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ADOLESCENTI “ATTRAVERSO LO SPECCHIO”

 

Critici nei confronti della società che ancora penalizza le donne e preoccupati per i casi di violenza sulle donne (che considerano in aumento), ma inaspettatamente convinti (48%) che la donna sia – almeno in parte – corresponsabile delle violenze che subisce. Abbastanza studiosi (a sentir loro) e generalmente soddisfatti riguardo la scelta della scuola superiore, ma preoccupati di non riuscire a trovare lavoro. Stili alimentari tra luci (la frutta e la verdura piacciono poco, ma vengono consumate abitualmente) e ombre (ancora disertata in massa la prima colazione). Poco sport, ma molti “social” (senza preoccuparsi molto di difendere la propria privacy) e una grave disinformazione su temi delicati come la prevenzione delle malattie a trasmissione sessuale. Sensibili ai temi della sostenibilità (che associano prevalentemente al concetto di “rispetto”), ma non molto impegnati in attività sociali. È questo, in estrema sintesi, il profilo degli adolescenti italiani che emerge dall’indagine “Adolescenti e Stili di Vita” realizzata da Laboratorio Adolescenza e Istituto di Ricerca IARD su un campione nazionale rappresentativo di 2654 studenti frequentati le scuole medie superiori.

 

Presentati oggi (30 novembre) a Milano i risultati dell’indagine nazionale “Adolescenti e Stili di Vita”, realizzata da Laboratorio Adolescenza e Istituto di Ricerca IARD con la collaborazione della Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza. L’indagine – realizzata con il sostegno incondizionato di ANCC-COOP (Associazione Nazionale Cooperative Consumatori) e Mediatyche – Compagnia di Comunicazione – è stata coordinata da Carlo Buzzi ordinario di Sociologia dell’Università di Trento, referente dell’area sociologica di Laboratorio Adolescenza e membro del Comitato Scientifico di Istituto IARD – e si è svolta tra i mesi di novembre 2017 e maggio 2018 su un campione nazionale rappresentativo di 2654 studenti frequentati le scuole medie superiori (età 14-19 anni; età media 16,5 anni).

 

Un dossier speciale con tutti gli approfondimenti sulla ricerca sarà pubblicato sul prossimo numero della rivista on-line “Adò”, organo ufficiale di Laboratorio Adolescenza, scaricabile attraverso il sito www.laboratorioadolescenza.org

 

“Due le novità di quest’anno – riferisce Maurizio Tucci, Presidente di Laboratorio Adolescenza– l’avvio di una importante collaborazione con l’Istituto di Ricerca IARD e la scelta di realizzare – per la prima volta - la nostra tradizionale indagine sugli stili di vita degli adolescenti su un target di studenti delle scuole superiori e non delle scuole medie. L’obiettivo strategico è proprio quello di alternare annualmente il campione (l’edizione 2018-2019 attualmente in corso ritorna nelle scuole medie) in modo da avere un quadro complessivo su uno spettro di età più ampio. In questo modo avremo anche la possibilità di rincontrare – a distanza di qualche anno – le medesime coorti di età e osservare eventuali modifiche comportamentali intervenute con l’aumentare dell’età”.

 

“Il “nuovo IARD” – aggiunge Paolo Paroni, Presidente di Rete ITER-Istituto IARD– vuole unire la prerogativa storica dell’Istituto, ovvero la ricerca sociale in profondità, con il sostegno all’implementazione di politiche e progetti orientati alla piena inclusione sociale delle giovani generazioni. La collaborazione con Laboratorio Adolescenza è un’importante opportunità per mettere l’attenzione sugli adolescenti italiani, una generazione che si affaccia al presente della società e che porta elementi di innovazione sociale e culturale, soprattutto nell’ottica degli stili di vita orientati alla legalità, alla giustizia, all’interculturalità, alla mobilità internazionale, all’integrazione delle discipline. La capacità di ascoltare la loro voce, le loro idee sulla società, sui valori, è un criterio per il buon funzionamento della democrazia”. 

 

 

Sintesi dei principali risultati suddivisi per argomento e commenti

N.B. Nelle tabelle relative a domande a risposta esclusiva, il complemento al 100% (non indicato) è la percentuale dei “non risponder”.

 

Scuola, studio, lavoro e impegno sociale.

 

Solo il 4,2% degli intervistati ammette di andare male a scuola; la maggioranza (50,7% dei maschi e 58,3% delle femmine) ritiene di andare bene, mentre il rimanente 40% risponde con un prudente “così così”. La media di ore di studio al giorno si attesta tra le 2 e le 3 ore, ma c’è un 20% (32% dei maschi) che ammette di studiare meno di un’ora al giorno e un altro 20% (28% delle femmine) che passa sui libri più di 3 ore al giorno.

 

In maggioranza (59%) coloro i quali affermano di essere soddisfatti della scuola superiore che hanno scelto, mentre il rimanente si suddivide tra chi forse non rifarebbe la stessa scelta (31,8%) e chi certamente non la rifarebbe (9%). E, circa la scelta della scuola superiore, il campione si divide sostanzialmente a metà tra chi afferma che la scelta è stata solo sua e chi di dice di averla discussa con i genitori (tra cui un 5% che dice esplicitamente di essere stato condizionato dai genitori).

 

Riguardo l’università, le risposte cambiano molto a seconda la scuola che si sta frequentando, con il 60% dei liceali che la dà per scontata, contro il 20% di chi frequenta istituti tecnici o professionali. Mentre sono decisamente pessimisti circa la facilità di trovare un lavoro dopo la scuola o l’università. Tra le garanzie considerate di massima importanza che il lavoro dovrebbe assicurare la più indicata dai maschi è la stabilità (sicurezza di non perdere il lavoro) e dalle femmine il soddisfacimento dei propri interessi. 

 

Dopo il diploma di maturità pensi di iscriverti all'Università? 

 

Tot

Maschi

Femmine

Certamente si

41,3

35,0

46,3

Probabilmente si

35,5

33,8

36,9

Probabilmente no

15,0

18,8

12,0

Certamente no

7,9

12,1

4,5

 

Cosa pensi del tuo futuro lavorativo?

 

Tot

Maschi

Femmine

Sono sicuro che troverò facilmente lavoro

20,3

25,3

16,3

Temo non sarà facile trovare un lavoro

61,6

53,2

68,3

Non penso al lavoro, è un problema che non mi pongo adesso

17,2

20,7

14,4

 

Il lavoro dovrebbe garantirti essenzialmente… (riportata la percentuale di chi ha considerato di “massimo interesse” – in una scala da 1 a 5 – la caratteristica indicata)

 

Maschi

Femmine

Buona retribuzione

46,8

43,8

Sicurezza di non perdere il lavoro

60,4

66,3

Prestigio

21,0

15,0

Possibilità di carriera

38,4

39,2

Buone relazioni con i colleghi

35,0

33,0

Soddisfacimento delle proprie passioni e interessi

56,8

67,1

Più tempo libero possibile

22,5

13,3

La vicinanza a casa

17,1

12,3

Buon rapporto con i capi

31,1

35,4

Possibilità di incontri/viaggi ecc

30,6

39.6

Poche responsabilità

10,3

5,4

 

Riguardo l’impegno sociale attivo, più del 20% fa una qualche attività di volontariato, ma solo il 15% delle ragazze e il 6% dei maschi si dice convinto che da adulto farà attività di volontariato.

 

Sulla carta il 64% sarebbe disponibile – quale attività socialmente utile – ad effettuare commissioni fuori casa per persone anziane o malate ed il 62% ad aiutare nello studio compagni con qualche difficoltà. Netto il divario tra le risposte delle ragazze e dei ragazzi, con le prime che offrono disponibilità con percentuali mediamente superiori del 20% rispetto ai loro coetanei maschi.

 

“Se per molti aspetti maschi e femmine, sull’onda delle trasformazioni culturali delle società contemporanee, hanno raggiunto una sostanziale omologazione manifestando una identità di atteggiamenti e di comportamenti – riferisce Carlo Buzzi, ordinario di Sociologia dell’Università di Trento e curatore scientifico della ricerca – l’indagine mostra come in altri ambiti prevalgono delle divergenze anche cospicue, tanto da far pensare che tra le nuove generazioni, superate le tradizionali caratterizzazioni di genere, si stiano presentando nuove differenze sul piano comportamentale e motivazionale tra il mondo giovanile maschile e quello femminile. In particolare, il coinvolgimento delle giovani donne nel percorso scolastico risulta essere assai più evidente rispetto a quello dei coetanei (si dimostrano più impegnate, più studiose, più orientate a valorizzare i processi di apprendimento, tanto da manifestare una tendenza superiore verso la continuazione degli studi all’università). E se per quanto riguarda lo studio questi dati sono in parte già conosciuti, la novità sembra coinvolgere anche il mondo del lavoro. Se in molti maschi il lavoro futuro viene valorizzato da un punto di vista soprattutto strumentale (guadagno, sicurezza) con il sospetto che si cerchino al di fuori di esso le condizioni della propria autorealizzazione (deve lasciare molto tempo libero), tra le ragazze, pur non sottovalutando gli aspetti più concreti, l’accento viene soprattutto posto sulle potenzialità realizzative del lavoro in sé (soddisfacimento delle proprie passioni, relazionalità e possibilità di viaggi). È come dire che per gli uni la dimensione professionale abbia perso un po’ della sua centralità esistenziale mentre per le altre sia ancora un territorio su cui giocare la propria identità e il proprio coinvolgimento anche emozionale. E un altro aspetto che differenzia i generi – aggiunge Buzzi – riguarda il volontariato, ambito in cui è assai più evidente l’orientamento delle ragazze a farsi carico di responsabilità in campo solidaristico e nel lavoro di cura (aiutare gli altri bisognosi, siano essi anziani, bambini, malati, stranieri, compagni di scuola in difficoltà). Il tratto maschile rivela invece un maggiore orientamento individualista, meno portato all’azione solidale”.

 

 

Social e dintorni

 

Continua la parabola discendente di Facebook e la crescita di Instagram, mentre Whatsapp (le cui funzioni lo stanno sempre più avvicinando ad un vero e proprio social) è utilizzato pressoché dalla totalità del campione. Meno della metà degli intervistati afferma, però, di utilizzare abitualmente gli strumenti per la tutela della privacy che i social mettono a disposizione.

 

Si affaccia in modo significativo il gioco d’azzardo online a cui dichiara di aver giocato (una o più volte) l’11% del sottocampione di chi ha meno di 16 anni (età in cui l’accesso ai casinò on line è vietato dalla legge).

 

 

Utilizzi i seguenti “social network”?  (risposta multipla)

 

Tot Naz

si

Maschi

si

Femmine

si

Non lo conosco (totale) 

FaceBook

61,9

63,8

60,4

0,5

Twitter

13,7

14,3

13,2

2,1

Whatsapp

98,9

98,4

99,4

0,3

Ask

15,5

15,5

15.5

9,7

Instagram

91,1

88,7

93,0

0,5

Snap Chat

39,6

28,3

48,6

2,1

Wechat

2,2

2,7

1,8

30,5

 

Utilizzi gli strumenti a disposizione sui social network per tutelare la privacy? 

 

Totale

Maschi

Femmine

No

11,9

16,4

8,4

Si, ma poco

46,1

49,6

43,3

Si, abitualmente

41,2

32,9

47,8

 

 

“Dobbiamo renderci conto che lo scarso utilizzo, da parte degli adolescenti, degli strumenti messi a disposizione dai social per la sicurezza e la difesa della privacy – afferma Maurizio Tucci, presidente di Laboratorio Adolescenza – non deriva da pigrizia o disinformazione, ma da un utilizzo dei social che è “filosoficamente” diverso da quello che può immaginare un adulto. Per gli adolescenti i social sono essenzialmente “vetrina”, dove l’obiettivo è proprio esporsi. Non è un caso il successo di Instagram basato essenzialmente sulle immagini. Desiderio di esporsi (ben oltre la propria stretta cerchia amicale) e proteggere la propria immagine (e più complessivamente la propria “social reputation”) diventa, quindi, una sorta di contraddizione in termini. L’impegno di noi adulti dovrebbe perciò essere rivolto non tanto a continuare a ripetere loro, come un triste mantra, raccomandazioni di tipo “tecnico”, ma a cercare di frenare questa deriva valoriale in cui tutto è lecito per qualche “like” o qualche “follower” in più”.

 

 

 

Parità e rispetto tra i generi

 

Per il 73% delle ragazze e per il 49% dei maschi in Italia non c’è ancora una assoluta parità di diritti, doveri e opportunità tra uomini e donne. Ad essere penalizzata è la donna, per l’88% delle femmine e il 79% dei maschi. E la penalizzazione maggiore è proprio sul lavoro.

 

In quale ambito, secondo te, si manifestano maggiormente le penalizzazioni delle donne nei confronti degli uomini? 

 

Totale

Maschi

Femmine

Lavoro

57,6

56,4

58,5

Famiglia

13,7

16,7

11,7

Rapporti sociali

23,7

22,1

24,7

Altro 

2,1

2,5

2,1

 

Circa il fenomeno della violenza sulle donne, secondo il 54% è aumentato rispetto al passato, mentre il 19% sostiene che sia diminuito. Circa le possibili cause, quella maggiormente indicata è stata “la presunzione dell’uomo che la donna sia di sua proprietà”. 

 

Quali sono, secondo te, le cause principali degli atti di violenza (fisica, psicologica, sessuale) sulle donne? (risposta multipla)

 

Maschi

Femmine

La presunzione dell’uomo che la donna sia di sua “proprietà”

42,3

57,6

La scarsa tutela che viene assicurata ad una donna che denuncia una situazione critica

39,2

51,2

L’incapacità dell’uomo di accettare che la donna goda di una sua autonomia e libertà

31,1

49,3

Problemi psichici e/o abuso di alcol o di sostanze da parte dell’uomo che esercita la violenza

45,7

36,4

L’incapacità dell’uomo ad accettare una separazione voluta dalla donna

37,8

33,7

L’incapacità della donna di troncare relazioni o frequentazioni a rischio

23

27,5

L’ aggressività e la naturale violenza dell’uomo

15,0

10,7

L’uomo è diventato più violento, perché sente di aver perso il ruolo predominante che aveva in passato

9,6

12,7

Gli atteggiamenti provocatori della donna

13,9

2,7

Un repentino cambio di atteggiamento della donna nei confronti del proprio compagno 

5,4

1,3

Sconcerta un po’ che il 56,8% dei ragazzi ma, soprattutto, il 38,8% delle ragazze sia d’accordo con l’affermazione “La donna è, almeno in parte, corresponsabile delle violenze che subisce”.

 

“Il dato che emerge da questa indagine – commenta Cinzia Marroccoli, psicologa e presidente di Telefono Donna Potenza– è l’amara dimostrazione che anche ragazze e ragazzi sono ancora impregnati di una cultura dominante per cui quando si parla della violenza degli uomini contro le donne si cerca sempre di minimizzare l'accaduto e di deresponsabilizzare l'autore della violenza. La “provocazione” vale sempre, sia per i maltrattamenti in famiglia, che per le violenze sessuali esterne alla famiglia. La “narrazione” della violenza – anche in casi estremi e incontrovertibili come il femminicidio – è piena di “lui l'ha uccisa, ma lei...”. Il “se l'è andata a cercare” è purtroppo valido per tutti: per le donne, per un meccanismo difensivo che le porta a pensare che a loro non può accadere; per gli uomini, perché spostano la colpa sulle donne che “se la sono cercata””.

 

 

Alimentazione

 

I consumi

Continua ad esserci una ampia fascia di popolazione adolescenziale (34% dei maschi e 43% delle femmine) che non consuma la prima colazione. Così come sono meno di un terzo gli adolescenti che consumano regolarmente una merenda pomeridiana, ma più dell’80% consuma snack dolci e salati, caramelle, cioccolata, gelati ecc… durante la giornata e fuori dai pasti principali.

 

Il pranzo è di gran lunga il pasto principale della giornata solo al sud e nelle isole. Nel resto d’Italia pranzo e cena sono percentualmente molto vicini (leggera prevalenza del pranzo), mentre nelle aree metropolitane lo scenario cambia ed è la cena ad essere maggiormente indicata come pasto principale. Il “record” a Milano, dove la cena è il pasto principale per il 62% degli adolescenti intervistati.

 

La pasta è di gran lunga l’alimento più consumato (lo mangia pressoché quotidianamente il 74,4%). Seguono il pane (65,2%), la frutta (58%), la verdura (52,9%) e la carne (50,3%). Legumi, uova e pesce sono gli alimenti meno consumati e indicati come presenti nella dieta quotidiana occasionalmente o raramente.

 

Beve quotidianamente vino ai pasti il 6,4% e birra il 6,9%, mentre il 37,8% consuma abitualmente caffè.

 

Consumi e gusti – tranne che per pasta e carne che piacciono molto – non sempre sono allineati. Dolci e salumi (ma anche il pesce) piacciono molto di più di quanto non si consumino, mentre verdura e frutta molto meno.

 

Riguardo le cucine etniche, il campione si divide tra un 40% di “estimatori” (la cucina che piace di più è quella giapponese), un 30% di “curiosi”, che non le hanno mai sperimentate ma vorrebbero farlo (la cucina che incuriosisce di più è quella indiana), ed un 30% di “refrattari”, che le hanno provate ma non gradite o, soprattutto, che non hanno alcuna voglia di sperimentarle (quella che insospettisce di più è la cucina africana).

 

“Il combinato disposto della prima colazione disertata e dello spostamento del pasto principale dal pranzo alla cena – afferma Gianni Bona, ordinario di Pediatria all’Università di Novara e membro del Consiglio direttivo di Laboratorio Adolescenza– evidenzia un dannoso squilibrio dell’apporto nutrizionale quotidiano verso l’ultima parte della giornata, proprio quando il consumo energetico diminuisce. Non rispettare le indicazioni ottimali (25% dell’apporto nutrizionale quotidiano la mattina, 50% a pranzo e 25% a cena) compromette il corretto metabolismo e accresce enormemente i rischi di sovrappeso e obesità”.

 

 

 

 

 

Le scelte

L’abitudine di accompagnare i genitori a fare la spesa alimentare è tendenzialmente alta (oltre il 70%), ma mentre per le femmine è più sistematica (il 42% lo fa spesso), per i maschi è più occasionale (la maggioranza, 43,7%, lo fa qualche volta).

 

Sul versante consumi, la spinta maggiore ad acquistare per la prima volta un nuovo prodotto alimentare arriva dal suggerimento dagli amici (80,9%) e, in seconda battuta, dalla curiosità vedendolo esposto (73,1%). L’influenza della pubblicità televisiva è tale sul 41% degli intervistati, mentre fa la sua comparsa anche la pubblicità attraverso Internet (influenza il 15% degli adolescenti). Scarso appeal, in quella fascia di età, raccolte a punti o premi legati all’acquisto di un prodotto.

 

Circa il “dove” si va prevalentemente a fare la spesa alimentare, netta prevalenza del supermercato al nord e al centro, mentre nelle isole e soprattutto al sud si equilibra nei confronti della scelta del negozio specifico.

 

 

La consapevolezza

Mediamente buona (ma ci sono ancora lacune da colmare) la conoscenza delle principali caratteristiche nutrizionali dei principali alimenti.

 

Secondo te quale delle tre componenti indicate “contengono” – in prevalenza – i seguenti alimenti?

 

 

Proteine

Vitamine

Carboidrati

Pasta

5,9

0,7

91,1

Riso

13,7

5,2

77,3

Carne

87,8

4,4

5,1

Pesce

81,2

13,0

2,1

Verdura

15,1

79,2

2,5

Pane

5,1

2,8

88,9

Frutta

4,5

90,4

2,4

Formaggi

68,5

9,2

18,2

Legumi

63,8

23,7

9,0

Uova

80,9

7,4

8,3

Latte

66,7

20,8

8,9

 

 

Il 61% è consapevole di cosa significhi “commercio equo e solidale”, mentre solo il 24% riesce a dare una definizione corretta di “filiera corta”. Buone, invece, le conoscenze riguardo i prodotti ogm. Gli studenti dei licei appaiono mediamente più informati dei loro colleghi delle scuole tecniche e professionali.

 

Riguardo il fenomeno dello “spreco alimentare” nelle famiglie, la causa maggiormente indicata (dal 40%) è stata: “Si comprano, per sbagliata valutazione, più prodotti alimentari di quelli che in realtà sono necessari”.

 

“Creare cultura su queste tematiche, fin da giovanissimi – afferma Carmela Favarulo, responsabile Progetti Educativi dell’Associazione Nazionale Cooperative Consumatori (ANCC-COOP)– è uno dei nostri principali obiettivi, perché da un consumo consapevole, specie in ambito alimentare, deriva non solo attenzione verso la propria salute, ma anche attenzione verso l’ambiente. I dati che emergono da indagini come questa sono quindi preziose indicazioni per elaborare i percorsi educativi che da anni offriamo alle scuole”.

 

Lo Sport

 

Insufficienti, per quelle che sarebbero le indicazioni dei medici, le ore di sport praticate: il 31% dei maschi e il 53% delle ragazze, oltre le due ore settimanali scolastiche, o non pratica alcuno sport o lo pratica per meno di due ore alla settimana.

 

La motivazione più indicata – relativa al non praticare sport extrascolastico – è la mancanza di tempo (66%), ma il 5,4% dei maschi e il 7,9% delle femmine lo collega a problemi di tipo economico. Anche su questo aspetto la differenza di percentuale tra maschi e femmine appare un chiaro indicatore di come le famiglie in difficoltà economiche favoriscano comunque i maschi.

 

Lo sport più praticato risulta essere di gran lunga il calcio per i maschi e la pallavolo (ma con una percentuale molto minoritaria) per le femmine. Cresce, rispetto al passato, l’abitudine di praticare attività sportiva in palestra.

 

Qual è lo sport che pratichi maggiormente? (domanda aperta)

 

Maschi

 

Femmine

Calcio

34,6

Palestra

17,5

Palestra

14,4

Danza

10,3

Basket

4,9

Pallavolo

10,2

Nuoto

4,8

Nuoto

6,6

Arti marziali

4,7

Corsa

4,1

Pallavolo

4,0

Arti marziali

2,9

Tennis

2,3

Ginnastica ritmica

2,2

Corsa

1,9

Atletica

1,8

Atletica

1,4

Calcio

1,8

Ciclismo

1,2

Tennis

1,8

Pugilato

1,2

Basket

1,4

Rugby

1,1

Equitazione

1,3

 

 

La Sostenibilità

 

Riguardo la “sostenibilità”, la maggioranza la associa al concetto di “rispetto” e l’82% è convinto che in Italia ci sia poca attenzione a questo aspetto. Ma meno di un adolescente su quattro è consapevole del fatto che il concetto di sostenibilità non va solo riferito alla salvaguardia dell’ambiente

 

Quale dei seguenti termini ti sembra più appropriato per riferirlo al concetto di “sostenibilità”

 

Totale

Maschi

Femmine

Rispetto

50,8

48,6

52,6

Senso civico

32,1

31,2

32,9

Convenienza

8,0

10,1

6,3

Prudenza

6,0

6,9

5,3

Generosità

2,1

2,2

2,0

 

Secondo te, “sostenibilità” e “comportamenti sostenibili” sono concetti riferibili solo alla salvaguardia dell’ambiente?

 

Totale

Licei

Altre scuole

Solo l’ambiente

35,8

37,2

34,4

Anche altri ambiti

23,7

24,7

22,7

Non lo so

39,6

37,4

41,8

 

 

 

 

 

 

 

Ma cosa fanno o faranno per orientare verso la sostenibilità i loro comportamenti?

 

 

Totale

 

Lo adotto già

NON lo adotto ma credo che lo adotterò

NON lo adotto e non so come mi comporterò in futuro

NON lo adotto e certamente NON lo adotterò

Utilizzare il car sharing

7,6

23,1

45,8

18,0

Privilegiare l’uso della bicicletta per spostamenti in città

30,3

29,4

25,8

12,1

Utilizzare, tutte le volte che si può, il treno invece dell’auto

25,2

25,4

32,0

15,1

Ridurre l’uso dei sistemi di aria condizionata

28,2

16,0

28,7

24,4

Avere un’auto elettrica

3,6

30,7

39,9

20,5

Utilizzare i doppi vetri alle finestre delle abitazioni per ridurre la dispersione termica

30,2

30,0

29,7

7,5

Bere acqua del rubinetto

49,5

8,7

15,7

23,4

Portare, quando si va a fare la spesa, un proprio sacchetto e non chiederne sempre di nuovi al negoziante

71,8

12,0

8,7

4,7

Utilizzare lampadine a basso consumo energetico

65,0

18,1

11,3

3,1

Spegnere sempre la luce quando si esce da una stanza

85,2

7,4

3,0

1,6

Fare attenzione alla biodegradabilità delle confezioni dei prodotti che si acquistano

35,2

32,5

23,5

6,3

Cercare di evitare lo spreco di alimenti

74,9

14,4

5,9

2,4

Acquistare preferibilmente i prodotti di aziende che so essere attente alla sostenibilità

28,0

33,8

29,1

6,6

 

 

Malattie a trasmissione sessuale

 

Molto poco incoraggianti i dati circa la conoscenza – da parte degli adolescenti – delle malattie sessualmente trasmissibili (MST) e di come fare per prevenirle. 

Se si esclude l’AIDS (conosciuta dal 94,5% degli intervistati), solo il papilloma virus (verosimilmente per via della vaccinazione proposta ai dodicenni) è conosciuto dalla maggioranza del campione (61% delle ragazze e 53,8% dei maschi), mentre la conoscenza delle altre più comuni oscilla tra 45% (candida) e l’11% (condilomi). 

 

Ma il dato più preoccupante riguarda le idee confuse che (specie i maschi) hanno sulla prevenzione. 

 

Quali tra i seguenti comportamenti ritieni sia efficace per prevenire le malattie sessualmente trasmissibili?

 

Totale

Maschi

Femmine

Uso del preservativo

94,8

93,0

96,3

Una igiene accurata dopo un rapporto sessuale

84,9

84,6

85,2

Fare periodicamente gli esami del sangue

79,3

80,5

78,4

Uso di un qualunque metodo anticoncezionale

58,7

55,7

61,6

Una dieta alimentare corretta

19,6

24,9

15,3

 

L’unico aspetto positivo è che sia diffusa la conoscenza che il preservativo sia uno strumento generalmente efficace per proteggersi dalle MST (ma pochi sanno che per proteggersi dall’HPV non è sufficiente). Peccato, però, che ancora siano fortemente radicati pregiudizi (il 30,5% ritiene che “non sta bene” che una ragazza porti con sé dei preservativi) o convinzioni errate (per il 31% una MST non può essere trasmessa attraverso un rapporto orale). 

 

La fonte di informazione più utile su questo tema (indicata dal 34% del campione) è risultata essere la scuola (e l’82% sostiene che sia proprio la scuola a dover garantire questo tipo di informazioni). Più della “mamma” (indicata dal 31%). D’altra parte, il 73,8% ha affermato che è difficile parlare di questi argomenti in famiglia.

 

“Di questa esigenza di informazioni espressa direttamente dai ragazzi terremo certamente conto nella progettazione dei nostri percorsi di formazione nelle scuole – spiega Simona Mazzolini, coordinatrice delle attività per la scuola di Laboratorio Adolescenza– lavorando in stretta sinergia con esperti della materia da un lato e dirigenti scolastici dall’altro. Già quest’anno Laboratorio Adolescenza, in collaborazione con AIMaC (Associazione Italiana Malati Cancro), ha avviato un progetto pilota per far creare, proprio agli studenti, una campagna di comunicazione per la prevenzione dell’HPV”.

 

“In questo contesto – aggiunge Carlo Alfaro, pediatra adolescentologo e membro del Direttivo Nazionale SIMA– un medico preparato e formato a comunicare con gli adolescenti potrebbe rappresentare una valida alternativa al rischio che gli adolescenti stessi vadano a cercare le informazioni di cui necessitano in modo improvvisato e confuso, attraverso il gruppo, i media o i social”.

 

 

Cefalea

 

L’obiettivo dello studio è stato quello di raccogliere informazioni, direttamente dagli adolescenti, su come vengono vissuti e affrontati gli episodi di cefalea – che risulta essere uno dei disturbi maggiormente accusati dagli adolescenti a scuola e in famiglia – e a quali cause vengono maggiormente associati. Dichiara di soffrire di cefalea il 60% del campione di adolescenti intervistati e, di questi, circa il 15% (8,5% dei maschi e 18,5% delle femmine) accusa problemi di cefalea una o più volte alla settimana.

 

Tra le cause che scatenano gli episodi di cefalea al primo posto risulta esserci la scuola. Seguono gli stress emotivi, gli stress fisici e la vista.Oltre la metà del campione, inoltre, collega il mal di testa all’utilizzo prolungato del computer o dello smartphone; l’80% delle ragazze ha indicato le mestruazioni tra le cause a cui attribuire il mal di testa.

 

Che il mal di testa sia diffusissimo a scuola lo confermano gli insegnanti. Qualche volta come scusa per sottrarsi ad un’interrogazione, giustificare un’impreparazione o un’assenza, ma nella maggior parte dei casi il disturbo risulta essere reale ed è spesso legato a fattori emotivi. 

Il 40% dei giovani intervistati ha affermato, inoltre, che quando ha un episodio di cefalea il dolore è generalmente forte o molto forte, mentre la durata media del singolo episodio va da una a molte ore. Per il 47% la localizzazione del mal di testa è sempre la stessa, per un terzo del campione gli episodi di cefalea sono generalmente associati ad altri sintomi, mentre per oltre il 70% il fenomeno scaturisce all’improvviso senza segnali premonitori. 

La maggioranza (56%) riesce comunque a convivere con il mal di testa senza modificare – se non occasionalmente – le normali attività, mentre il 14% è costretto a smettere di fare ciò che stava facendo ed attendere che passi, e il 7% deve addirittura mettersi a letto.

Il dato certamente non positivo è che più della metà (57%) di chi soffre spesso o molto spesso di cefalea non ne ha mai parlato con il proprio medico. Percentuale che sale addirittura all’83% tra chi ha episodi sporadici di cefalea. Ne consegue che anche l’utilizzo dei farmaci (li usa abitualmente oltre il 45% degli intervistati) è spesso fuori dal diretto controllo medico. Solo il 18% prende farmaci contro la cefalea prescritti dal medico, mentre la maggioranza si affida ai genitori.

 

“Ciò che emerge dall’indagine non sono dati clinici – commenta Alberto Verrotti, direttore della Clinica Pediatrica dell'Università dell'Aquila– ma questa sorta di autocertificazione da parte dei ragazzi è per noi di grandissimo interesse. Sarà molto importante, ad esempio, riuscire a decodificare cosa c’è dietro questa diffusissima associazione tra mal di testa e scuola. Tra le due cose non ci può essere un rapporto clinico di causa-effetto, ma è una coincidenza da non sottovalutare per cercare di individuare gli strumenti più adatti a prevenire o a curare la cefalea in adolescenza. Piena concordanza con i dati clinici, invece, sulla significativa maggior frequenza del fenomeno tra le donne”.

 

 

Per informazioni Dr. Maurizio Tucci 

Deborah Moleri

WORLD FORUM ON URBAN FOREST, MANTOVA 2018

 

 

Il primo Forum Mondiale sulle Foreste Urbane dal 28 novembre al 1 dicembre 2018

 

Dal 28 novembre al 1 dicembre 2018 la città di Mantova ospiterà il 1stWorld Forum on Urban Forests, il primo Forum Mondiale sulle Foreste Urbane promosso dalla FAO (Food and Agriculture Organization of the United Nations), organizzato dal Comune di Mantova, dal Politecnico di Milano e da SISEF (Società Italiana di Selvicoltura ed Ecologia Forestale), curato da un comitato scientifico internazionale di esperti diretto dall’architetto e urbanista Stefano Boeri e da Cecil Konijnendijk professore della University of British Columbia.

 

Le città occupano solo il 3% della superficie del pianeta, ma consumano il 75% delle risorse naturali. Se inquinamento, cambiamento climatico, utilizzo di energie rinnovabili sono ormai tematiche centrali all’interno dell’agenda dei governi e del dibattito pubblico, è di vitale importanza porre l’attenzione anche su un altro tema cruciale per il futuro del pianeta, quello della forestazione urbana. È quindi urgente fare una riflessione su come rendere le nostre città più verdi e quindi anche più inclusive, più sicure e più ricche.

 

Il Forum raduneràoltre400 espertida più di 50 Paesi di tutto il mondoper discutere – per la prima volta tutti insieme – dell’importanza di integrare le infrastrutture verdi alle infrastrutture grigie delle città. Saranno illustrati i benefici che le foreste urbane possono fornire alla popolazione in termini di crescita economica sostenibile, conservazione dell'ambiente, coesione sociale e coinvolgimento della cittadinanza con esempi positivi di pianificazione, progettazione e gestione del verde urbano che diverse città nel mondo hanno già messo in pratica.

 

Il Forum si propone di innescare un dialogo e un confronto fecondo tra rappresentanti di governi nazionali e locali, istituti di ricerca e accademici, organizzazioni non governative e organizzazioni internazionali e nazionali di cooperazione allo sviluppo, urbanisti, forestali, selvicoltori urbani, arboricoltori, architetti paesaggisti, designer e professionisti di altri settori. A ciascuno è stato chiesto di raccontare come hanno affrontato o stanno affrontando il problema nei loro Paesi e quali sono le strategie da attuare per la salvaguardia del pianeta e un’urbanizzazione sostenibile. 

 

Mantova, che svetta per il secondo anno consecutivo comela città più verde d'Italia nella classifica Ecosistema Urbano 2018 stilata da Legambiente e Ambiente Italia, è il luogo ideale per ospitare questo primo appuntamento mondiale sulle foreste urbane. La città dei Gonzaga, Città UNESCO insieme a Sabbioneta e nel 2016 Capitale Italiana della Cultura non è conosciuta solo per le sue bellezze artistiche e architettoniche, ma anche per le bellezze naturali del suo territorio. Un centro nato sull’acqua, circondato da una vera e propria oasi verde, che negli anni ha accolto sfide di rigenerazione culturale, urbana ed economica che l’hanno resa una vera eccellenza. Accogliendo il Forum Mantova prosegue la sua apertura verso il futuro, diventando luogo di incontro internazionale, laboratorio per sperimentare nuovi paradigmi ambientali.

 

Sempre più persone vivono nelle città e questo trend è destinato a continuare come indicano anche le previsioni secondo cui, entro il 2050, 6 miliardi di persone (o almeno il 70% della popolazione globale) popoleranno le aree metropolitane del mondo. È quindi necessario concentrare gli sforzi verso uno sviluppo resiliente ed equo delle città, capace di fronteggiare attraverso modelli sostenibili di crescita urbana l’inquinamento, la povertà, l’insicurezza alimentare e il degrado delle risorse naturali causati dall’aumento della densità della popolazione cittadina. L’urbanizzazione verde rappresenta una risposta concreta a questi problemi: le foreste e gli alberi in ambienti urbani e peri-urbani possono apportare importanti vantaggi alle città, rendendole più verdi e salutari, più eque e più felici.

 

Rimozione dall’aria di inquinanti nocivi, riduzione dell’inquinamento acustico, miglioramento delle temperature locali, mitigazione degli impatti del cambiamento climatico, fornitura di prodotti ed energia rinnovabile, protezione di bacini idrografici e prevenzione di inondazioni, salvaguardia della biodiversità, sono solo alcuni dei benefici della forestazione nelle metropoli.

Le aree verdi hanno effetti positivi anche sul benessere dell’individuo e delle comunità: offrono spazi per attività ricreative e di socializzazione, favoriscono stili di vita attivi e salutari, incrementano la coesione sociale e il senso di appartenenza a un luogo.

La progettazione efficace di superfici verdi e alberate non deve limitarsi alla creazione di nuove foreste, ma anche rigenerare spazi verdi esistenti, creare orti urbani, parchi e giardini, trasformare tetti in prati, muri di cinta in facciate di piante e spazi vuoti in oasi verdi. Tutto questo è essenziale per la nostra vita e per quella delle generazioni future, sulle quali grava già un pesante debito ambientale.

 

I modi in cui le città possono diventare polmoni verdi saranno esplorati al Forum, dove presenzieranno delegati provenienti dai 5 continenti, dimostrando il desiderio collettivo di intraprendere l’urbanizzazione verde come metodo per capovolgere la distruzione ambientale in atto. L’obiettivo è inoltre quello di sostenere il processo di attuazione della New Urban Agenda, lanciata nel 2016 ad Habitat III, ottimizzando le azioni relative al mantenimento e rafforzamento di ecosistemi urbani e spazi verdi in città, e lanciare il Mantova Challenge. Il World Forum on Urban Forests di Mantova sarà il punto di partenza per intessere collaborazioni a lungo termine sulle strategie di pianificazione delle foreste urbane e sul futuro delle nostre città.

 

PROGRAMMA

 

Con il Forum Mantova diventa più greencon eventi gratuiti per tutta la città e una giornata dedicata ai giovanie alle loro idee per cambiare il mondo. Martedì 27 novembrenel corso della mattinata Lida Aljabar, Alessandro Leonardi e Abdallah Tawfic, esporranno i loro progetti di riforestazione urbana a giovani imprenditori e nel pomeriggio ci sarà una vera e propria gara che, seguendo il format dello show televisivo diffuso in quasi tutto il mondo Dragon’s Den, premierà i progetti migliori presentati dai partecipanti.

 

IL FORUM

 

Il World Forum on Urban Forests si articolerà in sessioni di conferenze, dibattiti, riunioni, discussioni tematiche declinate in tre macro aree: passato, presente e futuro.

 

Mercoledì 28 novembre: PASSATO

Dopo i saluti istituzionali di FAO, Comune di Mantova, Politecnico di Milano, SISEF e dei presidenti del Comitato scientifico Stefano Boeri e Cecil Konijnendijk, si entrerà nel vivo della prima giornata del Forum dedicata a esplorare il ruolo della forestazione urbana nel passato e il modo in cui la presenza del verde nelle città è cambiata nel tempo, con due conferenze. 

Fabio Salbitanodi SISEF e C. Y. Jimdell’Università di Hong Kong discuteranno del rapporto tra storia, alberi e città (The Forests that walked with the Citiestalking of history, trees and cities); a seguire Joe McBridedell’Università della California Berkeley ripercorrerà l’evoluzione del ruolo degli alberi e delle foreste nella storia dell’architettura del paesaggio urbano (The role of trees and forests in the history of landscape architecture).

Si proseguirà con conferenze su come è cambiato nel tempo il rapporto tra verde e aree urbane, facendo luce anche sui benefici economici, ambientali e sociali che le foreste urbane e le infrastrutture verdi hanno fornito nel tempo alla popolazione e all’ambiente. Per citarne solo alcune: Clive Davisdella Newcastle University esplorerà il ruolo delle foreste urbane nei parchi urbani nazionali; Roberto Diolaiti, direttore Settore Ambiente e Energia del Comune di Bologna, parlerà dell’importanza di una gestione e progettazione lungimirante delle foreste urbane per creare città migliori; David Nowakdel servizio forestale degli Stati Uniti, indagherà i benefici della presenza degli alberi nelle città e di come la loro distribuzione sia cambiata nel tempo e Samaneh Nyckayinspiegherà il ruolo che le foreste urbane hanno avuto e hanno tuttora nell’epoca dell’urbanizzazione. Ma si parlerà anche di gender gapnel campo dell’arboricoltura e silvicoltura urbana con Adrina Bardekjiandell’University of British Columbia e dell’importanza della comunicazione e in particolare delle tecniche dello storytelling per promuovere il cambiamento sociale con la regista Sarah Marder.

E ancora si confronterà l’impatto che le foreste urbane hanno avuto in territori diversi, dagli Stati Uniti al Pakistan, dal Perù al Giappone, dall’Uganda all’Italia. Si parlerà di stress e sicurezza percepiti in relazione alla presenza di aree verdi con Thomas Campagnaro; di come il verde abbia permesso il miglioramento della qualità dell’aria anche in territori molto inquinati come quello indiano con Mesanlibor Syem Tiewsoh; si confronteranno le politiche ambientali di diversi Paesi del mondo, analizzandone i diversi approcci e Prapassorn Siriwichai illustrerà i risultati ottenuti in ambito di sviluppo sostenibile anche grazie ad attività di volontariato, come per esempio in Thailandia.

La prima giornata si concluderà con un dibattito sul rapporto tra uomo, natura e città nel passato con la geografa Cynnamon Dobbsdell’Universidad de Chile, Gareth Doherty(GSD Harvard), Richard Wellerdella Penn University e Sylvie Naildell’Università di Nantes.

 

Giovedì 29 novembre: PRESENTE 

La seconda giornata del Forum è dedicata al presente. Cosa le nostre città stanno facendo oggi per ampliare le foreste urbane e gli spazi verdi? 

Si inizia con una riflessione sulla disciplina della silvicoltura urbana e sui suoi progressi dagli anni sessanta a oggi con Francesco Ferrinidell’Università di Firenze e Giovanni Sanesidell’Università di Bari (The present status of urban forestry in the world). Si prosegue poi con David Miller, direttore per il Nord America del C40 Climate Leadership Groupe Global Ambassador del relativo Inclusive Climate Action,che elencherà le azioni che le principali città del mondo – Milano, Londra, New York, Parigi e Toronto – hanno messo in atto per mitigare gli effetti del cambiamento climatico (Governance challenges for urban forests and green spaces).

Durante la giornata interventi e contributi dei maggiori esperti mondiali in materia, che lavorano ogni giorno per costruire città più verdi: Theodore Endreny, della State University of New York, spiegherà come le foreste urbane possano mitigare l’aumento di temperature delle città; Carlo Calfapietra, del CNR e dell’Università della Tuscia, guiderà un panel su alcuni peculiari casi di studio: dalla città di Mantova a Buenos Aires, dalle regioni Mediterranee alle città indiane.

E ancora si parlerà dell’utilizzo dei big data nella valutazione delle foreste urbane con Nadine Galle; dei corridoi verdi e del loro contributo alla qualità della vita delle persone con Qunyue Liu; di come i tetti del Cairo possano diventare strumenti di rinverdimento e coltivazione con Abdallah Tawfic; dell’importanza della partecipazione dei cittadini nei progetti di innovazione delle città con Anna Steidle.

La giornata si concluderà con una conversazione a più voci – moderata dal neuroscienziato EnricoAlleva, dell’Istituto Superiore di Sanità – sul rapporto tra foreste urbane, salute e benessere dei cittadini (Urban Forests for healthier and happier cities) con: Terry Hartigdell’Università di Uppsala; Matthias Braubach, Europe Technical Officer Urban Health and Equity dell’Organizzazione Mondiale della Sanità; Dave Nowakdell’US Forest Service; Wilma Zijlema del programma su Inquinamento dell'Aria e Ambiente Urbano dell'Istituto per la Salute Globale (ISGlobal) di Barcellona e Lida Aljabardell’organizzazione statunitense Trust for Public Land.

 

Venerdì 30 novembre: FUTURO

Nella giornata del 30 novembre si guarderà al futuro proponendo idee innovative per un domani più sano, più vivibile e più bello.

Marc Palahidell’European Forest Institute illustrerà le prospettive future per la creazione di città più verdi (Perspectives for greener cities) e a seguire l’architetto del paesaggio Bas Smetsparlerà di infrastrutture verdi e foreste urbane del futuro e di come progettarle (Augmented Landscapes. In Search of the Resilience of the Territory).

Nell’arco della giornata si alterneranno interventi e dibattiti per approfondire le tematiche relative un futuro più verde e sostenibile e le azioni di pianificazione necessarie per restituire alle generazioni future un pianeta migliore.

Con Paloma Cariñanosdell’Università di Granada ci si concentrerà sui benefici che la presenza di parchi e spazi verdi in città hanno sul sistema respiratorio dell’uomo e sulla possibilità di progettare foreste urbane allergy friendly.

Noor Azlin Yahyaparlerà di ecoturismo ed educazione ambientale, esplorando in particolare la realtà malese, mentreCharl Justine Darapisa esporrà un metodo per valutare la salubrità di una città anche dal punto di vista del paesaggio sonoro, analizzando i benefici che le foreste urbane hanno nella riduzione dell’inquinamento sonoro. Patricia Sanchesracconterà come conciliare la densità della popolazione e degli spazi verdi all’interno delle città.

A conclusione A green vision for the future, una riflessione corale per delineare le traiettorie da seguire affinché si realizzi una perfetta integrazione tra infrastrutture verdi e infrastrutture grigie. Si confronteranno alcuni dei massimi esperti sul tema, Cecil KonijnendijkStefano BoeriEva Müller (FAO), Laura Petrella(UN-Habitat), Abdelkader Bensada(UNEP), Adam Freed(Bloomberg Associates), Lina Liakou(100 Resilient Cities) e il botanico Patrick Blanc.

 

Sabato 1 dicembre: CITIES FORUM

La giornata conclusiva si aprirà con un dialogo tra i due Presidenti del Comitato scientifico del Forum Stefano BoeriCecil Konijnendijk, che raccogliendo gli spunti di riflessione offerti dai numerosi relatori delle tre giornate, faranno un punto sul futuro delle nostre città e delle foreste urbane (The Role of Cities and urban forestry strategies).

I protagonisti saranno poi sindaci, assessori e chief resilience officer – figure introdotte nell’ambito del progetto internazionale 100 Resilient Cities (100RC) per occuparsi delle strategie urbane improntate alla resilienza. Rappresentanti di città come Parigi, New York, Atene, Lisbona, Melbourne, Bogotà, Milano, Tirana, si confronteranno in tre tavole rotonde sull’importanza degli alberi per migliorare la qualità della vita in città e di un design urbano lungimirante per rendere le metropoli più resilienti. 

Per stimolare le città ad adottare misure per diventare luoghi più verdi, più sani e felici al Forum sarà lanciato il Mantova Challenge, un programma di riconoscimento internazionale che celebra le città che si impegnano a creare un contesto favorevole a una gestione delle foreste urbane per favorire una migliore qualità della vita urbana nel mondo.

 

IL FORUM PER LA CITTÀ

 

Nell’ambito delle giornate del Forum Mantova organizza una serie di iniziative aperte a tuttiper coinvolgere la cittadinanza nella riflessione sull’importanza delle foreste urbane: convegni e dialoghi ma anche concerti, mostre e installazioni, proiezioni cinematografiche, escursioni, iniziative per bambini e scuole.

 

Il World Forum on Urban Forests, grazie alla sinergia con uno degli eventi più importanti della città di Mantova, il Festivaletteratura,propone quattro incontri e uno spettacolo per esplorare i temi del Forum da una prospettiva alternativa: Giorgio Vacchianodell’Università degli Studi di Milano con il geografo e giornalista Emanuele Bompan inCambiamenti climatici e foreste: benefici per la società, conseguenze per gli ecosistemi, proposte di azioni (mercoledì 28 novembre); Stefano Boericon Rola Khouryfondatrice della Cloudburst Foundation in Sviluppo rigenerativo e cambiamento climatico (giovedì 29 novembre); Design ricostituente e piante: risposte complementari alle sfide del nostro tempo conl’architetto e designer Paola Antonellie il neurobiologo e scrittore Stefano Mancuso(venerdì 30 novembre); lo scrittore e poeta Tiziano Fratuscon Fratello albero e sorella foresta - Quando gli alberi riducono il Magistero del Disordine e possono salvare la vita(sabato 1 dicembre); lo spettacolo 94 passi in giardinocon Lorenza Zambon, “attrice giardiniera” e cofondatrice del centro di produzione artistica casa degli alfieri(sabato 1 dicembre).

 

Verde è Saluteè il ciclo di appuntamenti che indagherà i benefici che le foreste urbane hanno sulla salute fisica e mentale delle persone: EcologicaMente: le foreste urbane per promuovere la salute mentale e ridurre lo stresscon la neuroscienziataFrancesca Cirulli(mercoledì 28 novembre); Verde ed esercizio fisico: come combattere l’obesità e le malattie metaboliche in modo naturale con l’endocrinologo Enzo Bonora(venerdì 30 novembre); “Cambiamo aria” con le piante: verde e inquinamento atmosfericoconPier Mannuccio Mannucci, direttore scientifico della Fondazione Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano(sabato 1 dicembre).

 

Gli appassionati di cinema apprezzeranno due iniziative speciali:

il primo Festival Cinematografico Internazionale Sulle Foreste, organizzato dall’Associazione Montagna Italia e da ERSAF (Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste) dal 26 al 30 novembre, per parlare di foreste attraverso il linguaggio visivo, permetterà al pubblico di scoprire queste realtà attraverso gli occhi dei registi di tutto il mondo. 

La proiezione di Planet Earth CITIES, la puntata della serie di documentari firmata BBC dedicata alle metropoli, con protagonista il Bosco Verticale di Stefano Boeri (giovedì 29 novembre).

 

Le tematiche scientifiche del Forum saranno reinterpretate nell’installazione audiovisiva Pianeta Foresta – diretta e realizzata dallo studio di visual design Propp– una sequenza di quadri animati, luci e suoni con colonna sonora di Painé Cuadrelli. La Rotonda di San Lorenzo si trasformerà in un osservatorio mobile in continuo movimento sul Pianeta Foresta, un pianeta fatto di paesaggi virtuali, foreste immaginarie e scenari distopici/utopici, dove i visitatori si ritroveranno immersi in una foresta infinita e in evoluzione costante.

 

Nel cuore della città, in piazza Mantegna e in piazza Erbe Openfabricpresenta Into the forest, due installazioni che ricreano tipologie forestali differenti: nella prima i lecci sono affiancati da corbezzoli e allori, nella seconda è riprodotto un frammento di bosco planiziale, la foresta che ricopriva la pianura padana prima di agricoltura e urbanizzazione. Il progetto propone in modo suggestivo ecosistemi diversi o addirittura opposti tra loro, lanciando il messaggio che le foreste nella loro pluralità, possono diventare parte integrante di paesaggi urbani contemporanei in cui sono ancora considerate frammenti alieni.

 

La mostra fotografica Cambiare la natura delle città. Storie, cifre, notizie e nomi delle foreste urbane e perirubane in Lombardia, realizzata da ERSAF in collaborazione con la Compagnia delle Foreste in occasione del Forum, è dedicata alle foreste di pianura lombarde, alle storie che le vedono protagoniste, alle persone che hanno contribuito a crearle e salvaguardarle (da lunedì 26 novembre a domenica 2 dicembre, presso il Polo di Mantova del Politecnico di Milano).

 

Per i più piccolisono state pensate tante iniziative divertenti. Per preparare i bambini ad affrontare le sfide ecologiche del nostro tempo e insegnare loro l'empatia verso tutti i sistemi viventi, Eureco e Mango Tree Montessori Lab hanno realizzato laboratori in due scuole mantovane dedicati all’Ecoliteracy, l’alfabetizzazione ecologica: i risultati saranno presentati durante il Forum.

Nell’ambito dell’attività didattica FAO, la cooperativa sociale mantovana Alkemica e l’associazione Per il Parco organizzano progetti per le scuole dedicati ai diversi temi connessi al bosco, al mondo delle piante e agli interventi di riforestazione urbana, che permetteranno ai bambini di avventurarsi in gite naturalistiche guidate in “boschi urbani” installati a Mantova.

#FUTURAMANTOVA, tra le iniziative del Piano Nazionale Scuola Digitale del MIUR, lancia due sfide agli studenti: FOREST HACK, una maratona progettuale per immaginare città più verdi e felici e gaming session diBuild Your city forest, scenario virtuale educativo sviluppato da FAO in collaborazione con Build a World EDU.

SIA JUNIOR, il gruppo di lavoro dedicato ai più piccoli della Società Italiana di Arboricoltura Onlus, propone un’esperienza educativa e divertente di tree climbingper imparare a rapportarsi con gli alberi con rispetto e sicurezza.

Con il gruppo Scout CNGEI Draco si potrà partecipare a un’attività di messa a dimora di 8 piante di bagolaroa Parcobaleno, Centro di Educazione Ambientale all’interno di Bosco Virgiliano, alle porte di Mantova.

 

L’integrazione tra città e vegetazione passa anche attraverso la convivenza con la fauna che nelle aree verdi ha il proprio habitat naturale, due incontri affronteranno queste tematiche: Foreste di pianura e volontariatoper conoscere l’esperienza nel territorio della provincia di Mantova della sezione locale del WWF; Lupo e sciacallo dorato a Mantova? Fra possibili ritorni e novità, un dibattito sulla presenza di questi animali in aree antropizzate, organizzato dal Gruppo ricerche avifauna mantovano parallelamente alla mostra didattica realizzata con il contributo del Rotary Club Mantova, sulle segnalazioni storiche di lupo nel mantovano.

 

Grazie alla collaborazione dell’ente Parco del Mincio, saranno organizzate escursionie visite guidatenei luoghi che più rappresentano lo spirito del Forum: il giardino Ottocentesco delle Bertone e il Centro cicogne, che ospita numerose varietà di alberi secolari e il centro di reintroduzione della cicogna bianca; il fiume Mincio, con due escursioni tra arte e natura; la Foresta Carpaneta, risultato di un progetto di forestazione avviato nel 2003; la Riserva Naturale Statale Bosco Fontana, ciò che rimane delle antiche foreste che ricoprivano un tempo tutta la Pianura Padana.

 

Il World Forum on Urban Forests è promosso da FAO, organizzato da Comune di Mantova Politecnico di Milano, SISEF con il patrocinio di Ministero dell’Ambiente, Ministero delle Politiche Agricole alimentari e forestali, Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste.

Main Partner: Gruppo Tea Spa. 

Partner: Finservice, Confagricoltura. 

Partner tecnici: Antoniazzi, Apam, Autocenter, Bustaffa, Coplant, De Simoni, I Guzzini, MyNet, MySound, Natural Wood Design Bambini, Panguaneta, Siglacom, Vivai Margheriti.

Editorial Partner: LifeGate.

 

Informazioni e prenotazioni su: www.wfuf2018.com

Facebook: @wfuf2018 

Hashtag ufficiali: #wfuf #wfuf2018

 

 

Delos Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

1ST WORLD FORUM ON URBAN FORESTS, MANTOVA 2018

 

Dal 28 novembre al 1 dicembre 2018 Mantova ospiterà il 1st World Forum on Urban Forests promosso dalla FAO, organizzato dal Comune di Mantova, dal Politecnico di Milano e da SISEF, curato da un comitato scientifico internazionale di esperti diretto dall’architetto urbanista Stefano Boeri e da Cecil Konijnendijk della University of British Columbia.

 

Il Forum radunerà oltre 400 esperti da più di 50 Paesi di tutto il mondo per discutere – per la prima volta tutti insieme – dell’importanza di rendere più verdi le nostre città. Queste occupano solo il 3% della superficie del pianeta, ma consumano il 70% dell’energia globale, l’80% del cibo ed emettono il 75% degli inquinanti e dei gas serra. Si prevede che tra 30 anni la popolazione urbana, oggi al 54% toccherà punte del 70%. È dunque urgente una riflessione sulla forestazione urbana per creare città più inclusive, più sane e sicure, fronteggiare la distruzione ambientale in atto e restituire alle generazioni future un pianeta migliore.

 

Il World Forum on Urban Forests – anticipato martedì 27 novembre da una giornata dedicata ai giovani – si articolerà in conferenze e discussioni che si concluderanno con il cities forum sull’importanza di un design urbano lungimirante per rendere le metropoli più resilienti, dove sarà lanciato il Mantova Challenge, un programma di riconoscimento internazionale che celebra le città che si impegnano a favorire una migliore qualità della vita urbana nel mondo, e una Call for actions, un manifesto per intraprendere azioni concrete e globali di riforestazione urbana.

 

Photo Credits: Jungle in the city – Singapore -  Ruben Castor Ranin

 

Nelle giornate del Forum ci saranno anche una serie di iniziative aperte a tutti: convegni e dialoghi ma anche concerti, mostre e installazioni, proiezioni cinematografiche, escursioni, iniziative per bambini e ragazzi. In programma 5 appuntamenti nati dalla sinergia con Festivaletteraturache avranno come protagonisti Giorgio Vacchiano, Rola Khoury, Stefano Boeri, Paola Antonelli, Stefano Mancuso, Tiziano Fratus e Lorenza Zambon.

Per gli appassionati di cinema due iniziative speciali: il primo Festival Cinematografico Internazionale Sulle Foreste e la proiezione di Planet Earth CITIES, la puntata della serie di documentari firmata BBC dedicata alle metropoli, con protagonista il Bosco Verticale di Boeri.

Le tematiche del Forum saranno reinterpretate attraverso installazioni suggestive: quella audiovisiva dello studio di visual design Propp, dove i visitatori si ritroveranno immersi in una foresta infinita; e quelle di Openfabricche con i loro ecosistemi diversi dimostreranno come le foreste possono diventare parte integrante dei paesaggi urbani contemporanei.

Si indagheranno anche i benefici delle foreste urbane sulla salute mentale e fisica degli individui nel ciclo di incontri Verde è salute.

 

  

Ufficio stampa Delos

 

PER EY (Ernst & Young) E’ ANDREA RIGONI, IL VINCITORE DEL PREMIO SPECIALE “SOSTENIBILITA”

 Riconoscimento ufficiale per l’AD di Rigoni di Asiago

                                                                                                       

Alla 21.a edizione del premio EY “L’Imprenditore dell’anno”, il premio speciale “Sostenibilità” ha visto sul podio l’AD di Rigoni di Asiago, un’azienda che da anni parla di ambiente, di natura e, soprattutto, di biologico. Un premio dunque che non parla solo di business ma che vuole rilevare quanto sia più che importante la salvaguardia del territorio e della salute, come si legge nella motivazione ufficiale: “Per aver innovato, nel corso degli anni, le tecniche di produzione e l’offerta dei propri prodotti, senza mai rinunciare alla qualità e alla propria identità etica aziendale, valorizzando sempre la sana alimentazione, fino a diventare leader di mercato del proprio settore”.

Andrea Rigoni, amministratore delegato e Presidente di Rigoni di Asiago, azienda alimentare nata nell’omonimo Altopiano nel 1923 e specializzata in un primo tempo nel settore dell’apicoltura, ha iniziato a lavorare nell’impresa di famiglia in giovane età. 

 

Nel corso degli ultimi decenni l’imprenditore veneto ha dato all’azienda un nuovo assetto manageriale e, scegliendo di produrre unicamente secondo il metodo biologico, ha preparato quella che è diventata una sfida importante verso uno sviluppo sostenibile. Il gruppo veneto, oggi fattura oltre 130 milioni di euro e i suoi prodotti (Mielbio, Fiordifrutta, Nocciolata, Dolcedì, Tantifrutti e Dolceherbe) vantano posizioni di leadership non solo nel mercato italiano ma anche in Francia e in molti altri Paesi del mondo. La scelta del biologico, per Andrea Rigoni, non è una moda ma un vero e proprio credo verso l’amore e il rispetto per la natura, unica via per salvaguardare la salute del consumatore. Oltre all’aspetto biologico, l’azienda Rigoni di Asiago ha fatto numerosi interventi nel ciclo produttivo con l’obiettivo di favorire la green economy. Nello stabilimento di Foza, ad esempio, sono stati installati impianti a basso consumo energetico che, attraverso una “tecnologia dolce” migliorano il contenuto delle sostanze nutritive presenti naturalmente nelle materie prime. Nel polo logistico di Albaredo c’è addirittura un risparmio energetico del 25%.

 

Punti di forza che vanno ad aggiungersi ad altri temi “verdi” quali il consumo dell’acqua e lo smaltimento dei rifiuti. Infatti, durante la trasformazione, la maggior parte dell’acqua utilizzata per la lavorazione del miele e delle confetture viene riciclata. In quanto ai rifiuti, poi, questi sono limitati al cartone (riciclato) e a fogli di plastica da imballo (rifiuti speciali).

Grazie al laboratorio interno alla R&S, l’Azienda Rigoni di Asiago ha ottenuto importanti certificazioni sul sistema di gestione della qualità e sulla sicurezza alimentare Ifs Food e Brc Food. 

Siamo fermamente convinti che noi, come società globale, dobbiamo fare scelte responsabili, rispettare stili di vita sostenibili e utilizzare la migliore tecnologia per creare un equilibrio tra la disponibilità e il consumo di risorse. Fin dalla sua fondazione la nostra Azienda si è impegnata a rispettare l’ambiente, favorendo la biodiversità e lo sviluppo di buone pratiche per garantire scelte consapevoli per noi e per le generazioni future”. (Andrea Rigoni) 

 

Lucia Villa 

UN VINO DA LEGGERE O UN LIBRO DA DEGUSTARE? I LIBROTTIGLIA DI MATTEO CORREGGIA DA COLLEZIONE

 

I Librottiglia di Matteo Correggia sono l’incontro tra la degustazione di vini d’eccellenza e il piacere della lettura. Le caratteristiche di ogni prodotto sono abbinate a un genere narrativo specifico, per dare vita a esperienze eno-letterarie basate sul perfetto equilibrio tra le suggestioni sensoriali e gli scenari i

mmaginati nei racconti. Tre autori sono stati coinvolti in questa raccolta di piccole ed emozionanti storie che accompagnano la selezione di vini. Il formato speciale da 375 ml è stato scelto come contenitore ideale per esprimere il concetto del progetto: un breve racconto da leggere mentre si sorseggiano due calici di un vino d’eccellenza.

I Librottiglia si distinguono per l’originale “label book”: un piccolo ed elegante libro che funge da etichetta frontale delle bottiglie. Un cordino crea un rituale nell’apertura e nella chiusura del libretto e stabilisce un “filo conduttore” che rafforza l’identità coordinata della linea di prodotti. Ogni prodotto è custodito in uno speciale tubo nero con tappo metallico che conferisce ancora più eleganza a ogni Librottiglia. 

ROERO ARNEIS: “L’omicidio” di Danilo Zanelli, giornalista e autore satirico, è un giallo venato di humour che s’intona con lo spirito fresco e leggero di questo vino. 
Prezzo al pubblico: 13,40 €
 
ANTHOS: La cantante e autrice Patrizia Laquidara firma “La Rana nella Pancia”, una favola intrigante adatta alla personalità non comune del rosso Anthos, un brachetto secco dal sorprendente bouquet dolce. 
Prezzo al pubblico: 13,40 €
 
ROERO: “Ti amo. Dimenticami” di Regina Nadaes Marques, scrittrice e produttore culturale, è la storia di un amore che cambia la vita, intensa come il nebbiolo rosso rubino. 
Prezzo al pubblico: 14,50 €

Marta Nosari

LA BUONA ALTERNANZA SCUOLA LAVORO? PARTE DALLA RISTORAZIONE

 

 

 

Si è conclusa la prima edizione di "Ristorazione 4.0, la buona scuola è servita", il progetto di alternanza scuola-lavoro promosso dalla Federazione Italiana Pubblici Esercizi in collaborazione con le principali aziende della web economy. Lo scenario italiano dell'alternanza scuola-lavoro: secondo i dati del MIUR i progetti attivati a partire dal terzo anno di corso sono stati 76.246, per un totale di 6.000 istituti coinvolti. 

L'uso della tecnologia nei pubblici esercizi italiani: solo il 40% dei ristoranti ha un sistema di gestione dei processi interni, mentre il 41% non ha un account social. 

 

La ristorazione come "terreno fertile" per prepararsi al mondo del lavoro, valorizzando nello stesso tempo le competenze dei millennial. Con questo spirito Fipe ha dato vita all'inizio del 2018 al progetto "Ristorazione 4.0, la buona scuola è servita", i cui risultati sono stati presentati oggi a Firenze: l’atto conclusivo di un percorso durato 8 mesi che ha coinvolto oltre 90 ragazzi di quarta superiore dell’indirizzo SIA (Sistemi Informativi Aziendali) dell'Istituto Galilei del capoluogo toscano. L'incontro ha visto la presenza di un ricco parterre di ospiti tra i quali Aldo Mario Cursano, Vice Presidente vicario di Fipe, l'on.Gabriele Toccafondi, già sottosegretario al MIUR, il presidente del Consiglio Regionale di Toscana Eugenio Giani, Cristina Giachi, vicesindaco di Firenze, e Stefano Gemmi, dirigente scolastico ISIS "G. Galilei". 

 

Quello promosso da Fipe è un programma di alternanza scuola lavoro ancora inedito in Italia, focalizzato su un reciproco scambio di competenze: gli studenti infatti non solo hanno avuto modo di mettersi alla prova nel mondo della ristorazione acquisendo molti "segreti" del mestiere, ma nel corso degli otto mesi di esperienza hanno potuto affiancare i gestori di bar e ristoranti aiutandoli a diventare sempre più digital e a gestire in modo più efficiente i loro canali di promozione, dal sito web ai sistemi di prenotazione on line. 

 

“Quello di Firenze è un progetto pilota, che ci proponiamo di estendere sul territorio italiano, che inaugura un nuovo e più proficuo modello di alternanza scuola lavoro - dichiara Aldo Mario Cursano, Vice Presidente vicario di Fipe e Presidente della Confcommercio di Firenze -. Una "buona" alternanza che punta sullo scambio di attitudini, competenze ed esperienze tra studenti, imprese della ristorazione e protagonisti della web economy, un nuovo modo di "accompagnare" le giovani generazioni nel mondo del lavoro rendendole protagoniste e "motori" del cambiamento, tecnologico e culturale, che costituisce una delle presenti e future sfide per il mondo dei pubblici esercizi".

 

Il programma di alternanza scuola lavoro, sviluppato da Fipe in collaborazione con TripAdvisor, TheFork, Axelero e Foodora e che ha visto anche la partecipazione di Google potrebbe presto essere riproposto in altre regioni italiane e favorire un upgrade degli attuali diplomi di istruzione tecnica superiore nei quali possano essere messe in luce le nuove competenze disciplinari, tecniche e trasversali acquisite attraverso il percorso di alternanza. 

L'incontro di Firenze è anche un'occasione per fare il punto sull'uso della tecnologia nei pubblici esercizi e sul più recente scenario dell'alternanza scuola lavoro in Italia, anche alla luce di cambiamenti attesi che vedranno una riduzione del numero delle ore. 

L'uso della tecnologia nei pubblici esercizi

 

Il pubblico esercizio risulta un settore forte sul prodotto (scelta e preparazione delle materie prime) ma molto debole sulla gestione, il marketing e l'innovazione, sia nel back office che nel front office. Solo il 40% delle imprese di ristorazione utilizza strumenti di gestione dei processi interni. Si tratta prevalentemente di applicazioni per la gestione delle comande (17%) o di soluzioni per la fatturazione elettronica (13%). Appena il 7% ricorre alle tecniche del cosiddetto menu engineering e il 6% ad applicazioni per la gestione on line delle prenotazioni. 

Per quanto riguarda la tecnologia di relazione con il cliente risulta evidente come l'attività in cui i ristoratori risultino più digitali, sia quella che ha a che fare con le recensioni. L'81% legge le recensioni sui siti e il 27%, pochi per la verità, spinge i clienti a scrivere recensioni. Il 41% dei ristoranti non ha alcun account social. 

 

L'alternanza scuola lavoro in Italia

Nell'anno scolastico 2016/17 sono state coinvolte circa 6.000 scuole. In particolare il totale dei percorsi in alternanza attivati a partire dal terzo anno di corso sono stati 76.246, per la maggior parte dei casi (88,1%) percorsi annuali. In base alla tipologia del percorso formativo, il 55% dei progetti viene attivato nei licei, il 30% negli istituti tecnici e il 15% negli istituti professionali. Gli studenti del secondo biennio del percorso di studi che in totale hanno svolto percorsi di alternanza scuola/lavoro sono stati 873.470, che salgono a 937.976 considerando anche quelli dell'ultimo anno di corso non ancora in obbligo, così suddivisi: 451.162 nei licei, 289.560 negli istituti tecnici e 197.254 negli istituti professionali. Il 43,2% dei progetti di alternanza scuola lavoro viene complessivamente portato avanti nelle imprese, percentuale che sale al 60,6% quando si tratta di istituti professionali.

 

 

Deborah Moleri

 

LE PAROLE LE PORTANO VIA IL VENTO...ED IL MARE...

 

 

Questi sono giorni estremamente importanti e delicati per il comparto balneare territoriale e nazionale, settore trainante dell'economia turistica della mia terra.
La Regione Liguria è conosciuta certo per il suo entroterra, ma principalmente per l'alta qualità delle sue spiagge, in grado di accontentare qualsiasi richiesta.
Queste aziende sono il nostro biglietto da visita agli occhi nazionali e oltre, e, fra diretto e indotto, impiegano qualche decina di migliaia di risorse umane.

 

La Regione Liguria, a tutela del settore, ha prodotto due disegni di legge, la n.25 e la n.26, delle quali io ho avuto l'onore e il privilegio di essere primo firmatario e relatore in Assemblea del Consiglio Regionale.
Un progetto unico, frutto della collaborazione con l'Assessorato al Demanio e con gli altri colleghi consiglieri.

 

Il Governo Gentiloni, come ultimo atto di un Governo già morto, le ha impugnate, e questa mattina la Corte Costituzionale discute la legge relativa alla tipicità del sistema balneare ligure, legge che non avrebbe dovuto subire l'impugnativa dal precedente Governo e che il Governo Conte avrebbe dovuto ritirare.

 

In attesa del pronunciamento della Corte, sperando che il buonsenso e il rispetto nei confronti degli operatori delle p.m.i. della nostra Regione non vengano meno, lanciamo un monito: non vorremmo che questa situazione fosse una scusa per mettere "la polvere sotto il tappeto", pensando di aver risolto il problema.
Se il Governo deciderà di non sostenere le nostre leggi, ne produca altre, ma che siano REALMENTE a tutela del settore balneare, che siano un provvedimento che SUPERI la direttiva servizi Bolkestein.

 

In questi giorni, al problema delle scadenza delle concessioni se ne è aggiunto un altro ancor più devastante: la distruzione da parte della furia del mare di aziende che non solo hanno visto le strutture irrimediabilmente danneggiate, ma che non hanno neppure più una spiaggia sulla quale poter ricostruire. 
Se da una parte è giusto e sacrosanto non dividere il fronte del No alle Aste e di una riforma del settore è altrettanto vero che questa è una situazione d'emergenza e come tale va trattata.

 

Oggi in Regione Liguria, incontreremo i rappresentanti delle associazioni di categoria proprio di quelle aziende distrutte. 
Ora più che mai, vedendo le immagini di imprese rase al suolo, molte delle quali di proprietà di persone conosciute e amiche, è necessaria una riforma urgente del settore, riforma che stiamo aspettando da molto tempo: più di 11 anni. 

 

La Bolkestein va superata e, nella drammaticità di questa occasione, riponiamo la nostra fiducia e le nostre speranze nell' operato del Ministro Gian Marco Centinaio, affinché venga prodotto un documento forte, concreto, difeso anche in Europa, che abbia la forza necessaria per tutelarci e superare le troppe, inutili parole fatte fino ad ora. 
Oggi, con quello che è successo, è già troppo tardi.
#lamialiguria

                                                                                                                    

 

LA BASE BALNEARE IN REGIONE LIGURIA CON UN DOSSIER CHE FOTOGRAFA I DANNI ALLE STRUTTURE BALNEARI

 

Mareggiata Ottobre 2018: ingenti danni alle aziende balneari

 

 

La Presidente del Sindacato La Base Balneare, Bettina Bolla, oggi, martedì 6 novembre, sarà a Genova in Regione Liguria, nell’incontro voluto dall’Assessore al Demanio Marco Scajola, dopo la violenta mareggiata che ha distrutto le coste liguri, provocando danni importanti e gravi alle strutture, fotografate in un dossier di oltre 350 pagine. 

https://labasebalnearecondd.files.wordpress.com/…/dossier-m…, con le prime e per ora parziali testimonianze da parte dei balneari liguri, raccolte in questi giorni nelle chat da loro create per scambiarsi informazioni e notizie. 

“Un dossier - spiega la Bolla - che racconta la distruzione e che è stato richiesto anche dall’Ufficio legale della Regione Liguria a supporto della difesa della Legge regionale Ligure in discussione proprio oggi in Corte Costituzionale”. 

Nei prossimi giorni la Presidente sarà a Roma, per portare il dossier e per chiedere una risoluzione immediata del problema.

 

“Oggi, non abbiamo più tempo” – conclude la Bolla. “Abbiamo bisogno di una legge di riordino dell’intero comparto che permetta soprattutto alle aziende, anche a quelle distrutte, di rialzarsi e di investire, anche in opere di difesa della costa”.

B. B.                                                                                                                                                         

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