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FINO AL 70% IN MENO DI UTILIZZO DI FARMACI ANTIBIOTICI IN 50 ALLEVAMENTI PIEMONTESI
I risultati del servizio Masti-Stop, il nuovo approccio integrato lanciato da A.R.A.P. due anni fa per la lotta alla mastite bovina e per la riduzione dell’utilizzo del farmaco, stanno dimostrando la piena validità delle ipotesi di partenza.
A poco più di due anni dal lancio di Masti-Stop, l’innovativo servizio di consulenza tecnica promosso dall’Associazione Regionale Allevatori del Piemonte (A.R.A.P.), i risultati ottenuti sul campo dimostrano la validità e la funzionalità delle ipotesi di partenza che hanno portato all’implementazione della strategia operativa. E la risonanza che il servizio ha avuto a livello nazionale oltre ai numerosi approfondimenti pubblicati sulle riviste di settore confermano quanto sia vincente l’approccio di sistema per affrontare il problema.
Masti-Stop rappresenta infatti un nuovo servizio di consulenza in grado di affrontare in modo integrato le problematiche in allevamento per ridurre il livello di cellule somatiche, contrastare la mastite bovina e soprattutto ridurre l’utilizzo del farmaco in stalla. Il servizio nasce in conseguenza dell’emanazione delle “Linee Guida per l’utilizzo prudente degli antibiotici in medicina veterinaria (2015/C 299/04)” che si poneva l’obiettivo di sensibilizzare gli allevatori verso un nuovo approccio al problema e di creare una nuova consapevolezza per una gestione aziendale globale e preventiva e non più puntuale, cioè solo quando si manifesta il problema in maniera acuta (es. i mesi estivi) oppure solo attraverso l’analisi di uno o pochi aspetti gestionali (es. solo attraverso l’analisi dei campioni di latte).
Peculiarità del servizio Masti-Stop di A.R.A.P.
Il servizio Masti-Stop di A.R.A.P. fornisce principalmente un supporto tecnico e gestionale all’allevatore per un’analisi globale della situazione di stalla; permette inoltre di individuare le eventuali criticità di cui l’allevatore ha percezione e degli obiettivi che si pone nel breve-medio periodo; suggerisce un pool di interventi tecnici su vari livelli per affrontare e risolvere le problematiche; e infine opera con un monitoraggio mensile dei dati aziendali e della qualità del latte per la verifica dei risultati ottenuti.
I tecnici del team di Masti-Stop partono da un’analisi dettagliata e imprescindibile dei dati mensili (il grande patrimonio del Sistema Allevatori) rilevati dal Controllo funzionale da parte dell’Associazione regionale e con il coordinamento dell’Associazione Italiana Allevatori (A.I.A.) su produzioni, qualità del latte, eventi in capo al singolo animale come soggetti venduti o deceduti - solo per citarne alcuni - e definiscono un quadro iniziale delle problematiche di stalla; poi ogni mese verificano l’efficacia degli interventi correttivi attuati in allevamento. Per ogni caso specifico i tecnici specialisti adottano una strategia “su misura” in grado di affrontare anche problematiche connesse alle strutture aziendali, alle fasi di mungitura, alla funzionalità degli impianti e al monitoraggio delle mastiti.
“La corretta gestione delle mastiti con le analisi di laboratorio rapide e precise degli eventuali batteri responsabili del problema e l’individuazione dei principi attivi ai quali i batteri sono sensibili o resistenti per stabilire l’eventuale trattamento farmacologico (antibiogramma) rappresenta un passaggio fondamentale per l’allevatore al fine di utilizzare i farmaci in maniera razionale”. Prof. Paolo Moroni, del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Milano e referente scientifico di Masti-Stop.
I primi risultati testati su 50 allevamenti piemontesi a due anni dal lancio del servizio Masti-Stop di A.R.A.P.
In effetti l’approccio di sistema di Masti-Stop, con gli interventi tecnici e di controllo a cadenza mensile, effettuato su 50 allevamenti piemontesi, ha consentito di registrare in due anni un trend positivo connesso alla diminuzione dell’indice citologico già a partire dal terzo-quarto mese di consulenza e una significativa riduzione nell’uso dell’antibiotico relativamente all’attività di prevenzione dell’insorgenza di mastite. Come conferma il Dott. Marco Coraglia, Medico Veterinario specializzato nel settore “Qualità latte e mastiti”: “Attraverso il calcolo della Dose Giornaliera Definita (DDD) abbiamo riscontrato nelle stalle seguite dal team di Masti-Stop una riduzione dell’utilizzo del farmaco variabile dal 30 al 70%”.
L’antibiotico -resistenza
I dati sul consumo degli antibiotici negli allevamenti sono fondamentali per cercare di promuovere un utilizzo razionale dell’antibiotico e per contrastare l’antibiotico-resistenza, che riscontra ormai un interesse globale e coinvolge sia la salute umana che animale e i vari settori dell’agricoltura. L’uso prudente degli antibiotici deve favorire un impiego più razionale e mirato, che porti a una progressiva riduzione degli antibiotici stessi, limitandoli solo alle situazioni in cui siano necessari, sulla base cioè di
diagnosi cliniche e, ove possibile, dei risultati di test microbiologici di sensibilità.
Fondamentale in questa attività anche l’operatività del Laboratorio Analisi di A.R.A.P., sito a Cuneo in frazione Madonna dell’Olmo e inaugurato il 23 marzo 2018, che analizza circa un milione di campioni l’anno (prevalentemente di latte) e rappresenta una struttura d’eccellenza a livello regionale e non solo, moderna ed efficiente, per la prevenzione delle patologie animali al servizio degli allevatori e di tutti gli operatori del settore zootecnico e agroalimentare.
“Il nostro obiettivo è quello di fornire nel minor tempo possibile l’analisi batteriologica sul campione consegnato in laboratorio con il relativo antibiogramma al fine di permettere l’intervento in stalla entro 48 ore al massimo”, spiega Daniele Giaccone, Responsabile Laboratorio Analisi A.R.A.P. “
Gli allevatori interessati ad approfondire il progetto possono contattare l’A.R.A.P. al numero 0171-410836 o tramite email a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. per richiedere una prima visita informativa gratuita.
Claudio Zitoli
DAZI USA. PERICOLO SCAMPATO PER I VINI TOSCANI
Dazi Usa. Pericolo scampato per i vini toscani, Brunelli (Cia): «Sospiro di sollievo, Usa primo mercato export per nostre produzioni»
«Ottima notizia per i vini toscani la decisione del governo Usa di non penalizzare prodotti italiani nella revisione delle liste di merci Ue colpite dai dazi Usa, e di continuare così ad escludere dalle tariffe il vino (oltre ad olio e pasta) che era un prodotto a rischio. Considerando che i vini toscani di qualità (dal Brunello di Montalcino, al Chianti Classico al Nobile di Montepulciano) hanno nel marcato Usa il primo canale di vendita, possiamo sicuramente tirare un sospiro di sollievo, in particolare in questo periodo post emergenza Covid dove i nostri prodotti agroalimentari di qualità provano a ripartire». A sottolinearlo è il presidente di Cia Agricoltori Italiani della Toscana Luca Brunelli, in seguito alla semestrale revisione delle misure adottate in attuazione della sentenza dell’Organizzazione mondiale del Commercio (Wto) sui sussidi Airbus, prevedendo incrementi solo per alcune categorie di merci provenienti da Francia e Germania.
Cia Toscana ritiene indispensabile continuare l'azione politico-diplomatica che ha portato all'esito positivo odierno e chiede nuove soluzioni negoziali che azzerino la stangata ancora in vigore (+25%) imposta su formaggi, salumi e liquori italiani.
“Cia è preoccupata anche per i nuovi dazi annunciati su prodotti della Francia e della Germania – aggiunge Brunelli -, che non potranno non avere ripercussioni per il nostro Paese: la chiusura dello sbocco Usa per quelle merci creerà necessariamente una sovraofferta nel mercato interno. Restiamo, comunque, fiduciosi che il lavoro negoziale del Commissario Hogan con l'amministrazione Usa possa risolvere una volta per tutte questa lunga guerra commerciale, anche in vista dell'atteso verdetto dell'arbitrato Wto sulla controversia Boeing, che dovrebbe risolversi in modo positivo per l’Europa”.
impress.it
BRUNO GAMBAROTTA ALLA BRINCA!
Saluti dalla Brinca di Ne!
Dopo la riapertura di fine maggio, ecco la prima serata di degustazione con un grande Ospite!
Anteprima de “La Valle dei Sapori -A Tavola con Dante”
BRUNO GAMBAROTTA alla Brinca!
Mercoledì 2 Settembre 2020
Da un’idea di Maura Ferrari e Mauro Boccaccio, giornalisti e autori de Le Moleskine, e in collaborazione con il Comune di Ne, ecco l’anteprima de ”La Valle dei Sapori – A Tavola con Dante” che si terrà a Conscenti giovedì 3 settembre, con ospite d’onore il grande Bruno Gambarotta. scrittore, giornalista, conduttore televisivo, radiofonico e attore astigiano. È anche autore e regista di programmi per la radio e la televisione e, oltre alla scrittura, fra i suoi maggiori interessi figura la gastronomia, materia della quale si è occupato nei libri e in Rai dove ha lavorato a lungo con grandi interpreti. Al nostro incontro alla Brinca di mercoledì 2 settembre con Gambarotta sarà dedicato il menù più tradizionale abbinato ai Vini altrettanto tradizionali della Ricolla di Daniele Parma, che con la sua azienda agricola biodinamica di Ne sta segnando la storia dei Vini di Liguria.
La Cena
Dalle ore 20,00, nell’attesa
Prebugiun di Ne e Testaieu
fatti di farina integrale di grani antichi della Val d’Aveto all’Olio extravergine locale
con Bianchetta Genovese Portofino doc I 2 Vigneti 2019 – La Ricolla, Ne
e a seguire
Gnocchetti di castagna al Pesto di mortaio e verdure
con Berette Colline del Genovesato 2019 (anteprima) – La Ricolla, Ne
Ravioli di erbette cu tuccu di Cabannina
con
Oua Colline del Genovesato, vermentino in anfora, 2019 (anteprima) – La Ricolla, Ne
Lattughe ripiene in brodo
Punta di vitello cotta al forno a legna alle bacche di ginepro
con
Tòseò Portofino Rosso doc 2018 (ciliegiolo+sangiovese) – La Ricolla, Ne
Cobeletto ripieno di marmellata di arance nostrane con gelato di ricotta dell’Aveto
con
Sarvegu Passito Bianco 2018 (vermentino) – La Ricolla, Caffè
€ 55,00 a persona
Coperti limitatissimi!
DIECI RISTORANTI DEL DIANESE FANNO SQUADRA PER PROMUOVERE PRODOTTI TIPICI E TERRITORIO
I Dian (pasta De. Co. di Diano Marina) tornano nei menù di alcuni locali del comprensorio, almeno sino a fine settembre, in abbinamento al vino bianco locale. L'iniziativa, denominata "Il Vermentino in tavola" sta raccogliendo meritati consensi.
Promuovere il consumo del vino tipico delle valli dianesi e proporre specialità legate ai prodotti agricoli locali e alla tradizione. E' il compito che si sono dieci locali del Golfo Dianese per consentire alla clientela di approfondire la conoscenza del territorio e apprezzarlo appieno, anche con il palato.
Dieci ristoranti che hanno deciso di fare squadra e lanciare il progetto "Il Vermentino in tavola", in vista della 27a edizione della rassegna che il Comune di Diano Castello a fine agosto dedicherà proprio al Vermentino. Sino ad inizio autunno nei loro menù figureranno anche i Dian, speciali corzetti che nel 2009 l'Accademia delle tradizioni enogastronomiche della Liguria di Ponente ha registrato come de.co. di Diano Marina e che di recente sono entrate nel nuovo registro regionale dei prodotti a denominazione comunale.
Da qualche giorno, dopo un lungo periodo di assenza, i Dian sono dunque tornati nei ristoranti. A produrli appositamente per questa occasione è stato il rinomato pastificio artigianale Fiorini di Varazze, che nell'impasto ha utilizzato il Vermentino Doc Riviera Ligure di Ponente di un produttore della valle dianese e l'olio extravergine di oliva Dop Riviera Ligure. Tutto questo per un risultato di qualità. Di più: ai clienti che, in abbinata ai Dian, ordineranno una o più bottiglie di Vermentino, sarà consegnata in omaggio una simpatica ice bag, utile per tenere in fresco il vino a tavola. L'iniziativa sta riscuotendo ampi consensi, soprattutto da parte dei turisti, sia italiani che stranieri.
I Ristoranti del Vermentino sono dieci, così suddivisi in base alla località (tra parentesi le singole proposte).
Diano Arentino: Candidollo (Dian al ragù di coniglio).
Diano Castello: Osteria di Castello (Dian al pesto della casa e vongole veraci), Girasole (Dian al ragù bianco di pesce spada, trombette e pinoli), Villa Govi (Dian al ragù di mare e crema di trombette).
Diano Marina: Beach (Dian con pesto, patate e fagiolini), Golosamente (Dian con cozze, salsa alla maggiorana e bottarga artigianale), Il Caminetto (Dian con ragù bianco di vitello), Tirabuscion (Dian al ragù di triglia), Veggia Dian (Dian con calamaretti, pomodori secchi e olive taggiasche).
Diano San Pietro: Osteria Paolomaria (Dian della Valle, con pomodorini, capperi e acciughe).
Oltre a questi dieci locali, fa parte del "circuito" anche il Caffè del Borgo, unico bar di Diano Castello, che propone il Vermentino quale aperitivo e che al proprio interno ha anche una piccola bottega di paese presso la quale turisti e visitatori del borgo possono acquistare il Vermentino Doc della valle dianese ed altri prodotti tipici.
"Il Golfo Dianese, un po' come tutta la Riviera dei Fiori, è un territorio straordinario, sotto tutti i punti di vista - affermano i promotori dell'iniziativa -. Abbiamo un clima invidiabile, un'entroterra meraviglioso, a due passi dal mare. Si tratta di fare sistema, puntando semplicemente su quello che già esiste, tutto l'anno: prodotti agricoli, enogastronomia, storia e borghi da scoprire, sentieri, colline da cui godere panorami mozzafiato. Valorizziamo queste risorse. Per un turista, già solo i terrazzamenti in cui viene coltivato il Vermentino e i muri a secco che li sostengono sono uno spettacolo".
Il progetto dei Ristoranti del Vermentino è anche sui social (Facebook e Instagram).
Carlo Ferraro
IL CONSORZIO TUTELA DOC DELLE VENEZIE OTTIENE IL RICONOSCIMENTO DEL MINISTERO DELL’AGRICOLTURA
A nemmeno un mese dall’iscrizione della DOP nel registro eAmbrosia da parte della Commissione Europea, il Consorzio Pinot Grigio Delle Venezie DOC ottiene finalmente dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MIPAAF) il riconoscimento ufficiale e l’attribuzione dell’incarico a svolgere le legittime funzioni di promozione, valorizzazione, tutela, vigilanza, informazione (di cui all’articolo 41, comma 1 e 4 della legge 12 dicembre 2016, n. 238 per la DOC delle Venezie).
Con il Decreto Ministeriale dell’11 agosto 2020 si è concluso rapidamente l’iter di richiesta del riconoscimento avviato lo scorso 23 luglio, arrivato, come auspicato dal Consorzio, in tempo per questa vendemmia che tra pochi giorni inizierà in alcune aree di produzione del Pinot Grigio delle Venezie.
È solo nell’aprile del 2017 che viene formalizzata la nascita del Consorzio di Tutela, con la conseguente sostituzione della preesistente IGT e l’obbligo, dal 1° agosto 2018, di imbottigliare solo Pinot grigio Delle Venezie DOC. “A nome del Consiglio di Amministrazione e di tutti i nostri Soci desidero ringraziare il MIPAAF non solo per la professionalità e disponibilità dimostrate, ma anche per la rapidità nella gestione della pratica per il conseguimento del riconoscimento del nostro Consorzio” dichiara il Presidente Albino Armani e continua “Ora diventiamo ufficialmente soggetto attivo anche nell’ambito dei finanziamenti per la promozione e valorizzazione del Pinot grigio Delle Venezie DOC e potremo ripartire nel 2021 con un’offensiva decisa sui mercati mondiali. Questo ultimo traguardo, conseguito grazie all’impegno illuminato, la dedizione e la grande competenza di Bepi Catarin, premia il lavoro svolto in modo sinergico e coordinato dalle regioni Veneto e Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e dalla Provincia Autonoma di Trento, al fine di tutelare e accrescere il valore della nostra filiera vitivinicola, che rappresenta il primo vino bianco fermo delle nostre esportazioni e una grande ricchezza del nostro sistema vitivinicolo nazionale”.
Ora più che mai questa Denominazione interregionale entra a pieno titolo nel ruolo di tutela, promozione e informazione di un’unica grande identità condivisa e radicata nel territorio delle Venezie, il Pinot grigio, allo scopo di affrontare in maniera coordinata i mercati internazionali, definendone uno stile e tutelandone l’immagine nel mondo. Per l’anno prossimo il Consorzio punta non solo a rafforzare ulteriormente le posizioni acquisite sulle principali piazze di riferimento – tra cui UK e USA, animati da turbolenze legate ai temi Brexit e dazi che preoccupano la filiera – ma intende aprire una strada anche verso Paesi nuovi, dove il Pinot grigio delle Venezie è assente o marginalmente presente.
Valentina Fraccascia