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Recensioni

GARDA DOP: L’OLIO NUOVO A SOL&AGRIFOOD

Il Consorzio di Tutela a Verona con la nuova annata di olio Garda DOP. Domenica alle 12 in programma il convegno 
"La gentilezza dell’olio. Alla scoperta del Garda DOP". AREA C STAND B3

L’olio nuovo del Consorzio Olio Garda DOP si presenta a SOL&AGRIFOOD, la Rassegna internazionale dell'agroalimentare di qualità in programma dal 9 al 12 aprile 2017 alla fiera di Verona, in contemporanea a Vinitaly. Il Consorzio sarà presente all’Area C Stand B3.
"L’annata 2016 del Garda – spiega Andrea Bertazzi, Presidente del Consorzio Olio Garda DOP - è stata una delle annate più abbondanti degli ultimi anni. Ad inizio stagione c’è stata una minaccia da parte della mosca olearia che siamo riusciti ad arginare con trattamenti tempestivi e mirati. Gli olivicoltori hanno potuto così preservare oliva e qualità. Il risultato si legge in un olio fruttato, dal colore verde tra il leggero e il medio, con un buon equilibrio tra amaro, piccante e dolce. Un olio che i visitatori di Sol & Agrifood potranno scoprire negli spazi del nostro stand".
Un’olio dal gusto delicato e riconoscibile come sarà raccontato domenica 9 aprile alle ore 12 in Sala Mantegna in occasione del convegno "La gentilezza dell’olio. Alla scoperta del Garda DOP". Relatore dell’intervento sarà lo stesso Andrea Bertazzi e parlerà delle caratteristiche che accomunano e differenziano gli oli delle tre macroaree di produzione: bresciano, orientale e trentino.
Durante i quattro giorni di fiera nello stand del Consorzio saranno presenti alcune aziende produttrici del Consorzio: Azienda Agricola Marchese di Canossa, Società Agricola Il Cavaliere, Azienda Agricola Venturini Paolo, Cooperativa Agricola San Felice del Benaco, Società Agicola. Rocca Pietro & Rita, Oleificio Cisano.
Nello stand del Consorzio anche il marchio di East Lombardy, progetto di promozione gastronomica della Lombardia Orientale. L’Olio del Garda DOP è infatti tra gli ambasciatori del progetto.
Info: www.oliogardadop.it


press info:
Claudia Zigliotto
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324 6199999

Michele Bertuzzo 
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347 9698760 

Torna Milano Food Week

Dal 4 al 11 maggio 2017

Torna Milano Food Week

la manifestazione cult del food&wine milanese

 

È pronta a tornare Milano Food Week, la manifestazione cult del food&wine pioniera assoluta degli eventi enogastronomici metropolitani diffusi. MFoodW mobilita il mondo della gastronomia, dell’enologia, della distribuzione e della somministrazione, proponendo al pubblico uno sguardo nuovo sul cibo. Milano Food Week significa centinaia di show cooking, incontri e degustazioni animati da cuochi e pastry chef di fama nazionale e internazionale, maestri della panificazione, grandi produttori di olio, cioccolato. Le eccellenze enogastronomiche italiane si esibiscono in location temporanee in tutta Milano: in piazza San Babila, sui Navigli, in piazza San Fedele e in zona Garibaldi.

Milano Food Week, dopo il successo delle precedenti, giunge quest’anno alla sua ottava edizione.

 

Quest’anno Milano Food Week è più che mai un evento diffuso nella città, ma con un cuore pulsante forte e ricchissimo: la Zona Tortona Savona. Organizzata dal 4 al 11 maggio in collaborazione con Milano Food City, Milano Food Week è decisa a prendere l’eredità del Fuorisalone, sia dal punto di vista organizzativo che come punto di riferimento nel proprio ambito

 

CLICCARE QUI PER ACCEDERE ALLA CARTELLA STAMPA

 

MACULAN: UN VINO PER FESTEGGIARE 40 VENDEMMIE

 

Una produzione limitata per celebrare la carriera di Fausto Maculan iniziata nel 1973. La prima bottiglia sarà stappata a Vinitaly. Formato Magnum, a 400 euro

Un vino speciale per celebrare una ricorrenza speciale. Si chiama XL Vendemmia il vino che Angela e Maria Vittoria Maculan hanno voluto realizzare per festeggiare la quarantesima vendemmia del padre Fausto. 
Una tiratura limitata di 300 magnum frutto della selezione della migliore produzione del 2013, quella di Cabernet Sauvignon Breganze DOC del vigneto Branza, a Breganze. Le bottiglie sono vestite da un'etichetta realizzata a mano dall'artista vicentino Pino Guzzonato, realizzate trasformando in carta la fibra ottenuta dai raspi degli stessi grapppoli d'uva da cui si è ottenuto il mosto.
Un vino ampio e profondo che potrà essere apprezzato al meglio dopo un lungo periodo di affinamento in bottiglia. Con il suo carattere generoso e la trama elagante rappresenta una perfetta sintesi della carriera di Fausto Maculan che nel 1973 entrava nell'azienda paterna, allora – come la quasi totalità delle imprese vitivinicole dell'epoca – molto più attenta alla quantità che alla qualità. A partire dalla prima vendemmia, affrontata da solo nel 1974, iniziava un percorso che lo avrebbe portato a girare i continenti facendosi inteprete del Made in Italy attraverso l'inconfondibile stile dei suoi vini. Grazie a Maculan il nome di Breganze è diventato famigliare agli appassionati di vino in Italia e nel mondo ed stata salvata dall'oblio la tradizione antichissima del Torcolato. Un vino dolce ottenuto dalla pigiatura dell'uva di varietà Vespaiola (coltivata solo sulle colline di Breganze) dopo un lungo appassimento che Maculan ha saputo intepretare in chiave moderna, ottenendone un vino di rara eleganza che rivaleggia con i grandi Sauternes francesi.
Ai vini dolci Fausto Maculan ha affiancato la produzione di vini rossi, prodotti con le uve delle varietà coltivate a Breganze: Cabernet, Merlot, Pinot Nero, Marzemino. Tra i suoi vini più celebri il taglio bordoldese Fratta e il Merlot Crosara. 
Sul solco dei grandi vini rossi si insersce oggi l'edizione limitata XL Vendemmia, riservata ai collezionisti e agli appassionati del marchio Maculan. Solo 300 magnum da 1,5 litri, in vendita a 400 euro l'uno. La prima bottiglia sarà stappata domenica 9 aprile alle ore 12 allo stand Maculan a Vinitaly (padiglione 7 – stand B3).

 L'ETICHETTA di Pino Guzzonato

È stata realizzata dal maestro Pino Guzzonato utilizzando i raspi, ovvero la parte legnosa dei grappoli d'uva della XL Vendemmia. La fibra pregiata è stata ottenuta tramite cottura e macerazione dei raspi, poi raccolta dall'impasto ottenuto, lasciato in sospensione in acqua, con un setaccio, proprio secondo la tecnica antica della produzione a mano della carta e, in particolare, della filigrana.
Ogni etichetta, autografata dall'autore stesso, riporta gli elementi ricorrenti in molte delle sue opere: la riproduzione stilizzata di due sauri, simbolismo grafico che per l'artista rappresenta un ritorno alle origini della civiltà. Ogni etichetta di XL Vendemmia 2013 Maculan, per la sua completa lavorazione a mano si differenzia una dall'altra e ogni esemplare è un pezzo unico.
Classe 1941, Pino Guzzonato vive e lavora nella sua casa-laboratorio in provincia di Vicenza. Dopo aver collaborato con le Università di Utrecht e Parigi, ha partecipato alla 49° Biennale di Venezia, a numerosissime rassegne e mostre in Italia, Austria, Slovenia, Francia e Giappone. Tra queste, in Basilica Palladiana a Vicenza, alla Galleria Comunale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma, all'Antico Palazzo della Pretura di Castell'Arquato - PC, all' Archiginnasio di Bologna, al Crédit Agricole di Poitiers e all' Istituto Italiano di Cultura a Vienna. Di lui, esistono numerosi scritti da parte di critici autorevoli e grandi scrittori tra i quali Fernando Bandini, Mario Rigoni Stern, Virgilio Scapin, Andrea Zanzotto. Nel 2002 ha presentato il suo libro d'artista alla Biblioteca degli Uffizi di Firenze e tenuto una personale all'Accademia di Weimar su invito della Bauhaus.

 

Press info:
Michele Bertuzzo 
347 9698760
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Andrea e Stefano Gaudenzi: giovani olivicoltori in Umbria

 Frantoio Gaudenzi

 

I loro nomi non sono certo nuovi nel mondo dell’olivicoltura italiana, visto che Stefano e Andrea (rispettivamente 27 e 23 anni) sono figli di Rossana e Francesco Gaudenzi, dell’omonimo frantoio alle porte di Trevi. Ma stavolta sono loro in prima persona a mettersi in gioco con un progetto tutto nuovo e per molti aspetti inedito che nell’immediato futuro li vedrà protagonisti assoluti.

Negli ultimi anni i successi ottenuti dal Frantoio Gaudenzi hanno notevolmente incrementato la clientela e quindi le vendite, creando le premesse per un necessario aumento della base produttiva. Gli oliveti Gaudenzi infatti si sono ampliati, ma era arrivato il momento di creare per i giovani della famiglia un progetto tutto loro, ambizioso e destinato a fare scuola nel mondo dell’olivicoltura italiana.

Andrea e Stefano infatti hanno acquistato un’azienda di circa 30 ettari in terra umbra e nei pressi del frantoio di famiglia. L’azienda è situata nel comune di Spoleto e la progettazione dei nuovi impianti è stata affidata all’agronomo Andrea Sisti del Landscape Office Agrononist di Perugia. L’azienda è situata nella fascia interna della conca spoletina a un’altitudine compresa tra i 400 e i 450 metri sopra il livello del mare, e i terreni da oltre 10 anni sono stati impiegati come pascolo per cavalli 

Solo una minima parte dell’azienda è già dedicata a oliveto, mentre i nuovi impianti saranno realizzati a partire dal febbraio 2018. La nuova azienda, che darà ad Andrea e Stefano la possibilità di esprimersi in un territorio non così caratterizzato dal Moraiolo, si trova all’interno della Dop Umbria, e le cultivar previste per i nuovi impianti saranno dunque quelle tipiche della regione.

Questi due giovani che investono in agricoltura hanno richiesto ad Andrea Sisti un progetto innovativo, che si basasse su alcuni presupposti per loro fondamentali: la salvaguardia della biodiversità, il rispetto del paesaggio e del suo assetto agricolo, la sostenibilità ambientale. Essendo nati e cresciuti tra gli olivi, Andrea e Stefano hanno profonda coscienza dell’importanza dei concetti di territorio, paesaggio e biodiversità, e sanno che solo dal mantenimento di questi tre elementi può nascere un progetto professionale e di vita destinato a durare nel tempo e di essere poi a sua volta trasmesso alle generazioni future.

La tecnologia innovativa necessaria alla realizzazione di un progetto di questa natura va incontro alla giovane età dei suoi protagonisti, e riesce a coniugare l’antica tradizione olivicola umbra con una chiara visione della modernità e del futuro. Andrea e Stefano vi attendono dunque al Sol di Verona dal 9 al 12 di aprile per illustrarvi i dettagli del progetto. Nella mattina di lunedì 10 aprile l’agronomo Andrea Sisti sarà presso lo stand per rispondere alle domande dei giornalisti.

 

Patrizia Cantini

 

 

 Francesco Gaudenzi

  

Antiche acque e vini moderni. Conto alla rovescia per l’Orcia Wine Festival 2017

 

Dal 22 al 26 aprile a San Quirico d’Orcia (SI) e Bagno Vignoni l’VIII edizione dell’evento che racchiude la produzione enologica del vino Orcia

Antiche acque e vini moderni. Conto alla rovescia per l’Orcia Wine Festival 2017

Apertura d’eccezione: l’edizione 2017 si apre con la Master Class di Kerin O’Keefe Italian editor di Wine Enthusiast

 

Degustazioni, cibo, benessere e cura del corpo, trekking, musica e immagini per raccontare il vino Orcia e le acque salutari della Val d’Orcia. Dal 22 al 26 aprile a San Quirico d’Orcia (SI) torna l’appuntamento con Orcia Wine Festival, evento organizzato dall’Amministrazione comunale, Consorzio Vino Orcia in collaborazione con Onav Siena e giunta all’VIII edizione. Con un’anteprima d’eccezione: la Master Class di vini Orcia che sarà tenuta da Kerin O’Keefe Italian editor di Wine Enthusiast (sabato 22 aprile ore 16). 

La Val d’Orcia è terra di grandi vini e sorgente naturale di acque termali apprezzate da secoli per le loro virtù benefiche. Acqua e vino uniti dalla stessa magica armonia, “Antiche acque e vini moderni” sarà, infatti, il tema dell’Orcia Wine Festival che per quattro giorni animerà San Quirico d’Orcia e Bagno Vignoni, unico centro termale medievale ancora intatto dove le spa dei centri benessere offriranno calici di Orcia accanto alle vasche di acqua calda naturale. 

E ancora nello splendido Palazzo Chigi di San Quirico, sotto le volte affrescate della metà del Seicento, i produttori di vino Orcia offriranno i loro vini in assaggio e in vendita mentre una zona sarà dedicata al wellness del vino cioè ai trattamenti che sfruttano le virtù anti invecchiamento e anti ossidanti del vino direttamente sulla pelle.  Palazzo Chigi, ospita anche la mostra “Il buon secolo della pittura senese”, un’occasione speciale per apprezzare la pittura fra Cinque e Seicento dopo aver sorseggiato un calice di vino Orcia. 

Sullo stesso tema “Antiche acque e vini moderni” il trekking da San Quirico a Bagno Vignoni con un percorso di straordinaria suggestione paesaggistica, insieme alle guide ambientali per scoprire le essenze e fare soste nelle cantine, fino ad arrivare alla vasca in cui si bagnarono Santa Caterina e Lorenzo il Magnifico.  Ancora sullo stesso tema i cortometraggi “A corto di vino” realizzati dagli studenti dell’Università di Siena - Scienze della comunicazione, coordinati da Maurizio Masini. E soprattutto le cene con i produttori nei ristoranti di Bagno Vignoni e San Quirico d’Orcia, così come la serata di gala nel salone di Palazzo Chigi. Occasioni per gustare i piatti valdorciani dono di una manualità antica insieme ai vini Orcia frutto della stessa terra e della stessa antica manualità. I vini Orcia sono infatti ancora dei gioielli artigianali destinati a un pubblico internazionale raffinato ed esigente. Nascono in piccolissime quantità e in una sessantina di piccole cantine dove ancora tutto viene fatto con cura manuale ma hanno il loro primo mercato nel territorio di produzione dove, ogni anno, arrivano oltre due milioni di turisti e escursionisti. 

La denominazione Orcia è nata nel 2000 nelle alte colline fra le zone di produzione dei vini Brunello e Nobile di Montepulciano, in un’area quindi particolarmente vocata ai grandi vini rossi da invecchiamento. Si tratta di un territorio dove in piena estate, le temperature notturne sono basse e questa escursione termica conferisce ai vini ricchezza aromatica, eleganza e longevità. Un territorio con paesaggi bellissimi e piccole città d’arte piene di capolavori che fanno dell’Orcia il vino più bello del mondo. 

In occasione dell’Orcia Wine Festival 2017 il treno natura (23 aprile), i concerti di musica e gli appuntamenti con l’opera lirica, gli sbandieratori dei Quartieri, le degustazioni guidate dagli assaggiatori ONAV e i laboratori per bambini, a cura della Piccola Fattoria Forte, daranno un tocco di allegria e di sapore a un territorio unico dove il vino è un messaggio di eccellenza. 

Info e programma dettagliato su orciawinefestival.wordpress.com. 

Infoline per informazioni e prenotazioni 0577.899728 Ufficio Turistico di San Quirico d’Orcia

INFORMAZIONI PER I VISITATORI

L’ingresso alla Mostra Mercato è a pagamento - Maggiorenni: € 7,00 (minorenni gratuito). Il pagamento dell’ingresso comprende: ingresso Palazzo Chigi / visita agli stand degli espositori dei Vini Orcia e IGT Toscana prodotti nel territorio, calice per la degustazione, tracolla porta calice. La quota ingresso è valida per tutti e quattro i giorni.

Cena dell’Orcia – A veglia con il produttore: I Ristoratori di Bagno Vignoni ospitano, nella sera dedicata, i produttori dell’Orcia Wine e presentano i propri vini. Prenotazione obbligatoria presso il Ristorante prescelto. Le prenotazioni saranno accolte in base alla disponibilità dei posti. Prezzi e dettagli presso i ristoranti aderenti.

PACCHETTO ORCIA WINE BIKE - A prenotazione (a pagamento – maggiorenni): € 8,00. Si consiglia abbinamento comodo. Comprende: uso bicicletta a pedalata assistita, visita di una cantina, calice per la degustazione, tracolla porta calice. Il pagamento dà diritto alla visita (per tutti e quattro i giorni) agli stand degli espositori dei Vini Orcia e IGT Toscana prodotti nel territorio (Palazzo Chigi Zondadari). Max 6 persone.

PACCHETTO DEGUSTAZIONI - a cura di Onav Siena: a prenotazione – a pagamento € 7,00. La quota include: 1 degustazione comparata di vini, visita (per tutti e quattro i giorni) agli stand degli espositori dei Vini Orcia e IGT Toscana prodotti nel territorio (Palazzo Chigi Zondadari), calice per la degustazione, tracolla porta calice. Max 35 persone a degustazione.

PACCHETTO CANTINE CON VISTA - Wine tour con visita a una cantina: a prenotazione – durata circa due ore. Spostamento con bus – partenza da Piazza Chigi. Prevede assaggi di vini Orcia. A pagamento – € 10,00 maggiorenni (bambini gratis). La quota include: spostamento in bus, visita alle cantine, degustazione presso le cantine, visita (per tutti e quattro i giorni) agli stand degli espositori dei Vini Orcia e IGT Toscana prodotti nel territorio (Palazzo Chigi Zondadari), calice per la degustazione, tracolla porta calice. Max 16 persone a tour.

PACCHETTO PALAZZO CHIGI - A prenotazione. Costo € 30,00. La quota include: 1 pass cena a palazzo, visita (per tutti e tre i giorni) agli stand degli espositori dei Vini Orcia e IGT Toscana prodotti nel territorio (Palazzo Chigi Zondadari), calice per la degustazione, tracolla porta calice.

Il Consorzio vino Orcia - La denominazione Orcia è nata il 14 febbraio 2000 e comprende le varietà Orcia ottenuto da uve rosse con almeno il 60% di Sangiovese e Orcia “Sangiovese” con almeno il 90% di questo vitigno, entrambe anche nella tipologia “Riserva”. La denominazione Orcia comprende le tipologie Bianco, Rosato e Vin Santo. I vini manifestano l’impegno e la passione dei produttori che nella stragrande maggioranza fanno tutto direttamente: dalla vigna alla vendita delle bottiglie. In un’epoca di globalizzazione, il vino Orcia è ancora un prodotto familiare, fatto da chi vive in mezzo alle vigne, nel rispetto della natura e con ottime competenze di enologia e viticultura. Il vino Orcia è prodotto in uno dei comprensori agricoli più belli del mondo e in parte iscritto nel patrimonio dell’Umanità Unesco. 12 comuni: Buonconvento, Castiglione d’Orcia, Pienza, Radicofani, San Quirico d’Orcia, Trequanda e parte di Abbadia San Salvatore, Chianciano Terme, Montalcino, San Casciano dei Bagni, Sarteano e Torrita di Siena.

 

PROWEIN, RALLO (UIV): SISTEMA VINO ITALIANO DINAMICO E REATTIVO

A Prowein, Unione Italiana Vini illustra il sistema vino italiano e le sue prospettive sul mercato mondiale

PROWEIN, RALLO (UIV): SISTEMA VINO ITALIANO DINAMICO E REATTIVO

Rallo: “All’estero serve fare sistema e definire nuove strategie di comunicazione”

 

“Il sistema del vino italiano si presenta in buona salute, dinamico e reattivo. A confermarlo sono anche i recenti dati dell’Osservatorio del Vino di Unione Italiana Vini relativi all’export 2016, che parlano di 5,6 miliardi di euro con un incremento del 4,3% sul 2015. Risultati positivi che devono servire da ulteriore stimolo per migliorare le nostre performance, soprattutto in Paesi chiave come USA, UK, Cina: in questi Stati per crescere con successo, serve sempre di più fare sistema, definire nuove strategie e nuovi progetti di promozione e comunicazione. Solo così potremo sviluppare attività realmente efficaci nel valorizzare sia i nostri vini sia i territori ricchi e variegati che l’Italia esprime e che, purtroppo, sono ancora poco conosciuti all’estero”.

Lo ha detto Antonio Rallo, Presidente di Unione Italiana Vini, alla conferenza stampa dal titolo: “ITALIAN WINE: FIGURES AND OUTLOOKUSA, China, Germany, Brexit: market risks and opportunities”, organizzata da Unione Italiana Vini nel corso di ProWein 2017. Sono intervenuti anche: Brunella Saccone, Responsabile Comparto Vini e Bevande ITA (Italian Trade Agency); l’Onorevole Herbert Dorfmann, Presidente Intergruppo Vino al Parlamento Europeo.

“Sul mercato USA – spiega Rallo – aleggia l’incertezza dovuta alla nuova presidenza Trump. Non vorremmo, infatti, che nonostante l’accordo UE del 2006 per la disciplina degli scambi, gli USA si orientassero verso una sorta di moderno protezionismo, facendo fare un salto indietro nel tempo alle politiche commerciali internazionali in essere. Cosa ancor più grave se si pensa che gli Stati Uniti si confermano il primo mercato per il nostro vino, con una progressione del 5,5% in valore superando 1,35 miliardi di euro (per 3,3 milioni di ettolitri)…….”.

“Il Regno Unito – continua Rallo – è il terzo mercato per il vino italiano e vale 764 milioni di euro (+2,3%). È anche il primo mercato di esportazione per i nostri vini spumanti con 1 milione di ettolitri nel 2016, per un valore di oltre 365 milioni (+33%). È fondamentale, pertanto, capire come Brexit impatterà sulla politica di scambi commerciali nel settore. Il nostro auspicio è che sia possibile raggiungere un accordo bilaterale soddisfacente per il comparto “Vini e Spirits”. Risulterà indispensabile che siano  mantenuti e riconosciuti i regolamenti UE, nonché la protezione delle indicazioni geografiche e i diritti di proprietà intellettuale……”.

“La Cina – prosegue Rallo – si conferma un Paese dalle grandi opportunità per il comparto vitivinicolo italiano, poiché registra nel mondo tassi di incremento tra i più alti, sia dei consumi sia delle importazioni. È un trend che dobbiamo consolidare, rafforzando l’impegno promozionale del nostro Paese con azioni sistemiche che vedano insieme imprese e Istituzioni……”.

“La Germania, Paese che ci ospita in questi giorni e che è il secondo mercato d’interesse per il nostro export, torna a crescere sensibilmente rispetto al 2015, con un +1,7 in valore (977 milioni di euro) e un +0,5 in volume (5,56 milioni di ettolitri) – spiega il Presidente Rallo. Merita un particolare rilievo soprattutto per la domanda di vino italiano biologico: è il Paese al primo posto tra gli importatori con una quota del 38%.....”.

“Per il settore agroalimentare queste sono settimane calde commenta l’Onorevole Herbert Dorfmann, Presidente Intergruppo Vino al Parlamento EuropeoA fine 2016, con la proposta di Regolamento Omnibus da parte della Commissione europea, è infatti ufficialmente partito il processo di revisione intermedio della Politica Agricola Comune (PAC). A tal proposito sono pronto a dialogare con il comparto vitivinicolo per valutare e condividere eventuali suggerimenti. La Commissione Europea ha pubblicato un report in merito all’etichettatura di ingredienti e calorie per gli alcolici…….”.

Sul versante internazionale sono ampi gli spazi di crescita in molti Paesi. ICE mira a consolidare i risultati ottenuti nei mercati maturi, ed aggredire il potenziale inespresso del made in Italy in quelli emergenti - ribadisce Brunella Saccone, Responsabile Comparto Vini e Bevande ITA (Italian Trade Agency/ICE)-. L’istituzione del Tavolo del Vino presso il Mise, di cui UIV fa parte, ha determinato una svolta significativa sui contenuti e sui modelli promozionali ormai caratterizzati dalla multicanalità, una combinazione virtuosa di azioni on line e off line che coinvolgono le GDO e l’e-commerce”.

L'incontro a Prowein è stato anche l'occasione per presentare al pubblico internazionale la 27^ edizione di SIMEI, la più importante fiera internazionale delle tecnologie per enologia e imbottigliamento, organizzata da UIV dal 1963: si svolgerà dall'11  al  15  settembre 2017, eccezionalmente  a  Monaco di  Baviera, in  concomitanza con  drinktec, fiera leader del liquid food e beverage. “Questo accordo tra Unione Italiana Vini e Fiera di Monaco -  conclude Antonio Rallo – è un progetto concreto di internazionalizzazione che offrirà vantaggi agli utenti delle due rispettive realtà: SIMEI e drinktec……”.

 

 

Città del Vino. Per il trentennale in Campidoglio premiato Gaudio, presidente Cervim, per aver contribuito a crescita territori del vino

 

Roberto Gaudio, presidente del Cervim, è stato premiato dall’Associazione Città del Vino, in occasione del 30esimo anniversario dell’ente, istituito a Siena proprio il 21 marzo 1987. 

 

La cerimonia si è svolta a Roma, in Campidoglio, con Floriano Zambon, sindaco di Conegliano (Tv) e presidente delle Città del Vino, che ha premiato Gaudio con il “Premio Città del Vino 2017”, un riconoscimento “assegnato a personalità del mondo dei vino, della cultura, della ricerca, dell’informazione e amministratori locali, che, nel corso di questi trent’anni, hanno collaborato con l’Associazione Città del Vino alla realizzazione delle sue idee, attività e progetti, e che comunque hanno contribuito alla crescita dei territori del vino italiano”. 

 

«Un importante riconoscimento per le attività fatte dal Cervim in particolare negli ultimi anni – sottolinea il presidente Cervim Roberto Gaudio –, un riconoscimento prestigioso che ci giunge dall’Associazione delle Città del Vino che in questi tre decenni ha saputo divulgare la cultura del vino in ogni angolo d’Italia e non solo. Un attestato di stima nei nostri confronti che arriva in un momento importante per il Cervim, e nell’anno in cui anche noi celebreremo i trenta anni dalla nascita e i 25 anni del Concorso mondiale dei vini estremi. Un ringraziamento personale va anche Stefano Carletto, coordinatore Regione Valle d'Aosta per l’Associazione Città del Vino, per aver permesso una collaborazione con il Cervim nel corso degli anni».

 

Una collaborazione fra Cervim e Città del Vino che si preannuncia più stretta e concreta su possibili iniziative e progetti comuni, che verranno definiti nei prossimi mesi.  

 

 

 

Impress.it 

 

IL VINO DELLA CULTURA

 

CARPINETO, icona della Toscana vinicola scelta per i convivi Unesco

 in occasione del G7 della Cultura a Firenze

30 e 31 marzo 2017

 

      

 

L'occasione è di assoluta straordinarietà, il G7 della Cultura che per la prima volta riunisce a Firenze i Ministri della Cultura europei; lo scenario, che la città perla del Rinascimento mette a disposizione, tra i più suggestivi, quello del Refettorio del Convento della SS Annunziata; il contesto e i protagonisti di alto livello culturale, e cioè gli esperti Unesco, il Ministro Franceschini e importanti personalità del mondo dell'arte e della cultura fiorentine

 

In questo quadro Carpineto, un'icona della Toscana vitivinicola, è stata scelta come partner esclusivo per i due appuntamenti conviviali: per la cena-convivio del 30 marzo "Tra la Terra e il Cielo" a cura del Consorzio di Tutela del Caffè Espresso Tradizionale Italiano a conclusione della prima giornata di lavori e per il lunch a conclusione  del convegno del 31 sulla Biodiversità alimentare.

 

Il tema che i rappresentanti dell'Icomos, organismo internazionale dell'Unesco, discuteranno è quello della cultura del cibo e della sostenibilità facendo il punto sugli obiettivi delle Nazioni Unite sul tema dello sviluppo sostenibile per il 2030.

 

E non è un caso che la scelta del partner vitivinicolo sia caduta su Carpineto. Al di là infatti del valore intrinseco dell'azienda, che compie quest'anno 50 anni, tra le eccellenze della Toscana nel mondo, Carpineto è stata scelta anche perché rappresenta un modello in quanto a sostenibilità, a cominciare dall'impatto zero all'impronta di carbonio, con vigne e boschi che assorbono molta più CO2 di quanta l'azienda stessa ne produca.

Per la sera del 30 marzo è previsto un menù a quattro mani firmato dalla chef Tiziana Tacchi de Il Grillo e Buoncantore di Chiusi e l'Istituto alberghiero IPSSAR Vasari di Figline Valdarno: una cucina che esalta i prodotti toscani secondo uno stile contemporaneo e che troverà la migliore valorizzazione in abbinamento ad alcuni classici Carpineto.

Si comincia con lo Spumante Brut sia in versione bianca nel segno di una grande aromaticità ideale connubio per l'aperitivo, sia in versione rosé, una piccola cuve che si farà apprezzare per la rara finezza e per il perfetto abbinamento con l'uovo ingabbiato nella tarese dell'antipasto e nei tagliolini alle uova regina del primo piatto.

 

Ma è quando entra in scena il Chianti Classico Riserva, prodotto esclusivamente nella zona vitivinicola più antica della Toscana, in un paesaggio di struggente bellezza, candidato a riconoscimento a Patrimonio Unesco dell'Umanità, che si esprime al meglio l'identità più profonda della Carpineto. Uno dei vini più rappresentativi del territorio toscano, un grande interprete del terroir: colore rosso rubino intenso, profumo elegante, armonico, persistente, sapore lungo, vellutato, pieno. Matrimonio ideale quello con il peposo alla fornacina con le pere, anche lui grande classico della chef.

 

A chiudere un brindisi con lo Spumante dolce Carpineto da uve moscato la cui aromaticità e le note fruttate di grande equilibrio risultano perfette per il dessert e per un brindisi nel segno della cultura del cibo come del vino che l'Unesco protegge e valorizza come patrimonio culturale dell'Umanità.

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CARPINETO, consolidata azienda vitivinicola toscana,dal 1967, quando l'azienda fu fondata,ha decuplicato la superficie dei vigneti, da 20a oltre 200 ettari, per oltre 500 chilometri complessivi di filari, articolati su cinque Tenute o Appodiati: Montepulciano, Montalcino, Gaville (Alto Valdarno), Dudda (Greve in Chianti) e Gavorrano.

 

Tra le top 100 di Wine Spectator, premiata in particolare per alcuni vini icona come il Vino Nobile di Montepulciano Riserva(26° posto con un punteggio di 93/100)l'azienda ha una produzione che copre tutti i grandi rossi della Toscana.

 

Era il 1967 quando le famiglie Sacchet e Zaccheo fondarono la Carpineto col proposito di produrre il migliore Chianti Classico che il “terroir” potesse offrire. Una rivoluzione vera per quei tempi.

Le due famiglie videro nella Toscana un enorme potenziale, dove poter produrre grandi vini di tradizione applicando le tecniche più all’avanguardia nei processi produttivi e aumentando gli standard qualitativi dell’epoca. 

 

Innovatori per vocazione, Sacchet e Zaccheo, insieme alle nuove generazioni, Caterina Sacchet, enologa, Elisabetta Sacchet, Francesca Zaccheo e Antonio Michael Zaccheo, hanno continuato a sperimentare, nel rispetto dei grandi valori storici della Toscana e di una qualità mantenutasu standard molto elevati, con l'obiettivo di tutelare non solo le caratteristiche dei vini ma anche l'ambiente.

 

Negli anni la Carpineto, che ha mantenuto l'assetto familiare, è cresciuta costantemente fino a diventare un brand dal successo internazionale,affermatasi per l'eccellenza dei suoi prodotti e molto ben posizionata all'estero con un export diretto verso oltre 70 Paesi, Canada e Stati Uniti in testa.

 

Tre linee di produzione e oltre 30etichette per una produzione complessiva di 3 milioni di bottiglie. Gran parte della produzione è data da vini delle più prestigiose DOCG della Toscana.Rossi per lo più,Riservedigrande struttura ed estratto, vini estremamente longevi.

 

Nata 50 anni fa dalla scommessa sui grandi territori vinicoli della Toscana e dal sogno di mettere insieme le 3 denominazioni più importanti della regione, Chianti Classico, Vino Nobile di Montepulciano, Brunello di Montalcino, oggi è una realtà fortemente rappresentativa della migliore Toscana vitivinicola.

 

Carisma, stile, grande continuità qualitativa dei vini, riconoscimenti internazionali prestigiosi da scoprire sul territorio, nei vigneti delle 5 Tenute, o Appodiati, nei territori più vocati della Toscana.

 

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