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PARMIGIANO REGGIANO: IL CONSORZIO VOLA A DUBAI PER GULFOOD
PARMIGIANO REGGIANO: IL CONSORZIO VOLA A DUBAI PER GULFOOD, LA GRANDE FIERA INTERNAZIONALE DEDICATA AL SETTORE ALIMENTARE
Per la prima volta, il Consorzio parteciperà con uno stand autonomo situato nello spazio B1-34 della Hall 1
Dal 16 al 20 febbraio il Consorzio del Parmigiano Reggiano vola a Dubai per Gulfood, la grande fiera internazionale dedicata al settore alimentare che ogni anno raduna più di 5mila espositori e 100mila visitatori da oltre 200 paesi del mondo. Per la prima volta, il Consorzio parteciperà con il proprio stand autonomo (nelle precedenti edizioni era in quota Afidop), situato nello spazio B1-34 della Hall 1 del Dubai World Trade Center.
L’area del Golfo rappresenta uno snodo strategico per l’agroalimentare italiano, in parte come porta d’accesso ai mercati mediorientali ma soprattutto poiché include essa stessa alcuni dei paesi con i redditi pro capite più alti del mondo. Mercati destinati ad avere un peso specifico ancora maggiore grazie a Expo Dubai 2020 – inaugurazione il 20 ottobre 2020 - per la quale si attende un flusso di 25 milioni di visitatori.
La partecipazione a Gulfood si inquadra in un progetto triennale avviato dal Consorzio per sviluppare le potenzialità di mercato nell’area del Golfo, partendo dalle 105 tonnellate di prodotto esportate qui nel 2018. Una ricerca Hirux/Nielsen commissionata ad hoc dal Consorzio ha evidenziato come i consumatori confondano il Parmigiano Reggiano con il generico parmesan. Tanto che, se si considera il giro d’affari dei formaggi a pasta dura nei tre Paesi target (Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita e Kuwait), solo il 30% del mercato appartiene al Parmigiano Reggiano mentre il restante 70% al parmesan.
“La strategia del Consorzio – afferma il presidente Nicola Bertinelli - punta a educare i consumatori arabi alle specificità del Parmigiano Reggiano, un formaggio che si distingue per la selezione degli ingredienti migliori e 100% naturali e il rispetto della stessa ricetta da mille anni”.
Il primo passo del progetto menzionato da Bertinelli è coinciso con il lancio di una campagna pubblicitaria su larga scala in Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Kuwait: il primo spot è andato in onda sui canali Pan Arab e Pan Asia negli ultimi mesi del 2019 mentre il prossimo sarà on air a fine 2020. In parallelo è stata avviata una campagna web su YouTube, Facebook e Instagram per intercettare quanti più consumatori possibili, inclusi i numerosissimi expat che a Dubai costituiscono oltre il 70% della popolazione.
Fabrizio Raimondi
“TI VA UN CAFFÈ?” GALEOTTO FU L’ESPRESSO
Da strumento di interazione a simulacro di socialità
Il caffè espresso nei rapporti sociali e di coppia
In che modo il caffè espresso gioca un ruolo importante nella creazione dei rapporti interpersonali? Perché secondo tanti studiosi “prendere un caffè insieme” diventa un momento decisivo per lo sviluppo della socialità? Il Consorzio di Tutela del Caffè Espresso Italiano Tradizionale ha provato a rispondere affidandosi all’analisi di Massimo Cerulo, Professore di Sociologia all’Università di Perugia e alla Université Paris V Descartes. L’esperto sociologo e autore del libro “La Danza dei caffè” ci rivela come il caffè ricopra una funzione fondamentale di facilitatore di rapporti sociali e, più nello specifico, anche di rapporti di coppia, fino a diventare un vero e proprio elisir d’amore.
IL RUOLO DEL CAFFÉ - IL PARERE DEI SOCIOLOGI
“Sorseggiando il caffè si conversa fra pari, sorridendo. Ci si rapporta all’altro costruendosi reciprocamente una forma di realtà libera, ludica e gratuita che mette tra parentesi ricchezza e posizione sociale, erudizione e fama, capacità eccezionali e meriti dell’individuo - dichiara Cerulo - La socievolezza si può definire una forma ludica di sociazione, ossia di costruzione di una piccola società che si basa sul mettere da parte gli individualismi. In un appuntamento di fronte a una tazzina di caffè, la socievolezza è quella forma di conversazione che si manifesta da subito: aiuta a rompere il ghiaccio, a formulare le prime frasi e domande affinché inizi una prima conoscenza, permette di sfiorarsi con gli occhi e le parole”.
Cerulo ha poi analizzato la letteratura inerente a questo tema, individuando dei punti di contatto. Secondo George Simmel si prende un caffè insieme per i più svariati motivi: incontri di lavoro, di amicizia, famigliari, politici, di associazionismo, ma anche per un primo approccio tra persone appena conosciutesi. In quest’ultimo caso, possiamo sociologicamente parlare della messa in pratica di forme di socievolezza, la quale può anche tradursi in flirt. I due concetti, coniati nei primi anni del Novecento dal sociologo tedesco, si adattano perfettamente alla pratica sociale della consumazione del caffè. Sempre secondo Simmel, per una giusta pratica socievole è necessario rapportarsi all’altro con quello che definisce «sentimento del tatto» (Taktgefühl). Così la socievolezza può diventare civetteria (koketterie, nei termini tedeschi dell’autore) e dare il là a un incontro d’amore. Secondo Cerulo, la consumazione di una tazzina di caffè crea un incontro che dona spesso vita a quel piacere di conversare che, come chiarito dalla nota sociologa Gabriella Turnaturi, si traduce in reciprocità comunicativa, la quale «può realizzarsi solo grazie a un’attenzione comune, alla conoscenza delle regole e ha bisogno di una regia, di una consapevolezza, di una determinata volontà di realizzazione».
CAFFÈ STRUMENTO DI INTERAZIONE
Dunque è chiaro che di fronte a una tazza di caffè espresso, la socievolezza viene facilitata, può manifestarsi attraverso brevi dialoghi, forme discorsive gratuite, libere e che si instaurano per il solo piacere della conversazione, senza altri fini apparenti: dagli incontri fugaci al banco del bar, in cui ci si scambia un saluto accompagnato da brevi dialoghi, ai discorsi più lunghi e articolati che avvengono ai tavoli, dove si può discutere di vari argomenti spesso soltanto per il piacere di farlo.
È chiaro, inoltre, che la socievolezza spesso favorisce la nascita del flirt. Quale migliore occasione del “prendere un caffè insieme” per lasciarsi andare all’arte del corteggiamento? In termini sociologici, il flirtare si configura come un gioco che diventa forma generale d’interazione: una palestra per “fare” società, imparare a stare insieme e, perché no, sedurre l’altro. Di fronte a una tazzina di caffè, il flirt può dunque manifestarsi in diversi comportamenti, verbali e non verbali: da uno sguardo a un movimento delle gambe o delle mani; da una domanda lasciata cadere nella conversazione a una informazione regalata all’altro/a; dalla richiesta di un contatto alla proposta di un nuovo incontro.
“Il caffè espresso è da secoli uno strumento di socializzazione molto importante - dichiara Giorgio Caballini di Sassoferrato, Presidente del Consorzio di Tutela del Caffè Espresso Italiano Tradizionale - Attorno a una tazzina possono svilupparsi relazioni di vario genere, anche amorose. I più grandi sociologi confermano che il caffè espresso gioca un ruolo assolutamente centrale in tutte le nostre vite. In certi casi può diventare addirittura elisir d’amore. E così il 14 febbraio, giorno di San Valentino, il caffè espresso italiano tradizionale potrebbe diventare un protagonista importante della giornata”.
Andrea Pascale
A COMPAGNA: L’ARTE DELL’INFIORATA
A COMPAGNA
MARTEDI’ 18 FEBBRAIO 2020 ALLE ORE 17.00 NELL’AULA SAN SALVATORE IN PIAZZA SARZANO A COMPAGNA ORGANIZZA L’INCONTRO PUBBLICO SUL TEMA «L’ARTE DELL’INFIORATA: LA TRADIZIONE COME VEICOLO DI PROMOZIONE TURISTICA DEL PIETRESE» A CURA DI ANDREA BERGALLO CON INTERVENTI DI BRUNO TESTI E BATTISTA MAZZUCCHELLI
Martedì 18 febbraio 2020 alle ore 17.00 nell’Aula San Salvatore in piazza Sarzano, dall’uscita della metropolitana, A Compagna nell’ambito delle conferenze I Martedì de A Compagna, che l’antico sodalizio cura da oltre quarant’anni, promuove il XIX appuntamento del ciclo 2019-2020: Andrea Bergallo, Bruno Testi, Battista Mazzucchelli: «L’arte dell’infiorata: la tradizione come veicolo di promozione turistica del pietrese».
INGRESSO LIBERO
A Ranzi frazione di Pietra Ligure (SV) ogni anno si ripete una tradizione che si perde nei ricordi del tempo, “La stella di Ranzi” con questa denominazione viene ricordata la realizzazione dell’infiorata. I fiori che vengono adoperati sono fiori di campo e vengono raccolti ad uno ad uno dalla popolazione, il lavoro è lungo e faticoso ma la soddisfazione è tanta. La varietà dei fiori in questa stagione è ampia, ma la raccolta si orienta sempre su cinque o sei colori che sono il giallo, il bianco, il viola, il rosa, il verde ed infine l’azzurro delle ortensie.
La conferenza inizierà dalle origini della “stella di Ranzi”, tradizionale infiorata del Corpus Domini che si svolge ogni anno a Pietra Ligure; proseguirà con la nascita, nel 2004, della rassegna internazionale delle infiorate artistiche “Pietra Ligure Infiore” (la più grande d’Europa) per giungere ad analizzare gli importanti aspetti di promozione turistica – ed anche le ricadute economiche – che questa manifestazione ha sulla città di Pietra Ligure.
Interverranno come relatori: Andrea Bergallo, responsabile del Circolo Giovane Ranzi per l’organizzazione della Rassegna internazionale infiorate artistiche “Pietra Ligure Infiore” e giudice internazionale per le rassegne di infiorate; Bruno Testi, delegato del Circolo Giovane Ranzi all’interno della “Associazione nazionale Infiorate artistiche – Infioritalia”; Battista Mazzucchelli responsabile organizzativo del Circolo Giovane Ranzi per la realizzazione della “Stella di Ranzi”, infiorata del Corpus Domini.
Franco Bampi, Presidente de A Compagna
Info: Per programmi segui il link:
http://www.acompagna.org/rf/mar/index.htm
Per le rassegne fotografiche segui il link:
http://www.acompagna.org/rf/index.htm
La conferenza si tiene nell’Aula San Salvatore della Scuola Politecnica dell’Università di Genova in Sarzano (350 posti a sedere). Si tratta della chiesa sconsacrata che è sulla piazza ed è raggiungibile, oltre che con la metropolitana, da piazza Carignano percorrendo il ponte di Carignano (via Ravasco) oppure lungo la direttrice piazza Dante, Porta Soprana, via Ravecca, Sarzano.
La biblioteca Ezio Baglini della Compagna ha oltre 7000 volumi a tema genovese e ligure ed è consultabile in sede telefonando ai numeri
338-101.7733 oppure 334-323.5411
Aregòrdi
segnalazioni di appuntamenti, anche di altri, fino al prossimo martedì
Mercoledì 12 febbraio 2020 alle ore 16,30
Archivio di Stato, Complesso monumentale di Sant’Ignazio, Via S. Chiara 28 R
Reliquie, reliquiari e rotte mediterranee fra XI e XIII secolo: Genova, Portovenere, Savona
a cura di Clario Di Fabio
Venerdì 14 febbraio 2020 alle ore 17,00
I “Venerdì a Paxo” de A Compagna
Palazzo Ducale, Sala Borlandi della Società Ligure di Storia Patria
Presentazione del libro di Francesco De Nicola
Camillo Sbarbaro - Vedute di Genova
a cura del gruppo de “I Venerdì da Compagna”, coordinato da Francesco Pittaluga con Isabella Descalzo, Luigi Lanzone e Eolo Allegri
Venerdì 14 febbraio 2020 alle ore 20,30
Teatro della Gioventù, via Cesarea 16 - PrimoCanale in diretta
Liguria Ancheu
Ingresso libero con possibilità d’intervento da posto da parte del pubblico
Conduce Gilberto Volpara – ospite fisso Franco Bampi
Martedì 18 febbraio 2020 ore 17.00
I Martedì de A Compagna
L’arte dell’infiorata: la tradizione come veicolo di promozione turistica del pietrese a cura di Andrea Bergallo, Bruno Testi, Battista Mazzucchelli.
ALLA STAZIONE LEOPOLDA DI FIRENZE TORNA IL MASTER DEL CHIANTI CLASSICO
Seconda edizione del prestigioso concorso che nel 2019 ha incoronato Valentino Tesi
Concorrenti da tutta Italia per la competizione frutto della collaborazione tra Associazione Italiana Sommelier e il Consorzio del Gallo Nero
Sarà ancora la Stazione Leopolda di Firenze nel contesto dell’anteprima Chianti Classico Collection 2020, ad ospitare la seconda edizione del Master del Chianti Classico, il concorso dedicato alla denominazione organizzato da AIS Toscana in collaborazione con il Consorzio Vino Chianti Classico e con l’Associazione Italiana Sommelier grazie al quale il vincitore per un anno sarà ambasciatore della denominazione e sarà lui a rappresentare, raccontare e comunicare tale vino negli eventi a esso dedicati. L'istituzione di questo Trofeo, rappresenta un importante elemento di rafforzamento della connessione tra AIS e il Consorzio del Gallo Nero e mira a valorizzare la professione del Sommelier nonché a incrementare la conoscenza e la divulgazione del Chianti Classico stesso.
L’edizione 2020 si terrà lunedì 17 febbraio e la fase finale si giocherà con la formula dei play off tra i primi quattro classificati nelle prove scritte di preselezione e verterà su una prova di comunicazione di servizio e degustazione del vino con abbinamento al cibo.
“Il Master del Chianti Classico ha confermato di avere molto appeal – ha spiegato il Presidente di AIS Toscana Cristiano Cini – perché appena uscito il bando i posti disponibili sono andati subito esauriti. A contendersi questo ambito titolo ci saranno talenti toscani ma anche sommelier da fuori regione; alcuni arrivano infatti dalla Puglia, dal Molise, dal Trentino Alto Adige, dalla Lombardia e dal Veneto. La cosa più importante per approcciarsi a questo concorso sarà dimostrare di avere conoscenza del territorio, delle sfumature e delle differenze delle varie aree del Chianti Classico, delle etichette non solo dei grandi nomi ma anche delle realtà più piccole. Chi ne uscirà vincitore sarà dunque una persona molto preparata che dimostrerà di conoscere molto bene la Denominazione”.
A ribadire l’importanza della collaborazione tra AIS Toscana e Consorzio del Chianti Classico è il Presidente dello stesso, Giovanni Manetti, il quale conferma di essere “felici e onorati di ospitare anche quest’anno nel contesto della Chianti Classico Collection le prove finali del Master del Chianti Classico, da cui uscirà il profilo del più esperto comunicatore dei vini del Gallo Nero”.
In giuria, la Commissione Concorsi di AIS Italia, oltre al vincitore della prima edizione nel 2019 Valentino Tesi, che nel corso dello stesso anno si è altresì aggiudicato i titoli di Miglior Sommelier della Toscana e di Miglior Sommelier d’Italia.
Ufficio Stampa AIS Toscana
Marte Comunicazione snc di Morganti e Tempestini
SAN VALENTINO DA SPURCACCIUN-A E LA RAMPINA
A Spurcacciun-a La Rampina
Innamorati o single? San Valentino può essere un’ottima scusa per gustare una cena gourmet à deux Innamorati o single? San Valentino. Siete tra coloro che aspettano trepidanti la serata di San Valentino per organizzare un tete à tete, oppure vi schierate orgogliosi nelle liste degli anti-romanticismo? Poco importa, per chi AMA l’ottima cucina può essere una serata per gustare menu inediti pensati ed elaborati da chef rinomati.
A San Giuliano Milanese, alle porte di Milano, l’Antica Osteria La Rampina propone un menu dove la tradizione meneghina si fonde con l’ispirazione esotica: Il Carpaccio di ricciola in salsa Mojito con geleé alla mela verde, i Ravioli al nero di seppia ripieni di scampi con consommé di thé nero e fiori, il Gelato alla zucca e zenzero, insolito abbinamento tra l’ingrediente mantovano e la radice che arriva dall’Estremo Oriente. E’ d’obbligo una specifica segnalazione della presenza nel menu di zenzero, ostriche (Branzino al vapore con tartare d’ostrica e aria al Gewurztraminer) e cioccolato (Cuore croccante al cioccolato e nocciole, ripieno di mousse al bergamotto e inserto liquido ai frutti rossi) …
Il menu è composto di sei portate al prezzo di 90 euro, piccola pasticceria, vini e bevande inclusi.
A creare un romantico accompagnamento musicale il duo Big Bubble, violino e voce con un repertorio che spazia dal pop al rock, dal soul fino alla classica, arrangiati in chiave acustica e minimale.
A Savona, lo Chef Simone Perata propone nella cucina del ristorante A Spurcacciun-a un menu di mare: otto portate, accompagnate da stuzzichini di benvenuto ed Entrée in apertura, Pre-dessert e Piccola pasticceria a completare. Tra queste non mancano alcuni dei suoi signature dishes: Il mio Cappon Magro….., un caposaldo della tradizione gastronomica ligure rivisitato grazie alle numerose esperienze estere che hanno caratterizzato la formazione dello chef; Risotto Riserva San Massimo barbabietola, katsuobushi, brus, dove il formaggio cremoso ricavato dalla fermentazione della ricotta della tradizione ligure sposa il katsuobushi, un ingrediente spiccatamente orientale, ottenuto dal tonno essiccato, fermentato ed affumicatoIl menu completo può essere degustato al prezzo di 120 euro a persona. persona.
Speciale in questo caso l’accompagnamento musicale: se la serata lo permette, nella terrazza affacciata sulla spiaggia, le onde che si infrangono sulla riva sono il suono più romantico che la natura ci regala.
Luca Gagliardi - Antica Osteria La Rampina
Executive chef dell’ Antica Osteria La Rampina, è nato in una famiglia di ristoratori e, già giovanissimo, alternava gli studi universitari al lavoro nelle cucine de La Rampina. A 23 anni la sua ambizione lo ha portato a specializzarsi a Le Buerehiesel di Strasburgo, sotto la guida dello chef tristellato Westermann.
Come chef di partita del pesce in questo tempio culinario ha appreso le tecniche più innovative, l’organizzazione del lavoro e il valore estetico dei piatti. Nel 2014 Gualtiero Marchesi gli apre le porte de L’Albereta. Semplicità della materia prima e sensibilità artistica sono i due insegnamenti chiave del Maestro.Oltre a gestire per 4 anni la ristorazione della country house Villa Collepere nelle Marche, Luca Gagliardi incarna oggi l’anima creativa e sperimentale de La Rampina.
Simone Perata - A Spurcacciun-a
Millesimo 1988, lo Chef Simone Perata nasce a Celle Ligure, poco lontano da quella Savona che si rivelerà poi parte importantissima della sua storia. Si diploma come geometra, ma il suo percorso verte già su un’altra rotta, che lo porta ad arruolarsi nella Marina Militare dove, vuoi per sorte o vuoi per alchimistico richiamo inconscio, viene assegnato alla cucina della Guardia Costiera. Quella fu la scintilla decisiva, capace di dare inizio a una passione grandissima che lo portò ben presto a capire cosa ne sarebbe stato di lui. Con l’ambizione molto chiara di voler diventare cuoco, Simone Perata inizia il suo percorso a fianco di giganti della cucina dai quali ha saputo attingere i migliori segreti. L’incontro con Claudio Tiranini avviene presto, a seguito di un periodo trascorso nelle suggestive cucine del Ristorante Del Cambio di Torino. Da lui Simone apprende le basi della cucina tradizionale ligure e l’importanza della materia prima. Il desiderio di migliorarsi e confrontarsi con i grandi che hanno scritto la storia della cucina italiana lo porta alle corti di Gualtiero Marchesi, a Milano.
Fu proprio lui, in seguito, ad indirizzarlo verso la prima esperienza estera al Taillevent di Alain Solivéres a Parigi. Approda poi in Spagna, nelle cucine del Lasarte di Martin Berasategui e Paolo Casagrande a Barcellona, dove contribuisce alla conquista della terza stella Michelin nel 2016. Dopo quattro anni, Simone Perata capisce di essere pronto per ricoprire il ruolo di Chef. E quale posto migliore se non la propria terra natìa per intraprendere questa nuova, grande sfida? Oggi lo troviamo nella cucina a vista del Ristorante A Spurcacciun-a, impegnato a realizzare menù che omaggiano la tradizione ligure ed altri che riportano il calco della sua mano, con la creatività figlia delle sue esperienze internazionali.
A Spurcacciun-a
via Nizza 41, 17100 Savona
Tel. 019 86226392014
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Chiuso il Mercoledì
Antica Osteria La Rampina
via Emilia 3, 20098 Rampina (MI)
Tel. 02 9833273
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Chiuso il Mercoledì
Petra Cucci