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NASCE GUSTO FESTIVAL A MONCALIERI
UN MESE DI EVENTI DEDICATI ALLA CULTURA GASTRONOMICA MONCALIERESE
L’ottobre del PalaExpo è uno straordinario viaggio nei sapori
Quattro weekend per degustare eccellenze locali e non solo: dalla trippa al bollito, dalla salsiccia al cavolfiore presidio SlowFood, fino ai gemellaggi gastronomici interpretati dagli chef e lo street food selezionato da Gambero Rosso.
Quando la cultura gastronomica di un territorio è ricca di storia non basta una cena, un giorno, e neppure un weekend. Per celebrarla, raccontarla e scoprirla, un sapore dopo l’altro, nasce GUSTO FESTIVAL: il mese della cultura gastronomica promosso dalla città di Moncalieri. Per la prima volta, i prodotti del territorio moncalierese incontrano la tradizione culinaria del Piemonte al Pala Expo, in un omaggio al gusto lungo 4 imperdibili weekend, dal 30 settembre al 22 ottobre.
“Gusto Festival è un omaggio alle nostre eccellenze e alla nostra storia - è il commento del Sindaco di Moncalieri, Paolo Montagna, che prosegue: “abbiamo scelto di dedicare un mese intero al racconto di uno dei cardini della nostra identità: la Moncalieri della cultura gastronomica a 360°. Anche la location, il PalaExpo, è tra i simboli della nostra grande tradizione che ha radici nel passato, ma che vuole guardare al futuro”.
FIERA NAZIONALE DELLA TRIPPA DI MONCALIERI | 30 settembre e 1 ottobre
Alla sua prima edizione, Gusto Festival inaugura il suo lungo programma, con una delle tradizioni più tipiche e universalmente riconosciute della città, sin dal Medioevo: la Fiera Nazionale della Trippa di Moncalieri, il 30 settembre (ore 11 – 24) e il 1 ottobre (ore 10 – 21), che dal 2021 è organizzata ufficialmente dall'Associazione per la Valorizzazione della Trippa ‘d Muncalè Onlus, ma affonda le sue radici nella visione che ebbero negli anni’90 Luca e Paolo Casto, padre e figlio, imprenditori illuminati, quando non si parlava ancora di turismo enogastronomico come chiave di sviluppo del territorio. Oggi a mantenere vivo il legame con le origini della manifestazione è la vedova Ernestina Casto che a dispetto degli anni è sempre in prima linea alla fiera per aiutare a servire i vassoi pieni di questa autentica prelibatezza, all’interno di due giornate dove i prodotti del territorio e suoi protagonisti saranno accompagnati da svariati momenti di intrattenimento, incontri culturali, musica, animazione per grandi e piccoli dal mattino fino a sera.
Il sipario si apre quindi il 30 settembre, alle ore 11, fra gli stand degli espositori con l’inaugurazione ufficiale davanti alle autorità e alla Filarmonica di Moncalieri dalle ore 12, per arrivare nel pomeriggio alle ore 16, con uno dei punti di forza di questa edizione: la cerimonia per i Gemellaggi Enogastronomici 2023, che la Città di Moncalieri ha avviato con diversi comuni piemontesi, a dimostrare il valore fondamentale della condivisione che - solo attraverso la cultura del cibo - è possibile sviluppare tra nazioni e tradizioni differenti. A impreziosire la giornata, anche la presenza del fiorentino, ma ormai moncalierese d’adozione Indro Neri, fra i massimi esperti di trippa nel mondo, che presenterà “La Geografia della Trippa”. Dalle ore 21 alle 24, largo anche alla musica dal vivo.
Il 1 ottobre la Fiera tocca il suo apice con gli oltre 25 quintali di Trippa alla Savoiarda che bolliranno nel grande pentolone dalle prime ore dell’alba fino alle ore 12, quando si terrà la cerimonia di assaggio con la Confraternita della Trippa e le istituzioni civili cui seguirà la distribuzione della trippa cotta al pubblico. Nel corso dell’ultima edizione, più di 3000 le porzioni servite ai visitatori - con una grande presenza di pubblico giovanile - riuniti nella classica scarpetta sul fondo del pentolone, ormai vuoto.
Tutti i proventi della Trippa del Pentolone sono inoltre destinati al Banco Alimentare Piemonte per i pasti da destinare alle persone bisognose. La Croce Rossa Italiana Comitato di Moncalieri sarà presente per il servizio di pronto soccorso e con il suo stand terrà una serie di dimostrazioni, sarà possibile anche la degustazione senza obbligo di acquisto degli speciali panettoni e delle olive de “Il Meglio del Meridione” di Moncalieri, mentre la Pro Loco Moncalieri partecipa con uno stand dedicato alle iniziative delle Associazioni e della Città di Moncalieri. Anche Gli Amici della Sagra del Ciapinabò di Carignano (TO) avranno uno stand per un’anteprima della trentesima edizione della loro Sagra ed in occasione della Fiera sarà presente la conduttrice Elia Tarantino con le telecamere della trasmissione televisiva Mosaico.
STREET FOOD & OTTOBEER FEST | dal 6 all’8 ottobre
Il weekend successivo, dal 6 all’8 ottobre, sarà la volta della prima edizione di Street Food & Ottobeer Fest, una tre giorni ideata dalla Torino Wine Week insieme alla Città del Gusto Torino – Gambero Rosso.
Nel mese in cui la città di Moncalieri valorizza le sue eccellenze gastronomiche, Street Food & Ottobeer Fest vuol essere una piccola finestra sul variegato mondo del cibo di strada, fra alcune delle realtà premiate dal Gambero Rosso, nella sua guida “Street food 2023. Storie ricette e luoghi del cibo di strada all'italiana”, insieme alle eccellenze del territorio, come Maestri del Gusto e artigiani della qualità. Il viaggio comincia dalla Sicilia, con il maestro Francesco Arena, il fornaio messinese più premiato di sempre e le eccellenze de Il Vecchio Carro, passando per gli artigiani del pesce, La Salumarina di Rimini, e i prodotti emiliani di BStradi - Bottega Contemporanea. Ma anche un salto nella cucina internazionale con i churros di Churritos Milano, la cucina fusion di Rafiky, per ritornare sul territorio con i prodotti della cooperativa Ram di Moncalieri con Egregio, il gelato di Mara dei Boschi, le specialità di QR Torino e molti altri.
Ottobre è il mese che celebra nel mondo anche l’amore per la birra, e il Piemonte è sicuramente una delle culle del movimento birraio italiano. Nella tre giorni, il pubblico avrà quindi a disposizione 16 spillatori attraverso cui conoscere ogni giorno birre di alta qualità: non solo il Piemonte artigianale, ma anche marchi crafty internazionali.
In occasione di Street Food & Ottobeer Fest sarà nuovamente protagonista la musica: il venerdì con la serata più amata dai torinesi, Avanzi di Balera, organizzata dalla associazione FEA, il sabato con una no stop dedicata ai mitici anni 80 sonorizzata dai djs di Klug, fra le realtà fondatrici di OFF TOPIC di Torino e ancora la domenica musica manouche, con attività per bambini e famiglie.
FERA DIJ SUBIET E SUA MAESTÀ IL BOLLITO | 14 e 15 ottobre
Il Festival ospiterà il 15 ottobre un altro piatto forte della tradizione: Sua Maestà il Bollito – accompagnato dalla tradizionale Fera dij Subiet – e, nel giorno precedente, da un appuntamento imperdibile con il Fritto Misto Piemontese.
La “Fera” è una delle manifestazioni più antiche della Città di Moncalieri, istituita nel 1286 da Amedeo V di Savoia che concesse questa fiera come premio ai suoi sudditi che gli avevano giurato fedeltà.
Insieme a questa storia secolare, per due giorni si accenderanno i riflettori sul Bollito alla Piemontese e su coloro che sanno farne un capolavoro indiscusso della cucina nostrana come l’Associazione Macellai di Moncalieri, il cui presidente Giorgio Tesio riassume perfettamente lo spirito della manifestazione:
“Il Gran Bollito misto alla Piemontese è cucinato durante la fiera in un enorme Pentolone, in una quantità pari a 1.500 kg di tagli stupendi di carne per bollito, bovina (punta, caramella, muscoli, cappello del prete, testina, lingua) e suina (cotechino). Raggiunto il giusto punto di cottura, comincia la distribuzione alle persone presenti che vogliono gustare la prelibatezza di un Bollito eccelso: Sua Maestà il Bollito”.
In occasione della prima giornata, il 14 ottobre, la “Fera” sarà dislocata in diversi punti della città. Partenza ore 11 da Borgo Navile (piazza Caduti per la Libertà) con l’apertura ufficiale della Fëra dij Subièt e Sua Maestà il Bollito edizione 2023 attraverso una esposizione delle bancarelle artigianali di ogni tipo e dei Maestri dei Subièt, mentre al Museo dij Subièt in Via Real Collegio 20, sempre dalle ore 11.00, si terrà anche un’apertura straordinaria del Museo e della Mostra di opere del XIII Concorso Nazionale Sculture Sonore “Nino Fiumara” con una serie di attività che si susseguiranno fino alla chiusura alle ore 18.
In serata, a partire dalle ore 20, ci si sposta al Pala Expo (Piazza Mercato) per la Cena con Gran Fritto Misto alla Piemontese a cura de La Taverna di Frà Fiusch e dello Chef Ugo Fontanone. Il menù proporrà: Antipasto a sorpresa, Gran Fritto Misto alla Piemontese, Panna Cotta alla Frà Fiusch, acqua e vino (Barbera e Bonarda). Costo: 35 euro a persona con prenotazione obbligatoria alla mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Il 15 ottobre il Bollito potrà prendere possesso del suo trono gastronomico al Pala Expo (Piazza Mercato) a partire dalle ore 10.00 con la cerimonia ufficiale di apertura della Fëra dij Subièt e Sua Maestà il Bollito, alla presenza delle istituzioni civili e militari oltre all’esibizione della Filarmonica di Moncalieri mentre alle ore 10.30 si terrà l’apertura delle esposizione delle bancarelle di vario tipo merceologico ed artigianale, con la presenza di trattori d’epoca e dimostrazioni pratiche dei Maestri scultori del legno dell’Associazione “Intaglio e Scultura” di Rivoli (TO). Alle ore 12 poi arriverà il tanto atteso momento della distribuzione del Bollito cotto nel Pentolone seguito alle ore 12,30 dal pranzo con Sua Maestà il Bollito che prevede una porzione di bollito misto con salse, pane, 1 bicchiere di vino o 1 bottiglietta d'acqua (sino ad esaurimento). Costo: 12 euro a persona.
Alle ore 19.00 la chiusura delle bancarelle e della Fëra dij Subièt e Sua Maestà il Bollito edizione 2023.
ECCELLENZE A TAVOLA - UN VIAGGIO NEI SAPORI | 21 e 22 ottobre
Info: www.mymoncalieri.it
Prenotazioni Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o al 0116407428
A chiudere i quattro weekend dedicati al meglio delle eccellenze del territorio moncalierese non poteva mancare un appuntamento che esaltasse il piacere della grande cucina piemontese con: Eccellenze a Tavola – Un Viaggio nei Sapori, il 21 e 22 ottobre, una serie di appuntamenti a tavola di grande prestigio, dove 4 grandi chef interpreteranno tutti i sapori d’eccellenza del territorio, incontrando le cucine degli altri comuni
piemontesi con cui si sono gemellati.
Un vero e proprio “viaggio nei sapori” che prenderà il via al Pala Expo il 21 ottobre alle ore 20 con una cena allestita come in un vero ristorante di rango dove nel menù sfileranno le migliori specialità moncalieresi che storicamente ne impreziosiscono il territorio. Verranno quindi proposti e cucinati: il Salame di Trippa di Moncalieri, la Trippa, il Lardo di Moncalieri, la Salsiccia di Moncalieri e il Cavolfiore di Moncalieri (presidio Slow Food), Ciapinabò di Carignano, Mora di Gelso di Racconigi e Porro di Cervere.
Il giorno dopo, sempre al Pala Expo si terrà un pranzo alle ore 13 e poi a fine giornata alle 18,30 uno speciale apericena, il tutto pensato per offrire un intero weekend in cui incontrare e fare avvicinare ai piaceri della tavola target molto diversi, dalle famiglie ai gruppi di amici, con modalità ed orari da scegliere a seconda dei propri gusti.
Tre occasioni “succose” e imperdibili per chi ama mangiare bene e gustare le eccellenze italiane. Punto di forza di queste due giornate in cui scorreranno cena, pranzo e aperitivo finale saranno indubbiamente i menù ideati e preparati dai quattro chef considerati i migliori di Moncalieri ovvero - in ordine alfabetico - Marco Albano di Cà Mia Casa Albano, Enzo Gola di Cà Mentin, Ugo Fontanone de La Taverna di Frà Fiusch e Giorgio Picco dell’Osteria e Gastronomia La Cadrega.
Fabrizio Vespa
LE SFIDE ATTUALI E FUTURE DELLA PARMA FOOD VALLEY RACCONTATE LIVE
DALLE FILIERE DI FONDAZIONE PARMA UNESCO CREATIVE CITY OF GASTRONOMY
Per la prima volta dalla nomina di Parma a Città UNESCO, sul palco di Piazza Garibaldi i rappresentanti delle Filiere industriali e consortili si sono confrontati sui più importanti temi di attualità della Parma Food Valley.
Una prima grande opportunità di confronto dal vivo per le Filiere di Fondazione Parma UNESCO Creative City of Gastronomy, il network che unisce le istituzioni pubbliche e private con l'obiettivo di promuovere e valorizzare la cultura legata al patrimonio enogastronomico del territorio.
Il Festival di Open è stata l'occasione per presentare al pubblico il sistema Parma, attraverso le sue realtà imprenditoriali e consortili che affrontano le sfide più complesse di oggi e domani, partendo dalla nomina di Parma a Città UNESCO nel 2015, passando poi a descrivere le sfide della sostenibilità e del futuro della Parma Food Valley.
E’ il Presidente Massimo Spigaroli ad inaugurare il talk, introducendo gli obiettivi che hanno portato alla nascita, nel 2017, di Fondazione Parma UNESCO Creative City of Gastronomy che vede il sostegno di Parma Alimentare, dei Consorzi di Tutela del Parmigiano Reggiano DOP e del Prosciutto di Parma DOP, di importanti aziende del territorio come Barilla, Mutti, Rodolfi Mansueto, Parmalat, Delicius, Rizzoli Emanuelli e Zarotti. Tra i partner istituzionali, il Comune di Parma, l’Unione degli Industriali di Parma, l’Università degli studi di Parma, la Camera di Commercio di Parma e Fiere di Parma.
«La valorizzazione delle eccellenze enogastronomiche della Parma Food Valley è solo uno degli obiettivi che la Fondazione porta avanti dal 2017 - spiega Massimo Spigaroli. Il nome di Parma è da sempre legato al cibo e ai prodotti leader nel Mondo, a questi sono legati grandi eventi che hanno portato il nome di Parma in alto a livello anche internazionale, come la Cena dei Mille, che oltre ad essere una splendida vetrina per la nostra città e il nostro cibo, ha un fine benefico di grande importanza. Inoltre si uniscono tutte le iniziative che portiamo avanti anche con le altre città internazionali UNESCO per la Gastronomica con cui ci confrontiamo, ci scambiamo esperienze e collaboriamo a conferma che siamo riconosciuti in tutto il mondo.»
La sinergia del sistema Parma Food Valley
Un filo conduttore ha legato gli interventi dei maggiori esponenti delle filiere agroalimentari, tra le prime a livello nazionale: la capacità di creare una sinergia tra enti pubblici e privati per promuovere il territorio, la sua cultura, le sue eccellenze. Fondazione Parma UNESCO Creative City of Gastronomy ha creato una squadra unita per raggiungere obiettivi comuni.
Da qui è partito il racconto live del sistema Parma che vuole dare uno slancio e una proiezione internazionale alle eccellenze della Parma Food Valley, iniziando dall’intervento del rappresentante della Filiera della pasta: Paolo Barilla, Vice Presidente del Gruppo Barilla e Presidente di Unione Italiana Food.
«Il riconoscimento UNESCO è una gratificazione ma anche una promessa di un impegno futuro, ci spinge ad un comportamento estremamente rigoroso su tutto quello che sono le tematiche agroalimentari, in questo caso delle filiere. - Sottolinea Paolo Barilla - Con Parma UNESCO siamo sotto i riflettori, bisogna comportarsi bene e fare dell'innovazione. Se abbiamo in comune lo stesso desiderio di raggiungere i medesimi obiettivi da traguardare, gli ostacoli si superano; quindi, ben venga questo riconoscimento che ci obbliga sia moralmente che fattivamente ad essere più rigorosi, ad affrontare le sfide che sono enormi considerando che tutto quanto ruota intorno al cibo ha un'evoluzione straordinaria.»
L’importanza della collaborazione tra filiere e aziende
L’alleanza tra le filiere, e tra le aziende unite all’interno nella stessa filiera, è fondamentale per la buona riuscita del progetto di promozione delle eccellenze del territorio. Ne sanno qualcosa Delicius, Rizzoli Emanuelli e Zarotti, i tre brand della filiera Alici che hanno sede in città e rappresentano il 70% della produzione nazionale di alici.
E’ Irene Rizzoli, Ad di Delicius che, evidenziando l’interazione storica tra le filiere, ha spiegato quanto il valore della collaborazione sia fondamentale per la Fondazione Parma UNESCO Creative City of Gastronomy e quanto sia inaspettatamente radicata nella nostra città la cultura della lavorazione delle conserve ittiche. «La sinergia tra la filiera delle conserve ittiche e quella del pomodoro storicamente era addirittura basata sulla condivisione e sull’utilizzo degli impianti stessi delle fabbriche e delle maestranze. In alcuni momenti dell’anno, si arrivava ad avere in comune la fase produttiva! Così come curiosamente avviene che la maturazione sotto sale delle Acciughe sia un processo del tutto simile alla stagionatura del prosciutto crudo di Parma.- dichiara Irene Rizzoli, Ad di Delicius, che continua - Oggi le sinergie sono chiaramente di carattere organizzativo e di condivisione convinta di una visione comune per sostenere e promuovere la produzione di eccellenze alimentari che il territorio di Parma Food Valley sa esprimere. Una collaborazione che lascia a ciascuna impresa la propria identità aziendale e di brand ma che si caratterizza nel saper far bene il mestiere di produttori di alimenti tipico della nostra zona. Una qualità che non si è mai interrotta e che si rinforza nell’affrontare insieme le opportunità e le sfide del mondo globalizzato.»
I giovani e il futuro della Parma Food Valley
Tra i protagonisti del talk, dal palco di Piazza Garibaldi, Francesco Mutti, Ad di Mutti e rappresentante della Filiera del Pomodoro costituita dai brand Mutti e Rodolfi, ha poi rivolto un’attenzione particolare al target dei giovani presenti al Festival di Open condividendo i principi fondamentali del contesto agroalimentare della Food Valley, come il controllo di filiera, la tracciabilità delle materie prime e la sostenibilità. «Credo che la capacità di fare sistema sia uno dei maggiori punti di forza del nostro territorio e Parma Food Valley, che qui oggi tutti noi rappresentiamo, ne è la principale dimostrazione – ha detto Francesco Mutti, Amministratore delegato di Mutti SpA. Le nostre aziende del territorio, insieme alle istituzioni, hanno dato più volte prova di sapersi unire per raggiungere un fine comune, prioritario rispetto a quello dei singoli. Sempre con il desiderio, forte, di fare la differenza. E questo è un merito di questa città che va riconosciuto e valorizzato. Per il futuro Parma deve sempre di più aprirsi per accogliere e attrarre nuove contaminazioni, puntando a una managerialità che, traendo linfa vitale dalla tradizione, sappia far conoscere e apprezzare le sue eccellenze a livello internazionale.»
Il Made in Italy, il simbolo del legame tra prodotti dalle antiche tradizioni e i moderni consumatori
Nel territorio della Parma Food Valley è possibile trovare una sinergia tra eccellenze ultracentenarie, preparate con ricette che si tramandano di padre in figlio, come il Parmigiano Reggiano Dop, e i nuovi trend della generazione Z.
«Il Parmigiano Reggiano è un prodotto rivoluzionario», ha dichiarato Nicola Bertinelli, Presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano. «Ha radici antichissime, con quasi 1000 anni di storia, ma sfaccettature fortemente moderne, quali la naturalità (solo tre ingredienti: latte, sale e caglio, lavorazione artigianale, assenza di additivi e conservanti, naturalmente privo di lattosio), la biodiversità delle sue diverse stagionature e dei prodotti certificati (dal prodotto di Montagna, al Kosher, l’Halal e il Biologico), la sostenibilità (la nostra Dop ne è un modello, con un approccio di rispetto non solo per l’ambiente, per il territorio e per le bovine, ma anche per le comunità sociali che vivono e lavorano nella zona di origine) e l’estrema versatilità, che gli consentono non solo di conferire carattere ai grandi piatti, ma anche di abbinarsi con disinvoltura a grandi vini, distillati, pesce e dessert. Nel solo 2022, le filiere dell’agroalimentare italiano hanno fatturato 580 miliardi di euro: stiamo parlando del 25% del PIL italiano. Aggiungiamoci che nel 2021, un turista straniero
su due ha visitato il nostro Paese in funzione dell’enogastronomia, e che il turismo equivale al 15% del nostro PIL, e sarà evidente quale peso hanno le eccellenze dell’agroalimentare nella promozione della Parma Food Valley nel mondo. Parmigiano Reggiano non è solo un formaggio: è un’icona del Made in Italy, un simbolo del nostro stile di vita, amato dai consumatori in Italia e all’estero».
Le Dop, un’opportunità per le nostre eccellenze all’estero
Tra i più importanti promotori del Made in Italy nel mondo, il Consorzio del Prosciutto di Parma è intervenuto con il suo Vice Presidente Federico Galloni, per sottolineare tutte le opportunità che le Dop italiane si stanno costruendo all’estero, con l’obiettivo di creare cultura sul consumo di queste eccellenze del territorio. «Quello delle DOP è un modello virtuoso in cui il valore della tradizione dei nostri prodotti, unito al legame inscindibile con il territorio e con il patrimonio umano ad esso connesso, si coniuga con le opportunità di un mercato consapevole, esigente e sensibile. È un sistema capace di portare le nostre eccellenze in tutto il mondo, e con loro quel bagaglio inestimabile di storia e cultura alimentare che tutti riconoscono al nostro Paese.» commenta.
La ricerca è il futuro delle filiere
La Parma Food Valley non è soltanto rispetto delle tradizioni: per garantire un futuro alle filiere e ai giovani interessati a questo territorio, è fondamentale l’apporto della ricerca che arriva dal mondo scientifico. A testimoniarlo è Maurizio Bassani, General Manager di Parmalat e portavoce della filiera del latte. «Parmalat nasce come azienda innovativa e sa da sempre che continuare a stare al passo coi tempi richiede il contributo di tutto l’ecosistema che la circonda. Istituzioni, consumatori, ma anche mondo scientifico, Università, Istituti di Ricerca, startup e acceleratori: solo attivando partnership e scambi di conoscenze è possibile creare valore per il territorio. Perché è sul territorio che vogliamo continuare ad essere presenti: indirizziamo una quota importante dei nostri investimenti verso i giovani, con progetti che partono dalle scuole elementari, fino alle università. I giovani sono il nostro presente e futuro e soltanto mettendoli al centro potremo continuare ad essere una grande azienda, che crea valore per Parma e l’Italia tutta».
La Fondazione Parma UNESCO Creative City of Gastronomy, è stata costituita nel 2017, a seguito della nomina di Parma a Città Creativa UNESCO per la Gastronomia, avvenuta nel dicembre 2015 dal Direttore generale dell'UNESCO.
L'obiettivo della Fondazione è promuovere la cultura legata al patrimonio enogastronomico, coinvolgendo le istituzioni pubbliche e private, gli operatori economici e commerciali, e la popolazione del territorio cui tale patrimonio appartiene, unendo in modo strategico i prodotti e i territori di origine.
Aurora Pullara
UNA BIRRETTA ANCHE A PRANZO? SÌ, MA DI QUALITÀ
LA NUOVA PROPOSTA DI 32 VIA DEI BIRRAI È LA "MEZZO LITRO" 100% ITALIANA
Cresce sempre più l'offerta di 32 Via dei Birrai, il birrificio veneto che gioca le proprie carte sul binomio vincente costituito dalla qualità artigianale del prodotto e dall'approccio di stampo industriale che garantisce un perfetto controllo dei processi di produzione. La novità di questa fine estate è l'esordio di un nuovo formato, del tutto inedito per 32: il mezzo litro, riservato alla sola Ambita, un vanto per l'azienda di Pederobba (Treviso): birra chiara monoluppolo, bandiera d'italianità di 32 nel mondo perché realizzata esclusivamente con ingredienti nazionali. Il luppolo Brewer's Gold viene infatti coltivato sulle colline adiacenti al birrificio, a Monfumo; come per le altre tipologie, l'acqua purissima proviene dalla sorgente di Schievenin, nell'omonima valle bellunese nel Comune di Quero Vas, a una ventina di minuti d'auto, «passa dalla rete per una prima garanzia di qualità, poi noi la sottoponiamo ulteriormente ai nostri controlli e la modifichiamo e tariamo a seconda del tipo di birra, perché anche l’acqua non è sempre uguale...». Anche il malto è d'orzo nostrano, coltivato nella provincia di Venezia e Treviso. Non a caso, tra le coloratissime etichette che caratterizzano le otto tipologie di birra firmata 32 Via dei Birrai, Ambita vanta quella più variopinta di tutte: verde, bianca e rossa, ovviamente Ambita da mezzo litro sarà disponibile a partire da metà novembre 2023
L'esordio con la "mezzo litro" della sola Ambita indica quella che è nel medesimo tempo una volontà diversa e la conferma di una scelta di fondo. Volontà diversa perché, col nuovo formato, 32 Via dei Birrai si proietta su un ulteriore segmento di mercato, specifico ma tutt'altro che trascurabile, quello del consumatore che vuole "bere italiano" anche a pranzo: «Copriremo così la fascia dei singoli che desiderano una birra non troppo impegnativa né come quantità, né come caratteristiche organolettiche, per accompagnare il proprio pasto veloce di mezzodì, pensiamo soprattutto ai tanti stranieri che vogliono sorseggiare una birra tricolore quando si trovano nel nostro Paese», un mercato a sé specie in zone turistiche.
Via libera al nuovo formato, dunque, ma solo in questo specifico caso: per il resto, 32 Via dei Birrai conferma la propria scelta di fondo e adotta uno standard da 75 cl, per una ragione importante: «Prendiamo la stessa birra, la assaggiamo da una bottiglia da 33 cl, da 66 cl, da 75 cl e alla spina: cambia completamente il sapore, il cliente non sa il perché, noi sì. È il formato. Dato che noi ci vogliamo caratterizzare e ci distinguiamo per la costanza, abbiamo fatto una scelta tranchant», spiegano i fondatori di 32, Loreno Michielin, Fabiano Toffoli e Alessandro Zilli. Bottiglia da 75 cl, dunque, che presuppone l'utilizzo di un bicchiere, «lo predichiamo da sempre: per gustare al meglio una birra si apre la bottiglia, si prende il bicchiere, si fa schiumare, eccetera. Quindi no lattina o bottiglia da 33 cl, anche se la distribuzione ce le chiede. Noi forniamo un metodo, il 75 cl va nel bicchiere, così ci si regala anche eleganza». La stessa che si può riscontrare nell'altro formato, introdotto più di recente, la magnum da 1,5 litri, per fare della birra un oggetto da regalo.
32 VIA DEI BIRRAI è l'azienda creata nel 2006 a Pederobba (Treviso) da tre amici che, al bar, desideravano cambiare il mondo dei microbirrifici italiani, troppe volte caratterizzato dalla qualità incostante delle proprie produzioni. I veneti Fabiano Toffoli (classe 1973, oggi mastro birraio), Loreno Michielin (classe 1968, direttore commerciale) e Alessandro Zilli (classe 1971, responsabile della ricerca e dello sviluppo) hanno imposto il loro standard: adesso 32 è una realtà tra le più consolidate, dinamiche e innovative del settore, nel nostro Paese. È un birrificio che rimane piccolo nei numeri - sette dipendenti più i fondatori, 350 mila bottiglie all’anno - e quindi sa garantire un'attenzione di tipo artigianale, una cura del prodotto che i big proprio non possono permettersi; ma che, nel contempo, si caratterizza per un approccio industriale nei criteri di produzione, «il buon birrificio deve fornire uno standard, una costanza di qualità. Il sapore e la persistenza devono essere sempre uguali nel tempo, altrimenti il consumatore rimane deluso».
LE BIRRE - 32 Via dei Birrai, produce otto tipi diversi di birre, ognuno caratterizzato da uno specifico colore nell'iconica etichetta. La Audace è una bionda totalmente biologica doppio malto che ha fatto messe di premi, dal secondo posto del Best Bio Beer 2022 all'oro dei World Beer Awards 2018. La Nebra è un'ambrata dolce con nuances di fiori di sambuco, medaglia d'oro ai World Beer Awards 2019. E ancora: la Oppale è una bionda luppolata, la Curmi una bianca speziata con note di coriandolo e scorza d'arancio. Poi ci sono sorsi più particolari, per palati esigenti, come quelli della Atra, una bruna morbida, della Admiral, rossa doppio malto, della Tre+due, leggera speziata con sentori di coriandolo e scorza d'arancia amara, e della Nectar, bruna al miele di castagno del Grappa, prodotta solo per il Natale. E poi c'è la Ambita, birra chiara monoluppolo, 100% italiana perché prodotta esclusivamente con ingredienti locali.
Paola Pontarollo
A SANTA MASSENZA LA NOTTE DEGLI ALAMBICCHI ACCESI
Dal 7 al 10 dicembre lo splendido borgo di Santa Massenza di Vallelaghi, capitale della grappa artigianale trentina, ospita l’originale spettacolo della compagnia teatrale Koinè: una kermesse in cinque tappe, tante quante le distillerie del paese, che condurrà visitatori e appassionati provenienti da tutta Italia alla scoperta della storia e dei segreti del famoso distillato, tra degustazioni accompagnate da assaggi di specialità locali.
L’antica arte della distillazione raccontata da uno spettacolo senza eguali, in un contesto unico come quello di Santa Massenza, patria e cuore della grappa artigianale trentina, immerso nella magia del clima natalizio. Impossibile non farsi coinvolgere dalle suggestioni de “La Notte degli alambicchi accesi”, l’appuntamento che anche quest’anno, dal 7 al 10 dicembre, animerà il borgo che vanta la più alta concentrazione di distillerie a carattere artigianale e a conduzione familiare in Italia.
Ancora una volta, a raccontare la storia e i segreti del prezioso distillato sarà quindi la kermesse teatrale messa in scena dalla compagnia Koinè. Uno spettacolo itinerante organizzato dall’Associazione culturale “Santa Massenza piccola Nizza de Trent” con il supporto di Trentino Marketing, il coordinamento della Strada del Vino e dei Sapori del Trentino – nell’ambito della promozione delle manifestazioni enologiche provinciali denominate #trentinowinefest – e la collaborazione di Garda Dolomiti e Istituto Tutela Grappa del Trentino.
La manifestazione è ormai un evento cult al quale partecipa un folto pubblico di appassionati e curiosi da tutta Italia, che per quattro giorni affollano Santa Massenza di Vallelaghi. Il piccolo borgo, noto anche con il soprannome di “piccola Nizza de Trent” per via del suo passato di località turistica estiva frequentata dai vicini abitanti di Trento, è infatti riconosciuto come vera e propria “capitale della grappa artigianale”.
Per l’occasione, le cinque distillerie del paese (Casimiro, Francesco, Giovanni Poli, Giulio & Mauro e Maxentia) ospiteranno le diverse tappe lungo le quali gli attori, guidati dalla voce narrante di Patrizio Roversi, accompagneranno i visitatori, divisi in altrettanti gruppi, alla scoperta di un prodotto intimamente legato alla storia e alla cultura trentina. Il programma prevede due spettacoli al giorno (uno solo domenica 10 dicembre): ad ogni tappa, non mancherà una piccola degustazione con assaggi delle diverse versioni del distillato accompagnati a dolci e specialità del territorio.
Le grappe prodotte a Santa Massenza sono davvero tutte da scoprire. Il loro rigido processo produttivo è protetto dal disciplinare dell’Istituto di Tutela Grappa del Trentino. Tra le sue regole auree spiccano l’utilizzo esclusivo di vinacce fresche locali e la tradizionale distillazione con il metodo “a bagnomaria” in alambicchi discontinui: un’arte che si tramanda da generazioni e prevede l’utilizzo di modeste quantità quando la vinaccia è ancora fresca e profumata e un riscaldamento uniforme, lento e continuo del contenuto per ottenere una migliore estrazione degli aromi.
Un’esperienza unica che vale senz’altro il viaggio in questo speciale angolo del Trentino.
Per maggiori dettagli è possibile visitare www.gardatrentino.it/NotteAlambicchi e Pagina Facebook La notte degli alambicchi accesi oppure scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Per rimanere aggiornati su tutte le #trentinowinefest e le attività della Strada del Vino e dei Sapori del Trentino: www.tastetrentino.it/trentinowinefest
Santa Massenza di Vallelaghi (TN), 18 settembre 2023
La notte degli alambicchi accesi
La notte degli alambicchi accesi è un progetto organizzato dall’Associazione culturale “Santa Massenza piccola Nizza de Trent” con il supporto di Trentino Marketing, il coordinamento della Strada del Vino e dei Sapori del Trentino – nell’ambito della promozione delle manifestazioni enologiche provinciali denominate #trentinowinefest – e la collaborazione di Garda Dolomiti, Istituto Tutela Grappa del Trentino e Comune di Vallelaghi.
www.gardatrentino.it/NotteAlambicchi e Pagina Facebook La notte degli alambicchi accesi
La grappa del Trentino
La grappa del Trentino nasce da una tradizione familiare centenaria che si è tramandata di padre in figlio. La sua produzione caratterizza fortemente tutto il territorio trentino: ogni zona della provincia, infatti, si contraddistingue per microclimi particolari che si prestano come habitat naturali per vari tipi di vite. E così, come il vino, anche la grappa si connota in base alla valle di provenienza: la Valle di Cembra è specializzata nella produzione di grappa di Müller Thurgau, la Piana Rotaliana in quella di Teroldego, la Valle dei Laghi - e, in particolare Santa Massenza - in quella di Nosiola, la Vallagarina in quella di Marzemino.
Le aziende, la maggior parte delle quali di dimensioni medio piccole e a conduzione familiare, per ottenere la grappa del Trentino lavorano esclusivamente vinaccia freschissima (il termine della distillazione è fissato al 31.12) e proveniente dal solo territorio provinciale, per garantire qualità, profumi ed eleganza al prodotto finito, e la distillano secondo il tradizionale metodo cosiddetto "a bagnomaria" all'interno degli alambicchi tradizionali, che riscaldano il contenuto in modo graduale e uniforme, al fine di garantire una corretta estrazione degli aromi. Nel corso dell'operazione, i mastri distillatori separano l'essenza in testa, coda e cuore, al fine di avere un prodotto equilibrato e ricco di profumi.
Per salvaguardare tali tecniche di produzione, valorizzare il prodotto e promuoverlo, nel 1969 è nato l'Istituto Tutela Grappa del Trentino, che impone regole di autodisciplina e controlli severi, a garanzia di una indiscutibile qualità, certificata da organi esterni che ne controllano limpidezza, armonia dei profumi, morbidezza e tipicità del gusto.
Stefania Casagranda
UNA BELLA GIORNATA IN FRANCIACORTA
di Virgilio Pronzati
L’ingresso dell’azienda inserita nello storico palazzo
La Lombardia, in particolare il Bresciano, oltre ad avere una solida economia derivata da industrie e terziario, vanta una tradizione e produzione enologica di gran qualità. La storica regione denominata Franciacorta è sinonimo di grandi vini spumanti, da essere definita la Champagne nostrana. Il suo nome viene da Francae Curtese Franzacurta (1277) ma la qualità dei suoi spumanti Docg deriva dalle ottime condizioni pedoclimatiche e dalle razionali tecniche adottate nel vigneto ed in cantina dai dinamici produttori.
La storica e suggestiva proprietà della Famiglia Vezzoli
Una delle poche Denominazioni tutelate e conosciute in tutto il mondo, alla pari di Chianti e Chianti Classico, Bordeaux, Porto, Malaga, Tokaji. Una fama meritata ma relativamente recente, nata nel 1961. Franciacorta in cifre: quattro vitigni, Pinot Nero, Pinot Bianco (max 50%), Chardonnay, Erbamat (max 19%). Tre i vini: “Franciacorta” “Franciacorta” Satèn; “Franciacorta” Rosé. Sei tipologie: Non dosato, Extra Brut, Brut, Extra Dry, Sec o Dry, Demi-sec; 19 comuni, 122 cantine associate, oltre 21 milioni di bottiglie vendute nel 2022, con un prezzo medio in negozio di circa 22 euro la bottiglia. Altri vini prodotti in zona: Curtefranca DOC Bianco e Rosso, Sebino IGT.
Una parte dei vigneti di proprietà
Dopo la breve descrizione della zona ed i suoi vini, il motivo del nostro viaggio nella Franciacorta. L’amico Giuliano Fiorentini rappresentante di vini di pregio di piccole e medie cantine, nonchè onavista e sommelier, ha colto l’invito di Ugo Vezzoli petite recoltant della Franciacorta, coinvolgendo anche me e suo cugino Germano Righetti, gran cuoco e di simpatica convivialità. A riceverci con molta cordialità nella sua elegante e storica dimora sita a Palazzolo sull’Oglio, Ugo Vezzoli patron dell’azienda omonima e suo figlio Lorenzo, valente braccio destro e responsabile sia in vigneto che in cantina.
La splendida tenuta con prato e alberi centenari
Una “location” splendida costruita nel Cinquecento dove sono inseriti gli uffici, la sala per le degustazioni e una grande e suggestiva veranda. Le cantine di lavorazione e invecchiamento sono su due livelli di cui uno interrato; l’altro, utilizza parte degli edifici rurali ottocenteschi. A testimoniare la popolarità e le radici storiche della famiglia Vezzoli, l’indirizzo dell’azienda sito in via G.B. Vezzoli e, ancor più, l’impegno in numerose iniziative sociali e politiche messe in atto tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, con produzione cerealicola.
Parte della cantina con ordinate pupitres
I Vezzoli hanno dato sempre molta importanza all’attività nel settore agricolo. Alla tradizionale produzione cerealicola, agli inizi dello scorso secolo si era aggiunta la bachicoltura, poi negli anni Venti venne impiantato un pereto sperimentale. Nel 1981 viene piantato il primo vigneto di uve Chardonnay. Quelli del Franciacorta sono situati nel comune di Adro: dai 3 ettari impiantati a vigneto (Chardonnay DOCG, Pinot Nero DOCG, Merlot e Cabernet DOC) sono prodotte oltre 20.000 bottiglie. Nei 15.000 mq di vigneto della frazione di San Pancrazio di Palazzolo sull’Oglio, derivano circa 10.000 bottiglie di Curtefranca DOC e Sebino IGT.
I quattro moschettieri di Franciacorta
Dopo i saluti e le presentazioni di rito, un’accurata visita alle cantine e, proposta da Lorenzo Vezzoli, un’interessante degustazione tecnica di quattro Franciacorta DOCG:
Brut: Chardonnay 80% e Pinot Nero 20 % (24 mesi sui lieviti). Vista: brillante, di colore paglierino con perlage abbastanza fine, fitto e continuo. Al naso è intenso, persistente e fine, con sentori di nocciola, ribes rosso e agrumi. In bocca è secco, fresco e sapido, di equilibrata struttura e persistenza.
Satèn Brut: Chardonnay (24 mesi sui lieviti). Vista: Cristallino, di colore paglierino tenue con perlage sufficientemente fine, fitto e continuo. Al naso è discretamente intenso e persistente, con sentori di mela renetta, crosta di pane e lieve vegetale. In bocca è secco e fresco, sapido, appena morbido, di buon equilibrio ed invito a ribersi.
Da sx: Giuliano Fiorentini, Silvia Suardi, Germano Righetti, Ugo Vezzoli, Lorenzo Vezzoli e Virgilio Pronzati
Rosé: Pinot Nero (24 mesi sui lieviti). Vista: Cristallino, di colore giallo-ramato tenue, con perlage discretamente fine, fitto e continuo. Al naso è intenso e persistente, con netti sentori fruttati di gelatina di mora e lampone. In bocca è secco e sapido, pieno ma snello, di buona persistenza.
Pas dosé millesimato: Chardonnay 80%, Pinot Nero 20 % (36 mesi sui lieviti). Vista: brillante, di colore giallo paglierino deciso, con perlage molto fine, fitto e continuo. Al naso è molto intenso, persistente e fine, composito, con sentori fruttati di mandorla, corbezzolo e fieno di montagna. In bocca è molto secco e fresco, rapido, leggermente minerale, pieno ma snello, di sensibile persistenza.
Una sequenza qualitativa che fa esprimere al meglio il vocato terroir.
Di seguito, un pranzo con golosità esclusive: coppa, salame e culatello di Felino, irrinunciabile risotto carnaroli con vongole veraci creato per l’occasione da Germano Righetti, plateau di formaggi di malga e, dulcis in fundo, invitanti biscotti. Il tutto perfettamente abbinato agli spumanti aziendali. Ma non è finita li. Ugo Vezzoli perfetto anfitrione, ha siglato l’incontro, donando agli ospiti un’elegante confezione contenente un Franciacorta Brut e due flutes griffate.