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Presentata la nuova Made in Marche Gallery di Tipicità nell’ambito del Grand Tour delle Marche
BASTIANELLI, ENIT: DA FERMO LA
RICETTA PER IL TURISMO CHE VERRÀ
“Il segreto per avere successo nel turismo? Stare insieme e saper raccontare i territori. La sfida da vincere? L’Italia è il Paese che ha più cose nel turismo, ma fa meno cose per valorizzarlo!” parola di Giovanni Bastianelli, direttore esecutivo dell’ENIT, intervenuto a Fermo per la presentazione della Made in Marche Gallery, l’innovativo format ideato da Tipicità per valorizzare le tante risorse delle “Marche che piacciono al mondo”.
In mostra fino al 31 agosto all’interno del monumentale complesso delle Cisterne romane, la Made in Marche Gallery si articola in un suggestivo percorso che propone al visitatore fashion di alta gamma, opere di artisti marchigiani, cibi e vini fortemente identitari, manualità che diventa arte. Un patrimonio inestimabile e con un forte “appeal”, che va però proposto in maniera adeguata ad intercettare l’interesse della comunità nazionale ed internazionale.
“Avere tante attrattive come l’Italia e non raccontarle - ha aggiunto Bastianelli - non produce risultati. Dobbiamo studiare i flussi in entrata e valutare, ad esempio, che in queste zone circa l’80% delle presenze proviene dai territori circostanti. Fondamentali sono i repeaters! L’indotto generato dal turismo su altri settori è enorme, quindi occorre alimentare la cultura dell’ospitalità. Alla base ci deve essere l’orgoglio del proprio territorio e su questo va costruita la narrazione di ciò che si ha”.
“Nella Made in Marche Gallery troviamo gran parte delle espressioni che la nostra regione è in grado di offrire!” Ha spiegato Paolo Calcinaro, Sindaco di Fermo, il quale ha precisato: “Le singole positività, se presentate insieme, hanno la capacità di generare quella new economy fondamentale per creare opportunità ai più giovani e nuovi sbocchi professionali. Oggi nel nostro territorio la sfida è quella di rispondere alle conseguenze del sisma. Mettersi in rete è la risposta giusta!”.
“Con il perfetto abbinamento tra il classico, simboleggiato dalle imponenti Cisterne romane, e l’attualità, rappresentata dalle produzioni di alta gamma delle Marche, di fatto la Made in Marche Gallery si propone come “hub” del più ampio Grand Tour delle Marche, il circuito di eventi sviluppato insieme ad ANCI in occasione di EXPO 2015 e destinato a proiettarci in direzione di DUBAI 2020!” Ha ricordato Angelo Serri, direttore di Tipicità.
“È sorprendente come all’estero spesso ci sia una percezione dell’Italia e delle sue attrattive migliore rispetto a quella che abbiamo noi!” ha evidenziato Graziano Di Battista, presidente della Camera di Commercio di Fermo, puntualizzando: “Se non ci appassioniamo alle tante risorse che abbiamo, diventa difficile promuoverle. Con Tipicità abbiamo voluto superare questo limite culturale presentando, in contesti nazionali ed internazionali, tutte le attrattive insieme e stimolare un virtuoso passa parola planetario”.
Secondo Francesco Adornato, Rettore dell’Università di Macerata, anche l’Università ha un ruolo fondamentale in questo percorso. “Il tavolo di lavoro creatosi intorno a Tipicità ed al Grand tour delle Marche è la dimostrazione di come, nel segno dell’orizzontalità dei rapporti, un territorio fa squadra e cavalca le dinamiche della globalizzazione proprio per valorizzare le identità e le pluralità!”. Presenti all’incontro anche il Rettore dell’Università Politecnica delle Marche, Sauro Longhi, insieme a molti amministratori ed imprenditori partners del Grand Tour delle Marche.
Angelo Serri
5A EDIZIONE DEL PREMIO GIOVANNI REBORA
Di Virgilio Pronzati
Foto di Mara Musante
Il professor Giovanni Rebora oltre ad essere stato uno dei maggiori esperti internazionali di Storia economica e di Storia agraria medievale, va ricordato per come trasmetteva ai laureandi e non, la sua enorme conoscenza con disarmante semplicità. Aveva il dono di comunicare le cose più complesse in modo capibile a tutti. Anche in genovese. Uomo di sicura sincerità e onestà intellettuale odiava le persone false, pettegole e imbroglioni. Burbero ma simpatico, si è sempre reso disponibile anche per eventi minori o più modesti.
Da sinistra i giornalisti Mara Musante e Pietro Tarallo, Paolo Povero e Federico Rebora
E proprio per ricordarlo al meglio, la famiglia Carbone proprietaria dello storico ristorante Manuelina di Recco insieme a Federico Rebora figlio di Giovanni, gli ha dedicato un prestigioso premio letterario che porta il suo nome, da assegnare annualmente ad autori di opere di carattere storico-gastronomico. Oggi il premio dedicatogli è giunto alla quinta edizione. La formula, le finalità e la regia della manifestazione non sono cambiate, ma l’assenza dei compianti Maria Rosa e Gianni Carbone si è fatta sentire. Da sempre al timone del Manuelina, entrambi hanno valorizzato in Italia e all’estero sia la classica Focaccia di Recco, da qualche anno IGP, sia la gastronomia ligure e nazionale. Il loro grande patrimonio fatto di successi, sacrifici, tanto impegno e lavoro, l’hanno trasmesso a figli che da anni contribuiscono alla sua meritata notorietà.
Da sin. Paolo Povero, Federico Chiara e Federico Rebora
Prima di sedersi a tavola per gustare alcuni piatti d’autore dello chef Marco Pernati, i numerosi ospiti hanno assaporato molteplici golosità del Manuelina e dei selezionati fornitori del locale. Nel corso della serata, sono stati premiati i vincitori di questa quinta edizione del Premio Rebora. Prima della cerimonia di premiazione un doveroso ricordo di Giovanni Carbone, mancato lo scorso gennaio e grande amico di Rebora. Condotta dal bravo Paolo Povero, la serata della consegna del prestigioso riconoscimento, è stata preceduta dagli applauditi interventi di Federico Rebora, dal professor Antonio Montanari e dal presidente della giuria Paolo Lingua.
Da sin. Paolo Lingua, Paolo Povero e Piercarlo Grimaldi
Per la sezione Autori sono stati premiati Piercarlo Grimaldi e Maura Picciau con “Popoli senza frontiere. Cibi e riti delle minoranze linguistiche storiche d’Italia” di Slow Food Editore. Per “Giovane Ricercatore”: Federico Chiara con la tesi “Panis angelicus. Storia della gastromorale cristiana fra tarda antichità e medioevo”. Per il premio alla carriera è andato, meritatissimo, a Enzo Bianchi fondatore della Comunità Monastica di Bose. Uomo di straordinaria modestia e altrettanta umanità e cultura.
Da sin. Paolo Lingua, il vice sindaco Gian Lua Bucilli, Piercarlo Grimaldi e Federico Rebora
A premiare i vincitori con il classico “Testo” (tegame in rame stagnato per cuocervi la focaccia di Recco col formaggio), Federico Rebora, il vicesindaco Gian Luca Buccilli e il professor Antonio Montanari. Tra i molti invitati, personalità del mondo economico e politico, noti ristoratori e enotecari, numerosi giornalisti tra cui Paolo Massobrio, Mara Musante e Pietro Tarallo.
Al centro, Enzo Bianchi
I vini e le golosità in terrazza e a tavola:
I vini friulani della Tenuta Stella di Dolegna del Collio, Il Cinque Terre 2016 dell’Az. Agr. La Polenza di Monterosso, La Tartare di scottona nostrana (Cabannina) del nostro macellaio Roberto, I salumi della macelleria Giacobbe di Sassello, I formaggi del caseificio Val d’Aveto, Il Salva Cremasco dell’Az. Agr. Carioni di Trescore Cremasco, Sgombro e Chutney dello chef Marco Pernati. Dal Manuelina: L’Arcinboldo, insalata di Andrea Bavestrello, La focaccia col formaggio di Simone Pizzorno, Il Cappon magro e le focacce gourmet.
In terrazza:I salumi di Giovanni e la tartare di cabannina di Roberto
A tavola: Taglierini alla chitarra con fondente di baccalà. Crema di porri e polvere di liquirizia. Cotton cheese cake, mousse di cioccolato Jivara e fave di cacao con composta al rabarbaro e gelee di frutti esotici.
Il CONSORZIO FOCACCIA DI RECCO iIN PUGLIA AL FESTIVAL EUROPEO DEL CIBO DI STRADA
Da venerdì 14 a lunedì 17 luglio 2017
l cibo di strada, ovvero mangiare in modo informale, è diventato un fenomeno ormai di gran moda. Ma attenzione, non cibo qualunque bensì locale ed espressione ognuno del proprio territorio e preparato secondo la tradizione. Questo è “Gnam”, il Festival Europeo del Cibo di Strada, accolto in Puglia a Martina Franca (Ta), per la sua quarta edizione, dal 14 al 17 luglio in Piazza Filippo D’Angiò.
Protagonisti indiscussi i prodotti tipici regionali più buoni, dal Sud al Nord Italia, con un’area dedicata anche alle eccellenze culinarie internazionali. Per la Puglia, padrona di casa, le prelibate bombette, l’involtino di capocollo con all’interno un formaggio canestrato, cotto alla brace in legna d’ulivo, secondo la tradizione delle antiche macellerie proprio di Martina Franca, preservata oggi dall’associazione dedicata a questo piatto tipico “Quelli della Bombetta” che furono già ospiti a Recco alcuni anni fa in una eccezionale serata organizzata dal Consorzio. “Martina Franca, quest’anno per la terza volta ( i recchesi furono già presenti nella prima e seconda edizione del 2014 e 2015) avrà anche l’onore di ospitare nuovamente il Consorzio di Recco con la sua focaccia col formaggio (scrivono così sul sito ufficiale di Gnam!), un gustoso cibo di strada, la cui storia risale ai tempi delle crociate che ha conservato intatto il suo metodo di lavorazione fino a noi divenendo una vera e propria bandiera ligure nel mondo”.
E ancora la Sicilia con i famosi pane e panelle, pane ca’ meusa, e i cannoli preparati con la ricotta fresca, gli arancini di vario tipo dell’Antica Focacceria San Francesco ( anche gli amici di Palermo furono a Recco con “quelli della Bombetta”), un nome noto in tutto il mondo, una vera e propria icona del gusto, ai cui tavoli sedevano costantemente gli scrittori Leonardo Sciascia e Luigi Pirandello, mentre in tempi recenti è stata frequentata anche dai giudici Falcone e Borsellino, diventando, per questo, un simbolo della lotta alla mafia. Il peperoncino è il protagonista assoluto dello stand della Calabria dove la ‘nduia fa il suo gioco con il tartufo della Sila e la crema di cipolle di Tropea, e poi ancora tanto altro, in una affascinante scoperta di tradizioni, territori, sapori e storie di prodotti e uomini in cui la Liguria, grazie al Consorzio della focaccia di Recco col formaggio sarà presente, in una location appositamente personalizzata per la produzione a vista della sua focaccia col formaggio, un grande “appeal” nei confronti del pubblico che rimane sempre affascinato nel vederne dal vivo tutte le sue fasi di produzione. E anche qui, in questo contesto internazionale, con la fragranza e I profumi della sua focaccia appena sfornata, il Consorzio sta già conquistando il pubblico invitandolo a visitare la riviera ligure, Recco, Camogli, Sori e Avegno per poter avere l’opportunità di assaporarsi la Focaccia di Recco col Formaggio I.G.P. perchè solo quì, nella zona di produzione riconosciuta dall’Unione Europea, si trova l'origine e la tradizione di questo straordinario prodotto.
La Focaccia di Recco col formaggio I.G.P. è solo presso le attività consorziate titolate alla produzione certificata dall’Indicazione Geografica Protetta, una garanzia per il consumatore.
Nei RISTORANTI a Recco:ALFREDO – ANGELO - DA LINO - DA O VITTORIO - DEL PONTE –MANUELINA – VITTURIN – FOCACCERIA MANUELINA.RISTORANTI a Sori EDOBAR - IL BOSCHETTO.
PANIFICI e ASPORTI:MOLTEDO G. B. – MOLTEDO LUISA a Recco, TOSSINI PANIFICI a Recco e Sori, REVELLO FOCACCERIA a Camogli
I produttori della FOCACCIA DI RECCO COL FORMAGGIO IGP Sono ben identificabili tramite la targa istituzionale, personalizzata esposta in ogni locale con il proprio nome.
La Consegna da parte del Presidente Paolo Odone della Camera di Commercio di Genova, gli Assessori regionali allAgricoltura Stefano Mai e alla Comunicazione Ilaria Cavo della targa IGP al ristorante Da Lino di Maura Macchiavello, presidente Consorzio.
La targa approvato e riconosciuta dal Ministero della Politiche agricole con il marchio comunitario di protezione riconosciuto alla FOCACCIA DI RECCO IGP, una personalizzata per ogni produttore quale autorizzazione ufficiale alla produzione IGP.
Bernini Daniela
Consorzio della Focaccia di Recco col formaggio
Ufficio Stampa e Relazioni Esterne
Recco (GE) via XXV Aprile 14
Tel.: 0185730748 - 3357274514
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VINI BIODINAMICI & PIATTI LIGURI DA BACCICIN DU CARU
Il mondo della ristorazione è sempre in evoluzione. Ristoranti stellati affermati, altri che stanno salendo e non pochi che chiudono. Questi ultimi non solo per la crisi ma per limitata professionalità. Se oggi il cibo non manca sulle nostre tavole, spesso la sua qualità è carente. Solitamente per la poca disponibilità economica ma altresì per l’ignoranza di chi compra. Il km zero insegna. A questo c’è da aggiungere e ricercare la stagionalità e la qualità dei prodotti impiegati. Regola inderogabile per locali di ristoro.
Tra i pochi che attuano questi criteri, l’Osteria Baccicin du Caru a Fado di Mele, gestito dai fratelli Rosella e Giambattista Bruzzone. Non solo: le loro serate a tema con piatti di estrema saporosità e vini di pregio, sono conosciute e apprezzate anche da clienti e gourmet provenienti dalle regioni vicine. L’ultima di queste, è stata di particolare interesse. A sposare le golosità di Rossella sono stati i vini biodinamici di vignerons di fama mondiale, selezionati e commercializzati da Luca Gargano della VELIER, inventore di Triple “A”.
Da sin: Danilo Bruzzone, Rosella e Giambattista Bruzzone, Lino Chionna, Lino Parodi, Enrico Cossu
Un marchio che Luca Gargano ha creato nel 2001, dove fan parte solo i produttori di grandi vini ottenuti senza prodotti chimici, quindi nel rispetto sia dell’ambiente, del produttore e del consumatore. Triple “A” sta per Agricoltori, Artigiani e Artisti. Sintesi per produrre vini di gran carattere e genuinità.
La serata di Baccicin du Caru ha fatto parte dell’evento Bevuta consapevole con le Triple “A” (oltre ai vini, grandi distillati) svoltesi con successo dal 3 al 10 giugno scorso in dieci città d’Italia di cui Genova. Nella nostra città hanno partecipato ben settantasei locali (ristoranti, trattorie, enoteche, osterie e bar) situati in centro e nel levante e ponente del Genovesato.
Ecco i vini serviti da Giobatta Bruzzone che hanno accompagnato il menu a base di lumache e altre golosità. Savennières Les Vieux Clos de la Coulée de Serrant della Valle della Loira, prodotto con le uve Chenin blanc del vigneto di 5,5 ettari dell’età di 30 anni, con resa di 30 ettolitri per ettaro. Il mosto delle uve pigiadiraspate ha fermentato lentamente in maniera spontanea. Seguono una maturazione in tonneaux per circa otto mesi, restando a contatto con le fecce fini. Floreale e fruttato al naso, sapido, minerale, pieno e continuo in bocca.
Lino Chionna e Lino Parodi
Vino Bianco Oslavie dell’azienda agricola Radikon di Oslavia - Friuli, prodotto con uve Chardonnay 40%, Pinot Grigio 30% e Sauvignon 30% del vigneto di poco più di tre ettari dell’età di 30 anni, con resa di 35 ettolitri per ettaro. Le uve diraspate fermentano spontaneamente in botti di rovere senza controllo della temperatura, subendo 3-4 follature al giorno. A fine fermentazione alcolica il vino rimane a contatto delle bucce per almeno tre mesi in tini colmati e chiusi. Segue la maturazione del vino in botti da 25.35 ettolitri per circa 40 mesi. Il vino va in bottiglia senza chiarifica, filtrazione e anidride solforosa. Ambrato al colore, complesso al naso e pieno e continuo in bocca.
Chateau Musar Ghazir Kaserwan - Libano, prodotto con uve Cabernet Sauvignon, Carignan e Cinsault del vigneto di 130 ettari dell’età di 40 anni, con resa di 25 ettolitri per ettaro. Le uve diraspate fermentano e macerano per 4 settimane in botti di cemento da 60 a 300 ettolitri, nelle quali avviene la fermentazione malolattica spontanea. Segue la maturazione del vino per un anno sulle fecce fini in barriques, e altrettanto in botti di cemento. E’ imbottigliato dopo tre anni senza chiarifica e filtrazione. Rubino intenso al colore, fruttato e speziato all’olfatto, sapido, tannico, pieno e di molta persistenza in bocca.
Una serata all’insegna della buona tavola con esaurimento dei posti disponibili, che ha soddisfatto sia Giambattista Bruzzone sia il gruppo della Velier. Tra i molti presenti, Lubiana e Amleto Mori, Fabio Luglio, Lino Chionna, Sandro Bonaffè, Enrico Cosso, Gianni Damico e Lino Parodi, gran gourmet, provetto degustatore Onav e possessore di una straordinaria cantina.
La locandina delle manifestazioni
La storia della Pubblicità in Italia 200 opere nella Villa dei Capolavori
È la Pubblicità la protagonista della grande mostra in programma dal 9 settembre al 10 dicembre 2017 nei saloni della Fondazione Magnani-Rocca - la ‘Villa dei Capolavori’ a Mamiano di Traversetolo presso Parma che fu la sontuosa dimora di Luigi Magnani.
Volete la salute??
Bevete il Ferro China Bisleri
È il 22 giugno 1890 e sulla ‘Tribuna Illustrata’ appare il primo e più antico slogan italiano a cui ne seguirono tanti negli anni successivi come:
Bianchezza dei denti Igiene della Bocca .... La vera Eau de Botot è il solo dentifricio approvato dall’Accademia di Medicina di Parigi.
fino al celebre A dir le mie virtù basta un sorriso per il dentifricio Kaliklor (1919) esito felice di un concorso aperto a tutti divenuto una pietra miliare della storia della comunicazione pubblicitaria.
Da questi primi passi della storia della pubblicità prende avvio la mostra, a cura di Dario Cimorelli e Stefano Roffi, che, attraverso duecento opere dalla fine dell’Ottocento all’era di Carosello, si pone l’obiettivo di raccontare la nascita in Italia della pubblicità dalle sue prime forme di comunicazione semplici e dirette, all’introduzione dell’illustrazione come strumento persuasivo e spiazzante per novità e per fantasia, al rapporto tra illustrazione e messaggio pubblicitario attraverso i diversi media, dal più conosciuto manifesto, alla locandina, alla targa di latta e poi al packaging della confezione, fino all’arrivo della radio come strumento di comunicazione di massa.
La prima sezione racconta come i primi illustratori furono in primo luogo artisti e i loro bozzetti e manifesti fossero realizzati seguendo l’idea dell’illustrazione come elemento di comunicazione, in primo luogo bello e quindi indipendente dal contenuto promosso, dove la rappresentazione spesso stupisce, altre volte cattura l’attenzione per la sua costruzione e composizione cromatica, altre volte impaurisce, altre ancora attrae con ironia.
La seconda sezione è dedicata al rapporto tra illustrazione e messaggio pubblicitario, dove uno rafforza l’altro, dove il prodotto è rappresentato, o comunque evocato nella rappresentazione, e quindi descritto con il suo nome e la sua marca alcune volte associato a uno slogan che ne rafforza le caratteristiche e la sua distintività. In questa sezione divisa in capitoli, attraverso marchi celeberrimi quali Barilla, Campari, Cinzano, Motta, Pirelli e molti altri, si indaga il mondo del manifesto in un incrocio virtuoso tra temi (la donna, gli animali, l’uomo etc.) i settori merceologici (bevande, moda, trasporti, turismo etc..) le scuole (le grafiche Ricordi, Richter, Chappius etc..) le prime agenzie pubblicitarie (Maga, Acme Dalmonte etc..) e i grandi maestri (fra i quali, Cappiello, Dudovich, Mauzan, Codognato, Carboni, Nizzoli, Testa).
La terza sezione riguarda tutti gli strumenti di promozione pubblicitaria che si sono sviluppati accanto al più conosciuto manifesto, come locandine, depliant, targhe in latta fino all’illustrazione della confezione.
La quarta e ultima sezione è dedicata ai nuovi strumenti di comunicazione che si affacciano dal 1920 in poi, la radio prima e poi la televisione fino al giorno in cui nacque Carosello, il primo passo verso un’altra storia.
La mostra, fra gli altri contributi, si avvale della collaborazione col prestito di un importante numero di bozzetti originali di Carboni, Nizzoli, Testa, Sepo del Centro Studi e Archivio della Comunicazione (CSAC) dell’Università di Parma, e di manifesti d’epoca del Museo nazionale Collezione Salce di Treviso, della Civica Raccolta delle Stampe ‘Achille Bertarelli’ del Comune di Milano, della Collezione Alessandro Bellenda – Galleria L’Imagine, Alassio - Savona.
Il catalogo dell’esposizione, edito da Silvana Editoriale, prevede i saggi di Dario Cimorelli, Nando Fasce, Elio Grazioli, Peppino Ortoleva, Stefano Roffi, Stefano Sbarbaro, Anna Villari oltre alla riproduzione di tutte le opere esposte.
Principali temi trattati in catalogo:
anna villari - la pubblicità dalle origini a Carosello
elio grazioli - arte e pubblicità
nando fasce - la pubblicità a confronto USA-Italia
peppino ortoleva - la pubblicità radiofonica
stefano sbarbaro – le arti grafiche Ricordi
PUBBLICITÁ!
La nascita della comunicazione moderna 1890-1957
Fondazione Magnani-Rocca, via Fondazione Magnani-Rocca 4, Mamiano di Traversetolo (Parma).
Dal 9 settembre al 10 dicembre 2017. Aperto anche tutti i festivi, compresi 1 novembre e 8 dicembre.
Orario: dal martedì al venerdì continuato 10-18 (la biglietteria chiude alle 17) – sabato, domenica e festivi continuato 10-19 (la biglietteria chiude alle 18). Lunedì chiuso.
Ingresso: € 10,00 valido anche per le raccolte permanenti - € 5,00 per le scuole.
Informazioni e prenotazioni gruppi: Tel. 0521 848327 / 848148 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. www.magnanirocca.it Il martedì ore 15.30, il sabato ore 16.30 e la domenica e festivi ore 11.30, 16, 17, visita alla mostra PUBBLICITÁ! e all'evento su Francis Bacon con guida specializzata; è consigliato prenotare via email a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. , oppure presentarsi all'ingresso del museo fino a esaurimento posti; costo euro 15,00 (ingresso e guida).
Presentando il biglietto d'ingresso della Fondazione è possibile visitare lo Csac a prezzo scontato www.csacparma.it; in programma iniziative comuni fra Fondazione Magnani-Rocca e Csac.
Ristorante e Caffetteria nella corte del museo Tel. 0521 848135.
Mostra e Catalogo a cura di Dario Cimorelli e Stefano Roffi
il catalogo (Silvana editoriale) presenta interventi di Dario Cimorelli, Ferdinando Fasce, Elio Grazioli, Peppino Ortoleva, Stefano Roffi, Stefano Sbarbaro, Anna Villari.
Info: www.magnanirocca.it
Ufficio Stampa: Studio ESSECI, Sergio Campagnolo tel. 049 663499
Stefania Bertelli Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
La mostra è realizzata grazie a: FONDAZIONE CARIPARMA, CRÉDIT AGRICOLE CARIPARMA.
Media partner: Gazzetta di Parma, Kreativehouse.
Sponsor tecnici: Angeli Cornici, Fattorie Canossa, Società per la Mobilità e il Trasporto Pubblico.
DONNE DEL VINO A COLLISIONI: «I VITIGNI AUTOCTONI RARI SONO UN’OPPORTUNITÀ DI BUSINESS»
LO DICONO LE PRODUTTRICI DAL FESTIVAL COLLISIONI DI BAROLO DOVE SONO IMPEGNATE NELLE DEGUSTAZIONI INTERNAZIONALI CURATE DAL GIORNALISTA IAN D’AGATA
«Non sono solo delle “curiosità turistiche” da assaggiare visitando i territori del vino: possono diventare un progetto economico che caratterizza le aziende più piccole». Da Collisioni 2017, Barolo, inizia una nuova sfida delle Donne del Vino italiane: «I vitigni autoctoni rari sono un patrimonio eccezionale di oltre 800 varietà – dice la presidente Donatella Cinelli Colombini - interessano gli stranieri in quanto espressione più autentica della territorialità e sono sempre più presenti nelle carte dell’alta ristorazione. Crediamo possano diventare un’opportunità di business per numerose cantine italiane guidate da donne».
Da sempre, le donne sono custodi di questo tesoro inestimabile e silenzioso: tutte le cantine italiane guidate da donne hanno almeno una vigna in cui viene coltivata un’uva autoctona, spesso molto rara. Molte varietà ancora non si conoscono bene, altre sono addirittura a rischio di estinzione. Da sempre le Donne del Vino sono consapevoli di questa ricchezza che viene dalla terra e quest’anno al Festival Collisioni di Barolo, nelle Langhe, la hanno raccontata a 30 esperti provenienti da tutto il mondo. Da Singapore, Corea, Stati Uniti, Australia, Dubai, Canada, Russia, sono giornalisti, sommelier, ristoratori e wine educator arrivati in Langa per il Progetto Vino, iniziativa collegata al festival musicale e orchestrata dal giornalista Ian D’Agata, uno dei massimi esperti al mondo di vitigni autoctoni. È autore di “Native Wine Grapes of Italy”, unico libro scritto da un italiano ad avere vinto il premio Louis Roederer International Wine Awards Book of the Year. Senior editor Vinous, è anche il direttore scientifico Vinitaly International Academy.
«Scelte coraggiose, di investimento a lungo termine, che vogliamo raccontare al mondo – ricorda la presidente - abbiamo cominciato durante l’ultimo Vinitaly con una delle più grandi degustazioni mai fatte davanti a un pubblico di cento esperti internazionali. Ora a Collisioni sempre affiancate da Ian D’Agata: in lui le Donne del vino hanno trovato un grande alleato, capace di incoraggiarle e di comunicare il loro importante lavoro di salvaguardia del patrimonio ampelografico italiano».
E le Donne del Vino sembrano aver convinto gli esperti di Collisioni: «Avete scelto la direzione giusta – è opinione unanime - siamo interessati ai vostri vitigni autoctoni e rari, vogliamo conoscere le storie che nascondono, vogliamo berli. Comunicate come dobbiamo berli, con quali cibi si abbinano meglio».
Ecco i vitigni autoctoni e le donne del vino che hanno partecipato alla degustazione di Collisioni:
PIEMONTE
Giulia Alleva
Vitigni: Grignolino e Freisa
Tenuta Santa Caterina – Grazzano Badoglio (Asti)
http://www.tenuta-santa-cateri
Elena Bonelli
Vitigni: Nascetta e Barolo
Ettore Germano – Serralunga D’Alba (CN)
Mariuccia Borio
Vitigni: Uvalino e Moscato d’Asti
Cascina Castlet – Costiglione D’Asti (AT)
Silvia Castagnero
Vitigni: Grignolino e Barbera
Silvia Castagnero – Agliano Terme (AT)
Cinzia Travaglini
Vitigni: Nebbiolo
Giancarlo Travaglini – Gattinara (VC)
http://www.travaglinigattinara
LOMBARDIA
Giovanna Prandini
Vitigni: Turbiana
Perla del Garda - Lonato del Garda (BS)
VENETO
Noemi Pizzighella
Vitigni: Corvina, Rondinella, Corvinone
Le Guaite di Noemi – Mezzane di Sotto (VR)
FRIULI VENEZIA GIULIA
Annalisa Zorzettig
Vitigni: Pignolo e Tocai Friulano
Zorzettig – Cividale del Friuli (UD)
EMILIA ROMAGNA
Silvia Mandini
Vitigni: Ortrugo e Malvasia di Candia aromatica
Mossi 1558 – Ziano Piacentino (PC)
TOSCANA
Donatella Cinelli Colombini
Vitigni: Sangiovese e Foglia tonda
Donatella Cinelli Colombini – Montalcino (SI)
http://www.cinellicolombini.it
Antonella Manuli
Vitigni: Procanico
La Maliosa – Manciano (GR)
MARCHE
Angiolina Velenosi
Vitigni: Pecorino e Montepulciano
Velenosi – Ascoli Piceno (AP)
LAZIO
Marina Perinelli
Vitigni: Olivella e Cesanese d’Affile
Casale della Ioria – Acuto (FR)
http://www.casaledellaioria.co
CAMPANIA
Lucia Ferrara
Vitigni: Pallagrella Bianco e Casavecchia
Sclavia – Liberi (CE)
Info: www.ledonnedelvino.it
Ufficio stampa Le Donne del Vino:
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Anna Pesenti 335 6376458 - 334 3997914
Fiammetta Mussio 339 7552481
AGRI LIGURIA NEWS
Luglio 2017 - anno VII - numero 67 | ||
L'editoriale dell'assessore Stefano Mai Dopo la crisi dello scorso anno, che aveva messo a serio rischio il futuro dei nostri allevatori delle Valli genovesi, ci siamo rimboccati le maniche e, con un tenace lavoro di squadra, possiamo dire di aver fatto alcuni importanti passi in avanti sulla strada della tutela e della valorizzazione del latte ligure e della filiera corta. Grazie al recente accordo sul Progetto "100% latte ligure", siglato dagli allevatori, due caseifici locali e un importante gruppo della grande distribuzione, i nostri produttori potranno infatti conferire direttamente 200 quintali di latte a settimana per la trasformazione in formaggi e yogurt, che saranno quindi presenti sugli scaffali di una nota catena di supermercati, con un brand ad hoc di immediata riconoscibilità per il consumatore. L'accordo di filiera è un importante tassello nel quadro di una sempre maggiore valorizzazione dei nostri prodotti lattiero-caseari e delle nostre imprese zootecniche, presidio essenziale del territorio ligure. Buona lettura di Agriligurianews |
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PSR Liguria 2014-2020
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Attivi Misura 4.1(2a) - Sostegno a investimenti nelle aziende agricole
Misura 9.1 - Riconoscimento di gruppi di produttori forestali In scadenza Misura 6.1(2b) - Aiuti all'avviamento di imprese per i giovani agricoltori
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FEAMP 2014-2020I bandi del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pescaC'è tempo sino al prossimo 11 agosto per partecipare all'assegnazione dei contributi riguardanti quattro misure: |
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Al via l'indicazione facoltativa "prodotto di montagna": la Conferenza Stato-Regioni ha approvato il testo del decreto per l'utilizzo dell'indicazione di qualità che potrà essere applicata ai prodotti ottenuti in zone di montagna, un passo avanti nella valorizzazione di prodotti e imprese. |
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