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SIMPOSIO DELLA BIRRA ITALIANA DI QUALITA'
Sabato 7 luglio a Pedavena, nell’ambito della Festa dell’Orzo 2018, si è tenuto il primo Simposio della Birra Italiana di Qualità organizzato dalla Fabbrica di Pedavena.
Da angolazioni diverse è stata proposta una panoramica sullo stato dell’arte della birra in Italia che negli ultimi vent’anni ha conosciuto una vera e propria rivoluzione, sia dal punto di vista dell’offerta (con l’ingresso sulla scena di diverse centinaia di nuovi piccoli birrifici),sia relativamente alle abitudini di consumo (che hanno guidato la crescita della diversificazione del prodotto).
Una tavola rotonda che ha rappresentato un vero e proprio evento nell’evento e al quale hanno partecipato esperti del settore (Matteo Zanibon di Gfk Italia, Massimo Barboni, direttore commerciale Birra Castello, Agostino Arioli, fondatore e birraio del Birrificio Italiano, Eugenio Signoroni, coordinatore della Guida Birre d’Italia di Slow Food e Anna Managò, esperta di marketing e titolare dell’agenzia ByVolume). Assieme a loro i mastri birrai di Fabbrica di Pedavena (Vittorio Gorza, Giovanni Maccagnan e l’attuale capo della produzione, Dario Martinuzzo).
Fabbrica di Pedavena ha voluto dare inizio e ospitare presso la propria sede questo simposio con l’augurio che possa diventare nel tempo un appuntamento fisso per tutti gli appassionati del settore.
FABBRICA DI PEDAVENA: UN PASSATO IMPORTANTE E UN FUTURO CUI GUARDARE
Maurizio Maestrelli, giornalista di settore, in qualità di moderatore ha dato il via a questa “edizione zero” del Simposio dando la parola a Vittorio Gorzae Giovanni Maccagnan, entrambi storici Mastri Birrai della Fabbrica di Pedavena che dopo un interessante excursus sulla nascita della Fabbrica di Pedavena nel lontano 1897, in un contesto in cui pareva essere il momento giusto per l’inserimento sul mercato di birre a bassa fermentazione, “morbide” e facili da bere, hanno parlato delle peculiarità di questo birrificio. Peculiarità che non sono solo gli ingredienti come l’acqua morbida ed eccellente e le materie prime di alta qualità.
Infatti c’è di più: Fabbrica di Pedavena vanta un passato di formazione scolastica e professionale, essendo stata la sede di svolgimento delle lezioni pratiche del triennio del Corso Professionale per Birrai Maltatori della scuola Rizzarda di Feltre, unico in Italia. Nato grazie alla volontà della Famiglia Luciani, il corso ha inaugurato la sua prima edizione ufficiale nell’ottobre del 1951 ed è continuato fino alla fine degli anni Settanta fino a contare ben 271 diplomati, tra i quali si annoverano ancora oggi grandi maestri del mondo birrario e in differenti realtà.
Quella stessa scuola birraria, tra i suoi vari meriti, può vantare anche quello di aver contributo a stimolare in modo decisivo l’industria manifatturiera italiana per la fabbricazione di macchinari utili alla produzione della birra e la conversione di vasti appezzamenti di terra alla produzione di orzo distico, che non richiede pesticidi o fertilizzanti chimici e, quindi, con beneficio per l’ambiente oltre che per l’economia del Paese.
BUONO DA MANGIARE, BUONO DA PENSARE.
SOCIALE E CONDIVISIBILE, AUTENTICO E GENUINO
Matteo Zanibon di GfK Italiaattraverso i risultati di ricerche di mercato ha tracciato un percorso evolutivo dello scenario alimentare degli ultimi anni. Il cibo è sempre meno vissuto come “prodotto” ma sempre più come “esperienza”: mangiare non è sempre solo nutrirsi ma è anche e soprattutto relazionarsi, trovare significato ed emozione. Il cibo, e quindi anche la birra nello specifico, non solo devono essere buoni da mangiare ma anche “buoni da pensare”.
La competizione tra brand oggi– ha sottolineato Matteo Zanibon – si gioca sulla capacità di raccontare e trasmettere un’esperienza e un sistema di valori.
Una forte tendenza è quella della naturalità, un trend altrettanto decisamente in crescita è quello del biologico (nel 2008 segnava un 21% e nel 2017 un 43%).
Oggi la piccola realtà locale piace, piacciono i piccoli produttori. Sono sempre più importanti i concetti “sociale” e “condivisibile”, “autentico” e “genuino”, “etico” ed “equo”. Mangiare, soprattutto per gli italiani è una vera e propria passione e sempre più un’esperienza sociale, da condividere non solo con chi è a tavola con noi.
La birra è sociale e condivisibile, gratificante e gustosa, autentica e genuina, curiosa e stimolante, vicina e locale, naturale e semplice. Elementi che possono far pensare che il DNA della birra sia perfettamente in linea con l’evoluzione degli stili socio-alimentari degli italiani.
UNA BIRRETTA, LA BIRRA, LE BIRRE.
GLI ITALIANI STANNO RISCOPRENDO LA COMPLESSITÀ DELLA BIRRA
Secondo Massimo Barboni, Direttore Commerciale di Birra Castello, la birra è passata attraverso tre macro fasi storiche: “una birretta”, “la birra” e “le birre”. Oggi la birra è entrata quindi nella terza fase e fa ormai parte degli stili di consumo e della cultura degli italiani. A riprova di questo, nel 2017 la birra ha raggiunto il suo punto più alto in termini di consumi in Italia.
Per molti decenni la birra non ha pienamente fatto parte della nostra cultura: non era ancora birra, ma semplicemente “birretta”: qualcosa di esotico e di frivolo, una bevanda simpatica, fresca e dissetante che rappresentava la migliore soluzione per un fugace e passeggero distacco dalla realtà.
Negli anni Ottanta, complici anche i più frequenti viaggi all’estero dei giovani e gli investimenti dei grandi gruppi birrari, la birra è diventata un simbolo di modernità, di aggregazione giovanile, di internazionalità e di progresso. In quella fase prevaleva la valenza simbolica della birra: quello che c’era dentro la bottiglia non era ancora così rilevante.
Da qualche anno siamo ormai entrati nella terza fase di sviluppo: l’attenzione si è spostata da quello che c’è fuori dalla bottiglia a quello che c’è dentro. Si parla sempre più di prodotto, di ingredienti, di metodi di produzione, di abbinamenti con il cibo, di modalità di servizio. Inevitabilmente più che di BIRRA si parla sempre più di BIRRE, per sottolinearne la complessità e ricchezza di sfaccettature.
Complici e artefici di questa evoluzione sono state – lo ha sottolineato Massimo Barboni – le birre artigianali che negli ultimi vent’anni hanno reso il mondo della birra protagonista di una vera e propria rivoluzione. L’ingresso sul mercato di circa un migliaio di nuovi piccoli birrifici ha contribuito a modificare la percezione di un prodotto che oggi può raggiungere segmenti più ampi di mercato, alcuni dei quali storicamente dominati dal vino. “La crescita delle artigianali non è infatti andata a discapito delle birre industriali -ha sottolineato Barboni– ma queste hanno contribuito ad allargare e ad aumentare l’interesse per l’intero settore”.
La birra continua però a rimanere un prodotto “accessibile”, “aggregante” ed “emozionale”. Una birra deve sapere quindi parlare anche al cuore delle persone e non perdere il suo carattere democratico.
LA BIRRA ITALIANA DI QUALITA’ HA PIANTATO UN SEME E L’HA FATTO FIORIRE CON VIGORE
Non ha dubbi al riguardo Eugenio Signoroni, Coordinatore della Guida Birre d’Italia di Slow Food Editore. La birra può essere molte cose diverse, tanti profumi, tanti colori, tante sfumature. Il movimento artigianale ha dato energia al mondo della birra nella sua interezza.
E la diversificazione ha raggiunto il mondo della birra tutto. Alcuni aspetti che caratterizzavano esclusivamente le artigianali oggi non sono più di loro utilizzo esclusivo.
A poche settimane dall’uscita dell’ultima edizione della Guida Birre d’Italia di Slow Food Editore Eugenio Signoroni ha affermato con sicurezza che la qualità diffusa è più alta. Il settore è cresciuto in modo evidente. Come è anche vero che ci sono realtà cresciute molto e velocemente che non hanno saputo gestire la situazione in termini di qualità della birra.
Rimane però ancora molto da fare secondo Signoroni; per esempio, l’offerta della birra nei ristoranti non è sempre adeguata alle esigenze dei clienti che richiedono varietà e qualità e non solo la solita lager messa nel frigo e nel menù delle bibite
BIRRIFICIO ITALIANO, UNO DEI PIONIERI DEL MOVIMENTO ARTIGIANALE ITALIANO
Alla domanda di Maurizio Maestrelli se si aspettava di trovarsi in un panorama così delineato come è oggi dopo vent’anni Agostino Arioli, Fondatore e Birraio del Birrificio Italiano ha risposto: “Decisamente no. Pensate che ho chiamato il mio birrificio Birrificio Italiano perché non mi aspettavo che ne sarebbero seguiti tanti altri”. Era il 1996 e nasceva il primo brewpubin Lombardia e i primi due anni sono stati abbastanza difficili “anche perché – ha raccontato Arioli – ho aperto in un paesino improbabile nella remota provincia di Como”. Un inizio da homebrewere quindi un corso di laurea: “Devo tanto alle persone dell’industria che mi hanno aiutato – ha raccontato Arioli – all’inizio del mio percorso ho preso tanto da quel mondo da un punto di vista scientifico e tecnologico. Soprattutto, ci tengo a ringraziare Gianni Pasa che nella Fabbrica di Pedavena è stato per molti anni il capo della produzione oltre che il direttore del birrificio”.
Il Birrificio Italiano è sempre stato e continua a essere molto aderente e fedele al suo concetto di artigianalità che si potrebbe riassumere nel concetto “nessun trattamento dopo la fermentazione” e vuole continuare a rimanere in quel contesto senza crescere troppo.
Produce birre “da bere tutti i giorni” e birre più particolari con il nuovo marchio Klanbarrique.
Secondo Agostino Arioli le grandi aziende birrarie stanno andando sempre più verso le specialità, lanciando prodotti speciali e utilizzando anche un linguaggio che prima era utilizzato esclusivamente dagli artigiani. Parallelamente c’è il mercato artigianale che cresce e per crescere ha prodotti sempre meno caratterizzati, buoni da bere tutti i giorni. Ma le artigianali devono essere orgogliose di produrre anche delle ottime pils, che rappresentano certamente un’importante opportunità per allargare il numero dei consumatori interessati.
IL MERCATO DELLA BIRRA OGGI È TALMENTE COMPETITIVO CHE NON È PIÙ SUFFICIENTE FARE UNA BUONA BIRRA. BISOGNA ANCHE PARLARE DI PRODOTTO E DI BRAND
Anna Managò, esperta di marketing e di birra, account director di ByVolume, società inglese di consulenza con sede a Londra, ha sottolineato come il fenomeno italiano abbia le stesse dinamiche dei mercati birrari di USA e Regno Unito, seppure con tempi diversi.
Se è vero che il marketing delle piccole aziende birrarie è stato spunto per il marketing delle aziende medio-grandi, se è vero che il modo di raccontarsi dei piccoli è sempre più spesso utilizzato anche dai grandi, è anche vero che i birrifici artigianali oggi hanno preso dei codici e dei linguaggi dell’industria: si pensi per esempio a tutti quei birrifici che già da tempo hanno introdotto le bottiglie da 33cl e tutte quelle realtà che stanno introducendo le lattine.
Quello che sta succedendo molto all’estero ma sta iniziando a verificarsi anche in Italia – ha sottolineato Anna Managò – è che c’è una “terra di mezzo” in cui competono artigiani e industrie. C’è un terreno comune sul quale si trovano a competere entrambi gli attori e con grande difficoltà. E con un po’ di confusione nella testa dei consumatori che se in una fase iniziale si sono dimostrati contenti dalla maggiore diversificazione offerta dall’ingresso sul mercato dei birrifici artigianali oggi quella stessa diversificazione gli si sta ritorcendo contro rischiando di diventare addirittura controproducente. Perché troppa rischia di mandare in til il processo di scelta portando sempre più a desiderare un’opzione “sicura” e già “testata”.
Proprio per questo motivo non è un caso che anche gli artigiani inizino a parlare di “lager” proponendo stili di birra che all’inizio erano ad appannaggio esclusivo dell’industria.
E per Anna Managò che ha un occhio vigile sulla realtà birrarie d’oltreoceano e d’oltremanica se l’Italia può avere dei margini di crescita all’estero è però necessario che i birrifici inizino ad avere più audacia nella comunicazione. Si parla tanta di birra ma bisogna anche puntare sul marchio, sul brand. Fare marketing significa valorizzare il prodotto, raccontandone la storia e la personalità e non solo la ricetta.
UN NUOVO BIRRAIO E UNA NUOVA BIRRA
E la grande tradizione birraria della Fabbrica di Pedavena è oggi portata avanti da Dario Martinuzzo che, dopo sette anni di formazione presso il birrificio di Weihenstephan, ha recentemente assunto il ruolo di Mastro Birraio della Fabbrica di Pedavena.
A chiusura del Simposio Dario Martinuzzo ha presentato la nuova birra creata, come ogni anno, appositamente per festeggiare la festa dell’orzo, una birra dedicata all’evento: Dolomiti, Fiorita. Una Birra Dolomiti quindi, la selezione riserva di Fabbrica di Pedavena.
Il progetto “Birra Dolomiti” è nato nel 2006, anticipando i tempi che hanno portato a valorizzare l’idea di una filiera integrata tra coltivatori e produttori. Birra Dolomiti, il frutto dell’imprescindibile legame con il territorio di origine, viene prodotta nel rispetto dell’ambiente circostante e con l’utilizzo di materie prime locali. La coltivazione dell’orzo, che costituisce appunto uno degli assi portanti del progetto, è svolta dalla locale Cooperativa La Fiorita, alla quale è stata dedicata questa birra con l’omaggio del nome.
A chiusura del Simposio Maurizio Maestrelli ha dichiarato: “Si torna da Pedavena con la convinzione che mettere attorno allo stesso “tavolo” persone e ruoli diversi nel mondo della birra sia un’opportunità di crescita e di confronto necessari per capire un mercato dinamico e complesso, ricco di opportunità ma non privo di difficoltà, come quello attuale... Buona la prima. In attesa delle prossime”!
Ufficio Stampa Simposio della Birra Italiana di Qualità
Valentina Brambilla
31 ^ FESTA DEL BACALÀ A SANDRIGO: UN'EDIZIONE RICCA DI NOVITÀ
Torna a Sandrigo la festa dedicata al celebre piatto vicentino. Nuova sede, nuovo sito per prenotare online e nuovi pacchetti turistici creati appositamente per la festa
Da venerdì 21 settembre a lunedì 1 ottobre torna a Sandrigo (VI) per la trentunesima edizione la Festa del Bacalà alla vicentina. Nuova la location, in un'area verde attigua a piazza San Filippo e Giacomo, precedente sede diventata ormai troppo piccola per accogliere i numerosi visitatori.
Per supportare al meglio l'organizzazione della festa è stato creato il nuovo sito www.festadelbaccala.com dove sarà possibile acquistare direttamente online i biglietti per i due eventi principali della Festa: ilGran Galà del Bacalà e Bacco & Baccalà. L'evento di apertura sarà il Gran Galà del Bacalà, martedì 18 settembre: una cena di gala organizzata in collaborazione con il Gruppo Ristoratori della Confraternita dedicata quest'anno al 65° anniversario di Fondazione della Pro Loco di Sandrigo. 800 posti a disposizione, 30 chef, 50 camerieri, 35 sommelier e 40 cavalieri del Bacalà renderanno la serata indimenticabile.
Domenica 23 settembre tornerà invece a Villa Mascotto di Ancignano di Sandrigo la quarta edizione di Bacco & Baccalà, il banco d'assaggio organizzato in collaborazione con Ais Veneto con la partecipazione di oltre 50 cantine con più di 150 etichette in degustazione, anche straniere e da quest'anno con un'angolo dedicato alle birre artigianali. Degustazione illimitata e tre proposte culinarie da assaggiare incluse nel biglietto di ingresso: la pizza al Bacalà, il Bacalà mantecato ed il Bacalà alla Vicentina con la polenta.
Domenica 30 settembre l'appuntamento sarà per la Cerimonia di investitura dei nuovi confratelli della Venerabile Confraternità del Bacalà, che il Priore Galliano Rosset benedirà con un grande stoccafisso, alla presenza di una delegazione di abitanti dell'isola di Rost, gemellata con il comune di Sandrigo.
Gli stand gastronomici della Festa saranno attivi da venerdì 21 a domenica 23 e poi da giovedì 28 a lunedì 1 ottobre. Accanto al classico Bacalà alla Vicentina, preparato anche in versione gluten free, si potranno gustare molti altri piatti. Dal filetto di merluzzo panato servito con patatine per i bambini, al bacalà mantecato su crostini croccanti, alle perle di stoccafisso. Non mancheranno i classici primi conditi con il bacala: bigoli, gnocchi, risotto e, da quest'anno, anche i gargati. Riconfermata anche la Lofoten Fisk Suppe, la tradizionale zuppa delle Isole Lofoten, preparata con verdure, salmone e merluzzo norvegese. Per preparare tutti i piatti viene utilizzato solo stoccafisso proveniente esclusivamente dalle Isole Lofoten, essiccato naturalmente all’aria nelle rastrelliere, che riesce a conservare e mantenere intatte le sue proprietà nutrizionali: potassio, sodio, calcio, fosforo e Omega 3, povero di grassi e calorie.
Accanto al tradizionale abbinamento con i vini vespaiolo, tai rosso e durello, quest'anno sarà possibile gustare durante i dieci giorni di festa anche due birre artigianali, Brezza e Mistica, create appositamente per la Festa del Bacalà dal Birrificio Campo Biondo di Terrassa Padovana.
Sempre online sul sito www.festadelbaccala.com sarà possibile da quest'anno prenotare i pacchetti turistici ideati appositamente per godersi al meglio la Festa del Bacalà alla vicentina. La proposta formulata per due persone prevede, al costo di € 210,00 una notte in camera matrimoniale in hotel o B&B convenzionati, la cena del sabato sera in un ristorante scelto dalla Venerabile Confraternita del Bacalà, pranzo per due sotto i chioschi della Festa la domenica, un piccolo tour con guida naturalistica alla scoperta dei luoghi più caratteristici della zona e un piccolo omaggio a ricordo dell'esperienza.
Tutte le informazioni e il programma completo della Festa sul sito www.festadelbaccala.com.
Info in breve | Festa del Bacalà alla Vicentina De.Co.
Data: dal 21 settembre al 1 ottobre 2018
Luogo: Campo sportivo Arena a Sandrigo (VI), un'area verde attigua a piazza San Filippo e Giacomo precedente sede della festa, dove comunque sarà presente un punto informazioni
Orari apertura stand: dal 21 al 23 settembre e dal 27 al 1 ottobre aperto dalle ore 19; sabato e domenica anche a pranzo dalle ore 11.30
Note: è sempre disponibile un primo piatto senza Bacalà e un’alternativa al piatto di Bacalà alla Vicentina
Novità: da quest'anno è possibile pagare alla cassa con il metodo Satispay direttamente direttamente dal cellulare
Programma completo su: www.festadelbaccala.com
Contatti: Pro Loco Sandrigo | telefono 0444 658148 | mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Anna Sperotto
349 8434778
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PICCOLA CUCINA BY PHILIP GUARDIONE VINCE IL PREMIO 100 PER 100 ITALIAN RESTAURANT COME MIGLIOR RISTORANTE MADE IN ITALY A NEW YORK
Il riconoscimento consegnato allo chef Philip Guardione da I Love Italian Food Associazione Culturale
La catena di ristoranti Piccola Cucina New Yorkè stata premiata in occasione della seconda edizione di 100per100 Italian 2018, manifestazione organizzata da I Love Italian Food e dedicata al made in Italy. Piccola Cucina si è aggiudicata il titolo 100per100 Italian Restaurant perché contribuisce a far conoscere anche all’estero i gusti autentici delle migliori ricette nazionaliche da sempre è la mission principale dell’executive Chef Philip Guardione. Il premio, in execuo con un altro ristorante, è stato ritirato da Francesca Francioli, Manager di Piccola Cucina a New York .
I professionisti coinvolti nell’evento sono stati segnalati da oltre cento responsabili dell’associazione culturale I Love Italian Foode sono tutti nomi che si sono distinti perché hanno portato e promosso il vero italian food nella Grande Mela, offrendo una cucina italiana di prima qualità.
Il rispetto delle tradizioni e dei sapori genuini della sua terra sono state le qualità che hanno permesso a Philip Guardionedi farsi apprezzare non solo dai clienti, ma anche dagli esperti del settore.
Carlotta Micol Brignoli – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.- 339 7787778
MONDIAL DES VINS EXTREMES: LA CARICA DEGLI EROICI DA TUTTO IL MONDO PRONTI AD INVADERE LA VALLE D'AOSTA PER LA 26ESIMA EDIZIONE
Le degustazioni saranno in programma dal 12 al 14 luglio in Valle d’Aosta
Si tratta dell’unico concorso internazionale dedicato alla viticoltura estrema. 720 vini provenienti da 277 aziende di 19 Paesi vitivinicoli eroici di tutto il mondo. Tra i Paesi novità Cile, Capo verde, Israele, Macedonia, Slovacchia e Polonia.
Tutto è pronto per la ventiseiesima edizione del Mondial des vins Extremes. Il Concorso enologico internazionale dedicato ai vini eroici, è organizzato dal Cervim - Centro di Ricerca e Valorizzazione per la Viticoltura Montana, in collaborazione con l’Assessorato Agricoltura della Regione Autonoma Valle d’Aosta, la Vival (Associazione Viticoltori Valle d’Aosta) e la sezione AIS - Valle d’Aosta, con il patrocinio dell’OIV (Organisation Internationale de la Vigne et du Vin) di VINOFED (Federazione Internazionale dei Grandi Concorsi enologici), e la relativa autorizzazione del Ministero alle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.
Le selezioni avranno luogo a Sarre in Valle d’Aosta dal 12 al 14 luglio 2018. Ci saranno 720 vini provenienti da 277 aziende di 19 Paesi vitivinicoli eroici di tutto il mondo: i vini ammessi al Concorso sono quelli prodotti da uve di vigneti che presentano almeno una delle seguenti difficoltà strutturali permanenti. Altitudine superiore ai 500 m s.l.m., ad esclusione dei sistemi viticoli in altopiano, pendenze del terreno superiori al 30%, sistemi viticoli su terrazze o gradoni e viticolture delle piccole isole. Tra i Paesi novità di questa edizione 2018 Cile, Capo verde, Israele, Macedonia, Slovacchia e Polonia ma anche alcuni graditi ritorni come Libano e Kazakistan. Il Mondial des Vins Extremes è l’unica manifestazione enologica dedicata ai vini prodotti in zone caratterizzate da viticolture eroiche. «La varietà dei vini in degustazione – commenta il presidente Cervim, Roberto Gaudio-, sono principalmente prodotti da vitigni autoctoni e caratterizzati da terroir unici segnano indelebilmente i profumi e i sapori e che rendono questo Concorso unico nel panorama dei concorsi enologici mondiali».
CERVIM
Centro di Ricerca, Studi, Salvaguardia,
Coordinamento e Valorizzazione per la Viticoltura Montana
CIRO OLIVA, OLTRE LA PIZZA
L’evoluzione e l’innovazione dello scugnizzo della Sanità
Semplicità, veracità, esaltazione del gusto: questa è l’identità di Ciro Oliva, i valori in cui crede e che si ritrovano appieno nelle sue pizze.
Le pizze di Ciro non rinnegano la tradizione, anzi, la fondono in abbinamenti a tratti irriverenti, ricercati, sostenendo la filosofia della qualità elevata delle materie prime da utilizzare sulle pizze, senza dimenticare, però le origini popolari dell’alimento. Per Ciro la pizza è un percorso sensoriale tra le specialità e le eccellenze campane, sostenute e valorizzate nelle sue ricette.
Dimostratosi uno dei migliori interpreti della pizza napoletana, Ciro sta compiendo un percorso inusuale per un pizzaiolo. Desideroso di crescere e migliorarsi, osserva le tendenze del momento, cercando di anticiparle e anticipare di conseguenza i desideri e le necessità del consumatore. Si confronta con i più grandi chef italiani, viaggia per conoscere le tradizioni culinarie al di fuori di Napoli, sperimenta, si lancia in nuove sfide, sta portando avanti un processo di evoluzione e innovazione della pizza.
Senza dimenticare la semplicità e la tradizione popolare napoletana, in primis la Marinara e la Margherita, partendo dalla memoria dei suoi gusti, rielabora i piatti della tradizione adattandoli dal punto di vista gastronomico allo stile di vita odierno. Uno stile spesso frenetico, dove si ha sempre meno tempo per sedersi a tavola, ma al contempo si è desiderosi di nutrirsi in modo sano ed equilibrato. Ecco quindi che interpreta alcuni dei ricordi della sua infanzia, rivisitando per esempio la classica insalata della nonna o la merenda, panino e prosciutto, che gli faceva la mamma. Contestualizza la tradizione alla contemporaneità, lavorando sugli ingredienti per far sentire tutto il loro sapore.
Ed ecco quindi il nuovo menu, che parte dalla tradizione per finire nell’innovazione, utilizzando materie prime di altissima qualità e studiando gli abbinamenti ottimali dei vini (la carta dei vini comprende attualmente 110 etichette - 50 campane, 30 Champagne e 30 eccellenze italiane - conservate nelle cantina voluta espressamente da Ciro, consapevole del valore aggiunto di una ricercata selezione).
LE PIZZE
Margherita
(pomodoro San Marzano, mozzarella di bufala, olio evo e basilico)
Marinara
(pomodoro San Marzano, aglio, origano, olio evo e basilico)
Pizza Fritta
(cicoli, ricotta di bufala e pepe)
Pizza Fritta Parthenope
(ricotta di bufala, ricciola affumicata, alghe di mare disidratate, scorze di arancia e pepe)
Concettina
(pomodoro San Marzano, ricotta di bufala, mozzarella di bufala, provola e tarallo)
Cetarese
(pomodori San Marzano e del Piennolo, olive e capperi)
Fondazione San Gennaro
“con o senza miracolo” - bianca o rossa con pomodori San Marzano
(provola affumicata, briciole di taralli, cornicione ripieno di salame Napoli e provola affumicata)
Sostiene la Fondazione San Gennaro http://www.fondazionesangennaro.org/
Costiera
(fior di latte, pepe e scorze di limone)
Frezzella _ NEW
(pomodoro Datterino, mozzarella di bufala, tonno rosso di Carloforte, olive salelle ammaccate del Cilento e rucola selvatica)
Il Sole della Sanità _ NEW
(pomodorino giallo, mozzarella e origano)
Peperoncino Verde _ NEW
(peperoncino verde, datteri e provola)
Filetto di pomodoro _ NEW
(mozzarella di bufala e pomodorini freschi)
Peperone _ NEW
(peperone, olive, capperi, scorze di limone, provola affumicata e Parmigiano Reggiano
Ciro vuole andare oltre la pizza, vuole varcare nuove frontiere culinarie, senza dimenticare da dove arriva. Sfida difficile ma non impossibile per lui. Ed ecco l’intuizione: l’impasto della pizza, una volta cotto, diventa piatto e contenitore di un suo ricordo.
La merenda che gli preparava la mamma, l’accoglienza massima della cultura famigliare napoletana … Ciro le ha reso omaggio creando Annarel’: un panino, realizzato appunto con l’impasto della pizza, con salsa di carciofi sbollentati, stick di carciofi, provola affumicata, prosciutto crudo di Parma, zeste di limone, olio Evo, pepe e sale Maldon.
Il successo è stato tale che ha deciso di creare un menu ad hoc, LE ANNARELLE, sfiziosi appetizer e finger food, svariate combinazioni di sapori, gusti e tradizioni, piatti semplici e geniali che delineano sempre più il percorso scelto da Ciro: la pizza è solo il punto di partenza di un viaggio all’infinito nel mondo gastronomico.
LE ANNARELLE
I classici
Crocchè di patate
La frittatina
Frittatina genovese (con provola, scorza di limone e pepe
Le new entry
Montanara di Ciro (ricotta di bufala, pancetta e scorze di limone)
Coast to coast (peperoncino verde, alici e arancia)
Credevo fosse un dolce (pomodoro, fragola e limone)
Fiore di zucca (ricotta di bufala e scorze di limone)
L’estate sta arrivando! (verdure in pastella)
Sotto l’ombrellone (polpetta e peperone)
La vecchia insalata di nonna al sapore di domani pomodoro
(Datterino, mozzarella di bufala, tonno rosso di Carloforte, olive salelle ammaccate del Cilento e rucola selvatica)
A’marenn’ e’ pulecenella (zucchine, prosciutto crudo e provola)
Sognando la Sicilia (ricotta affumicata, melanzane e pomodoro)
I gettoni di nonno Antonio (ordina e fidati di Ciro Oliva)
CONCETTINA AI TRE SANTI - Via Arena alla Sanità 7 bis – 80137 Napoli - Tel: 081.290037
Verdiana Radaelli