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A COMPAGNA: IL PORTO NEL 1928
A COMPAGNA
Cari soci e simpatizzanti,
proseguiamo con l’iniziativa di proporvi ogni martedì la lettura di un articolo scelto tra quelli pubblicati nelle prime annate del nostro bollettino (1928-1933), cercando di variare gli argomenti trattati. Buona lettura!
Chi volesse leggere gli articoli già inviati segua il link:
http://www.acompagna.org/covid/index.htm
IL PORTO NEL 1928
Articolo a firma U. Cagni, pubblicato sul bollettino n° 3 – Marzo 1929
È stata di questi giorni, pubblicata la Relazione sulle «Opere costruttive, i Servizi, le Tariffe, le Maestranze› del Porto di Genova, pel 1928». L’A., l’Ammiraglio Cagni, ha scritto una delle più belle pagine della storia millenaria del nostro grande emporio marittimo. È storia vissuta, della quale Egli è narratore ed artefice: utilissima per segnare non solo il corso degli avvenimenti attuali, ma per tracciare le linee maestre dell’immediato futuro. Col 1928 si è chiuso il ciclo delle opere a ponente che prendono nome da Vittorio Emanuele III, di quelle a levante che prendono nome dal Duca degli Abruzzi. E si apre il ciclo delle nuove grandiose opere che prendono nome da Benito Mussolini. Sarebbe interessante poter seguire lo scritto dell’ammiraglio Cagni in tutti i particolari che riguardano l’attività del porto: i mezzi di scarico, l’ordinamento del lavoro e delle tariffe, il traffico. Le contingenze dello spazio ci costringono a stralciare alcuni dei punti più rilevanti che riguardano le opere costruttive, opere meravigliose delle quali è meritorio rimanga in queste pagine il ricordo; come è meritorio che rimanga un segno di gratitudine verso l’illustre Presidente del Consorzio Autonomo.
L’attività del porto
L’anno 1928 ha segnato per il movimento portuale di Genova una ripresa ascensionale veramente confortante a cui à [sic] fatto riscontro un intenso fervore di opere e di provvedimenti da parte dell'Amministrazione consortile nel preparare tempestivamente gli adeguati mezzi portuali per gli ulteriori sviluppi dei traffici.
Il totale del movimento di quest’anno (salvi i più esatti accertamenti che saranno oggetto della consueta relazione statistica di prossima pubblicazione) si aggira infatti su tonn. 8.624.000 delle quali circa 7.151.000 sbarcate, 991.000 imbarcate e 482.000 di bunkers, il che significa un aumento di oltre 878.000 tonn. negli arrivi e di 72.000 tonn. negli imbarchi, una diminuzione di circa 77.000 tonn. di bunkers; in totale un maggior incremento di circa 873.000 tonn. sul 1927, in modo che il movimento complessivo segna una cifra mai raggiunta per il passato.
Il Bacino Vittorio Emanuele III
Nel campo delle opere portuali va posto in evidenza il lavoro compiuto nel Bacino Vittorio Eman. III, già aperto al traffico nel 1925, il quale è ormai ultimato coll’entrata. in esercizio del suo secondo sporgente (il Ponte S. Giorgio) completamente attrezzato, realizzando così dai 5 a 6 nuovi accosti per piroscafi con carbone, con fosfati ed eventualmente con minerali alla rinfusa.
Complessivamente il Bacino Vittorio Emanuele III, adibito di regola allo sbarco dei carboni e dei fosfati, disporrà di 2100 metri di banchina utilizzabile e capace di 15 accosti serviti complessivamente da 40 elevatori elettrici. dotati di una velocità pratica di sbarco di tonn. 2000 di carbone all’ora.
IL BACINO VITTORIO EMANUELE III – L’OFFICINA DI RIPARAZIONE ELEVATORI
Il Molo di Ponente
La risacca che nell’inverno scorso, durante i forti venti da libeccio, disturbava il lavoro in questo grande bacino dei carboni, è stata definitivamente eliminata con l’avvenuto compimento del Molo di Ponente, il quale ridossa uno specchio acquo [sic] di oltre trecentomila metri quadrati, che rimane fin d’ora a disposizione del traffico, mentre, senza l'accennata opera, sarebbe stato utilizzabile soltanto tra quattro anni.
Il molo predetto è stato costruito in trenta mesi ed è costato circa 10 milioni di lire in confronto dei 12 previsti. Fu eseguito con cassoni di calcestruzzo gettati entro casse-forme di tipo speciale, portati galleggianti sul posto e riempiti di calcestruzzo in modo da costituire così dei blocchi di m. 12 X 6 X 6,50. Esso è lungo 400 metri, e la sua testata, che era prevista a 130 m. dalla diga foranea, è stata invece portata a soli m. 80 dalla diga stessa, in modo da chiudere con maggior efficacia l’accesso del mare di libeccio.
IL MOLO DI DIFESA DI PONENTE
Il Porto Duca degli Abruzzi
Il Porto Duca degli Abruzzi, con uno specchio acqueo di 40.000 mq. viene a resultare fra l’antico Molo Giano ed il nuovo Molo di scirocco Umberto Cagni, fra i quali si è costruita una leggera diga a piloni per difendere dai residui oleosi galleggianti lo specchio acqueo stesso. Il Molo Umberto Cagni misura uno sviluppo di m. 690 e, colla diga foranea, difende l’avamporto e le calate del vecchio porto dalle frequentissime agitazioni di scirocco, inconveniente molto serio, lamentato sempre per il passato.
Il molo sarà prolungato ancora di 40 metri, in modo che l'imboccatura del porto da m. 293, come è attualmente, si ridurrà a m. 250, misura giudicata più che sufficiente per la manovra di entrata delle navi.
Questo piccolo porto costruito in appena due anni, è, com’è noto, destinato alla marina da diporto dalla quale traggono vita tante interessanti industrie delle nostre riviere e che contribuisce a formare quello spirito marinaro, mai abbastanza sviluppato nel nostro popolo.
Sulla calata di questo porto è già costrutta la grandiosa sede del R. Yacht Club e presto vi sorgeranno anche quelle minori del Rowing Club, della Società di Canottaggio Elpis e della benemerita Società Ligure di Salvamento, in modo che questo specchio acqueo, dove troveranno sicuro ormeggio i candidi yachts della marina da diporto, avrà una degna cornice di decorosi edifici, sicché potrà gareggiare per sicurezza, comodità ed eleganza coi più noti ritrovi dello sport nautico del Mediterraneo.
Il nuovo Bacino da Carenaggio
Ad appena tre anni da quando, nel maggio 1925, Sua Maestà Vittorio Emanuele III faceva brillare la prima mina di scavo del nuovo bacino da carenaggio, quest’opera, invero grandiosa, era compiuta, ed ospitava, il 19 luglio u. s., il primo grande transatlantico, il Conte Rosso.
Tutte le costruzioni che l’alacre nostro armamento ha varato in questi ultimi anni, e che prima dovevano valersi, per le operazioni di carenamento e di raddobbo, di bacini militari in Italia o, peggio, di quelli stranieri, possono essere accolte in questo bacino, la cui lunghezza è superiore alle massime lunghezze dei piroscafi modernissimi.
Le dimensioni del bacino sono infatti: lunghezza del gargame esterno alla testata interna dell’emiciclo: m. 240 - larghezza, tra le pareti verticali interne: m. 32 - Profondità della soglia esterna del bacino: m. 11 - Capacità: mc. 90.000.
E, se nuove prossime costruzioni dovessero superare di qualche decametro lo sviluppo del bacino, provvidenze di non difficile né costosa attuazione possono venire adottate per servire anche ai nuovi piroscafi, senza turbare per nulla l’esercizio di questo.
Per l’esecuzione dell’opera che è costata circa 32 milioni, si sono scavati 110.000 metri cubi di terra e 40.000 di roccia; si sono impiegati in media 200 operai; si è adoperato un complesso di lamiere e di ferri laminati, per le due porte, del peso di 700 tonnellate; si sono costruiti 60.000 metri cubi di murature diverse.
I magazzini per l’esportazione sul Ponte Caracciolo
Sul ponte Caracciolo i grandi magazzini in cemento armato destinati al concentramento del servizio di imbarco, ed ai quali fu posto mano al principio dell’annata, sono in avanzatissima costruzione, esempio notevole di celerità edilizia. Quest’anno vi si sono compiuti lavori per Lire 8.000.000 circa e se ne prevede il completamento entro il primo semestre 1929. La superficie complessiva dei vari piani sarà di mq. 24.000.
I MAGAZZINI PER L’ESPORTAZIONE A PONTE CARACCIOLO
La Stazione Marittima Passeggeri
Quest’anno ha visto anche accelerati i lavori per il compimento della grandiosa Stazione Passeggeri a Ponte dei Mille. Tutta l’ala di ponente è da tempo completamente arredata ed in esercizio, il corpo centrale è pressoché ultimato anche nei suoi rifinimenti interni; dal 15 ottobre u.s. si è inoltre iniziata la costruzione dell’ala di levante, che sorgerà sull’area dell’antica stazione quest’anno demolita. È anche ultimata la piattaforma centrale, sopraelevata di 7 metri sul piano di calata e che costituirà il piazzale dal quale si staccherà il grande viadotto destinato a congiungere la Stazione alla Piazza Principe, presso il monumento al Duca di Galliera, al disopra dei fasci dei binari e della nuova grande arteria che unirà via Milano a via Carlo Alberto. Sono ora in avanzato corso le fondazioni dei piloni di sostegno del viadotto stesso, nonché le opere di deviazione del grande fognone del Lagaccio, che veniva a trovarsi lungo l’asse delle fondazioni stesse.
Si prevede che per l'ottobre 1929 la Stazione sarà completa e risulterà, per comodità ed eleganza, superiore a qualsiasi altra stazione marittima.
LA STAZIONE MARITTIMA PASSEGGERI A PONTE DEI MILLE
La nuova arteria Genova - Sampierdarena
Quest'anno ha anche visto, ad opera del Consorzio, finalmente aperto il varco alla nuova grande arteria Genova Sampierdarena, attraverso la cava rocciosa della Chiappella, che prelude al completo sbancamento di tutto il colle di San Benigno. Sono stati espropriati ed abbattuti i caseggiati verso Sampierdarena che ricadevano sul tracciato; ed ora si sta sistemando la sede stradale colla relativa fognatura e pavimentazione.
LA NUOVA STRADA GENOVA SAMPIERDARENA
I mezzi meccanici
Né l’Amministrazione Consortile ha trascurato quanto si attiene all’attrezzamento ed alla manutenzione del porto.
Sul Ponte S. Giorgio (l’ultimo entrato in esercizio) sono stati installati 9 elevatori elettrici di tipo moderno; sono pronte le 9 gru elettriche destinate ai nuovi magazzini dell'imbarco al Ponte Caracciolo; si è iniziata la costruzione di altre 24 grue [sic] pure elettriche, e si sta procedendo all’arredamento dei ponti Caracciolo ed Assereto, in armonia alle destinazioni a ciascuno assegnate.
Colle opere costruite dall’Amministrazione, è giusto citar ancor quelle dovute all’iniziativa privata incoraggiata dal Consorzio (il quale ha dato in concessione le aree necessarie) e che contribuiscono ad aumentare potentemente la efficienza del Porto.
I GRANDI ELEVATORI DI CARBONE
Depositi olii minerali
Tra quelle che, pur essendo state iniziate negli anni decorsi, sono state perfezionate o completate in ogni loro parte nel 1928, oltre ai grandi magazzini per cotoni per mq. 11.000 di superficie coperta, costruiti dalla Società Esercizio Magazzini al Molo Vecchio, ricorderò il grande stabilimento della Società Generale degli Olii Minerali, a levante della Calata Stefano Canzio, e quello per gli Olii Lubrificanti della «Vacuum Oil» alla Calata della Sanità.
Specialmente notevole lo stabilimento per gli Olii Minerali che è capace, nei suoi otto serbatoi metallici, di oltre quarantamila tonnellate di olii combustibili.
I DEPOSITI PER GLI OLI MINERALI
La grande centrale termo-elettrica
La grandiosa Centrale termo-elettrica, la cui costruzione fu iniziata nel 1927 a cura del Consorzio Centrali Termiche, alla radice del ponte S. Giorgio. è completamente ultimata, come edificio e pressoché anche negli impianti interni dei macchinari.
Per la celerità di costruzione, per la potenza e la bontà dei macchinari impiantati, questo stabilimento costituisce una magnifica prova della capacità dei tecnici italiani e della potenzialità della siderurgia nazionale.
L’edificio misura 275.000 mc. ed è costrutto e racchiuso in una gigantesca ossatura metallica, pesante oltre 6000 tonn.
La centrale è disposta per una potenza totale di 130.000 KW di cui la metà già pronta a funzionare.
L’OFFICINA TERMODINAMICA «CONCENTER»
Lo spianamento del promontorio di S. Benigno
Procedono inoltre alacremente, in base alla legge 9 febbraio 1927, n. 321, le operazioni di esproprio e di demolizione delle proprietà sul colle di San Benigno, per accelerare l`inizio dei lavori di spianamento di questo promontorio che divide Genova da Sampierdarena e la cui eliminazione, non solo faciliterà la fusione delle due città, ma offrirà delle aree pianeggianti per oltre 37 ettari che, con quelle che si otterranno dai riempimenti lungo la spiaggia di Sampierdarena, daranno a Genova quello che finora le mancava per essere un porto franco veramente efficiente: gli spazi necessari agli stabilimenti industriali, che potranno lavorare per l`esportazione in franchigia doganale.
LA NUOVA STRADA GENOVA SAMPIERDARENA
Il nuovo bacino Benito Mussolini
La consegna dei lavori per la prima parte del nuovo Bacino Mussolini dinanzi a Sampierdarena, appaltati per Lire 74.500.000, venne effettuata il 16 aprile di quest’anno e già sono stati eseguiti m. 600, su 800 in progetto, della sottostruttura della diga foranea (Principe Umberto) e la demolizione della soprastruttura del molo di difesa del porticciuolo di servizio per il cantiere dei massi.
Questa prima parte del bacino consterà di due ponti lunghi m. 400 e larghi 130 con relativi magazzeni ed arredamenti, e, com’è detto nella relazione 22 dicembre sopra riportata, aggiungerà al porto 25 ettari di piazzali e ben 1100 m. di banchina praticamente utilizzabile, alla quale potranno lavorare simultaneamente 15 piroscafi accostati: aumenterà cioè di oltre un quinto la capacità del nostro porto 'rendendo possibile (coll’attuale intensità per metro lineare) un movimento annuo di 10 milioni di tonnellate; ma, come ho dimostrato nella relazione 22 dicembre, già riportata, essa sarà insufficiente qualora si voglia che questo movimento si svolga in maniera più comoda e più economica e cioè ad una quota assai inferiore a quella sforzata di 850 tonn. alla quale è costretto a lavorare oggi.
Riassumendo, possiamo, con giusto orgoglio di Italiani, constatare che il nostro porto lavora con ordine e fervore, che ogni anno accresce la propria attività e che vanta masse lavoratrici di grande abilità, inquadrate e protette come in nessun altro porto del mondo.
Nell’aumentata possibilità di lavoro e di conseguente benessere, le maestranze hanno anzi visto il frutto della disciplina e si sono rese conto della nobiltà della funzione delle classi lavoratrici, quando questa si esplichi nell'orbita e pei fini della Nazione.
Possiamo oggi dire che nel nostro porto, grazie al sincero e sano spirito di collaborazione, che è l’essenza del Fascismo, il lavoro non ha arresti di sorta e che sotto il potere moderatore del Consorzio, fiancheggiato dall’assidua opera dei Sindacati Nazionali, tutte le eventuali divergenze fra datori di lavoro e lavoratori vengono pacificamente ed onestamente risolte.
Questa concordia di animi ci affida che, mercé l’ingrandimento del porto ed il miglioramento delle vie ferroviarie d’accesso, Genova potrà mantenere il primato nel Mediterraneo e reggere vittoriosamente il confronto coi più grandi porti stranieri.
Il Presidente
U. Cagni
COCKTAIL DELLE FESTE 2020: L’APERITIVO CON ITALICUS, E NON SOLO..
Le ricette a base di ITALICUS Rosolio di bergamotto completano il menu di Natale e Capodanno, dall’antipasto al dolce, con un insolito bere miscelato
Il rosolio di bergamotto rappresenta la storia della liquoristica in Italia, è buono da solo ma può anche facilmente diventare l’ingrediente base per la preparazione di cocktail che hanno il profumo di casa e una moderna leggerezza. Il gusto aromatico del bergamotto di Calabria, le note del cedro di Sicilia e delle botaniche profumate di ITALICUS si sposano bene con i piatti della tradizione legata a Natale e Capodanno, dall’antipasto al dolce.
Per le prossime feste, per accompagnare un aperitivo o per bere miscelato a tavola in modo insolito, ITALICUS propone quindi due ricette semplici da realizzare: l’ITALICUS Spritz, la ricetta del perfect serve per gustare una nuova versione di Spritz con il rosolio di bergamotto, e lo Sgroppino, il cocktail dessert da gustare a fine pasto.
L’ITALICUS SPRITZ, LO SPRITZ REINVENTATO MODERNO
Ingredienti: 1 parte di ITALICUS Rosolio di Bergamotto, 2 parti di Dry Prosecco e 3 Olive Verdi
Preparazione: miscelare in un bicchiere da vino grande, aggiungere i cubetti di ghiaccio e versare il prosecco, guarnire con le olive infilate come perle in un bastoncino. Si può anche provare a sostituire il prosecco con una tonica per gustare una nuova versione di Spritz, dissetante e leggero.
LO SGROPPINO, IL DRINK DESSERT
Ingredienti: 2 parti di Italicus, una pallina di sorbetto al limone o all’arancia, una parte di Prosecco DOC.
Preparazione: posizionare il sorbetto in un thumbler basso o in una coupette e aggiungere Italicus e il prosecco. Decorare con una grattata di scorza di limone fresco per aggiungere un tocco agrumato in più.
Elena Ubertazzi
“OGNI LIBRO È UNA NAVE” LIBRI IN CORSIA PER NAVIGARE LONTANO
Nel 2021, tutte le persone che saranno ricoverate al Sant’Orsola riceveranno in dono un libro. Un compagno di viaggio per attraversare giornate importanti e uscirne arricchiti. È il nuovo progetto con cui Fondazione Sant’Orsola vuole salutare il 2021. Un’idea nata dall’attività dei volontari della Onlus e sviluppata insieme a Coop Alleanza 3.0, nella persona del suo consulente Romano Montroni, presidente del Consiglio scientifico del Centro per il Libro e la Lettura, in collaborazione con le case editrici del gruppo Mondadori.
L’iniziativa vedrà la luce grazie alla generosità di tre sponsor – BPER Banca, Unipol Gruppo e UniSalute – e alla sensibilità delle case editrici del Gruppo Mondadori, che hanno accettato di stampare per l’occasione 24.000 volumi. Tre i titoli: Jane Austen, Emma; Jack London, Martin Eden; Cesare Pavese, La casa in collina. Tre grandi classici, tre libri che durano nel tempo.
Il progetto ha ricevuto, inoltre, il patrocinio del Centro per il libro e la lettura, istituto autonomo del Ministero dei Beni culturali e avrà come testimone lo scrittore Gianrico Carofiglio, che ha riconosciuto il valore dell’iniziativa, la prima del suo genere in Italia.
Non appena l’emergenza sanitaria sarà terminata e i reparti verranno riaperti, saranno i volontari di Fondazione Sant’Orsola a consegnare i libri al letto del paziente. Fino ad allora, la distribuzione avverrà grazie alla collaborazione dei coordinatori infermieristici, che al momento del ricovero, oltre ad assegnare il letto, chiederanno al paziente di scegliere un titolo fra i tre disponibili. Sul sito della Fondazione Sant’Orsola si animerà una comunità virtuale di lettori, dove scambiarsi pareri sui libri proposti ma anche su altre letture.
“I libri sono decisivi non solo per la crescita di una persona – spiega il presidente di Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella – ma anche per il suo benessere: non a caso alcuni pazienti arrivano già con un libro, e lo portano come si porterebbe un salvagente prima di affrontare una traversata in mezzo alle onde; o forse, più semplicemente, come un amico che possa tenere loro compagnia. Ma ci sono tanti che non hanno l’abitudine di leggere, o che magari per qualche motivo non sono riusciti a portare un libro con sé”.
“Nei paesi anglosassoni – racconta Romano Montroni – la biblioterapia è da tempo un’attività riconosciuta: all’interno del National Health Service esiste un dipartimento che si occupa specificamente della lettura come pratica di benessere. Il rapporto tra la salute dell’individuo e l’arte ha radici profonde anche nella nostra cultura; pensiamo, per esempio, ai primi ospedali nati in Italia, come Santa Maria della Scala a Siena: malati e pellegrini erano accolti e curati in sale decorate nel corso dei secoli dai più grandi pittori e scultori senesi, i sofferenti venivano quindi letteralmente ‘immersi’ nella bellezza. Si pensava insomma al benessere in un senso ampio, non soltanto da un punto di vista medico-fisico”.
‘La prima cosa che, forse, deve provare a fare chi attraversa un periodo di fatica, di sofferenza o addirittura di malattia è prendersi cura di sé - aggiunge Enrico Selva Coddè, amministratore delegato Einaudi e Mondadori Libri Trade. - Sembra facile, ma a volte risulta impossibile. Può aiutare allora un gesto. Quel gesto è aprire un libro e rimanere a tu per tu con la voce che parla dalle sue pagine. Una voce che si dedica a noi, al nostro essere un intreccio indissolubile di corpo e immaginazione. Tre classici, perché così come gli amici sono quelli che amiamo rivedere, i classici, ricordando Italo Calvino, sono quei libri di cui si sente dire di solito ‘lo sto rileggendo’, e mai ‘lo sto leggendo’. Che sia l’arguzia e l’ironia di Jane Austen, il coraggio e la tenacia di Jack London, il realismo e la malinconia di Cesare Pavese, di certo questi libri aiuteranno i loro lettori a sentirsi meno soli’.
Esattamente un anno fa, Fondazione Sant’Orsola aveva radunato una ventina di volontari – ex librai, maestre in pensione, appassionati della lettura – facendo partire il progetto “Libri in corsia”. In poche settimane erano stati mappati 1745 libri presenti in alcuni reparti, costruendo un catalogo online da cui i pazienti avrebbero potuto richiedere un volume presente in un altro reparto; i volontari poi avrebbero provveduto a farglielo avere. La pandemia ha bloccato alla radice, per motivi di sicurezza, la possibilità di scambiarsi libri in ospedale. Ma i volontari di Fondazione Sant’Orsola non hanno voluto fermarsi: hanno pensato che, se non si possono prestare, i libri si possono sempre regalare. Da qui, l’idea che si concretizza oggi grazie alla generosità degli sponsor e delle case editrici del Gruppo Mondadori.
Ex Libris Comunicazione
Tel. 02 45475230 e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Carmen Novella, 335 6792295
3 RICETTE PER NATALE DAI TOP CHEF DELLA VAL DI NON
Una ricetta regina d’inverno: Crema di castagne e funghi porcini
Un piatto tutto rosso: Talleri di rape rosse, casolet e ricotta affumicata
Un grande classico: Zelten, il dolce del Natale trentino
Tre ricette perfette per le feste di Natale da tre top chef della Val di Non, la valle trentina delle mele D.O.P. che da qualche è protagonista di un felice rinascimento in cucina, caratterizzato da attenzione per la territorialità, estro e passione.
Il merito è di chef come Silvana Segna, Bruno e Mattia Sicher, Cristian Bertol per cui il percorso partito dalla tradizione non è una trita espressione scarica di senso, ma una festosa ricerca di creatività, tutta orientata verso quello che dovrebbe sempre fare la cucina: rendere felici ed emozionare gli ospiti.
Le ricette che hanno scelto sono facili da preparare, ricche come devono essere i piatti delle feste e piene di sapore: una crema di castagne profumatissima; un primo tutto rosso, perfetto per il Natale; lo Zelten, il dolce natalizio trentino per eccellenza.
Crema di castagne e funghi porcini di Silvana Segna, chef di “Locanda Alpina” – www.locandalpina.it
Silvana Segna è senza ombra di dubbio una delle regine della cucina trentina. E la cucina alla sua “Locanda Alpina” è veramente una questione di famiglia! Della brigata fanno fieramente parte i due figli Francesco e Giulia (il pane fantastico è opera sua) e l’ariosissima sala è coccolata con gentilezza e precisione dal marito Danilo. Sua la carta di vini e distillati, curata con un grande talento che premia i clienti e regala il piacere della scoperta. Le ricette di Silvana sono sempre una gioia: la mano è ferma, la capacità di leggere gli ingredienti straordinaria e la pulizia che arriva in bocca sorprende, emoziona, coinvolge in un percorso di fragranze perfettamente in armonia. Piatti manifesto: gli gnocchi di patate crude alla pancetta tostata e ricotta affumicata, i tortellini al Trentingrana in brodo ristretto ai porcini, la guancetta di vitello brasata alla vecchia maniera e polenta di Storo. Dessert da non perdere per nulla al mondo quando è stagione: Sorbetto alla mela Renetta Ananas (varietà rara del frutteto di famiglia), briciole di mandorla, salsa di cachi e caramello salato.
La ricetta che Silvana ha scelto per il Natale è volutamente semplice, facile da realizzare, ma ricca e piena di sapore!
Ingredienti per 4 persone:
- 450 g di castagne
- 300 g di funghi porcini freschi
- 1 l di brodo di carne
- ½ scalogno piccolo
- 15 g di burro
- 3 cucchiai di olio EVO
- 30 ml di vino rosso corposo
- 1 foglia di alloro
- Sale q.b.
- Prezzemolo per decorare
Preparazione
Incidere le castagne e lessarle per circa trenta minuti in acqua leggermente salata con una foglia di alloro è un cucchiaio di olio EVO. Pulire le castagne, rosolare lo scalogno in una pentola con il burro, bagnare con il vino rosso e far evaporare. A questo punto, aggiungere le castagne pulite e coprire con del brodo di carne. Cuocere per circa 20 minuti frullare e setacciare. A parte saltare brevemente i funghi porcini e adagiarli sulla superficie della crema dopo averla impiattata, decorando con qualche piccola foglia di prezzemolo.
Talleri alle rape rosse, casolet e ricotta affumicata di Mattia Sicher, chef del “Pineta Nature Resort” – www.pinetahotels.it
Mattia Sicher è il nipote del leggendario Bruno, da cui ha raccolto il testimone nella cucina del Pineta Nature Resort, dando perfettamente continuità al percorso di ricerca, incentrato sulle eccellenze del contesto di riferimento di cui la “Cantina del Bruno” è una vera e propria riserva di tesori. Protagonisti di questo spazio, rustico e romantico, complementare al ristorante, sono il Trentino e la Val di Non, con salumi profumatissimi quali la mortandela o le bolle di montagna di Trentodoc, accuratamente selezionate. Ruolo importante nella vocazione al benessere del Pineta l’attenzione alla salvaguardia del territorio e alle colture con tecniche biologiche e biodinamiche. L’olio, per esempio, è quello extravergine dell’Agraria di Riva del Garda, che profuma la carne magnifica delle tagliate. Un'altra fragranza speciale è quella del rosso Teroldego Rotaliano che emulsiona il Guancialino di maiale e ne esalta la seducente tenerezza. Menzione speciale anche per i corsi di cucina in cui veramente si mettono le mani in pasta per imparare a preparare delizie come lo Strudel di Nonna Elsa.
La ricetta che Mattia ha scelto per Natale è piena di sapore e divertente da preparare. E ha il colore delle feste per eccellenza: il rosso!
Ingredienti per 4 persone
Per l’involucro di patate
- 600 g di patate
- 400 g di farina
- 200 g di rape rosse cotte al vapore (vanno bene anche quelle confezionate, meglio se bio)
- 1 uovo piccolo
- 8 g di sale
Per il ripieno
- 60 g di formaggio Casolet (formaggio morbido a latte crudo, presidio Slow Food)
- 1 cucchiaio raso di Trentingrana
- 30 g di ricotta affumicata
- 30 g di ricotta vaccina
* Burro per impiattare
Preparazione
Lavare e lessare le patate con la buccia. Appena cotte, pelarle e schiacciarle con lo schiacciapatate, distribuendole bene su un piano per farle raffreddare. Quando saranno ben fredde aggiungere la farina, l’uovo, le rape rosse passate e amalgamare fino a ottenere un composto liscio e compatto. Dopo averlo diviso in due parti, stenderle con un mattarello fino a ottenere due quadrati dello spessore di 1 cm. Distribuire a piccole cucchiaiate su uno dei due quadrati il ripieno, creato mescolando bene tutti gli ingredienti frullati in precedenza. Coprire con il secondo quadrato e tagliare dando la forma desiderata (come per confezionare dei ravioli). Verificare che siano ben sigillati e cuocere in acqua bollente per 5 minuti da quando inizia a riprendere il bollore. Scolare e servire con burro sciolto in un po’ di brodo e fatto restringere. Segreto per rendere il colore di questa salsa più brillante: centrifugare un po’ di rapa rossa cruda e aggiungerla subito prima di servire.
Zelten trentino di Cristian Berto, chef di Villa Orso Grigio – www.orsogrigio.it
Come per Silvana Segna e Mattia Sicher, anche per Cristian Bertol, la cucina è una questione magnificamente di famiglia, che inizia quando aveva 11 anni. Il padre lo volle, infatti, al suo fianco durante i primi anni della gestione del ristorante. Da quel giorno il percorso di Cristian non si è più fermato, lo ha portato all’estero (anche nella cucina della famiglia reale svedese) e a collaborare con Gualtiero Marchesi ed Henry Chenot. La Val di Non è rimasta, però, casa, con l’ambizione (felicemente soddisfatta) di diventare un punto di riferimento. Il territorio è una tavolozza per creare i suoi piatti guardando al mondo, con un’attenzione maniacale per la materia prima che lo ha portato a creare il proprio orto a 1000 metri di altitudine e a scegliere, per esempio, la ricotta del locale caseificio di Fondo; lo speck di Romeno, a una manciata di chilometri; i rusticani (piccola e rara susina) a un passo dal ristorante. Villa Orso Grigio è anche una questione di famiglia perché in sala a raccontare i piatti di Cristian e a deliziare con il vino, c’è il gemello Renzo. Anche lui tornato in Val di Non dopo un luogo periodo di studio enologico tra le vigne italiane, francesi, spagnole e californiane. La loro sintonia è buonissima!
La ricetta scelta da Cristian è uno dei dolci manifesto dell’arte dolciaria trentina: lo Zelten natalizio. Le ricerche dello chef suggeriscono che fosse già preparato già nel 1700 e conosciuto come Celtero.
Ingredienti
- 500 g di farina tipo ”0”
- 250 g di latte intero
- 20 g di lievito di birra
- 80 g di burro
- 80 g di tuorlo
- 80 g di zucchero
- 20 g di miele
- 200 g di uva sultanina
- 200 g di fichi secchi
- 200 g di noci sgusciate
- 100 g di macedonia di frutta candita
- 100 g di mandorle
- 100 g di pinoli
- 5 g di sale
- 1.Preparazione
- 2.Impastare la farina, il latte, il lievito (sciolto in un po’ di latte tiepido), il burro, i tuorli, lo zucchero e il miele. Quando l’impasto sarà ben incordato, aggiungere tutta la frutta secca tagliata a dadini e l’uvetta precedentemente fatta macerata in un po’ di rum. Far riposare l’impasto per 2 ore e stenderlo su una teglia infarinata, spennellare con uovo e decorare con frutta secca. Lasciar riposare per altri 30 minuti e cuocere a 180° per 35/40 minuti.
Alessandra Agostini
ANALISI UIV-ISMEA: FESTE EFFERVESCENTI NONOSTANTE IL COVID. PREVISTI 1,6 MILIARDI DI BRINDISI A BASE DI BOLLICINE ITALIANE NEL MONDO
A NATALE E CAPODANNO TENGONO I CONSUMI DI SPUMANTI NEL BELPAESE (74 MLN DI BOTTIGLIE ITALIANE) MA SI SPENDERÀ MENO. GIÙ VALORE (-12%) E PREZZO MEDIO (-10%)
Autoctoni, italiani e per tutte le tasche: il Belpaese si conferma protagonista nelle vendite di spumanti nel mondo anche nell’anno del Covid-19. E i consumatori piu’ ‘casalinghi’ di sempre dimostrano, nonostante tutto, di non voler rinunciare a un simbolo delle feste che registra però un effetto sostituzione: giù i top di gamma, Champagne in primis, su i prodotti più accessibili. Il risultato, secondo le stime sui consumi di bollicine nelle prossime festività rilasciate oggi dall’Osservatorio del Vino di Unione italiana vini (Uiv) e da Ismea, è in linea con lo scorso anno sul fronte dei volumi, con 273 milioni di bottiglie tricolore vendute nel mondo sotto le feste (+1,3% sul 2019) di cui quasi 74 milioni in Italia (-2,3%), per un totale su scala globale di oltre 1,6 miliardi di calici made in Italy alzati. Diverso invece il trend a valore, segnalato complessivamente in contrazione del 9% tra domanda interna ed estera.
“Le stime sulle vendite in Italia e all'estero in questa particolare congiuntura – ha detto il segretario generale di Unione italiana vini, Paolo Castelletti - premiano la maggior versatilità di gamma delle bollicine italiane, in grado di reagire con più elasticità alle dinamiche di mercato. Occorre però ricordare come a fronte di una sostanziale tenuta dei volumi, anche i nostri sparkling stiano pagando un caro prezzo sulla partita del valore, all’estero come in Italia. Uiv – ha concluso Castelletti - ritiene quindi fondamentale monitorare un fenomeno da una parte ascrivibile al minor potere di acquisto dei consumatori e a un conseguente effetto sostituzione, dall’altra a inaccettabili condotte speculative riscontrate lungo le catene commerciali off e on line”.
IN ITALIA CONSUMI IN LEGGERA FLESSIONE: -2,8%, A 77 MILIONI DI BOTTIGLIE SOTTO LE FESTE
GDO E OFF-TRADE COMPENSERANNO LE CHIUSURE FORZATE DELL’HORECA
Saranno oltre 77 milioni le bottiglie di bollicine consumate in Italia tra Natale e Capodanno, di queste solo 3,5 milioni parleranno straniero sulle tavole delle feste più autoctone degli ultimi anni. Complessivamente a Natale e Capodanno si stapperà un po’ meno (-2,8%) ma soprattutto per effetto del calo degli sparkling d’importazione (-12,5% meno del 5% del totale), con lo spumante italiano a -2,3% (quasi 74 milioni di bottiglie). Va meglio l’export tricolore, in crescita del 2,7% con quasi 200 milioni di spumanti italiani prossimi al consumo. Secondo il forecast Uiv-Ismea, le prossime feste varranno circa il 35% delle vendite annuali di sparkling in Italia, grazie alle vendite in Gdo e nei canali off-trade che terranno a galla un mercato del fuori casa in coprifuoco. Un effetto sostituzione della domanda italiana che se da un lato mitiga notevolmente la variazione in volume, in valore potrebbe creare al sistema una flessione del fatturato di oltre il 12%, previsto a circa 199 milioni di euro.
CONSUNTIVO ANNO: NEL 2020 MEGLIO LA DOMANDA ESTERA DEI CONSUMI INTERNI
La produzione totale di spumanti tricolore nel 2020 si dovrebbe confermare sugli stessi livelli dello scorso anno, a 776 milioni di bottiglie a fronte di un mercato d’importazione che non arriva a 10 milioni di pezzi (-12,5%). L’incidenza dell’export a volume supera il 73% e quest’anno ha premiato soprattutto le denominazioni export oriented, mentre quelle a metodo classico, il cui mercato è più indirizzato all'horeca italiana, hanno avuto maggiori problemi.
Le Bottiglie delle feste |
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Dati in bottiglie |
Feste 2019 |
Feste 2020 |
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bottiglie 0,75l prodotte |
269.383.388 |
272.872.317 |
1,3% |
bottiglie 0,75l importate |
4.021.002 |
3.518.377 |
-12,5% |
bottiglie 0,75l esportate |
194.027.728 |
199.266.477 |
2,7% |
bottiglie 0,75l consumate in Italia |
79.376.662 |
77.124.217 |
-2,8% |
di cui spumante italiano |
75.355.660 |
73.605.841 |
-2,3% |
Elaborazione dati: Uiv-Ismea
Benny Lonardi