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Recensioni

I VINI DEL BRICCO DEL CUCU ALL'ENOTECA 33 Rosso

I VINI DELLA CANTINA DEL NOTAIO ALL'ENOTECA 33 ROSSO

Il 18 Marzo 2018 ho avuto il piacere e l’onore di conoscere il Dottor Gerardo Giuratrabocchetti,  titolare dell’Azienda Vitivinicola Cantine del Notaio, che ha presenziato alla serata organizzata in Enoteca e ci ha guidato nella degustazione “Le Versioni dell’Aglianico del Vulture”. Gerardo è una persona speciale che dona grandi emozioni, è immenso il legame che ha con il suo territorio e trasmette a tutti.

 Il 23 Novembre 2018 ci ha onorato nuovamente della sua presenza con un’altra interessante e bellissima degustazione “Aglianico del Vulture, il ritorno di nuove emozioni”. Serate indimenticabili, che hanno lasciato il desiderio di continuare a degustare i suoi meravigliosi vini e di rivederlo presto!

Anita col marito, clienti e amici

L’Azienda Vitivinicola Cantine del Notaio, è stata eletta “Cantina dell’Anno - Gran Vinitaly 2018”. L’Azienda nasce nel 1998, quando Gerardo laureato in scienze Agrarie, coltiva l’Aglianico del Vulture nelle proprie vigne ereditate dal nonno, unendo tradizione, innovazione, passione, storia e cultura del territorio e valorizzando un vitigno autoctono a bacca nera noto sin dai tempi dell’antica Grecia.

 Anita con Gerardo Giuratrabocchetti

La natura vulcanica dei terreni fertili ricchi di sostanze minerali e il microclima particolare danno vita a questo vino meraviglioso, prezioso, dai profumi complessi e inconfondibili, fine ed elegante.

Anita con amici e clienti 

Nel luglio scorso ho visitato la sua azienda in Rionero e sono rimasta affascinata dalla sua professionalità, ma anche dalla sua simpatia, nelle cantine sotterranee scavate nelle grotte di tufo, pregne di una magica atmosfera ho provato grandi emozioni che rimarranno per sempre nel mio cuore.

Anita mostra due bottiglie della serata

 

Anita Manichedda

Enoteca 33 rosso

Via Paolo Anfossi, 33 r

16164 GENOVA

 

LA FESTA DEL BEAUJOLAIS NOUVEAU ARRIVA A MILANO, DA ÉGALITE' 

 

 

 

 

 

 

ll 15 novembre da Égalité - la boulangerie par Thierry Loy in via Melzo 22 a Milano - si festeggia il Beaujolais Nouveau, una tradizione che si svolge in Francia il terzo giovedì del mese di novembre, per un giorno soltanto, dall'alba a tarda notte. L'arrivo sul mercato di questo vino rosso - uno dei prodotti francesi più conosciuti e caratteristici della stagione autunnale - rappresenta ogni anno un momento di festa e convivialità da trascorrere in compagnia in casa o per le strade.

Égalité permetterà di scoprire anche a Milano questa tradizione, lungo un’intera giornata – giovedì 15 novembre, dalle 7.30 alle 22.30 per degustare il Beaujolais Nouveau insieme ad alcune prelibatezze della boulangerie.

 

Thierry Loy ha scelto di servire il Beaujolais Nouveau - vino nature del Domaine de Chasselay, una tenuta che risale al 1464, da qualche anno completamente dedita alla coltivazione biologica certificata.  Il risultato è un vino fruttato, profumato al palato e piacevole da bere in compagnia.

 

Il Maestro Boulanger ha pensato anche ad abbinamenti originali per esaltare le caratteristiche del Beaujolais Nouveau nei diversi momenti della giornata: dal CroissantTradition per la prima colazione, alla Quiche Lorraine - una pasta brisè e ripiena di formaggio groviera, uova e pancetta - per il pranzo.

Per l’aperitivo Thierry Loy propone la Planche du Beaujolais di formaggi misti francesi (Camembert, Roquefort, Chèvre, burro leggermente salato), salumi (in cui la celebre Saucisson Rosette di Lione si incontra con il prosciutto crudo italiano D’Osvaldo) e marmellata di fieno. Ultimo regalo del Boulanger è il Pain Beaujolais, un pane creato per l'occasione, impastato con farina e vino.

 

 

 

 

La festa del Beaujolais Nouveau è una tradizione che risale al 1951, anno in cui un decreto del governo francese vietò la vendita di vini AOC fino al 15 dicembre dell’anno del raccolto. A seguito della protesta dei produttori, il 13 novembre 1951 una nota ufficiale ne ripristinò la commercializzazione, a condizione di aggiungere la menzione "nuovo".

Nasce così il "Beaujolais Nouveau": originario dal vitigno Gamay, viene messo in vendita solamente due mesi dopo la vendemmia, non appena la fermentazione ha avuto luogo. Oggi 3.000 vignaioli lavorano con passione nella regione del Beaujolais per offrire questo vino dal gusto inconfondibile.

 

Égalité en fête: le beaujolais nouveau est arrivé!

15 novembre 2018 | dalle 7.30 alle 22.30

Via Melzo 22, Milano

Nemo Monti

TAPPI & VINI: SERATA CON WALTER MASSA

 

Di Virgilio Pronzati

Sul tappo di sughero si è detto di tutto e di più.  Sia a favore che contro.  Ricavato dalla quercia  da sughero, il tappo è e rimane un prodotto naturale.  Antiche le sue origini. Il filosofo greco Teofrasto nel 4° secolo a.C., scriveva nei suoi trattati botanici della capacità della quercia da sughero di rinnovare la sua corteccia dopo che era stata rimossa. A Efeso, antica città dell’Anatolia, in Turchia, è stata trovata un'anfora del 1° secolo a.C. sigillata con un tappo di sughero e ancora contenente vino. Un altro reperto è consistito dal ritrovamento di un'anfora ateniese con questa chiusura risalente al V secolo a.C. Ma la notorietà e diffusione, il tappo l’ebbe in Francia nella seconda metà del XVII secolo.  Champagne, Provenza e Cotes du Rhone furono le prime. Un successo che attraversando il tempo è ancora attuale. 

Con l’impiego di valida materia prima e l’uso di tecniche sempre migliori, il tappo di sughero è considerato ancor oggi il meglio. Mo non sempre è così. Infatti, nelle fasi di lavorazione del sughero e la realizzazione dei tappi, sono emersi in quest’ultimi alcuni difetti che hanno contaminato il vino (prima da muffe poi dal tricloroanisolo “TCA”, ritenuto il maggiore responsabile dell’odore e sapore cosidetto di tappo ) conferendogli le sgradevoli percezioni gusto-olfattive. Aumentata la vendita di vino in bottiglia nei principali Paesi europei e non solo, di conseguenza la produzione di tappi è cresciuta in modo esponenziale.  Da qui la necessità di creare altri tappi alternativi di minor costo, inerti e funzionali. 

 

 

Quelli più presenti sul mercato sono: Tappi di sughero monopezzo, agglomerato, agglomerato con una o due rondelle, rivestito di membrana plastica. Tappo corona.  Tappo a vite.  Tappo di silicone.  Tappo Ardeaseal (tecnopolimeri).  Un giusto prologo alla serata ideata e promossa rispettivamente, da Enrico Sala già presidente della Condotta Genovese di Slow Food e adesso fondatore "Club Amici dell'Ippopotamo" (formato da gourmet) e Massimo Ponzanelli delegato Onav per la provincia di Genova, con la partecipazione di Walter Massa che, nell’occasione, ha posto al vaglio degli onavisti e enoappassionati genovesi il Derthona Timorasso 2014, imbottigliato con cinque tipi diversi di tappi.        

Un quesito interessante che ha dato origine a considerazioni non molto omogenee.  Sebbene il vino provenisse dalla stessa botte, tra i vari campioni ci sono state sensibili differenze olfattivo - gustative.  Quasi identici per l’aspetto visivo, ossia limpidezza e colore.  Bottiglia n° 1 - Sughero: Discretamente intenso, persistente e composito, con leggeri sentori fruttati, vegetali e lievi di minerali (mela renetta quasi matura, fiori di acacia un po’ appassiti, erbe montane e pietra pomice), secco, fresco e sapido, caldo, pieno e di giusta persistenza, con fondo sapido-minerale. Bottiglia n° 2 - Sughero plastificato: Intenso e persistente, sufficientemente fine per lieve pungenza, con sentori fruttati, vegetali e minerali (pesca selvatica, uva spina, rucola e caolino), secco, abbastanza fresco, molto sapido e minerale, caldo, di buona struttura e persistenza. 

 

 

Bottiglia n° 3  - Metallico a vite: Intenso e persistente ma un po’ opulento e pungente con sentori vegetali, fruttati e minerali (erbe di campo appena tagliate, pampino di vite, prugna bianca immatura e ardesia bagnata), secco, sapido e minerale, caldo, pieno e continuo.  Bottiglia n° 4 - Ardeaseal: limitatamente intenso, persistente e fine, leggermente ridotto, con sentori vegetale e minerali (erbe campestri già appassite, farina di legumi e polvere di marmo e cemento bianco), secco ma sapido, caldo, un po’ minerale ma un po’ corto.  Bottiglia n°  5  -  Corona metallico:  sufficientemente intenso, persistente e fine,  un po’ sottile, con sentori vegetali, minerali e fruttati (mela, erbe e fiori di campo e lavagna bagnata), secco, sapido, di sensibile acidità fissa, caldo, continuo.  A parte le mie personali valutazioni, chi ha ottenuto più consensi dei degustatori sono stati i campioni 3 e 5. Due vini ben diversi e interpretati un po’ soggettivamente. Anche sugli altri tre, i pareri sono stati diversi, forse per qualche sbaglio nell’ordine di servizio.    

 

 

 

Comunque un’esperienza senz’altro positiva. Mattatore della serata, Walter Massa, vignaiolo eclettico e geniale vinificatore. Suo il merito di avere scoperto, plasmato e valorizzato il vitigno autoctono Timorasso, diffondendone la coltivazione nel Tortonese, valorizzando al meglio l’intero territorio.   La riuscita serata si è tenuta nel locale La Bottega del Re in Albaro dove, terminata la degustazione, è seguita una cena con alcuni piatti tipici abbinati al Derthona Timorasso dei Vigneti Walter Massa. 

 

ALTIVINI ENOTECA EROICA - VINI ESTREMI PER PERSONE MODERATE

 

 

Raffaele Bozano Gandolfi

 

Di Virgilio Pronzati

 

A Genova le enoteche non mancano.  Ce ne sono di storiche e di recenti.  Di buon numero con vasta scelta di etichette, altre con meno ma selezionate. Una sola, in tutt’Italia, che propone vini estremi.  Cioè vini prodotti da vignaioli eroici da vigneti di montagna con pendenze superiori al 30% con altitudini di oltre 500 metri sul livello del mare. Non solo. In gran parte terrazzati e su irti pendii, dove non esiste la meccanizzazione  ma solo lavorazione manuale.

 

 

Selezione di vini liguri

Autoctoni i vitgni che danno origini a questi vini “eroici” e unici. Autentici vini di esclusivi terroir, che oltre a esprimere ampi e complessi profumi e grande struttura e armonia, sono l’unico mezzo per ricavarne reddito e tutelare l’ambiente, preservandolo dal dissesto idrogeologico. 

 

 

Selezione di vini aostani

 

A creare l’Enoteca Altivini nel 2014, c’è voluto il coraggio di Raffaele Bozano Gandolfi, appassionato esperto di vini, in particolare di quelli di viticoltura eroica.  In primis ottimi vini aostani e liguri, seguiti da scelti vini friulani, campani, lombardi e di altre regioni.  Quasi tutti, di piccole e medie dimensioni.  Molti dei vini presenti in questa piccola e raccolta enoteca, sono quasi assenti nelle altre.  Simpatico il cartello all’entrata: Vini estremi per persone moderate.

 

Selezione di vini passiti

L'enoteca situata in centro città, è facilmente raggiungibile sia da un genovese che da un turista, Si trova all'inizio di Via G. Interiano, a due passi da Via Garibaldi, dove sorgono le fastose dimore storiche tutelate dall'Unesco, come patrimonio dell'Umanità.

  

Altivini Enoteca Eroica

Via G. Interiano 11r - Genova - 340/7842355

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GRUPPO COLLIS: CONTINUA L’ESPANSIONE DI CANTINA VENETA

 

 

Una rete di wine shop per promuovere le eccellenze enologiche del Veneto ed avvicinare i consumatori alla filiera produttiva: con 31 punti vendita, Cantina Veneta prosegue il percorso di valorizzazione del territorio, ideato da Gruppo Collis.

 

Una rete di wine shop a disposizione dei consumatori, con la possibilità di attingere il vino direttamente dal tino, arricchire il proprio bagaglio culturale ed assaporare le eccellenze enologiche del Veneto. Gli appassionati del settore trovano nei negozi Cantina Veneta, di proprietà del Gruppo Collis, una filosofia di scambio e un punto di incontro con le migliori realtà produttrici delle province di Verona, Vicenza e Padova.

La rete di wine shop di Cantina Veneta, che oggi conta 31 punti vendita, di cui 10 di nuova realizzazione, distribuiti capillarmente tra Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Roma, offre la vendita diretta di vino imbottigliato e sfuso dall’ottimo rapporto qualità/prezzo. 

È, infatti, possibile conoscere ed acquistare un’accurata selezione dei vini più rappresentativi dell’enologia veneta ed internazionale: dalle D.O.C. quali Soave, Valpolicella e Amarone, al Prosecco, al Pinot Grigio, ai vari I.G.T. veneti bianchi e rossi. Di nuova produzione la linea ANEU, il vino senza solfiti aggiunti, che testimonia l’attenzione al benessere dei consumatori, in un’ottica di innovazione tecnologica e di ricerca.

Ad avvalorare la passione per la tradizione veneta, il personale altamente qualificato è a disposizione dei visitatori per fornire informazioni sull’ampia offerta, sulla provenienza dei vini e per offrire consigli e preziosi suggerimenti.

Marchio distintivo di Cantina Veneta è dunque la valorizzazione della cultura enologica e la promozione della qualità affinché, dalla terra alla tavola, il consumatore possa avvicinarsi all’intera filiera produttiva ed 

acquistare consapevolmente un prodotto di alto livello.

www.collisgroup.it

Marianna Pavan
Studio Monika Carbonari

Via Turazza, 48/B - 35128 Padova

tel 049/775020 - fax 049/8072022

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.www.studiomonikacarbonari.it

 

 

IL PANE E’ BUONO. FARCITO ANCOR DI PIU’

 

 

Di Virgilio Pronzati

Scatti di Jolly Foto

 

 

 

 

 

 

Guglielmina Costi Monaci mentre consegna l'attestato di benemerenza a Gino Petrucco

 

 

Come recita un antico detto per definire qualcosa di buono, si dice è buono come il pane. Un alimento una volta prezioso, oggi si contende in parte la tavola con cracker e grissini.  Un pane di qualità sarà sempre gradito da tutti. In italia ne esistono oltre 250 tipi diversi e un migliaio di varianti. Si può affermare che ogni regione ha il suo pane. Tra i più noti, quelli di Altamura, di Matera, di Terni, coppia ferrarese, carasau, rosetta, filoncino, libretto, ciabatta, michetta, e poi in cassetta, integrale, azzimo ecc. I pani speciali: al latte, al burro, all’olio d’oliva, con noci, con uvetta, con olive e ancora con sesamo, cumino e anice. Il pane per millenni è stato il primo alimento per quasi tutti i popoli.

 

Ricerche su testi antichi e reperti archeologici hanno confermato che il pane era usato dagli antichi Egizi, un alimento comune presso i Greci e faceva parte degli usi alimentari dei Romani.  Da bambini e da grandi, pane e salame erano la colazione e la merenda. Lo stesso con mortadella, olio d’oliva e sale, con formaggio e con marmellata.  Già un migliaio d’anni fa, dicendo companatico si trattava di pane con diverse basi alimentari.  E’ interessante sapere, che i primi dolci sono derivati dal pane.  Non solo. Col sapiente uso del pane sono nati molti piatti, di cui uno, il pan cotto, era sui deschi di ogni regione italiana. Perché parliamo di pane? Semplice.

 

 

 

Guglielmina Costi Monaci consegna l'attestato di benemerenza a Davide Baroni e a Emanuele Fromento titolari di Ai Troeggi

 

Il pane è stato il tema dell’incontro promosso da Guglielmina Costi Monaci nel locale Ai Troeggi, situato in un palazzo medievale nel centro storico genovese. Un bar con ottimi vini, distillati e birre e, tornando al pane, con irrinunciabili bruschette farcite con salumi, formaggi, acciughe e salse tutti di gran qualità. A parlare del pane, due autorità in materia: Gino Petrucco e Brunello Saettone, rispettivamente Presidente dell’Associazione Panificatori Genova e Provincia, e già presidente della medesima associazione.  Entrambi oltre al pane, hanno sottolineato la bontà della focaccia con l’olio d’oliva. Una golosità risalente al dodicesimo secolo, che superando l’usura dei tempi e delle mode, è ancor oggi in auge.

 

Dopo che la Costi ha consegnato gli attestati di benemerenza a Gino Petrucco e ai gestori de Ai Troeggi Davide Baroni e Emanuele Fromento, un folto gruppo di soci del Piatto di Nettuno sono stati deliziati da un tripudio di bruschette, abbinate a vini biologici.  Tornando Ai Troeggi cioè ai lavatoi (antichi lavatoi pubblici), è l’unico locale ligure che ha partecipato assieme ad altri diciotto selezionati locali veneti, friulani e lombardi, alla presentazione dei Bakari. Tre vini pensati per chi beve per puro piacere, nello spirito dei bacari veneziani. Antiche osterie di Venezia dove da sempre si consumano vini in calice e piccoli spuntini.   

 

  

VINI DEL SAVONESE A CERVINIA

Di Virgilio Pronzati

Maria Luisa Pastero con la giovane collaboratrice e Alex Berriolo

Alex Berriolo è un giovane enologo e piccolo produttore di grandi vini a Balestrino, minuscolo e antico paesino del Savonese. Non solo. Da anni presiede la Commissione d’Assaggio dei vini Doc della provincia di Savona, fa consulenze a piccole aziende e opera nella Cantina Viticoltori Ingauni, la maggiore produttrice di Riviera Ligure di Ponente Pigato.

 

 

Maria Luisa con Alex ed alcuni amici e clienti

Alcuni anni fa al mare, nella Riviera di Ponente, Alex Berriolo conobbe Maria Luisa Pastero proprietaria insieme a Maurizio De Marco, dell’Antica Bottiglieria del Breuil di Cervinia. Un’enoteca arredata con cura, dove sugli scaffali c’è il meglio dell’enologia nazionale, pregiati Champagne, liquori e distillati. Una bomboniera che attrae anche i gourmet: in bella mostra oli extravergini, confezioni di pasta pregiata, irrinunciabili dolci di vari tipi, tra cui cioccolato e i tipici aostani.

 

 

 

 

L'assaggio di aostani e turisti 

 

L’occasione di presentare i vini di Alex nell’enoteca di Maria Luisa, è capitata lo scorso mese di luglio, in quanto Alex Berriolo era già presente a Sarre in veste di degustatore ufficiale nel Concours International Vins Extremes 2017. Una manifestazione unica nel suo genere al mondo. Per tutto il pomeriggio nella centralissima Via Carrel, numerosi enoappassionati, gourmet locali e turisti sono stati deliziati dalle golosità di Maria Luisa e dai sapidi e fruttati vini di Alex. Un ligustico trittico composto dal Baitinin (Vermentino e Pigato), Campulou (100% Pigato) e da raro Lappazucche (Barbarossa). 

 

 

 

L'apprezzamento anche di alcuni concorrenti alla mini maratona 

 

 

Sono tanti i motivi per andare a Cervinia.  Uno in più, è per apprezzare i piatti di raffinata matrice, nel rinomato ristorante La Blason, situato poche decine di metri dall’enoteca. 

 

 

 

 

 

La sala del ristorante Le Blason 

 

 

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