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FESTIVAL DELLA MENTE
XV edizione – Sarzana, 31 agosto - 2 settembre 2018
La quindicesima edizionedel Festival della Mente, il primo festival in Europa dedicato alla creatività e alla nascita delle idee, si svolge a Sarzanadal 31 agosto al 2 settembrecon la direzione di Benedetta Marietti. Il festival è promosso dalla Fondazione Carispezia e dalComune di Sarzana (www.festivaldellamente.it).
Tre giornate in cui più di 60 ospiti italiani e internazionali propongono incontri, letture, spettacoli, laboratori e momenti di approfondimento culturale, indagando i cambiamenti, le energie e le speranze della società di oggi e rivolgendosi con un linguaggio sempre accessibile al pubblico ampio e intergenerazionale che è la vera anima del festival.
39 gli incontriper esplorare, attraverso punti di vista molteplici, proposte originali e discipline diverse, il tema del 2018: il concetto di comunità.
«Il concetto di “comunità” da una parte ha l’ambizione di riuscire a cogliere quello che è lo Zeitgeist, lo spirito del tempo, dall’altra può essere declinato in modi diversi, riflettendo così la multidisciplinarietà della manifestazione» spiega Benedetta Marietti «Cosa significa nel mondo attuale la parola “comunità”? Se ne sente ancora il bisogno? E si riuscirà a mantenerne intatte le caratteristiche principali: solidarietà, appartenenza, rispetto e libertà? Attraverso la pluralità e l’eterogeneità delle voci di scienziati, umanisti, artisti, e una divulgazione leggera e appassionante, il Festival della Mente cercherà anche quest’anno di trasmettere l’emozione della condivisione del sapere e di fornirci gli strumenti per interpretare la realtà di oggi, sempre più sfuggente e contraddittoria».
Il programma prevede sempre una sezione per bambini e ragazzi, un vero e proprio festival nel festival con 20 eventi e 4 workshop didattici, curato da Francesca Gianfranchie realizzato con il contributo di Crédit Agricole Carispezia.
Come ogni anno, linfa del festival saranno i 500 giovani volontari, molti dei quali coinvolti in un progetto di alternanza scuola-lavoro, che con generosa energia contribuiscono a creare quel clima di festa e condivisione che si respira nelle piazze e nelle strade di Sarzana durante il festival.
IL PROGRAMMA
Il festival prende il via nel grande tendone di Piazza Matteotti con la lezione inaugurale di Andrea Riccardi, studioso della Chiesa in età moderna e contemporanea. Il fondatore della Comunità di Sant'Egidio apre con una riflessione sul nostro tempo, un tempo del virtuale che vede indebolirsi le reti di prossimità sociali, politiche e religiose e dove il tessuto della società sembra subirne gli effetti: siamo tutti più soli e ciò costituisce un rischio per la sopravvivenza dei più deboli. Mai come oggi è importante interrogarsi su cosa significhi comunità,quando le popolazioni si spostano e nascono inedite convivenze tra persone di storia, etnia e religione diverse.
LA COMUNITÀ DELLA LETTERATURA E DELLA LINGUA
Tutti hanno, nel profondo, il desiderio di andare incontro all’ignoto, di esplorare l’inesplorato, di non farsi corrompere dalla parte più sociale dell’esistenza, di spezzare i vincoli che ci legano alla famiglia, alle origini, a una comunità. Ma è realmente possibile? Se lo chiedono lo scrittore e viaggiatore olandese Jan Brokkene il giornalista e psicologo Massimo Cirriche discutono di solitudine e comunità, della possibilità di rimanere sé stessi in un mondo che obbliga alle relazioni, di avventura, viaggio, individualismo e condivisione sociale, in un evento realizzato in collaborazione con l’Ambasciata dei Paesi Bassi.
Tucidide scrisse che il segreto della libertà è il coraggio. Le scrittrici Serena Dandinie Michela Murgiaraccontano le storie di alcune donne valorose come l’ambientalista Wangari Maathai, l’artista Vanessa Bell, sorella di Virginia Woolf, e la scrittrice Grazia Deledda, che hanno saputo vivere la loro vita al di fuori dei rigidi schemi delle rispettive comunità di appartenenza, aprendosi alla libertà e alla ricerca dei propri talenti.
La scrittrice iraniana Maryam Madjididialoga con la giornalista e autrice Vanna Vannucciniripercorrendo la sua intensa vicenda personale. Maryam ha solo sei anni quando i suoi genitori, comunisti, sono costretti a fuggire verso la Francia da un Iran sempre più oscurantista. Qui trova ad accoglierla una lingua nuova, che lei dapprima rifiuta, per sceglierla infine come unico approdo possibile, respingendo ogni richiamo alle origini. Al festival racconta come abbia trovato poi la forza di volgersi indietro, recuperando la lingua come unico strumento per impadronirsi della memoria e insieme delle proprie radici.
Cosa ci insegna l’Antigone per affrontare le sfide etiche e politiche del XXI secolo? L’autrice pakistana Kamila Shamsie, vincitrice del prestigioso Women’s Fiction Award 2018, si interroga su identità, fede, famiglia e società ai tempi dell’Isis: quali sacrifici siamo disposti a fare in nome dell’amore? E davanti a cosa ci fermeremmo per aiutare le persone che più amiamo?
Secondo il linguista Giuseppe Antonellie la calligrafa Francesca Biasetton, presidente dell’Associazione Calligrafica italiana, la costruzione di una comunità passa per la conquista di una lingua comune: nella nostra storia, soprattutto una lingua scritta. Nel corso del tempo sono cambiati gli strumenti utilizzati per scrivere e, di conseguenza, la forma delle lettere. E oggi che tutti parliamo e scriviamo in italiano, a essersi persa è proprio l’individualità della grafia. Nell’era digitale, riusciamo ancora a lasciare un’impronta?
Le gesta di Orlando, Rinaldo, Angelica e dei paladini di Francia rivivono in “A singolar tenzone” con le parole del contastorie, attore e regista teatrale Mimmo Cuticchio, attraverso una grande varietà di registri che vanno dall’epico al comico, dal drammatico all’onirico e al sentimentale, in un succedersi vertiginoso di duelli, imboscate, incantesimi, voltafaccia, innamoramenti, battaglie e colpi di scena.
LA COMUNITÀ DELLA SCIENZA
Tanti gli scienziati in questa XV edizione del festival. Lo zoologo Carlo Alberto Redi, accademico dei Lincei, dialoga con la biologa Manuela Montisul tema “Comunità e DNA”. Le diseguaglianze e l’esclusione sono in grado di marcare il genoma e di aumentare l’incidenza di gravi malattie, causando uno svantaggio biologico che si trasmette di generazione in generazione e che determina gravi conflitti sociali e alti costi sanitari. L’educazione all’altruismo è invece in grado di assicurare un armonioso sviluppo di una nuova forma di democrazia: una democrazia cognitiva.
Due entità misteriose dominano l’Universo: l’energia oscura, una forza completamente ignota che permea gli spazi interstellari, e la materia, costituita quasi al 90% da materia oscura, mai rilevata da strumenti. Il fisico Cristiano Galbiati, della Princeton University,racconta che sotto il Gran
Sasso nascerà DarkSide, uno dei programmi più avanzati al mondo per la ricerca della materia oscura, che coinvolgerà oltre 350 ricercatori provenienti da istituti italiani e internazionali.
La società moderna è una grande rete complessa, per molti aspetti simile alla rete neuronale del nostro cervello. Le connessioni, i link, sono i responsabili della rapida crescita del web e di Internet, della velocità della comunicazione globale, del diffondersi di informazioni, epidemie e crisi finanziarie, spiega l’informatico Dino Pedreschi, pioniere della Data Sciencee dei Big Data, a capo di un centro di ricerca congiunto fra università di Pisa e CNR. I Big Data ci offrono una nuova prospettiva di osservazione per misurare e prevedere l’emergere di disuguaglianze, la diffusione di innovazioni, la polarizzazione delle opinioni, la diversità e l’intelligenza della comunità.
“Storie dalla torre di Babele” è il titolo della conferenza di due brillanti menti matematiche, Gabriele Lollie Marco LiCalzi: una conversazione a due voci per raccontare l’esistenza di un popolo che possiede una lingua universale e che accumula conoscenze che restano vere per sempre. Nell’antica Grecia li chiamavano “coloro che sono inclini ad apprendere”, noi li conosciamo come “matematici”.
LA COMUNITÀ SOCIALE
I grandi cambiamenti della contemporaneità sono paragonabili a quelli avvenuti durante il Rinascimento, secondo Ian Goldin, fondatore e direttore della Oxford Martin School, il maggior centro mondiale di ricerca sulle sfide del futuro. La crescita a cui si sta assistendo porta con sé nuove forme di rischi sistemici – trasformazione del mondo del lavoro, maggiore ineguaglianza sociale, pandemie, cyber-attacchi, cambiamento climatico – ma è anche densa di opportunità. Quale insegnamento possiamo dunque trarre dal Rinascimento?
La scuola crea la comunità: la scuola superiore laica e pubblica nasce in Italia come progetto generatore di identità nazionale e come strumento di promozione sociale. Il filologo classicoFederico Condelloanalizza le motivazioni per le quali da qualche decennio il nostro sistema di istruzione, che era tra i migliori dell’Occidente, sembra aver tradito questo progetto.
Il regista e drammaturgo Armando Punzo è il fondatore della Compagnia della Fortezza, una compagnia teatrale professionale composta da detenuti. Al festival porta la sua esperienza trentennale nel carcere di Volterra, dove ha scoperto che il teatro non è solo rieducativo, ma crea una nuova comunità, libera, nel luogo di chiusura per eccellenza (sezione approfonditaMente).
Il giornalista francese Bernard Guetta, esperto di politica internazionale, respinge il termine “comunità” a favore di quello di “cittadini”: parlare di “comunità ebraica” o “comunità musulmana”, ad esempio, porta a credere che gli ebrei o i musulmani costituiscano blocchi estranei al resto della varietà nazionale. È falso e pericoloso perché così le minoranze risultano “diverse” agli occhi della maggioranza. I cittadini, invece, sono riconosciuti dallo Stato.
Il sociologo Stefano Allievi, uno dei massimi esperti di migrazioni e di Islam in Europa, invita a una riflessione critica su tutte le questioni che accompagnano le migrazioni attuali, poiché da decenni l’immigrazione è un fenomeno strutturale e non va quindi affrontato in termini di emergenza ma richiede soluzioni che non sottovalutino il malessere diffuso nell’opinione pubblica.
La parola “comunità” ci rassicura, evoca un’entità emotivamente ricca. Però, osserva l’antropologo Marco Aime, ogni giorno quella comunità che immaginavamo va lentamente trasformandosi in qualcosa di diverso: il modello urbano-industriale ha scardinato i principi su cui si fondava la comunità classica, il web e le nuove forme di comunicazione hanno inferto un altro colpo alla socialità comunitaria, le nuove tecnologie accelerano costantemente il tempo. Qual è allora il futuro per la comunità?
Perché il tradimento è universalmente proibito, e al contempo universalmente praticato? Perché anche nei matrimoni felici le persone tradiscono? Un matrimonio a prova di tradimento è effettivamente possibile? La psicoterapeuta e scrittrice belga Esther Perel sostiene che i tradimenti possano insegnarci molto sul matrimonio e sulla società. Offrono uno sguardo sulle nostre attitudini personali e culturali, e il modo in cui attualmente approcciamo l’infedeltà è un riflesso dei complessi cambiamenti in corso nelle comunità di tutto il mondo.
Essere responsabili, essere visibili, misurabili e soprattutto competitivi è diventata oggi un'ingiunzione permanente: “sono stimato, quindi sono”. Ma queste valutazioni sono alquanto paradossali, avverte la filosofa e saggistaAngélique del Rey: in nome del merito, creano un clima di deleteria competizione; in nome dell'oggettività schiacciano le differenze, standardizzano, normalizzano. Come salvarsi da una società che valuta tutto e tutti costantemente?
“Dalla comunità alla cittadinanza: gli ebrei d’Europa di fronte alla modernità” è il titolo dell’incontro con la storica Anna Foa, che ripercorre la storia del declino della presenza ebraica in Europa, tracciando le differenze tra la comunità ebraica dell’Europa occidentale e quella dell’Europa orientale.
Cos’era la comunità, secondo Adriano Olivetti? Lo ricordano il nipote Beniamino de’ Liguori Carino, editore e direttore editoriale di Edizioni di Comunità, il saggista e narratore Giuseppe Lupoe lo storico della cultura Alberto Saibene: è quella parte di territorio che si può attraversare a piedi in un giorno, dove attorno a un centro si irradiano partecipazione politica, servizi, cultura, benessere individuale e collettivo. Oggi, dopo la crisi del socialismo e del capitalismo, quel suo modello è tornato attuale. Nel corso dell’incontro sarà proiettato il documentario Città dell’uomodi Andrea De Sica (sezione approfonditaMente).
Quali sono i nuovi miti di oggi? E come rinnovare una fenomenologia della speranza, oltre il rancore e la nostalgia? A dare una risposta è chiamato Massimiliano Valerii, direttore generale del Censis e curatore dell’annuale Rapporto sulla situazione sociale del Paese, il quale, numeri alla mano, mostra le differenze tra la realtà contemporanea e l’Italia del dopoguerra.
LA COMUNITÀ DELLE ARTI
L’architetto Mario Cucinella, curatore del Padiglione Italiano per la Biennale di Venezia 2018, parla di architettura come azione politica e strumento di rilancio dei territori: una buona architettura risponde alle esigenze del territorio e della sua memoria, quindi bisogna indagare, conoscere e dialogare con chi abita e ricorda.
La bottega rinascimentale rappresentava, nell’Italia centrale del XV secolo, un luogo di produzione del sapere scientifico e di formazione del gusto artistico, dove confluivano conoscenze già acquisite e nuove teorie ottiche e matematiche, come racconta l’architetto e restauratoreAntonio Forcellino. La condivisione dei saperi ha prodotto miracoli, come nel caso dell’impresa collettiva della decorazione della Cappella Sistina.
Giulia Alonzo,Marco Belpoliti,Adriana Polveroni eOliviero Ponte di Pinosi confrontano sul tema “Critica 2.0. Comunicare cultura ai tempi del web”. Da esperienze in campi diversi, una riflessione sul ruolo dell’informazione nel campo della cultura e delle arti, a partire dalla necessità intellettuale e politica di stimolare il pensiero critico (sezione approfonditaMente).
Uno dei più straordinari luoghi comunitari di cui il nostro mondo occidentale abbia mai fatto esperienza è il teatro greco. Il festival propone un incontro-spettacolo per ricreare quell’esperienza estetica di discussione, confronto e critica, fondamenta di qualsiasi comunità. Accompagna le parole dello studioso del pensiero antico Matteo Nucciil rebetiko, la musica tradizionale più diffusa in Grecia e suonata da un gruppo di musicisti greci guidati da Davide Livornese.
… E ALTRE COMUNITÀ
Un insolito progetto di ricerca è quello condotto dal filosofo Roberto Casati, a capo dell'Institut Jean Nicod dell’Ecole Normale Superieure e dell’Ecole des hautes Etudes en Sciences Sociales di
Parigi. Da studioso dei processi cognitivi ha indagato, durante una settimana di navigazione su un cutterin condizioni meteo diverse e con persone diverse (tra cui una scrittrice di haiku, un videomaker, una disegnatrice) l’organizzazione di una comunità che si ritrova a condividere gli spazi angusti di un’imbarcazione. Una barca è infatti un microcosmo esigente: ogni azione ha un significato, ogni progetto è sempre il progetto di una comunità (sezioneapprofonditaMente).
Dal mare alla montagna. Due luoghi differenti accomunati dall’avventura, dal rischio, dalla fatica, dalla passione. L’alpinismo, come il navigare, rappresenta la forza dell’uomo che supera se stesso confrontandosi con i propri limiti, fisici e mentali. Dare il meglio di sé è d’obbligo, perché si mette in gioco la propria vita. È quanto insegna l’alpinista Hervé Barmasse, che ha scalato in sole 13 ore in stile alpino la parete sud dello Shisha Pangma, sull’Himalaya. A Sarzana ci racconta un alpinismo dove la natura, se ascoltata e rispettata, diventa accessibile a tutti e amica dell’uomo.
“La cucina è convivialità” è l’intervento a due voci dello chef stellato Philippe Léveillée del giornalista enogastronomico Marco Bolasco: in cucina si mescolano sapori, ingredienti, storie, identità e origini, ma anche squadre di lavoro sempre più internazionali e multietniche. Inoltre, per definizione, la cucina produce un altro luogo di incontro, quello fra piatto e tavola: qui la comunità prende forma dalla convivialità e permette scambi e condivisioni altrove impossibili.
Non solo la comunità umana è oggetto di indagine al festival: lo scrittore Giuseppe Festa, esperto di educazione ambientale, propone un viaggio alla scoperta della complessa società dei lupi, attraverso aneddoti, video inediti, brevi letture e brani musicali, per conoscere meglio questi affascinanti animali e scoprire se davvero, guardando negli occhi un lupo, guardiamo noi stessi.
Daniele Zovi, scrittore con un’esperienza di quarant’anni nel Corpo Forestale, racconta il bosco come comunità: è infatti il risultato di azioni e reazioni, alleanze e competizioni tra le diverse piante. Queste ultime ci somigliano più di quanto non crediamo, ma abbiamo ancora molto da imparare per rispettarle davvero.
LA TRILOGIA
Tornano le seguitissime lezioni di storia di Alessandro Barbero, che quest’anno propone una trilogia sul tema della Prima guerra mondiale. Si parte con un’analisi delle motivazioni che hanno portato l’Italia a schierarsi nel conflitto, con la dichiarazione di guerra all’Austria il 24 maggio 1915; quindi si ripercorre la sconfitta più bruciante, quella di Caporetto, che evoca ancora oggi ricordi umilianti; si termina con le battaglie di Vittorio Veneto e del Piave, di cui ricorre il centenario. Diceva Prezzolini che «Caporetto è stata una vittoria, e Vittorio Veneto una sconfitta per l’Italia, perché ci si fa grandi resistendo a una sventura ed espiando le proprie colpe, e si diventa invece piccoli gonfiandosi con le menzogne e facendo risorgere i cattivi istinti per il fatto di vincere».
GLI SPETTACOLI
Due grandi musicisti, un autorevole storico dell’arte e tre opere pittoriche. Questi gli ingredienti di un progetto originale, ideato appositamente per il Festival della Mente, con il violoncellista Mario Brunello, il clarinettista Gabriele Mirabassie Guido Beltramini, esperto di architettura rinascimentale italiana, per raccontare con parole e note musicali tre quadri: L’Assunzione della Vergine di Botticini, La resurrezione della carne di Signorelli e un quadro fantasioso della
collezione dell’Atelier dell’Errore, laboratorio di arti visive rivolto ai bambini della Neuropsichiatria infantile dell’Asl di Reggio Emilia.
Altro esempio di generi che si fondono tra loro è quello offerto dallo scrittore napoletano Diego de Silva, cheha creato, con il sassofonista Stefano Giulianoe il contrabbassista Aldo Vigorito, il “Trio Malinconico”, per unire musica e letteratura in una forma di spettacolo che permetta a entrambe le forme espressive di parlare una lingua comune.
La cantautrice palermitana Olivia Sellerioraccoglie in concerto per il pubblico del festival le canzoni da lei scritte e interpretate per la serie televisiva del Commissario Montalbano, evocando con la sua straordinaria voce atmosfere mediterranee, sonorità dell’Atlantico, polvere d’Africa e folk americano.
Torna al festival il Teatro della Cooperativa, con la produzione “Nome di battaglia Lia”: un racconto degli eroismi anonimi delle donne del quartiere milanese di Niguarda attraverso le parole della partigiana Lia e delle sue compagne di lotta. Una storia di libertà che parla della forza della vita, portata in scena dagli attori Renato Sarti, Marta Marangonie Rossana Mola.
Nella doppia veste di narratrice e cantante, l’attrice Maddalena Crippa, accompagnata da un quartetto strumentale, racconta la storia di amori e corteggiamenti e interpreta le canzoni della Vedova allegra, evocando con leggerezza e divertimento le atmosfere dei cabaret berlinesi e dei cafè chantantparigini.
Biglietti: € 3,50 incontri per adulti e bambini (gratuita la lezione inaugurale); € 7,00 approfonditaMente(lezioni-laboratorio della durata di circa 120 minuti); € 8,00 spettacoli.
Informazioni e prevendite (dal 13 luglio): www.festivaldellamente.it
Facebook: @festivaldellamente – Twitter: @FestdellaMente
Instagram: festival_della_mente – Canale Youtube: Festival della Mente Sarzana
Hashtag ufficiale: #FdM18
Cartella stampa e immagini sono scaricabili al link https://bit.ly/2MueDbE
Accrediti stampa: è necessario inoltrare una mail di richiesta all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
non oltre lunedì 20 agosto. Condizioni e dettagli nell’area stampa del sito www.festivaldellamente.it
Ufficio stampa: Delos – 02.8052151 – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
MILANO GOLOSA 2018: LA TRADIZIONE DI DOMANI
Dal 13 al 15 ottobre a Palazzo del Ghiaccio torna Milano Golosa, settima edizione dell’evento ideato da Davide Paolini. Protagonisti artigiani del gusto, vignaioli, osti e cuochi per raccontare la cucina del futuro
La tradizione di domani tra i banchi degli espositori della settima edizione di Milano Golosa. La manifestazione ideata dal Gastronauta© Davide Paolini sarà anche quest’anno un viaggio tra centinaia di artigiani del gusto provenienti da tutta Italia per raccontare la materia prima di qualità tra memoria e ricerca. Ad accompagnarli in questo percorso degustazioni, dibattiti e approfondimenti per parlare in particolare di osterie, innovazione e sostenibilità. L’evento è in programma dal
13 al 15 ottobre 2018, ancora una volta a Palazzo del Ghiaccio di Milano.
I protagonisti di Milano Golosa rimangono gli espositori artigiani presenti per proporre un tour enogastronomico della Penisola. Piccole e medie aziende – selezionate in tutta Italia dal Gastronauta© - che accompagneranno i visitatori alla scoperta di prodotti gastronomici della tradizione, spesso dimenticati e riportati al pubblico in modo nuovo. Non solo artigiani ma anche cuochi, osti, vignaioli, paninoteche saranno con loro per approfondire la tradizione di domani tra show cooking, degustazioni e dibattiti.
L’evento sarà aperto al pubblico sabato 13 ottobre (dalle 12 alle 20:30), domenica 14 ottobre (dalle 10 alle 20:30) e lunedì 15 ottobre (dalle 9 alle 17). L’ingresso è a pagamento. Il programma sarà presto disponibile sul sito della manifestazione (www.milanogolosa.it).
MILANO GOLOSA IN BREVE
13-14-15 OTTOBRE 2018
Palazzo del Ghiaccio | Via G. B. Piranesi 14, Milano
0286462555/1919
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ORARI AL PUBBLICO
Sabato: 12:00 – 20:30
Domenica: 10:00 – 20:30
Lunedì: 09:00 – 17:00
Claudia Zigliotto
371 3350217
Consorzio Montefalco Sagrantino: Il Nuovo Presidente
È Filippo Antonelli, simbolo dell’equilibrio, dell’eleganza e della sostenibilità della denominazione
Filippo Antonelli, 58 anni, è il nuovo Presidente del Consorzio Tutela Vini Montefalco. Alla guida dell’azienda Antonelli San Marco dal 1986, nel suo terzo mandato ai vertici consortili sarà affiancato dal Vice Presidente Peter Robert Heilbron dell’azienda Tenuta Bellafonte.
Il suo stile volto alla tipicità, all’equilibrio e all’eleganza lo ha condotto nel 2012 alla prima vendemmia biologica certificata da Valore Italia e alla conversione graduale degli oliveti (10 ettari) e dei vigneti (50 ettari) della tenuta, nella convinzione di ottenere uve più buone e più sane grazie a una produzione condotta nel modo più naturale possibile, senza l'uso di sostanze chimiche.
“Il nuovo corso della denominazione sarà all’insegna della continuità. Ho guidato il Consorzio nella seconda metà degli anni Novanta, quando si accendevano i riflettori su questo vitigno. Il mio sforzo sarà quello di raccontarne, a venticinque anni di distanza, la maturità, l’eleganza frutto della sua evoluzione insieme alla consapevolezza raggiunta dal territorio e dai vigneti” dichiara Filippo Antonelli.
La denominazione Montefalco ha raggiunto una superficie totale di circa 1200 ettari (Montefalco DOC circa 430 ha; Montefalco Sagrantino DOCG circa 750 ha) che abbracciano l'intero territorio del Comune di Montefalco e parte dei territori di Bevagna, Gualdo Cattaneo, Castel Ritaldi e Giano dell'Umbria. Riunisce 231 soci di cui 60 cantine e costituisce il 16,7% della produzione di vino in Umbria (6,3% di Montefalco Sagrantino DOCG e 10,4% di Montefalco DOC) per un totale di oltre 3 milioni di bottiglie.
Dopo cinque secoli di storia e 26 anni da DOCG, il Sagrantino ha condotto la denominazione lungo un graduale percorso di crescita e arricchimento: “Montefalco non è più solo sinonimo di rossi, la produzione si è aperta a bianchi di grande qualità come il Grechetto e il Trebbiano Spoletino, entrato nell’uvaggio del Montefalco Bianco in sostituzione di quello toscano” conclude Antonelli.
Il neo Presidente succede nella massima carica consortile, per il prossimo triennio 2018-2021, ad Amilcare Pambuffetti rimasto ai vertici per 6 anni. Al suo fianco i consiglieri Paolo Bartoloni, Corrado Dal Piaz, Antonio Donato, Liù Pambuffetti, Giampaolo Farchioni, Alessandro Mariani, Alessandro Meniconi, Giusy Moretti e Giampaolo Tabarrini.
ANGELA PIETRONIGRO
IX EDIZIONE DI VINO E' MUSICA
Il 27 e il 28 luglio il percorso on the road a Grottaglie (TA)
Dal 24 al 26 luglio anteprime dedicate alla gastronomia dell’orto, al blind tasting e a workshop scientifici
La creta per trasformarsi in arte ha bisogno dei suoi tempi. Così come l’uva in vino. Il tempo è la variabile che consente a visitatori e turisti di attraversare l’ingresso dell’antico quartiere delle ceramiche a Grottaglie(TA), nell’alto salento della provincia tarantina, e ritrovarsi il 27 e il 28 luglio, a girovagare senza tempo tra botteghe, frantoi ipogei, antichi palazzi, nchiosce (vicoli chiusi del centro storico – ndr), le stanze fresche del Castello Episcopio, e le terrazze panoramiche che si affacciano sulla gravina di San Giorgio, con un calice nella mano, la musica e il meglio della gastronomia mediterranea riproposta in chiave street-food.
Questo è Vino è Musica, che nella sua nona edizione organizzata dall’Associazione Intersezioni, conferma il trend che rende la Puglia destinazione turistica di eccellenza anche per questo. Un binomio perfetto creato dall’arte sapiente del saper ospitare creando atmosfere uniche prodotte dalla miscellanea di buon cibo, buon vino, posti ricchi di storia e buona musica.
Il Vino resta il “padrone” indiscusso della manifestazione che quest’anno ospiterà al suo interno ben 58 aziende vitivinicole provenienti da tutta la Puglia, dalla Basilicata, con la presenza anche di alcune aziende del Consorzio Qui Vulture, e dalla Campania. Ospiti d’eccezione di quest’anno oltre i vitigni autoctoni pugliesi (negramaro, primitivo, nero di troia e altri), il Grottino di Roccanova, vino DOC prodotto nella provincia di Potenza, le varie sfumature di Aglianico e i vini bianchi macerati.
E i 58 produttori vitivinicoli si racconteranno nelle varie formule previste dalla manifestazione: il percorso on the road, i laboratori di degustazione e il prestigioso Blind Tasting per l’assegnazione del Premio Enologico Vino è Musica edizione 2018, presieduto anche quest’anno dall’assaggiatore internazionale di vini Enzo Scivetti, a capo di una delegazione di esperti e buyer internazionali. Il riconoscimento quest’anno si estende anche al mondo degli chef che in un contest dedicato per questa edizione all’orto si sfideranno il 26 luglio nella cena di anteprima all’interno dell’antica Masseria Palombara di Oria. Ai fornelli per l’occasione ci saranno Rocco Violante, Alessandro Sammarco, Guido Grasso, Vanni Cafagna e Gianfranco Palmisano. Posti riservati per la Palombara mentre percorso popolare quello che dal 27 luglio si aprirà nello scenario del quartiere delle ceramiche di Grottaglie. Qui lo scambio di informazioni, come al solito sarà diretto. Il produttore racconterà il suo vino e la fatica e la storia che lo accompagnano. I banchi d’assaggio sfioreranno la maestria delle botteghe ceramiche, quella dei 12 gruppi musicali in esibizione, e quella delle postazioni gastronomiche che da sempre accompagnano la scoperta on the road di Vino è Musica.
Quest’anno le proposte sono firmate da Rocco Violante con il suo panino d’autore, Valentina De Palma con il suo puerk v’stut, Guido Grasso con la tortillas di mare, Vanni Cafagna con una apulian crepe, e Gianfranco Palmisano con il panino bombetta gaonas.
Ma il vino si ritrova anche nei laboratori per cui è necessaria la prenotazione. Sette in totale curati da AIS e Slow Wine insieme all’attivissima condotta Slow Food di Grottaglie non a caso intestata a “Vigne e Ceramiche”. L’abbinamento cibo-vino sarà infatti curato proprio dai ristoranti locali soci della condotta grottagliese.
Padrino dell’iniziativa di quest’anno è il noto conduttore televisivo ed esperto di eno-gastronomia, Federico Quaranta, noto insieme a Tinto, per il famoso programma cult di Radio 2 “Decanter” e volto di punta delle trasmissioni TV La Prova del cuoco e Linea Verde Orizzonti.
Vino è Musica è progetto inserito in una più ampia programmazione progettuale dal titolo “Acqua e Terra” presentata dal Comune di Grottaglie a valere sul fondo di sviluppo e coesione – FSC -2014-2020 “Patto per la Puglia”, avviso pubblico per iniziative progettuali riguardanti le attività culturali, promosso dall’Assessorato Regionale all’industria turistica e culturale.
Maristella Bagiolini
LIBERA POESIA TRA LE MURA E CAPPELLO DI PAGLIA!
Serra Sant’Abbondio e Montappone protagonisti del Grand Tour delle Marche
Il 30 luglio,Libera poesia tra le muraè l’evento che a Serra Sant’Abbondio (PU) celebra l’ancestrale tradizione della rima libera, improvvisata, contadina e d’osteria!
Quassù, alle pendici del Monte Catria, nel cuore dell’Appennino umbro-marchigiano, contadini, pastori, boscaioli, carbonai e minatori componevano poesie fino a non molti decenni addietro! Quassù si è diffusa la popolare pratica dell’ottava rima appenninica, purtroppo scemata a partire dall’ultimo dopoguerra.
Ma c’è una notte, a Serra Sant’Abbondio, nella quale i poeti si danno appuntamento per declamare le proprie composizioni, utilizzando le mura cittadine come palcoscenico naturale. Nel borgo è tutto un fluire di esperienze, con proiezioni dedicate a personaggi che hanno fatto la storia della “rima improvvisata” e performance musicali con la mitica fisarmonica di Castelfidardo. Nell’occasione sarà anche possibile assaggiare le introvabili “Pencianelle”, secondo la tradizionale ricetta gelosamente detenuta dalle donne del paese.
Imperdibile un’escursione lungo “la via dei pastori” con destinazione l’Eremo di Fonte Avellana, maestoso monastero citato da Dante nel XXI canto del Paradiso. Sembra che l’illustre autore della Divina Commedia abbia addirittura soggiornato tra queste possenti mura che racchiudono la farmacia camaldolese, lo scriptorium ed il refettorio che accoglie viandanti e pellegrini. Altrettanto imperdibile è la passeggiata ludica, vera e propria caccia al tesoroalla scoperta della poesia nascosta nel paesaggio, da vivere tra amici e familiari.
Il 28 e 29 luglio a Montappone (FM) ci si immerge nelle atmosfere di una vera e propria capitale europea… del copricapo! Il Cappello di Paglia è la festa che celebra le virtù di un oggetto che è tradizione, creatività e glamour. Siamo nell’alta collina del Fermano, nel distretto che sulla paglia, elemento fondamentale della civiltà contadina, ha costruito l’epopea dell’eleganza e della moda, con i copricapo apprezzati da vip e influencer di tutto il mondo.
Da non perdere la visita al “Museo del Cappello” ed all’inconsueta “Mostra del Cappellaio Pazzo”. Per i più curiosi ci sarà la possibilità di cimentarsi nella lavorazione della paglia, con la sapiente assistenza delle pagliarole di Montapponedivenute, nel tempo, vere e proprie star della manualità tradizionale marchigiana.
Dress code “cappello” per l’apericena di sabato, con passeggiata nel centro storico e degustazione a Palazzo Riccucci, affacciati al tramonto davanti allo splendido scenario dei Monti Sibillini, indossando rigorosamente un… copricapo! Sfilate, fuochi pirotecnici, musiche popolari e l’opportunità di degustare le specialità della cucina locale, animeranno le magiche atmosfere del borgo.
Sulla piattaforma “tipicitaexperience.it” e sull’app di Tipicità tutte le info per costruire la propria esperienza di viaggio nel Grand Tour delle Marche promosso da Tipicità ed ANCI.
Angelo Serri
INFO: 0734.225237, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., www.tipicitaexperience.it