu la Vernaccia di San Gimignano. Un vino dall’antico e illustre passato che, superato l’usura dei tempi e delle mode, è attuale ancor oggi. Un meritato traguardo raggiunto dopo annose tappe difficili. Merito di ostinati e bravi produttori e del proprio Consorzio di tutela che, oltre a far ottenere nel 1993 la Docg, ha via via elevato sia la qualità globale del vino che la sua immagine.
La sommelier Ais Oxana Khroulenko e la giornalista Anita Franzon
Uno sguardo al passato
Già nel 1276 il commercio della Vernaccia prosperava. In certi documenti di quell’epoca, per la precisione gli “Ordinamenti della Gabella del Comune di San Gimignano” si parla dell’imposizione di una tassa di “tre soldi per ogni soma di Vernaccia fuori Comune” e dell’istituzione di un registro dei Provveditori o Pesatori di Vernaccia. Anche se controversa l’origine del vitigno, i secoli di ambientazione in loco, ne fa ormai un vitigno autoctono.
L’elogio del Redi
<.…bacia, morde, lecca e picca e punge>. Così descrisse la Vernaccia Michelangelo Buonarroti il Giovane, ne “L’Aione” edito nel 1643. Un giudizio che, umanizzando il vino, gli si addice. Non fu il solo. Lo precedette nel 1541 Sante Lancerio bottigliere di Sua Santità Paolo III, elogiandone le qualità. Lo stesso il Redi nel suo Ditirambo. La fama del Vernaccia di San Gimignano vanta ben cinque secoli.
Anteprima Vernaccia di San Gimignano: giornalisti degustatori al lavoro
Le annate
La vendemmia 2015 è senz’altro tra le migliori dell’ultimo ventennio. Difficile ma non disastrosa quella del 2014. La maggior parte dei produttori operando al meglio in vigna e in cantina, ha fatto globalmente dei buoni vini, di cui non pochi, anche Riserva. Una concreta realtà che ha fatto ricredere molti colleghi giornalisti degustatori, in particolare esteri, sulla produzione 2014. Buona l’annata 2013, ottima la 2012.
Location e tasting
Le raccolte salette del fastoso Museo di Arte Moderna e Contemporanea De Grada, hanno ospitato l’undicesima edizione dell’Anteprima del Vernaccia di San Gimignano. In degustazione e al vaglio di oltre duecento giornalisti di settore nazionali ed esteri, buyer e tecnici, ottantaquattro Vernaccia di San Gimignano di cui quarantacinque del 2015, ventitré del 2014 di cui cinque Riserva, tredici del 2013 di cui otto Riserva, tre Riserva del 2012. Dell’annata 2015: ottimi ventidue, sedici buoni e sette discreti. Dal discreto al buono i vini del 2014. Entrando nel dettaglio, cinque buoni, otto sul medio-buono, e dieci discreti.
L’ enologo Sebastian Nasello
Medio-alto il livello dei 2013: cinque ottimi, cinque buoni e tre discreti. Dei tre 2012: due ottimi e uno discreto. Analizzando i vini assaggiati come sempre anonimi, quelli dell’ultima annata erano in generale, floreali e fruttai, freschi, sapidi e pieni. Di sensibile acidità fissa, sapidità e piacevole mineralità i 2014, di cui in parte sono risultati leggermente disarmonici per carenza di morbidezza. Dopo sei mesi, maturando, la maggior parte di essi riacquista maggiore equilibrio. 2013 all’insegna dell’equilibrio tra struttura, freschezza e sapidità. Di buona o discreta armonia e complessità i 2012.
Cinque giornalisti per dieci Vernaccia di San Gimignano
Quest’anno un cambiamento nella degustazione guidata che si svolge da ben dieci anni in Sala Dante del Palazzo Comunale. Non più Vernaccia di San Gimignano a confronto con rinomati vini bianchi esteri. Il Consorzio per valorizzare al meglio vino e territorio ha promosso un affollato incontro dal tema: “Vernaccia di San Gimignano: 50 anni di D.O. verso il futuro”. Dieci Vernaccia di San Gimignano degustate e raccontate da cinque giornalisti d’eccezione.
Grappolo di Vernaccia San Gimignano
Daniel Thomases: Vernaccia di San Gimignano Ab Vinea Doni 2013 di Casale Falchini e Vernaccia di San Gimignano Casanuova 2013 di Fontaleoni
Ernesto Gentili:Vernaccia di San Gimignano Sanice 2012 di Cesani e Vernaccia di San Gimignano Fiore 2008 di Montenidoli
Gianni Fabrizio: Vernaccia di San Gimignano Riserva 2009 di La Lastra e Vernaccia di San Gimignano Riserva Vigna ai sassi 2007 della Tenuta Le Calcinaie
Guido Ricciarelli: Vernaccia di San Gimignano Campo della Pieve 2011 del Colombaio di Santa Chiara e Vernaccia di San Gimignano Riserva 2008 di Panizzi Fabio Pracchia: Vernaccia di San Gimignano Astrea 2012 di Alessandro Tofanari e Vernaccia di San Gimignano 2013 di Cappella Sant'Andrea. Non solo. A parlare di viticultura, dei vini, della loro evoluzione negli ultimi 50 anni e delle prospettive future, l’enologo Vittorio Fiore e il giornalista Carlo Macchi.
Premio Giulio Gambelli
A corollario della manifestazione, l’attesa assegnazione del “Premio nazionale Giulio Gambelli per giovani enologi” (under trentacinque) che realizzano vini alla maniera dell’illustre scomparso. A vincere meritatamente l’edizione 2016 il giovane e bravo enologo Sebastian Nasello, premiato con targa e un assegno da 1.500 euro. In precedenza, Carlo Macchi ha presentato il suo libro su Giulio Gambelli. Un’opera dove l’autore racconta il lavoro, la bravura e la modestia del grande esperto di vini.
Numeri della Vernaccia & C
Nel 2015 sono stati prodotti 41.056 ettolitri di Vernaccia di San Gimignano (circa il 9% in meno del 2014) derivati dai 730 ettari vitati della zona Docg. Per San Gimignano l’economia legata alla vitivinicoltura e al suo indotto è una voce molto importante: nel 2015 il giro di affari della produzione vinicola è stimato in 41,5 milioni di euro, di cui 16,5 dalla commercializzazione del Vernaccia di San Gimignano. L'export del vino è pari al 52% del fatturato totale. Il principale mercato europeo nel 2015 è la Germania, seguito in ordine da Svizzera, Inghilterra, Olanda e Belgio. Ma il mercato più importante in assoluto si è confermato quello americano, dove è andato oltre un milione delle 5,5 milioni di bottiglie prodotte nell'anno. Nel mercato interno, il 19,2% della produzione totale del 2015 è stato venduto direttamente dalle aziende ai consumatori finali, mentre il 16,5% è andato agli esercizi commerciali di San Gimignano. Questo significa che il 35,7% della produzione è stato assorbito dal commercio locale e che poco più del 12% è stato destinato al territorio nazionale.
Le aziende presenti all’Anteprima Vernaccia di San Gimignano 2016
Abbazia di Monte Oliveto, Alessandro Tofanari, Canneta, Cappella Sant’Andrea, Casa alle Vacche, Cesani, Falchini, Fontaleoni, Fornacelle, Fugnano e Bombereto, Guidi, Il Colombaio di Santa Chiara, Il Lebbio, Il Palagione, La Lastra, Lucii Libanio, Macinatico, Melini, Mormoraia, Montenidoli, Palagetto, Pancole, Panizzi, Poderi Arcangelo, Poderi del Paradiso, Poggio Alloro, Podere Le Volute, Rampa di Fugnano, San Benedetto, San Donato, San Quirico, Signano, Tenuta La Vigna, Tenuta Le Calcinaie, Tenute Guicciardini Strozzi, Teruzzi & Puthod, Tollena, Torre Prima.
Flavio Gaggero: un grande genovese
Di Virgilio Pronzati
Flavio Gaggero e Don Gallo
Il dottor Flavio Gaggero è conosciuto come il dentista di personaggi famosi ma anche dei meno abbienti. Sembra un refuso ma non l’ho è. Spesso sui dentisti si dice che dopo aver messo le mani in bocca al paziente gliele affondano nelle tasche. Non è il caso di Flavio Gaggero. Anzi, oltre a lavorare con straordinaria passione e professionalità, occupa parte del suo tempo per curare persone indigenti, e realizzare manifestazioni e spettacoli a favore di persone disagiate, con handicap, che vivono in quartieri difficili e addirittura poveri immigrati. Non solo. Gaggero pegliese DOP, contribuisce da sempre all’ottenimento di apparecchiature mediche per la comunità, e al ripristino di monumenti e varie opere che caratterizzano la sua delegazione.
Flavio Gaggero tra Arnaldo Bagnasco e Beppe Grillo
Il suo studio a Pegli è frequentato da autentiche celebrità come Beppe Grillo, Gino Paoli, Adriano Celentano, Renzo Piano, Anna Proclemer, Giorgio Albertazzi, Ornella Vanoni e tantissime altre. Tra chi non c’è più, anche l’amico fraterno Don Andrea Gallo, cui Flavio Gaggero dedicò le ultime manifestazioni pegliesi. Alcuni, come Paoli e Piano, Gaggero li conosce sin da ragazzo frequentando la stessa scuola. Personaggi e amici, che Flavio Gaggero ha coinvolto nelle sue iniziative benefiche. Con la somma dei biglietti venduti nelle varie manifestazioni con la presenza gratuita di notissimi artisti, Gaggero a settantanove anni compiuti, continua a realizzare opere, aiuti e sostegni per la comunità. Fattivi eventi che gli valsero la nomina di presidente onorario della Croce Verde e della Pro Loco di Pegli. Da prima pagina, la manifestazione a favore degli alluvionati genovesi, fatta alcuni anni fa da Carlo Besana con la regia di Gaggero al CEP di Prà. Un quartiere popolare con forti tensioni sociali, dove Gaggero fece addirittura cantare Adriano Celentano (dopo anni) e Biagio Antonacci.
Serata indimenticabile al CEP di Prà con Don Gallo e Celentano e la regia di Besana-Gaggero
Poi le serate “Stelle sotto le Stelle” a Pegli. Nel duemilatre Beppe Grillo, Gino Paoli e Carola Stagnaro hanno letteralmente entusiasmato il pubblico, presentando da par loro Arnaldo Bagnasco e Attilio Corsini. In tempi più recenti e dedicata a Don Gallo, quella svoltesi all’insegna della musica e gastronomia, dove artisti genovesi e non, sono stati applauditi da alcune migliaia di persone. Come di consueto l’incasso fu destinato in beneficienza.
Un altro evento voluto da Gaggero e che sarà ricordato per lungo tempo, il Memorial Arnaldo Bagnasco al Politeama Genovese, con la straordinaria performance di Beppe Grillo e Gino Paoli, con la presenza di moltissimi artisti venuti a rendere omaggio all’amico e maestro Arnaldo Bagnasco. In quell’occasione, la somma ricavata servì all’acquisto di alcuni defibrillatori per le Pubbliche Assistenze genovesi. A questa se ne aggiunsero altre, sempre finalizzate a scopi umanitari e sociali. Tornando ai nostri giorni, il 17 luglio prossimo ci sarà un altro evento sotto le stelle. Serata all’insegna dell’amicizia e della solidarietà come voleva Don Gallo, con tanta musica, gastronomia e un grande spettacolo. A esibirsi, il popolare comico Fabrizio Casalino, il bravo tenore del Carlo Felice Daniele Facci, per i più giovani e non solo, il dinamico e simpatico rapper Luca Caviglia e, non ultima, la partecipazione de I Trilli Un consiglio: non mancate per nessun motivo.
Chiudendo il pezzo, parlando del dr Gaggero, mi vengono spontanee due cose. La prima è il piacere di avere conosciuto una persona di straordinaria sensibilità, bontà e onestà intellettuale. La seconda, data la sua proverbiale modestia, il suo rimprovero per avere scritto più su lui che sugli altri.

Una delle manifestazioni volute da Gaggero
Nebbiolo? Barolo, Barbaresco, Roero & C.
Di Virgilio Pronzati
Foto di Elisa Nota
I numerosi visitatori
Da aprile ritorna a Genova l’atteso tasting I volti del Nebbiolo. Iniziativa di successo giunta quest’anno alla terza edizione. A proporla, una firma del settore come Go Wine presieduta dal dr massimo Corrado, che da anni promuove il meglio dell’enologia italiana, in particolare del Piemonte, con l’intento di approfondire compiutamente le peculiarità del vitigno Nebbiolo nelle sue molteplici denominazioni. Come di consueto, la sede è il salone del prestigioso StarHotel President, in pieno centro cittadino. In quest’occasione erano presenti ben ventuno aziende di cui venti dell’Albese e una del Novarese, con circa settanta vini in assaggio. Un percorso tra blasonati vini prodotti in collinari vigneti dell’Albese, Roero e Novarese.
i protagonisti della serata
Protagonista con più campioni il Barolo, seguito a breve distanza dal Barbaresco, dal Nebbiolo d’Alba e dal Roero. Subito dietro, i Barbera e i Dolcetto Doc, e altri, bianchi e rosati secchi, e spumanti brut rosé. In sintesi, un contesto di gran qualità, siglato da ottime annate. Barolo: dal 2012 al 2009; Barbaresco: dal 2013 al 2007; Roero e Roero Riserva: dal 2013 al 2010; Nebbiolo d’Alba e Langhe: dal 2014 al 2011; Barbera d’Alba e Superiore: dal 2015 al 2011.Per i bianchi: Roero arneis: dal2015 al 2013, e Langhe Arneis, Favorita e Chardonnay: dal 2015 al 2013. Infine alcuni invitanti rosati e spumanti brut da Nebbiolo e da altre uve autoctone.
Due parole sull’annata 2014: non certo tra quelle da ricordare, ma neanche da penalizzare. Se i bianchi hanno subito l’inclemenza di Giove Pluvio, i rossi per le migliorate condizioni metereologiche nei mesi di settembre e ottobre, si sono espressi con meno struttura ma piacevoli e invitanti. A completare il tutto, quattro validi vini rossi del Novarese, su cui spiccava il Boca 2007. Una grande serata con vini che hanno espresso il meglio sia dal vitigno che dal terroir e, ancor più, siglata da un pubblico delle grandi occasioni. Tra i presenti, noti ristoratori e enotecari genovesi e liguri, sommelier Ais e Fisar, onavisti, enoappassionati e giornalisti.
I produttori presenti ai banchi d’assaggio
Bel Colle di Verduno - Tel 0172/470196 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Barolo Docg Monvigliero 2011 e Barbaresco Docg Roncaglie 2011
Bolmida Silvano di Monforte d’Alba - Tel 348/5923636 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Langhe Doc Nebbiolo Frales 2014, Barolo Docg Bussia 2012, Barolo Docg Bussia Vigne dei Fantini 2012, Barolo Docg Bussia Riserva 2010, Barolo Docg Bussia Riserva 2009
Cascina Alberta di Treiso - Tel 335/280486 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Barbera d’Alba Doc Tres 2014, Langhe Doc Nebbiolo 2014, Barbaresco Docg Giacone 2012 e 2013
Francone di Neive - Tel 0173/67068 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Langhe Doc Arneis 2015, Valsellera Rosè Metodo Classico, Barbera d’Alba Superiore 2013, Barolo Docg 2012, Barbaresco Docg Riserva 2011
La Bioca di Serralunga d’Alba - Tel 0173/613022 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Nebbiolo d’Alba Doc Stermà 2014, Langhe Doc Nebbiolo Riccinebbia 2013 e 2012, Barbaresco Docg 2013, Barolo Docg Aculei 2012
Lano Gianluigi di Alba - Tel & Fax 0173/286958 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Dolcetto d’Alba Doc Ronchella 2014, Barbera d’Alba Doc Superiore Vigna Altavilla 2013, Barbaresco Docg Rocche Massalupo 2011, 2010, 2009 e 2007
Piazzo Armando di Alba - Tel 0173/35689 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Roero Arneis Docg 2015, Barbera d’Alba Doc Mugiot 2013, Barbaresco Docg 2012, Barbaresco Docg Riserva Giaia 2008, Barolo Docg 2011
Poderi Gianni Gagliardo di La Morra - Tel 0173/50829 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Langhe Doc Favorita Fallegro 2015, Nebbiolo d’Alba Doc San Ponzio 2011, Barolo Docg Gianni Gagliardo 2012, Barolo Docg Serre 2012, Barolo Docg Preve 2012, Barolo Docg Riserva Preve 2009
Sordo Giovanni di Castiglione Falletto - Tel 0173/62853 – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Langhe Doc Chardonnay 2014, Nebbiolo d’Alba Doc 2014, Barolo Docg Gabutti 2012, Barolo Docg Perno 2009
Tibaldi di Pocapaglia - Tel 0172/421221 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Langhe Doc Favorita Danielle 2014, Roero Arneis Docg Monìc 2014, Rosa di Margò, Barbera d’Alba Doc 2014, Nebbiolo d’Alba Doc 2013, Roero Docg 2012.
Val del Prete di Priocca - Tel 338/4479822 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Roero Arneis Docg 2015, Barbera d’Alba Doc Serra de’ Gatti 2015, Barbera d’Alba Doc Superiore Carolina 2013, Roero Docg Bricco Medica 2012, Roero Docg Vigna di Lino 2012, Roero Docg Riserva 2011
Vico Giacomo di Canale - Tel 0173/979126 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Langhe Doc Favorita 2015, Roero Arneis Docg 2015, Rosero 2014, Barbera d’Alba Doc 2014, Nebbiolo d’Alba Doc Valmaggiore 2012, Roero Docg Bricco Patarrone 2012
Ospite speciale dalle terre dei Nebbioli di Nord
Le Piane di Boca - Tel 348/3354185 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Vino Rosso Maggiorina 2014, Vino Rosso Mimmo 2011, Vino Rosso Le Piane 2012, Boca Doc 2007
Dall’ enoteca, serviti dalla professionale sommelier Ais Alessandra Pocaterra:
Brezza di Barolo: Langhe Doc Nebbiolo 2014
Bric Castelvey di Canale: Roero Docg 2013
Conterno Franco di Monforte d’Alba: Barolo Docg Riserva Bussia 2010
Demarie di Vezza d’alba: Nebbiolo d’Alba Doc 2013 e Roero Docg Riserva 2012
Massucco Fratelli di Castagnito: Roero Docg Riserva 2011
Musso Valter di Barbaresco: Langhe Doc Nebbiolo 2014 e Barbaresco Docg Rio Sordo 2013
Nizza Silvano di Santo Stefano Roero: Roero Docg Riserva Ca Boscarone 2011
Poderi Moretti di Monteu Roero: Langhe Doc Nebbiolo 2014 e Roero Docg Riserva Ginis 2010
Chianti Lovers 2016
Di Virgilio Pronzati
Sei dei 183 Chianti in degustazione
Anche se l’anteprima del Chianti è oggi seconda, rimane sempre l’unica concomitante con il giorno di San Valentino. Forever Chianti Lovers. La Toscana del vino oltre a vantare un ineguagliabile bagaglio storico, possiede creatività e dinamismo non comuni. Bella e indovinata la pubblicità sui tram di Firenze. Per tutto il periodo delle Anteprime Toscane il logo di Chianti Lovers ha sfrecciato di giorno e di notte per le vie fiorentine. Un’immagine moderna che non stona certo con quella del passato. Prima e dopo il periodo bellico, il Chianti era ed è il vino rosso italiano più conosciuto nel mondo. Tra i tanti personaggi che contribuirono a creargli fama, il nobile Bettino Ricasoli detto il Barone di ferro. Uomo di cultura, imprenditore agricolo e dal forte senso per la Patria che, dopo l’unità d’Italia, ricoprì l’incarico di primo ministro. Ma il fatto più importante è che il vino è sinonimo della zona in cui è nato. Dalla prima delimitazione della zona di produzione col decreto ministeriale del 1932, il Chianti passa con la Doc del 1967 tra i vini italiani di maggior pregio. Altro salto di qualità nel 1984 con l’ottenimento della Docg. Attualmente il Chianti rappresenta il 48% del vino Doc e Docg della Toscana.
L’ex Manifattura Tabacchi sede ideale di Chianti Lovers
Tornando all’anteprima svoltasi per la seconda volta nella sede dell’ex Manifattura Tabacchi alle Cascine di Firenze, ha ottenuto un meritato successo, sia per la qualità dei vini che per la grande affluenza di pubblico. In degustazione sia per la stampa specializzata che per il pubblico, 183 Chianti Docg delle annate 2015, 2014 e 2013 così suddivisi: novantasei 2015 di cui dodici Colli Senesi, due Colli Aretini e un Montalbano; ventinove 2014 di cui undici Rùfina, sette Colli Fiorentini, tre Montespertoli e otto Superiore; cinquantotto Riserva 2013, di cui otto Rùfina, sette Colli Fiorentini, cinque Colli Senesi, quattro Montespertoli e due Montalbano.
I Chianti dell’ottima vendemmia 2015 sono ovviamente giovani ma globalmente di buon livello. Più caratterizzati quelli delle sottozone. Sui vini della vendemmia 2014 c’è da fare un chiarimento. Che non sia da annoverare tra le migliori è assodato, ma non è stata così negativa com’è stato scritto (anche prima della vendemmia). Basti pensare che la Toscana ha prodotto nel 2014 ben 2.770.594 ettolitri, settecentomila più del 2012 e quattrocentomila più del 2013. Se un terzo dei vini della penultima annata è stato un po’ magro e corto, con un fruttato semplice, il resto in generale era schietto e di gradevole scorrevolezza. Vorrà dire che ci sarà un consumo più diffuso, in particolare nella GDO, per il buon rapporto qualità-prezzo. Per le Sottozone un discorso diverso. Sia per caratteristiche che per annata.
Chianti Lovers viaggia anche sui tram di Firenze
Su tutte il Rùfina. Ancora giovane ma già godibile il 2015, meno pieno ma molto fresco e tannico il 2014, più composito e complesso il Riserva 2013. Subito dopo con le stesse annate, i Montespertoli e i Colli Fiorentini. Entrambi con similari caratteristiche dei precedenti. Pieni e persistenti i primi, più freschi e fruttati i secondi in particolare i 2015. I Riserva in generale si sono presentati fruttati, compositi e di buon equilibrio. I due Montalbano hanno espresso una buona struttura. Gli otto Rùfina hanno spiccato per finezza e freschezza. Pieni e caldi i quattro Montespertoli. Fruttati e freschi i sette Colli Fiorentini. Invitanti e armonici i cinque Colli Senesi. Lo stesso ma con leggere differenze i trentadue Chianti Riserva per le naturali e differenti condizioni pedoclimatiche.
Due parole sull’ente consortile: Il Consorzio del Chianti (una volta col Putto), è il più vecchio essendo stato istituito nel lontano 1927, e anche il più grande del Classico, Rùfina, Colli Fiorentini ecc., contando oltre 2.500 produttori che operano su 14.645 ettari di vigneto. Di rilievo anche la produzione che si attesta sui 769.000 ettolitri (questo la stessa denominazione può essere integrata con le menzioni aggiuntive Colli Aretini, colli Fiorentini, Colli Senesi, Colline Pisane, Montalbano, Rùfina e Montespertoli, ovviamente con diverse regole produttive: 90 quintali per il Chianti, 80 quintali per le sottozone e 75 quintali per il Chianti Superiore.
Vigneti del Chianti
Una delle tante virtù del Chianti, è il piacere di berlo giovane, per coglierne la fragranza dei profumi, e godere della sua fresca e sapida beva. Affinato e Riserva, regala sensazioni uniche ed esalta secondi piatti di carne e formaggi ovini stagionati. Un vino che racconta il territorio, e che si sposa a innumerevoli piatti della cucina nostrana e straniera. Non a caso, per rimarcare queste sue invitanti caratteristiche, il Consorzio del Chianti ha proposto un’importante e seria modifica del disciplinare senza sminuirne la qualità. Ossia la possibilità di anticipare l’immissione sul mercato del vino Chianti Docg nelle sue varie articolazioni territoriali e tipologie.
1° gennaio 2014 per Chianti, Chianti Colli Aretini, Chianti Colli Senesi, Chianti Colline Pisane e Chianti Montalbano.
1° aprile 2014 per Chianti Montespertoli
1° luglio 2014 per Chianti Colli Fiorentini, Chianti Rufina e Chianti Superiore
Le aziende presenti
Agricola Pugliano- Agricola Tamburini – Agrisole – Azienda Agricola Castel di Pugna – Azienda Agricola Casale di Giglioli - Azienda Agricola San Gregorio - Azienda Agricola Casa di Monte – Azienda Agricola Casale - Azienda Agricola Castel di Pugna – Azienda Agricola Giacomo Mori – Azienda Agricola Il Ciliegio - Azienda Agricola La Cignozza – Azienda Agricola Marini Giuseppe - Azienda Agricola Lanciola- Azienda Agricola Le Fonti- Azienda Agricola Le Torri – Azienda Agricola Pietralta – Azienda Agricola Montechiaro - Azienda Agricola Montaioncino - Badia di Morrona – Bindi Sergardi - Buccianera - Camperchi – Campochiarenti - Campo del Monte - Cantina Gentili - Cantina Sociale Certaldo - Cantina Sociale Colli Fiorentini -Valvirginio - Cantine F.lli Bellini – Cantine l’Arco - Cantine Ravazzi – Casa di Monte - Casale dello Sparviero – Castello del Trebbio – Castello di Gabbiano – Castello di Oliveto – Castello di Poppiano-Guicciardini – Castelvecchio – Colognole - Chianti Trambusti - Corbucci - Dreolino – Fattoria Betti – Fattoria Casabianca – Fattoria Casagrande -Fattoria Casalbosco – Fattoria di Bagnolo – Fattoria di Fiano – Fattoria di Faltoniano - Fattoria di Piazzano - Fattoria La Leccia - Fattoria di Poggiopiano – Fattoria di Sammontana – Fattoria Dianella – Fattoria Fazzuoli – Fattoria La Poggiola - Fattoria I Veroni – Fattoria Il Capitano – Fattoria Il Poderaccio – Fattoria Il Lago – Fattoria Il Muro - Fattoria Lavacchio – Fattoria Le Sorgenti – Fattoria Montereggi - Fattoria Petriolo – Fattoria Poggio Alloro - Fattoria San Fabiano – Fattoria San Leolino – Fattoria San Michele a Torri – Fattoria Selvapiana – Fattoria Uccelliera – Fattoria Valacchi – Fattoria Varramista – Forconi Fabrizio – Podere dell’Anselmo – Fattoria Parri – Ficomontanino - Frascole – Guidi 1929 – La Querce – La Querce Seconda-Niccolò Bernabei - Le Chiantigiane – Le Fonti a San Giorgio - Malenchini – Mannucci Droandi – Marchesi De’ Frescobaldi – Marchesi Gondi - Tenuta Bossi - Melini – Migliarina & Montozzi – Paterna – Piandaccoli – Podere Alberese – Poderi Arcangelo - Paterna – Podere La Castellaccia - Podere Il Pozzo – Podere Pompone e Pola - Podere Volpaio – Poderi Tognetti – Poggio Bonelli - Poggio del Moro – Poggiotondo – Ruffino – Sensi Vigne e Vini – Salcheto – Sangervasio – Tenute Cantagallo e Le Farnete - Tenuta di Artimino - Tenuta Canto alla Moraia - Tenuta Larnianone – Tenuta di Morzano – Tenuta Il Corno – Tenuta Moriano – Tenuta Tresanti - Tenuta San Jacopo – Tenute di Fraternita – Tenuta Parentini - Tenuta San Vito – Terre di San Gorgone - Trecciano – Usiglian del Vescovo – Villa Travignoli – Vino Sorelli