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Recensioni

JOSKA BIONDELLI ANCORA TRA I MIGLIORI VIGNAIOLI D’ITALIA

 

 BIONDELLI

  

Anche quest’anno il produttore di Bornato è inserito tra le

eccellenze enologiche italiane nella guida del Corriere della Sera

 

Quella di Joska Biondelli si conferma una giovane cantina dal consolidato percorso di eccellenza: è uscita infatti oggi in edicola insieme al Corriere della Sera la Guida “I migliori 100 vini e vignaioli d’Italia” a cura di Luciano Ferraro e Luca Gardini.

Per il terzo anno consecutivo il produttore franciacortino al timone della cantina di Bornato di Cazzago S. Martino è stato inserito nel prestigioso gruppo dalla guida del Corriere della Sera, ed è un risultato prestigioso che corona la specialissima storia di Joska e la consacra come reale testimonianza di amore per la sua terra e per il vino dal momento che pur essendo franciacortino di nascita e molto legato alle sue origini, dopo il compimento degli studi andò a vivere a Londra, dove rimase per 6 anni a lavorare nella City come “cacciatore di teste”: poi decise di tornare e cambiare radicalmente vita per realizzare il suo progetto che lo ha portato alla presentazione del primo vino - BIONDELLI BRUT- nel 2013 in occasione della manifestazione “VinoVip” a Cortina d’Ampezzo. Sono seguiti poi il lancio di BIONDELLI SATEN nel 2014 e quello -dopo 40 mesi sui lieviti- di BIONDELLI BRUT MILLESIMATO PREMIERE DAME 2010, il primo Millesimato aziendale prodotto con 100% Chardonnay proveniente da uve del singolo vigneto Nave e che ha segnato un punto importante nella storia della cantina non solo per la primogenitura, ma anche perchè costituisce un manifesto del pensiero di Joska Biondelli e di tutta la filosofia che permea il suo lavoro in vigna e in cantina fin dall’anno di nascita, appunto il 2010. 

“Première Dame” è un’etichetta che si mostra raramente: non si tratta infatti di un’interpretazione che esce nelle annate ottime, ma di una che viene prodotta soltanto in quelle realmente straordinarie, che Joska concepisce eccellenti in considerazione sia della qualità delle uve in fase di raccolta sia degli alti valori di acidità, veri indicatori di altamente presumibile longevità: inoltre in questo caso non si ha alcuna aggiunta di zucchero e neanche di liqueur, e pertanto si ottiene un “brut nature”.

Nella pubblicazione del Caporedattore del Corriere Luciano Ferraro e del top sommelier Luca Gardini viene messo in evidenza il millesimo 2011 di Première Dame, annata pressochè perfetta che Joska ha deciso di millesimare e che ha presentato per la prima volta nel corso di un evento all’interno di EXPO a Milano, nel 2015: la descrizione sottolinea la “purezza di concetto” conferita dalla totalità dello Chardonnay, dal non uso di solfiti, dalla filosofia in “strettissimo regime di coltivazione biologica”, per una bocca “dinamica, che declina il pompelmo, il kiwi e la nocciola. Finale lievemente burroso”.

Il cammino della cantina continua speditamente nella direzione tracciata fin dalla sua fondazione e che Joska Biondelli ha sempre espresso con la frase “Siamo viticoltori prima, e produttori di vino poi”: il prossimo appuntamento ufficiale sarà in occasione di Vinitaly, da Domenica 9 Aprile a Mercoledì 12 Aprile a Verona, dove sarà possibile incontrare Joska Biondelli e degustare insieme i suoi Franciacorta all’interno di Palaexpo Stand B17.

 

 

ARRIVA TASTE ALTO PIEMONTE

 

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ARRIVA TASTE ALTO PIEMONTE
la più grande manifestazione mai organizzata dedicata alle eccellenze vinicole dell’Alto Piemonte.

SABATO 1 APRILE E DOMENICA 2 APRILE,
le rinnovate sale del Castello Visconteo Sforzesco di Novara ospiteranno un’anteprima del territorio.

 

Mancano poche settimane all’atteso appuntamento con Taste Alto Piemonte, la manifestazione organizzata dal Consorzio Tutela Nebbioli dell’Alto Piemonte, con il patrocinio del Comune di Novara ed il supporto della Camera di Commercio, dell’Atl e della Fondazione del Castello di Novara.


Durante le giornate di sabato 1 e domenica 2 aprile, in una location icona del territorio come quella del Castello di Novarai produttori vinicoli delle quattro province di Biella, Vecelli, Novara e Verbano-Cusio-Ossola si riuniranno per presentare alla stampa e al pubblico i grandi vini dell’Alto Piemonte.

 

Attraverso banchi d'assaggio e seminari tematici, a cui sarà possibile iscriversi sul sito eventbrite.it o con registrazione in loco, operatori ed appassionati di tutto il mondo potranno scoprire le eccellenze vinicole dell’Alto Piemonte approfondendo, grazie al contatto diretto con produttori ed esperti, la conoscenza delle sue 10 denominazioni: Boca DOC, Bramaterra DOC, Colline Novaresi DOC, Coste della Sesia DOC, Fara DOC, Gattinara DOCG, Ghemme DOCG, Lessona DOC, Sizzano DOC, Valli Ossolane DOC.

 

La giornata di sabato dalle 11.00 alle 15.00 sarà riservata agli operatori di settore. A seguire, dalle 15.00 alle 20.00, si aprirà al pubblico con i banchi d’assaggio e i seminari dedicati alle diverse zone vinicole dell’Alto Piemonte, curati dall’Ais Piemonte (costo Euro 20 a persona).
Il primo incontro si terrà alle ore 15.00 e illustrerà le caratteristiche dei vini delle Colline Novaresi, delle Coste della Sesia e delle Valli Ossolane mentre alle 17.00 sarà la volta di Lessona e Bramaterra.

 

La domenica operatori e winelovers potranno accedere a Taste Alto Piemonte durante tutta la giornata (dalle 10.00 alle 20.00). Tre i seminari in programma: alle ore 11.00 un focus sui territori di Ghemme, Fara e Sizzano, alle 15.00 spazio ai vini di Boca e Gattinara e alle ore 17.00 grande degustazione di vecchie annate. Per quest’ultima il costo è di 25 Euro a persona.

 

 

Da anni si sentiva la mancanza di una nostra anteprima - dichiara Lorella Zoppis presidente del Consorzio Tutela Nebbioli Alto Piemonte - ma credo che Taste Alto Piemonte sia arrivato al momento giusto. Perché oggi la produzione vinicola dell’Alto Piemonte ha raggiunto livelli qualitativi d’eccellenza e noi produttori abbiamo acquisito la consapevolezza dell’appeal che le nostre denominazioni hanno per i consumatori nazionali e internazionali. Un potenziale testimoniato da un incremento delle esportazioni del 30%, registrato solo negli ultimi 5 anni. Attendiamo l’inizio di Taste Alto Piemonte con grande gioia e con la speranza che questa iniziativa possa dare ulteriore slancio alla crescita che sta vivendo il nostro territorio. Per questo ci tengo molto a ringraziare i numerosi produttori aderenti e i nostri sponsor, senza i quali non avremmo potuto realizzare questo fantastico evento: il Comune di Novara, la Camera di Commercio, l’Atl e la Fondazione del Castello di Novara, Igor Gorgonzola, Esseco, Ponti, Vh Italia Assicurazioni, La Stampa, Biscottificio Rossi, Ais Piemonte, Reale Mutua, SMS Radio, Valverde”.

 

Un appuntamento col territorio da non perdere quello di Taste Alto Piemonte, dove ad accompagnare gli oltre 140 vini in degustazione, presentati dalle 45 aziende vinicole aderenti, ci saranno anche 15 aziende del settore food, in rappresentanza delle eccellenze gastronomiche locali.

 

ORARI DI APERTURA AL PUBBLICO:

 
SABATO 1 APRILE:  dalle 15:00 alle 20:00

 
DOMENICA 2 APRILE:  dalle 10:00 alle 20:00

 

COSTO BIGLIETTO D’INGRESSO:


BIGLIETTO GIORNALIERO  PER PRIVATI: 15€ 
Accesso laboratori/seminari su prenotazione e pagamento in loco


RIDOTTO PER SOCI AIS, FISAR, ONAV, ASPI, FIS,  SLOW FOOD: 10€
(esibendo la tessera associativa)

 
L’ingresso a Taste è gratuito (con registrazione in loco) per stampa e professionisti (titolari di ristoranti ed enoteche, distributori 

Interesse globale per i vini eroici. Aperto il congresso mondiale di Conegliano. Delegati da Europa, Sud America e Cina

CERVIM

Centro di Ricerca, Studi, Salvaguardia, 

Coordinamento e Valorizzazione per la Viticoltura Montana

 

Fino a sabato 1 aprile a Conegliano (Tv) il 5° congresso internazionale delle vititicolture estreme

Interesse globale per i vini eroici. Aperto il congresso mondiale di Conegliano. Delegati da Europa, Sud America e Cina

Il presidente Gaudio: «Emergeranno contributi scientifici importanti per le future decisioni politiche»

 

Viticoltori eroici, vini estremi, grandi produzioni enologiche di tutto il mondo, ma anche problematiche comuni e soluzioni da condividere. Si è aperto questo pomeriggio a Conegliano (Tv) – in programma fino al 1 aprile - il quinto Congresso Internazionale sulla Viticoltura di Montagna e in Forte Pendenza, dal titolo “Le viticolture estreme: valori, bellezze, alleanze, fragilità” organizzato dal CERVIM (Centro di Ricerche, Studi, Salvaguardia, Coordinamento e Valorizzazione per la Viticoltura di Montagna), dal CREA (Centro di Ricerca per la Viticoltura) e dal Consorzio Tutela del Vino Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG, con la collaborazione della Regione Veneto.

 

Il congresso si è aperto con le relazioni del presidente Cervim Roberto Gaudio e del presidente del Comitato Tecnico Scientifico, Diego Tomasi. «Una grande partecipazione – sottolinea il presidente Cervim Roberto Gaudio – che vede delegati provenienti da tutta Europa, ma anche dal Sud America e dall'Asia, fra cui la Cina. L'interesse e l’attenzione, sia politica sia del mondo produttivo, per questo tipo di viticoltura è ormai a livello mondiale. I contributi scientifici che emergeranno dal Congresso saranno importanti anche per le future decisioni politiche, sia europee sia nazionali, per tenere nella giusta considerazione le caratteristiche delle viticolture eroiche, come già riscontrato nella Legge Quadro Italiana sulla Vite e sul Vino».

 

Nella seconda giornata di giovedì 30 marzo visita tecnica “Le sistemazioni in elevata pendenza nel Conegliano – Valdobbiadene”; quindi la sessione dedicata dissesto idrogeologico, sistemazioni in elevata pendenza e salvaguardia dei suoli, ed una degustazione di vini prodotti da nuove varietà 

Il programma completo su www.cervim.org

 

 

Vento in poppa per il Lessini Durello oltre confine

 

Forte delle crescenti richieste di mercato e gratificati i produttori dal successo delle fiere internazionali di settore, il Consorzio di tutela intensifica la sua azione promozionale in Giappone e negli Stati Uniti.

Vento in poppa per il Lessini Durello, lo spumante di Verona e Vicenza, che forte del crescente successo riconosciuto dai consumatori, sarà protagonista di due azioni promozionali oltre confine: in Giappone e negli Stati Uniti. 

Le campagne, coordinate dal Consorzio di Tutela, sono il frutto naturale di un percorso di promozionale e valorizzazione che, dopo Prowein, passerà per Vinitaly e proseguirà a Vinexpo.

In America il Durello sarà protagonista di una serie di seminari di approfondimento, dedicati ai vini di origine vulcanica, curati da John Szabo, autore del libro “Volcanic Wines”. Infatti dopo il successo del Lessini Durello al Volcanic Wine Trade Masterclasses in Los Angeles lo scorso 10 febbraio, TZabo torna a parlare delle “bollicine vulcaniche” a New York il 24 e il 26 marzo. Nel corso del seminario, dedicato a stampa ed operatori, Szabo analizzerà come nel caso del Lessini Durello il suolo di origine vulcanica lasci un’impronta determinate nel vino grazie ad esempio all’abbondanza di ferro e magnesio presenti nel terreno. A questo si aggiunge il fatto che la porosità dei terreni vulcanici contribuisce ad accumulare acqua e calore solare, che vengono poi rilasciati gradualmente, consentendo alla vite di proteggersi dagli sbalzi climatici. 

Più articolato sarà invece il progetto in Giappone. Qui le attività si svilupperanno su un doppio binario: una missione promozionale dal 25 al 28 giugno a Tokyo, dedicata a importatori, operatori di settore e stampa specializzata; e una campagna per avvicinare i consumatori, coinvolgendo trattorie di tendenza e ristoranti di fascia medio/alta, nei mesi estivi.

In particolare, martedì 27 giugno, l’hotel Meguro Gajoen di Tokyo ospiterà un walk around tastingin cui ogni azienda partecipante potrà proporre un assaggio di Lessini Durello in abbinamento ad alcuni piatti della tradizione giapponese; a seguire si svolgerà un seminario informativo per illustrare caratteristiche e peculiarità delle bollicine berico-scaligere.

Il giorno successivo, mercoledì 28 giugno, nella sede dell’ufficio ICE di Tokyo, le aziende non ancora presenti sul mercato giapponese avranno la possibilità di incontrare privatamente gli importatori interessati ad inserire il Lessini Durello nel proprio portfolio.

La campagna di avvicinamento dei consumatori invece prenderà il via, invece, il 1° luglio, quando in numerosi ristoranti di cucina italiana e in trattorie tipiche giapponesi di livello medio/alto sarà proposto il Lessini Durello “by the glass”, con iniziative pensate direttamente dai ristoratori. Gli esercizi che al termine della campagna, il 16 di agosto, avranno venduto un numero maggiore di bottiglie di Lessini Durello riceveranno un riconoscimento da parte del Consorzio.

«Questa doppia missione promozionale è senza dubbio per il Lessini Durello un’occasione di forte crescita – sottolinea Alberto Marchisio, presidente del Consorzio del Lessini Durello – perché rappresenta il naturale risultato di un percorso di perfezionamento produttivo e qualitativo iniziato da anni e giunto oggi alla sua piena maturità. Dobbiamo lavorare ancora molto sul fronte della promozione ma ci sentiamo pronti per avere un nostro spazio tra bollicine dal mondo».

Lucia Vesentini

Tel : 045.7681578 – 328.4961031

 

A Lanzarote la XXVIII edizione del Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino

 




XXVIII edizione, 2017
Lanzarote, Jardín de Cactus
La cava di Guatiza e i luoghi coltivati nel suolo di un’isola vulcanica


Il Comitato scientifico della Fondazione Benetton Studi Ricerche ha deciso, all’unanimità, di dedicare la campagna di studio, cura e divulgazione della XXVIII edizione del Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino al Jardín de Cactus di Lanzarote, parte di una speciale costellazione di cave e crateri coltivati dell’isola che costituisce una testimonianza esemplare di un fertile equilibrio tra natura e cultura. 
Lanzarote, la prima isola dell’arcipelago canario che si incontra arrivando dall’Europa, a soli 130 chilometri dal continente africano, sorprende per le grandi distese di lava che occupano un quarto di una superficie di 846 chilometri quadrati e con un’estensione longitudinale di appena 58 chilometri. Su un suolo di scarsa pendenza, l’avanzata lenta e la forma espansa di questo manto di lava, in tempi recenti, a più riprese, ha lasciato dietro di sé un mondo privo di vita, che ha visto emergere venticinque nuovi vulcani.


Investita da numerose eruzioni vulcaniche – la più recente, durata sei anni consecutivi, nel XVIII secolo – l’isola ha saputo più volte ripartire da zero, e cogliere in condizioni di vita estreme – la natura povera del suolo, i venti incessanti, l’assenza di acqua – i motivi 
di una sua rigenerazione e gli strumenti per un legame consapevole con il proprio ambiente. L’estensione e la qualità delle sue coltivazioni, in particolare quella della vite, testimoniano oggi questo carattere e questa attitudine a convivere in modo inventivo con un territorio apparentemente inospitale. Un’attitudine che si è espressa anche attraverso sguardi estetici e politiche culturali di grande interesse. 

In particolare, nel XX secolo, un artista e abitante dell’isola, César Manrique (1919-1992), ha saputo riconoscere il valore dei propri luoghi e mettere in atto strumenti e pratiche tali da sviluppare una coscienza sociale e politica di un ambiente sino ad allora considerato povero e privo di attrattività. Il contributo di questo artista militante che, a partire dagli anni sessanta, si batte contro lo sfruttamento turistico dell’isola, proponendone un modello alternativo, ci mette di fronte alle questioni irrisolte nel rapporto tra conservazione e trasformazione nel campo del paesaggio. Manrique ha mostrato con il proprio lavoro una possibile strada, costruendo luoghi come il Jardín de Cactus, che nel loro insieme si presentano come il manifesto di un diverso modo di vivere nell’isola e di riconoscerne, con occhi nuovi, la bellezza.

Inaugurato il 17 marzo 1990 nella località di Guatiza, e immerso nel mosaico delle coltivazioni di ficodindia (Opuntia ficus-indica), il Jardín de Cactus si è insediato in una cava di picón (lapilli vulcanici, che nell’isola si usano in agricoltura) abbandonata e poi ridotta a discarica. Al suo interno, un sistema concentrico di terrazzamenti e ambienti che si inseriscono nelle pareti della cava ospita oggi una spettacolare collezione di succulente che diventano, in questo contesto, il punto di contatto dell’isola con altri ambiti geografici e colturali, in particolare con il continente americano. Un progetto che contemporaneamente prosegue, assumendo forme inaspettate e fantasiose, il lavoro di trasformazione delle pieghe e delle cavità del suolo dell’isola, con le modalità di sempre: elevare terrazzamenti, distendere superfici di cenere vulcanica, inventare forme di protezione dal vento.
La sensibilità estetica di Manrique si manifesta qui, in modo particolare, in termini di lavoro di squadra, trasmissione collettiva di sapere, indirizzo di pratiche e capacità manuali animate più che da un sentimento nostalgico o ideologico di riproposizione di paesaggi tradizionali, da un desiderio di lasciare il segno del proprio tempo, compreso il piacere del gioco e di uno sguardo divertito sul mondo. Il giardino dei cactus raccoglie in sintesi, e in uno spazio ristretto, tutti i caratteri di una storia – la cultura del paesaggio di Lanzarote – che qui invita a proseguirne e rinnovarne i caratteri.

La campagna di attenzioni del Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino 2017 ha inizio a Milano con la conferenza stampa del 16 marzo; prosegue a Treviso, nella sede della Fondazione Benetton Studi Ricerche, con la conferenza stampa del 18 maggio e le giornate pubbliche di 
venerdì 19 e sabato 20 maggio, che prevedono: l’apertura di un’esposizione dedicata al luogo del Premio con un concerto di musica tradizionale canaria, un seminario pubblico di approfondimento, la pubblicazione di un volume collettivo dedicato a Lanzarote e al Jardín de Cactus, la cerimonia pubblica del Premio con la presentazione del documentario realizzato e la consegna del sigillo disegnato da Carlo Scarpa (1906-1978), simbolo del Premio. Quest’anno, il Comitato scientifico della Fondazione Benetton ha deciso di consegnare questo sigillo ad Antonio Martín Santos, giardiniere lanzaroteño del Jardín de Cactus. Il suo lavoro, fatto di cure quotidiane e passione civile, raccoglie il senso di un insegnamento che è all’origine di questa avventura culturale e politica unica, che ha trasmesso agli abitanti dell’isola la coscienza di un paesaggio che in ogni momento, nonostante la fragilità della sua condizione, può riconoscere in quelle mani lo strumento per costruire il proprio futuro. 
La campagna del Premio proseguirà con altre iniziative pubbliche, anche a carattere internazionale, nel corso dell’anno.


Iniziativa culturale con il patrocinio di:
Observatorio del Paisaje de Canarias, Ministero dei beni e delle attività culturali 
e del turismo, Regione del Veneto, Città di Treviso


Info:
 www.fsbsr.it

Ufficio Stampa Fondazione Benetton Studi e Ricerche: tel. 0422.5121 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

GUSTO IN SCENA 2017 A VENEZIA

Vi aspettiamo a Venezia...
il tema del Congresso di Alta Cucina 
si arricchisce di una sinergia nuova e salutare!
 
 
TEMA DEL CONGRESSO GUSTO IN SCENA: LA CUCINA DEL SENZA E LE ERBE AROMATICHE - VENEZIA 23 e 24 Aprile 2017
A Gusto in Scena 2017 si affronterà il legame naturale della Cucina del Senza con le erbe aromatiche, il che significa valorizzare le tradizioni del nostro Paese. Le erbe si rivelano preziose per eliminare ...
10 MESI DI SUCCESSI DE LA CUCINA DEL SENZA
L’editore Feltrinelli – Gribaudo decide di pubblicare un primo libro La Cucina del Senza - ideatore e autore Marcello Coronini, scelto come il gastronomo di riferimento per portare questa cucina nelle case di tutti attraverso ...
LA PESSIMA ABITUDINE DI AGGIUNGERE IL SALE...PERCHE'?
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) dichiara: il consumo giornaliero di sale deve essere inferiore ai 5 grammi, non un pizzico in più. Le recenti evidenze, emerse dal panorama scientifico internazionale, confermano che...
NEMO PROFETA IN PATRIA…IN QUESTO CASO NON E’ VERO!
Marcello Coronini che è nato a Mantova ha visto con molto piacere il giornale della città dedicare una pagina a La Cucina del Senza - GAZZETTA DI MANTOVA Sabato 25 febbraio 2017
RICETTA RAVIOLI DI ERBE ALLA PIASTRA SENZA SALE e GRASSI
In onore del tema del Congresso Gusto in Scena 2017 una ricetta tratta dal libro "La Cucina del Senza" di Marcello Coronini.

 

Petrini: «Educazione e apertura al mondo per un’alleanza con le nuove generazioni»

 
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Petrini: «Educazione e apertura al mondo per un’alleanza con le nuove generazioni»
Presentata l’ottava edizione di Slow Fish, a Genova dal 18 al 21 maggio 2017
La rete siamo noi è il tema dell’ottava edizione di Slow Fish, ospitata al Porto Antico di Genova dal 18 al 21 maggio 2017. L’evento internazionale, dedicato al pesce e alle risorse del mare e organizzato dall’associazione Slow Food Italia e dalla Regione Liguria, ha consolidato a partire dal 2004 un insieme di conoscenze, scambi e relazioni tra centinaia di “nodi” per i quali Genova è ormai un punto di riferimento imprescindibile.

Tocca al presidente internazionale di Slow Food, Carlo Petrini, ricordare il senso dell’alleanza tra pescatori, artigiani, cuochi e protagonisti della filiera ittica, in nome di un approccio buono, pulito e giusto alla produzione e al consumo: «Quando si realizzò il primo Slow Fish, la rete di Slow Food era presente in una quarantina di Paesi. Oggi, anche grazie a questo appuntamento, la rete tocca 170 Paesi in ogni parte del mondo, comprese le più svantaggiate».

Compagna di viaggio in questa ambiziosa avventura è da sempre la Regione Liguria, co-organizzatrice dell’evento. Il presidente Giovanni Toti si dice convinto che attraverso il sostegno a questa grande manifestazione «la Regione si conferma un grande motore non solo creativo, ma anche organizzativo e di finanziamento di tutto quello che ruota nella vita della Liguria. Genova nei prossimi mesi vivrà momenti importanti, e certamente Slow Fish è uno di questi».

La città di Genova, sede dell’evento fin dalla prima edizione, rimane il caposaldo della politica di Slow Food sui mari. Un ruolo conquistato non soltanto in forza della sua tradizione, ma dell’apertura culturale che l’ha accompagnata nella storia: «Da Genova si è guardato per la prima volta al Nuovo Mondo - continua Petrini - e tutto il mondo è passato da Genova. Da questo porto sono salpati in cerca di un futuro migliore molti dei 60 milioni di italiani emigrati all’estero, come Mario Bergoglio, il padre di papa Francesco».

Difendere l’economia locale non equivale dunque a rifugiarsi nel localismo. Di qui l’appello a un territorio che comunica col mondo piuttosto che rinchiudersi in se stesso, unito a quello che Petrini considera il patrimonio più prezioso di Slow Fish: l’educazione. A questo proposito, dice il fondatore di Slow Food, «vorrei che si facesse ogni sforzo perché tutte le scuole della Liguria possano visitare la manifestazione. Senza alleanza con le nuove generazioni non c’è storia né per il mare né per le comunità dei pescatori».

Anche l’aspetto educativo e ludico contribuisce a differenziare l’approccio della manifestazione da quello di una qualsiasi fiera di settore. Per il presidente di Slow Food Italia, Gaetano Pascale, questo approccio votato alla sensibilizzazione può essere condiviso con tutti gli operatori della filiera, così come con l’intera cittadinanza.

La chiave di volta, spiega, è l’accessibilità: «La rete di Slow Fish è fatta di produttori e non solo. È una rete che è divenuta ancor più fitta negli anni e ha trovato il sostegno della rete associativa, dei tanti volontari che lavorano per rendere l’appuntamento, così come gli altri eventi di Slow Food, sempre più fruibile da tutti, sia perché a ingresso libero sia in termini di comprensione e condivisione dei contenuti scientifici».

Silvio Greco, presidente del Comitato Scientifico di Slow Food, si incarica di offrire una rassegna dei temi più rilevanti della manifestazione. A partire dalla strategia marina europea che è attualmente in corso di definizione: «Slow Fish si colloca quindi come un momento essenziale per discutere lo scenario del Mediterraneo e le politiche di gestione insieme agli operatori e a tutta la comunità scientifica».

Non è certo un buon periodo per i pescatori, osserva Greco, tracciando il quadro di una filiera dove i ritardi istituzionali si sommano al deterioramento del patrimonio ittico: «Parleremo anche di questo, ovviamente soffermandoci sullo stato delle risorse. Sappiamo che nella pesca è sempre più difficile sbarcare il lunario, quindi si tratta di capire come sia possibile, attraverso la trasformazione del prodotto e il recupero delle specie dimenticate, offrire un valore aggiunto alla marineria».

«Slow Fish è un evento molto importante per Genova e la Liguria tutta» ribadisce Stefano Mai, assessore regionale alla Pesca e all’Agricoltura, sottolineando come sia necessario dare risalto ai pescatori in un momento di difficoltà per le imprese legate al mondo della pesca, e alla luce di diversi provvedimenti in discussione: «Lo faremo – prosegue l’assessore – lasciando loro molti spazi nell’ambito del nostro stand».

Mai si sofferma sulla rilevanza di Slow Fish non solo nell’attività economica, ma anche in quella turistica: «Perché la pesca è anche quello, se si pensa a ittiturismo o pescaturismo. Attraverso Slow Fish abbiamo cercato di mettere in gioco molti comparti legati all’artigianato e all’enogastronomia, cercando di coinvolgere anche le città. Presente all’interno del nostro spazio anche la Commissione Politiche Agricole, che si riunirà qui per discutere temi legati al mondo della pesca». A tale riguardo, conclude l’assessore, «vorremmo sottoscrivere, insieme ad altre Regioni e al Ministero, un protocollo che stabilisca un modus operandi per eliminare tutti i problemi che stanno determinando la sparizione delle aziende ittiche».

La volontà di valorizzare connubio tra la pesca e le altre attività produttive risalta ugualmente nelle parole dell’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Edoardo Rixi: «Abbiamo deciso di finanziare questo evento inserendo anche il marchio “Artigiani in Liguria”, dando risalto alle eccellenze dei nostri artigiani. Contestualmente, per coinvolgere maggiormente gli artigiani del centro storico, abbiamo deciso di creare eventi collaterali intorno a Slow Fish e consentire percorsi guidati per capire come vengono fatte le produzioni tradizionali e qual è il legame che esiste tra un porto e una città come Genova, che rappresenta un riferimento a livello internazionale, sia per l’ittico che per la portualità e la vita artigiana, vista la sua importanza per le capacità del fare e per le possibilità di tradurre in elementi concreti e produrre prodotti che vivano insieme al mare e con l’entroterra».

Tante sono le novità di questa ottava edizione, dai Percorsi Slow: Che pesci prendere, pensati per le scolaresche e il pubblico in visita ai Master of Food dedicati al binomio cibo-salute e ancora i Fish-à-porter nel Mercato, nei quali cuochi e pescatori preparano piatti semplici e gustosi spiegandone la storia, gli ingredienti, le particolarità.

Ma non finiscono qui le novità di Slow Fish 2017, che si affiancano agli appuntamenti ormai immancabili per gli habitué della manifestazione genovese: oltre all’Enoteca, Piazza delle Feste ospita la Mixology, con i migliori bartender genovesi, le creazioni di Pizza n’ Fish e le proposte del Punto Gamberi, solo per citarne alcune. Siete curiosi di sapere il resto? Il programma è on line su www.slowfood.it.

Slow Fish è possibile grazie al supporto di un’altra rete, quella formata dalle numerose realtà che credono nel progetto. Tra queste citiamo gli Official Partner: Quality Beer AcademyLurisiaPastificio Di Martino.

Ufficio Stampa Slow Fish
Slow Food: Valter Musso, 335 7422962 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 
Elisa Virgillito, 345 2598615 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Regione Liguria: Jessica Nicolini, 340 3964399 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
www.slowfood.it

H I S P Á N I C A Incontro con Julio Llamazares

il Circolo dei lettori, via Bogino 9, Torino
martedì 11 aprile, ore 18.30

H I S P Á N I C A
Incontro con Julio Llamazares 

Scrivere vuol dire comporre musica delle parole.
La letteratura è musica allo stato puro, quella delle parole che si trasformano in emozione.
Questo è quello che cerco di fare. E ci vuole tempo per riuscirci.

Per questo sono così lento a scrivere.

La rapidità delle comunicazioni avvicina i popoli, ma le letterature nazionali mantengono differenze stimolanti che raccontano punti di vista e storie diverse. Chi scrive è influenzato anche dall’ambiente che lo circonda, dalla storia del proprio paese, dalla sua cultura. Hispánica è un ciclo di quattro incontri con altrettanti voci della letteratura spagnola contemporanea, al Circolo dei lettori il 7 marzo, 11 e 20 aprile e 4 maggio, per guardare a quella vicina penisola e conoscerla attraverso i libri dei più grandi. Gli ospiti sono Alicia Giménez-BartlettJulio LlamazaresJavier Cercas e Almudena Grandes, guide letterarie d’eccezione. 

Martedì 11 aprile alle 18.30 al Circolo dei lettori è la volta di Julio Llamazares, poeta e viaggiatore che rivolge il proprio sguardo lirico e disincantato di romanziere sull’uomo e il rapporto con la natura. È nato in un luogo particolare, a Vegamián, paese sommerso oggi dalle acque di un lago artificiale nei pressi di León e ha cominciato a scrivere poesie da giovane insieme ai sodali del gruppo Cuadernos Leoneses de Poesía. 

Dopo la laurea in legge si trasferì a Madrid, nel 1976 gli fu assegnato il premio nazionale di poesia universitaria con La lentitud de los bueyes, tre anni dopo ottenne il premio Antonio González de Lama. Con Memoria della neve ha vinto il premio Guillén nel 1982. 

Nel 2015, Codice Edizioni ha pubblicato Le lacrime di San Lorenzo, storia di un professore universitario solitario e irrequieto che torna a Ibiza, luogo della sua giovinezza, per assistere insieme al figlio allo sciame di stelle cadenti nella notte di San Lorenzo. Presto i ricordi si mescolano alla vita presente, allo sguardo amorevole e insieme incerto di un padre verso le illusioni del figlio. Protagonista è la memoria, “patria di coloro che hanno rinunciato a tutto il resto”. Una storia che racconta l’inafferrabilità delle relazioni che scandiscono la nostra vita, la dolcezza di un genitore, la tenerezza degli amanti, la complicità delle coppie, la felicità di alcuni incontri e la disillusione degli abbandoni.

Nei suoi romanzi Julio Llamazares rivendica la lentezza come approccio alla vita e alla letteratura. Si concentra sulla ricerca delle radici profonde dell’esperienza umana e sul vincolo dell’individuo con la comunità e la storia collettiva. Le sue opere sono intime, precise e accurate.

(Ingresso € 5 | Carta Smart € 3 | Carta Plus gratuito)

Prossimi appuntamenti

Javier Cercas, autore del memorabile L’impostore (Guanda), è al Circolo dei lettori giovedì 20 aprile alle 18.30, in dialogo con Francesco Piccolo. Terza voce del ciclo Hispánica, lo scrittore nato a Ibahernando, Cáceres, nel 1962, è docente di letteratura spagnola all’Università di Gerona. Ha definito i propri lavori «racconti reali», sono impasti di finzione e realtà, proprio come il nuovo Il sovrano delle ombre (Guanda), in cui, mescolando con talento storia e ricordi di famiglia, Cercas viaggia sulle tracce del prozio Manuel Mena, offrendo un romanzo ipnotico sulla ricerca di radici personali che si rivelano comuni a tutti. (Ingresso libero)

A chiudere Hispánicagiovedì 4 maggio alle 18.30, sempre al Circolo dei lettoriAlmudena Grandes, scrittrice madrilena, classe 1960. Al grande pubblico è diventata presto nota per il romanzo Le età di Lulù, tradotto in più di 20 lingue, dal quale Bigas Luna trasse l’omonimo film nel 1990. Anche il suo Malena (1994) è andato al cinema con la regia di Gerardo Herrero. Atlante di geografia umana (1998), Gli anni difficili (2002) e Troppo amore (2004) danno un seguito al percorso romanzesco dell'autrice. La sua opera più recente è I baci sul pane (2015), ambientato a Madrid durante la crisi del 2008 in cui Almudena Grandes riflette sull'esperienza umana di fronte ai grandi eventi storici e sulla critica della contemporaneità. 

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