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Itinerari enogastronomici

MASI DEL GALLO ROSSO

 

Gli orti dei masi Gallo Rosso

Il nuovo lusso della qualità della vita

 
 
 
 
Copyright Gallo Rosso/Frieder Blickle
 
 
Bolzano, 29 marzo 2022 – In ogni fattoria che si rispetti non può mancare l’orto, quella parte di terreno dedicata alle coltivazioni di verdure e frutta per uso domesticoOgni maso Gallo Rosso ha un proprio orto, dove i contadini in primavera seminano con amore pomodori, insalata, carote, zucchine, spinaci, porri, patate e tanto altro, provvedendo così alla loro alimentazione attraverso prodotti sanifreschi e genuini.

Avere un orto in cui coltivare le proprie verdure, controllandone tutte le fasi, dalla semina alla raccolta, è considerato un lusso oggigiorno, perché sapere da dove proviene e come viene prodotto ciò che si mette nel piatto è un grande privilegio, insieme a quello di mangiare solo frutta e verdura di stagione, rispettando i ritmi naturali dei vegetali.
 
 
 
Copyright Gallo Rosso/Frieder Blickle
 
 
L’orto è un lusso, ma richiede durante l’anno anche molto impegno nella sua gestione: la terra in primavera deve essere preparata alla semina, poi bisogna piantare le piccole piantine o seminarle con cura, facendo attenzione alle intemperie come la grandine, o la pioggia troppo abbondante, e al sole troppo diretto per tante ore. I parassiti, inoltre, sono una minaccia costante, così come gli uccelli nel periodo della semina.

L’impegno nella cura dell’orto viene però ripagato quando iniziano a spuntare le prime piantine o i primi frutti: quello è un momento di grande gioia e soddisfazione, soprattutto per le contadine dei masi che in genere sono le addette all’orto. Anita del maso Oberhauserhof di Velturno è una di queste.
 
 
 
Copyright Gallo Rosso/Frieder Blickle - La contadina Anita del maso Oberhauserhof
 
 
Le fioriture delle piante che precedono i frutti, oltre ad essere meravigliose e decorative per i colori e per le forme, sono anche molto importanti per le api e il processo di impollinazione. Dal numero di fiori, inoltre, si capisce quanti frutti nasceranno e quelli in eccesso saranno trasformati dalle contadine in marmellatesciroppi di fruttasalse e conserve da consumare nei mesi invernali.
 
 
 
Copyright Gallo Rosso/Frieder Blickle 
 
 
Le verdure e la frutta che provengono dall’orto contadino dei masi, proprio perché cresciute con tanta cura e attenzione, in una terra pura come quella dell’Alto Adige, hanno un sapore incomparabile rispetto agli stessi prodotti acquistati al supermercato. Spesso, gli ospiti dei masi Gallo Rosso si rendono conto per la prima volta durante un soggiorno di quale sia il vero sapore di una verdura o di un frutto, e anche la consistenza, la forma e la grandezza. 
 
 
 
Copyright Gallo Rosso/Frieder Blickle 
 
 
Chi soggiorna in un maso Gallo Rosso, infatti, ha la possibilità, previo accordo con i contadini, di raccogliere i prodotti dell’orto e di cucinarli poi nel proprio appartamento, come succede ad esempio al maso Moar in Rumsein di San Genesio, dove la contadina accompagna i suoi ospiti con piacere nell’orto del maso.
 
 
 
Copyright Gallo Rosso/Frieder Blickle - La contadina del maso Moar in Rumsein con alcuni ospiti
 
 
La stessa cosa vale per le erbe aromatiche, anch’esse immancabili in un maso e in cucina.
bambini possono essere coinvolti nella cura dell’orto e alcuni contadini offrono anche corsi di cucina in cui si utilizzano le verdure fresche dell’orto.
 
 
 
Copyright Gallo Rosso/Frieder Blickle 
 
 
Il maso Kronlechnerhof di Nova Levante, ad esempio, organizza visite guidate all’orto, dove si coltivano ortaggi rari che prosperano particolarmente bene in questa zona baciata dal sole. Durante la visita guidata è possibile anche assaggiare le verdurematurate al sole per catturarne il sapore autentico e apprezzarne i diversi colori, come quelli dei pomodori che al Kronlechnerhof crescono bianchi, gialli, verdi, arancioni, rossi e neri.
 
 
Per ulteriori informazioni su Gallo Rosso: gallorosso.it
 
 
Gallo Rosso è il nome del marchio che dal 1998 promuove e favorisce l’attività di ormai 1.600 agriturismi in Alto Adige e che appartiene all’Unione Agricoltori e Coltivatori Diretti Sudtirolesi (Südtiroler Bauernbund). Sin dalle origini lo scopo principale di Gallo Rosso è sostenere i contadini dei masi nello sviluppo di attività da affiancare all’agricoltura. La filosofia dell’Associazione Gallo Rosso è “Avvicinare le persone allo stile di vita degli agricoltori altoatesini”. L’obiettivo di questo progetto è da un lato aprire agli agricoltori altoatesini nuove fonti di reddito e dall’altro dare ai consumatori la possibilità di conoscere il mondo contadino dell’Alto Adige. La classificazione dei masi che offrono alloggio (Agriturismo in Alto Adige) è organizzata in fiori, da 2 a 5; più alto è il numero dei fiori, più numerosi sono i criteri soddisfatti dalla struttura. Inoltre, attraverso standard qualitativi elevati e criteri severissimi, l’Associazione sostiene il lavoro di oltre 120 masi che si dedicano alla produzione di prodotti gastronomici genuini (Sapori del maso), alla ristorazione contadina, o all’artigianato autentico (Artigianato contadino).
 
 
Per ulteriori informazioni

Gallo Rosso
Tel.: (0039) 0471 999 371
Katrin Gufler
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Press Way - Ufficio stampa
Nadia Scioni Mob. 348 0901496
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A TUTTO NOSIOLA, LUNGO LA STRADA DEL VINO E DEI SAPORI DEL TRENTINO

 

 

Oltre venti iniziative, tra esperienze di gusto, serate speciali, visite in cantina e proposte vacanza, per celebrare Nosiola e Vino Santo. Da vivere su tutto il territorio di riferimento dell’associazione, dalla Valsugana al Lago di Garda, dalla Piana Rotaliana alla Vallagarina, dall’Altopiano di Pinè alla Valle dei Laghi, passando naturalmente per Trento.

Il calendario di manifestazioni dedicate al mondo dei vini trentini si apre ufficialmente con DiVinNosiola, quando il vino si fa Santo – evento che celebra, appunto, Nosiola e Vino Santo, giunto alla undicesima edizione e in programma da giovedì 31 marzo e domenica 10 aprile – e la Strada del Vino e dei Sapori del Trentino omaggia questo importante appuntamento con A tutto Nosiola, kermesse di iniziative dedicate a sua volta a queste due speciali eccellenze, in programma nelle stesse date dentro e fuori la Valle dei Laghi.

Oltre una ventina le opportunità dalla Valsugana al Lago di Garda, dalla Piana Rotaliana alla Vallagarina, dall’Altopiano di Pinè alla Valle dei Laghi, passando naturalmente per Trento, tra degustazioni con i produttori, speciali aperitivi, visite in cantina, menù a tema e molte altre iniziative.

Si parte, come consueto, con Proposta Roccabruna Speciale Nosiola (link), immancabile appuntamento che da giovedì 31 marzo a sabato 2 aprile e da giovedì 7 a sabato 9 aprile offre la possibilità di effettuare assaggi di diverse etichette di Nosiola, Vino Santo e relative grappe. Nello specifico, giovedì 7 e venerdì 8 aprile, ONAV – sezione di Trento dà appuntamento per La Nosiola: un grappolo e tanti vini (link), ovvero una serata di didattica e degustazione dedicata alle due eccellenze, in abbinata ad alcuni selezionati prodotti gastronomici trentini.

 

Molto interessanti le opportunità offerte dalle Esperienze di gusto. Sabato 1 e domenica 2 aprile, è la volta di Taste&Walk tra storia, fontane e sapori (link): una proposta da vivere autonomamente in giornata tra le vie di Trento che prevede un aperitivo con la Nosiola, un gustoso pranzo con menù tradizionale e una merenda a base di colomba artigianale di Panificio Moderno, abbinata al Vino Santo di Azienda Agricola Francesco Poli o Azienda Agricola Gino Pedrotti.

Nello stesso weekend, e in replica il successivo dell’8 e del 9 aprile, Botti, pampini e tralici (link): un pomeriggio di scoperta, dal vigneto di Nosiola fino alla visita in cantina, tra botti di acciaio e barrique di legno, con degustazione enogastronomica finale, da vivere in Valle dei Laghi o in Piana Rotaliana

Per gli amanti delle due ruote, c’è invece Taste&Bike la Nosiola, il Vino Santo e la Valle dei Laghi (link), disponibile da venerdì 1 a domenica 3 aprile o da venerdì 8 a domenica 10 aprile. Un’esperienza da vivere in bicicletta, visitando alcune cantine della Valle dei Laghi che producono Nosiola e Vino Santo, come Azienda Agricola Distilleria Casimiro e Azienda Agricola Francesco Poli. Nell’offerta, da vivere in autonomia, anche il pranzo presso Hosteria Toblino.

 

E ancora, con Gusta Santa Massenza (link), in programma sabato 2 o sabato 9 aprile, gli ospiti potranno partecipare alla visita guidata dell’Azienda Agricola Giovanni Poli S. Massenza con una degustazione in cantina di più prodotti, tra cui ovviamente Nosiola, Vino Santo e relative grappe.

 

Nelle stesse giornate, con Vinacce e Alambicchi (link), si andrà invece specificatamente alla scoperta del mondo della grappa: dall’illustrazione relativa alla lavorazione delle vinacce alla degustazione in compagnia del produttore, per apprezzarne aromi e profumi. Due le zone protagoniste di questa esperienza: Vallelaghi o San Michele all’Adige.

Con Weekend in cantina speciale Nosiola (link), dal 2 al 3 aprile e dal 9 al 10 aprile, diverse aziende apriranno le loro porte per una visita in cantina con degustazione di Nosiola, Vino santo e grappa. Dove? Presso Azienda Agricola Distilleria Casimiro di Vallelaghi, Azienda Agricola Donati Marco di Mezzocorona, Cantina La Vis di Lavis, Cantina Toblino di Madruzzo, Fondazione E. Mach Istituto Agrario di San Michele all’Adige, Madonna delle Vittorie di Arco e Maso Poli di Lavis 

Agricoltura tra passato e presente (link), in programma domenica 3 e domenica 10 aprile, propone invece un tuffo della storia, partendo dal Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina di San Michele all’Adige per terminare in cantina e assaggiare la Nosiola vinificata con tecniche odierne.

 

Infine, con Cucina e Abbina (link), martedì 5 aprile, la Locanda 2 Camini di Baselga di Pinè aspetta tutti gli appassionati per mettere le “mani in pasta” e scoprire golosi piatti perfetti per Pasqua, da abbinare ad una selezione di vini di Maso Poli tra cui, ovviamente, la Nosiola.

In tema di iniziative si contano invece Bouquet di Nosiola (link), accessibile dal 31 marzo al 10 aprile, che prevede una visita e passeggiata tra i vigneti di Madonna delle Vittorie di Arco, con degustazione di Nosiola dell’azienda e di Vino Santo di Cantina Toblino.

Solo per sabato 1 aprile c’è invece A cena con l’amata Nosiola (link), una serata gastronomica a Lavis, in compagnia dei produttori, dove si potranno degustare diverse etichette di Nosiola, tra cui quelle delle aziende agricole: Villa Persani, Eredi di Cobelli Aldo, Giovanni Poli di Santa Massenza e Maxentia. 

 

Stessa data, ma a Trento, ore 19.30, presso lo Scrigno del Duomo, per Abbinamenti preziosi (link), in cui il brand ambassador di Cavit presenterà al pubblico la Nosiola Conzal in abbinamento a speciali proposte gastronomiche.

A Madruzzo, giovedì 7 aprile, è invece la volta di Giocando con la Nosiola (link), serata evento in cui i piatti di Hosteria Toblino incontrano la Nosiola e il Vino Santo di Cantina Toblino, ma anche di Azienda Agricola Giovanni Poli S. Massenza e Azienda Agricola Gino Pedrotti. 

Sul fronte delle proposte enogastronomiche, invece, per tutta la durata dell’iniziativa (31 marzo – 10 aprile) a Trento Dolcemente Marzari presenta Dolcemente Nosiola (link), ovvero una pausa dolce-salata con tre proposte food curate da Pasticceria Marzari in abbinata a Nosiola e grappa di Azienda Agricola Pojer e Sandri; l’Antica Trattoria Due Mori Nosiola in Trattoria (link), in cui i piatti vengono proposti in abbinamento alla Nosiola di Azienda Agricola Donati Marco, e lo Scrigno del Duomo La Nosiola in uno scrigno (link), degustazione guidata di Nosiola Cozal di Cavit in abbinata ad un riso mantecato con caviale di trota.

Fuori dal capoluogo, Madonna delle Vittorie di Arco presenta Sfumature di Nosiola (link), un menù curato dall’omonimo agritur, in abbinamento alla Nosiola aziendale e al Vino Santo di Cantina Toblino, con visita guidata in cantina finale; mentre la Locanda delle Tre Chiavi di Isera si dedica alle 3 chiavi di lettura del Nosiola (link), speciale aperitivo in cui i finger food del ristorante incontrano tre Nosiola, ovvero quelle di Azienda Agricola Pojer e Sandri, quelle di Azienda Agricola Salvetta e quelle di Azienda Agricola Francesco Poli, e a Nosiola in dolcezza (link), in cui lo zuccotto con pere, noci e Vino Santo viene proposto in abbinamento al Vino Santo di Azienda Agricola Salvetta per una speciale chiusura di menù.

Non solo. Sempre nello stesso periodo, con Nosiola in Osteria (link) , le proposte di Osteria Cà dei Giosi di Vallelaghi incontrano Nosiola e Vino Santo di Azienda Agricola Giovanni Poli di S. Massenza e Cantina Toblino, oltre alla grappa di Azienda Agricola Distilleria Casimiro.

Come consueto, infine, A tutto Nosiola prevede anche delle proposte vacanze a tema. La prima è Viaggi di gusto speciale Nosiola e Vino Santo (link), valida per tutta la durata della kermesse: una proposta vacanza “cucita su misura” dell’ospite, secondo le sue specifiche esigenze e in territori a scelta, per raccontare il Trentino, le sue bellezze e le sue eccellenze enogastronomiche con uno specifico focus su Nosiola e Vino Santo. La seconda è Weekend tra Nosiola e sapori locali (link), sempre dal 31 marzo al 10 aprile: una proposta vacanza di due notti alla scoperta del calendario di iniziative e della Nosiola di Fondazione E. Mach Istituto Agrario di San Michele all’Adige presso il B&B Alla Loggia dell’Imperatore di Levico Terme.

 

Profilo DiVinNosiola, quando il vino si fa santo

La manifestazione “DiVinNosiola, quando il vino si fa santo”, nata per raccontare e valorizzare Nosiola e Vino Santo e giunta alla 11° edizione, è organizzata grazie alla collaborazione tra APT Garda Dolomiti, Consorzio Vignaioli del Trentino, Consorzio Vini del Trentino, Palazzo Roccabruna di Trento, Strada del Vino e dei Sapori, Ecomuseo della Valle dei Laghi, Casa Caveau e Consorzio Valle dei Laghi. 

Profilo Nosiola

Si tratta del più antico vitigno autoctono a bacca bianca del Trentino e dà origine ad un vino di colore giallo paglierino con riflessi verdolini, dal profumo delicato con leggere sfumature di fiori bianchi e frutta acerba e dal gusto secco e piacevolmente fresco, fruttato ed armonico, con retrogusto leggermente ammandorlato. È coltivato principalmente in Valle dei Laghi e fino alle colline Avisiane, grazie all’influenza dell’Ora del Garda, vento tipico del lago di Garda. In particolare, in Valle dei Laghi, le sue uve, vendemmiate al culmine della loro maturazione e fatte appassire nei granai su graticci denominate arèle fino alla Settimana Santa, quando avviene la torchiatura, dopo almeno quattro anni di riposo in piccole botti di legno - periodo minimo fissato dal disciplinare che spesso si rivela essere molto più lungo (anche 7/10 anni) - danno vita all'esclusivo Vino Santo Trentino Doc, il passito dei passiti.

 

Stefania Casagranda

LA FESTA DELLA VENDEMMIA DI ICA, PERÙ: ORIGINI E TRADIZIONI

 

Durante le prime settimane di marzo la cittadina di Ica ospita la popolare Festa della Vendemmia,

un momento per celebrare i migliori vini del Perù e il miglior Pisco del mondo

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Scarica le immagini qui (credits PROMPERU)

 

Marzo 2022 – Durante le prime settimane di marzo, nella mite cittadina di Ica, sarà facile imbattersi in concerti di musica afro-peruviana, ammirare gli elegantissimi cavalli peruviani sfilare oppure assistere a una delle giornate dedicate alla pigiatura dell’uva. Si tratta della popolare festa della Vendemmia di Ica: un evento che celebra i migliori vini del Perù e il miglior Pisco del mondo, prodotti proprio in questa regione. La manifestazione, che quest’anno non si svolgerà, attira ogni anno migliaia di visitatori che raggiungono questa cittadina situata a sole 4 ore dalla capitale peruviana Lima per godere della magia di una tradizione che ha origini antichissime.

Al ritmo del cajón: la vendemmia del pisco

Etimologicamente parlando, vendemmia significa "raccogliere il frutto della vite". Tuttavia, in Perù, la parola vendemmia significa molto di più: è anche festa, tradizione e soprattutto gioia, che ogni anno accompagna questo rito nelle diverse valli costiere della regione di Ica. La vendemmia del pisco è un passo fondamentale nella produzione di questa brandy e si celebra al ritmo di chitarra, cajón e zapateo. Durante la festa della Vendemmia, l'atmosfera profuma di grappoli d'uva e mistura. Dietro questa tradizione, c'è una cultura ancestrale sviluppatasi nelle haciendas per più di quattro secoli.

Una tradizione ancestrale

Tutto iniziò con l'arrivo degli schiavi africani sulla costa peruviana tra il XVI e il XVII secolo. Molti di loro lavoravano coltivando canna da zucchero, cotone e uva e regioni come Ica, Moquegua e Tacna ne ospitavano le migliori piantagioni. In tutte queste valli si tramandava l'usanza pre-Inca di celebrare i doni del raccolto, come facevano le antiche civiltà. È così che la nuova forza lavoro si combinò con l'ingegnosità peruviana e nacque il rito della vendemmia, come lo conosciamo oggi.

A Ica, per esempio, la vendemmia viene celebrata ogni marzo con grande clamore, dalla raccolta effettiva dell'uva alla realizzazione del pisco. Nelle haciendas, agricoltori, uomini d'affari, musicisti e degustatori si riuniscono per assistere all'arrivo del frutto maturo: le vigne si svuotano e la gente balla al ritmo della festa.

Un'altra parte importante della vendemmia è la pigiatura dell'uva, che attrae visitatori da tutto il mondo. Numerosi gruppi di vendemmiatori si riuniscono intorno ai frantoi per ballare a piedi nudi sull'uva, mentre viene scelta la regina della vendemmia, che dovrà poggiare i suoi piedi sull'uva per darle un tocco di maestà. Durante queste occasioni, tutta la città è una festa, con sfilate, cavalli da parata, concerti e degustazioni.

Un rito formalizzato

La prima Festa Nazionale della Vendemmia si tenne alla fine degli anni '50 su iniziativa del giornale "La Voz de ICA" e della Camera Junior dell'ICA. A metà degli anni sessanta, il Club de Leones ha reso internazionale questa celebrazione, che oggi è conosciuta come la Festa Internazionale della Vendemmia di Ica.

Da più di due decenni, il festival attira decine di migliaia di turisti, che vengono per visitare la famosa Ruta de los Lagares insieme alle cantine e le fiere gastronomiche. Approfittano del loro soggiorno per visitare anche le altre attrazioni della zona, come l’incantevole oasi di Huacachina e le misteriose linee di Nasca.

Pisco di prima classe

Il risultato della vendemmia è il pisco: un distillato incolore e dal sapore intenso, che si è guadagnato un posto privilegiato tra i liquori di tutto il mondo. Il processo di produzione può essere riassunto come segue: l'uva viene pigiata e il mosto viene fatto fermentare sotto forma di vino - il lievito converte lo zucchero in alcol - e poi viene portato agli alambicchi dove si ottiene l'acquavite. 

Ci sono molte variabili che incidono sulla qualità del Pisco, come il clima, il tempo di riposo e l’uva. Le condizioni climatiche necessarie si trovano solo nel sud del Perù e proprio per questo è stato creato un percorso turistico chiamato la Ruta del Pisco, che include visite a vigneti, cantine, degustazioni e molto altro. Nell'agosto 2017 è stato dichiarato patrimonio culturale della nazione dal Governo Peruviano che oggi lo promuove in tutto il mondo attraverso il marchio Spirit of Peru.

 

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PROMPERÚ - La Commissione Peruviana per la Promozione delle Esportazioni e del Turismo l'organismo ufficiale specializzato in promozione del turismo, delle esportazioni e degli investimenti delle imprese, collegato al Ministero del Commercio Estero e del Turismo del Perù. 

Per ulteriori informazioni: http://www.peru.travel

FB: www.facebook.com/visitperu - IG: https://instagram.com/peru/ - Twitter: https://twitter.com/visitperu - Youtube: www.youtube.com/VisitPeru

PER “GIROGUSTANDO” UN GRAN FINALE ALL’INSEGNA DEI SAPORI TOSCANI

A Castelnuovo Berardenga il ristorante “La Taverna della Berardenga” ospita “Il tufo allegro” di Pitigliano 

È un binomio all’insegna dei sapori e dei profumi che rendono unica la cucina toscana quello con cui giovedì 10 marzo nel cuore delle terre di Siena, si conclude il calendario invernale di “Girogustando” i “gemellaggi gastronomici” che vedono protagonisti cuochi con percorsi professionali differenti, impegnati a mettere in dialogo la loro creatività, per costruire imperdibili menù a quattro mani.

A Castelnuovo Berardenga il ristorante “La Taverna della Berardenga” la cui cucina è capitanata dalla chef Francesca Nannetti ospita “Il tufo allegro” di Pitigliano collaborando - per la prima volta - con Domenico Pichini il cuoco che guida la cucina del locale maremmano.

 

“Sono ormai tanti anni che partecipiamo a Girogustando – commenta Cesare Montomoli titolare di “La Taverna della Berardenga” -. Crediamo in questa manifestazione che innanzitutto ci offre una bella opportunità di crescita: conoscendo nuovi colleghi e interagendo con loro siamo infatti ogni volta stimolati a mettersi in discussione e di conseguenza a migliorarsi. Inoltre gli appuntamenti di Girogustando sono momenti conviviali che ogni volta vestono di novità il nostro modo di lavorare, spezzando la routine che caratterizza il nostro lavoro. E in un momento così complicato, dopo una pandemia e con una guerra in atto, una serata all’insegna della buona cucina e della voglia di stare insieme serve anche per riportare l’attenzione sulla bellezza della vita”.

 

La serata in programma sarà caratterizzata da vero e proprio doppio menù per una degustazione che scava nella più solida tradizione enogastronomica toscana e propone piatti che esaltano le eccellenze del territorio. 

Il “Tufo Allegro” offrirà agli ospiti una tartare di maremmana con tartufo, spuma di parmigiano e gelatina di aceto balsamico, acquacotta pitiglianese, purea di cavolfiore con mandorle tostate, mousse di ricotta con cioccolato.

La “Taverna della Berardenga” proporrà invece collo ripieno con maionese e salsa verde fatte in casa, pici fatti in casa all’aglione della Valdichiana e briciole croccanti, peposo al Chianti e millefoglie di cenci con crema agli agrumi

Il lungo menù sarà accompagnato da vini generosi della Toscana.

 

Girogustando”, è ideato da Confesercenti Siena nella volontà di stimolare l’incrocio di culture e competenze, come modello per la ulteriore crescita di un settore che è strategico per l’identità territoriale. 

Partners della manifestazione, sono consorzi vinicoli e organismi di tutela e valorizzazione delle produzioni tipiche che impreziosiscono l’offerta agroalimentare della Toscana. In particolare, il Consorzio Chianti Classico, i sommelier Fisar e i maitre Amira. Il tutto nello spirito del modello “Vetrina Toscana”, ovvero il progetto condiviso tra Regione e Unioncamere Toscana che da tempo valorizza la filiera enogastronomica regionale e i suoi soggetti attivi. 

 

 

Sonia Corsi

PRESS WAY

 
 
 
Nella pasticceria dell’Hanswirt, una delle locande più antiche dell’Alto Adige

Scoprire i segreti dei biscotti e dei dolci invernali nella cucina storica dell’Hanswirt
 
 
L’Hanswirt, antica dimora le cui origini risalgono al 1357, è un ristorante molto conosciuto, dove un tempo i viandanti si fermavano per festeggiare i buoni affari, ed è anche un rinomato resort ****S moderno e lussuoso ma dal fascino antico.

Il ristorante fa parte delle locande originali dell’Alto Adige ed è una delle più antiche e famose anche per la posizione: si trova, infatti, all’inizio della Val Venosta ma al tempo stesso a pochi chilometri dalla città termale di Merano.
I clienti qui vivono tutto il piacere di una cucina varia, ricca e premiata, come testimoniano i numerosi riconoscimenti conferiti da importanti guide con il Gambero Rosso e la guida Michelin.
In questo periodo invernale siamo voluti “entrare nel forno” dell’Hanswirt, per scoprire quali delizie e segreti si nascondano in questa storica cucina.

Spitzbuben, amaretti al cocco, mezzelune alla vaniglia, stelle alla cannella: preparare i biscotti è un’arte. L'esperienza condivisa di impastare, ritagliare piccole figure di pan di zenzero per poi decorarle con noci, spruzzi di cioccolato o glassa.
 
 
 
Prima un po' di storia. La teoria più antica sulla preparazione dei biscotti risale ai Celti, quando celebravano il solstizio d'inverno, cioè la notte più lunga dell'anno, il 21 dicembre. I Celti avevano paura che le case fossero invase dagli spiriti e dovevano fare offerte agli dei. Per questo facevano pani di grano e miele con forme di animali e li offrivano in sacrificio.

Più tardi, nel Medioevo, la gente era molto povera e per questo si sforzava di trovare sistemi di conservazione del cibo, soprattutto con quanto raccolto e messo da parte durante l'estate. Le verdure venivano bollite, la frutta essiccata, le patate conservate, la carne curata. Anche i biscotti e le gallette avevano una durata di conservazione molto lunga e contenevano molti grassi, così da essere un cibo adatto e vario per i mesi invernali. Nei monasteri, invece, i monaci avevano già zucchero e spezie, specialmente orientali come la cannella, la noce moscata, i chiodi di garofano, la vaniglia. Nel periodo natalizio, venivano preparati biscotti molto speciali che erano distribuiti ai poveri.

Nel 18° secolo in Gran Bretagna, dove la tradizione del tè ha avuto origine, per accompagnare la bevanda del pomeriggio serviva qualcosa che potesse essere preparato relativamente in fretta, e naturalmente doveva avere un buon sapore. È così nacquero i tipici dolci inglesi, come gli sconesripieni di marmellata o crema o i tipici shortbread. I marinai adottarono questi usi e costumi nel resto d'Europa, e così la gente cominciò a cucinare biscotti un po' ovunque.

Questa lunga tradizione che ha attraversato i secoli è da sempre rimasta viva nella pasticceria del ristorante Hanswirt che oggi ci regala una ricetta e qualche segreto:
 
HANSWIRTS SCHOKOBUSSERL
 
Per l'impasto avete bisogno di:
100 g di burro morbido
60 g di zucchero a velo
15 g di cacao biologico
1 uovo intero
80 g di farina di grano
40 g di mandorle macinate

Per la decorazione:
Marmellata di mirtilli, marmellata di albicocche o qualsiasi altra marmellata a vostra scelta.
150 g di cioccolato fondente

Preparazione:
Per prima cosa, usando un mixer a mano o un altro robot da cucina a vostra scelta, sbattete il burro morbido con lo zucchero a velo fino a renderlo spumoso e aggiungete il cacao biologico. Poi aggiungete l'uovo intero e sbattete il composto fino a renderlo omogeneo. Infine, aggiungete la farina di frumento e le mandorle finemente macinate e mescolate brevemente fino a che non sia tutto morbido. Riempite un sacchetto con il composto e formate dei piccoli cerchi su una teglia. Cucinate i biscotti a 175°C per circa 10-15 minuti. Lasciate raffreddare i biscotti prima di riempirli con la marmellata. Sciogliete il cioccolato a bagnomaria e immergetevi solo metà dei biscotti.
 

Per i dettagli delle promozioni consultare il sito:
https://www.hanswirt.com/it/hotel/benvenuti/offerte-speciali/​
 
Tutte le foto presenti in questo documento sono autorizzate ed è possibile procedere al download cliccando sopra l'immagine. 
 
 
 
Per ulteriori informazioni

Hotel Hanswith****s
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. +39 0473 967148
Piazza Gerold 3, I-39020 Parcines/Rablà (vicino a Merano)
www.hanswirt.com
 
Press Way – Ufficio Stampa
Tiziano Pandolfi - Mob. 338-6820776
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www.pressway.it
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