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Recensioni

3 solo nei primi 50: i risultati del premio World’s 50 Best Restaurants 2017

4 tra i 100 migliori ristoranti del mondo sono membri Le Soste
3 solo nei primi 50: i risultati del premio World’s 50 Best Restaurants 2017

 

Il premio World’s 50 Best Restaurants 2017 premia Le Soste: 4 tra i 100 migliori ristoranti del mondo sono soci, di cui 3 solo nei primi. Quasi la totalità dell’Italia: 7 premiati su un totale di 8 ristoranti italiani in classica.
 
2, 15, 43 e 59: le posizioni conquistate dai soci Le Soste nella prestigiosa classifica World’s 50 Best Restaurants, rispettivamente secondo Massimo Bottura dell’Osteria Francescana di Modena, nonché premiato come miglior ristorante in Europa; 15esimo Enrico Crippa di Piazza Duomo ad Alba (CN); 43esimo Niko Romito del Reale (attesa new entry dell’anno) a Castel Di Sangro (AQ) e 59esimo Davide Scabin di Combal.Zero di Rivoli (TO).
 
La migliore ristorazione italiana è stata rappresentata a Melbourne quasi totalmente da Le Soste, l’intento di rappresentare il meglio della cucina italiana nel mondo è stato raggiunto.
 
Nel 1982, l’Associazione ha preso vita per riunire tutte le tendenze che rendono unica la cucina italiana, con una selezione dei migliori 85 ristoranti della Penisola: tutto è nato da una cena tra ristoratori amici presso il ristorante di Gualtiero Marchesi, che allora si trovava in via Bonvesin de la Riva a Milano, Gualtiero Marchesi, Antonio Santini, Roberto Ferrari e Gaetano Martini, stabilirono di incontrarsi periodicamente per condividere spunti e progetti sull’enogastronomia italiana d’eccellenza e ora gli ideali di cultura gastronomica, convivialità, accoglienza, cortesia e raffinatezza che ogni ristorante dell’Associazione custodisce e tramanda, vengono trasmessi e presi ad esempio in tutto il mondo.
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Camilla Rocca

Rocca delle Macìe continua ad investire con costanza sui suoi pilastri aziendali: la terra, gli uomini, la passione

Rocca delle Macìe, squadra che vince

TUTTI I VINCITORI DI “BERE IL TERRITORIO”

Si è conclusa ad Alba la XVI edizione del Concorso Letterario Nazionale promosso da Go Wine 

Allo scrittore Maurizio Maggiani il riconoscimento de  “Il Maestro” di Bere il territorio

Si è svolta sabato 1 aprile presso la nuova Sala Fenoglio di Alba la Cerimonia Finale della XVI Edizione di “Bere il Territorio”, il Concorso Letterario Nazionale promosso da Go Wine che invita i partecipanti a raccontare il loro rapporto con il vino.

Un appuntamento ormai tradizionale che rappresenta uno dei progetti culturali più significativi di Go Wine, associazione nazionale che opera a favore della cultura del vino e dell’enoturismo.

Un Concorso nato nel 2001 per diffondere un concetto positivo del corretto consumo dei vini di qualità e per contribuire a dare rilevanza culturale al tema della viticoltura in un Paese di grandi tradizioni come l’Italia.

Vincitore della sezione generale dedicata ai giovani tra i 16 e i 24 anni del concorso è Davide Giuseppe Lisa di Carmagnola (Torino) con il racconto “Alla ricerca del Syrah”, mentre Manuela Olivieri di Monte Compatri (Roma) si è aggiudica il premio per la sezione generale riservata ai soggetti con età superiore ai 24 anni, con il racconto “All’altezza dei suoi occhi”.

Il riconoscimento della sezione speciale riservata agli Istituti Agrari è stato assegnato a Alessio Raffanti, Brando Falaschi, Maria Veronica Taddei, Eleonora Guidi e Alice Pietosi, studenti dell’Istituto “Ugo Patrizi” di Città di Castello (Perugia), per la ricerca volta al recupero e alla propagazione di vitigni autoctoni dell’Alta Valle del Tevere.

In sala è intervenuto lo scrittore Maurizio Maggiani, designato ”Maestro di Bere il Territorio” di questa edizione e autore tra i più significativi del secondo Novecento italiano. 

Con la sua presenza Maggiani ha conferito prestigio all’iniziativa e si inserisce nel’albo d’oro di un premio attribuito negli anni a Luigi Meneghello, Niccolò Ammaniti, Claudio Magris, Lorenzo Mondo e Gianmaria Testa, Sebastiano Vassalli, Dacia Maraini, Alberto Arbasino, Enzo Bettiza, Franco Loi, Francesco Guccini, Pupi Avati, Raffaele La Capria e Gustavo Zagrebelsky.

Durante questi mesi Bere il Territorio ha animato appuntamenti culturali che si sono svolti in diverse regioni italiane, con il contributo di molti soci ed enoappassionati.

La Giuria del concorso è composta da: Marco Balzano (scrittore), Giorgio Barberi Squarotti (Università di Torino), Gianluigi Beccaria (Università di Torino), Valter Boggione (Università di Torino), Margherita Oggero (scrittrice), Bruno Quaranta (La Stampa-Tuttolibri), Massimo Corrado (Associazione Go Wine).

Sostengono questa iniziativa la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e un Comitato di aziende vinicole italiane composto da:  Aglianica Associazione Culturale Rionero in Vùlture (Pz); Antica Distilleria Sibona Piobesi d’Alba (Cn); Cantina del Barone Cesinali (Av); Cantine dell’Angelo Tufo (Av); Cantine Vitevis – Montecchio Maggiore (Vi); Consorzio Tutela dell’Ovada docg; Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese; Gostolai di Arcadu Giov. Antonio Oliena (Nu); Il Cancelliere –Montemarano (Av); Vietti  Castiglione Falletto (Cn).

Info: Go Wine – Via Vida 6, Alba Cn - Tel. 0173 364631 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - www.gowinet.it

 

FIRENZE CELEBRA IL BUON GUSTO ITALIANO

 

Antonello Maietta, Presidente nazionale dell’AIS, tra i personaggi dell’anno dell’enogastronomia e della ristorazione, che riceveranno sabato 1 aprile il Premio Italia a Tavola 2016

 

A poche ore dal termine del primo G7 della cultura, Firenze si appresta ad accogliere la due giorni dedicata alla cultura dell’accoglienza e dell’ospitalità. Ad affiancare Italia a Tavola, nell’organizzazione dell’evento, ci sono associazioni di spicco come Ebit (Ente bilaterale industria turistica) e l’Associazione italiana Confindustria alberghi. Main sponsor Grana Padano e Istituto Trentodoc, che hanno sostenuto anche il sondaggio durante le otto settimane. L’edizione di quest’anno ha registrato un record assoluto, con 197.000 votanti che hanno scelto i vincitori delle diverse categorie: Ernst Knam lo riceverà per la categoria “Cuochi, Pizzaioli e Pasticceri”, Danny Del Monaco per i “Barman”, Paolo Massobrio tra gli “Opinion leader” e Antonello Maietta per i “Maître, Sommelier e Manager d’hotel”. 

“È un grande onore per me ricevere questo premio” ha dichiarato Antonello Maietta. “Figuravano molti personaggi di spicco tra i candidati e la contesa è stata serrata. Ringrazio tutti quelli che hanno espresso il loro voto a mio favore. Questa vittoria per me riveste un grande significato, e testimonia che il mio operato a favore del mondo della sommellerie non è passato inosservato.”

 

 Elisa Braccia

LA GRAN BRETAGNA DELL’ECCELLENZA IN VISITA A FIESOLE

 

Nella splendida cornice di Belmond Villa San Michele a Fiesole, sabato 1 aprile avrà luogo la manifestazione dedicata alla degustazione di vini e prodotti alimentari in onore delle Loro Altezze Reali Principe Carlo, Principe di Galles, e di sua moglie Camilla, Duchessa di Cornovaglia.

 

Ad accogliere le Loro Altezze Reali non poteva mancare l’eccellenza della produzione britannica in fatto di carne e prodotti caseari.

 

Il Regno Unito ha infatti una tradizione secolare nell’allevamento di carne bovina e ovina e nella produzione di latticini. Per questo West Country Beef e West Country Lamb, due fra i più rappresentativi prodotti di tutto il settore zootecnico inglese che due anni fa hanno ottenuto il marchio IGP, Indicazione Geografica Protetta, e Lye Cross Farm, azienda pluripremiata tra i migliori produttori di Cheddar del West Country, il vero cheddar, che ha ottenuto il riconoscimento di Denominazione Origine Protetta (DOP), saranno presenti per la prima volta per offrire agli ospiti l’eccellenza della loro produzione.

 

L'area geografica di allevamento delle carni è costituita da 6 contee nel sud ovest del paese: Cornovaglia, Devon, Dorset, Gloucestershire (dove è situata la Fattoria del Principe di Galles), Somerset e Wiltshire, che insieme formano la cosiddetta regione West Country dell'Inghilterra. Il bestiame per essere marchiato IGP deve nascere ed essere cresciuto interamente nelle aziende agricole all'interno di questa regione.  Razza, ambiente, macellazione e maturazione sono le quattro componenti fondamentali che influiscono sulla qualità finale della carne e per ottenere un risultato perfetto esse devono incidere allo stesso modo.

 

La grande tradizione e la vasta conoscenza dei metodi di allevamento e di produzione fanno degli allevatori inglesi tra i più esperti e competenti nell’ottenimento di una carne riconosciuta in tutto il mondo per la sua tenerezza ineguagliabile.

 

Situata in un’area di naturale bellezza, nella valle di Wrington, l’azienda agricola Lye Cross Farm si estende su un pascolo di 1.700 ettari ed è una delle più rinomate produttrici del vero Cheddar Cheese. Le mucche allevate in pascoli naturali e all’aria aperta garantiscono un prodotto di elevatissima qualità. Il loro latte viene portato a breve distanza all’interno della fattoria nella zona del caseificio che produce così 1.300 tonnellate di Cheddar Biologico e 3.200 tonnellate di Cheddar convenzionale all’anno.

 

E’ pertanto l’eccellenza del comparto agricolo britannico che farà da palcoscenico alla visita delle Loro Altezze Reali che non mancheranno di apprezzare – in questa splendida cornice – gli abbinamenti con la produzione dei vini ‘nobili’ toscani, vero e proprio fiore all’occhiello dell’economia italiana. 

 

 

AHDB, Agriculture and Horticulture Development Board, è l'ente britannico non governativo per il sostengo e lo sviluppo dell’industria agroalimentare. 

Per informazioni visita: www.carneperfetta.it

 

 

 

FIVI IN COMMISSIONE AGRICOLTURA ALLA CAMERA CHIEDE UNA PROROGA PER IL REGISTRO TELEMATICO

La Presidente Matilde Poggi esprime la sua preoccupazione per l'avvio ufficiale del registro telematico, previsto per il 30 aprile. Apertura dalla Commissione sulla revisione della rappresentatività nei Consorzi

La Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti – FIVI - ha espresso la sua preoccupazione per l'ormai imminente termine del periodo sperimentale del registro telematico. Uno strumento utile, ma che al momento sta creando non pochi problemi, soprattutto ai piccoli produttori.
Rappresentata dalla presidente Matilde Poggi nell'audizione del 29 marzo della Commissione Agricoltura della Camera, assieme a Agrinsieme (Confagricoltura, CIA, Copagri, Alleanza delle cooperative italiane-agroalimentare), Coldiretti, UeCoop e Unci e delle associazioni Assoenologi, Asso-Odc, Federdoc, Federvini e Unione Italiana Vini (UIV), la FIVI ha portato avanti le istanze dei vignaioli indipendenti, e ha chiesto nuovamente l'esenzione dall'utilizzo del registro informatico per le aziende che producano meno di 300 ettolitri di vino all'anno. Matilde Poggi chiede comunque che il sistema vada a regime solo quando gli enti cerificatori delle doc saranno in linea con il SIAN, affinchè i vignaioli non siano obbligati a fare la medesima comunicazione due volte. 
L’audizione è stata anche l’occasione per porre l’attenzione su un altro tema tanto caro a FIVI: la richiesta di modifica dei criteri di rappresentatività all’interno dei Consorzi di tutela. "C'è stata una positiva apertura da parte di tutti – dichiara la presidente Poggi – sulla necessità di rivedere una legge che di fatto rende non scalabili le maggioranze dei Consorzi. Questo ci lascia ben sperare per il futuro".

 

Poderi Luigi Einaudi a Grandi Langhe

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Poderi Luigi Einaudi a Grandi Langhe

 

Poderi Luigi Einaudi partecipa a Grandi Langhe, l’appuntamento giunto alla terza edizione, dedicato alla valorizzazione dei cru dei differenti territori di origine. Un obiettivo perseguito anche da Matteo Sardagna Einaudi, quarta generazione dell’azienda, che sta proseguendo nel progetto di acquisizione delle migliori posizioni in Barolo.

 

Le uve Einaudi provengono infatti tutte da vigneti acquisiti nei Cru storici della Langa. Le 11 cascine di cui si compone l’azienda si trovano nelle zone storicamente riconosciute come le migliori per esposizione, posizione e qualità dei terreni.

Per citarne alcune: San Luigi a Dogliani, il Cannubi, uno dei vigneti più ambiti proprio nel così detto “cuore” del distretto dedicato al Barolo, e la recente acquisizione a Dardi - Bussia nella stessa area.

 

Durante la kermesse enoica i professionisti avranno perciò l’opportunità di degustare i vini di Poderi Luigi Einaudi a partire da domenica 2 aprile in cui verrà presentato il Barolo con i cru storici Cannubi e Terlo Vigna Costa Grimaldi 2013 in degustazione dalle ore 10.00 alle ore 18.00 presso il Castello di Barolo. I due vini presentati esprimono la volontà di Matteo Sardagna Einaudi di vinificare Nebbioli che ambiscano nel tempo a divenire vini di altissimo livello, massima espressione delle singole sottozone, con caratteristiche e sfumature distintive di ogni singolo terroir.

 

A seguire il 4 aprile l’azienda farà degustare il Dogliani Superiore Vigna Tecc 2015presso Moda Venue a Monforte d’Alba dalle ore 10.00 alle ore 18.00. Questo vino è rappresentativo della crescita avuta negli anni rispetto alla complessità e ricchezza negli aromi, dimostrata dalla notevole tenuta nel tempo.

 

La giornata di martedì si chiude con l’Evento Dogliani che si terrà presso la sede storica dei Poderi con un incontro tutto dedicato a questo vitigno storico. Alle ore 19.30 verrà proiettato il film di Massimo Zanichelli “Dogliani: un’anima nel vino”, il testimone di eccellenza nel film è Ludovico Einaudi, che racconta con le parole e la musica, il suo legame con il paese e le colline che lo circondano. Il regista sarà presente alla proiezione. La serata terminerà con la Cena di Gala. Per maggiori informazioni consultare il sito: www.grandilanghe.it.

 

L'azienda è oggi una realtà che, fin dalla sua fondazione, appartiene alla stessa famiglia e che si compone di più di 150 ettari di cui 56 vitati, producendo vini di alta gamma premiati sia in Italia sia all'estero. Da anni, le produzioni Einaudi sono inserite nelle più autorevoli guide italiane di settore e sono state incluse anche nella Top 100 di Class Life. Inoltre, non solo l'americano Wine Spectator e il tedesco Wine.Pur, ma anche testate asiatiche e cinesi hanno dato lustro ai vini Einaudi.

 

Per maggiori informazioni www.poderieinaudi.com

 

Ufficio Stampa 

Alessandra Zaco

Mob. +39 339 6534643

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La rete siamo noi: A Slow Fish 2017 si incontrano eroi del mare da tutto il mondo

 
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La rete siamo noi
A Slow Fish 2017 si incontrano eroi del mare da tutto il mondo
Hanno subito per anni le conseguenze sull’ecosistema marino, l’economia e il regime alimentare quotidiano provocate dalla sua ingordigia, fin quando non hanno reagito con successo. Stiamo parlando delle comunità della piccola pesca dei Caraibi e del pesce leone, lungo circa 30 centimetri ma dotato di aculei velenosissimi. È una specie aliena proveniente dagli Oceani Pacifico e Indiano che, a causa della sua voracità, ha provocato seri danni all’equilibrio marino dei Caraibi, portando le popolazioni di interesse commerciale, come l’aragosta, al limite dell’estinzione. Fino a quando lo scorso anno la Asociación de Pescadores Artesanales del Caribe Sur (Asopacs) ha stilato e presentato al Ministero dell’Ambiente della Costa Rica un protocollo per la sua cattura e commercializzazione. L’iniziativa si è presto diffusa in altri Paesi, tant’è che ormai il pez león è un piatto di punta dei migliori ristoranti del Centro America. A Slow Fish ospitiamo una delegazione di pescatori dei Caraibi, tra i quali José Ugalde Jimenez, per condividere questa e altre storie, speriamo tutte con buon esito. La delegazione di pescatori dei Caraibi parteciperà nell'ambito del progetto Slow Fish Caribe, finanziato dall'Unione Europea

A Ngaparou, una località costiera del Senegal che vive di pesca, le cose non andavano bene: il mare ricco di specie pregiate (aragoste, seppie e polpi per citarne alcune) era sfruttato con pratiche di pesca aggressive e si registravano frequenti incursioni da parte di grandi navi da pesca battenti bandiera straniera. Con il passare del tempo, il bottino delle battute di pesca era sempre più magro, come lo stipendio. Nel 2007 i pescatori hanno creato il Comité Local des Pêcheurs (CLP) de Ngaparou, di cui fanno parte 450 donne e uomini, per gestire le risorse della pesca, conservare l’ambiente marino proteggendo i siti di riproduzione, cercando anche di adottare azioni condivise per ottimizzare gli stipendi. Tra le iniziative, ad esempio, il divieto di cattura dei giovanili delle aragoste e degli esemplari femminili, la creazione di un’area marina protetta e il divieto di prendere sabbia dalla spiaggia. A raccontarcelo è il segretario generale del comitato Abdoulaye Papa Ndiaye.

Queste sono solo alcune delle testimonianze che i delegati della rete internazionale e italiana di Slow Fish vengono a condividere a Genova con i loro colleghi provenienti da tutto il mondo. Accanto ai pescatori ci sono i cuochi, nella Cucina dell’Alleanza e negli appuntamenti Fish-à-porter del Mercato, come Christian Qui: formazione da architetto del paesaggio, ha lavorato come artista a Marsiglia prima di fondare il suo ristorante SushiQui, in cui serve sushi preparato con pesce locale e di stagione pescato dai pescatori artigianali della zona. Ma anche commercianti virtuosi: per il Belgio, Wim Versteden, fondatore di Pintafish, impresa che seleziona pescato sostenibile offrendolo direttamente ai consumatori attraverso punti di vendita locali e trasporti dedicati. E accademici che dedicano ogni giorno i loro sforzi allo studio e al racconto dello stretto e delicato rapporto che lega l'uomo alla vita marina, e di come inevitabilmente ognuno di noi possa influenzarne, nel bene nel male, l’equilibrio. Uno di questi è il biologo francese Pierre Mollo, che studia l’importante ruolo che giocano i microrganismi marini, come il plancton, nell’ecosistema.

Li possiamo incontrare nella Casa Slow Food, ma anche in molti altri luoghi ed eventi della manifestazione in cui sono protagonisti indiscussi: conferenze, racconti, proiezioni, laboratori e appuntamenti gastronomici.

Per noi la rete non è soltanto un attrezzo di pesca, è anche, soprattutto, il groviglio di relazioni, fragile e ampio, che unisce acque, terra, microrganismi, pesci, pescatori, consumatori in un sistema interconnesso e vivo del quale ciascuno entra a far parte ogni volta che compie un’azione che può in qualche modo influenzare il ciclo vitale delle acque: dal semplice lancio di un mozzicone di sigaretta al più complesso atto dell’acquisto di un prodotto ittico. La rete e la campagna Slow Fish sono nate per rendere chiara questa dinamica e portare all’attenzione l’estrema necessità di promuovere sistemi di pesca che operano nel rispetto di questa delicata maglia di legami, dove il rapporto tra la salute del tessuto sociale e quella dell’ambiente è imprescindibile ed esplicito. 

Tutti i giorni i racconti delle comunità di pescatori, trasformatori, biologi e cuochi accompagnano il pubblico di Slow Fish in un viaggio attraverso i mari, gli oceani, le acque dolci, mostrando come le loro identità, conoscenze e linguaggi siano un patrimonio da salvaguardare e uno strumento efficace per comprendere la complessità del mondo acquatico. 

L’invito di Slow Fish è ad ascoltare queste e le altre storie, per esplorare i mari dal punto di vista dei protagonisti. 

Ufficio Stampa Slow Fish
Slow Food: Valter Musso, 335 7422962 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 
Elisa Virgillito, 345 2598615 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Regione Liguria: Jessica Nicolini, 340 3964399 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
www.slowfood.it

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