Home
VERMENTINO GRAND PRIX: LA TOP TEN 2022
La giuria ha selezionato le dieci migliori proposte del 2022 sottolineando il grande valore di tutte le etichette in gara
Mazzei: “Alla terza edizione l'evento dimostra la sua capacità di sostenere il miglioramento qualitativo e la valorizzazione di quello che si sta sempre più attestando come una delle punte della denominazione”
Si è tenuta il 12 marzo alle Terme di Saturnia, location emblema della Maremma Toscana, la terza edizione del Vermentino Grand Prix, organizzata dal Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana per promuovere, partendo dal suo territorio di origine, quello che si sta dimostrando uno dei vini con la crescita più dinamica degli ultimi anni. Dieci i vini selezionati: le migliori espressioni di questo vitigno in una terra ancora incontaminata, senza industrie, e proiettata a soddisfare i mercati internazionali.
“Il Vermentino Grand Prix nel breve arco di tre edizioni è già diventato un appuntamento importante di promozione per i produttori e per il brand Maremma; anche quest’anno abbiamo avuto la conferma che il Vermentino della denominazione ha una grande personalità non solo nella versione fresca e di facile beva ma anche in versioni più importanti con processi di vinificazione più complessi, tra i dieci migliori ci sono nove vini non di annata per esempio”, spiega Francesco Mazzei Presidente del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana aggiungendo che “l’obiettivo dell’iniziativa è quello di alzare l’asticella ed è evidente che abbiamo imboccato la strada giusta anche se c’è molto da lavorare”.
Il Vermentino Grand Prix coinvolge ogni anno in giuria tecnici del settore e i ristoratori stellati della Maremma Toscana, a cui in questa edizione si è aggiunto anche un rappresentante delle enoteche più importanti della zona. L'idea portata avanti dal Consorzio è quella di fare sistema per promuovere il brand Maremma Toscana nel suo insieme. Da qui la scelta dell'Hotel Terme di Saturnia, che rimanda a una delle mete più iconiche e conosciute dai turisti, italiani e non, che vogliono visitare la provincia di Grosseto. La giuria è stata presieduta da Luciano Ferraro giornalista del Corriere della Sera ed era composta da Andrea Menichetti (Ristorante Da Caino), Alessandra Veronesi (Trattoria Bartolini-L'Andana), Alessandro Rossi (Ristorante Gabbiano 3.0), Luca Papalini (Enoteca Castiglionese - Enoteca Salebrum), Davide Stellini (Hotel Terme di Saturnia), Emiliano Leuti (AIS Grosseto), Maria Mecarozzi (FISAR Colline Maremmane), Claudia Bizzarri (ONAV Grosseto) Mirella Tirabassi (SES, Scuola Europea Sommelier Grosseto), Antonio Spurio (Consulente Tecnico del Consorzio).
Le 50 etichette proposte al panel dell'edizione 2022 hanno ottenuto nell'insieme il positivo riscontro dei giudici, che ne hanno sottolineato l'alto profilo qualitativo.
La Top Ten conferma anche quest'anno una tendenza che si sta consolidando tra i produttori, cioè la vinificazione in purezza del Vermentino. «Una scelta che ben rappresenta la volontà di caratterizzare la propria produzione esaltando le particolarità che il vitigno esprime in questo specifico areale e nei diversi terroir», spiega il Direttore del Consorzio Luca Pollini che aggiunge “Anche da questa edizione emerge un dato significativo che ci racconta una decisa preferenza verso i vini più complessi e maturi; questo è il giudizio espresso dai giudici tanto che nella Top 10 compare un solo 2021, così come nella scorsa edizione figurava un solo 2020”.
La “top 10” 2022 dei Vermentino Maremma Toscana DOC va proprio in questa direzione ed è composta da, in ordine alfabetico per azienda: ACQUAGIUSTA WINE TENUTA LA BADIOLA VERMENTINO 2021, AZIENDA AGRICOLA BRUNI PERLAIA 2020, AZIENDA GUIDO F. FENDI BURATTINI 2020, ARGENTAIA MONNALLEGRA 2020, COLLE PETRUCCIO NORCIAS 2020, CUPIROSSO AUDACE 2020, FATTORIA IL CASALONE LEOPOLDINO 2020, LA BIAGIOLA MATAN 2020, TENUTA 12 SOLO 2020, TERENZI BALBINVS 2020.
“Si tratta di un riconoscimento che può essere speso in termini di immagine dalle cantine e che è occasione per avvicinare e allo stesso tempo avere un riscontro da esperti e operatori che diventeranno ambasciatori dei vini nelle loro specifiche attività”, aggiunge Mazzei.
Come racconta Pollini “In provincia di Grosseto il Vermentino, con 914 ettari contro i 138 del 2006, è il vitigno che sta crescendo con percentuali più alte, nessun'altra cultivar lo sta facendo in maniera così costante negli ultimi anni, oggi la Maremma Toscana è l’areale di coltivazione più importante della Penisola per il Vermentino”
"La produzione di Vermentino Maremma Toscana DOC ha ormai stabilmente superato quella di altri vini della denominazione, nonostante il vitigno rappresenti solo il 10% della superficie vitata. Merito della modernità di questo vino, ben espressa dal suo bouquet fresco ma non banale capace di affrontare anche l'invecchiamento, sempre più apprezzato dai consumatori in Italia e all'estero”, racconta Mazzei, che sottolinea come il “merito del successo deriva dalla tipologia particolarmente versatile e dal lavoro di squadra di viticoltori e Consorzio; i primi che hanno unanimemente intrapreso un percorso di crescita qualitativa, il secondo con le iniziative di valorizzazione e di promozione”.
CONSORZIO TUTELA VINI DELLA DOC MAREMMA TOSCANA
Il Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana nasce nel 2014 dopo il conferimento della stessa DOC con l’obiettivo di promuovere la qualità dei suoi vini e garantire il rispetto delle norme di produzione previste dal disciplinare, dedicandosi, inoltre, alla tutela del marchio e all’assistenza ai soci sulle normative che regolano il settore. Oggi il Consorzio conta 319 aziende associate che vinificano le proprie uve e imbottigliano i propri vini - per un totale di quasi 7 milioni di bottiglie prodotte all’anno. Il Consorzio opera nell’intera provincia di Grosseto, una vasta area nel sud della Toscana che si estende dalle pendici del Monte Amiata e raggiunge la costa maremmana e l’Argentario fino all’isola del Giglio. Ai vitigni autoctoni - Ciliegiolo, Canaiolo nero, Alicante, Sangiovese, Pugnitello, Aleatico, Vermentino, Trebbiano, Ansonica, Malvasia, Grechetto –, si sono affiancate varietà internazionali come Cabernet Sauvignon, Cabernet franc, Merlot, Syrah, Viognier, Sauvignon, Chardonnay e Petit Verdot. Lo scopo della DOC Maremma Toscana è oggi quello di affascinare e stupire gli amanti del bello e del buono di tutto il mondo, valorizzando le diversità di questo sorprendente territorio e ampliando gli orizzonti del gusto toscano attraverso la varietà e la qualità dei suoi vini.
Simonetta Gerra
GAMBERO ROSSO CONFERMA TRE CONI ALLA PASQUALINA DI ALMENNO SAN BARTOLOMEO
In occasione della Giornata europea del gelato artigianale, Gambero Rosso ha presentato la nuova edizione della guida Gelaterie d’Italia 2022, confermando 3 coni alla Pasqualina di Almenno San Bartolomeo (BG).
Precursore di quello che oggi viene definito il trend del settore, il bar-pasticceria bergamasco propone ormai da anni un prodotto di altissima qualità, scegliendo in modo consapevole – e spesso a chilometro zero – le materie prime e valorizzando produttori di prossimità per creare un gelato goloso, ma anche sano e sostenibile.
Uno dei traguardi della continua ricerca di Riccardo Schiavi e del suo staff è la totale assenza – nel gelato Pasqualina - di tutti gli additivi alimentari (addensanti, emulsionanti, coloranti, aromi chimici, grassi idrogenati e latte in polvere), il che contribuisce a esaltare al meglio il gusto di ingredienti come il latte e la frutta e rendere il gelato più leggero e digeribile.
«Sono fiero che Gambero Rosso abbia scelto di confermare questo prestigioso riconoscimento, premiando la ricerca che portiamo avanti da anni con la consapevolezza di essere meglio di ieri, ma con l'obiettivo di essere migliori domani. Dopo anni di sperimentazione la più grande soddisfazione rimane vedere i clienti, in particolare quelli più anziani, tornare a gustare il nostro gelato, non solo perché buono, ma soprattutto perché facilmente digeribile» commenta Riccardo Schiavi.
L’impegno per un gelato sano e controllato si allarga ovviamente fino al primo elemento che lo compone: il latte. Per verificarne l’alta qualità, Pasqualina non tiene conto solo delle proprietà organolettiche, ma verifica inoltre che le mucche da cui proviene siano alimentate secondo il metodo tradizionale: erba, fieno e pascolo da giugno a ottobre e mangime - a base di soia e mais certificati - nel resto dell'anno. Così, per il gelato di Porto Cervo Pasqualina si affida alla centrale sarda di Arborea, mentre per quello di Bergamo all'azienda agricola Castelli Muriel.
Il locale di Almenno San Bartolomeo, come quello di Bergamo e Porto Cervo, è la finalizzazione di un lavoro che parte dal basso e si percepisce totalmente assaggiando il gelato Pasqualina: Riccardo, infatti, dopo aver girato l'Italia dei borghi per conoscere uno ad uno i produttori che partecipano alla creazione dei suoi prodotti, ha deciso con sua moglie di acquistare due ettari di terreno, L’Orto di Lalli, per coltivare la propria frutta, alla base del suo gelato.
Inoltre, assecondando l’esigenza di un nuovo modo di gustare il gelato, Pasqualina ha brevettato l’originale confezione dedicata all’asporto che offre la possibilità di separare un gusto dall’altro, evitando le miscelazioni indesiderate e regalando una tavolozza di gusti tutta da assaporare, anche
per coloro che mostrano intolleranze o allergie alimentari.
PASQUALINA
109 anni di gusto e selezione dei migliori prodotti fanno della Pasqualina uno dei locali italiani più apprezzati della provincia di Bergamo, in termini di eclettismo e qualità. Il progetto di Riccardo è unico: tornare all’origine della materia e all’origine della trasformazione. Una visione, oltre l’offerta e il servizio, che caratterizza tutti i suoi prodotti. A partire dalla viennoiserie, le torte da forno, i lievitati, il cioccolato e finendo con il gelato, uno dei pochi in Italia senza additivi alimentari.
A COMPAGNA “I CAMPANÆ” IERI E OGGI IN LIGURIA"
Martedì 22 marzo 2022 alle ore 17.00 nell’Aula San Salvatore in piazza Sarzano, (all’uscita della metropolitana) A Compagna nell’ambito delle conferenze I Martedì de A Compagna, che l’antico sodalizio cura da oltre quarant’anni, promuove il XX appuntamento del ciclo 2021-2022: Marco Barra, Luca Brignole, Matteo Soro: «“I Canpanæ” ieri e oggi in Liguria».
INGRESSO LIBERO
NOTA. Per accedere alla sala della conferenza occorre esibire il super green pass, indossare la mascherina e mantenere le distanze di sicurezza. I posti a disposizione sono 160, numero che non può essere superato.
Non occorre prenotare.
Attraverso un viaggio nei secoli scopriremo chi erano e chi sono i canpanæ! Dietro questo termine si celano due figure uniche e complementari legate allo strumento che da più di un millennio accompagna la vita di milioni di persone, e che in Liguria vanta una grande e sentita tradizione. Ad accompagnarci in questo viaggio tre canpanæ del XXI secolo: Luca Brignole, compositore e studioso di campane, Marco Barra e Matteo Soro, membri del consiglio di Presidenza dell’Associazione Campanari Liguri, riconosciuto “Gruppo di Interesse Nazionale” dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Info: Per programmi segui il link:
http://www.acompagna.org/rf/mar/index.htm
Per le rassegne fotografiche segui il link:
http://www.acompagna.org/rf/index.htm
La conferenza si tiene nell’Aula San Salvatore della Scuola Politecnica dell’Università di Genova in Sarzano (350 posti a sedere). Si tratta della chiesa sconsacrata che è sulla piazza ed è raggiungibile, oltre che con la metropolitana, da piazza Carignano percorrendo il ponte di Carignano (via Ravasco) oppure lungo la direttrice piazza Dante, Porta Soprana, via Ravecca, Sarzano.
Clicca qui per la cartina di Google Maps
Festa delle campane
Anno sociale 2021-2022
secondo trimestre de I MARTEDI’ DE A COMPAGNA a cura de A Compagna
Si tengono di martedì alle ore 17.00 nell’Aula San Salvatore della Scuola Politecnica dell’Università in piazza Sarzano dall'uscita della metropolitana.
L’Aula San Salvatore è la chiesa sconsacrata presente in piazza Sarzano e raggiungibile, oltre che con la metropolitana, anche con il 35 attraversando il Ponte di Carignano o seguendo la direttrice, tutta in piano, piazza Dante, Porta Soprana, Ravecca.
Marzo
15) Le correnti nel mar Ligure e le grandi correnti oceaniche; a cura di Ferdinando Biancalani e Chiara Robello
22) “I Canpanæ” ieri e oggi in Liguria; a cura di Marco Barra, Luca Brignole, Matteo Soro
29) Storia del mandolino a Genova e in Liguria; a cura del Circolo Mandolinistico “Il Risveglio”
CALENDARIO “VENERDI’ A PAXO” CICLO. 2021-22
11)-VENERDI’ 25 MARZO 2022 G. Panella-“Gozzi, pescatori e marinai”
12)-VENERDI’ 8 APRILE 2022 Maria Luisa Chiesa, “Folklore della Riviera ligure orientale”
13)-VENERDI’ 22 APRILE 2022 Paola Gambaro, “La lanterna di Genova, molto più di un faro”
14)-VENERDI’ 6 MAGGIO 2022 Bruno Giontoni e Franca Balletti, “Alle origini di una città industriale”
15)-VENERDI’ 20 MAGGIO 2022 Gabriella Airaldi, “Essere avari”
NUTRI-SCORE: DISINFORMANTE E CONTRO LA QUALITÀ DEI PRODOTTI AGROALIMENTARI. DA BRUXELLES CON VERGOGNA!
IL PARMIGIANO REGGIANO FA SQUADRA CON GLI ALTRI FORMAGGI DOP CONTRO IL NUTRI-SCORE
Un’etichetta mette a rischio il Parmigiano Reggiano e i formaggi simbolo del Made in Italy alimentare, già alle prese con la contrazione dei consumi e con l’emergenza materie prime per l’alimentazione animale innescata dal conflitto in Ucraina. Tanto che non è più impossibile un domani dove uno spaghetto al pomodoro sarà senza Parmigiano Reggiano, una caprese senza Mozzarella di Bufala Campana un risotto al radicchio e Gorgonzola… senza Gorgonzola. Piatti senz’anima e più “poveri” anche dal punto di vista nutrizionale, monchi delle DOP che il mondo ci invidia. E che entro un anno rischiano di sparire dalle tavole italiane (e non solo), se l’Unione Europea approverà l’etichettatura Nutri-Score.
“Il Parmigiano Reggiano è l’alfiere di questa battaglia da quando, a settembre 2020, il Consiglio d’Amministrazione del Consorzio ha deliberato che il Nutri-Score non potesse comparire sull’etichetta del nostro formaggio. È importante che ci sia un’azione coordinata di tutti i Consorzi interessati volta a scongiurare l’entrata in vigore di un sistema dannoso per i consumatori e per le filiere dei prodotti d’eccellenza, italiani ed europei”, ha affermato il presidente del Consorzio, Nicola Bertinelli.
Attraverso una campagna social che mette al centro piatti iconici italiani “SENZA” in cui il formaggio è ingrediente distintivo, AFIDOP – l’Associazione dei Formaggi Italiani DOP con i Consorzi di Tutela dei formaggi a denominazione d’origine protetta motivano il loro No al Nutri-Score alla presenza delle Istituzioni. Per AFIDOP, l’etichetta a semaforo, attribuendo un colore “sfavorevole” a prodotti come formaggi, ne disincentiva il consumo e dà informazioni limitate e fuorvianti ai consumatori. Con buona pace della Dieta Mediterranea (la migliore al mondo nel 2022 secondo l’US News & World Report in una classifica di 40 stili di vita alternativi e dal 2010 Patrimonio immateriale dell’umanità UNESCO), che ha in questi alimenti un “ingrediente” fondante, da sempre.
È provato che il Nutri-Score disincentiva il consumo di alimenti raccomandati in una sana alimentazione e fondamentali in piatti iconici ed equilibrati se inseriti all’interno di un corretto stile di vita. Secondo un’indagine di Ipsos per l’Osservatorio Waste Watcher International, realizzata su un campione di 7 mila cittadini di Stati Uniti, Russia, Canada, Regno Unito, Germania, Spagna e Italia, per 3 consumatori su 4 le informazioni nutrizionali in etichetta possono influenzare significativamente le scelte nel carrello e 4 su 10 cambierebbero i consumi in ragione dei colori apposti sulle etichette.
In particolare, tutti i formaggi portabandiera dell’Italia nel mondo finiscono nel mirino del Nutri-Score: Parmigiano Reggiano DOP, Asiago DOP, Gorgonzola DOP, Grana Padano DOP, Mozzarella di Bufala Campana DOP e Pecorino Romano DOP, solo per citarne alcuni, classificati perlopiù con il colore arancione e la lettera D - in una scala colorata, da verde scuro a rosso, e con delle lettere, da A a E, per indicare quanto un alimento sarebbe sano o da evitare.
“Diciamo no al Nutri-Score – dichiara Antonio Auricchio, presidente di AFIDOP - e alle etichette basate su quantitativi di riferimento scollegati dalle abitudini di consumo nella dieta quotidiana. Si tratta di strumenti fuorvianti che svalorizzano l’immagine delle DOP e disincentivano il consumo dei nostri piatti banalizzando i valori nutritivi dei nostri prodotti. Sosteniamo e promuoviamo informazioni corrette e complete al consumatore per una alimentazione sana ed equilibrata e proprio per questo ci uniamo a quanti, in Italia e in Europa, ritengono il Nutri-Score un sistema ingannevole per il consumatore ed esortano il decisore pubblico a fare muro contro l’attuazione di questa proposta”.
Gli fa eco il nutrizionista e gastroenterologo Luca Piretta: “La dieta è un comportamento complessivo che si tiene ogni giorno, tutti i giorni. Non è fatta solo di un cibo o di un colore verde che dà l’idea di poterne mangiare a volontà o di un colore rosso che fa apparire un determinato alimento come proibito. Sono l’educazione e la consapevolezza nutrizionale a fare la differenza. Etichette a semaforo, oppure con lettere apposte come un voto scolastico, basate su quantitativi di riferimento (100 grammi) scollegati dalla dieta e dalla porzione consigliata, fa notare Piretta, sono ingannevoli rispetto alla reale natura del prodotto singolo, e alle quantità effettivamente consumate. Ad esempio, la quantità di formaggio aggiunta a una ricetta può essere molto variabile a seconda del tipo di formaggio o della pietanza e quella di olio extravergine da 10 a 20 grammi. Per altri prodotti, come pizza o patate o frutta e verdura, la porzione è solitamente superiore a 100 grammi.”
Secondo Davide Oldani, chef stellato e Ambasciatore della cucina italiana nel mondo, “La cucina è armonia quando nutre e fa bene, è basata sulla stagionalità e sulla varietà, è amica del territorio e ne rispetta le radici culturali. I formaggi facevano parte della dieta dei nostri antenati e non dovrebbero mancare neanche in quella dei nostri figli. Dietro ogni formaggio DOP c’è un patrimonio enogastronomico fatto di tradizioni, persone, territori e clima unici al mondo per peculiarità. Penalizzando i formaggi certificati, il Nutri-Score mette a rischio ricette dove la presenza dell'ingrediente è caratteristica essenziale, sia a casa che al ristorante.”
Netta anche la posizione di Riccardo Deserti, Presidente di OriGIn, l’Organizzazione internazionale delle Indicazioni Geografiche: “I formaggi DOP sono la spina dorsale dei prodotti di qualità dell’agroalimentare italiano, ma il futuro dell’intero settore è a rischio. Senza il mais e il girasole dell’Ucraina, il mercato globale delle materie prime per la zootecnia è andato in crisi, con ricadute su tutta la filiera lattiero casearia italiana. C’è poi lo spettro della contrazione dei consumi: oggi a renderlo ancora più evidente nel nostro settore sono le conseguenze dirette del conflitto, il caro bollette e petrolio. Ma domani potrebbe arrivare anche il Nutri-Score, un sistema di etichettatura nutrizionale fuorviante che va bloccato prima di allontanare ulteriormente il consumatore dai formaggi e da altri simboli della dieta mediterranea.”
Se il Nutri-Score venisse approvato dall’UE, a farne le spese non sarebbe solo il consumatore, ma anche il Sistema-Paese. Secondo il rapporto Ismea-Qualivita, quello dei formaggi DOP/IGP è un comparto strategico del Made in Italy alimentare, con 55 prodotti caseari a denominazione e quasi 26mila operatori, che generano un valore di 4,2 miliardi di euro alla produzione, pari al 57% del comparto Cibo DOP IGP. Un modello che rappresenta una tradizione millenaria che nessuno in Ue riesce ad uguagliare, una filiera che le decisioni di Bruxelles mettono a rischio… a 30 anni esatti dalla nascita delle DOP e IGP.
Andrea Robuschi
CAPOLAVORI DAL MONDO A TREVISO PER LA GRANDE MOSTRA SU CANOVA
|
|