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Itinerari enogastronomici

AUTUNNO NELLE MARCHE: UN ITINERARIO PER SCOPRIRE LE TERRE DEL TARTUFO

 

 

Con l’autunno si apre finalmente la stagione del tartufo, il prelibato cibo degli dei, e la Regione Marche occupa, in questo senso, una posizione senza dubbio di primo piano. Ad Amandola, in provincia di Fermo, e soprattutto nella provincia di Pesaro Urbino, tra Acqualagna e Sant’Angelo in VadoPergola e Apecchio, i “diamanti della tavola” esistono da sempre, e ottobre e novembre sono davvero i mesi giusti per assaporarli, anche grazie alle diverse Fiere del tartufo, organizzate proprio in questo periodo, che rappresentano i ritrovi dedicati tra i più famosi al mondo. Si tratta di una zona ricchissima di storia, cultura e di magnifica natura, che si intreccia con le origini di questo amatissimo alimento tanto apprezzato in tutto il mondo. Non è dunque tempo di rimpiangere lidi e spiagge, ma di prepararsi a scoprire una delle zone più belle e “gustose” della Regione Marche.

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Tartufi di Acqualagna - Ph. Roberto Mezzano

Acqualagna è sede di raccolta dei 2/3 dell’intera produzione nazionale del prezioso fungo, ed è addirittura una legge nazionale a stabilire che i migliori tartufi bianchi d’Italia si trovino qui e ad Alba. Non è dunque un caso se, ogni anno, si svolge la Fiera Nazionale del Tartufo Bianco di Acqualagna, il più importante appuntamento del centro Italia dedicato al tartufo bianco pregiato, per il 2020 in programma il 25 e 31 ottobre e l’1,7,8,14 e 15 novembre. Conosciuto fin dai tempi dei Greci e dei Romani, che gli attribuivano un’origine sacra e divina, la storia del tartufo è davvero interessante, ed il Museo del Tartufo, che si trova proprio nella cittadina, vale una visita per scoprirla. Così amato e celebrato in ogni dove, il tartufo di Acqualagna è anche protagonista di molti aneddoti divertenti che coinvolgono personaggi importanti della nostra storia. Per Gioacchino Rossini, per esempio, fu la causa scatenante di una vera e propria guerra, la cosiddetta Guerra dei Maccheroni con Alexandre Dumas padre che, invitato a cena dal compositore per gustare la vera ricetta di maccheroni alla napoletana, si ritrovò davanti un piatto a base di tartufo, i Maccheroni alla Rossini, per l’appunto. Ingannato, si rifiutò di assaggiarlo, scatenando il disappunto di Rossini. Passeggiando tra le vie di Acqualagna, non si potrà rinunciare dunque a una tappa gastronomica per gustare questa favolosa pietanza. Per tutti gli appassionati di cucina, poi, ecco la ricetta originale del compositore, scritta addì 26 dicembre 1866:

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Maccheroni alla Rossini - Ph. Antonietta Vitali

Per essere sicuri di poter fare dei buoni maccheroni, occorre innanzi tutto avere dei tegami adeguati. I piatti di cui io mi servo vengono da Napoli e si vendono sotto il nome di terre del Vesuvio. La preparazione dei maccheroni si divide in quattro parti.

La cottura della pasta. La cottura è una delle operazioni più importanti e occorre riservarle la più grande cura. Si comincia col versare la pasta in un brodo in piena ebollizione precedentemente preparato; il brodo deve essere stato passato a filtrato; si fa allora cuocere la pasta su un fuoco basso dopo avervi aggiunto alcuni centilitri di panna e un pizzico di arancia amara. Quando i maccheroni hanno preso un colore trasparente per il grado di cottura, vengono tolti immediatamente dal fuoco e scolati sino a quando non contengano più acqua; li si tiene da parte prima di essere sistemati a strati.

La preparazione della salsa. Sempre in un tegame di terracotta, ecco come va eseguita.

Per 200 g di maccheroni si metteranno: 50 g di burro; 50 g di parmigiano grattugiato; 5 dl di brodo; 10 g di funghi secchi; 2 tartufi tritati; 100 g di prosciutto magro tritato; 1 pizzico di quattro spezie; 1 mazzetto di odori; 1 pomodoro; 1dl di panna; 2 bicchieri di champagne. Lasciar cuocere a fuoco basso per un’ora circa; passare al colino cinese e serbare a bagnomaria.

La preparazione a strati. È a questo punto che si rende necessario il tegame in terra del Vesuvio. Dopo aver leggermente ingrassato con burro chiarificato e raffreddato il tegame, vi si versa uno strato di salsa, poi uno di maccheroni, che va ricoperto da uno strato di parmigiano e di gruviera grattugiati e di burro; poi un altro strato di maccheroni che si ricopre nello stesso modo; il tutto bagnato dalla salsa; poi all’ultimo strato si aggiunge un po’ di pangrattato e di burro e si mette il tegame da parte per la gratinatura.

La gratinatura. Il difficile è far dorare il piatto per il momento in cui dovrà essere mangiato

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Abbazia di San Vincenzo al Furlo

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Gola del Furlo, Ph. Nicola Pezzotta

Acqualagna non è solo la rinomata patria del tartufo, ma fa anche parte della Riserva Naturale Statale Gola del Furlo, un territorio di grande bellezza naturalistica, archeologica e geologica. Situata lungo l'antica via Flaminia, nel punto dove il Burano confluisce nel Candigliano, Acqualagna si trova a sud-ovest della Gola del Furlo – il meraviglioso canyon creato dall’incessante scorrere dell’acqua del fiume Candigliano, zona tutta da scoprire a piedi grazie ai numerosi percorsi e trekking che la attraversano, come la camminata che si sviluppa proprio lungo il corso d’acqua, un meraviglioso specchio limpido e verde. Oltre alle bellezze naturalistiche, tra i siti storici da non perdere c’è la Chiesa di San Vincenzo al Furlo, ciò che rimane di un'antica Abbazia dell'VIII secolo in cui abitarono San Romualdo (1011) e San Pier Damiani (1042). Sulle pareti della Chiesa sono ancor oggi visibili affreschi della scuola marchigiana; inoltre, la posizione adiacente ad uno dei più suggestivi passi appenninici fa dell'abbazia una meta davvero suggestiva anche per il magnifico paesaggio che la circonda.

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Sant'Angelo in Vado, Ph. Massimo Sanchini

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Sant'Angelo In Vado, Domus del Mito

Anche Sant'Angelo in Vado, incantevole borgo medievale situato lungo l'alta valle del fiume Metauro, “celebra” ogni anno il tartufo con la Mostra Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato delle Marche di Sant’Angelo in Vado, quest’anno alla sua 57° edizione in programma per il 10,11,17,18,24,25,31 Ottobre e l’1 Novembre. Tra una degustazione di tartufo e l’altra, si potrà camminare tra le viottole dell’antico borgo sorto sulle rovine della romana Tiphernum Mataurense, antico municipio distrutto durante la guerra gotica. Il centro storico vale senz’altro una visita: ricco di bei monumenti di varie epoche, dal trecentesco Palazzo della Ragione sovrastato dalla coeva Torre Civica ('el Campanon') alla settecentesca Cattedrale, dagli antichi palazzi Santinelli, Grifoni, Clavari e Mercuri al secentesco Palazzo Fagnani, da non perdere è la Domus del mito, il più importante ritrovamento archeologico venuto alla luce negli ultimi 50 anni. Eretta verso la fine del I° secolo d.C., è ampia circa 1.000 metri quadrati e impreziosita da un ricco complesso di mosaici; inoltre, proprio nella stanza più grande della Domus, nei mosaici è raffigurato il ritratto di una figura maschile che reca in mano il tartufo: ecco spiegato perché Sant’Angelo in Vado è detta “La Terra benedetta dagli Dei”. Per chi desiderasse poi aggiungere una tappa a tavola qui a San’Angelo in Vado, il consiglio è di assaggiare un famoso piatto della tradizione marchigiana, condito con tartufo, ovviamente: i Passatelli. Qui sotto la ricetta per tutti coloro che desiderassero sperimentarla anche a casa:

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Passatelli al tartufo, Ph. Francesca Celi

Ingredienti: 75 g di parmigiano grattugiato; 55 g di pan grattato; 2 uova; 20 g di farina; noce moscata e limone a piacere. Per la fonduta: 100 ml di panna fresca; 10 g di pecorino.

Procedimento: versare in una ciotola pan grattato e parmigiano, uova, farina e noce moscata e limone a piacere. Amalgamare l’impasto e tenere in frigo per almeno un’ora. Nel frattempo, preparare la fonduta versando in un pentolino la panna fresca e il pecorino, mescolando senza mai portare a ebollizione. Nel frattempo, preparare un brodo di carne a base di vitello, gallina e verdure. Trascorsa un’ora, prendere uno schiacciapatate e versare l’impasto dei passatelli direttamente nel brodo in ebollizione. In una padella aggiungere la fonduta e tartufo a piacere; non appena vengono a galla, scolare direttamente i passatelli nella padella dove si è aggiunto il sugo e amalgamare velocemente.

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Città di Pergola

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Bronzi Dorati di Pergola

Rimanendo nella provincia di Pesaro Urbino, anche Pergola, posta lungo l'alta valle del fiume Cesano su un ampio terrazzo alla confluenza con il Cinisco, è assai rinomata per i suoi tartufi. Nonostante quest’anno non ci sarà il festival dedicato al tartufo bianco pregiato, una tappa in questo borgo, considerato uno tra i più belli d’Italia, è quasi d’obbligo. Le occasioni per assaggiare e acquistare il tartufo non mancheranno di certo, e inoltre si potrà visitare questa meravigliosa cittadina, conosciuta come la città dalle cento chiese, tutte ricche di preziose opere d’arte che testimoniano l’importante ruolo economico, politico e religioso svolto nel corso dei secoli. A Pergola sono poi custoditi presso il Museo dei Bronzi Dorati i famosi Bronzi Dorati da Cartoceto, l’unico gruppo bronzeo-dorato esistente giunto a noi dall’Età romana. Si tratta di un gruppo scultoreo che non ha eguali al mondo, e che vale davvero la pena osservare almeno una volta nella vita.

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Panoramica di Amandola con veduta della Chiesa del Beato Antonio

L’ultima tappa di questo itinerario all’insegna del tartufo è Amandola, in provincia di Fermo. Immersa in un contesto naturale mozzafiato, tra le rive del fiume Tenna e i boschi, nel cuore del Parco dei Monti Sibillini, Amandola rappresenta uno dei più importanti centri storico-culturali dei Monti Sibillini. Dopo una passeggiata tra i vicoli antichi, tra Piazza Risorgimento, cuore del centro storico, e il santuario del Beato Antonio, da non perdere è Piazza Umberto I (anche detta Piazza Alta) che ospita un bellissimo belvedere a 360° con vista sul Parco Nazionale. Qui si potranno anche visitare il quattrocentesco Torrione del Podestà e il Teatro storico La Fenice, al cui interno sono conservati addobbi con medaglioni e putti in stile neoclassico. Non dimentichiamo infine il tartufo: il prodotto principe di questa zona è proprio il Tuber Magnatum, ovvero il Tartufo Bianco Pregiato dei Sibillini.

 

Con il tartufo non può mancare l’abbinamento con un buon vino: la provincia di Pesaro Urbino ad esempio è anche la terra del Pergola Doc, nelle sue tre tipologie di Rosso, Novello e Passito, dal sapore pieno e ben equilibrato, nonché del Colli Pesaresi nella sua variante dominante del rosso Sangiovese, dal colore rubino, più o meno intenso, e dal sapore asciutto e armonico. Ottimi accompagnamenti per gustare al meglio il favoloso cibo degli dei.,

Maria Chiara Salvanelli

SETTE ESPERIENZE GASTRONOMICHE NELLA CONTEA DI CLARE

Situata proprio nel mezzo del percorso della Wild Atlantic Way, famoso in tutto il mondo, la Contea di Clare propone numerose esperienze per buongustai, di ogni stile. Mentre pezzetti esemplari della cultura irlandese - come le meravigliose Cliffs of Moher, il Global Geopark of the Burren e le Isole Aran, Patrimonio UNESCO - saranno nel menu dei luoghi da visitare nella Contea di Clare, per il palato ci sono sette tappe da non perdere.

 

Burren Farm Experience 

Un’occasione per unirsi alle abitudini della famiglia O’Rourke nel mezzo del Burren National Park e provare in prima persona com'è veramente la vita della tipica fattoria irlandese a gestione familiare. Gli ospiti potranno vivere l’esperienza di un giro in trattore, fare un'escursione al maestoso Lough Bunny e rilassarsi nel bellissimo parco. E poi, riposarsi e rinvigorirsi con un delizioso picnic rustico in un ambiente incantevole all'aria aperta.

 

Shuck Off Oyster Experience 

Un’esperienza unica per essere “introdotti” al mondo delle ostriche e dei crostacei in modo approfondito, divertente e interattivo. Gli ospiti ascolteranno, ai piedi del Burren, le storie che parlano di mare mentre impareranno a sgusciare le ostriche. E soprattutto, con le nuove conoscenze acquisite, scuoteranno e mangeranno tutte le ostriche Flaggy Shore che desiderano, degustando un bicchiere di vino appositamente selezionato.

 

St Tola’s Goat Cheese 

Caprette amichevoli e bambini gentili accompagneranno l’ospite alla casa del formaggio di capra di St Tola. La guida spiegherà l'importanza dell'agricoltura sostenibile e i benefici nutrizionali del latte di capra, e sarà possibile visitare la sala di mungitura. Dopo aver assistito a una breve demo sui caseifici, si svolgerà una degustazione di due formaggi di capra della gamma St Tola, noto come uno dei migliori prodotti gourmet in Irlanda.

 

Wild Kitchen 

Un’esperienza naturalistica con Oonagh O’Dwyer, le cui grandi conoscenze locali portano a vivere  avventure tra stradine tranquille e spiagge deserte. Circondati da panorami sbalorditivi fatti di cieli immensi, campi verdi ondulati e acque blu, l’ospite avrà modo di interagire con la natura e imparare a raccogliere in modo sostenibile molte varietà di nutrienti alghe. Una scoperta, all’insegna della lentezza, di cibi locali e stagionali. Burren Fine Wine & Food 

Un pasto di due portate e un tour guidato a piedi del Burren dove sarà possibile tastare il calcare, respirare aria fresca ed entrare in contatto con le abitudini dei locali. Gli ospiti attraverseranno  una fattoria in attività e incontreranno alcuni animali. La guida mostrerà loro esemplari di fiori selvatici con, come sottofondo, il flusso delicato del fiume Rathbourney che si fa strada verso la baia di Galway, in mezzo ad una chioma verde di noccioli.

Hazel Mountain Chocolate 

Un’occasione per scoprire tutti i passaggi della produzione artigianale delle barrette di cioccolato. Il tour, che si svolge in una fattoria a conduzione familiare che ha 300 anni di vita, accompagna l’ospite in tutte le fasi della produzione del cioccolato: la tostatura, la spaccatura, la sgranatura, la macinazione sulla pietra e il temperaggio. Il visitatore potrà assaggiare il cioccolato nelle sue varie fasi, e terminerà con una degustazione di alcuni dei migliori cioccolatini monorigine. L'esperienza è molto simile a quella di un tour di un microbirrificio: lascerà nell’ospite una grande ammirazione per questa tipologia di lavorazione artigianale.

 

Ennis Whiskey Experience

Un tour guidato per degustare l’whisky di Ennis, la più grande città della Contea di Clare, che farà sperimentare i quattro fondamenti di stile degli whisky irlandesi: single grain, single malt, blended e single pot still. In quattro diversi pub – un tipo di whisky per ogni pub - gli esperti dell'Ennis Whiskey Club guideranno i partecipanti da un luogo all'altro e presenteranno ogni singolo whisky in modo rilassato e informale.

 

Tourism Ireland

Food & Wine Tourism Forum 2020

L’evento di aggiornamento e riflessione sulle sfide del turismo enogastronomico dedicato al pubblico nazionale. Turismo del Gusto e fase 2: quali strategie per affrontare le nuove sfide è il tema del primo appuntamento in programma il 21 aprile. I relatori sono Maria Elena Rossi, direttore Marketing e Promozione dell’Enit e Antonio Pezzano, editor Officina Turistica 

Webinar: incontri a sostegno degli operatori di Langhe Monferrato Roero 

La terza edizione del Food & Wine Tourism Forum, l’evento di aggiornamento e riflessione sulle sfide del turismo enogastronomico organizzato dall’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero, con la direzione scientifica di Roberta Milano, si presenta in versione digitale. Le cinque conference hanno l’obiettivo di affrontare tematiche legate al turismo enogastronomico tra sostenibilità, design, innovazione e comunicazione. 

Gli argomenti su cui il forum si pone delle domande e a cui cerca di trovare qualche risposta vanno dagli scenari possibili all’importanza del data-driven marketing, dagli sviluppi del food delivery al ripensamento totale del design dell’esperienza enogastronomica, dai nuovi bisogni alla creatività, e da una visione globale ai piccoli esempi di resilienza. Gli appuntamenti hanno cadenza settimanale, tutti i martedì a partire dal 21 aprile alle ore 11. Il primo appuntamento del 21 aprile vedrà la partecipazione del direttore Marketing e Promozione dell’Enit, Maria Elena Rossi, e Antonio Pezzano, editor Officina Turistica. Titolo del webinar: “Turismo del Gusto e fase 2: quali strategie per affrontare le nuove sfide.” 

Parallelamente al Forum, l’Ente Turismo LMR organizza dieci webinar dedicati agli operatori di Langhe Monferrato Roero. Ancora più del solito, un territorio turistico ha bisogno di ricevere un sostegno per affrontare al meglio una crisi come quella che stiamo vivendo. A partire dal 24 aprile, ogni venerdì alle ore 11, ci saranno appuntamenti dedicati ai principali strumenti, alle piattaforme di comunicazione digitale, instagram, facebook, video, foto, piani editoriali, e al ridisegno dei servizi nel turismo e nella ristorazione. 

Il forum di quest’anno mantiene lo stesso posizionamento, lo stesso metodo, comprendere, confrontarsi, imparare e agire, ma il format si è adeguato al momento storico che stiamo vivendo: a partire dalla formula settimanale al file rouge delle conference dedicate alle grandi 

domande del momento, legate all’emergenza del Coronavirus; quando e come ripartiremo; quanto profondo sarà il cambiamento nel modo di viaggiare; come modificare il prodotto e la comunicazione, con esperti nazionali e internazionali. 

Il tema principale dell’edizione 2020 che l’organizzazione aveva scelto per l’evento di Grinzane Cavour era la “Sostenibilità”. Oggi viene maggiormente confermato. È proprio questo il momento per ripensare al Turismo che vogliamo essere facendo scelte strategiche importanti per scegliere nuovi modelli di sviluppo. Gli effetti della social distance nel settore ricettivo a quelli della ristorazione dovranno essere affrontati per evitare di trovarsi impreparati. 

L“Innovazione” rimane al centro dell’attenzione perché rimane la via più significativa: innovazione non solo tecnologica ma anche nella visione, nel metodo e nelle attività. Infine, come sempre, l’obiettivo ultimo del Forum è il rafforzamento reciproco tra turismo e enogastronomia, due settori intimamente legati per il turista ma, troppo spesso, autonomi nei percorsi di sviluppo strategici. 

“Siamo in un periodo di grandi sfide in cui la priorità è supportare il rilancio del turismo durante la crisi del Coronavirus – dichiara Luigi Barbero, Presidente dell’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero - L’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero vuole rispondere innanzitutto garantendo informazioni alla filiera, riguardo l’andamento internazionale, le novità del mercato turistico, le necessità di innovazione dell’offerta. Il Food and Wine Tourism Forum risponderà a queste esigenze, supportando gli operatori nell’uscita dalla crisi attraverso un contatto costante con tutti gli attori e la veicolazione di informazioni di qualità” 

Roberta Milano, direttore scientifico del F&WTF afferma: “Dobbiamo immaginare un futuro che è oltre ogni immaginazione, un futuro in cui probabilmente dovremo riempire di nuovi significati le parole turismo, esperienza, convivialità, accoglienza.” 

La partecipazione alle conference nazionali e ai webinar dedicati agli operatori turistici di Langhe Monferrato Roero è gratuita, ma occorre iscriversi sul sito foodwinetourismforum.it. 

Ente Turismo Langhe Monferrato Roero 

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0173 35833 

Daniela Di Giovanni 

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335 7529578 

NON C’È ESTATE SENZA FRITTO

 

In questa stagione i cibi fritti, sulle spiagge di tutt’Italia, la fanno da padrone. Ma c’è fritto e fritto perché uno degli elementi che fa la differenza è l’olio. Olitalia lo sa bene e per questo ha creato Frienn che, con le sue proprietà uniche, rispetta ed esalta gli ingredienti. L’azienda è anche partner dell’evento Beach4Eat che vedrà Frienn e i fritti protagonisti per tutta l’estate sulla riviera romagnola.

Dallo street-food ai piatti serviti nei ristoranti stellati il fritto è quel piatto o portata che, soprattutto d’estate, è protagonista in tutte le regioni d’Italia e in modo particolare delle spiagge. Se fatto bene e mangiato nelle giuste quantità non rappresenta una trasgressione anche per chi è attento ai valori nutrizionali. C’è quindi fritto e fritto e quello che fa sicuramente la differenza è l’olio. Per questo Olitalia, azienda italiana che da oltre 30 anni produce e commercializza oli, ha creato Frienn

 

Frienn, che in dialetto campano significa “friggendo”, nasce in collaborazione con Pasquale Torrente, chef salernitano, soprannominato il “re dei fritti”. Frienn è l’olio per frittura, completamente privo di olio di palma, prodotto con olio di semi di girasole coltivati e lavorati esclusivamente in Italia ad alto contenuto di acido oleico (80%) e aggiunta di antiossidanti (tocoferoli ed estratto di rosmarino).

La sua innovativa formulazione, tutelata da brevetto italiano, garantisce la totale assenza di schiuma in frittura, grazie alla stabilità alle alte temperature e all'elevato punto di fumo, permettendo al cibo di non bruciare esternamente. Frienn rispetta il sapore originale degli ingredienti, senza trasferire colore e sapore ai cibi. La valutazione del comportamento dell'olio in frittura è stata effettuata dal Dipartimento di Scienze e Tecnologie agro-alimentari dell’Alma Mater Studiorum - Università di Bologna.

 

Tra le tante iniziative che Olitalia sostiene e che vedranno Frienn e i fritti come protagonisti c’è anche Beach4Eat: un tour, pensato nel pieno rispetto delle regole sul distanziamento sociale, che ha preso il via il 25 luglio e che animerà gli stabilimenti balneari delle spiagge adriatiche in 6 appuntamenti. (dopo il Bagno Adriatico a Cesenatico sarà la volta, l’1 agosto, del Bagno 169 di Cervia (RA), l’8 agosto del Wave di Punta Marina (RA), il 16 agosto del Villaggio Polo Est di Bellaria Igea Marina (RN), il 22 agosto del Coco Loco di Marina di Ravenna e il 29 agosto del Tiki Bagno 26 di Rimini).

 

A proposito di Olitalia

Olitalia è un’azienda italiana con sede a Forlì, specializzata nella produzione di oli extravergini, oli di oliva, oli di semi e aceti che vengono commercializzati, da più di 30 anni, in oltre 120 Paesi nel mondo. Olitalia è altamente specializzata nel foodservice, settore nel quale è leader in Italia, ma negli ultimi anni si è aperta al mondo del retail con l’obiettivo di portare direttamente ai consumatori la stessa qualità che ogni giorno mette a disposizione delle cucine professionali. L’azienda genera, attraverso 10 linee produttive, un fatturato di 176 milioni di euro dando lavoro a 140 dipendenti.

 

 

Ezio Zigliani

AL MASO SI IMPARA!

 

Una vacanza con Gallo Rosso per esprimere creatività

 

Dopo una vacanza in un maso Gallo Rosso, si torna a casa con un bagaglio in più rispetto alla partenza, pieno di relazioniemozioni e anche di esperienze nuove. I contadini, infatti, durante il soggiorno offrono ai loro ospiti la possibilità di cucinare insieme le ricette tradizionali, di lavorare il legno, di realizzare cosmetici con ingredienti naturali e tanto altro.

 

La maggior parte dei masi, ora meno di un tempo, non si trova nelle immediate vicinanze dei centri abitati, pertanto, i contadini hanno sempre dovuto arrangiarsi nel procurarsi ciò di cui avevano bisogno in maniera autonoma, sfruttando la natura e i frutti della terra. La frutta, le erbe aromatiche e le verdure che i contadini coltivano nel loro orto, infatti, servono per cucinare per la famiglia, così come le uova del pollaio e il latte delle mucche. Anche gli ospiti dei masi Gallo Rosso per cucinare nei loro confortevoli appartamenti possono utilizzare la frutta, la verdura e le erbe aromatiche che si trovano nell’orto e imparare con il contadino anche le giuste modalità per raccoglierle senza danneggiare nulla. Spesso, inoltre, le contadine tengono per gli ospiti, e anche per i loro bambini, dei corsi di cucina, condividendo gustose ricette che da generazioni vengono tramandate nella loro famiglia.

 

 

Ingredienti per 2 strudel

 

Per la pasta frolla:                                       Per il ripieno:             

 

500 g di farina                                              10-12 mele

1 bustina di lievito                                              zucchero

4 uova da allevamento all’aperto                       zucchero vanigliato

180 g di margarina                                             uvetta

1 bustina di zucchero vanigliato                         Rum (a piacere)

200 g di zucchero

Latte per dorare gli strudel

 

Preparazione:

impastare la farina, il lievito, le uova, la margarina, lo zucchero e lo zucchero vanigliato finché risulti un impasto liscio. Fare riposare per mezz’ora. Per il ripieno, sbucciare le mele e mescolarle con lo zucchero, lo zucchero vanigliato e l’uvetta. A piacere può essere aggiunto un po’ di Rum. Dividere poi l’impasto in due parti, stenderlo e riempirlo. Alla fine, spennellare gli strudel con latte freddo. Cuocere in forno per 45 minuti a 180°. Infarinare lo strudel ancora caldo con lo zucchero a velo e servirlo eventualmente con una salsa alla vaniglia.

 

Nell’orto e nei boschi, inoltre, si trovano tutte quelle erbe che possono essere utili nella realizzazione di balsami e unguenti per la cosmesi o per rimedi alternativi in caso di traumi o problemi della pelle. La contadina-erbesperta Jutta del maso Bacherhof di Nalles insegna ai propri ospiti a creare stick emollienti per le labbra e creme di bellezza con le erbe officinali del suo giardino.Karl Heinz Windegger del maso Lahngut a Lana ha un laboratorio nel suo maso e un negozio dove vende bellissimi oggetti in legno realizzati tramite la tecnica della tornitura. 

 

“Mi lascio guidare dal legno, è il legno stesso che mi suggerisce la forma”, afferma Karl Heinz. In effetti, i contadini mostrano sempre un grande rispetto verso i doni che la natura mette a loro disposizione per ogni genere di uso. Da sempre la natura ha avuto un grande impatto sulla cultura e sulle persone in Alto Adige e i contadini, per l’alternarsi delle stagioni e per necessità, hanno sviluppato una sorta di creatività indotta.

 

I contadini dei masi Gallo Rosso coinvolgono con molto piacere i loro ospiti nelle tradizioni della famiglia e della terra di origine. Si tratta di momenti sempre molto esclusivi perché prevedono la partecipazione di un numero ristretto di persone, dal momento che ogni maso può avere al massimo 5 appartamenti per l’ospitalità. Questo aspetto garantisce anche una vacanza all’insegna della privacy, lontani dalla confusione e immersi nella natura incontaminata.

 

I masi Gallo Rosso sono presenti sul sito www.gallorosso.it 

Se le contadine si occupano dell’orto e della cucina, i contadini invece lavorano nella stalla, nei campi e nel bosco di proprietà, dove, oltre a raccogliere il legname che serve da combustibile e per lavori vari, trovano dei pezzi di legno molto adatti ad essere lavorati attraverso varie tecniche. Tanti contadini dei masi Gallo Rosso che hanno questo hobby, organizzano dei semplici incontri con i loro ospiti per mostrare come avviene la lavorazione del legno e per stimolarli a creare qualche oggetto.

 

 

Herbert Kerschbaumer del maso Thalerhof a Velturno è un contadino-scultore che propone agli ospiti corsi di intaglio ed è convinto che “…trasformare un pezzo di legno, all’apparenza insignificante, in una meravigliosa scultura sta tutto nelle tue mani”. Oltre a realizzare stupende sculture in legno, dando libero sfogo alla sua creatività, Herbert costruisce anche mobili per il suo maso, come bellissimi armadi capienti che rendono l’ambiente ancora più caldo e confortevole.

 

A proposito di Gallo Rosso

Gallo Rosso è il nome del marchio che dal 1999 promuove e favorisce l’attività di oltre1.600 agriturismi in Alto Adige e che appartiene all’Unione Agricoltori e Coltivatori Diretti Sudtirolesi (Südtiroler Bauernbund). La classificazione dei masi che offrono alloggio (Agriturismo in Alto Adige) è organizzata in fiori, da 1 a 5; più alto è il numero dei fiori, più numerosi sono i criteri soddisfatti dalla struttura. Inoltre, l’Associazione sostiene il lavoro di oltre 100 masi che si dedicano alla ristorazione contadina (Masi con Gusto), all’artigianato autentico (Artigianato contadino) e alla produzione di prodotti gastronomici genuini (Sapori del maso). Sin dalle origini lo scopo principale di Gallo Rosso è sostenere i contadini dei masi nello sviluppo di attività da affiancare all’agricoltura. La filosofia dell’Associazione Gallo Rosso è “Avvicinare le persone allo stile di vita degli agricoltori altoatesini”.

 

Nadia Scioni

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