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Virgilio Pronzati

Da oltre 40 anni mi occupo d’enogastronomia come giornalista specializzato, docente in vari istituti di Stato liguri e in corsi promossi da vari Enti. Faccio parte della Commissione di degustazione vini Doc Golfo del Tigullio e Valpolcevera, nonché in quella delle Docg. Autore e coautore di vari libri sull’argomento.

Virgilio Pronzati

Concorso Enologico Nazionale Douja d’Or 2016

  

                                                                                              Di Virgilio Pronzati

  

Tra i vari concorsi enologici che si tengono annualmente in Italia, spicca su tutti per importanza, partecipazione e autorevolezza, il Concorso Enologico Nazionale Douja d’Or per vini DOC e DOCG giunto quest’anno alla quarantaquattresima edizione. Una manifestazione promossa dalla Camera di Commercio di Asti (ideata e realizzata nel 1967 dal presidente di allora Giovanni Borello) è realizzata dalla propria azienda speciale, con la collaborazione tecnica dell’Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino sorta nel 1951 nella stessa città.  Da quasi mezzo secolo il Concorso Douja d’Or valorizza e diffonde la produzione vinicola regionale italiana. Nato nel lontano 1967 ad Asti, il Concorso è via via cresciuto assumendo prima un ruolo di promozione dei vini piemontesi e, successivamente di tutte le regioni italiane.  

 

 

 

Palazzo Enofila di Asti: Al microfono Erminio Goria Presidente della Camera di Commercio di Asti con Michele Alessandria e Vito Intini, rispettivamente Direttore e Presidente Nazionale dell’ONAV

L’attuale edizione ha superato il successo delle precedenti. Ben 1010 vini in concorso prodotti da 366 aziende di tutta Italia.  Le selezioni dei vini in concorso si sono tenute nei giorni 9, 10 e 11 giugno nel salone dell’Enofila di Asti.  A valutarne i pregi, otto commissioni composte di quarantanove selezionati assaggiatori Onav che, tramite l’apposita scheda di valutazione, hanno premiato 355 vini di duecentodiciassette aziende, di cui 24 con Oscar della Douja d’Or.  Riconoscimento ancor più ambito che nel passato, poiché il punteggio minimo per assegnarlo è passato da 85 a 87 centesimi, mentre  per l’Oscar è rimasta la soglia (già alta) di 90/100.  

 

 

                                             Il Presidente Onav Vito Intini

  

Sicuramente alto il livello di qualità dei vini anonimi partecipanti: durante le sessioni d’assaggio, i commissari avevano indicato ottantadue vini papabili per l’Oscar, ridotti poi a solo 24 dalla speciale commissione composta di undici super esperti.  Ad aprire ufficialmente il Concorso gli apprezzati interventi del Presidente CCIAA di Asti Erminio Goria,  del Presidente Nazionale ONAV Vito Intini e del Direttore ONAV  Michele Alessandria.  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 I Commissari: P. Chiarle, G. Martini, E. Barbero, V. Quaglia e V. Pronzati

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                                                              Commissioni al lavoro

 

 

 

 


 

                                                Il prestigioso Premio Douja d’Or

 

 

Tutti i Commissari durante i tre giorni, di cui la mattina dedicata agli assaggi, nel pomeriggio hanno partecipato alle visite guidate di due aziende del territorio e della città. La prima dedicata a un tempio della grappa piemontese: la Distilleria Berta di Mombaruzzo. Un’azienda modernissima e di prestigio sorta nel 1866 da Francesco Berta e gestita dalla stessa famiglia da ben quattro generazioni. Rispetto per la tradizione unito a una tecnologia d’avanguardia nella distillazione, suggestive cattedrali d’affinamento, un museo sulla grappa e, soprattutto, distillati di rara finezza e personalità. 

 

 


 

Maestosa cantina d’invecchiamente della Distilleria Berta di Mombaruzzo

 

 

Per le seguenti visite si resta in città.  Interessante e golosa la visita alla Torroneria e Cioccolateria Barbero. Una storica azienda artigianale gestita da Davide e Giovanni Barbero, rispettivamente zio e nipote, dove tutti gli ambienti sono pregni di aromi e profumi emanati dai diversi tipi di torrone e tavolette di cioccolato, giandujotti, cioccolatini ripieni, caramelle multicolori, praline e tartufi.  Anche i rubatà ricoperti col cioccolato. Scelta delle materie prime e manualità del prodotto sono immutate nel tempo. 


 

 

Davide Barbero col nipote Giovanni gestisce la storica Torroneria e Cioccolateria di Asti

 

Infine, interessante e curiosa, la visita culturale nel centro storico di Asti.  Un percorso tra vie, palazzi, torri e chiese risalenti al Medio Evo, raccontato con rara e avvincente perizia dalla giovane dr.ssa Micaela Seganfreddo. Due parole sull’ospitalità.  Ottimale per comodità e confort l’Hotel Aleramo.   Di buon livello le cene e i pranzi nei ristoranti l’Angolo del Beato, La Grotta, Francese e Le Oche Rosa.

 

Statistiche, commissari, aziende con i vini premiati e gli Oscar della Douja (Dati forniti dalla CCIAA di Asti e dall’ONAV).

 

I numeri della Douja 2016:

Venti le regioni partecipanti.  Vini presentati: 1010.  Case produttrici partecipanti: 366.  Vini premiati: 355.  Case produttrici premiate: 217. Oscar della Douja d’Or: 24.

 

Piemonte: 475 vini presentati, 245 vini premiati, 3 le ditte premiate

Valle d’Aosta: 21 vini presentati, 6 vini premiati, 101 le ditte premiate

Alto Adige: 28 vini presentati, 12 vini premiati, 3 le ditte premiate

Trentino: 31 vini presentati, 11 vini premiati, 6 le ditte premiate

Friuli Venezia Giulia: 10 vini presentati, 10 vini premiati, 3 le ditte premiate

Veneto: 86 vini presentati, 47 vini premiati, 18 le ditte premiate

Lombardia: 78 vini presentati, 43 vini premiati, 17 le ditte premiate

Liguria: 52 vini presentati, 29 vini premiati, 11 le ditte premiate

Emilia-Romagna: 44 vini presentati, 24 vini premiati, 11 le ditte premiate

Toscana: 5 vini presentati, 6 vini premiati, 2 le ditte premiate

Marche: 10 vini presentati, 4 vini premiati, 2 le ditte premiate

Lazio: 12 vini presentati, 1 vini premiati, 1 la ditte premiata

Abruzzo: 9 vini presentati, 3 vini premiati, 2 le ditte premiate

Campania: 37 vini presentati, 23 vini premiati, 9 le ditte premiate

Calabria: 10 vini presentati, 5 vini premiati, 4 le ditte premiate

Puglia: 25 vini presentati,16 vini premiati, 5 le ditte premiate

Basilicata: 14 vini presentati,12 vini premiati, 3 le ditte premiate

Sicilia: 25 vini presentati,14 vini premiati, 8 le ditte premiate

Sardegna: 37 vini presentati, 29 vini premiati, 8 le ditte premiate

 

I Commissari

Ezio Alini, Paolo Anziano, Mario Baralis, Ernesto Barbero, Massimo Bellocchia, Mario Berchio, Federica Bonello, Cesare Boschis, Andrea Briano, Alessandro Brizi, Vittorio Camilla, Pierluigi Chiarle, Lorenzo Colombo, Gianluigi Corona, Camillo Cortemiglia, Alberino D’Olimpio, Maurizio Forgia, Fiorenzo Gatti, Enzo Gerbi, Giampiero Gerbi, Vincenzo Gerbi, Giovanni Giardina, Vito Intini, Marco Lazzarini, Lorenzo Marinello, Gabriel Martini, Gennaro Messore, Flavio Mo, Filippo Mobrici, Giuliano Noè, Giorgia Orlandi, Renzo Pagliarino, Giuseppina Parpinello, Maurizio Petrozziello, Stefano Pia, Pasquale Porcelli, Massimo Prandi, Virgilio Pronzati, Vincenzo Quaglia, Roberto Rampone, Mario Redoglia, Marco Rissone, Bruno Rivella, Alessandra Ruggi, Giancarlo Scaglione, Sergio Scarvaci, Ico Turra, Luca Veglio e Antonio Vezza.

Per vedere tutti i vini premiati, cliccare su: www.doujador.it/tutti-i-vini-

 

 

4° Mare di Champagne ad Alassio  

 

Di Virgilio Pronzati

 

Con la manifestazione Un Mare di Champagne, Alassio una volta l’anno, è la capitale italiana dello Champagne.  Un vino che superando l’usura dei tempi e il variar delle mode rimane il più celebre vino nel mondo. In questo caso lo Champagne ha caratterizzato per due giorni, dal 20 al 21 giugno, molteplici iniziative commerciali e mondane alassine.  Tornando allo Champagne, quest’anno sono cresciute sia le maison che la qualità globale.  Quarantadue Case di cui grandi, medie e piccole per un totale di 115 Champagne: ben 1300 bottiglie di Champagne fatte degustare a oltre settecento invitati. 

 

Tutti i banchi d’assaggio situati nel salone interno e nell’ampia terrazza sul mare del Gran Hotel Alassio & SPA, sono statti continuamente affollati da ristoratori, enotecari, personaggi, enoappassionati e giornalisti del settore e no.  Non solo.  Le degustazioni dello Campagne sono state intervallate da raffinate golosità selezionate dalla Selecta Spa, griffe dell’alta ristorazione. L’impegnativa degustazione, iniziata alle 14 e terminata alle 20, ha evidenziato buon un livello qualitativo di tutte le tipologie presenti: Pas dosè, Brut, Extra brut e Millesimati di uno o più vitigni, Premier e Grand Cru.   

 

“Siamo molto soddisfatti di questa quarta edizione di Un mare di Champagne”, commenta Barbara Porzio del Consorzio Macramé – Dire, Fare, Mangiare-, organizzatore dell'evento. “Mai come quest'anno abbiamo avuto la percezione netta di quanto questa manifestazione riscuota un grande successo, non solo tra gli operatori del settore, ma anche presso il pubblico dei non addetti ai lavori. Le Maison hanno partecipato con grande entusiasmo e si è creata una bellissima atmosfera, nella quale il lato professionale dell'evento è stato reso estremamente piacevole e godibile dal clima informale e conviviale che si è venuto a creare tra tutti i partecipanti.”

 

Al percorso di degustazioni si sono affiancati seminari tematici e formativi con i relatori di eccezione Livia Riva, la Dame du Vin e Alessandro Scorsone, sommelier e Responsabile degli eventi conviviali di Palazzo Chigi, che hanno permesso ai partecipanti accreditati di ripercorrere le tappe della storia dello Champagne, del suo terroir e delle persone che hanno, nel tempo, costruito il mito e la realtà del Re dei Vini e dell'arte che si cela dietro il servizio di ogni bottiglia di Champagne.

 

Tutti esauriti i posti disponibili – i seminari erano a numero chiuso-, così con Antonella Beggiato è esaurito anche il cooking show di Alida Gotta, la giovane finalista dell'edizione 2015 di Masterchef, che insieme con Livia Riva ha svelato alcuni segreti per l'utilizzo insolito dello Champagne in cucina.  Il secondo giorno di Un Mare di Champagne si è svolto nel nome dello sport, sempre all’insegna di classe e bollicine. Sportivi e appassionati si sono riuniti al Golf Club Garlenda, un gioiello nella verde valle del Lerrone, sfidandosi su un percorso a 18 buche stablefort per la conquista della prima edizione del Torneo di Golf Un Mare di Champagne.

 

 

Al vincitore assoluto, Michele Scofferi, e agli altri vincitori e classificati nelle diverse categorie, bottiglie pregiate di Champagne offerte dalle Maison Vranken Pommery e Drappier, oltre ad altri premi messi in palio dagli Sponsor Gioielleria Medagliani e Acqua di Alassio. La premiazione del torneo di golf si è svolta durante una Cena di Gala presso la Club House del Golf Club Garlenda. La realizzazione della cena è stata affidata alle mani sapienti di un poker chef eccezionali che hanno lavorato insieme agli Chef del consorzio Macramé - Dire, Fare, Mangiare-: Massimo Viglietti dell’Enoteca Achilli di Roma, Maurilio Garola della Ciau del Tornavento di Treiso, Federico Gallo della Locanda del Pilone di Madonna di Como e lo Chef Patissier Franco Ascari, consulente Selecta. La cena di Gala ha chiuso con successo la quarta edizione di Un Mare di Champagne, dando appuntamento a tutti alla prossima edizione di questo straordinario evento.

 

Ecco l’elenco delle quarantadue aziende con i rispettivi vini

Alexandre Penet; André Robert; Besserat De Bellefon: Billecart-Salmon; Bonnaire; Breton Fils; Bricout; Bruno Paillard; Charles Heidsieck; Christian Bourmault; De Sousa; Delamotte; Deutz; Devaux;  Diamant; Egly-Ouriet; F. Thill; Franc Pascal; Françoise Bedel;  Gaston Chiquet; Henri Goutorbe; Jacquesson; Laurent Perrier; Legras & Haas;  Louis Barthèlemy;  Louis Brochet;  Michel Mailliard;  Moet et Chandon;  Mumm;  Paul Bara;  Paul Louis Martin;  Perrier-Jouet;  Pertois Moriset;  Philipponnat;   Paul Roger;  Pommery; R & L  Legras;  Steinbruck;  Stéphane Breton; Taittinger; Thienot; Vieille France.

 

Un Mare di Champagne 2016 è realizzato con il sostegno di: Acqua di Alassio; Barel; Barriqule; Expo; Fongo; G.I.A – Gruppo Immobiliare Alassio; Gambera Solutions; Generali Assicurazioni; Gioielleria Medagliani; Gufram; La Casera; Latte Alberti; Lauretana; Locanda del Pilone; Marchesi Antinori; Novaro Olio; Pasqualini; Pico Maccario; Porsche; RCR; San Goloso; Selecta; Sogegross; Terraalta; Un Mare di Shopping; Unogas. Patrocinio del Comune di Alassio.

 

 

 

Gualtiero Marchesi premiato a Portofino

 

Di Virgilio Pronzati

foto di Mara Musante

 

 

Beba Marsano e Gualtiero Marchesi

Gualtiero Marchesi è sicuramente tra gli italiani più conosciuti nel mondo. Suo grande merito, avere rinnovato la cucina italiana. Gran parte degli chef che oggi vantano stelle e notorietà televisiva, sono stati suoi allievi. Un cuoco di talento e di straordinaria sensibilità creativa. I suoi piatti policromi si esprimono come le tele dei grandi pittori. Opere interattive dove oltre i colori colpiscono aromi e sapori. Non a caso gli è stato conferito il Premio Pirotecnico.  Prima edizione di un premio ideato dalla giornalista e scrittrice Beba Marsano e promosso dal ristorante Da o Vittorio di Recco, da assegnare ogni anno al personaggio più pirotecnico del momento, che sappia ispirare concetti e riflessioni “esplosive”, frutto di costruttiva critica derivata da lunghi studi e ricerche. La cerimonia della consegna del premio non poteva avere sede migliore.  

 

 Gualtiero Marchese col premio e Gianluca Buccilli e Beba Marsano

Gualtiero Marchesi ha ricevuto l’ambito premio consistente in un’opera del pittore Gian Marco Crovetto, inneggiante i fuochi artificiali, di cui la vicina Recco ne è la capitale nazionale, nel suggestivo e imponente Castello Brown di Portofino.  Storica struttura eretta nel Medioevo a difesa del borgo, da cui si può ammirare un panorama esclusivo.  A dargli il benvenuto con mirati interventi, gli assessori regionali alla Cultura e al Turismo Ilaria Cavo e Mario Berrino, seguiti da quelli del sindaco di Portofino Matteo Viacava e del vice sindaco di Recco Gianluca Buccilli. Non solo. Ha festeggiare il grande chef è intervenuto oltre un centinaio di ospiti, tra cui il Bailli Délégué d'Italie Honoraire della Chaine des Rotisseur Zentilomo, i sommelier Ais Cristina Agresti (Delegato Tigullio promontorio di Portofino), Marco Rezzano (Consigliere Regionale - Referente Regionale alla Didattica e Rapporti con Istituti Alberghieri) e Sergio Garreffa (già miglior sommelier ligure), noti ristoratori e enotecari, sponsor e giornalisti.  

 

Castello Brown

Nel tardo pomeriggio nell’ampio giardino del castello, simile a un’oasi pensile, la brillante Beba Marsano presentando il celebre chef, ne ha stimolato un suo breve ma completo intervento. < L’affinità tra l’arte e la gastronomia esiste. Nei piatti - sottolinea Marchesi - deve esserci conoscenza delle basi, tecniche razionali di cottura e armonia espressiva, ma senza scene di spettacolo. La cucina va interpretata e valorizzata al meglio e lo stesso la sala.  E questo che il cliente vuole >.  Poi - prosegue - parlando dei suoi prossimi impegni: < Ho realizzato un libro fotografico con 133 piatti. Come per i quadri, le foto dei piatti e delle loro basi, esaltano e stimolano la percezione visiva e le tecniche adottate per la creazione dei piatti.  Un viaggio in Lombardia per scoprirne le eccellenze gastronomiche, e un film che racconta la mia lunga e appagante vita da cuoco, che sarà presentato nel 2017 a Cannes >.   

 

Alcuni golosi antipasti

Ecco per i golosi curiosi, il menu della serata realizzato da Vernissage (catering del Ristorante storico Da O Vittorio di Recco, aperto nel lontano 1895). Aperitivo nel giardino: Cestino da Viaggio Sottoripa con l’autentica focaccia di Recco col formaggio di Vittorio, le verdure ripiene, la torta di riso, trilogia d’acciughe, palamita affumicato con erbette, il salame di Giarola col sardo fresco e le olive taggiasche, minestrone genovese finger food abbinato a Valdobbiadene e Conegliano Prosecco Spumante, Abissi Brut Golfo del Tigullio-Portofino e altri vini bianchi secchi. Nelle Sale del Castello: trofiette artigianali con patate e fagiolini freschi col pesto di mortaio, novellini affogati della Punta, crema di mele rovesciata con gelato alla cannella e caffè.  Il tutto ben abbinato ai Golfo del Tigullio-Portofino Simixà 2015 e Passito 2013 della cantina Bisson di Pierluigi Lugano. L’evento è stato promosso dal Ristorante Da O Vittorio di Recco della famiglia Bisso con l'organizzazione di CodicEventi e il patrocinio del Comune di Recco, con la regia di Paola Bisso (figlia e nipote di Gianni e Vittorio Bisso patrons del Da O Vittorio) responsabile degli eventi al Castello Brown di Portofino.  Sponsor: Setti, CodicEventi, Kyo e Fish, Acquerello, Nondisolopane, Bisson Abissi, Coldiretti, Consorzio di Tutela dell’Olio Riviera Ligure DOP e Il Pesto di Prà.

 

Breve biografia di Gualtiero Marchesi

 

Chef di fama internazionale, Gualtiero Marchesi nasce a Milano il giorno 19 marzo 1930, in una famiglia di albergatori. Nel dopoguerra si trasferisce in Svizzera, dove perfeziona la propria conoscenza culinaria, frequentando dal 1948 al 1950 la scuola alberghiera di Lucerna. Rientra in Italia e rimane a lavorare per alcuni anni presso l'albergo di famiglia. Poi prosegue il suo perfezionamento di chef a Parigi. Nel 1977 fonda a Milano il suo primo ristorante ottenendo nel 1978 il riconoscimento della stella dalla Guida Michelin; nel 1986 il suo è il primo ristorante in Italia a ricevere il riconoscimento delle tre stelle della guida francese, passando a due dal 1997 in avanti. Al riconoscimento della Guida Michelin fa seguito il titolo di Commendatore Ordine al merito della Repubblica Italiana nel 1991 conferito dal presidente Francesco Cossiga, e l'Ambrogino d'oro della città di Milano. Alla fine del mese di giugno del 2001 l'Universitas Sancti Cyrilli di Roma gli conferisce una Laurea honoris causa in Scienze dell'Alimentazione. Tra i cuochi allievi di Gualtiero Marchesi che hanno conseguito nel tempo molto successo, si possono ricordare Carlo Cracco, Pietro Leeman, Paolo Lopriore, Andrea Berton, Davide Oldani, Paola Budel, Enrico Crippa e Fabrizio Molteni. Nel giugno 2006 fonda la "Italian Culinary Academy" a New York.  Due anni dopo (giugno 2008) Marchesi contesta la guida Michelin e "restituisce" le proprie stelle, contestando il sistema di votazione. Come risultato nell'edizione 2009 della guida il ristorante di Marchesi è rimosso, rimanendo solamente citato come il ristorante dell'albergo in cui ha sede e senza nessuno dei commenti che il grande chef italiano avrebbe voluto. Il suo ultimo locale aperto è il "Marchesino", un caffè-bistrot-ristorante che si trova nel centro di Milano, a ridosso del Teatro alla Scala. 

 

Due cenni sullo storico ristorante Da O Vittorio di Recco.

 

Nonostante i ventisette bombardamenti che martoriarono Recco durante la seconda guerra mondiale, conserva al suo interno l’antica palazzina rosa delle origini e la saletta che un tempo era ingresso della trattoria. È cenacolo della focaccia al formaggio e degli antichi sapori liguri. Non solo. Al locale è annesso un confortevole albergo. Moltissime le foto di soste illustri, tra cui Elettra Marconi, il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, Tara Gandhi, Bartali e Coppi, Tognazzi e Vianello, Gassman, Manfredi, Wanda Osiris, Dizzy Gillespie e Luigi Tenco. I cantautori Fossati e Darling hanno ringraziato per l’ispirazione. Quattro generazioni della famiglia del fondatore Vittorio.

 

  La celebre piazzetta vista dal Castello Brown

I VINI DEL WACHAU AL PALAZZO DEL PRINCIPE

 

Di Virgilio Pronzati 

 

Nella foto di Antonio Del Giacco: da sinistra Andrea Previtera, Massimo Ponzanelli, Michael Wagner e Stefan Hick

 

L’Austria oltre a possedere un grande patrimonio paesaggistico, culturale e gastronomico, produce vini di gran pregio. I suoi Eiswein, Beerenauslese e Trockenbeerenauslese sono noti in tutto il mondo, seguiti da vicino dai Grüner Veltliner e Riesling.  Un po’ come si dice che nelle piccole botti c’è buon vino, l’Austria ha una superficie vitata di circa 45.500 ettari di cui il 65% a uve bianche e il restante 35% a uve nere, da cui deriva una produzione media annua di 2.500.000 ettolitri, prodotti da 20.200 aziende vinicole. Non solo. In Austria, nel comune di Klosterneuburg, fu fondata nel 1860 la prima scuola di enologia al mondo.

Le nove regioni vitivinicole sono situate nell’Austria meridionale vicine alla sua capitale. Wachau: la più famosa zona vinicola austriaca, situata a ovest di Krems, dove si producono grandi vini bianchi da Grüner Veltliner e Riesling. I sui vigneti terrazzati sono tutelati dall’Unesco.

Burgenland: zona vinicola orientale di 16.000 ettari ai confini con l'Ungheria. Comprende ben quattro regioni vinicole: Mittel-Neuburgenland, Sudburgenland, Neusiedlersee e Neusiedlersee-Hugelland.

Il suo clima prevalentemente mite, crea le condizioni ideali per conferire ottimi vini rossi e muffati nei pressi del lago Neusiedler.  Donauland: prende il nome dal Danubio che la attraversa, si sviluppa a ovest di Vienna e comprende a sud del Danubio, la zona di Klosterneuburg e a nerd quella di Wagram. Ottimi i vini bianchi, in particolare il Grüner Veltliner. Kremstal: ottima per la produzione di Grüner Veltliner e Riesling. E’ situata a sud del Kamp. Thermenregion: regione vinicola e termale a sud di Vienna. Da buoni vini rossi e bianchi da uve autoctone (Zierfandler e Rotgipfler).

 

 

Carta viticola della Wachau

 

 

Parte dei vigneti di Wachau

Weinviertel: La più estesa regione vinicola austriaca, situata tra il Danubio e il confine ceco.  Produce soprattutto vini bianchi leggeri e freschi. Il nome significa "quartiere del vino".  Wien: 600 ettari di vigne a contorno della capitale, da cui si ottengono vini beverini ma di buona qualità. Carnuntum: regione vinicola delimitata nel1994, situata a sud-est di Vienna e delimitata dal Danubio a nord, e  produce vini bianchi e rossi. Kamptal: Regione vinicola che si estende lungo i lati del fiume Kamp a nord di Wachau. Sebbene recente come la precedente, questa zona vinicola comprende i famosi vigneti Langenlois, Strass e Zöbing.

Dopo una breve introduzione sull’Austria vinicola, concentriamo l’attenzione sui vini della Wachau. Il motivo, l’interessante degustazione dei vini di questa regione tenutasi recentemente a Genova nei fastosi saloni dello storico Palazzo del Principe, promossa da Vinea Wachau in collaborazione della Sezione Onav di Genova.  Il ricco tasting comprendeva quarantaquattro vini cosi suddivisi: ventuno Grüner Veltliner spazianti dal 2013 al 2015 nelle menzioni Steinfeder (i più leggeri di alcol con massimo l’11,5%) Federspiel (tra gli 11,5 e i 12,5%) e Smaragd (minimo il 12,5%), venti Riesling delle annate 2007, 2011, 2013, 2015 e 2015 nelle stesse menzioni, un Grauer Burgunder, un Neuburger e un Weisburgunder, rispettivamente del 2014, 2015 e 2013 e tutti Smaragd.  

 


Da sinistra: Andrea Previtera, Massimo Ponzanelli, Simona Venni, Mattia Briganti, Giada Orsini e Christian Zerilli

 

Di alto livello i Grüner Veltliner, dotati di ampio, persistente e composito profumo floreale, fruttato e speziato, dove spiccano al naso fiori di pesco e acacia, pesca bianca e albicocca, pepe bianco e noce moscata.  Secchi, molto freschi e sapidi, un po’ minerali, leggermente caldi, con buona struttura e molta persistenza.   Leggermente al di sotto ma decisamente validi i Riesling.  A parte l’unico 2007 già ossidato, gli altri hanno espresso al meglio aromi varietale e terroir.  Netti i sentori floreali, fruttati, balsamici, minerali e speziati di fiori campestri di alta montagna, nespola matura, note balsamiche e minerali di resine di conifere e idrocarburi, zafferano e macis.  Secchi, molto freschi e sapidi, minerali, di equilibrata alcolicità, pieni e persistenti al sapore.  Gli Smaragd si presentavano più morbidi e completi per il loro residuo zuccherino.

 

 

 

Il Marchio di Vinea Wachau Nobilis Districtus

 

La riuscita degustazione è stata preceduta dalla presentazione di Massimo Ponzanelli delegato provinciale dell’Onav, e dagli interventi di Michael Wagner direttore di Vinea Wachau e di Stefan Hick capo cantiniere dell’omonima cantina.  L’ottimo servizio dei vini è stato eseguito dai componenti del Consiglio Provinciale Onav di Genova.  La Vinea Wachau (Vinea Wachau Nobilis districtus) fondata nel 1983 come associazione di produttori di vino Wachau, ne racchiude quasi la totalità. Il marchio di qualità può essere utilizzato solo dalle aziende inserite nell'associazione Vinea Wachau Nobilis districtus, la quale valorizza, diffonde e tutela i vini della Wachau.   

 

Tra il numeroso pubblico, noti ristoratori e enotecari, Simona Venni e Mattia Briganti rispettivamente segretaria e Delegato Fisar della provincia di Genova, il Delegato Ais di Genova Antonio Del Giacco,  il dr Enrico Sala dell'Associazione l'Ippopotamo, l'avv. Giada Orsini e il dr Christian Zerilli.

 

Aziende e vini presenti               

Domäne Wachau   Katzensprung  Grüner Veltliner  Steinfeder  2015

Domäne Wachau   Kreuzberg  Grüner Veltliner   Federspiel 2015      

Domäne Wachau   Achleiten   Riesling  Smaragd 2014

Heinz Sigl   Kirnberg  Grüner Veltliner  Federspiel 2015

Heinz Sigl  Kirnberg  Riesling   Smaragd  2011
Heinz Sigl  Frauenweingärten Grüner Veltliner  Smaragd  2011
Emmerich Knoll Schütt Riesling Smaragd  2012

Emmerich Knoll Loinberg  Riesling  Federspiel 2015

Emmerich Knoll  Kreutles Grüner Veltliner   Federspiel 2015
Fritz Hutter Alte Point  Grüner Veltliner   Federspiel 2015    
Fritz Hutter  Silberbichl   Grauer Burgunder  Smaragd 2014

Fritz Hutter  Hollerin  Riesling  Smaragd 2014
Franz Hirtzberger Hochrain  Riesling  Smaragd 2011

Haiderer  Donauleiten  Grüner Veltliner   Federspiel 2015    
Haiderer  Donauleiten  Riesling   Federspiel 2015    
Florian Schneeweis  Grüner Veltliner  Steinfeder  2015

Florian Schneeweis  Neuburger   Smaragd 2015

Andreas Gattinger  Terrassen  Riesling   Federspiel 2015    

Andreas Gattinger Weitenberg Grüner Veltliner   Federspiel 2015

Johann Schwarz Loibner Kreutles  Riesling  Smaragd 2007

Wolfgang Hofstätter 1000-Eimerberge  Riesling  Smaragd 2015

FJ Gritsch Loibenberg Grüner Veltliner  Smaragd  2013
FJ Gritsch  1000-Eimerberge  Riesling  Smaragd 2013
Josef Jamek  Ried Achleiten  Grüner Veltliner   Federspiel 2015    
Josef Jamek Ried Klaus Riesling  Federspiel 2015
FX Pichler  Steinertal Riesling  Smaragd 2013
Weingut Jäger Steinriegl Riesling  Smaragd 2013

Weingut Jäger  Achleiten Riesling  Smaragd 2011

Pichler-Krutzler Dürnsteiner Supperin Grüner Veltliner 2014

Pichler-Krutzler In der Wand Riesling  2014

Pichler-Krutzler Loibner Loibenberg Riesling  2014

Andreas Lehensteiner  Achleiten  Grüner Veltliner  Smaragd  2013

Stefan Hick  Frauenweingärten Grüner Veltliner  Federspiel 2015      

Stefan Hick Steiger  Grüner Veltliner  Federspiel 2015

Stefan Hick Johannserberg  Grüner Veltliner  Smaragd  2010 – 2013 - 2015
Johann Donabaum Offenberg Riesling Smaragd 2013

Johann Donabaum Point Grüner Veltliner   Federspiel 2015    

Andreas Eder Süssenberg Grüner Veltliner   Federspiel 2013    

Andreas Eder Süssenberg Grüner Veltliner   Smaragd 2013

Andreas Eder Süssenberg Grüner Veltliner  Smaragd 2011 
Rudi Pichler  Achleiten Riesling  Smaragd 2013

Rudi Pichler  Kollmütz Weißburgunder  Smaragd 2013

Rudi Pichler  Hochrain Grüner Veltliner  Smaragd  2013

Erich Machherndl Mitz & Mütz  Riesling   Federspiel 2015    

 

 

Eguaglianza tra uomini e donne? Non ancora!

 

 

Di Virgilio Pronzati

  

 

Al microfono Anna Lamarca Past Presidente Nazionale FIDAPA PBW Italy

 

Se nell’antichità le donne erano discriminate rispetto agli uomini, oggi le cose sono in parte cambiate.  Il ruolo della donna nella nostra società è fondamentale. Basti pensare alla famiglia. Non solo, impegnandosi in tutti i settori lavorativi, ha raggiunto meritate posizioni sociali. Dalle alte cariche dello Stato alla direzione di enti e aziende la donna eguaglia per perizia e professionalità l’uomo.  Allora dov’è la differenza tra femmine e maschi?

A parte ovviamente la differenza anatomica, l’ingiusta disparità nella retribuzione.  Cosa che nei più Paesi progrediti del nostro non esiste. Un annoso quesito che la Fidapa di Genova presieduta da Marinella Accinelli, pone all’attenzione nazionale ogni anno in aprile, dedicandogli una giornata. Per quest’occasione, la Sala di rappresentanza di Palazzo Tursi era letteralmente gremita. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’intervento  di Guglielmina Costi Monaci con a sinistra Marinella Accinelli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’importante argomento dal titolo “Parità nella leadership disparità nella retribuzione”, introdotto dalla presidente Accinelli, dopo i saluti di Rosaria Bono (Pres. Fidapa Genova 2), Leda Mantovani (Pres. Distretto Nord Ovest Fidapa BPW Italy), Stefano Balleari Vicepresidente del Consiglio Comunale di Genova, dell’Assessore Regionale Ilaria Cavo, Carla Sibilla Assessore del Comune di Genova e da Nino Emilio Rinaldi (Governatore Distretto Lions 108 IA2), è stato oggetto d’interessanti interventi da parte di Anna Lamarca (Past Pres. Nazionale Fidapa) e Selma Chiosso (Past Pres. Distretto Nord Ovest Fidapa BPW Italy). 

 

 

 

 

 

 

Il Salone di Palazzo Tursi gremito di pubblico

 

 

 

Mentre a portare la propria testimonianza d’imprenditrici e professioniste, socie Fidapa e leader nei loro settori: Rosaria Bono (Pres. Federnotai Liguria CDA filse Spa), Giustina Greco (Primario Emerito), Barbara Masini (Resp. Centro Disturbi Alimentari ASL 3 Genova), delle imprenditrici Adelina Vassallo e Elena Bormida, dell’Arch. Rossella Parodi e di Guglielmina Costi Monaci giornalista e fondatrice del Piatto di Nettuno. 

 

 

 

 

 

Guglielmina Costi Monaci premiata dalla Fidapa di Genova

 

La FIDAPA BPW Italy, Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari, è un’organizzazione non profit presente in Italia con 300 sezioni per un totale di circa 11.100 donne e facente parte della federazione internazionale BPW International che conta circa 35.000 donne nel mondo. 

 


 

La giornata promossa dalla Fidapa di Genova

 

21A EDIZIONE DI NEBBIOLO PRIMA

 

 

                                                                                              Di Virgilio Pronzati

 

 

Giornalisti degustatori al lavoro

 

Alba sempre al centro di eventi enoici internazionali. Oltre a varie mostre e rassegne vinicole, da ben ventun’anni ospita la più grande e importate manifestazione dedicata ai vini Docg derivati dal vitigno Nebbiolo. Nata nel 1995 come Alba Wines Exhibition, dal 2011 prende il nome di Nebbiolo Prima.  Iniziativa unica nel suo genere, creata e organizzata sin dall’inizio dall’Unione Produttori Vini Albesi, con la collaborazione di altri importanti Enti, per promuovere, divulgare e valorizzare i pregiati vini albesi e il loro territorio. Questa edizione svoltasi dal nove al tredici maggio di quest’anno, ha superato il successo delle precedenti, facendo registrare il più alto numero di vini e giornalisti partecipanti.  Un’esclusiva e grande vetrina dove spiccano Barbaresco, Barolo e Roero.

 

All’esame degli oltre cento giornalisti del settore provenienti da 26 Paesi, ben 489 vini di 244 aziende, suddivisi in Barbaresco, Barolo e Roero delle annate 2013, 2012, 2011 e 2010. A questi si sono aggiunti non meno di duecento vini delle stesse tipologie del millesimo 2006. Una kermesse di sei giorni colma di degustazioni e visite a cantine.  Ma andiamo con ordine.  Prima tappa nel pomeriggio di domenica al Castello di Guarene, dedicata alla presentazione dell’evento col saluto e gli interventi del Presidente di Albeisa Alberto Cordero di Montezemolo e di Orlando Pecchenino Presidente del Consorzio di Tutela Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Roero. L’interessante incontro ha messo in evidenza il quadro completo delle rispettive superfici vitate e produttive.  Di seguito, un ricco buffet con saporose golosità esaltate da una vasta gamma di vini serviti da impeccabili sommelier AIS. 

 

Giornalisti impegnati nel tasting dei vini dell’Accademia del Barolo

Secondo giorno, dalle 8 alle 13, inizio delle degustazioni al Palazzo Mostre e Congressi di Alba.   Il tasting comprendeva novantanove campioni anonimi di Barolo 2012 così suddivisi: quattordici di Novello, trentadue di comuni diversi, tre di Roddi, uno di Cherasco, uno di Diano d’Alba, due di Grinzane Cavour e quarantasei di Serralunga d’Alba. Considerata una buona annata, il 2012 ha lasciato alcune perplessità sulle diverse zone di produzione distribuite su terreni appartenenti al Tortoniano e Elveziano.  Se i Barolo del primo dovrebbero risaltare per profumo e finezza, al contrario quelli dell’Elveziano sarebbero sinonimo di pienezza e austerità. 

 

Non è stato così. Anche se ovviamente giovani, la maggior parte dei Barolo di Serralunga si sono espressi con minor freschezza, tannicità e struttura rispetto al passato.  In poche parole più pronti. Un quesito che, visto da due parti, può anche avere effetti positivi. Influenza del clima? Solo il tempo ci darà la risposta.  Da Novello Barolo di equilibrata struttura e persistenza, in particolare della menzione Ravera.  Sottili ma più freschi quelli di Roddi, Cherasco e Diano d’Alba.  Un po’ sottotono, salvo alcuni, i trentadue di più comuni.  

 

Il delegato regionale Onav e consigliere nazionale Andrea Briano e la sommelier Rosalba Rolando

Terzo giorno con centocinque campioni anonimi di Barbaresco 2013 così suddivisi: trentatré di Barbaresco, trentotto di Neive, diciotto di Treiso, dodici di più comuni e quattro di Alba.  In generale una buona annata per il Barbaresco.  Un sostanziale equilibrio qualitativo tra quelli di Barbaresco e Neive. I primi per maggior struttura, i secondi per l’olfatto.  Nella norma i quattro di Alba.  Quest’anno, su un gradino più alto quelli di Treiso: hanno senz’altro espresso una maggiore armonia.   

 

la locandina della manifestazione

 

Quarto giorno con centodiciotto campioni di Barolo 2012 di cui cinquantasette di La Morra, quarantuno di Monforte e venti di castigliane Falletto. Contrariamente all’anno scorso, i Barolo di La Morra hanno colpito sia al naso che in bocca, dimostrando in buona parte pienezza e sufficiente equilibrio, in particolare Brunate e Annunziata.  Conferma dei Barolo di Castiglione Falletto. I più interessanti e completi nella scorsa edizione, hanno mantenuto in parte la consueta pienezza e persistenza e gradevole astringenza.  Sempre tra le prime posizioni, Monforte questa volta è apparsa un po’ sotto tono.  I suoi Barolo sono sempre stati di buona armonia e complessità.  Qualità che in quest’occasione, sono risaltate in parte (nell’ordine) nei Perno, Castelletto e Bussia.

 

Quinto giorno con centodue campioni così suddivisi: quarantasette Roero di cui ventitré del 2013 e ventiquattro Riserva 2012, cinquantacinque Barolo 2012 di cui quattordici di Verduno e quarantuno di Barolo.  Un duemilatredici favorevole al Roero, con vini fruttati e pieni i 2013, non ancora pronti ma validi i Riserva 2012, in particolare nell’ordine, quelli di Canale e Monteu Roero. Discretamente equilibrata la metà dei quattordici Barolo di Verduno. Quelli di Barolo ancora immaturi e caratterizzati dalle note balsamiche, hanno espresso più di altri il proprio terroir, con punte di buon livello nei Cannubi.   

 

La verticale di Barbaresco dei Marchesi di Gresy

Degna chiusura il sesto e ultimo giorno con sessantacinque campioni suddivisi in ventuno Barbaresco Riserva 2011 e quarantaquattro Barolo Riserva 2010. Solo questo era sufficiente per essere presenti all’evento. Di ottimo livello la metà dei Barbaresco, dal discreto al buono l’altra metà.  I migliori, nell’ordine, Barbaresco con Martinenga, Ovello Rabajà; Treiso con Rizzi e Casot; Neive con Basarin.  Maggiore complessità e armonia nei Barolo Riserva 2010. Un’annata da ricordare che, per l’andamento climatico, ricorda le grandi del passato.  Come per il Barbaresco, la metà dei Barolo era di ottima qualità, buona la restante parte.  Qui c’è stata la rivincita di Monforte. A mio personale giudizio, uno dei due migliori vini in assoluto era della Bussia. L’altro di Rocche dell’Annunziata di La Morra. Di seguito, Castiglione Falletto con Montanello, Pernanno e Vignolo; La Morra con Bricco Rocca; Monforte con cinque Bussia; Barolo con Costa di Rose e La Volta; Serralunga d’Alba con Badarina e Lazzarito.

 

Marco Parusso presenta i suoi Barolo

Impegnative e di sicuro interesse, le degustazioni fatte nelle antiche e suggestive Cantine Calissano. Nell’occasione, numerose aziende hanno messo in degustazione vaie annate di diversi tipi di vino. In particolare evidenza i Barolo dell’annata 2006. Un’annata da rivalutare, ritenuta allora inferiore al 2007, che nel corso degli anni ha espresso vini profumati, freschi e sapidi, pieni ma snelli e, come confermato all’assaggio, di più unga vita del 2007.  Era già successo con le annate 1996-1997.  Molto interessanti e piacevoli le degustazioni fatte nel pomeriggio nelle varie aziende. Nel mio caso: Tenute Cisa Asinari dei Marchesi di Gresy di Barbaresco, Parusso Armando di Monforte, Accademia del Barolo nel Castello di Barolo (nata nel 2011, è costituita da 12 produttori: Azelia, Michele Chiarlo, Poderi Luigi Einaudi, Poderi Gianni Gagliardo, Franco Martinetti, Monfalletto - Cordero di Montezemolo, Pio Cesare, Prunotto, Luciano Sandrone, Paolo Scavino e Vietti. La sua missione è la divulgazione della conoscenza del Barolo nel Mondo). Agricola Molino di Treiso e Cavalier Bartolomeo di Castiglione Falletto. 

 

Nella prima, Marchesi di Gresy, una straordinaria verticale di Barbaresco Gaiun Martinenga dal 2012 al 1981, toccando via via i 2011, 2010, 2009, 2008, 2006, 2005, 2004, 2001, 1999, 1998, 1990, 1985.  Ognuno con lievi differenze ma accomunato agli altri per complessità del profumo e armonia nel sapore. Un viaggio nel Barbaresco da ricordare.  Da Parusso a Monforte, un tour virtuoso tra i Barolo della Bussia, iniziando dal 1998 al 2012, passando via via il 1999, 2006, 2007, 2010, e 2011.  Attraverso le varie “tappe” si può comprende l’esclusivo terroir della Bussia, e come ne caratterizza al meglio, assieme all’abilità di Marco, il Barolo. In ultimo, l’assaggio dello spumante Parusso brut metodo classico da uve Nebbiolo. 

 

La squadra dei sommelier Ais di Nebbiolo Prima 2016

Trasferimento al Castello di Barolo ospiti dell’Accademia del Barolo per un altro impegnativo tasting di nove Barolo, preceduto dalla proiezione di slides che descrivono le caratteristiche pedoclimatiche della zona di produzione del Barolo. Ecco la sequenza dei vini, commentati ognuno, dal produttore o dall’enologo: 1° Barolo 2011(Grinzane Cavour) di Pio Cesare; Barolo Gattera (La Morra) 2011 di Cordero di Montezemolo, 3° Barolo Rocche dell’Annunziata (La Morra) 2011 di Paolo Scavino; 4° Barolo Cerequio (La Morra) 2011 di Michele Chiarlo; 5° Barolo Cannubi (Barolo) 2011; 6° Barolo Enrico VI (Castiglione Falletto) di Cordero di Montezemolo; 7° Barolo Preve (Serralunga d’Alba) 2011; 8° Barolo Bricco Voghera (Serralunga d’Alba) 2007 di Azelia; 9° Barolo Rocche di Castiglione (Castiglione Falletto) 2011. Tutti i vini hanno evidenziato al meglio le caratteristiche dei rispettivi terroir. 

 

Una qualità complessiva che, espressa in centesimi, si attestava su 86-87 punti.  Infine, la piacevole sosta nelle rispettive cantine di piccoli e bravi produttori. Molino di Treiso, condotta dal giovane Marco Molino. I suoi validi vini sopo prodotti con vecchie vigne della vocata località Ausario.  Tra i vari vini, spiccano i Barbaresco Ausario e Teorema e, un buon Barbera d’Alba 2014.  Entrambi prodotti in quantità limitata.  Cavalier Bartolomeo di Castiglione Falletto, dove il patron Dario Borgogno produce piccole partite di due Barolo derivate rispettivamente dai crus San Lorenzo di Barolo e Altenasso di Castiglione Falletto.  Entrambi in commercio, con le annate 2011 e 2012, dall’ottimo rapporto qualità-prezzo.

 

Parlando del resto: efficiente e professionale l’organizzazione, ottimale per le degustazioni la sede del Palazzo delle Mostre e congressi, l’ospitalità alberghiera, nel mio caso l’Hotel I Castelli di Alba.  Due le  cene con i produttori: la prima nel noto ristorante La Ciau del Tornavento di Treiso con le specialità dello chef stellato Maurilio Garola, uno dei templi della cucina piemontese e non solo, l’altra nel ristorante Cantina del Rondò di Neive. Un suggestivo e accogliente locale ricavato da una vecchia cantina, dove sono proposti saporosi piatti tipici langaroli realizzati dalla chef Emanuela Merli.  Non solo. Ghiotti i pasti serviti al termine delle degustazioni, impeccabile il servizio dei sommelier dell’Ais (Massimo Battaglio, Marlena Deja, Laura Meinardi, Eddy e Eleno Molfardini, Fabrizio Prandi, Renzo Ravotti e Rosalba Rolando, coordinati da  Giancarlo Germano responsabile dei servizi). 

 

Due parole su Albeisa: l’Unione Produttori Vini Albesi che conta oggi quasi 280 soci, conta entro la fine del prossimo anno, come afferma il presidente Alberto Cordero di Montezemolo, di raggiungere la soglia delle 300 aziende.  Nel 2015 sono state ben 16 milioni e mezzo le bottiglie utilizzate dai produttori di questo angolo del Piemonte. Riconoscibile, classica ed elegante, dal 2007 la bottiglia è prodotta anche in una versione che ha un peso di circa il 22% inferiore rispetto al modello tradizionale, per un totale di 125 grammi in meno. Con una storia che parte dal Settecento, oggi l’Albeisa è senza dubbio un esempio di successo importante nell’identificare fin dal contenitore l’espressione di un territorio vitivinicolo unico. Unisce funzionalità e l’essenza delle Langhe.

 

Elenco dei produttori


01  ABBONA ANNA MARIA
02 ABBONA MARZIANO AZ. AGR

03 .ADA NADA

04 ADRIANO MARCO E VITTORIO
05 AGRICOLA MOLINO

06 ALARIO CLAUDIO

07 ALBINO ROCCA
08 ALESSANDRIA FRATELLI
09 ALESSANDRO RIVETTO & C SS

010 AMALIA CASCINA IN LANGA

011 ANDREA OBERTO

012 ANGELO PASTURA
013 ANSELMA
014 ANSELMA GIACOMO
015 ANTICA CANT. DEI CONTI DI ROERO
016 ANT.  POD. DEI GALLINA

017 ASCHERI
018 AUREILIO SETTIMO
019 AZELIA AZ. AGR.
020 GIANFRANCO ALESSANDRIA
021 GIOVANNI ALMONDO

022 ORLANDO ABRIGO
023 AGRICOLA BRANDINI
024 BARALE FRATELLI
025 BATASIOLO
026 BATTAGLINO FABRIZIO
027 BATTAGLIO AZ.
028 BEL COLLE
029 BERA
030 BERSANO
031 BOASSO FRANCO - GABUTTI

032 BOCCHINO EUGENIO AZ. AGR.

033 BOFFA CARLO
034 BOROLI
035 BOSCO AGOSTINO

036 BOVIO GIANFRANCO
037 BREZZA GIACOMO E FIGLI AZ. AGR.

038 BRIC CASTELVEJ
039 BRIC CENCIURIO
040 BRICCO GRILLI AZ. AGR.
041 BRICCO MAIOLICA
042 BROCCARDO AZ. AGR.
043 BROVIA
044 BURLOTTO GIAN CARLO
045 COMM. G.B. BURLOTTO
046 F.LlI SERIO E BATT.BORGOGNO

047 GIACOMO BORGOGNO & FIGLI
048 RABAJÀ AZ. AGR. DI BRUNO ROCCA

049 RENATO BUGANZA
050 SILVANO BOLMIDA
051 460 CASINA BRIC
052 CÀ DEL BAIO
053 CAGLIERO
054 CAMPARO
055 CANTINA DEL NEBBIOLO S.C.A.
056 CANTINA DEL PINO
057 CANTINE SANT’AGATA
058 CAREGLIO PIER ANGELO
059 CASCINA ADELAIDE
060 CASCINA ALBERTA
061 CASCINA BALLARIN
062 CASCINA BONGIOVANNI
063 CASCINA BRUCIATA
064 CASCINA CA’ ROSSA
065 CASCINA CHICCO
066 CASCINA DEL MONASTERO
067 CASCINA DEL POZZO AZ. AGR.
068 CASCINA DELLE ROSE
069 CASCINA MORASSINO

070  CASCINA SARIA

071  CASCINA SORBA

072  CASCINA VAL DEL PRETE

073  CASETTA F.LLI

074  CASTELLO DI NEIVE

075  CASTELLO DI VERDUNO

076  CAVALIER BARTOLOMEO

077  CAVALLOTTO TENUTA BRICCO BOSCHIS

078  CERETTO

079  CESTE FRANCO

080  CHIESA CARLO

081  CIABOT BERTON

082  COL DEI VENTI

083  CONTERNO FANTINO

084  CONTERNO FRANCO

085  CORDERO DI MONTEZEMOLO

086  CORNAREA

087  CORTESE GIUSEPPE

088  COSTA DI BUSSIA

089 CURTO MARCO AZ. AGR.

090  ELVIO COGNO

091  MATTEO CORREGGIA

092  TENUTA CUCCO

093  CONTERNO DIEGO AZ. AGR.

094  DELTETTO

095  DEMARIE

096  LA TORRICELLA

097  DOSIO VIGNETI SRL

098  CÀ DI CAIRÈ

099  CASCINA FONTANA

100  FATTORIA SAN GIULIANO

101  FILIPPO GALLINO

102  FONTANA LIVIA

103  FONTANABIANCA

104  FONTANAFREDDA

105  FRACASSI UMBERTO

106  FRANCONE

107  GIACOMO FENOCCHIO

108  GAGLIASSO MARIO

109  GEMMA SPA

110  GENERAJ

111  GERMANO ANGELO

112  GERMANO ETTORE

113  GHIOMO

114  GIACOSA FRATELLI

115 GIGI ROSSO
116 GILLARDI S.S.
117 GIRIBALDI MARIO
118 GRASSO FRATELLI
119 GRIMALDI BRUNA
120 GRIMALDI GIACOMO
121 GRIMALDI LUIGINO E C. SNC
122 GUIDO PORRO AZ. AGR.
123 PODERI GIANNI GAGLIARDO
124 SILVIO GRASSO
125 ICARDI SSA
126 CASCINA LUISIN
127 LA BIÒCA
128 LA BRUCIATA
129 LA FUSINA
130 LA GANGHIJA
131 LE CECCHE
132 LE GINESTRE AZ. AGR.
133 LE STRETTE
134 LUIGI GIORDANO
135 AGRICOLA GIAN PIERO MARRONE

136 CANTINA BARTOLO MASCARELLO

137 CANT. DEI MARCHESI DI BAROLO

138 CASA E. DI MIRAFIORE
139 MALABAILA DI CANALE
140 MALVIRÀ
141 MANERA F.LLI
142 MARCARINI
143 MARENGO MARIO
144 MASSOLINO - VIGNA RIONDA
145 MASSUCCO AZIENDA AGR. FLLI.

146 MICHELE CHIARLO
147 MOCCAGATTA
148 MONCHIERO CARBONE
149 MONCHIERO FRATELLI
150 MONTALBERA
151 MONTARIBALDI
152 MONTI
153 MORRA DIEGO AZ. AGR.
154 MOSSIO
155 MUSSO
156 MUSTELA
157 NADA FIORENZO
158 NADA GIUSEPPE
159 NEGRETTI

160  NEGRO ANGELO E FIGLI

161  NEGRO GIUSEPPE

162  NEGRO LORENZO

163  ODDERO PODERI E CANTINE

164  OLIVERO MARIO

165  ORESTE STEFANO

166  E. PIRA & FIGLI

167  MARCO PORELLO

168  PACE

169  PAITIN DI PASQUERO-ELIA

170  PALLADINO

171  PAOLO MANZONE

172  PAOLO SCAVINO

173  PARUSSO ARMANDO

174  PECCHENINO

175  PELASSA

176  PELISSERO

177  PELISSERO PASQUALE

178  PERTINACE

179  PIAZZO ARMANDO

180  PIO CESARE

181  PIRA LUIGI DI GIANPAOLO PIRA

182  PODERE RUGGERI CORSINI

183  PODERI COLLA

184  PODERI ELIA

185  PODERI LUIGI EINAUDI

186  PONCHIONE MAURIZIO

187  PRINSI

188  PRODUTTORI DEL BARBARESCO

189  PRUNOTTO

190  PUNSET

191  F.LLI RABINO DI RABINO ANDREA

192  GIOVANNI ROSSO

193  GIUSEPPE RINALDI

194  MARIO RIVETTI - CASCINA SERRE

195  PIETRO RINALDI

196  RAINERI GIANMATTEO

197  RATTALINO FRATELLI

 

 

 

 

198 RENATO RATTI

199  RESSIA

200  REVA

201  REVERDITO MICHELE

202  RIGO FILIPPO

203  RINALDI FRANCESCO & FIGLI

204  RIVELLA SILVIA

205  RIVETTI MASSIMO

206 RIVETTO DAL 1902
207 RIZZI

208 ROCCA GIOVANNI
209 ROCCHE COSTAMAGNA

210 ROCCHE DEI MANZONI

211 ROCCHEVIBERTI

212 RUSÈL DI MARCO ROSSELLI

213 JOSETTA SAFFIRIO
214 SAN BIAGIO

215 SAROTTO ROBERTO AZ. AGR.

216 SASSI SAN CRISTOFORO

217 SCARZELLO GIORGIO & FIGLI

218 SEBASTE MAURO

219 SEGHESIO FRATELLI

220 SERRADENARI

221 SIMONE SCALETTA
222 SOBRERO FRANCESCO

223 SOCRÉ
224 SORDO GIOVANNI

225 STROPPIANA DARIO
226 SYLLA SEBASTE
227 CANTINA TERRE DEL BAROLO

228 TALIANO MICHELE
229 TENUTA L’ILLUMINATA
230 TENUTA MONTANELLO
231 TENUTA SAN MAURO
232 TENUTE CISA ASINARI
233 TREDIBERRI
234 ALESSANDRO VEGLIO
235 MAURO VEGLIO
236 VAJRA - G.D. VAJRA
237 VIBERTI GIOVANNI AZ. AGR.

238 VIETTI
239 VIGIN AZ. AGR.
240 VIGNETI LUIGI ODDERO E FIGLI

241 VIRNA BORGOGNO
242 VITE COLTE

243 VOERZIO MARTINI
244 VOGHERA LUIGI

 

Che pesci pigliare ?

 

 

Di Virgilio Pronzati

 (foto: Jolly Foto) 

 

 

 

Guglielmina Costi Monaci mentre presenta il dr Nicola Pellegrino. Dietro l’ing. Roberto Monaci

 

 

Una frase non solo dell’indeciso, ma ormai entrata nell’uso comune. Un tema per niente scontato, di interessante attualità. Guglielmina Costi Monaci è stata tra le prime in Italia a sensibilizzare l’opinione  pubblica a un maggior consumo di pesce. La sua campagna alimentare Piatto di Nettuno ha fatto scuola.  Ma non solo.  Alla gastronomia, Guglielmina ha unito la scienza medica affiancando agli chef specialisti del campo dell’alimentazione e delle patologie a essa legate, e del controllo delle basi alimentari in particolare ittiche. Tutti di notorietà nazionale come Del Toma, Santi, Giacosa, Foppiani, Pellegrino e molti altri.  L’ultima e recente serata del Piatto di Nettuno si tenuta nel Salone di Villa Migone.  Location ricca di fascino, quasi nascosta, inserita nel popoloso quartiere San Fruttuoso e protetta dal verde sontuoso della confinante villa Imperiale.  Qui è stata scritta una pagina di storia della città: Il generale Meinholf firma l'atto di resa al Comitato di Liberazione Nazionale per la Liguria. E' la sera del 25 aprile 1945. Genova si è già liberata da sola la notte prima, unica città in Europa. Per questo avrà la medaglia d'oro al valor militare.

 

 

 

La sala di Villa Migone gremita di socie del Piatto di Nettuno

 

 

Le signore del Piatto di Nettuno sul terrazzo di Villa Migone

 

Come di consueto, le cene del Piatto di Nettuno sono caratterizzate da interventi non solo gastronomici ma soprattutto tecnico-culturali.  In quest’occasione, il prof. Nicola Pellegrino ha spaziato a 360 gradi nel commercio ittico, rispondendo alle numerose domande delle socie del Piatto di Nettuno con innata abilità e competenza.  Una vera e propria lezione universitaria. Di seguito, il dotto intervento del sommelier Mario Giacompol, che ha illustrato sia i vini della serata che la tecnica dell’abbinamento cibo-vino. Guglielmina Costi Monaci, Presidente del piatto di Nettuno e brillante conduttrice della serata, ha presentato le nuove socie appartenenti alla FIDAPA (Federazione Italiana Donne Arti  Professioni Affari) Sezione di Genova, Marinella Accinelli, presidente, Elena Bormida, Raffaella Testa e Adelina Vassallo.  Altri personaggi di spicco: la prof. Raffaella Saponaro Monti Bragadin Presidente dell’Istituto Italiano dei Castelli della Sezione Liguria, nota scrittrice e protagonista della vita culturale genovese e nazionale; la già primario Giustina Greco e l’ing. Roberto Monaci.

 

 

 

 

Da sin. Virgilio Pronzati, Roberto Monaci, Guglielmina Costi Monaci, Nicola Pellegrino e Mario Giacompol

 

Come sempre a ogni serata, Guglielmina ha regalato un piccolo 'bonheur' alle signore presenti. Delle saponette 'provenzali' completamente vegetali e biodegradabili al 100%, del saponificio F.lli Gianasso di Campomorone. Una speciale saponetta al latte di mandorla bio, realizzata secondo l'antico metodo d'impasto a caldo che, ancor oggi, sono tagliate a mano una per una.

 

Il menu realizzato dallo chef Alberto Nicoli di Garisenda Ricevimenti

Aperitivo di Benvenuto con Spumante Millenium brut e golosità fredde e calde; Testaroli al sugo di polpo rosso; Filetti di orata con olive taggiasche, pomodoro e frutti di cappero; Aspic ai frutti di bosco e millefoglie con crema chantilly.  Il tutto magistralmente abbinato al Colle di Luni Vermentino Etichetta Grigia e al Liguria di Levante I.G.T. Circus che, come lo Spumante Millenium, sono firmati da Paolo Bosoni. 

 

 

 

Guglielmina Costi Monaci e alcune delle golosità di Nicoli

Benvenuto Brunello 2016

Di Virgilio Pronzati

 

 

Centro storico di Montalcino

Quest’anno l’evento Benvenuto Brunello assume un particolare significato. Ben ventiquattro edizioni e il Cinquantesimo anniversario della Doc. Un traguardo sicuramente importante. Al top nelle aste internazionali e nelle carte dei vini di ristoranti famosi, il Brunello di Montalcino come un grande attore o un campione dello sport, vanta un’universale notorietà. Va da se che tra le anteprime toscane, è senz’altro la più attesa.  Giornalisti, buyer e addetti al settore, se ne segnano molti mesi prima la data dell’evento. Lo confermano gli oltre duecento giornalisti provenienti da tutto il mondo e, alcune centinaia di buyer, arrivati dall’estero.  

Nella due giorni ilcinese, il 19 e 20 febbraio scorso, nel suggestivo Chiostro del Museo di Montalcino, c’è stata la presentazione e l’assaggio della nuova annata 2011 (Quattro Stelle) di Brunello di Montalcino, la Riserva 2010 (Cinque Stelle) dello stesso vino, nonché Rosso di Montalcino 2014, i Moscadello e Sant’Antimo. Una kermesse oltremodo impegnativa per tutti i partecipanti, pensando che totalmente i vini in degustazione erano ben 378, di cui 130 Brunello di Montalcino, 24 Selezione, 80 Riserva, 121 Rosso di Montalcino, 14 Sant’Antimo e 9 di Moscadello di Montalcino.

 

 

 

La piastrella dell’annata 2015

Precisando che i Brunello di Montalcino 2011, le 24 Selezione e le ottanta Riserve 2010 li abbiano assaggiati tutti nell’arco dei due giorni, c’è rimasto solo il tempo necessario per assaggiare 25 dei 130 Rosso di Montalcino, sei Sant’Antimo e cinque dei 9 Moscadello di Montalcino. Dalle nostre personali valutazioni, sono emerse le seguenti considerazioni. L’annata 2011 considerata molto buona per l’andamento climatico favorevole, ha dato vita a vini dall’intenso profumo e di buona struttura. Ovvio che essendo “ancora” giovani, hanno bisogno di alcuni anni per divenire più armonici. Su quelli Riserva, derivati dall’eccellente annata (sarebbe più giusto dire ottima) caratterizzata da temperature variabili, molto calde dei periodi assolati, ma in parte freschi con piogge intervallate, ha dato buone uve da cui sono stati prodotti in generale, vini di buona freschezza, con profumi intensi e compositi, di sostenuta struttura e alcolicità. A tutto questo, vanno aggiunti l’altimetria e l’età dei vigneti, le tecniche di vinificazione e d’affinamento adottate.  Facendo il quadro della situazione, gran parte dei Brunello 2010 avranno si una buona longevità, ma già ora in grado di esprimersi.  Globalmente dei Brunello di buona personalità, che spiccano più per finezza che per struttura.

 

 

 

La giornalista lettone Inga Vaisla

 

Sui vini, i seguenti e personali giudizi sui centocinquantaquattro Brunello 2011 di cui ventiquattro Selezioni.  Dei centotrenta: ventinove di ottimo livello, trentacinque sul buono, quarantanove dal discreto al medio-buono, diciassette i sufficienti. Dal molto buono al discreto le ventiquattro Selezione: sei ottimi, dodici buoni, sei discreti. Quelli di maggior qualità e armonia, presentavano un color rosso granato, un bouquet intenso e persistente, fine, discretamente ampio e composito, con netti sentori fruttati e, in parte vegetali e balsamici, speziati, discretamente boisé, dal sapore secco, fresco e sapido, giustamente astringente, caldo, di buona struttura e continuità, dal retrogusto netto che richiama le note olfattive.   

Gli altri dal medio al discreto, pur simili ma lievemente disarmonici per evidente astringenza, poca morbidezza e con profumo intenso ma appena fine. Mentre i sufficienti, si presentavano poco fini rispetto ai precedenti, in particolare al naso, e magri e corti al sapore. Degli 80 Brunello di Montalcino Riserva 2010, annata che ottenne 5 stelle, trentaquattro ottimi, diciotto sul buono, quindici sul medio-buono,  tredici discreti. Dall’intenso colore, gradazioni superiori e ottenute con il raggiungimento di una perfetta maturità dei polifenoli.  In sintesi, le Riserve hanno mantenuto in parte le promesse già dichiarate lo scorso anno.

 

 

 

Giornalisti degustatori al lavoro

 

Valutando parzialmente i Rosso di Montalcino 2014 (solo 25 campioni su 121), li abbiamo trovati abbastanza validi, spazianti dal buono al discreto, dotati di buon colore e struttura, profumi discretamente fruttati, ancora in gran parte tannici e limitatamente morbidi e un po’ magri. I sei dei 14 Sant’Antimo: due ottimi, due buoni e due discreti. Infine, dei cinque dei 9 Moscadello di Montalcino, tre sono buoni e due discreti.  Dopo la discreta annata del 2014 da Tre Stelle, quella eccellente da Cinque Stelle del 2015. Dal 1992, con l’assegnazione delle stelle all’annata, c’è la posa sulle mura del duecentesco palazzo comunale, di un’artistica formella in ceramica di cm 30x30, con l’anno e le stelle assegnate.

Quest’anno la piastrella è stata realizzata e firmata da cinque artisti (come le stelle) di fama internazionale: Pino Deodato, per la sua capacità di interpretare i valori di una geografia che diventa espressione d’arte, come a suo modo la produzione del vino; Bertozzi & Casoni, maestri nel richiamare attraverso le loro ceramiche, fulgidi fiori, frutta, cibi e simbolici animali; Gian Marco Montesano, per la sua indagine su memoria e storia, come un coltivare qualcosa che viene da lontano e non nasce mai per caso; e infine Mimmo Paladino, per la sua capacità di raccontare una storia antica radicata in un terreno, ma in un modo assolutamente e del tutto contemporaneo. 

  

 

Panorama di Montalcino

Nella storica Chiesa di Sant’Agostino, l’assegnazione del Leccio d’Oro. Un importante trofeo di livello internazionale, che annualmente è assegnato a operatori del settore, quali un ristorante, un’enoteca e un’osteria che si sono distinti nella presentazione, nel servizio, nella diffusione e nella valorizzazione del vino, in particolare del Brunello di Montalcino, che abbiano una Carta dei Vini, con una gamma ampia e rappresentativa di vino Brunello di Montalcino e degli altri vini di Montalcino, in relazione sia alle diverse annate che al numero di etichette di aziende produttrici. Al patrons dei locali è inoltre valutato il livello di conoscenza e preparazione riguardo alla realtà della zona, nonché alle caratteristiche di produzione dei vini. 

Per il 2016, i premi ex-aequo conferiti dal consorzio sono andati rispettivamente, al Ristorante del Posto di New York e al Convivio Troiani di Roma per la categoria ristoranti, mentre per la categoria enoteche l’ex-aequo è tra l’Enoteca  Molesini di Cortona e la canadese Enoteca del Monopolio LCBO (Liquor Control Board of Ontario). La giuria che ha scelto i locali era composta, come di consueto, dal Presidente del Consorzio Fabrizio Bindocci, dai membri del Comitato di presidenza Patrizio Cencioni, Bernardo Losappio e Francesco Ripaccioli, e dagli esperti Allan Bay, illustre giornalista nel settore enogastronomico e collaboratore del Corriere della Sera per cui cura la rubriche "Vivi Milano" e l’enogastronoma e scrittrice di libri sul cibo per il mercato USA Faith Willinger. Un doveroso plauso al delegato Ais di Arezzo Massimo Rossi, per il perfetto coordinamento dei sommelier di servizio.

La produzione media annua dei vini prodotti a Montalcino: Brunello di Montalcino 9.000.000 bottiglie, Rosso di Montalcino 4.500.000 di bottiglie, Sant’Antimo 400.000 bottiglie e Moscadello di Montalcino 40.000 bottiglie. La superficie complessiva vitata del territorio di Montalcino è di 3.500 ettari, così ripartiti: 2.100 ettari coltivati a Brunello di Montalcino, 510 ettari coltivati a Rosso di Montalcino, 50 ettari coltivati a Moscadello di Montalcino, 480 ettari coltivati a Sant’Antimo Doc, mentre i restanti 320 ettari sono a Igt.  L’export copre circa il 70% della produzione totale e il valore complessivo del giro d’affari del settore vitivinicolo a Montalcino è mediamente di 160 milioni di Euro. 

I Produttori

La Mannella, La Palazzetta, La Poderina, La Rasina, Lambardi, Lazzeretti, Le Chiuse, Le Macioche, Le Ragnaie, Lisini, Loacker Corte Pavone, Mastrojanni, Mocali, Musico, Pacenti Franco-Canalicchio, Padelletti, Pian delle Querci, Palazzo, Pian delle Vigne, Piancornello, Pietroso, Pinino, Piombaia, Podere Brizio, Podere Canapaccia, Podere Le Ripi, Poggio Antico, Poggio di Sotto, Querce Bettina, Quercecchio, Renieri, Ridolfi, Ruffino-Greppone Mazzi, Salvioni, San Giacomo, San Lorenzo, San Polino, San Polo, Sancarlo, Santa Giulia, Sassodisole, Scopetone, Scopone, Sesta di Sopra, Sesti, Solaria, Talenti, Tassi-Franci, Tenuta Buon Tempo, Tenuta Crocedimezzo, Tenuta di Sesta, Tenuta La Fuga, Tenuta Le Potazzine,  Tenuta San Giorgio, Tenute Piccini, Tenute Silvio Nardi, Terre Nere, Tiezzi, Tornesi, Uccelliera,  Val di Suga,  Vasco Sassetti, Ventolaio,  Verbena, Villa I Cipressi, Villa Le Prata,  Villa Poggio Salvi, Vini Italiani da Sogno-La Togata, Agostina Pieri, Agricola Centolani-Tenute Friggiali e Pietranera, Albatreti, Argiano, Armilla, Baccinetti, Banfi, Barbi,  Bartoli Giusti-Tenuta Comunali, Bellaria, Belpoggio, Bonacchi, Bottega, Brunelli, Camigliano,  Campogiovanni, Canalicchio di Sopra, Canneta, Cantina di Montalcino, Capanna,  Capanne Ricci,  Caparzo, Caprili, Carpineto,  Casanuova delle Cerbaie, Casisano, Castello di Velona, Castello Romitorio, Castello Tricerchi, Cerbaia, Citille di Sopra, Col di Lamo,  Poggio Il Castellare, Col d’Orcia, Collelceto, Collemattoni,  Cordella, Corte dei Venti, Cupano, Donatella Cinelli Colombini, Fanti, Fattoi, Ferrero, Fornacella, Fornacina, Fuligni, Gianni Brunelli - Le Chiuse di Sotto, Il Bosco di Grazia, Il Grappolo,  Il Marroneto, Il Pino, Il Poggiolo, Il Poggione, La Fiorita, La Fornace, La Fortuna, La Gerla, La Lecciaia, La Magia.

 

Valutazioni del Consorzio del Brunello di Montalcino per le annate dal 1945 al 2014. Le annate sottolineate sono quelle tuttora in corso di affinamento in botte o bottiglia. In grassetto le annate a cinque stelle. 

1945 ***** 1946 **** 1947 **** 1948 ** 1949 *** 1950 **** 1951 **** 1952 ***  1953 *** 1954 **  1955 ***** 1956 ** 1957 **** 1958 **** 1959 *** 1960 *** 1961 ***** 1962 **** 1963 *** 1964 ***** 1965 **** 1966 **** 1967 **** 1968 *** 1969 ** 1970 ***** 1971*** 1972 * 1973 *** 1974 ** 1975 ***** 1976 * 1977 **** 1978 **** 1979 **** 1980 **** 1981 *** 1982 **** 1983 **** 1984 * 1985 ***** 1986 *** 1987 *** 1988 ***** 1989 ** 1990 ***** 1991**** 1992 ** 1993 **** 1994 **** 1995 ***** 1996 *** 1997 ***** 1998 **** 1999 **** 2000 *** 2001 **** 2002 ** 2003 **** 2004 ***** 2005 **** 2006 ***** 2007 ***** 2008 **** 2009 **** 2010 ***** 2011 **** 2012 ***** 2013****  2014 *** 2015 *****

 

 

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