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Itinerari enogastronomici

L'EVENTO NAZIONALE DELLE PREMIATE TRATTORIE ITALIANE IN FRANCIACORTA!

 

 

Come preannunciato nelle precedenti comunicazioni, ecco l'evento dell'anno delle Premiate Trattorie Italiane!

Le 20 Trattorie riunite in associazione, di cui ci onoriamo di esserne stati co-fondatori, si troveranno LUNEDI' 7 e MARTEDI'  8 OTTOBRE 2024 per due cene-evento con la regia del Consorzio Franciacorta che offrirà le proprie bollicine in abbinamento a due menù che raccontano l'Italia intera!

 

Ecco il link dove prenotare al Relais Franciacorta e dove trovate i menu completi: https://www.relaisfranciacorta.it/shop/

Posti limitati, Vi invitiamo a prenotare il più presto possibile.

Nelle due giornate il Consorzio Franciacorta segnalerà a chi prenota le cantine che potrete andare a visitare e fare degustazioni.

 

Sui maggiori siti di prenotazione alloggi, troverete il modo di soggiornare nel meraviglioso comprensorio intorno al lago di Iseo!

Con il grande piacere di incontrarvi anche in quella occasione, un grande saluto di buona estate dalla Brinca di Ne!

ASCOLIVA FESTIVAL, UNA TAPPA GOURMAND PER IL GRAND TOUR DELLE MARCHE

Ad Ascoli Piceno il Festival mondiale dell’oliva ascolana del Piceno DOP

È il simbolo indiscusso dello street food made in Marche! Perfetta nelle suadenti rotondità e nel gusto carnoso, croccante e avvolgente al tempo stesso. Stiamo parlando dell’Oliva all’ascolana, o meglio della “liva”, come si pronuncia nel colorito dialetto locale, l’eccellente specialità che ha reso famosa in tutto il mondo l’Oliva Tenera Ascolana del Piceno DOP.

Quale occasione migliore di Ascoliva Festival per lasciarsi conquistare dal suo inconfondibile sapore, ma anche per scoprire che, oltre alla celeberrima versione panata e fritta, la “Tenera” ci regala un olio incredibile che può diventare protagonista di piatti e preparazioni uniche ed esclusive.

Ascoliva-Festival mondiale dell’oliva ascolana del Piceno DOP va in scena dal 10 al 21 agosto nell’incantevole scenografia naturale del centro storico di Ascoli Piceno, la città del travertino e delle cento torri. L’originale “claim” di questa undicesima edizione è “Il gusto che attraversa la Storia”, ispirato alla documentazione storica, in particolare ad un libro secondo il quale anche la regina egizia Cleopatra avrebbe gustato le olive ascolane,  restandone conquistata.

Nella centralissima piazza Arringo, cuore della città, sarà allestito il “Villaggio dell’oliva”, un percorso tra i produttori di olive ascolane ripiene DOP lungo il quale troveranno posto anche altri  12  piatti della tradizione locale, oltre ad un’area eventi  per  il “Festival dei saperi & dei sapori”, un  autentico festival nel festival con un  ricco programma  che prevede incontri culturali e dibattiti, laboratori  con assaggi, ma anche iniziative speciali, come le “Olimpiadi dell’oliva”,  che prevedono il coinvolgimento dei visitatori, il Premio Ascoliva, consistente in un riconoscimento destinato a chi, attraverso la gastronomia ma non solo, si è distinto nella promozione del territorio piceno.

Seguitissima  la gara tra le massaie per la realizzazione della migliore oliva ascolana ripiena fatta in casa, che sarà giudicata da una giuria di esperti! Si ripropone anche il Palaoliva, uno spazio attrezzato con tavoli al coperto per le degustazioni che integra l’analoga area all’aperto prevista all’interno del giardino comunale, sempre molto apprezzata dai visitatori.

Numerosi altri sono gli eventi in programma, capaci di coinvolgere le migliaia di visitatori in arrivo  nel capoluogo piceno. E non mancherà  neppure la possibilità di farsi un bel “selfie” con il monumento all’oliva!

Ascoliva Festival è patrocinato da Comune di Ascoli Piceno e dalla Regione Marche ed è sede di tappa del Grand Tour delle Marche, il circuito di eventi promosso dall’organizzazione di Tipicità ed ANCI Marche.

Tutte le info sul sito www.tipicita.it.

Angelo Serri

10 VIDEO RACCONTI PER 10 ECCELLENZE DEL TERRITORIO SULLA PIATTAFORMA MY TUSCANY

 

Degustare il cibo locale significa fare un'esperienza unica: “un viaggio nel viaggio”. Immagini che ci traghettano nella Toscana più autentica tra tradizione e contemporaneità, dove a dominare sono la storia, l'arte, i paesaggi e soprattutto il gusto.

 

10 territori narrati attraverso la loro storia, cultura, monumenti e sopratutto i loro piatti o prodotti iconici: unformat di divulgazione del territorio e delle eccellenze che racconta il legame con la storia delle comunità. 

 

Un ciclo di 10 video in cui dalle celebri piazze dei capoluoghi di provincia ci si catapulta nella provincia profonda alla scoperta di borghi, aneddoti, storie, tradizioni folcloristiche legati ad eccellenze enogastronomiche celebri in tutto il mondo in collaborazione con Federico Minghi e la piattaforma My Tuscany.

 

La scelta dei piatti e dei prodotti protagonisti della campagna rispecchia le forti radici identitarie del progetto che si riallaccia al claim: "Toscana Rinascimento senza fine" emblema di una Toscana dalla tradizione millenaria, ma sempre attuale. Nello spirito del progetto di marketing territoriale il cibo diventa una guida per esplorare territori anche meno noti.

 

Ecco l'elenco degli “abbinamenti”: Arezzo -  Aglione della Valdichiana, Firenze - Alchermes, Grosseto - Tortello Maremmano, Livorno - 5 e 5, Lucca - Farro della Garfagnana IGP, Massa Carrara - Miele della Lunigiana DOP, Pisa - Ciliegia di Lari IGP, Pistoia - Brigidino di Lamporecchio, Prato - Mortadella di Prato IGP, Siena - Pici.

 

I primi 5 video che sono stati lanciati hanno riscontrato da subito un notevole interesse e si trovano sulla piattaforma My Tuscany e sul sito www.vetrina.toscana.it 

 

Vetrina Toscana è il progetto della Regione, in collaborazione con Unioncamere Toscana, gestito da Toscana Promozione Turistica coadiuvata da Fondazione Sistema Toscana, che promuove coloro che offrono esperienze turistiche legate all’enogastronomia, in grado di esprimere l'identità del territorio e di valorizzare la cultura enogastronomica. 

 

Federico Minghi - attivo nella promozione della Toscana da 20 anni come videomaker, creator di importanti testate nazionali, autore di 2 libri dedicati alla sua regione e oltre 120 video, con milioni di visualizzazioni, dove racconta la storia dei borghi toscani.

 

Daniela Mugnai

A PEDASO TUTTO IL GUSTO DELLE COZZE ADRIATICHE

 

Non solo cozze alla “pedasina”, ma anche cipolla rossa piatta di Pedaso, gastronomia marinara della tradizione locale e coinvolgenti spettacoli.

Si fa presto a dire cozze, ma a Pedaso, suggestiva località balneare della costa fermana con una forte connotazione autentica e ancora a misura d’uomo, la tradizione delle cozze è un patrimonio da custodire gelosamente e condividere orgogliosamente con ospiti e turisti.

Con queste premesse, dal 12 al 15 agosto si perpetua la tradizionale Sagra Nazionale delle cozze di Pedaso, una manifestazione che nel tempo ha saputo rinnovarsi ed adeguarsi costantemente, al punto da ricevere lo scorso anno la menzione di “sagra di qualità” da parte di UNPLI nazionale.

Come sono le cozze alla “pedasina”? Non provate a chiederlo ai “locals”: la ricetta non si svela! Riceverete la risposta che la specialità è unica e si può assaggiare solo a Pedaso: un esplicito invito ad essere protagonisti ed ospiti della quattro giorni dedicata al gusto ed alla cultura del territorio.

Tuttavia, un “segreto” si può rivelare: nell’esecuzione della ricetta non può assolutamente mancare un ingrediente esclusivo. Stiamo parlando della cipolla rossa piatta di Pedaso, altra eccellenza di questi luoghi ed oggi presidio Slow Food. La storia di questa tipicità si fonde con la vocazione marinara della cittadina, in quanto storicamente cresceva e maturava in riva al mare, nelle cosiddette “prese”, con un microclima del tutto particolare in quanto proprio qui sfocia il fiume Aso che ha dato il nome alla città di Pedaso: “ai piedi dell’Aso”. Oggi un gruppo di giovani ha rilanciato la coltivazione di questo prodotto che, altrimenti, avrebbe inevitabilmente rischiato l’estinzione.

Da lunedì 12 a giovedì 15 agosto, a partire dalle 19:00, apriranno gli stand gastronomici nell’area ex Platano Verde di via Gramsci. In degustazione la famosa ricetta alla “pedasina”, con le cozze protagoniste assolute dell’evento insieme a tante altre specialità della tradizione marinara locale.

Una festa di vera condivisione che vive e si alimenta grazie all’impegno di tantissimi volontari. Non solo locali! Una caratteristica della sagra, infatti, è la capacità di coinvolgere ogni anno anche soggetti arrivati a Pedaso da turisti, che poi si “trasformano” in disinteressati protagonisti attivi che offrono il proprio supporto per godere appieno del clima gioviale ed amichevole che si crea intorno alla sagra.

La Sagra nazionale delle cozze di Pedaso è organizzata dalla Pro Loco con il supporto del Comune. Da quest’anno la manifestazione entra nel Grand Tour delle Marche, il circuito di eventi promosso da Tipicità ed ANCI Marche. Tutte le info sulla manifestazione e sul territorio su www.tipicita.it oppure chiamando al 333 4167529.

 

 

ANGELO  SERRI

DALL’ANELLO DEI POETI DEL CINGHIO AI “SALTI DEL DIAVOLO”

 

Fino al Prosciutto di Parma DOP: alla scoperta di Felino e dei colli parmensi tra natura ed eccellenze gastronomiche

 

 

 

Dalla collaborazione tra Citterio, storica azienda di salumi, e Terre Emerse, gruppo di guide ambientali escursionistiche locali, un focus sul territorio parmense

 Gli itinerari di Felino: Il percorso del Castello, del Gallo e della Costa

  • L’Anello dei Poeti del Cinghio
  • La Via degli Scalpellini e i cosiddetti “Salti del Diavolo”

Valorizzare il territorio emiliano alla scoperta di natura incontaminata, paesaggi inaspettati, storia millenaria e buon cibo. Da Felino ai colli parmensi, in estate, durante il weekend ma non solo, sono numerose le esperienze da provare, luoghi in cui Citterio, storica azienda di salumi, produce nei suoi due stabilimenti di Poggio Sant’Ilario, frazione di Felino, e Lesignano de Bagni una delle più famose eccellenze della gastronomia italiana, il Prosciutto di Parma DOP.

 

Per scoprire e vivere in prima persona le bellezze del parmense, di Felino e non solo, Citterio ha scelto di interpellare Roberto Piancastelli, storico fondatore di Terre Emerse, un gruppo di guide ambientali escursionistiche di Parma che opera da 20 anni sul territorio emiliano, e non solo, per approfondire e vedere da vicino quelle che sono le perle di questi luoghi.

 

“La zona dei colli parmensi è per noi un territorio ricco di spazi da esplorare, ma non solo dal punto di vista escursionistico - spiega Piancastelli -. Nei nostri percorsi ovviamente parliamo di natura ma anche di Storia, di leggende popolari e senza dubbio di enogastronomia, tutte caratteristiche imprescindibili delle nostre aree che meritano di essere valorizzate tutti i mesi dell’anno”.

 

Sono numerosi i percorsi che si possono realizzare per visitare da vicino le bellezze naturali e storiche che circondano questi luoghi. A partire da Felino, borgo ricco di storia sorto prima dell’anno mille, che con il suo castello offre ai turisti la sua accezione più medievale. Qui è possibile sfruttare la conformazione dolce e ondulata del territorio per intraprendere tre percorsi:

  • Il Percorso del Castello, un anello di 6km che parte dal centro di Felino e attraversa l’area di maggiore interesse storico di tutto il Comune.
  • Il Percorso Il Gallo, un anello di 11km che prende il via dal centro di Felino e prosegue verso sud fino a Barbiano con un percorso suggestivo che si snoda tra boschi e prati.
  • Il Percorso La Costa, un anello panoramico di 8km da San Michele Tiorre a Barbiano lungo le strade di crinale sulle prime colline di Felino.

Gli itinerari che la guida escursionistica ambientale propone non si limitano al comune di Felino, ma coprono una vasta area. In primis vi è l’Anello dei Poeti del Cinghio, ovvero un percorso che si snoda tra colline, boschi e borghi incrociando la via Longobarda e deve il suo nome ai versi dedicati al torrente Cinghio da diversi poeti nati a inizio del secolo scorso tra cui Attilio Bertolucci.

 

Ad affascinare maggiormente i turisti potrebbero anche essere la Via degli Scalpellini che porta ai cosiddetti “Salti del Diavolo”. Si tratta di un itinerario che si snoda tra i paesi di Chiastre e di Cassio attraversando il Torrente Baganza grazie alla presenza di un moderno ponte tibetano. Era il percorso che gli scalpellini seguivano tra le due sponde della valle per raggiungere le zone di estrazione della pietra. Il sentiero porta proprio ai “Salti del Diavolo”, una formazione sedimentaria dell’età cretacica (80 milioni di anni), generata da una frana sottomarina di ciottoli e sabbia. Secondo un’antica leggenda medievale queste pietre sarebbero le orme del diavolo messo in fuga da un’eremita che viveva a Cassio.

 

“La funzione della guida ambientale escursionistica è quella di essere un vero e proprio traduttore simultaneo di quello che è il linguaggio della natura - spiega Piancastelli di Terre Emerse -. Alle persone che accompagniamo, cerchiamo di mostrare i piccoli particolari che normalmente non sono visibili, come la traccia di un animale, oppure un fiore o una pianta cercando sempre di contestualizzarne la presenza proprio in quel luogo, fino a descrivere l’importanza del territorio parmense ed emiliano nel passato e nel presente”.

 

Natura, storia, leggende, ma anche ottimo cibo da abbinare lungo i vari percorsi perché Parma e i colli parmensi sono da sempre sinonimo di cultura enogastronomica di qualità data non solo dalla presenza di una enorme varietà di prodotti tipici, ma anche grazie alle numerose persone che dedicano tempo e lavoro per la valorizzazione di tutto ciò che nasce da questo territorio.

 

Citterio si inserisce in modo strategico in questa dinamica, infatti proprio in questi territori realizza il suo Prosciutto di Parma DOP, solamente con l’utilizzo di coscia suina 100% italiana e sale marino, senza nessun conservante. In questi luoghi, la vicinanza dei torrenti e il territorio collinare regalano sempre un flusso d’aria particolare, di aria salmastra che affina il prodotto donandogli un gusto e profumo unico nel suo genere. Citterio produce il Prosciutto di Parma, come da tradizione, una storia che si tramanda da generazione in generazione, scegliendo solo le migliori cosce e lavorandole con cura e passione. Gli stabilimenti sono moderni e all’avanguardia, anche avanzati tecnologicamente e qui si produce il Parma con osso, disossato e anche affettato in vaschetta in diverse linee e grammature.

 

“Inizialmente il prosciutto deve assorbire il sale e distribuirlo al suo interno - afferma il responsabile dello stabilimento Citterio di Poggio Sant’Ilario, Felino -. Poi si passa alla dissalatura e alla fase di asciugatura, mentre dopo 14 giorni avviene la toilettatura del prosciutto che permette il mantenimento di una buona asciugatura senza infiltrazioni. Successivamente al 90esimo giorno il prodotto viene trasferito in un ambiente più caldo con una temperatura dai 14 ai 16 gradi con finestre aperte regolarmente che favoriscono l’ingresso del microclima che permette di conferire un particolare gusto al prodotto. Dopodichè viene fatta la cosiddetta sugnatura, con un grasso particolare del suino che protegge la parte magra del prosciutto, un’operazione fatta ancora con la mano dell’uomo come 50-60 anni fa. Infine i prosciutti entrano nella fase “estate” con temperature più alte, per terminare la stagionatura, una fase in cui il prodotto raggiunge dai 12 ai 30/36 mesi. L’uomo è ancora parte integrante della creazione - prosegue - perché oltre a passare nelle stagionature, nelle stanze e nelle celle tutti i giorni, deve controllare da vicino l’asciugatura del prosciutto”.

 

“All’interno delle nostre escursioni la parte enogastronomica è essenziale perché Parma e tutta la provincia non si può conoscere fino in fondo senza assaggiare i prodotti tipici locali e il Prosciutto di Parma DOP è senza dubbio uno di questi - afferma Piancastelli -. Chi normalmente sceglie di utilizzare una guida è perché vuole avere una conoscenza del territorio che va oltre la semplice camminata. Vi è infatti una vera e propria narrazione che riguarda tanti aspetti dell’intero territorio e quindi anche il tema enogastronomico. E’ questo il modo per incuriosire le persone, per rendere la loro passeggiata un cammino esperienziale e far sì che si possano affezionare ai nostri luoghi.”

 

 

Isaac Cozzi

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