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“OGNI LIBRO È UNA NAVE” LIBRI IN CORSIA PER NAVIGARE LONTANO
Nel 2021, tutte le persone che saranno ricoverate al Sant’Orsola riceveranno in dono un libro. Un compagno di viaggio per attraversare giornate importanti e uscirne arricchiti. È il nuovo progetto con cui Fondazione Sant’Orsola vuole salutare il 2021. Un’idea nata dall’attività dei volontari della Onlus e sviluppata insieme a Coop Alleanza 3.0, nella persona del suo consulente Romano Montroni, presidente del Consiglio scientifico del Centro per il Libro e la Lettura, in collaborazione con le case editrici del gruppo Mondadori.
L’iniziativa vedrà la luce grazie alla generosità di tre sponsor – BPER Banca, Unipol Gruppo e UniSalute – e alla sensibilità delle case editrici del Gruppo Mondadori, che hanno accettato di stampare per l’occasione 24.000 volumi. Tre i titoli: Jane Austen, Emma; Jack London, Martin Eden; Cesare Pavese, La casa in collina. Tre grandi classici, tre libri che durano nel tempo.
Il progetto ha ricevuto, inoltre, il patrocinio del Centro per il libro e la lettura, istituto autonomo del Ministero dei Beni culturali e avrà come testimone lo scrittore Gianrico Carofiglio, che ha riconosciuto il valore dell’iniziativa, la prima del suo genere in Italia.
Non appena l’emergenza sanitaria sarà terminata e i reparti verranno riaperti, saranno i volontari di Fondazione Sant’Orsola a consegnare i libri al letto del paziente. Fino ad allora, la distribuzione avverrà grazie alla collaborazione dei coordinatori infermieristici, che al momento del ricovero, oltre ad assegnare il letto, chiederanno al paziente di scegliere un titolo fra i tre disponibili. Sul sito della Fondazione Sant’Orsola si animerà una comunità virtuale di lettori, dove scambiarsi pareri sui libri proposti ma anche su altre letture.
“I libri sono decisivi non solo per la crescita di una persona – spiega il presidente di Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella – ma anche per il suo benessere: non a caso alcuni pazienti arrivano già con un libro, e lo portano come si porterebbe un salvagente prima di affrontare una traversata in mezzo alle onde; o forse, più semplicemente, come un amico che possa tenere loro compagnia. Ma ci sono tanti che non hanno l’abitudine di leggere, o che magari per qualche motivo non sono riusciti a portare un libro con sé”.
“Nei paesi anglosassoni – racconta Romano Montroni – la biblioterapia è da tempo un’attività riconosciuta: all’interno del National Health Service esiste un dipartimento che si occupa specificamente della lettura come pratica di benessere. Il rapporto tra la salute dell’individuo e l’arte ha radici profonde anche nella nostra cultura; pensiamo, per esempio, ai primi ospedali nati in Italia, come Santa Maria della Scala a Siena: malati e pellegrini erano accolti e curati in sale decorate nel corso dei secoli dai più grandi pittori e scultori senesi, i sofferenti venivano quindi letteralmente ‘immersi’ nella bellezza. Si pensava insomma al benessere in un senso ampio, non soltanto da un punto di vista medico-fisico”.
‘La prima cosa che, forse, deve provare a fare chi attraversa un periodo di fatica, di sofferenza o addirittura di malattia è prendersi cura di sé - aggiunge Enrico Selva Coddè, amministratore delegato Einaudi e Mondadori Libri Trade. - Sembra facile, ma a volte risulta impossibile. Può aiutare allora un gesto. Quel gesto è aprire un libro e rimanere a tu per tu con la voce che parla dalle sue pagine. Una voce che si dedica a noi, al nostro essere un intreccio indissolubile di corpo e immaginazione. Tre classici, perché così come gli amici sono quelli che amiamo rivedere, i classici, ricordando Italo Calvino, sono quei libri di cui si sente dire di solito ‘lo sto rileggendo’, e mai ‘lo sto leggendo’. Che sia l’arguzia e l’ironia di Jane Austen, il coraggio e la tenacia di Jack London, il realismo e la malinconia di Cesare Pavese, di certo questi libri aiuteranno i loro lettori a sentirsi meno soli’.
Esattamente un anno fa, Fondazione Sant’Orsola aveva radunato una ventina di volontari – ex librai, maestre in pensione, appassionati della lettura – facendo partire il progetto “Libri in corsia”. In poche settimane erano stati mappati 1745 libri presenti in alcuni reparti, costruendo un catalogo online da cui i pazienti avrebbero potuto richiedere un volume presente in un altro reparto; i volontari poi avrebbero provveduto a farglielo avere. La pandemia ha bloccato alla radice, per motivi di sicurezza, la possibilità di scambiarsi libri in ospedale. Ma i volontari di Fondazione Sant’Orsola non hanno voluto fermarsi: hanno pensato che, se non si possono prestare, i libri si possono sempre regalare. Da qui, l’idea che si concretizza oggi grazie alla generosità degli sponsor e delle case editrici del Gruppo Mondadori.
Ex Libris Comunicazione
Tel. 02 45475230 e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Carmen Novella, 335 6792295
3 RICETTE PER NATALE DAI TOP CHEF DELLA VAL DI NON
Una ricetta regina d’inverno: Crema di castagne e funghi porcini
Un piatto tutto rosso: Talleri di rape rosse, casolet e ricotta affumicata
Un grande classico: Zelten, il dolce del Natale trentino
Tre ricette perfette per le feste di Natale da tre top chef della Val di Non, la valle trentina delle mele D.O.P. che da qualche è protagonista di un felice rinascimento in cucina, caratterizzato da attenzione per la territorialità, estro e passione.
Il merito è di chef come Silvana Segna, Bruno e Mattia Sicher, Cristian Bertol per cui il percorso partito dalla tradizione non è una trita espressione scarica di senso, ma una festosa ricerca di creatività, tutta orientata verso quello che dovrebbe sempre fare la cucina: rendere felici ed emozionare gli ospiti.
Le ricette che hanno scelto sono facili da preparare, ricche come devono essere i piatti delle feste e piene di sapore: una crema di castagne profumatissima; un primo tutto rosso, perfetto per il Natale; lo Zelten, il dolce natalizio trentino per eccellenza.
Crema di castagne e funghi porcini di Silvana Segna, chef di “Locanda Alpina” – www.locandalpina.it
Silvana Segna è senza ombra di dubbio una delle regine della cucina trentina. E la cucina alla sua “Locanda Alpina” è veramente una questione di famiglia! Della brigata fanno fieramente parte i due figli Francesco e Giulia (il pane fantastico è opera sua) e l’ariosissima sala è coccolata con gentilezza e precisione dal marito Danilo. Sua la carta di vini e distillati, curata con un grande talento che premia i clienti e regala il piacere della scoperta. Le ricette di Silvana sono sempre una gioia: la mano è ferma, la capacità di leggere gli ingredienti straordinaria e la pulizia che arriva in bocca sorprende, emoziona, coinvolge in un percorso di fragranze perfettamente in armonia. Piatti manifesto: gli gnocchi di patate crude alla pancetta tostata e ricotta affumicata, i tortellini al Trentingrana in brodo ristretto ai porcini, la guancetta di vitello brasata alla vecchia maniera e polenta di Storo. Dessert da non perdere per nulla al mondo quando è stagione: Sorbetto alla mela Renetta Ananas (varietà rara del frutteto di famiglia), briciole di mandorla, salsa di cachi e caramello salato.
La ricetta che Silvana ha scelto per il Natale è volutamente semplice, facile da realizzare, ma ricca e piena di sapore!
Ingredienti per 4 persone:
- 450 g di castagne
- 300 g di funghi porcini freschi
- 1 l di brodo di carne
- ½ scalogno piccolo
- 15 g di burro
- 3 cucchiai di olio EVO
- 30 ml di vino rosso corposo
- 1 foglia di alloro
- Sale q.b.
- Prezzemolo per decorare
Preparazione
Incidere le castagne e lessarle per circa trenta minuti in acqua leggermente salata con una foglia di alloro è un cucchiaio di olio EVO. Pulire le castagne, rosolare lo scalogno in una pentola con il burro, bagnare con il vino rosso e far evaporare. A questo punto, aggiungere le castagne pulite e coprire con del brodo di carne. Cuocere per circa 20 minuti frullare e setacciare. A parte saltare brevemente i funghi porcini e adagiarli sulla superficie della crema dopo averla impiattata, decorando con qualche piccola foglia di prezzemolo.
Talleri alle rape rosse, casolet e ricotta affumicata di Mattia Sicher, chef del “Pineta Nature Resort” – www.pinetahotels.it
Mattia Sicher è il nipote del leggendario Bruno, da cui ha raccolto il testimone nella cucina del Pineta Nature Resort, dando perfettamente continuità al percorso di ricerca, incentrato sulle eccellenze del contesto di riferimento di cui la “Cantina del Bruno” è una vera e propria riserva di tesori. Protagonisti di questo spazio, rustico e romantico, complementare al ristorante, sono il Trentino e la Val di Non, con salumi profumatissimi quali la mortandela o le bolle di montagna di Trentodoc, accuratamente selezionate. Ruolo importante nella vocazione al benessere del Pineta l’attenzione alla salvaguardia del territorio e alle colture con tecniche biologiche e biodinamiche. L’olio, per esempio, è quello extravergine dell’Agraria di Riva del Garda, che profuma la carne magnifica delle tagliate. Un'altra fragranza speciale è quella del rosso Teroldego Rotaliano che emulsiona il Guancialino di maiale e ne esalta la seducente tenerezza. Menzione speciale anche per i corsi di cucina in cui veramente si mettono le mani in pasta per imparare a preparare delizie come lo Strudel di Nonna Elsa.
La ricetta che Mattia ha scelto per Natale è piena di sapore e divertente da preparare. E ha il colore delle feste per eccellenza: il rosso!
Ingredienti per 4 persone
Per l’involucro di patate
- 600 g di patate
- 400 g di farina
- 200 g di rape rosse cotte al vapore (vanno bene anche quelle confezionate, meglio se bio)
- 1 uovo piccolo
- 8 g di sale
Per il ripieno
- 60 g di formaggio Casolet (formaggio morbido a latte crudo, presidio Slow Food)
- 1 cucchiaio raso di Trentingrana
- 30 g di ricotta affumicata
- 30 g di ricotta vaccina
* Burro per impiattare
Preparazione
Lavare e lessare le patate con la buccia. Appena cotte, pelarle e schiacciarle con lo schiacciapatate, distribuendole bene su un piano per farle raffreddare. Quando saranno ben fredde aggiungere la farina, l’uovo, le rape rosse passate e amalgamare fino a ottenere un composto liscio e compatto. Dopo averlo diviso in due parti, stenderle con un mattarello fino a ottenere due quadrati dello spessore di 1 cm. Distribuire a piccole cucchiaiate su uno dei due quadrati il ripieno, creato mescolando bene tutti gli ingredienti frullati in precedenza. Coprire con il secondo quadrato e tagliare dando la forma desiderata (come per confezionare dei ravioli). Verificare che siano ben sigillati e cuocere in acqua bollente per 5 minuti da quando inizia a riprendere il bollore. Scolare e servire con burro sciolto in un po’ di brodo e fatto restringere. Segreto per rendere il colore di questa salsa più brillante: centrifugare un po’ di rapa rossa cruda e aggiungerla subito prima di servire.
Zelten trentino di Cristian Berto, chef di Villa Orso Grigio – www.orsogrigio.it
Come per Silvana Segna e Mattia Sicher, anche per Cristian Bertol, la cucina è una questione magnificamente di famiglia, che inizia quando aveva 11 anni. Il padre lo volle, infatti, al suo fianco durante i primi anni della gestione del ristorante. Da quel giorno il percorso di Cristian non si è più fermato, lo ha portato all’estero (anche nella cucina della famiglia reale svedese) e a collaborare con Gualtiero Marchesi ed Henry Chenot. La Val di Non è rimasta, però, casa, con l’ambizione (felicemente soddisfatta) di diventare un punto di riferimento. Il territorio è una tavolozza per creare i suoi piatti guardando al mondo, con un’attenzione maniacale per la materia prima che lo ha portato a creare il proprio orto a 1000 metri di altitudine e a scegliere, per esempio, la ricotta del locale caseificio di Fondo; lo speck di Romeno, a una manciata di chilometri; i rusticani (piccola e rara susina) a un passo dal ristorante. Villa Orso Grigio è anche una questione di famiglia perché in sala a raccontare i piatti di Cristian e a deliziare con il vino, c’è il gemello Renzo. Anche lui tornato in Val di Non dopo un luogo periodo di studio enologico tra le vigne italiane, francesi, spagnole e californiane. La loro sintonia è buonissima!
La ricetta scelta da Cristian è uno dei dolci manifesto dell’arte dolciaria trentina: lo Zelten natalizio. Le ricerche dello chef suggeriscono che fosse già preparato già nel 1700 e conosciuto come Celtero.
Ingredienti
- 500 g di farina tipo ”0”
- 250 g di latte intero
- 20 g di lievito di birra
- 80 g di burro
- 80 g di tuorlo
- 80 g di zucchero
- 20 g di miele
- 200 g di uva sultanina
- 200 g di fichi secchi
- 200 g di noci sgusciate
- 100 g di macedonia di frutta candita
- 100 g di mandorle
- 100 g di pinoli
- 5 g di sale
- 1.Preparazione
- 2.Impastare la farina, il latte, il lievito (sciolto in un po’ di latte tiepido), il burro, i tuorli, lo zucchero e il miele. Quando l’impasto sarà ben incordato, aggiungere tutta la frutta secca tagliata a dadini e l’uvetta precedentemente fatta macerata in un po’ di rum. Far riposare l’impasto per 2 ore e stenderlo su una teglia infarinata, spennellare con uovo e decorare con frutta secca. Lasciar riposare per altri 30 minuti e cuocere a 180° per 35/40 minuti.
Alessandra Agostini
ANALISI UIV-ISMEA: FESTE EFFERVESCENTI NONOSTANTE IL COVID. PREVISTI 1,6 MILIARDI DI BRINDISI A BASE DI BOLLICINE ITALIANE NEL MONDO
A NATALE E CAPODANNO TENGONO I CONSUMI DI SPUMANTI NEL BELPAESE (74 MLN DI BOTTIGLIE ITALIANE) MA SI SPENDERÀ MENO. GIÙ VALORE (-12%) E PREZZO MEDIO (-10%)
Autoctoni, italiani e per tutte le tasche: il Belpaese si conferma protagonista nelle vendite di spumanti nel mondo anche nell’anno del Covid-19. E i consumatori piu’ ‘casalinghi’ di sempre dimostrano, nonostante tutto, di non voler rinunciare a un simbolo delle feste che registra però un effetto sostituzione: giù i top di gamma, Champagne in primis, su i prodotti più accessibili. Il risultato, secondo le stime sui consumi di bollicine nelle prossime festività rilasciate oggi dall’Osservatorio del Vino di Unione italiana vini (Uiv) e da Ismea, è in linea con lo scorso anno sul fronte dei volumi, con 273 milioni di bottiglie tricolore vendute nel mondo sotto le feste (+1,3% sul 2019) di cui quasi 74 milioni in Italia (-2,3%), per un totale su scala globale di oltre 1,6 miliardi di calici made in Italy alzati. Diverso invece il trend a valore, segnalato complessivamente in contrazione del 9% tra domanda interna ed estera.
“Le stime sulle vendite in Italia e all'estero in questa particolare congiuntura – ha detto il segretario generale di Unione italiana vini, Paolo Castelletti - premiano la maggior versatilità di gamma delle bollicine italiane, in grado di reagire con più elasticità alle dinamiche di mercato. Occorre però ricordare come a fronte di una sostanziale tenuta dei volumi, anche i nostri sparkling stiano pagando un caro prezzo sulla partita del valore, all’estero come in Italia. Uiv – ha concluso Castelletti - ritiene quindi fondamentale monitorare un fenomeno da una parte ascrivibile al minor potere di acquisto dei consumatori e a un conseguente effetto sostituzione, dall’altra a inaccettabili condotte speculative riscontrate lungo le catene commerciali off e on line”.
IN ITALIA CONSUMI IN LEGGERA FLESSIONE: -2,8%, A 77 MILIONI DI BOTTIGLIE SOTTO LE FESTE
GDO E OFF-TRADE COMPENSERANNO LE CHIUSURE FORZATE DELL’HORECA
Saranno oltre 77 milioni le bottiglie di bollicine consumate in Italia tra Natale e Capodanno, di queste solo 3,5 milioni parleranno straniero sulle tavole delle feste più autoctone degli ultimi anni. Complessivamente a Natale e Capodanno si stapperà un po’ meno (-2,8%) ma soprattutto per effetto del calo degli sparkling d’importazione (-12,5% meno del 5% del totale), con lo spumante italiano a -2,3% (quasi 74 milioni di bottiglie). Va meglio l’export tricolore, in crescita del 2,7% con quasi 200 milioni di spumanti italiani prossimi al consumo. Secondo il forecast Uiv-Ismea, le prossime feste varranno circa il 35% delle vendite annuali di sparkling in Italia, grazie alle vendite in Gdo e nei canali off-trade che terranno a galla un mercato del fuori casa in coprifuoco. Un effetto sostituzione della domanda italiana che se da un lato mitiga notevolmente la variazione in volume, in valore potrebbe creare al sistema una flessione del fatturato di oltre il 12%, previsto a circa 199 milioni di euro.
CONSUNTIVO ANNO: NEL 2020 MEGLIO LA DOMANDA ESTERA DEI CONSUMI INTERNI
La produzione totale di spumanti tricolore nel 2020 si dovrebbe confermare sugli stessi livelli dello scorso anno, a 776 milioni di bottiglie a fronte di un mercato d’importazione che non arriva a 10 milioni di pezzi (-12,5%). L’incidenza dell’export a volume supera il 73% e quest’anno ha premiato soprattutto le denominazioni export oriented, mentre quelle a metodo classico, il cui mercato è più indirizzato all'horeca italiana, hanno avuto maggiori problemi.
Le Bottiglie delle feste |
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Dati in bottiglie |
Feste 2019 |
Feste 2020 |
|
bottiglie 0,75l prodotte |
269.383.388 |
272.872.317 |
1,3% |
bottiglie 0,75l importate |
4.021.002 |
3.518.377 |
-12,5% |
bottiglie 0,75l esportate |
194.027.728 |
199.266.477 |
2,7% |
bottiglie 0,75l consumate in Italia |
79.376.662 |
77.124.217 |
-2,8% |
di cui spumante italiano |
75.355.660 |
73.605.841 |
-2,3% |
Elaborazione dati: Uiv-Ismea
Benny Lonardi
NATALE, FIPE-CONFCOMMERCIO: “REGOLE PIÙ STRINGENTI, MA LAVORIAMO. Il MODELLO TEDESCO APPLICHIAMOLO AI RISTORI”
“Nei mesi scorsi solo lo 0,18% dei 6,5 milioni di controlli effettuati nel complesso delle attività commerciali, ristorazione compresa, ha generato sanzioni. Segno che i protocolli adottati a maggio sono stati rispettati e che le nostre imprese sono luoghi sicuri. Per noi la salute pubblica è al primo posto ma siamo pronti a fare di più, garantendo un maggiore distanziamento tavoli e concedendo a Natale e nel periodo festivo l’accesso ai ristoranti solo su prenotazione, dando così una mano sulla raccolta dei dati e rendendo più semplice ed efficace il tracciamento. In cambio chiediamo al governo di lasciarci lavorare, le nostre imprese non si possono spegnere dall’oggi al domani, come se fossero automobili: molti locali hanno già iniziato ad acquistare le merci per le feste e organizzato il personale. Chi li risarcirà in caso di chiusura?”.
Così Fipe - Confcommercio interviene sul dibattito in corso in questo momento all’interno del governo su eventuali misure restrittive da adottare durante le feste natalizie.
“Noi vogliamo lavorare - aggiunge la Federazione – ma se il governo dovesse decidere di seguire il modello tedesco, si prepari a farlo al 100%. Per il mondo della ristorazione il mese di dicembre vale 7,9 miliardi di euro, mentre i soli pranzi di natale e capodanno valgono 720 milioni. Per ammortizzare queste perdite, occorrono misure come quelle adottate in Germania: ristoro al 75% dei fatturati calcolato sui mesi di novembre e dicembre, riduzione dell’iva al 5% e tutela dagli sfratti”.
Andrea Pascale
PRIMITIVO DI MANDURIA: FALSI IN SVIZZERA, SUD AFRICA E ITALIA. IL CONSORZIO DI TUTELA BLOCCA TUTTO
Dal 2016 una cinquantina di azioni di contrasto, di cui risultano 35 le battaglie vinte (le altre sono ancora in corso)
Prosegue senza sosta la battaglia del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria per la tutela del consumatore contro inganni e frodi.
Nel 2020 sono stati bloccati 3 marchi ingannevoli in Italia, uno in Svizzera e uno in Sud Africa. Quest’anno, inoltre, è stata sospesa la commercializzazione in Europa di 5 marchi depositati presso l’Euipo (l'invalidity division dell'Ufficio dell'Unione europea per la Proprietà intellettuale).
E’ davvero un giro del mondo, e soprattutto nel mondo delle imitazioni e delle evocazioni, quello che il Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria ha compiuto dal 2016 nell'ambito delle attività di controllo della denominazione della Dop pugliese. Il risultato è reso esplicito da una cinquantina di azioni di contrasto, di cui risultano 35 le battaglie vinte (le altre sono ancora in corso).
“Gli interventi che abbiamo messo in atto - spiega il presidente del Consorzio, Mauro di Maggio - rientrano nell'attività di tutela e vigilanza, ruoli che ci spettano con il riconoscimento Erga Omnes. I marchi contraffatti costituiscono un grave pregiudizio all'incremento delle nostre esportazioni e, conseguentemente, un danno palese anche per i nostri produttori”.
PRIMITIVO DI MANDURIA
Dati 2019: 17 milioni di litri; 22,7 milioni di bottiglie; fatturato di oltre 147,5 milioni di euro
Aziende socie: 57 e oltre 1500 viticoltori
Areale di produzione : 18 comuni (15 nella provincia di Taranto, 3 in quella di Brindisi)
Il Primitivo di Manduria è presente in tutto il mondo
Daniela Fabietti