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TASTE 2022 IN FORTEZZA
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VINO (UIV): BOOM DI RINCARI, LE AZIENDE COSTRETTE A RICONTRATTARE I LISTINI
Il vino vola in doppia cifra nelle vendite sia in Italia che in Europa, ma ha comunque poco per cui brindare. Colpa - rileva Unione italiana vini (Uiv) - del boom di rincari, anch’essi in doppia cifra, che influiscono nell’ordine del 30% sul prodotto finito. I costi alle stelle riguardano tutto, dalle materie prime secche al prodotto, quindi dal vetro alle etichette, dai cartoni alle chiusure delle bottiglie, dai trasporti (con le tariffe per i container che sono lievitate del 400%) all’energia elettrica fino al prezzo medio del vino stesso, che complice una vendemmia a bassi volumi sale in diversi casi a +40% rispetto allo scorso anno. Un combinato disposto che, secondo il segretario generale, Paolo Castelletti “costa al settore anche più di quanto stimato solo un mese e mezzo fa: allo stato attuale la ‘bolletta’ supplementare per il settore supera ormai 1 miliardo di euro, e questo al netto delle difficoltà nelle consegne del vino, che cominciano a evidenziarsi anche se in misura molto minore che in Francia. È del tutto evidente – ha aggiunto il segretario dell’associazione che rappresenta l’85% dell’export italiano del settore – che le imprese saranno costrette entro breve a rivedere i listini precedentemente accordati con distributori e importatori. Una partita le cui conseguenze non saranno semplici da gestire, perché rischia di stritolare le aziende più deboli con il pericolo di generare una pericolosa spirale al ribasso. Chiediamo pertanto massima attenzione da parte del Governo nei prossimi provvedimenti di legge di Bilancio e delega fiscale, per assicurare misure di alleviamento dei costi fissi (tassazione sul lavoro ed energia) che possano sostenere il mondo produttivo e non mortificarne la competitività”.
Da Nord a Sud il quadro fornito dalle principali aziende socie Uiv è lo stesso. Per Daniele Simoni, amministratore delegato di Schenk (50 milioni di bottiglie l’anno): “Saremo costretti a ricontrattare i listini già a partire dall’inizio del prossimo anno: alcune Doc, come il Primitivo di Manduria, si sono apprezzate fino al 50%, il Prosecco del 30%, ma anche in Toscana o in Piemonte i valori sono lievitati”. A Valdobbiadene, nell’azienda Mionetto - quasi 40 milioni di bottiglie -, la situazione è la stessa: “Non possiamo pensare di assorbire tutti questi aumenti con le nostre forze – ha detto il consigliere delegato, Alessio del Savio –; cartone, vetro, capsule ed etichette presentano un conto superiore del 20% ma oltre alla spesa si sta manifestando un problema non secondario di approvvigionamento”. Da Conegliano a Erbusco con Terra Moretti, gruppo che dalla Franciacorta ha allargato il proprio raggio produttivo in 3 regioni e 6 cantine. Per l’ad, Massimo Tuzzi: “Solo con i fornitori di vetro l’aumento è segnalato in doppia cifra, ma tutte le componenti sono in rialzo. È chiaro che da gennaio saremo costretti ad aumentare i prezzi, ma il nostro obiettivo è assorbire, per quanto possibile, parte dei surplus: di fronte alle difficoltà del periodo riteniamo giusto che ognuno faccia la propria parte, sia in ambito produttivo che commerciale”.
Marta De Carli
LUIGI CAPPELLINI È IL NUOVO PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE DISTRETTO RURALE DEL CHIANTI OBIETTIVI: INVESTIMENTI E SOSTENIBILITÀ SUL TERRITORIO
Luigi Cappellini, proprietario dell’azienda Castello di Verrazzano, è stato nominato Presidente dell’Associazione di Distretto.
L’Assemblea dell’Associazione di Distretto, tenutasi lo scorso venerdì 12 novembre, ha eletto il suo nuovo portavoce: Presidente dell’Associazione del Distretto Rurale del Chianti è stato nominato Luigi Cappellini dell’azienda Castello di Verrazzano di Greve in Chianti, che succede a Tommaso Marrocchesi Marzi dell’azienda Bibbiano di Castellina in Chianti. Rimane invece, nel ruolo di Vice Presidente, Paolo Sottani, primo cittadino di Greve in Chianti.
Fare sistema per attrarre investimenti e promuovere la qualità del territorio: su questo presupposto si fonda il Distretto Rurale del Chianti, nato nel 2017, nell’area corrispondente alla zona di produzione del vino Chianti Classico Gallo Nero. Coinvolte nel Distretto, le Amministrazioni comunali del territorio assieme al Consorzio Vino Chianti Classico, al Consorzio Olio DOP Chianti Classico e alla Fondazione per la Tutela del Territorio del Chianti Classico. L’obiettivo comune è quello di favorire l’integrazione economica e sociale, culturale e turistica, nel rispetto della conservazione e riproduzione degli equilibri naturali per arrivare a una programmazione condivisa degli interventi.
Il Distretto del Chianti è già operativo da alcuni anni e ha l’obiettivo principale di porsi come punto di riferimento del territorio per le politiche di sviluppo, in grado di intercettare risorse, sia interne che esterne, e di realizzare un progetto economico territoriale pluriennale con una particolare attenzione ai temi di natura ambientale, urbanistica e paesaggistica. “Mi preme innanzitutto ringraziare i soggetti costitutivi del Distretto Rurale per la condivisione del mio nome per la carica di Presidente dell’Associazione di Distretto – dichiara Luigi Cappellini - una grande responsabilità che assumo con l’impegno di fare e fare bene. Ringrazio in particolare Tommaso Marrocchesi, il mio predecessore, per l’importante lavoro fino ad oggi svolto. L'obiettivo principale dell'Associazione è quello di andare incontro alle esigenze del territorio, realizzando un progetto economico in grado di facilitare le attività di impresa e stimolare le attività culturali e sociali, migliorando le condizioni di residenza nel nostro territorio. Per fare questo è imprescindibile tenere conto delle esigenze del comprensorio chiantigiano, in particolare la salvaguardia delle produzioni agricole di eccellenza e la costituzione delle condizioni per l’avviamento di nuove attività economiche, per il miglioramento delle reti digitale, idrica, dell’energia e della mobilità, temi molto sentiti e partecipati a cui stiamo dando e continueremo a dare risposte concrete. Il Distretto è infine il mezzo migliore per tenere vivi gli impegni di Pontignano, che costituiscono una sorta di carta costituzionale per il nostro magnifico territorio.
Ufficio Stampa Consorzio Vino Chianti Classico
Silvia Fiorentini
LA FRANCIA DI PRET-A-IMPORTER
Fotoservizio di Claudia Paracchini
Lo scorso 25 novembre presso la preziosa cornice dell' NH Collection Genova Marina al Molo Ponte Calvi di Genova la casa distributrice Vini di Francia Pret-a- Importer ha presentato e offerto in degustazione ai suoi amici e clienti la sua ricca selezione dei migliori vini con qualche nuovo arrivato in famiglia.
Imperatori su tutto gli champagnes che, amorevolmente selezionati dalla Sommelier di Vini di Francia Delphine Chemla, hanno fatto da ouverture agli amuse-bouche del ricco buffet. Grande ed entusiasta la partecipazione che ha visto confermato il successo consolidato negli anni di Vini di Francia presente a Genova Carignano in Via Miramare 1 già dal 2003. La loro importazione di vino da tutte le zone della Francia con la costante ricerca di prodotti eccellenti e con un occhio attento al buon rapporto qualità prezzo fa si che il cliente italiano possa assaggiare qualcosa di diverso a parità di prezzo dei prodotti nazionali. Il matrimonio di Delphine Chemla francese di Parigi e di Marco Morino , piemontese di Torino, ha creato il giusto connubio ideale da chi viene dal mondo e terroir del vino. Al loro matrimonio 30 anni fa, lo zio di Delphine regalo a tutti un po' per gioco lo Champagne -Chassenay d'Arce di cui oggi sono importatori ufficiali per tutta Italia.
Ecco i vini in degustazione della serata :
L’avvenente sommelier e importatrice Delphine Chemla
Champagne -Chassenay d'Arce:
cuvée Sélection brut
cuvée Première brut
cuvée Rosé brut
cuvée Blanc de blancs 2010 brut
cuvée Confidences brut
cuvée Confidences rosé brut
Champagne Emile Leclère:
cuvée Vincent Delouvin
cuvée du Bicentenaire
cuvée Comte des Essarts
Loira - Maison Chéreau-Carré:
Muscadet sur lie La Griffe 2020
Colère Folle Blanche 2020
Provenza - Château de Saint Martin:
L'Âme de Saint Martin Collection 2021
N.2 rosé 2020 Rose&Roll 2020
Côtes du Rhone:
Blanche 2019
Languedoc:
Jacques 2016
Alsazia - La Cave du Vieil Armand:
Crémant brut
Crémant rosé
Sylvaner 2020
Riesling Tradition 2018
Gewurztraminer Tradition 2019
Gewurztraminer Grand Cru Ollwiller 2018
Bourgogne - Baudoin Millet:
Chablis 2019
Château de Laborde-Hervé Kerlann:
Blanc de Pinot Noir
Pinot noir 2016
Cuvée H 2015
Bordeaux:
Château Les Roques rosso 2016
Château Cantegric 2017 Haut-Médoc
Sauternes:
Château Clos Haut-Peyraguey 2010 1er Grand cru Classé 1855
Château Fleury 2018
Liquoristerie de Provence:
Bitter des Basques
Gin Poulpe Bleu
Whisky Singlar
Liqueur de Figue
Liqueur de Lavande
Liqueur de Verveine
Liqueur de Melon et Amandes
Liquefur d'Angélique
Liqueur de Thym
VAL DI FASSA, AL BUFFAURE SI SCIA CON LA BREGOSTANA
L’installazione gigante, che ritrae uno dei personaggi più frequenti nelle leggende ladine, osserva il passaggio degli sciatori da bordopista, seminascosta tra due alberi.
Tremate, tremate, le streghe sono tornate! Anzi no, in questo caso non si parla proprio di streghe ma di Bregostane, le mitiche figure delle leggende ladine, generalmente descritte come brutte, cattive e coperte di peli, pronte ad attaccare chiunque avesse la sfortuna di incontrarle.
Una di queste, in formato gigante, è apparsa da qualche giorno lungo le piste della skiarea del Buffaure, nel comune di Sen Jàn (Pozza di Fassa), in Val di Fassa, pronta ad accompagnare gli sciatori per tutta la stagione invernale e non solo.
Realizzata in materiale naturale di recupero, tra cui il legno degli alberi abbattuti dal passaggio della tempesta Vaia, e perfettamente integrata nel paesaggio circostante, è firmata dall’artista Francesco Franz Avancini e sarà solo la prima di una serie di opere dedicate ai simboli della vita in montagna e della cultura popolare di questi luoghi, che prenderanno vita a partire dalla prossima estate.
Un progetto teso alla valorizzazione di questa meravigliosa località, che offre l’opportunità di sciare con una vista magnifica sulle più belle cime dolomitiche, tra Sassolungo, Sassopiatto, Catinaccio, Gruppo del Sella e Marmolada.
A disposizione degli amanti della neve, la nuovissima pista azzurra “Salvan”, dedicata al leggendario e curioso personaggio dalla lunga barba che vive i boschi e i fiumi del Buffaure;diverse piste rosse, tra cui la apprezzatissima “Panorama”, oggi dotata anche di un nuovo “fun slope”; e la temeraria “Vulcano”, che vanta picchi di pendenza del 38% e un dislivello totale di 566 metri, per un momento di pura adrenalina.
Non solo. Il circuito è collegato a oltre 1.200 km di piste ed è la prima porta di accesso trentina al Sellaronda (e quindi a Val Gardena, Alpe di Siusi, Val Badia ed Arabba) . Dotato di un campo scuola a monte, ricco di giochi per consentire ai più piccoli di imparare divertendosi, offre una serie di corsi di diverso livello tecnico e per diversi target di età, dai 5 anni in su, con strutture coibentate per riparo e il ristoro.
A disposizione degli sciatori gourmet, inoltre, ben 4 rifugi che garantiscono piacevoli pause enogastronomiche con le migliori specialità della cucina locale e momenti di relax: Al Zedron, La Bolp, Rifugio Buffaure, con 2 camere tradizionali, e Baita Cuz, dotato di 7 camere panoramiche recentemente rinnovate per un esclusivo pernottamento in quota. Scendendo con gli sci a Pozza, inoltre, meritevoli di una sosta culinaria anche il Ristorante Soldanella e il Dolomiten Geyser, perfetto anche come après ski.
La skiarea, aperta dal prossimo 4 dicembre e fino al 10 aprile 2022, è raggiungibile con la telecabina Pozza-Buffaure, che in 8 minuti accompagna gli ospiti fino a 2.000 metri di altitudine. Attraverso gli altri impianti, oltre al circuito Sellaronda, è possibile accedere al Ciampac e alla skiarea di Canazei. Il parcheggio a valle è gratuito ed è presente un pratico deposito riscaldato in cui lasciare la propria attrezzatura al termine della giornata sulla neve, per ritrovarla completamente asciutta il giorno successivo e vivere una nuova indimenticabile esperienza in tutta comodità.
In allegato, comunicato stampa, immagine della bregostana e delle piste da sci. Per ricevere gli scatti ad alta risoluzione, o ulteriori informazioni, contattare:
Stefania Casagranda
388 7216228 | Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
AUTOCTONO SI NASCE…
di Virgilio Pronzati
Un irrinunciabile appuntamento per tutti gli appassionati di vino e non solo. E’ l’evento nazionale più importante dedicato ai vini di vitigni autoctoni italiani, che Go Wine promuove annualmente da più di un lustro, nelle più grandi città. Oltre cinquantacinque vitigni autoctoni presenti, estratti dal nostro patrimonio ampelografico unico al mondo. Un’occasione che i genovesi e liguri non si sono lasciati scappare, affluendo numerosi allo StarHotel President, sede carismatica delle iniziative genovesi firmate Go Wine. Oltre centoventi etichette tra quelle dei banchi d’assaggio e l’enoteca, provenienti da tutto l’enoico stivale. Vini blasonati, storici, famosi e poco noti ma tutti di elevata qualità. Eccovi gli oltre cinquantacinque vitigni autoctoni da cui derivano i vini degustati.
Aglianico (Basilicata, Campania); Albarola (Liguria); Ancellotta (Lombardia); Barbera (Piemonte, Emilia); Bombino Bianco (Puglia); Cannonau (Sardegna); Catarratto (Sicilia); Chatus-Nebbiolo di Dronero (Piemonte); Coda di Volpe (Campania); Ciliegiolo (Liguria); Cornalin (Valle d’Aosta); Corvina (Veneto); Croatina (Lombardia, Emilia Romagna); Dolcetto (Piemonte); Erbaluce (Piemonte); Falanghina (Campania); Fiano (Campania); Foglia Tonda (Toscana); Friulano (Friuli); Garganega (Veneto); Glera (Veneto); Greco (Campania); Lambrusco Ruberti (Lombardia); Malvasia (Friuli); Malvasia di Candia (Emilia Romagna); Montepulciano (Abruzzo); Moretto-Lambrusca di Alessandria (Piemonte); Moscato di Castiglione (Abruzzo); Nebbiolo (Piemonte); Nero di Troia (Puglia); Nieddera (Sardegna); Ortrugo (Emilia Romagna); Pecorino (Abruzzo); Perricone (Sicilia); Petite Arvine (Valle d’Aosta); Petit Rouge (Valle d’Aosta); Piedirosso (Campania); Pignoletto (Emilia Romagna); Pollera Nera (Liguria); Primitivo (Puglia); Refosco dal Peduncolo Rosso (Friuli); Ribolla Gialla (Friuli); Ruchè (Piemonte); Sagrantino (Umbria); Sangiovese (Toscana, Umbria); Schioppettino (Friuli); Tintilia (Molise); Turbiana (Lombardia); Trebbiano (Abruzzo); Trebbiano Spoletino (Umbria); Uvalino (Piemonte); Vermentino (Liguria, Sardegna); Vermentino Nero (Liguria); Vernaccia Nera di Serrapetrona (Marche); Vite del Fantini (Emilia Romagna). Cantine e vini ai banchi d’assaggio
I produttori di Autoctono si nasce… 2021
Cantina Sociale di Quistello – Quistello (Mn) - 1.6 Armonia Spumante metodo classico 2018, 80 Vendemmie 2020 IGP, Gran Rosso del Vicariato di Quistello IGP 2020, Lambrusco Mantovano Dop Rossissimo 2020
Domus Hortae – Orta Nova (Fg) - Ti Esti IGT 2020, Kimere IGT 2020, Kia Ros IGT 2020, Kalinero IGT 2018, ReMoto IGT 2019, 17 88 IGT 2018, D.H.E.S. IGT 2018
Fontecuore – San Giorgio (To) - Erbaluce di Caluso Docg Pleiadi 2015, Erbaluce di Caluso Docg Andromeda 2018, Canavese Doc Nebbiolo Pegaso 2017, Crateri vino macerato 2016
Gigante Adriano – Corno di Rosazzo (Ud) - Spumanti Prima Gialla Brut e Prima Nera Rosè, Ribolla Gialla 2020, Pinot Grigio 2020, Malvasia 2020, Friulano 2020, Friulano Vigneto Storico 2019, Chardonnay 2019, Refosco Riserva 2016, Schioppettino Riserva 2017, Merlot Riserva 2015
La Source – Saint Pierre (Ao) - Valle d’Aosta Doc Petit Arvine 2020, Valle d’Aosta Doc Rosè 2020, Valle d’Aosta Doc Cornalin 2016, Valle d’Aosta Doc Gamay 2017, Valle d’Aosta Doc Torrette 2016, Valle d’Aosta Doc Torrette Superiore 2015
Leone De Castris - Salice Salentino (Le) - Per Lui Rosso Salento IGT Ottavianello 2015, Il Lemos IGT Sussumaniello 2020
Lunae Bosoni – Castelnuovo Magra (Sp) - Labianca Liguria di Levante IGT 2020, Colli di Luni Doc Albarola 2020, Liguria di Levante IGT Vermentino Nero 2020, Liguria di Levante IGT Ciliegiolo 2020
Montalbino – Montespertoli (Fi) - Toscana IGT Trebbiano 2020, Toscana IGT Rosso Montalbino 2019, Chianti Montespertoli Docg 2019, Chianti Superiore Docg 2018
Podere Riosto – Pianoro (Bo) - Colli Bolognesi Doc Barbera, Colli Bolognesi Doc Merlot, Vecchio Riosto IGT, Pignoletto frizzante Docg, Pignoletto Superiore Docg, For You Spumante Rosè.
Poderi Gianni Gagliardo – La Morra (Cn) - Barolo Docg Lazzarito Vigna Preve 2013, Langhe Doc Fallegro 2020,
Quila – Neive (Cn) - A.Quila Langhe Doc Favorita 2019, Mus-Quila Moscato secco 2020, MX-Quila Piemonte Rosso 2019, Piemonte Albarossa 2019, Barbaresco Docg 2017
Ricchi F.lli Stefanoni – Monzambano (Mn) - Spumanti metodo classico: Essenza 2015, Espressione 8 2015, Rosalinda 10 2019, Lugana Doc 2020, Meridiano 2019, Ribò 2019, Carpino 2016
Tenuta Sant’Antonio – Colognola ai Colli (Vr) - Vini vegani: Telos Bianco 2020, Telos Pinot Grigio 2020, Telos Rosso Valpolicella Superiore Doc 2018, Telos Amarone della Valpolicella Doc 2015
Torre Fornello – Ziano Piacentino (Pc) - Spumante Metodo Martinotti 2019, Donna Luigia Colli Piacentini Doc Malvasia 2018, UNA Colli Piacentini Doc Malvasia 2015
Il presidente di Go Wine Massimo Corrado con le sommelier Fisar Anita Manichedda, Alessandra Marsano e Elisa Marzano
Vini in degustazione nella sezione enoteca
Alessandro di Camporeale - Camporeale (Pa) - Sicilia Grillo Vigna di Mandranova 2020, Sicilia Nero d’Avola Donnatà 2019
Antonelli San Marco – Montefalco (Pg) - Trebbiano Spoletino “Trebium” 2020, Montefalco Rosso 2018, Montefalco Sagrantino 2015
Benotti Rosavica – Priocca (Cn) - Barbera d’Alba 2020, Langhe Nebbiolo 2020, Roero 2018
Cantina del Mandrolisai – Sorgono (Nu) - Mandrolisai Rosso “Kent’Annos” 2020, Mandrolisai Rosso Superiore “Kent’Annos” 2015, Cannonau di Sardegna “Kent’Annos” 2019
Cantina Ogliastra, Terra della Longevità – Tortolì (Nu) - Spumante Brut Rosè “Rocce Rosse”, Isola dei Nuraghi Igt Bianco “Kannu-naum”, Cannonau di Sardegna “Violante” 2016
Cantine Iannella – Torrecuso (Bn) - Taburno Falanghina del Sannio 2020, Taburno Aglianico 2018
Cascina Castlet – Costigliole d'Asti (At) - Barbera d’Asti Superiore “Litina” 2017, Monferrato Rosso “Uceline” 2013
Consorzio Club del Buttafuoco Storico – Canneto Pavese (Pv)
Buttafuoco “I Vignaioli del Buttafuoco Storico” 2016
Contini – Cabras (Or) - Vermentino di Gallura “Elibaria” 2020, Tharros Igt Rosso “I Giganti” 2017
Marisa Cuomo - Furore (Sa) - Costa d’Amalfi Ravello Bianco 2020, Costa d’Amalfi Furore Bianco 2020, Costa d’Amalfi Furore Rosso 2020
D’Angelo – Rionero in Vulture (Pz) - Basilicata Igt Rosso “Canneto” 2017, Aglianico del Vulture “Caselle” 2015
De Tarczal - Marano d’ Isera (Tn)Trentino Marzemino d’Isera Superiore 2018, Vallagarina IGT Lagrein 2017
Di Majo Norante – Campomarino (Cb) - Tintilia del Molise 2019
Fontanavecchia – Torrecuso (Bn) - Taburno Falanghina del Sannio 2020, Aglianico del Taburno Vigna Cataratte 2015
Il Feuduccio di Santa Maria D’Orni – Orsogna (Ch) - Colline Teatine Igt Pecorino Feuduccio 2020, Cerasuolo d’Abruzzo Feuduccio 2020, Montepulciano d’Abruzzo Ursonia 2016
La Tordera – Vidor (Tv) - Rive di Guia Valdobbiadene Extra Brut zero zuccheri Otreval 2020, Treviso Prosecco Brut Rosè Tor Sé 2020
Mauro Vini – Dronero (Cn) - Nebbiolo di Dronero “Drôné” 2019
Montalbera, Terra del Ruchè – Castagnole Monferrato (At) - Barbera d’Asti Superiore “Lequilibrio” 2018, Ruchè di Castagnole Monferrato “Laccento” 2019
Mulassano Fratelli – Alba (Cn) - Dolcetto d’Alba 2019, Barbera d’Alba 2019, Nebbiolo d’Alba 2019
Scubla Roberto – Premariacco (Ud) - Colli Orientali del Friuli Ribolla Gialla 2020, Colli Orientali del Friuli Friulano 2019, Colli Orientali del Friuli Refosco dal Peduncolo Rosso 2018
Stanig – Prepotto (Ud) - Colli Orientali del Friuli Friulano 2020, Colli Orientali del Friuli Malvasia 2020, Colli Orientali del Friuli Schioppettino 2018
Tenuta Cavalier Pepe – Sant’Angelo all’Esca (Av) - Irpinia Coda di Volpe Bianco di Bellona 2020, Irpinia Falanghina Santa Vara 2019, Irpinia Campi Taurasini Santo Stefano 2016
Terre di Serrapetrona – Serrapetrona (Mc) - Vernaccia di Serrapetrona Spumante “Vernaccianera”, Serrapetrona "Collequanto" 2015, Serrapetrona Doc "Robbione" 2013
Zaccagnini – Bolognano (Pe) - Trebbiano d’Abruzzo San Clemente 2020, Abruzzo Pecorino Chronicon 2020, Montepulciano d’Abruzzo Chronicon 2018, Colline Pescaresi Igt Plaisir bianco passito (da uve moscato)
Viti, Vignaioli in Terre di Irpinia con le aziende:
Cantina del Barone – Cesinali (Av) - Campania Fiano “Paòne” 2019
Cantine dell’Angelo – Tufo (Av) - Greco di Tufo “Miniere” 2018
Il Cancelliere – Montemarano (Av) - Irpinia Aglianico “Gioviano” 201
ARCHITETTURA, VINO E CONVIVIALITÀ: L’ARTE TORNA IN MOSTRA ALL’ANTICA CASA VINICOLA SCARPA
SABATO 13 NOVEMBRE NELL’AZIENDA DI NIZZA MONFERRATO (AT) INAUGURA l’ESPOSIZIONE «CONVIVIUM» DELL’ARTISTA FRANCESCO CAMPESE. RESTERÀ APERTA FINO AL 15 GENNAIO 2022
Gli spazi architettonici ripensati senza la figura umana, gli oggetti che diventano protagonisti e fanno riflettere sul tema della convivialità: questi i temi attorno a cui ruoterà la nuova mostra d’arte «Convivium» che sarà inaugurata sabato 13 novembre, alle 18,30, all’Antica Casa Vinicola Scarpa di Nizza Monferrato (At). L’esposizione sarà aperta, su prenotazione, fino al 15 gennaio 2022.
«Dopo “Calici e tessuti”, allestimento estivo che ha inaugurato la fine dei lavori di restauro della cantina - dice Riikka Sukula, general manager Scarpa - rinnoviamo il nostro percorso di ricerca e commistione di arte/vino. Per il 2022 abbiamo in programma altre tre mostre d’arte: il nostro ampio salone, appena restaurato, si apre e si trasforma in una galleria artistica per dare spazio e supportare giovani artisti italiani e internazionali».
In esposizione, questa volta, le opere del giovane artista campano Francesco Campese che, nel corso della sua ricerca creativa e di riflessione dopo il lungo periodo di assenza di socialità obbligata, ha ripensato e tradotto in arte il concetto di «vuoto» e il tema degli spazi di aggregazione esenti dalla figura umana. Campese reinterpreta così le opere dei grandi maestri del passato: manifesto della mostra di Casa Scarpa è l’opera «Dopo l’ultima cena», realizzata in occasione di Expo Milano 2015, che spoglia il celebre affresco di Leonardo di uomini e vivande, lasciando il tavolo vuoto e l’architettura attorno e ponendo l’attenzione sul tema della convivialità e del tavolo come simbolo di socialità e condivisione.
«Le opere di Campese – commenta Matteo Chincarini, curatore della mostra - trasportano in una atmosfera fantasiosa fatta di architetture statiche, sospese, in attesa dei suoi protagonisti. Scenografie abbandonate di un vecchio set cinematografico o di un teatro che aspetta i suoi attori. Un vento freddo e rigido accompagna il visitatore mentre osserva i suoi lavori, precisi per tecnica e attenti ai dettagli naturalistici. Paesaggi metafisici e forme sospese creano nello spettatore curiosità e attenzione per andare aldilà del dipinto. Una tecnica studiata, velata e costante che trasmette sicurezza e una visione dell’artista netta e ben salda».
La visita alla mostra è compresa nella degustazione. Si prenota sul sito www.scarpawine.com
Francesco Campese: nato ad Avellino nel 1986 si è trasferito a Roma per seguire il corso di pittura tenuto da Giuseppe Modica all’Accademia di Belle Arti. Durante gli studi gli interessi si focalizzavano sempre più sull’aspetto figurativo, andando ad indagare la realtà. Nel 2011, dopo l’Accademia, ha lavorato a una lunga serie di opere che partendo da scenari urbani trascendevano la realtà dando luogo a misteriose strutture architettoniche. Nel 2015 sono nati i primi lavori sull’interpretazione di opere dei grandi maestri del passato (ad esempio l’ultima cena di Leonardo, l’annunciazione di beato angelico o lo studiolo di Antonello da Messina), svuotate da ogni elemento dall’artista ritenuto superfluo compresa la figura umana: l’architettura diventa soggetto. Oggi, dopo infinite sperimentazioni, la ricerca si è concentrata sull’aspetto intrinseco della pittura; a prescindere dal soggetto, la sua fonte di ispirazione è la realtà visibile. Il tempo, la caducità delle cose, la storia sepolta sotto sedimenti di materia, sono punti di riflessione che hanno sempre suscitato interesse nell’artista. Del tutto analogo risulta essere il suo modo di fare pittura che va a cercare un’immagine attraverso stratificazioni di colore, e allo stesso tempo a scavare in esse facendo trasparire le tracce sottostanti.
ANTICA CASA VINICOLA SCARPA – LA GEMMA DI NIZZA MONFERRATO
Fondata nel 1854 a Nizza Monferrato, nell’Astigiano, dal veneziano Antonio Scarpa, la storica cantina Scarpa ha da sempre messo al centro della propria attività la produzione e la vinificazione delle uve più nobili delle zone di Monferrato e Langa: in particolare la Barbera e il Nebbiolo per Barolo e Barbaresco. Grande attenzione viene riservata tradizionalmente ai vini da uve autoctone come freisa, ruché, brachetto, dolcetto.
Un’azienda che oggi prosegue lungo la via segnata da Mario Pesce, enologo nicese che dagli anni ’40 contribuì a rendere Scarpa ciò che è oggi, creatore di una delle etichette di riferimento nel mondo della Barbera, La Bogliona.
Terroir e cultura è il binomio che guida l’attività della cantina, con l’adozione di pratiche di sostenibilità nei vigneti e la scelta di lunghi tempi di affinamento in cantina. Nelle cantine Scarpa a Nizza Monferrato si possono trovare bottiglie rare e vini risalenti fino alla vendemmia del 1962.
Un’esperienza unica che comprende anche tre vermouth: ricette storiche per il Bianco e il Rosso con l’utilizzo di erbe locali e l’uso di Moscato d’Asti docg, e un nuovo prodotto assoluta novità sul mercato: un vermouth extra-dry non filtrato.
SCARPA IN NUMERI:
VIGNETI: 22 ettari (il corpo principale attorno al podere I Bricchi nella zona di Nizza Monferrato oltre alle recenti acquisizioni di 2 ettari a Verduno, nel cru Monvigliero e 2 ettari a Neive, cru Canova).
BOTTIGLIE PRODOTTE: 120mila ogni anno
REFERENZE:
Barbera d’Asti Docg Casa Scarpa; Barbera d’Asti Docg I Bricchi; Barbera d’Asti Superiore Docg La Bogliona
Nebbiolo d’Alba Doc Bric Du Nota; Barbaresco Docg Tettineive; Barolo Docg Tettimorra; Dolcetto d’Acqui Doc; Monferrato Doc Freisa
Monferrato Rosso Doc Rouchet; Vino Rosso Selva Di Moirano; Brachetto d’Acqui;
Vermouth di Torino Rosso; Vermouth Bianco; Vermouth Extra-Dry Non Filtrato
Moscato d’Asti Docg Tacco 12
Fiammetta Mussio
LÖWENGANG UVAGGIO STORICO, DA VITI DI 140 ANNI
Il rosso LÖWENGANG della Tenuta Alois Lageder torna sul mercato con l'annata 2018 in una veste tutta nuova e con un nuovo nome
Pronta per il lancio anche l’edizione RARUM 2021, con il LÖWENGANG Cabernet delle annate 1996, 1998, 2003, 2005, 2007 e 2010
Con il lancio dell’annata 2014, il rosso LÖWENGANG ha festeggiato il 30esimo anno dall’inizio della sua produzione e anche un’importante novità, che lo ha reso ancora più unico nel panorama enologico: per la prima volta è stato vinificato partendo da uve con un DNA di oltre 140 anni. Torna quest’anno con la 2018 e “ribattezzato” LÖWENGANG Uvaggio storico.
Le uve per questo vino sono raccolte in vigneti tra i più vecchi dell’Alto Adige, situati nell’omonimo maso a Magrè, appartenente alla famiglia Lageder dal 1934. Il loro impianto risale però agli anni intorno al 1875, quando il proprietario dell’epoca, il conte Melchiori, piantò le parcelle di Magré con Carménère, Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon. I vigneti, inoltre, si trovano in un’area particolarmente vocata alla vite, su un conoide detritico ai piedi di ripide pareti rocciose che proteggono le piante e creano condizioni climatiche miti e ottimali.
Per mantenere e tramandare il tesoro di questo DNA unico alle future generazioni, qualche anno fa le viti, dopo una selezione massale per scegliere quelle che davano migliori caratteristiche ai vini, sono state moltiplicate, innestate e piantate negli stessi vigneti. Il LÖWENGANG Uvaggio Storico è quindi un assemblaggio di uve di viti vecchie e giovani, tutte con lo stesso DNA.
“Con il LÖWENGANG Uvaggio storico coroniamo un progetto che intende preservare un patrimonio storico da un lato e alzare ulteriormente l’asticella della qualità dei nostri vini. Abbiamo realizzato qualcosa di unico, perché rispetto alle viti giovani, che danno al vino forza e freschezza, le vecchie viti affascinano con la loro saggezza e danno al vino complessità e un'incredibile armonia", spiega Alois Clemens Lageder.
"Il successo qualitativo di questo progetto si è concretizzato con l'annata 2014 e proseguirà nei prossimi anni. Per questo abbiamo deciso di evidenziare in etichetta, a partire da quest’anno, l’Uvaggio storico che contraddistingue questo nuovo percorso", aggiunge Helena Lageder, responsabile della comunicazione e del marketing nell'azienda di famiglia.
Per la rigorosa selezione delle uve, il LÖWENGANG Uvaggio Storico 2018 è disponibile in quantità molto limitate.
Questo vino sarà anche protagonista della collezione RARUM 2021.Ogni anno la Famiglia Lageder seleziona per l’assortimento RARUM il vino e le annate con le caratteristiche migliori, risultato delle degustazioni interne all’Azienda. Per la prestigiosa edizione 2021 sono state selezionate le annate 1996, 1998, 2003, 2005, 2007 e 2010 del LÖWENGANG Cabernet, racchiuse in un prezioso cofanetto in legno.
Simonetta Gerra