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Recensioni

NIZZA VENDEMMIA 2019: +44,75% UNA CRESCITA A DOPPIA CIFRA RISPETTO AL 2018

 

 

Confermato anche quest’anno l’andamento positivo di una delle principali denominazioni del Monferrato. Un traguardo importante per l’Associazione Produttori del Nizza che dal 2002 si è posta come obiettivi dapprima la creazione di questa nuova DOCG, e poi la sua valorizzazione che passa attraverso la valorizzazione di tutto il suo territorio

 

Il Nizza prosegue il suo percorso di crescita a doppia cifra (+44,75%): a confermarlo sono i recenti dati relativi alla vendemmia 2019. La produzione totale raggiunge infatti le 632.536 bottiglie (37.116 di Barbera d’Asti Superiore Nizza DOCG e 594.420 di Nizza DOCG) ben 195.555 in più rispetto al 2018. (Fonte Valoritalia)

 

Da un’analisi più estesa inoltre, si evince che dal 2016 al 2019 le performance sono andate a crescere in modo continuo e costante con un incremento del 100% rispetto alle 315.472 bottiglie complessive del 2016. Un trend a iperbole in tre anni consecutivi infatti, l'imbottigliato sale del +17% tra il 2016 e 2017, del +18% tra il 2017e il 2018 e ben del +44,75% nell'ultimo biennio.

 

Siamo orgogliosi di vedere tali risultati in quanto sono il frutto di una grande sfida partita all’inizio del 2000 e che negli anni è stata accolta da un numero crescente di produttori (ad oggi sono oltre 60). I numeri che crescono danno la misura della fiducia che i produttori e i consumatori hanno nel progetto Nizza, un progetto vero di territorio.” commenta Gianni Bertolino, Presidente dell’Associazione Produttori del Nizza.

Oltre alla crescita del numero di bottiglie prodotte, un altro dato importante è il prezzo medio di vendita di una bottiglia di Nizza DOCG. 

 

L'Associazione ha sempre voluto un Nizza che esprimesse eccellenza e un vino che fosse giustamente remunerativo per dare la possibilità ai produttori di reinvestire risorse maggiori nella propria attività. “In un mercato altamente competitivo e che richiede sempre più l’eccellenza è fondamentale migliorare la tecnologia di produzione, implementare la qualità e le condizioni lavorative oltre che sviluppare iniziative di marketing per la promozione del territorio.” commenta Gianni Bertolino, Presidente dell’Associazione Produttori del Nizza. 

 

“Attualmente il prezzo medio delle bottiglie di Nizza DOCG a scaffale in enoteca è di 22,30 euro con prezzi minimi intorno ai 10-13,00 euro e massimi che superano gli 85,00 euro (fonte: Enoteca Regionale di Nizza Monferrato). Valori che fino a non molti anni fa sembravano difficilmente raggiungibili in questa parte di Piemonte. Ci vorrà ancora un po' di tempo, ma questo valore si riverserà a catena su tutta la filiera. Si vedono già alcuni riscontri tangibili, per esempio il valore crescente dei vigneti.” conclude Gianni Bertolino, Presidente dell’Associazione Produttori del Nizza.

 

L’andamento positivo del Nizza si ripercuote sul territorio anche dal punto di vista turistico. Il Nizza DOCG è molto apprezzato all’estero e non solo in Europa, ma anche oltreoceano e il mercato USA è uno dei principali. Ciò comporta la generazione di un flusso di visite di turisti dall’estero che vogliono scoprire i luoghi della denominazione. Le bottiglie del Nizza DOCG girano il mondo come ambasciatrici di un territorio dalle caratteristiche uniche attraendo un turismo legato al vino (complice un trend positivo mondiale) che cresce a ritmi sostenuti.

"Il Nizza DOCG diventa dunque una denominazione di riferimento anche per il valore che riesce ad esprimere. Il numero di bottiglie è importante ma la sua remuneratività, in un contesto produttivo fatto di tante piccole aziende, è fondamentale.” conclude Daniele Chiappone, Vicepresidente dell’Associazione Produttori del Nizza. 

 

ASSOCIAZIONE PRODUTTORI DEL NIZZA

L’Associazione Produttori del NIZZA nasce il 19 novembre 2002 con l’obiettivo di valorizzare e promuovere l’eccellenza della denominazione NIZZA ed è attualmente costituito da 67 soci. I dati della vendemmia 2019 complessivi contano 632.536 bottiglie di cui 37.116 di Barbera d’Asti Superiore Nizza DOCG e 595.420 di Nizza DOCG. Gli organi dell’Associazione sono il Presidente Gianni Bertolino, il Vicepresidente Daniele Chiappone, il Consiglio di amministrazione e il Comitato dei Saggi. Sede presso l’Enoteca Regionale in Via Crovara,2 a Nizza Monferrato.

 

 

Ilaria Bardessono - Cell. +39 391 4916 469 - Email. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Vini d’Alsazia

I Vini d’Alsazia wine - partner del percorso

Sniff Sniff di Dream Factory a Milano.

Gli aromi e i profumi dei Crémant d’Alsace di nuovo protagonisti

 

I Vini d’Alsazia tornano a Milano, dopo il successo dell’ultima tappa #DrinkAlsace svoltasi presso il Ristorante Asola di Matteo Torretta. Questa volta le bottiglie alsaziane raggiungono il laboratorio d’arte contemporanea Dream Factory di Corso Garibaldi, in occasione di Sniff Sniff, un percorso olfattivo che porterà i visitatori a scoprire le essenze alla base della creazione delle fragranze.

 

Mercoledì 23 ottobre, alle ore 18.00, presso il laboratorio d’arte contemporanea Dream Factory, un artista del profumo guiderà gli ospiti nella creazione della loro formula preferita di fragranza, personalizzandola sulla propria pelle. Per l’occasione si brinderà con i Crémant d’Alsace, vini d’eccellenza che, non a caso, fanno della raffinatezza dei loro aromi elemento essenziale.

 

Bianchi, Rosé o Blanc de Noir, Brut o Millesimati, la serata sarà favorevole per esplorare un ventaglio quanto più ampio dedicato alla bollicina alsaziana. I Crémant d’Alsazia si sapranno distinguere per la finezza della bolla e la freschezza delicata. Gli invitati potranno apprezzare la freschezza percepita al naso, la sua delicata effervescenza e gli aromi che vireranno dai frutti bianchi come la mela e la pera, e, a seguire, la pesca e l’albicocca. Chiuderanno il percorso di degustazione la frutta secca, i fiori bianchi e il classico aroma di brioche.

 

 

 

Questi vini si inseriscono alla perfezione in un contesto in cui l’esperienza sensoriale viene messa al centro. Così come la varietà di essenze contribuisce alla creazione di una fragranza, la varietà dei terroir alsaziani conferisce ai Crémant d'Alsace note aromatiche uniche, ben apprezzabili all’olfatto.

 

L’iniziativa accosta ancora una volta i Vini d’Alsazia alle eccellenze artigianali italiane, rafforzando il connubio Vini d’Alsazia - Italia. A conferma di questo legame i dati export sull’Italia decisamente positivi: ad oggi per tutte le AOC si riscontra un + 16,2% in volume e in valore rispetto al 2017 che tradotto in bottiglie si attesta a 600.000 esportate di cui 440.000 di vini fermi (+ 21,4%) e 160.000 di Crémant d’Alsace pari a + 4,2%.

 

Senza dimenticare il seguito di fan italiani sulla pagina Facebook, AlsaceWinesOfficial: oltre 13.100 in tutto, un dato che si traduce nella seconda community internazionale che segue i vini d’Alsazia.

 

 

Alessandra Zaco

I CLIVI: L’ANELLO DI CONGIUNZIONE FRA COLLIO E COLLI ORIENTALI

 

 

Mario Zanusso presenta Galea e Brazan, diverse interpretazioni del Friulano, due vini figli del terroir

 

Due vigneti, due DOC, due territori, due diversi racconti del simbolo enologico del Friuli. Galea e Brazan sono i due vini 100% Friulano che incarnano l’anima de I Clivi, la cantina di Corno di Rosazzo (Udine) che coltiva le sue vigne tra il Collio Goriziano e i Colli Orientali del Friuli, in due territori classici della storia del vino italiano.

 

“Le viti da cui ricaviamo questi due vini – spiega Mario Zanusso, titolare de I Clivi assieme al padre Ferdinando – hanno un’età compresa tra i 60 e gli 80 anni e si trovano, nonostante la vicinanza geografica e il substrato pressoché identico, in due terroir completamente diversi, tanto che a noi piace considerarli dei cru. I vini che ne nascono sono infatti unici e sono meno legati alle note strettamente varietali del vitigno. Sono figli di due terroir diversi, uno più bello dell’altro, in grado entrambi di dare grandi vini capaci di lungo invecchiamento. E sono figli di un vitigno che negli ultimi anni è stato – a torto – un po’ dimenticato”.

 

I due vigneti sono distanti pochi chilometri uno dall’altro, ma ricadono in due diverse zone a Denominazione di Origine sulle pendici di due colline a 200 m sul livello del mare.

Galea, che deve il suo nome all’elmo in cuoio utilizzato dai legionari romani, nasce sulle colline di Gramogliano a Corno di Rosazzo, nei Colli Orientali del Friuli. Il vigneto è in una zona asciutta e soleggiata, che dona al vino sfumature di pietra focaia, mandorle e miele. 

Il Brazan è invece traslitterato da bracan, il nome in dialetto del borgo di Brazzano di Cormons, ed è profondamente legato ai venti che giungono dall’Adriatico e si infrangono sul monte Quarin. La vigna è più fresca e umida, con maggiore escursione termica e l’influenza del mare rende il Brazan più sapido, profondo ed elegante. Si caratterizza per essere fortemente idrocarburico con intense note di anice e pompelmo rosa.

“Da sempre crediamo – continua Zanusso - che il valore delle due Denominazioni sia alla pari e cerchiamo di dimostrarlo anche concretamente: Galea e Brazan sono in vendita al pubblico allo stesso prezzo consigliato di 22 euro”.

 

 

Carlotta Flores Faccio

PARMAEA: IL VINO DELL'ISOLA DI PALMARIA

 

 

L'isola di Palmaria (SP) ha il suo vino: si chiama “Parmaea” e si beve al Grand Hotel Portovenere

 

Un'edizione esclusiva di appena mille bottiglie dall'unico vigneto dell'Isola di Palmaria. Un vino che nasce da una partnership di due eccellenze dello Spezzino per valorizzare il territorio: la cantina Possa di Riomaggiore e il Grand Hotel Portovenere. 

Il Grand Hotel Portovenere e la cantina Possa di Riomaggiore (SP) riportano a nuova vita il vino dell'Isola di Palmaria, l'isola più grande dell'arcipelago spezzino antistante il borgo marinaro patrimonio dell'UNESCO. Palmaria ha un territorio prettamente boschivo e di macchia mediterranea, e racchiude all'interno un vero e proprio gioiello: un vigneto di circa mezzo ettaro da cui è nata una selezione di circa mille bottiglie. La nuova etichetta, unico prodotto sull'isola, si chiama "Parmaea", ed è un vino bianco ottenuto da uve Vermentino (60%), Albarola (20%) e Trebbiano (20%). Ventiquattro ore di macerazione sulle bucce; passaggio in acciaio; due le sfecciature nell'arco del primo mese e poi continua sulle fecce fino all'imbottigliamento. “Il Parmaea fa fermentazione spontanea – spiega il produttore, Heydi Bonanini - non viene né filtrato, né chiarificato”. Il vigneto da cui scaturisce questa selezione è di 6 mila metri quadrati, da un posizione esposta a nord e a un'altezza di 35-40 metri sul livello del mare. 

 

Il Grand Hotel Portovenere, nato nel 2014 grazie ad un investimento dell'azienda Filcasa di Milano, che ha ristrutturato un antico convento del quindicesimo secolo, oggi è l'unico hotel a 5 stelle dell'area delle Cinque Terre ed è proprio di fronte all'isola da cui proviene il vino. Si tratta dunque di un'operazione di valorizzazione territoriale, attuata da realtà imprenditoriali attente al territorio. La produzione del vino "Parmaea" viene acquistata proprio dal Grand Hotel e promossa dal ristorante Palmaria sulla terrazza panoramica oltre che all'interno del Venus Bar. La terrazza dell'Hotel diventa quindi il luogo unico dove gustare il vino isolano, con vista sul borgo marinaro di Porto Venere, meta di un turismo particolarmente attento alle tipicità locali. 

 

“Nel 2018 il Grand Hotel ha registrato oltre ventimila clienti - spiega Cristina Raso, responsabile marketing e comunicazione - grazie anche al raggiungimento della quinta stella, siamo riusciti ad attrarre un crescente numero di ospiti stranieri. Una parte fondamentale della nostra offerta è composta dalla grande attenzione verso i prodotti e le esperienze sul territorio. Il nostro obiettivo è quello di garantire una ristorazione capace di appagare il cliente permettendogli di avere una panoramica del territorio già a partire dalla cucina. E' proprio in quest'ottica che è nata la partnership con la cantina Possa di Riomaggiore, con cui puntiamo a garantire la consueta atmosfera internazionale e cosmopolita, valorizzando al tempo stesso le specialità locali. Basti pensare che gli ospiti stranieri rappresentano circa il 90 per cento del totale, di cui il 40 per cento è rappresentato dai soli statunitensi, un palcoscenico privilegiato che fa bene ad una comunità intera”. 

 

 

Ulteriore novità è la cucina del Palmaria Restaurant con l'ingresso dello Chef Massimiliano Volonterio, il quale approda al Grand Hotel Portovenere: “vocazione internazionale e attenzione alle perle gastronomiche locali”.

Lo Chef celebra il vino Parmaea con un piatto speciale: le linguine con “carbonara di muscoli di La Spezia”. 

Classe 1980, nato a Como, la sua carriera si consolida a Villa D’este (sede del Forum Ambrosetti) e i suoi “maestri” sono gli Chef Luciano Parolari e Michele Zambanini. Dopo un’esperienza triennale londinese diviene Sous-chef di Stefano Cavallini, primo Chef italiano ad ottenere la stella Michelin in Inghilterra, torna in Italia per lavorare alla corte di Ducasse all’Andana Relais. Divenuto Executive Chef del Tombolo Talasso Resort, approda ora al Grand Hotel Portovenere.

“Nel menù del Palmaria Restaurant gli ospiti potranno trovare sapori e tecniche che ho avuto occasione di sperimentare in diverse occasioni – commenta lo Chef Massimiliano Volonterio - La cucina del celebre Chef Gualtiero Marchesi rimane il primo riferimento da cui trarre ispirazione. Ricerco, infatti, ingredienti genuini e gustosi con una grande attenzione alle materie prime del territorio. In carta, la cucina italiana la fa da padrona, nelle sue sfaccettature regionali e locali, con uno sguardo attento ai presidi Slow Food."

 

Il Grand Tour d'Italia inizia dal menù

Il nuovo menù del Palmaria Restaurant, a rotazione bimestrale, è stato concepito per soddisfare le esigenze della clientela più sofisticata, in grado di far conoscere le perle gastronomiche locali, valorizzate attraverso tecniche di cottura contemporanee. Affumicature dal legno delle botti della vicina Luni, cotture a bassa temperatura in grado di valorizzare le carni da cortile e i crudi di pesce locale, lasciano percepire già dalla tavola quel “Grand Tour d'Italia” che i rampolli delle dinastie europee affrontavano nell'Ottocento. E' così che la sala con vista sul borgo marinaro patrimonio UNESCO e la terrazza del Grand Hotel diventano porta d'ingresso privilegiata alla cultura gastronomica italiana. Prodotti come i muscoli e le ostriche di La Spezia, il miele della Val di vara, il pesto artigianale e il pesce pescato nel Levante ligure si sposano con delizie come gli asparagi d'Albenga o i gamberi rossi di San Remo per un viaggio che parte dalla Liguria e che spazia alle regioni della penisola. Grande attenzione sarà dedicata ai “Presìdi Slow Food”, per offrire una panoramica esaustiva delle eccellenze italiane. 

 

Il Grand Hotel Porto Venere

Boutique hotel 5 stelle, di circa 50 camere con alcune suite, tutte accoglienti e curate nei minimi dettagli. Molte camere sono arricchite da terrazzi e balconi affacciati sul mare. Il ristorante interno, che prende il nome dall’isola Palmaria, è collocato in una spettacolare veranda affacciata sul mare. Arredi moderni, atmosfera raffinata, il servizio di prim’ordine. I servizi aggiuntivi dell’albergo come la spiaggia riservata, il garage privato, un raccolto centro benessere con annessa palestra, una sala congressi con circa 120 posti chiudono il cerchio offrendo servizi a 360 gradi. 

 

Filcasa è una delle principali società immobiliari della Lombardia. Fondata a Milano nel 1979 dal Cav. Sestilio Paletti (premiato nel 2016 con il prestigioso Ambrogino d'Oro per il suo impegno sociale), l'azienda opera prevalentemente nel capoluogo meneghino e ha effettuato investimenti significativi in varie regioni italiane e in alcuni Paesi esteri. La famiglia Paletti, proprietaria dell’azienda immobiliare milanese e della catena alberghiera Gruppo Mirage, ha completato nel 2014 l'importante investimento immobiliare a fini turistico alberghieri: il Grand Hotel di Porto Venere, struttura ricettiva, riaperta nell'autunno del 2014 dopo un lungo lavoro di restauro conservativo.

 

Roberto Ceccarelli

ASOLO WINE TASTING 2019, AL VIA L’OTTAVA EDIZIONE

 

Domenica 5 maggio 2019 a Palazzo Beltramini di Asolo il banco d’assaggio dei vini del territorio, dall’Asolo Prosecco DOCG alla Recantina DOC, passando per il Montello DOCG

 

Il Consorzio Vini Asolo Montello si prepara per l’ottava edizione dell’Asolo Wine Tasting, il banco d’assaggio in programma domenica 5 maggio 2019 dalle 10.00 alle 19.00 a Palazzo Beltramini di Asolo, cittadina annoverata tra i borghi più belli d’Italia.

 

In degustazione ci sarà l’Asolo Prosecco Superiore DOCG nelle sue diverse versioni, come ad esempio l’Extra Brut - Asolo è l'unica denominazione che può definire questa tipologia nelle bottiglie prodotte con la DOCG - ed il Col Fondo, il Prosecco rifermentato in bottiglia e senza sboccatura, come da tradizione di queste zone. Spazio anche ai rossi del territorio, come la Recantina DOC, vitigno praticamente scomparso all’inizio del Novecento e recuperato grazie a un lavoro di ricerca seguito dal Consorzio, e il Montello DOCG, ottenuto dal classico taglio tra Merlot, Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon, vitigni internazionali che in questi luoghi assumono un’identità ben precisa. Vini, quelli dei Colli di Asolo e del Montello, che nascono in luoghi in cui è tutelata la biodiversità, dove la vite e altre coltivazioni convivono con boschi e fonti d'acqua, disegnando un paesaggio unico.

 

Nello stesso weekend Asolo ospiterà anche Fucina del Gusto, rassegna gastronomica dedicata alle eccellenze locali, che con Asolo Wine Tasting ha in comune la volontà di valorizzare il territorio dell’Asolo Montello e i suoi prodotti.

Info: www.asolomontello.it

 

INFO IN BREVE | Asolo Wine Tasting 2019

Data: domenica 5 maggio 2019

Orario: dalle 10.00 alle 19.00

Luogo: Sala Consiliare di Palazzo Beltramini, Asolo (Treviso)

Ingresso: 10 euro, 5 euro con l’acquisto del biglietto de La Fucina del Gusto

Info: www.asolomontello.it

 

 

 

 

Chiara Brunato

LA CENA DELLE STELLE PARLA ITALIANO

NEL CUORE DI NEW YORK, LA CENA DELLE STELLE PARLA ITALIANO: LO SPUMANTE BIO SICILIANO “IL GRILLANTE” È LA BOLLICINA UFFICIALE DELLA CHARITY DINNER DI MASSIMO BOTTURA, JOAN ROCA E MAURO COLAGRECO

Sostenibilità e innovazione made in Italy: Il Grillante è protagonista di «Once Upon a Kitchen», l’evento benefico che riunisce il gotha della ristorazione mondiale

«C’era una volta…», «Once Upon a Time…»: le favole più belle iniziano così. Ed è un po’ una favola anche quella del Grillante, lo spumante biologico e sostenibile nato dai vigneti di Cantine Europa, storica società cooperativa agricola nella Sicilia Occidentale, diventato protagonista di uno degli eventi più esclusivi al mondo: la charity dinner «Once Upon a Kitchen», svoltasi ieri sera nella splendida Gotham Hall di New York, tra il celebre Empire State Building e la sfavillante Time Square.

I tre Maestri della cucina internazionale, Massimo Bottura, chef e patron del 3* Michelin “Osteria Francescana”, Joan Roca, genio culinario del 3* Michelin “El Celler de Can Roca” eMauro Colagreco, anima del 2* Michelin “Mirazur” - rispettivamente numero 1, 2 e 3 al mondo -, e Christina Tosi, chef, pasticciera, giudice di Masterchef Jr USA e fondatrice di Milk Bar, famosissima pasticceria di Brooklyn, hanno trasformato un sogno in realtà, cucinando insieme per la prestigiosa cena di beneficienza organizzata dall’agenzia GR8 in favore di God’s Love We Deliver, ente benefico fondato nel 1985 che si occupa di preparare e consegnare pasti, dando consigli nutrizionali a persone che convivono con gravi malattie dell’area metropolitana di New York. Con loro, l'enologo di fama internazionale Roberto Cipresso che ha selezionato i vini della serata. Tra questi, il Grillante che, in quanto spumante ufficiale dell’evento, è stato servito sia durante l’aperitivo che come accompagnamento finale con la Apple Pie – ISH, la famosissima torta di mele di Christina Tosi.

Per la qualità delle sue uve, il Grillante può essere considerato il vino simbolo dell’intero Mediterraneo, dei suoi popoli, del suo turismo, dei suoi elementi di maggior fascino. Ma è, al tempo stesso, un vino completamente diverso dai suoi predecessori, come spiega l’enologo Roberto Cipresso: «Ho scelto di presentare Il Grillante durante questa importante serata a New York perché rappresenta una “nuova pagina” del vino siciliano sotto molti punti di vista: per il regime di coltivazione e di produzione – organico e sostenibile -, per la modernità e la freschezza del suo stile organolettico, per le scelte estetiche del suo packaging. Ma soprattutto, è una assoluta novità nel suo genere perché, per la precocità della varietà Grillo e per la latitudine di coltivazione, è il primo vino che viene presentato al pubblico nell’annata della sua vendemmia, e batte sul tempo ogni “novello” italiano o Beaujolais Nouveau francese».

Ispirato alle onde scintillanti del mare siciliano, infatti, il Grillante, spumante organico da uve Grillo prodotto con metodo Charmat, nasce da una vendemmia che ha luogo già nella prima decade del mese di agosto cosicché il vino possa esistere prima della fine dell’estate. Il Grillante di «Once Upon a Kitchen» è quindi uno spumante 2018 ottenuto da vendemmia 2018.

Inoltre, il Grillante è uno spumante biologico e sostenibile laddove con il con il primo termine si fa riferimento al suo regime di coltivazione e produzione e con il secondo al fatto che le uve con le quali lo si ottiene derivano dal diradamento tardivo dei vigneti di Grillo destinati a obiettivi enologici superiori, esse cioè, sono brillantemente recuperate anziché essere semplicemente scartate. La sua produzione, infatti, fa parte del progetto triennale “Approccio integrato per lo sviluppo di prodotti innovativi nei settori trainanti del comparto agroalimentare siciliano”, finanziato dal Programma Horizon 2020, a cui hanno collaborato Cantine Europa con l’Università degli Studi di Palermo e con il caseificio Biopek Snc di Gibellina (TP).

Il Grillante, conosciuto in Italia anche come “Biollicine di Sicilia”, è infatti prodotto con un ridotto uso di coadiuvanti enologiche. Attraverso i prodotti di scarto dell’intera filiera vitivinicola (vinacce distillate e scarti di potatura) è stato creato un compost di elevata qualità per uso agronomico in regime biologico. Il compost è stato utilizzato sia per la produzione dei vini, sia per la produzione di formaggi arricchiti in sostanze nutraceutiche naturali(estratti fenolici da sottoprodotti vitivinicoli). Entrambe le produzioni – del Grillante e dei prodotti caseari - sono autenticabili e tracciabili nell’ottica della creazione di una filiera di circular economy attenta alla sicurezza e alla verifica dell’origine e dell’autenticità della materia prima utilizzata per la trasformazione.

«Il Grillante ha portato sui tavoli del prestigioso evento di New York l’impegno e la passione di 2.100 famiglie siciliane: i soci di Cantine Europa che ogni giorno coltivano la terra con amore e con la voglia di portare avanti le tradizioni che hanno ricevuto dai loro padri per trasmetterle a loro volta, ai loro figli. E l’evento di New York è solo il primo di uno dei grandi traguardi che Cantine Europa ha raggiunto con l’obiettivo di diventare un punto di riferimento nel mondo vitivinicolo internazionale, anche grazie alla qualità e all’unicità di un vino simbolo come il Grillante» - ha commentato la Responsabile del nuovo piano di sviluppo di Cantine Europa Ada Rosa Balzan.

La charity dinner di riferimento nel Natale della Grande Mela, dunque, non solo ha parlato italiano ma l’ha fatto anche guardando al futuro in un’ottica di sostenibilità e innovazione. 


Alessandra Perrucchini

Sistema Prosecco: due sentenze positive per il Prosecco in Ucraina

 

 

 

 

 

 

 

 

Con doppia sentenza del 2 ottobre 2018, resa dall'Antimonopoly Commitee ucraino, Sistema Prosecco, la società che coordina le azioni di tutela delle denominazioni Asolo Prosecco Docg, Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg e Prosecco Doc, ha ottenuto un’importante tutela della Denominazione di Origine Prosecco Prosecco contro una società ucraina attiva nel settore vitivinicolo locale che produceva e commercializzava bottiglie di falso Prosecco. 

disciplinari di produzione delle denominazioni di Sistema Prosecco stabiliscono che solo i vini prodotti secondo regole precise, nelle aree in essi delimitate comprese fra le regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia, possono contraddistinguersi con una delle denominazioni rappresentate da Sistema Prosecco. 

Si concludono così due procedimenti paralleli instaurati nel novembre 2015 da Sistema Prosecco al fine di ottenere che fossero impedite alla società in questione le attività illecite di produzione e vendita delle bottiglie di falso Prosecco. 

Più specificamente, nei due procedimenti avanti l'autorità garante della concorrenza ucraina Sistema Prosecco contestava, da un lato, l'esistenza di un rischio di confusione derivante dall'uso illecito della DOP e, dall'altro, la diffusione di informazioni false ed ingannevoli da parte della convenuta.

Le due recentissime sentenze costituiscono un importante risultato nell'ambito dell'intensa attività svolta da Sistema Prosecco per la tutela delle denominazioni del mondo Prosecco a livello internazionale. 

Si tratta di uno dei tanti risultati conseguiti da Sistema, che negli ultimi anni è stato impegnato su molti fronti di tutela a livello internazionale con grande impegno e successo, basti pensare che solo nel 2017 sono stati contrastati oltre 75 marchi lesivi delle denominazioni del mondo Prosecco. Sistema Prosecco è stato assistito per la posizione ucraina, oltre che dallo studio ucraino Sayenko Kharenko, dal co-Manegin Partner Giovanni Galimberti e da Rita Tardiolo, Senior Associate del dipartimento IP di Bird & Bird.

I MAGNIFICI SETTE VINI DI GATTI E MASSOBRIO

Migliaia di assaggi, un anno col bicchiere in mano, per addivenire alla selezione dei Top Hundred che sfileranno a Golosaria Milano a fine ottobre. Ma dalla selezione sono 7 i super vini che i due giornalisti con il Papillon hanno selezionato. Tutti recensiti nel nuovo libro, Vino. Assaggi memorabili di quel giorno e di quell'ora (Cairo editore; pag. 384) in libreria da oggi.

 

I sette super vini dunque sono:

 

• Il Capriano del Colle Rosso Riserva “Riserva degli Angeli” 2015 di Lazzari di Capriano del Colle (Bs). Il miglior vino rosso dell'anno, un vino ottenuto secondo i dettami del biologico che è una vera sorpresa per la zona in cui è collocato, che ha svettato in eleganza.

 

• Il Terre Siciliane Bianco “Il Coro di Fondo Antico” 2016 della cantina Fondo Antico di Trapani. Il miglior vino bianco, da uve grillo macerate a lungo sulle bucce.

 

• È invece un Trentodoc la miglior bollicina dell'anno e addirittura un rosé. Si tratta del Trentodoc Extra Brut Rosé Riserva 2014 di Maso Martis di Trento.

 

• Si torna poi in Sicilia per il Top dei Top Passiti con il Moscato Passito di Noto 2017 di una nuova cantina: Feudo Luparello di Pachino (SR), al suo secondo anno di produzione.

 

• Soddisfazione piena, poi, per un semidano in purezza, il Sardegna Semidano Migiu 2017, prodotto a Gergei (SU) dalla cantina Olianas. Si tratta di un vino prodotto in anfora, dal gruppo toscano D Casadei.

 

• Vino sorpresa dell'anno è poi il Vino Rosso “Prova d’autore” 2013 prodotto a Pettenasco (NO), sul lago d'Orta dalla Cascina Eugenia 1641 di Alberto Alessi. Anche qui una produzione totalmente naturale da uve 100% pinot nero a dimostrazione che il rispetto del terreno può far rifiorire la vite in luoghi di antica vocazione.

 

• Infine l'emozione del Gewürztraminer Epokale 2009 affinato nella miniera di Monteneve, in Val Ridanna, dalla Cantina Tramin di Termeno (BZ) che conquista i 100 punti di Robert Parker Wine Advocate.

 

 Federica Borasio

 

A questo link l'elenco completo di tutte le scoperte. 

 

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