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In concorso giovani artisti anche da Paesi lontani. il 7 dicembre, a Padova, la selezione degli 8 finalisti. Che saranno in mostra, negli studi professionali padovani a partire dal 16 gennaio prossimo

Il 7 dicembre, la Commissione Tecnica si è riunita a Padova per selezionare i finalisti della prima edizione di StArt, il nuovo, originale Premio riservato a giovani artisti under 30. Le richieste di partecipazione in linea con il Bando sono state un centinaio, provenienti non solo – com’era da attendersi – dal Veneto e dall’Italia ma anche da artisti originari di Paesi lontani come la Cina e la Colombia. Evidentemente per effetto di un passa parola che ha coinvolto i giovani artisti, catalizzati dalla formula assolutamente originale del Premio.
Il bando prevede infatti che le opere selezionate vengano esposte, per quasi un semestre, negli Studi dei maggiori professionisti di Padova, Studi che vengono evidentemente ritenuti luoghi complementari e alternativi alle tante gallerie specializzate, per mettere a contatto la giovane arte con i professionisti ed i loro clienti. Ciascuno degli artisti finalisti – in tutto otto - sarà presente, nello studio professionale destinato ad accoglierlo, con una decina di lavori, quindi con una vera propria monografica, nonché nelle sezioni a ciascuno dedicate del sito www.startpadova.it.
StArt è stato creato dagli stessi professionisti, come un attivatore di idee. E’ stato promosso da Help for Life Foundation Onlus che realizza missioni internazionali socio-sanitarie e di accoglienza, assistenza e cura per la fascia povera delle popolazioni in collaborazione SG Commercialisti S.r.l. stp, Cescot Veneto, Frase Contemporary Art e Cosacome Contenuti e Comunicazione e, con il patrocinio di Comune di Padova, Università degli Studi di Padova, Accademia di Belle Arti di Venezia e GAI. E’ stato anche importante il contributo di Banca Patavina, Intercantieri Vittadello, Antenore Energia, Cofid Trust e Synospis – Società di revisione.
Oltre che vetrina per gli artisti selezionati, StArt è anche occasione per stimolare, con la freschezza e la potenza dell’arte contemporanea, nuove idee, visioni, aperture in chi quotidianamente è chiamato a trattare i problemi delle professioni o dell’economia.
La maggior parte delle professioni, per essere svolte in modo eccellente, richiedono metodo e la giusta dose di creatività – aveva sottolineato Dario Lenarduzzi di SG Commercialisti, co-ideatore del progetto, al momento del lancio del Premio - vale per il commercialista e l’avvocato come per il pittore e la rockstar. L’artista ispirato ma senza metodo e senza una solida preparazione tecnica solitamente raggiunge solo risultati mediocri. Così è anche per il professionista. Arte e professioni non sono mondi poi così distanti, da qui il desiderio di unirle, affiancarle, metterle a confronto per trovare la giusta ispirazione “professionale”.
La selezione degli artisti è affidata a Giovanni Bianchi (docente del Dipartimento dei Beni Culturali - DBC - dell’Università di Padova) Daniele Capra (curatore indipendente e giornalista) Sileno Salvagnini (professore ordinario all’Accademia di Belle Arti di Venezia) Federica Bianconi (architetto, critico, curatore, Frase Contemporary Art) Dario Lenarduzzi (SG Commercialisti stp S.r.l.) Davide Milan (Studio Eulex Avvocati) Marco Serraglio (Cescot Veneto); Presidente Onorario della Commissione l’architetto Antonio Zambusi.
Dal 16 gennaio al 30 giugno 2018 i lavori selezionati saranno esposti nel contesto del circuito espositivo StArt, nel centro storico di Padova e saranno documentati nel sito internet dell’iniziativa www.startpadova.it.  
Tra le opere degli 8 artisti selezionati verranno inoltre assegnati a conclusione del percorso espositivo due premi di mille euro ciascuno: il Premio della Critica e il Premio Help for Life, quest’ultimo da destinare ad uno studente dell’Accademia di Belle Arti di Venezia o dell’Università di Padova.
Gli Studi Professionali coinvolti nel progetto sono: SG Commercialisti stp S.r.l.; Notai Chiapparino Russo Serra; Studio Architetti Zambusi; Studio Dentistico Mazzocco Paniz; Studio Eulex; Giotto SIM S.p.A.; Avv. Cappellaro Carlo; COMLEGIS Commercialisti & Avvocati.

Per ulteriori informazioni: www.startpadova.it 
E-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Ufficio Stampa
Studio ESSECI – Sergio Campagnolo
Tel. 049 663499; Roberta Barbaro Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

CUCINA: DALL’ASIA 5 ALIMENTI PER AFFRONTARE L’INVERNO

 

Kimchi 

L’inverno è solito portare sulle tavole degli italiani cibi altamente calorici, saporiti e pesanti. Il tecnico ed educatore alimentare Andrea Calvo, esperto di alimentazione asiatica, propone cinque alimenti di origine vegetale tipici della cucina orientale per affrontare l’inverno e guadagnare in salute e senza rinunciare al gusto, raccontandone storia, usi e proprietà: Il kimchi è un piatto tradizionale coreano preparato con verdure fermentate e spezie. Esistono tantissimi tipi di kimchi, ma il fulcro è sempre costituito dalle verdure in salamoia a cui vengono addizionati spezie ed altri ingredienti. Il più diffuso è quello preparato con le foglie di cavolo cinese lasciate a fermentare in salamoia per circa una settimana insieme a zenzero, aglio, peperoncino rosso e frutti di mare salati. Il preparato ottenuto è usato per essere consumato insieme ad altri alimenti, in particolare il riso. Per i coreani, kimchi e riso possono accompagnare a loro volta pesce o carne, creando un piatto unico completo e bilanciato. Dal punto di vista nutrizionale, contiene elevati dosi di  lattobacilli (presenti negli yogurt) che aiutano ad abbassare l’acidità e a eliminare i batteri nocivi e pericolosi . Proprio per questa sua funzione gli sono state attribuite proprietà antitumorali, soprattutto in difesa del colon. Inoltre è un potente antiossidante, grazie alla presenza del peperoncino, ricco di vitamine A, B e C . L’alto contenuto di fibre contribuisce a ripulire il corpo dal colesterolo in eccesso oltre che a contribuire al corretto funzionamento della flora intestinale. E’ indicato per chi segue diete ipocaloriche.

Yuzu

Lo yuzo è un agrume che appartiene alla famiglia delle Rutacee. Il suo nome scientifico è Citrus reticulata var. austera ed è coltivato in Cina, ovvero nelle zone di origine, ma soprattutto in Giappone, specialmente nell’isola di Shikoku. Metà della produzione nazionale di questo agrume proviene dalla Prefettura di Kochi, nella regione di Shikoku, omonima dell’isola. La presenza dello yuzu è alla base di molte preparazioni culinarie, a partire dalle salse, come la nota Ponzu a base di soia. Il sapore acidulo e leggermente fruttato dello yuzu si accompagna ottimamente al pesce e si apprezza mescolato con altri ingredienti, ad esempio nelle insalate di gamberi. Molto amato è l’accostamento con il piccante, come nella pasta salata di yuzu, che rappresenta un tradizionale accompagnamento al sushi, a piatti di pasta o alle zuppe. In Korea si produce un’ottima marmellata con questo agrume, utilizzabile anche per torte e gelatine. I frutti di yuzu hanno le  stesse proprietà nutrizionali degli agrumi, differenziandosi per un contenuto di vitamina C doppio rispetto a quello delle arance. Ritenuti utili contro i malanni dell'inverno e per lenire i danni della pelle, di recente il loro albedo (strato interno della buccia) e flavedo (parte esterna) sono studiati come antinfiammatori per prevenire la gastrite e come antiossidanti per combattere i radicali liberi. I bagni caldi con i frutti interi immersi a rilasciare le essenze contenute nella scorza hanno un piacevole effetto rilassante e rappresentano un’usanza molto amata dai giapponesi, che festeggiano in questo modo il solstizio invernale.

 

Dragon fruit

L’Hylocereus undatus è una pianta appartenente alla famiglia delle Cactaceae ed è nota per il suo singolare frutto: il dragon fruit. La sua coltivazione è estesa a tutte le aree dal clima tropicale, in particolare in Asia, dove abbonda tra Malesia, Vietnam, Thailandia, Indonesia, Filippine, Sri Lanka e Cambogia. A tutti gli effetti una pianta grassa, questa varietà condivide alcuni elementi delle famiglie rampicanti. Il frutto, chiamato pitaya o dragon fruit, presenta un caratteristico involucro di colore rosso, giallastro oppure tendente al marrone e al violaceo, da cui spuntano alcune appendici carnose estese verso l’esterno, tanto da ricordare una fiamma (da cui il nome “frutto del dragone”). La polpa, morbida e dalle tinte chiare, ricorda quella di un kiwi perché ricca di piccolissimi semi neri commestibili e si consuma sia fresca, sia lavorata come ingrediente per le più svariate ricette. Considerato il ridotto apporto calorico, nonché l’elevato contenuto di fibre, il dragon fruit è un alimento ideale per regimi ipocalorici. Le fibre, infatti, favoriscono il senso di sazietà, gestiscono i livelli di zuccheri nel sangue e contribuiscono al corretto svolgimento dell’attività intestinale, garantendo una migliore regolarità. Le grandi quantità di acqua contenute nel frutto, invece, incentivano l’idratazione e la diuresi, con effetti diretti anche sull’ipertensione, riducendo la pressione sanguigna e scongiurando l’accumulo eccessivo di colesterolo.

 

Shiitake

I funghi: Mu Ehr e Shiitake. Il mu ehr, scientificamente Auricularia Auricula-Judae, è conosciuto nel mondo con il nome di “orecchio di giuda” per via della forma caratteristica. In Cina si chiama "Orecchio del legno", in Giappone "Medusa dell'albero", mentre in Vietnam "Orecchio di gatto". In Italia lo conosciamo come "Orecchio di cane" oppure "Cuore profumato". In Cina, Giappone e Vietnam viene consumato principalmente in zuppe e in abbinamento con il riso. Questo fungo può essere consumato crudo, ma si presta anche ad essere essiccato. A tal proposito, è sorprendente notare come da secco sia in grado di riprendere la sua forma e consistenza originale appena viene reidratato. Ricco di proteine, contiene importanti minerali quali: calcio (357 mg su 100 g), potassio, fosforo e ferro. Non solo, è importante anche per le quantità di vitamine del gruppo B, B1 e B2 in particolare, e per i polipeptidi. Contiene infine la provitamina D, betacarotene e polisaccaridi. Ha una straordinaria capacità di assorbimento e accumulo di rame dal terreno. Gli Shiitake si presentano come dei tappi marroni dal diametro variabile. Il nome deriva dal giapponese “Shii”, il tipo di albero sul quale crescono, e “Take”, fungo. Vengono tradizionalmente aggiunti alla zuppa di miso o al brodo per la preparazione dei Ramen, oppure serviti come contorno o condimento per pollo, manzo, agnello e selvaggina. Dal punto di vista nutrizionale, i funghi shiitake sono considerati buone fonti di proteine vegetali, sono ricchi di minerali come potassio, sodio, fosforo, magnesio, alluminio, calcio, zolfo e ferro e presentano grandi quantità di vitamine del gruppo B. Ai funghi shiitake vengono attribuite anche proprietà di protezione del fegato e contribuiscono all’abbassamento dei livelli di colesterolo nel sangue, oltre che di contrastare la carie e l’arteriosclerosi.

 

Daikon

Il daikon, classificato come Raphanus sativus var. longipinnatus, vanta innumerevoli varietà, ma la più importante è l’aokubi daikon. Si tratta di una radice bianca morfologicamente paragonabile alla carota, ma che raggiunge lunghezze pari a 20-35 cm e diametro di 5 o addirittura 10 cm (in giapponese “daikon” significa proprio “grossa radice”). La polpa si presenta carnosa, mentre il sottile rivestimento esterno è lucido e liscio. Conosciuto come ravanello bianco o ravanello giapponese, ha un succo ricco di vitamina C ed alcuni enzimi digestivi. In Giappone si usa come spezia, crudo e grattugiato (oroshi), e viene unito a salse come quella di soia o quella ponzu per accompagnare piatti di pesce, carne, ramen o soba (pasta di grano saraceno). E’ utilizzato anche per gli tsukemono (cibi in salamoia), soprattutto il takuan: una delle conserve alimentari più popolari in Giappone, fatta con daikon essiccato, sale e crusca. Grazie al suo contenuto di fibre, la radice del daikon è un ottimo coadiuvante nei processi digestivi, stimola la diuresi e disintossica il fegato, migliorando così l’aspetto della pelle ed aiutando a prevenire la ritenzione idrica, la cellulite ed i disturbi gastrointestinali. Inoltre, se grattugiato, favorisce la digestione e lo smaltimento dei grassi. L’elevata percentuale di vitamine del gruppo B e di vitamina C contrasta le infiammazioni e combatte la stanchezza, la spossatezza e lo stress, mentre l’alta concentrazione di ferro, potassio e calcio contribuisce a rinforzare le ossa ed i tessuti muscolari.

Andrea Calvo, 36 anni, è tecnico ed educatore alimentare. Laureato in Scienze Gastronomiche presso l’Università degli Studi di Pollenzo (classe Scienze e Tecnologie Alimentari), ha fatto della sua più grande passione una scelta di vita: l’oriente. Ha lavorato nel settore della ristorazione in Cina dal 2005 al 2008 e dal 2011 si occupa in Italia di importazione di prodotti alimentari asiatici (di provenienza per l’80% giapponese e per il 20% cinese), di cui è profondo conoscitore sia sul piano del gusto sia sul piano nutrizionale.

Oriental è oggi un’idea e un logo. Un progetto di diffusione della cultura alimentare asiatica, firmato da Andrea Calvo, che prenderà corpo a Milano nelle prime settimane del 2018.

  

Lorenzo Foti | M. +39 3475220486 | E. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Greta La Rocca | M. +39 3333191963 | E. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

VITICOLTURA EROICA, UN SIMBOLO PER L'AGRICOLTURA DI MONTAGNA

 

 

Il presidente Gaudio al Cime di Milano e al Forum agricoltura di montagna di Roma

Occasione di confronto e il luogo di condivisione delle proposte per la valorizzazione e lo sviluppo duraturo delle aree montane

L’agricoltura di montagna ha un ruolo fondamentale per la corretta gestione del paesaggio, la conservazione della biodiversità, il sostegno all’economia locale e il contrasto all’abbandono. Di questo si è parlato al “Forum agricoltura di montagna. Prospettive e sfide per il 2020” che si è svolto a Roma e ha visto l’intervento del presidente Cervim Roberto Gaudio, nella prima sessione “Prodotti e filiere di montagna, diversificazione e reddito: opportunità per accrescere la competitività e la resilienza dei sistemi montani”. All’evento hanno preso parte tra gli altri il Vice Ministro all’Agricoltura, Andrea Olivero, il Presidente della XIII Commissione Agricoltura della 
Camera dei Deputati, Luca Sani ed il Presidente nazionale dell’UNCEM, Enrico Borghi.

Il Forum ha rappresentato un’occasione di confronto e il luogo di condivisione delle proposte per la valorizzazione e lo sviluppo duraturo delle aree montane.

«Oltre a presentare l’esperienza e le attività del Cervim - sottolinea Gaudio – è stata anche l’occasione per evidenziare, ancora una volta, come la viticoltura eroica rappresenti un valore aggiunto essenziale nell’economia di questi territori e come i legislatori, a tutti i livelli, debbano mettere in condizione i viticoltori di lavorare al meglio garantendo così una continuità operativa alle aziende presenti e favorendo l’insediamento di nuove giovani realtà»

A Milano inoltre, il presidente Cervim, ha preso parte ad un workshop all’interno dell'evento CIME. Nell’ambito di Italian Mountain Lab, una piattaforma diffusa e partecipata per la ricerca e lo  sviluppo delle montagne italiane nel contesto europeo, il presidente Gaudio è intervenuto all’incontro delle Reti nazionali per le montagne, “In movimento tra reti e network nazionali per la ricerca e lo sviluppo della  montagna in Italia: valori, visione, mission , geografia, strategie e community di riferimento”.

CERVIM

Centro di Ricerca, Studi, Salvaguardia,

Coordinamento e Valorizzazione per la Viticoltura Montana

AFFRONTIAMO LA STAGIONE FREDDA CON DOLCEHERBE

La produzione di miele, per la famiglia Rigoni, è ormai prossima ai cento anni, una storia di passione che ha avuto e continua ad avere sempre lo stesso obiettivo: l’alta qualità. Continui studi e meticolose ricerche hanno portato a risultati di grande eccellenza, quell’eccellenza che oggi si concretizza nella realizzazione di DolceHerbe, un prodotto straordinario per il nostro benessere a base di estratto di echinacea  e di mieli italiani biologici selezionati per il loro contenuto in polifenoli che aiuta  a mantenere le difese dell’organismo e la funzionalità delle prime vie respiratorie.

Tutto comincia con una scelta rigorosa delle migliori varietà di miele italiano monoflora che vengono lavorate “a freddo” seguendo l’esclusivo metodo Rigoni per preservarne al meglio le qualità organolettiche e i principi nutritivi.

I mieli di DolceHerbe provengono unicamente da alveari italiani situati in zone incontaminate dove si pratica l’agricoltura biologica ma, a rendere questa combinazione di Miele di Melata e di Eucalipto ancora più speciale  è l’aggiunta dell’estratto di una pianta considerata tra le più efficaci nel campo della salute, l’Echinacea, dalle provate proprietà immunostimolanti.

In particolare, l’Echinacea Angustifolia risulta essere particolarmente utile nella prevenzione degli stati influenzali e delle malattie da raffreddamento e per combattere stress, sbalzi di temperatura e inquinamento. Per la realizzazione di DolceHerbe è proprio l’Echinacoside, principio attivo di questa varietà che viene utilizzato, estratto con un’innovativa modalità green, secondo la filosofia Rigoni di Asiago.

L’integratore alimentare DolceHerbe viene commercializzato nel vasetto ottagonale in vetro da 300 g distintivo della Rigoni di Asiago contenuto in una scatola con un cucchiaino dosatore. Sul vasetto sono indicati gli ingredienti (miscela di mieli, melata ed eucalipto, 97,5%; estratto di radice di Echinacea Angustifolia DC tit 4% in echinacoside 2,5%) e la dose consigliata consistente in due cucchiaini dosatori da 5 g al giorno, per almeno 30 giorni.

DolceHerbe è venduto nei Supermercati, sullo scaffale dedicato ai Mieli, al prezzo di circa euro 10,00.

 

www.rigonidiasiago.com

KM90 SPEGNE LA SUA PRIMA CANDELINA

La risto-bottega emiliana, nata a Fidenza (PR) per valorizzare le eccellenze enogastronomiche, festeggia dodici mesi di attività con tre grandi eventi.

Era il dicembre 2016 quando Silvano Romani e Ileana Marconi di Silvano Romani Parma, Aurelio Borlenghi e Roberto Rizzi di Latteria55 e Agrinascente con Roberto Trabucchi e Walter Pavani di ProntoCarni tagliavano il nastro di KM90, la risto-bottega emiliana, a due passi dal casello autostradale di Fidenza (PR).

A distanza di 12 mesi KM90, che si struttura su quattro spazi (la risto-bottega, la caffetteria, la bottega e il Ristorante Emiliano) disposti su due livelli e che garantisce un servizio 7 giorni su 7 dalle 07.30 alle 23.00, si conferma come un format di successo.

 

A parlare sono i numeri: 109.000 caffè e cappuccini serviti al banco della caffetteria e al Ristorante Emiliano, oltre 13.000 kg di Parmigiano Reggiano, pari a 325 forme, porzionate e vendute o servite (senza contare le 150 forme in stagionatura del caveau di KM90), 5.310 kg di Prosciutto crudo di Parma, pari a 592 prosciutti, affettati e serviti, a cui si sommano 1.274 kg di Culatello. Numeri che rappresentano solo una parte di quanto quotidianamente il team di KM90 fa per cercare di rendere unica l’esperienza di ciascun cliente.

KM90 ha scelto di festeggiare coinvolgendo i clienti e i partner in una tre-giorni all’insegna del mangiare e bere bene: sabato 16 dicembre, alle ore 18.00, andrà in scena l’apertura della forma di Parmigiano Reggiano Biologico 96 mesi di stagionatura di Bianca Modenese (Presidio Slowfood) del Santa Rita Bio Caseificio Soc. 1964 in abbinamento al Metodo classico Pinot Nero in purezza millesimato 2014 della cantina Lini 910. Domenica 17 dicembre, sempre alle 18.00, sarà invece la volta del taglio del Prosciutto crudo di Parma riserva 44 mesi di Leporati accompagnati dallo spumante brut Start della cantina di San Patrignano. Lunedì 18 dicembre, alla stessa ora dei precedenti appuntamenti, KM90 ospiterà il taglio del culatello Spigaroli (selezione speciale dello chef) 41 mesi di stagionatura e la presentazione del nuovo salume di Casa Spigaroli “Il cotto”. Si alzeranno i calici con “I tre colori del Lambrusco” della Cantina della Volta.

KM90 in breve

KM90 è uno scrigno di sapori per i buongustai, un luogo magico tra innovazione di proposta concettuale e eccellenza di materie prime garantite, quelle di alta qualità e di piccoli produttori proposti con l’orgoglio di chi l’Emilia la conosce. Quelli che garantiscono l’autenticità di sapori. Della salumeria, della formaggeria e della gastronomia. KM90 si trova esattamente in corrispondenza del casello autostradale di Fidenza (tra le uscite Fiorenzuola e Parma) della A1 (la Milano-Napoli) ed esattamente al novantesimo chilometro della stessa.

www.km90.it

 

Ezio Zigliani Press Officer

Via San Faustino, 25 | 25122 BRESCIA
Phone: +39 0302400643 | Mobile: +39 3347579711www.eziozigliani.it

MACULAN PRESENTA “SANTALUCIA 2016”: IL VINO CHE FA BENE ALLA VISTA

 

Il ricavato di 300 bottiglie di Cabernet Sauvignon interamente devoluto alla Fondazione Banca degli Occhi del Veneto Onlus, che festeggia il trentennale

È stato presentato al ristorante Le Calandre di Rubano (PD) il vino Santalucia 2016, un Cabernet Sauvignon realizzato dalla Cantina Maculan per la Fondazione Banca degli Occhi del Veneto Onlus. L’idea, nata da Fausto Maculan, unisce l’eccellenza vitivinicola con la frontiera della ricerca del centro regionale di riferimento per i trapianti di cornea di Veneto e Friuli Venezia Giulia, il più importante per numero di donazioni a livello europeo.

Il vino è stato selezionato da una commissione di giornalisti, critici enogastronomici e sommelier che hanno assaggiato tutte le barrique dell'annata 2016 della Cantina Maculan per individuare la migliore: la scelta è caduta su un Cabernet Sauvignon proveniente dai vigneti situati sulle colline più alte del comune di Breganze. Tutta la barrique (ovvero 225 litri, per un totale di 300 bottiglie da 750 ml) è stata imbottigliata con un’etichetta che rappresenta un'opera firmata dall’artista bellunese Graziella Da Gioz, scelta dal critico Marco Goldin per essere donata alla Fondazione. Il dipinto, intitolato Verdi riflessi, trae spunto da un ciclo di opere dedicate ai Palù trevigiani, terre che hanno ispirato la pittura dell’artista in diverse mostre e libri, uno dei quali pubblicato con il poeta Andrea Zanzotto.

Lo scopo del progetto è quello di sostenere attraverso 300 bottiglie uniche e numerate i progetti di ricerca sulle malattie oculari di Fondazione Banca degli Occhi del Veneto Onlus, a cui sarà devoluto il ricavato. “Ho scelto di dedicare una parte del mio lavoro a questa iniziativa – sottolinea Fausto Maculan - che si rivolge a chi ha bisogno dei risultati delle nuove ricerche, ma anche ai sostenitori che scelgono di offrire il proprio contributo e alle istituzioni presenti che vi partecipano. Quest’anno la ricorrenza è ancora più speciale: il Santalucia 2016 sarà il vino ufficiale del Trentennale della Fondazione”.

Fondazione Banca degli Occhi del Veneto Onlus è infatti il centro di riferimento nazionale per i trapianti di cornea. Quasi la metà dei trapianti che ogni anno vengono effettuati in tutta Italia (il 48%, pari a 3000), sono possibili grazie ai tessuti oculari che arrivano dal padiglione veneto dell’Ospedale dell’Angelo di Mestre, intitolato alla memoria del professor Giovanni Rama, che ha fondato la banca degli occhi 30 anni fa. “Quest’anno – afferma Giuseppe Di Falco, presidente della Fondazione - abbiamo celebrato il traguardo della centomillesima cornea donata a partire dal 30 settembre 1987. Solo nel 2016, in Veneto, sono state donate 5000 cornee, su un totale nazionale di 16.000: un primato europeo. Oltre a questo, la metà dei 6000 trapianti nazionali sono stati permessi grazie ai tessuti raccolti a Mestre. Una crescita che ci fa sperare nel futuro per il quale stiamo lavorando anche attraverso la ricerca, per trovare sempre più risposte non solo nel campo della cornea ma anche delle malattie della retina. Grazie al progetto Santalucia, avviato nel 2009, a questo scopo sono già stati devoluti oltre 260 mila euro”.

La bottiglia di Santalucia 2016 è stata offerta a quanti hanno contribuito al sostegno della ricerca con una donazione di 100 euro. Alla presentazione è stata battuta all'asta una bottiglia in formato Melchior, contentente 18 litri di Santalucia, aggiudicata dal conte Stefano Marzotto di Vicenza per 1800 Euro.

È sempre possibile sostenere la fondazione acquistando il vino attraverso il sito www.fbov.org: un’idea regalo solidale per chi a Natale vuole davvero fare del bene.

 

Per acquistare il Santalucia 2016:

Fondazione Banca degli Occhi del Veneto Onlus

https://www.fbov.org/come-aiutarci/vino-per-la-ricerca

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041.9656440/442

Press info: 

Michele Bertuzzo 

347 9698760 

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BIANCOROSSOGREEN, IL PROGETTO AMBIENTALE DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA SOMMELIER IN MOSTRA A ROMA

 

 

Martedì 12 dicembre 2017, alle ore 18.00, negli spazi espositivi Micro Arti Visive di Porta Mazzini si inaugura la rassegna dedicata al riuso dei tappi di sughero attraverso l’espressione artistica.

L’appuntamento romano è collegato al progetto BIANCOROSSOGREEN dell’Associazione Italiana Sommelier, nato nel 2014 con l’obiettivo di sensibilizzare il consumatore al rispetto dell’ambiente. Si tratta di un percorso ambizioso, orientato al riuso dei prodotti ricavati dalla preziosa corteccia della quercia da sughero, in particolare dei tappi, che non hanno attualmente la possibilità di essere riciclati su larga scala.

“È un impegno di riciclo che costa fatica – commenta nella presentazione del catalogo Manuela Cornelii, referente AIS per il sociale – ma è pervaso da una volontà di intenti che dà ragione, significato e potenza al progetto stesso. L’idea oggi ha cominciato a muoversi: domani dovrà e saprà conquistare sempre più le menti e i cuori di tanti”.

Il comune di Tollo, in provincia di Chieti, dichiarato “Rifiuti free” da Legambiente, è stato tra i primi ad avviare in collaborazione con l’AIS una campagna capillare, distribuendo contenitori-raccoglitori in tutti gli esercizi del suo territorio. Un esempio che si auspica possa venir imitato da numerose altre amministrazioni, consentendo di passare dalla fase del riuso a quella dell’effettivo riciclo.

La mostra è curata da Paola Valori, responsabile dello spazio dedicato alle nuove tendenze Micro Arti Visive, e comprende venti opere in grado di rappresentare il percorso di rigenerazione dello scarto. Il catalogo dedicato all’evento contiene, oltre alle realizzazioni degli artisti, interventi della stessa curatrice, di Fulco Pratesi, fondatore del WWF Italia e di Antonello Maietta, presidente nazionale dell’AIS.

 

Ufficio Stampa AIS Nazionale:

Elisa Braccia - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.  .:+39 346 395 1050

Paolo Angelini - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.  .: +39 349 2394 438

 

WINE2WINE. ABBONA (UIV): FARE SISTEMA È PRIORITÀ. IL TAVOLO VINO MISE - ICE GUARDA AL FUTURO

 

 

La strategia messa in atto dal Ministro Calenda sta dando i suoi frutti

Prosegue con successo la collaborazione di UIV nel gruppo di lavoro dell'ICE per la promozione internazionale del vino italiano nei mercati USA e CINA.

“Il piano straordinario dell’export promosso dal Ministro Calenda e il Tavolo vino voluto dal sottosegretario Ivan Scalfarotto sono illuminanti esempi di come, anche in Italia, si possa fare sistema grazie alla forte volontà della pubblica amministrazione di combattere la difficoltà italiana a fare squadra, criticità che si registra anche all’interno del nostro comparto. La politica si sta mostrando sempre più sensibile alle reali necessità del nostro settore e condividiamo appieno le indicazioni strategiche del "piano Calenda" che vogliono privilegiare progetti concreti con risultati misurabili, favorire sinergie tra soggetti pubblici e privati impegnati nella promozione, e associazioni imprenditoriali. L’obiettivo che UIV persegue da sempre è quello di fare rete sia all’interno della filiera sia fuori, per diventare sempre più competitivi in un mercato globale al quale bisogna presentarsi uniti e forti”.

Con queste parole Ernesto Abbona, presidente di Unione Italiana Vini, è intervenuto al talk Vino italiano: bianco o nero?” durante Wine2Wine, forum sul business del vino di Veronafiere- Vinitaly, tenutosi il 4 e 5 dicembre alla Fiera di Verona. L’evento, moderato dal giornalista Paolo Del Debbio, ha visto la partecipazione, oltre al presidente di UIV, dei rappresentanti dell’intera filiera - Sandro Boscaini, presidente di Federvini, Ruenza Santandrea, presidente della sezione vinicola dell’Alleanza delle Cooperative, e Matilde Poggi, presidente della Fivi - che si sono confrontati sul tema export, sottolineandone luci e ombre.

“Sta proseguendo con successo il lavoro del Tavolo del Vino, del quale UIV è protagonista - ha aggiunto Abbona. Il nuovo orientamento all’azione del MISE e dell’ICE, portato avanti dal sottosegretario Ivan Scalfarotto e sostenuto dai vertici dell’agenzia per la promozione internazionale del nostro Paese, ha già dato risultati concreti, inaugurando una nuova stagione di confronto programmatico tra MISE e ICE, le organizzazioni di imprenditori e i soggetti privati impegnati nella promozione. Inoltre ha coinvolto direttamente i produttori nella progettazione delle attività promozionali istituendo un gruppo di lavoro con ICE sui due grandi mercati del vino italiano, USA e Cina, dove finalmente e per la prima volta nella storia del nostro Paese possiamo dire e suggerire ad Ice quelle che riteniamo essere le strategie migliori per gli investimenti promozionali del sistema Paese”.

"L'Italia - conclude Abbona - è ricca di espressioni diverse del vino in termini di territorio, vitigni, storie famigliari e imprenditoriali. Un patrimonio che ci consente di rispondere a target variegati ma che, allo stesso tempo, deve imparare a presentarsi come sistema, parlando con una sola voce. Una sfida complessa e difficile che possiamo vincere continuando a lavorare in questa direzione, per avere un'identità italiana competitiva, mantenendo tutte le nostre sfumature. Il modello di lavoro del Ministero e dell'ICE è stato vincente e vogliamo che, anche in futuro, venga adottato come metodo efficace di collaborazione e confronto con le imprese".

Unione Italiana Vini - Confederazione Italiana Vite e Vino

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