Home
MAKORÈ CELEBRA IL TARTUFO DI FERRARA NEL CUORE DELLA CITTÀ
Una cena d'autore per riscoprire la cultura e il gusto del luogo
28 novembre ore 20.00
Ferrara, città di storia, cultura e di tartufo. Sulle antiche mura, nei parchi cittadini e aree verdi, nutriti da querce, tigli e pioppi (le piante simbolo di un ecosistema sano) cresce uno dei tesori più rari e ambiti della cucina: il tartufo. È qui, in un ambiente unico che lo chef Denny Lodi Rizzini di Makorè, il ristorante fine dining del centro, racconta la straordinaria presenza del tartufo in città attraverso un menu raffinato e ricco di sorprese, capace di celebrare il legame speciale con questo frutto della terra.
Ferrara con il suo terreno alluvionale ricco di biodiversità, è uno scrigno prezioso, un habitat perfetto per diverse specie di tartufo. Questi antichi territori, un tempo paludi, ospitano varietà uniche dal bianco al nero pregiato (che sfida la sabbia dei terreni locali), dal macrosporum all’uncinatum. Un ecosistema ricco, che oggi rivela frutti preziosi a chi ha la pazienza e l’abilità di cercarli.
Il tartufo bianco, il più delicato e aromatico, è un indicatore della salubrità dell’ambiente: una vera "prima donna" che esige il perfetto equilibrio di sole, terreno e umidità per crescere in tutta la sua fragranza, mentre il nero, più tenace e dalle sfumature lievi, arricchisce il paesaggio culinario locale.
Il tartufo bianco, il più delicato e aromatico, è un indicatore della salubrità dell’ambiente: una vera "prima donna" che esige il perfetto equilibrio di sole, terreno e umidità per crescere in tutta la sua fragranza, mentre il nero, più tenace e dalle sfumature lievi, arricchisce il paesaggio culinario locale.
Lo Chef Denny Lodi Rizzini invita a scoprire i sapori del tartufo ferrarese con una cena speciale il prossimo 28 novembre. Ogni piatto verrà accompagnato da diverse tipologie di tartufo, raccolti all’interno del territorio ferrarese, interpretati dallo chef secondo quelli che sono alcuni suoi piatti signature e alcune novità introdotte con il nuovo menu autunnale.
Il percorso inizia con un Amuse-bouche di benvenuto, preludio all’ Uovo poché con erbette ripassate e spuma di zucca. A seguire il Calamaro ripieno con prosciutto di spada, stracciatella e rapa alla soia e il classico Pasticcio Estense, rivisitato dallo chef in chiave vegetale. Si arriva così al Wellington Fish e al dolce Autunno. Il costo della cena è €75,00 bevande escluse
L'esperienza sarà completata da una selezione di vini curata dal sommelier Isacco Giuliani, coadiuvato dal maître Nicola Mantovani e dalla chef de rang Elisabetta Hölzl, che ha scelto eccellenze dell'Emilia-Romagna, con un focus speciale sulle terre Estensi. Gli ospiti avranno così l'opportunità di vivere un percorso completo, in cui ogni assaggio racconta la storia e la cultura enogastronomica di Ferrara.
La cena, oltre a offrire un’esperienza gastronomica raffinata è uno strumento per rendere il tartufo “democratico”, accessibile a tutti e promuoverne la conoscenza con un approccio educativo. Ogni piatto è pensato per celebrare non solo questo fungo ipogeo ma anche per mostrare come esso sia una risorsa del territorio, capace di sostenere una filiera corta “dalla terra al piatto”.
La serata è organizzata in collaborazione con l’Associazione Arci Tartufi di Ferrara, nata nel
2004 per promuovere iniziative e attività tese alla tutela e salvaguardia dell’ambiente come il rimboschimento e la valorizzazione della cultura del tartufo. Grazie all’impegno di questa realtà, che da anni preserva e sviluppa aree tartufigene nella provincia, Ferrara può contare oggi su una ricca varietà di tartufi autoctoni che rappresentano un patrimonio unico per il territorio.
Adele Bandera
LE 21 MIGLIORI PIZZERIE DELLA PROVINCIA DI NAPOLI: LA CLASSIFICA DI PIZZA 2024
Si è conclusa da pochi giorni l'edizione partenopea di DI PIZZA, l'evento itinerante che da anni premia le migliori pizzerie italiane, nato da Garage Pizza in collaborazione con Dissapore.
La provincia di Napoli è indubbiamente quella più ricca di pizzerie di qualità, perfetta emanazione della città partenopea che si è diramata in tutte le direzioni per far nascere realtà di grande livello in grado di distaccarsi anche dalla tradizione sperimentando diverse tipologie di impasti e abbinamenti e, al contempo, in grado di proporre delle ricette storiche declinate in una chiave saporita e moderna; insomma, il meglio dei due mondi.
Dopo aver testato nei mesi precedenti le numerose pizzerie dell'area è stata stilata la consueta classifica e sono state premiate le 21 pizzerie che meglio rappresentano la provincia in questo momento; una selezione paritetica dalla quale partire – e non fermarsi – per mangiare un prodotto di qualità, che si è materializzata in un evento celebrazione durante il quale i pizzaioli hanno collaborato per far provare le proprie creazioni agli invitati all’interno di un’atmosfera sana, genuina e di festa.
Buona scoperta delle pizzerie che abbiamo selezionato per voi!
Di Pizza continua il proprio tour in giro per l’Italia; prossima ed ultima tappa
per il 2024 l'Umbria e cinque nuove mete che non vi riveliamo ancora.
LE 21 MIGLIORI PIZZERIE DELLA PROVINCIA DI NAPOLI
Capri Blu Pizzeria & Bistrot - Torre Annunziata
Casa Caponi - Torre Annunziata
Casa Giglio - Acerra
Ciro Savarese Arzano - Arzano
Diametro 3.0 - Casoria
Gaetano Paolella Pizzeria - Acerra
Hobo Food Explorer - Brusciano
I Caporale Pizzeria - Casalnuovo di Napoli
I Vesuviani - Castello di Cisterna
La Bottega Bruner - Cardito
La Gustosa - Pompei
Le Parùle - Ercolano
PiGreco Pizzeria - Volla
Pizzeria Basta - Nola
Pizzeria da Nino Pannella - Acerra
Pizzeria Michele Botta - Melito di Napoli
Pizzeria Jolly - Palma Campania
Pizzeria Pulcinella - Pomigliano d'Arco
Raf Bonetta Pizzeria - Pozzuoli
Sapureat - Frattamaggiore
Sustable - Volla
Clicca qui per la GUIDA completa
delle 21 migliori pizzerie della provincia di Napoli
La Classifica delle migliori pizzerie italiane Di Pizza è realizzata grazie al prezioso contributo di Molini Pivetti, Solania Pomodoro, Bob Robotics, Emme Distribuzione, Frantoi Cutrera e Radoff; partner che hanno sposato appieno lo spirito dell'iniziativa, permettendoci di fare una selezione imparziale scevra dal tipo di prodotto utilizzato ma improntata unicamente sulla qualità della pizza nel piatto e della pizzeria nel complesso.
Per la tappa di Napoli, infine, abbiamo avuto come Partner Tecnici We are Factory, che si è occupata delle foto e dei video ufficiali, Cantina Iovine, Leffe e San Pellegrino.
CHI SIAMO - Garage.Pizza è il sito specializzato a 360° sul mondo della pizza e di tutto il settore che ruota attorno a questo specifico argomento. Il lettore può trovare guide, approfondimenti, interviste, video, podcast, recensioni ed anche Pizza Advisor, il motore di ricerca sulle migliori pizzerie d’Italia.
netaddiction.it
TIPICITÀ INIZIA DAL GIAPPONE IL SUO LUNGO VIAGGIO VERSO L’EXPO UNIVERSALE DI OSAKA 2025
Delegazione di imprenditori, autorità istituzionali, accademici e giornalisti
Italia e Giappone sempre più connessi, nel segno del buon cibo e della voglia di lavorare insieme su progetti comuni e condivisi! In questa frase si può riassumere il significato della missione appena conclusa da Tipicità nel Paese del Sol Levante.
Cinque giorni di attività ed incontri tra Tokyo, Osaka, Kyoto ed Hiroshima per la corposa delegazione capitanata dal board di Tipicità e composta da Regione Marche, imprenditori, accademici e rappresentanti di istituti scolastici, nonché da giornalisti RAI e Mediaset.
Promossa insieme al Comune di Fermo, l’iniziativa lancia la volata verso Tipicità Festival 2025 programmata a Fermo dal 7 al 9 marzo, ed è stata sviluppata nell’ambito della IX SCIM-Settimana della cucina italiana nel mondo, il format del Ministero degli Esteri che valorizza l’Italian Style.
Dopo un workshop introduttivo a Tokyo, presso la Camera di Commercio italiana in Giappone, la delegazione è stata ospite dell’Ambasciata d’Italia in Giappone per presentare a giornalisti ed operatori professionali la Marche Experience, con un’introduzione precisa ed approfondita dell’Ambasciatore Gianluigi Benedetti. In serata il ristorante italiano “Peperosso” ha ospitato una degustazione di specialità marchigiane realizzata in collaborazione con Food Brand Marche.
Momento clou della trasferta, una serata di gala ad Osaka, sede della prossima Esposizione universale. Grazie alla collaborazione sviluppata con il Consolato Generale d’Italia ad Osaka, dopo aver condotto un’interessante master class sul “brodetto” riservata a chef locali, Gianmarco di Girolami e Davide Marchionni dell’Accademia di Tipicità hanno presentato agli ospiti intervenuti al prestigioso Conrad Osaka Hotel un apprezzatissimo menù in linea con lo slogan della “IX-Settimana della cucina italiana nel mondo”: “Dieta Mediterranea e Cucina delle radici: salute e tradizione”. Nell’occasione Marco Prencipe, Console Generale d’Italia ad Osaka, ha illustrato agli autorevoli convenuti giapponesi l’identità e l’autenticità delle Marche, citando anche passaggi delle liriche del genio-poeta recanatese Giacomo Leopardi.
Sempre ad Osaka, la delegazione ha incontrato anche Kumiko Muraji, premiata nell’ultima edizione di Tipicità Festival come ambasciatrice del gusto e della cucina marchigiana poiché nell'Osteria “La Cicerchia”, della quale è titolare, propone menù marchigiani.
A Kyoto la delegazione è stata ospite del campus dell'Università Ritsumeikan, dove è stato presentato l’accordo di collaborazione che lega l’Ateno giapponese all’Università di Camerino per lo scambio di docenti e studenti nell’ambito delle scienze del cibo. Presente anche l’Ambasciatore Mario Vattani, Commissario Generale dell'Italia per Expo Osaka 2025, che ha presentato alla delegazione le opportunità della presenza italiana all’importante evento in programma nel prossimo semestre 13 Aprile-13 Ottobre.
Ad Hiroshima, invece, la delegazione è stata ospite della Mazda per visitare il museo della casa costruttrice nipponica, che è partner di Tipicità Festival e detentrice di una filosofia produttiva molto in linea con i valori umanistici che Tipicità esprime. Ora, il prossimo appuntamento è a Fermo per la 33ª edizione di Tipicità Festival, prima della grande volata verso oriente, con obiettivo Expo Osaka 2025!
ANGELO SERRI
“FONTINAMI 2025”
TORNA L’EVENTO CHE PORTA LA FONTINA DOP NELL’ALTA RISTORAZIONE MILANESE
E’ stata presentata a Milano la 4° edizione dell’evento promosso dal Consorzio DOP Fontina
12 i ristoranti che parteciperanno alla manifestazione in programma dal 10 al 23 febbraio 2025
Bottega Lucia, Bu:r, Ciz Cantina&Cucina, Daniel Canzian, Il Liberty, Innocenti Evasioni, Locanda alla Scala, Osteria Brunello, Ratanà, Raw Restaurant, Stendhal Milano, Testina
Sono stati presentati oggi, alla Terrazza Palestro a Milano, i protagonisti della quarta edizione di “FontinaMI”, l’evento diffuso, promosso dal Consorzio Produttori e Tutela della DOP Fontina, che si svolgerà da lunedì 10 a domenica 23 febbraio 2025. Anche quest’anno saranno 12 i ristoranti milanesi coinvolti, tra new entry e veterani della manifestazione, ma con una novità: gli chef saranno chiamati a cimentarsi con una delle tre nuove tipologie di Fontina DOP.
Il Presidente del Consorzio Andrea Barmaz e la conduttrice radiofonica e docente Francesca Romana Barberini hanno invitato sul palco gli chef per estrarre a sorte la tipologia di Fontina DOP con cui realizzeranno il piatto inedito da inserire in menu durante le due settimane di “FontinaMI 2025”. Ecco nel dettaglio gli chef protagonisti e l’abbinamento estratto:
BOTTEGA LUCIA - Via Ravizza, 4 – NOVITA’ 2025
Riccardo Onni (maitre e socio) realizzerà un piatto inedito a base di “Fontina DOP Alpeggio”
BU:R - Via Mercalli, 22 – NOVITA’ 2025
Lo chef Eugenio Boer realizzerà un piatto inedito a base di “Fontina DOP Alpeggio”
https://www.restaurantboer.com/
CIZ CANTINA E CUCINA - Viale Premuda, 44
Lo chef Mina Nassif realizzerà un piatto inedito a base di “Fontina DOP”
https://www.cizcantinaecucina.it/
DANIEL CANZIAN - Via Castelfidardo ang. Via san Marco
Lo chef Daniel Canzian realizzerà un piatto inedito a base di “Fontina DOP”
IL LIBERTY - Viale Monte Grappa, 6
Lo chef e patron Andrea Provenzani realizzerà un piatto inedito a base di “Fontina DOP Lunga Stagionatura”
INNOCENTI EVASIONI - Via Giuseppe Candiani, 66
Lo chef Tommaso Arrigoni realizzerà un piatto inedito a base di “Fontina DOP Lunga Stagionatura”
https://innocentievasioni.com/
LOCANDA ALLA SCALA - Via dell’Orso, 1
Lo chef Francesco Iob realizzerà un piatto inedito a base di “Fontina DOP Alpeggio”
OSTERIA BRUNELLO - Corso Garibaldi, 117
Lo chef Vittorio Ronchi realizzerà un piatto inedito a base di “Fontina DOP Alpeggio”
https://www.osteriabrunello.it/
RATANA' - Via Gaetano de Castillia, 28
Lo chef Cesare Battisti realizzerà un piatto inedito a base di “Fontina DOP Lunga Stagionatura”
RAW RESTAURANT - Corso di Porta Romana, 45 – NOVITA’ 2025
Lo chef Enrico Ferrari realizzerà un piatto inedito a base di “Fontina DOP”
STENDHAL Milano – via Ancona – NOVITA’ 2025
Lo chef Alassane Diop realizzerà un piatto inedito a base di “Fontina DOP Lunga Stagionatura”
TESTINA MILANO - Via delle Abbadesse, 19
Lo chef e patron Massimo Motola realizzerà un piatto inedito a base di “Fontina Dop”
La formula della manifestazione non cambia: i dodici locali milanesi, tra ristoranti tradizionali e quelli noti anche per la proposta aperitivo, proporranno in carta un piatto creato appositamente per “FontinaMI” con una delle tre tipologie di Fontina DOP e offriranno in omaggio, ai clienti che sceglieranno quel piatto, un entrée davvero speciale: un amuse-bouche, anch’esso inedito, affiancato da un assaggio di Fontina in purezza (ndr, i piatti saranno resi noti più avanti).
“FontinaMI - ha sottolineato il Presidente Barmaz – “è un modo per portare la Fontina DOP fuori dai confini valdostani e far “toccare con mano” al pubblico internazionale di Milano la grande versatilità di questo formaggio che, al di là della classica fonduta, può essere utilizzato anche in maniera inedita e creativa come ci hanno dimostrato negli anni gli incredibili professionisti che hanno accettato il nostro invito e che ringrazio ”. La manifestazione ha coinvolto finora 41 ristoranti nelle cui cucine è arrivata quasi 1 tonn di prodotto e sono state create 86 ricette inedite per circa 9000 piatti serviti fino alla scorsa edizione.
Secondo una recente ricerca Nomisma più del 65% degli italiani dichiara di pranzare o cenare fuori casa almeno due o tre volte al mese per motivi diversi dal lavoro, ricercando per la maggior parte (32%) “felicità e soddisfazione” grazie a esperienze culinarie che prediligono materie prime di qualità. Il legame con la ristorazione è, dunque, fondamentale per i prodotti tutelati perché chef e personale di sala possono esserne i primi ambasciatori. Francesca Romana Barberini ha affrontato il tema con il Direttore del Consorzio Fontina, Fulvio Blanchet presentando la ricerca voluta da AFIDOP, l’Associazione Formaggi Italiani DOP, da cui emerge come i formaggi italiani certificati siano di casa in un ristorante italiano su 4 (25,3%), ma solo 1 su 10 li valorizza riportando correttamente la denominazione in menu.
“Lo studio – afferma Blanchet – ha rivelato come la Fontina sia presente nel 3,3% dei 21.800 ristoranti analizzati, a Nord così come a Sud del nostro Paese, ed è citata quasi sempre in maniera corretta, ma l’acronimo DOP, Denominazione d’Origine Protetta, viene spesso tralasciato eppure esso porta con sé un grande valore in termini di qualità, territorialità e sicurezza del prodotto. E’ un messaggio che vogliamo far arrivare ai nostri amici ristoratori: sfruttate questo valore evidenziando la presenza di un prodotto DOP in menu così come già accade per il vino”. L’Italia, ha proseguito Blanchet, ha inventato il sistema delle denominazioni riprese poi anni dopo dall’Unione Europea per la lista dei prodotti tutelati.
La ricerca ha dato vita alle Linee Guida, realizzate da AFIDOP in collaborazione con FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) a supporto degli operatori della ristorazione (gratuitamente disponibili su https://www.fipe.it/wp-content/uploads/2024/07/FIPE-AFIDOP_linee-guida-ristorazione.pdf)
L’evento di oggi è stato naturalmente anche l’occasione per parlare, alla stampa e agli ospiti presenti, del prodotto Fontina DOP, simbolo della Valle d’Aosta, nato 800 anni fa proprio tra le vette più alte d’Europa con le sue sorgenti naturali e i prati ricchi di mille varietà autoctone di fiori ed erbe di montagna, e che ancora oggi soltanto qui viene prodotto, stagionato e confezionato acquistando il suo sapore dolce e l’aroma delicato.
Con circa 400 mila forme, la Fontina Dop è l’8° formaggio di latte vaccino per volumi tra i formaggi DOP italiani ed è uno dei pochi ad essere realizzato solo con latte intero crudo (non trattato termicamente). Circa il 15% della produzione va all’estero, per un valore di oltre 7 milioni di euro, prevalentemente nel mercato nordamericano che raggiunge circa 30% dell’export totale. “La nostra filiera – interviene il Presidente Barmaz - sta vivendo un momento favorevole. Abbiamo una crescita della domanda e un miglioramento della valorizzazione del prodotto che, associata ad una corretta redistribuzione del reddito in filiera, sta garantendo maggiore redditività a tutte le nostre aziende. Volendo evidenziare una criticità direi il ricambio generazionale. Per noi così come per altre filiere zootecniche e lattiero casearie ubicate nelle zone di montagna, non è facile trovare manodopera qualificata sul territorio.”
Ultimo tema affrontato è quello della sostenibilità. Il ciclo di produzione della Fontina DOP può essere considerato a basso impatto ambientale per diversi motivi, primo tra tutti l’ambiente a misura d’uomo della Valle d’Aosta. E’ a filiera corta perché quando la lavorazione non avviene nello stesso luogo di mungitura, il latte deve essere consegnato al caseificio di lavorazione entro 2 ore al massimo evitando così lunghi tragitti nel trasporto del latte; il foraggio è coltivato senza l’utilizzo di fertilizzanti e concimi chimici, rispettando i tempi della montagna attraverso la rotazione dei pascoli; Il letame viene utilizzato come concime naturale (con quello di quattro animali viene concimato circa un ettaro di terreno) e l’acqua viene riutilizzata per evitare sprechi; a differenza della maggior parte delle produzioni casearie che usano fermenti commerciali, nella Fontina DOP si utilizzano batteri lattici presenti nelle microflore valdostane, selezionati e conservati dal Consorzio DOP Fontina. Il fermento della Fontina DOP è dunque anch’esso autoctono; la stagionatura delle forme avviene prevalentemente in grotte a temperatura e umidità naturali; infine, anche porzionatura e confezionamento avvengono all’interno del territorio della Valle d’Aosta.
Sono intervenuti, inoltre, Enrico Meta, Direttore commerciale di Jambon de Bosses DOP, Nicolas Bovard, Presidente della Cooperativa Cave Mont Blanc, e Alessandro Jans, Presidente della Cooperativa Caves de Donnas, che hanno parlato del territorio della Valle d’Aosta e delle sue altre produzioni (vedi comunicati allegati).
Al termine tutti i partecipanti sono stati invitati alla degustazione delle tre tipologie di Fontina DOP, degli altri prodotti valdostani presenti oltre al buffet arricchito dal “Risotto alla Fontina DOP Lunga Stagionatura, caramello di radicchio al vino rosso e polvere di radicchio” firmato dallo chef di Terrazza Palestro Stefano Mocellin.
Sono stati presentati oggi, alla Terrazza Palestro a Milano, i protagonisti della quarta edizione di “FontinaMI”, l’evento diffuso, promosso dal Consorzio Produttori e Tutela della DOP Fontina, che si svolgerà da lunedì 10 a domenica 23 febbraio 2025. Anche quest’anno saranno 12 i ristoranti milanesi coinvolti, tra new entry e veterani della manifestazione, ma con una novità: gli chef saranno chiamati a cimentarsi con una delle tre nuove tipologie di Fontina DOP.
Il Presidente del Consorzio Andrea Barmaz e la conduttrice radiofonica e docente Francesca Romana Barberini hanno invitato sul palco gli chef per estrarre a sorte la tipologia di Fontina DOP con cui realizzeranno il piatto inedito da inserire in menu durante le due settimane di “FontinaMI 2025”. Ecco nel dettaglio gli chef protagonisti e l’abbinamento estratto:
La formula della manifestazione non cambia: i dodici locali milanesi, tra ristoranti tradizionali e quelli noti anche per la proposta aperitivo, proporranno in carta un piatto creato appositamente per “FontinaMI” con una delle tre tipologie di Fontina DOP e offriranno in omaggio, ai clienti che sceglieranno quel piatto, un entrée davvero speciale: un amuse-bouche, anch’esso inedito, affiancato da un assaggio di Fontina in purezza (ndr, i piatti saranno resi noti più avanti).
“FontinaMI - ha sottolineato il Presidente Barmaz – “è un modo per portare la Fontina DOP fuori dai confini valdostani e far “toccare con mano” al pubblico internazionale di Milano la grande versatilità di questo formaggio che, al di là della classica fonduta, può essere utilizzato anche in maniera inedita e creativa come ci hanno dimostrato negli anni gli incredibili professionisti che hanno accettato il nostro invito e che ringrazio ”. La manifestazione ha coinvolto finora 41 ristoranti nelle cui cucine è arrivata quasi 1 tonn di prodotto e sono state create 86 ricette inedite per circa 9000 piatti serviti fino alla scorsa edizione.
Secondo una recente ricerca Nomisma più del 65% degli italiani dichiara di pranzare o cenare fuori casa almeno due o tre volte al mese per motivi diversi dal lavoro, ricercando per la maggior parte (32%) “felicità e soddisfazione” grazie a esperienze culinarie che prediligono materie prime di qualità. Il legame con la ristorazione è, dunque, fondamentale per i prodotti tutelati perché chef e personale di sala possono esserne i primi ambasciatori. Francesca Romana Barberini ha affrontato il tema con il Direttore del Consorzio Fontina, Fulvio Blanchet presentando la ricerca voluta da AFIDOP, l’Associazione Formaggi Italiani DOP, da cui emerge come i formaggi italiani certificati siano di casa in un ristorante italiano su 4 (25,3%), ma solo 1 su 10 li valorizza riportando correttamente la denominazione in menu.
“Lo studio – afferma Blanchet – ha rivelato come la Fontina sia presente nel 3,3% dei 21.800 ristoranti analizzati, a Nord così come a Sud del nostro Paese, ed è citata quasi sempre in maniera corretta, ma l’acronimo DOP, Denominazione d’Origine Protetta, viene spesso tralasciato eppure esso porta con sé un grande valore in termini di qualità, territorialità e sicurezza del prodotto. E’ un messaggio che vogliamo far arrivare ai nostri amici ristoratori: sfruttate questo valore evidenziando la presenza di un prodotto DOP in menu così come già accade per il vino”. L’Italia, ha proseguito Blanchet, ha inventato il sistema delle denominazioni riprese poi anni dopo dall’Unione Europea per la lista dei prodotti tutelati.
Manuela Adinolfi
IL SISTEMA IDROPONICO PROPOSTO DA HORTOPRO
|
|
|
|
|
|
|
|
|