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PREMIO CEREVISIA 2018 - ROMA, 12 GIUGNO ORE 15.30 PIAZZA DI PIETRA
Martedì 12 giugno p.v. alle ore 15.30 a Roma presso il Tempio di Adriano in Piazza di Pietra, sede di rappresentanza istituzionale di Unioncamere, si terrà la cerimonia di premiazione della VI edizione del Premio Cerevisia, promossa da AssoBirra.
Il Premio Cerevisia, concorso nazionale che valorizza e promuove la produzione, il commercio e il consumo delle birre nazionali di qualità, è organizzato dal Banco Nazionale di Assaggio delle Birre (BaNAB), comitato sorto per volontà della Camera di Commercio di Perugia, della Regione Umbria, del CERB (Centro di Eccellenza per la Ricerca sulla Birra dell’Università degli Studi di Perugia), del Comune di Deruta e di AssoBirra.
Con il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, che supporta ormai da anni la manifestazione, i riflettori saranno puntati sui 17 birrifici vincitori del concorso.
Sarà l'occasione per approfondire temi e tendenze del mondo birrario italiano, grazie anche alla presenza di esperti del settore e dei produttori delle etichette vincitrici.
Per un saluto istituzionale, sarà presente il Dott. Stefano Vaccari, Capo del Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari del Mipaaf.
Tomaso Bonazzi
Ufficio stampa AssoBirra
TROFEO SCHIAVA DELL’ ALTO ADIGE 2018
Il 4 e 5 giugno si è svolta al vigilius mountain resort la quinticesima edizione del Trofeo Schiava dell’Alto Adige, che ha dimostrato ancora una volta la grande versatilità di questo vino.
Il Trofeo Schiava dell’Alto Adige è nato per promuovere la Schiava di qualità. L’idea è stata lanciata da Ulrich Ladurner, Othmar Kiem e Günther Hölzl per favorire la Schiava di qualità. Uno scenario di alto design del vigilius mountain resort offre la location ideale per questo evento.
In varie degustazioni una selezionata giuria di giornalisti, enologi, sommelier ed esperti composta Jens Priewe (Der Feinschmecker, D), Kilian Krauth (Heilbronner Stimme, D), Wolfgang Fassbender (NZZ, CH), Rudi Trefzer (Radio Sfr, CH), Juliane Fischer (Falter, A), Paolo Zaccaria, Le Vie del Gusto, I), Dario Cappelloni (Doctor Wine, I), Fabio Giavedoni (Slow Food, I), Christine Mayr (AIS, I), Angelo Carrillo (Alto Adige, I), Herbert Taschler (WiKu, I) ha selezionato le “Schiave dell’anno” tra 95 campioni.
Per focalizzare le diversità delle varie Schiave i vini sono stati degustati e valutati seguendo le varie denominazioni. La categoria “La Schiava diversa” invece raggruppa vini di annate più vecchie e quei vini che non entrano nei schemi delle DOC.
Come “Schiava dell’anno 2018” sono state premiate:
nella categoria “Schiava Classica”:
Alto Adige Lago di Caldaro Classico Superiore Per Se 2017 - Elena Walch
Alto Adige Lago di Caldaro Classico Superiore Leuchtenberg 2017 -Produttori Caldaro
Alto Adige Meranese Graf Schickenburg 2017 - Cantina Produttori Merano
Alto Adige Schiava Gentile Vigna Haselhof 2017 - Josef Brigl
Alto Adige Schiava Hexenbichler 2017 – Cantina Termeno
AA Santa Maddalena classico 2017 - Fliederhof
AA Santa Maddalena classico 2017 – Kandlerhof, Martin Spornberger
AA Santa Maddalena classico 2017 - Ansitz Waldgries
nella categoria “La Schiava divera”
Alto Adige Santa Maddalena classico Antheos 2016 - Ansitz Waldgries
Alto Adige Schiava 2016 – Produttori San Paolo
Dato che la Schiava è un vino che non deve solo piacere agli esperti ma anche, e soprattutto, ai semplici appassionati, una commissione scelta tra questi ha eletto il suo preferito tra i vincitori. Dopo varie discussioni ed assaggi la commissione ha fatto cadere la sua decisione sull’
Alto Adige Santa Maddalena classico Antheos 2016 - Ansitz Waldgries
eletto come il preferito dal pubblico
Momento culminante del Trofeo Schiava dell’Alto Adige è stato il Galà della Schiava. Qui si è dimostrata la versatilità di questo vino in abbinamento con le prelibatezze dalla cucina del vigilius mountain resort, capitanata dallo chef Filippo Zoncato. “La Schiava è un vino della tradizione che oggi è sempre più moderno per le sue caratteristiche di leggerezza e piacevolezza,” ha sottolineato Othmar Kiem, giornalista enogastronomico e organizzatore del Trofeo.
Ulteriori informazione: www.vernatschcup.it
Jessica Busoli
PRESENTATO ALLA FEM IL COMITATO DI iINDIRIZZO E IL NUOVO MODELLO DI TESI DEL C3A
Corso in viticoltura ed enologia, la tesi di laurea da oggi “nasce” in azienda
È stato presentato oggi, alla Fondazione Edmund Mach, in occasione dell'insediamento del comitato di indirizzo, composto da diversi esponenti del mondo produttivo trentino, il nuovo progetto di tesi di laurea del Corso di laurea in viticoltura ed enologia che prevede una forte partnership tra studenti e aziende. Un modello basato su progetti di sperimentazione e ricerca al servizio del territorio, per un corso di studi che vuole sempre più legarsi al territorio e impegnato nel fornire risposte concrete alle esigenze di ricerca delle aziende e del mondo del lavoro.
L’evento “Coltiva il tuo futuro” organizzato dal Centro Agricoltura Alimenti Ambiente, struttura accademica congiunta FEM-UniTrento, si è svolto nell’aula magna alla presenza dell'assessora provinciale alla università e ricerca, Sara Ferrari, del presidente FEM, Andrea Segrè, del rettore di UniTrento, Paolo Collini, accanto alla direttrice del C3A, Ilaria Pertot, alresponsabile del corso di laurea, Massimo Bertamini, ed al neocostituito Comitato di indirizzo.
L'evento ha visto partecipare i rappresentanti del mondo agricolo e dell’industria, docenti e studenti con l’obiettivo di fare un bilancio del percorso vitienologico FEM dal 1991 ad oggi e del primo anno accademico del corso triennale.
Corso di laurea. Il corso di laurea in Viticoltura ed Enologia è stato incardinato al C3A a settembre 2017, primo risultato concreto della convenzione tra Fondazione Mach e Università di Trento per l’istituzione del Centro congiunto. “Questo corso è il frutto di quasi trent’anni di lavoro. Tutto è partito nel 1991 con l’istituzione della professione di enologo. Siamo stati i primi in Italia ad ospitare la scuola speciale per il rilascio del titolo, prova del fatto che abbiamo fin da subito creduto in questa figura”, ha spiegato il presidente della Fondazione Edmund Mach, Andrea Segrè. Negli anni abbiamo continuato a credere ed ad investire su questa iniziativa formativa: dalla convenzione con Geisenheim per la doppia laurea, a quella con l’Università di Udine e l’Università di Trento per il corso in interateneo. “Il C3A è un tassello prezioso di questo cammino, che ci permette di chiudere il cerchio della filiera formativa a San Michele, dall’istruzione superiore al dottorato, valorizzando al massimo i legami con il territorio”, ha aggiunto Segrè.
Nell’anno accademico in corso sono stati attivati il primo ed il secondo anno di corso, con un numero massimo programmato di 75 studenti. La maggior parte degli matricole proviene dal Trentino-Alto Adige e dal Nord-Est. Alla prima prova selettiva del aprile hanno partecipato 232 iscritti, a testimonianza dell’interesse verso l’indirizzo. Le prossime prove selettive sono previste il 16-17 luglio e il 30-31 agosto per assegnare gli ultimi posti disponibili. “L’occasione di oggi, che promuoviamo insieme alla Fondazione Mach, è per noi un’occasione duplice” ha commentato il rettorePaolo Collini.“Da un lato, sottolinea il forte radicamento che il nostro Ateneo ha sul territorio trentino e la voglia di proseguire nella collaborazione con le realtà produttive locali. La composizione del Comitato d’indirizzo, con nomi importanti del settore, ne è esempio concreto. Dall’altro, questo evento mette l’accento su alcune delle tante opportunità che rendono la formazione all’Università di Trento davvero completa e internazionale. Così come avviene per la ricerca, che sta dando sempre maggiori soddisfazioni anche al nostro C3A, così anche nell’alta formazione vogliamo coltivare una dimensione internazionale. E permettere ai nostri studenti e studentesse, ad esempio, di svolgere la propria tesi all’estero va in questa direzione”
L'assessora Sara Ferrari ha spiegato: “Considero il Centro Agricoltura, Alimenti e Ambiente (C3A), aperto a San Michele grazie ad un accordo tra Università di Trento e Fondazione Edmund Mach una delle azioni importanti di questa legislatura. Un centro che rappresenta uno sforzo verso una più efficace rete della ricerca e i cui risultati ricadranno su più attori e sul territorio, con sicuro vantaggio per le tante famiglie che vivono di agricoltura e per i loro figli, che potranno ora beneficiare della nuova e importantissima opportunità della laurea in Viticoltura ed Enologia”.
Comitato di indirizzo.Durante l’evento è stato presentato il Comitato di indirizzo, organismo con funzioni consultive impegnato a rafforzare le relazioni con il mondo economico, sociale e produttivo. Inoltre il Comitato opera per allineare il percorso formativo con gli sbocchi lavorativi e individuare le iniziative necessarie per anticipare le esigenze future. Un trait d’union, in sostanza, tra la didattica, la ricerca e le esigenze del territorio.
Un nuovo modello di tesi di laurea.Tra i segni di riconoscimento del corso di laurea c’è poi un’innovazione didattica costituita da un nuovo modello di tesi basato su progetti di sperimentazione e ricerca al servizio del territorio. L’elaborato finale, centrato su un obiettivo sperimentale proposto da un’azienda, una cantina, ma anche da un’industria o da un ricercatore, viene prodotto da un team di studenti, seguito da uno o più docenti in collaborazione con il proponente. “In questo modo lo studente viene stimolato a confrontarsi con la realtà esterna e a risolvere, con un approccio scientifico, un problema proposto dal mondo produttivo” ha puntualizzato lIaria Pertot, direttrice del C3A “inoltre, pur lavorando individualmente, lo studente può sperimentare le peculiarità ed i vantaggi del lavoro in team”.
FEM- Silvia Ceschini 0461/615126
MASTRI BIRRAI UMBRI
inaugura il nuovo birrificio con malteria
15-16- 17 giugno a Gualdo Cattaneo, Perugia
Tre giorni per esplorare il gusto dell’autentica birra artigianale italiana. Con l’inaugurazione del nuovo birrificio, Mastri Birrai Umbri apre le porte del suo universo. Corsi di degustazione e tavole rotonde dedicate al mondo della birra, raccolta dell’orzo, visite guidate alla malteria e agli stabilimenti, sono solo alcuni degli elementi che renderanno speciale il viaggio nel gusto della vera birra artigianale italiana.
E non è tutto. Ad animare questa tre giorni di festa ci saranno performance live di street art, band locali, ospiti speciali e, per il gran finale di domenica sera, il concerto di Giò Sada & Barismoothsquad.
Aprile 2011 segna l’inizio dell’attività di Mastri Birrai Umbri. Giugno 2018 il birrificio artigianale di Gualdo Cattaneo apre le sue porte per mostrare il suo nuovo impianto di produzione, uno dei più grandi impianti di birra artigianale in Italia, la sua malteria, la più grande malteria di un microbirrificio in Italia se non in Europa,e tutti quei sapori del territorio umbro(orzo, grano, cicerchie, lenticchie e farro) che selezionati e miscelati in modo sapiente e originale sono il cuore di birre uniche e ricercate. Le birre dei Mastri Birrai Umbri.
Un nuovo birrificio da 70 ettolitri (il precedente era da 35 ettolitri, oggi dismesso e venduto a un birrificio di Berlino) per una produzione di birra che oggi si attesta intorno ai 25mila ettolitri l’anno ma che possiede un potenziale di ben 60mila ettolitri annui.
Una malteria, dalla capacità produttiva di 960 tonnellate annue nominali, che trasforma orzo e frumento in malto per la produzione della birra. Una malteria che produce malto anche per altri birrifici artigianali.
Perché la birra dei Mastri Birrai Umbri è un progetto che nasce dalla terra. Oltre mille ettari sono infatti coltivati con cura e attenzione per fare crescere le migliori materie prime. Oltre a farro, orzo e grano, anche cicerchie e lenticchie arrivano dai campi di proprietà intorno al birrificio (ma non solo) e sono tutti ingredienti che danno alle birre dei Mastri Birrai Umbri sapori unici. Birre dal gusto che nasce dalle terre umbre e dalla sapienza di anni di storia Farchioni. E non va dimenticato il luppoleto sperimentale innestato l’anno scorso alle spalle del birrificio.
Mastri Birrai Umbri nasce da un’idea e una passione di Marco Farchioni che diventano progetto insieme ai fratelli Giampaolo e Cecilia. Tutti rappresentanti dell’ultima generazione dei Farchioni che, dal 1780, sono sinonimo di agricoltura, trasformazione delle materie prime in alimenti e, soprattutto, olio extravergine di oliva e vino.
La Farchioni 1780 è infatti leader a livello mondiale nella realizzazione e commercializzazione di oli extravergini di oliva estratti a freddo.
Nella stessa zona, nell’Umbria più verde che dal 1780 vede la famiglia Farchioni impegnata nell’attività di diretta trasformazione dei prodotti agricoli, è nato il birrificio Mastri Birrai Umbri che persegue lo stesso modus operandi di quella che è ancora oggi una family company del comparto agroindustriale: coltivare, trasformare e imbottigliare.
Il tutto in un impianto all’avanguardia ma realizzato anche sfruttando il know-how che il gruppo Farchioni ha affinato in oltre due secoli di lavoro. Per quanto riguarda infatti la parte tecnica della malteria, infatti, Mastri Birrai Umbri ha attinto dall’esperienza dei Molini (Molini Farchioni che produce farine per professionisti pasticceri, panettieri e pizzaioli) e si è assicurato impianti ad alto tasso di innovazione e tecnologia. Il birrificio ha inoltre una sala cottura di tradizione bavarese e anche in questo vantano macchinari ad alta tecnologia per assicurare dei prodotti buoni e costanti nel tempo.
Birre tutte rigorosamente non filtrate e non pastorizzate. Birre artigianali.
MASTRI BIRRAI UMBRI È SENZA DUBBIO
UN BIRRIFICIO AGRICOLO CHE PRODUCE BIRRA ARTIGIANALE
E il 15-16-7 giugno si potrà vedere da vicino questa grande realtà artigianale. Sarà infatti il weekend dell’Umbria Beer Fest. #UmbriaBeerFest
· Una famiglia che da dieci generazioni si dedica alla terra e ai suoi frutti apre per la prima volta le porte del suo ultimo progetto. Mastri Birrai Umbri è un universo in cui la qualità delle materie prime, la competenza di professionisti e la passione per un’arte antica sono solo alcuni degli elementi che rendono questo birrificio unico al mondo.
Tre giorni di attività per celebrare l’autentica birra artigianale italiana.
Sono stati organizzati dei percorsi sensoriali per esplorare con i cinque sensi l’universo del gusto, visite guidate nel nuovo birrificio e nella malteria.
Si potrà assistere alla raccolta dell’orzo, partecipare a tavole rotonde dedicate al mondo della birra come anche a degustazioni delle birre artigianali Mastri Birrai Umbri.
E poi tanto food: burger di Chianina con pane di pizza, hot dog norcino, fish&chips con pesce persico di lago e patate di Colfiorito, pizza.
E cocktail con birra.
E poi ancora, un contest musicale dal sapore umbro, performance live di street art, un instant win e il miglior intrattenimento, con dj set durante ogni serata e gran finale con il concerto di Giò Sada & Barismoothsquad, sono solo alcuni degli elementi che renderanno unica l’inaugurazione del nostro birrificio.
L’ingresso all’Umbria Beer Fest è libero ma la prenotazione online è suggerita.
Per chi si REGISTRA SU www.umbriabeerfest.it IN OMAGGIO UN FREE FOOD & DRINK.
Per i tour di birrificio e malteria ci si può prenotare in loco, alle casse dedicate.
Qui www.umbriabeerfest.it/wp-content/uploads/2018/05/Programma-Umbria-Beer-Fest.pdf il programma completo della tre giorni.
Come arrivare
DA PERUGIA E DA TERNI
S.S: E45 – USCITA RIPABIANCA
Direzione Gualdo Cattaneo (PG)
Via Madonna del Puglia SNC
MASTRI BIRRAI UMBRI
Mastri Birrai Umbri è un birrificio agricolo che produce birra artigianale.
Mastri Birrai Umbri controlla quella che è una delle filiere più corte d'Europa, dalla coltivazione e selezione accurata delle materie prime, alle fasi di trasformazione e produzione, fino al design delle bottiglie e alla distribuzione.
Le birre prodotte sono tutte non filtrate e non pastorizzate, prodotte attraverso il processo artigianale dell’alta fermentazione e della rifermentazione in bottiglia.
Le birre Mastri Birrai Umbri sono distribuite nella Grande Distribuzione e nell’HORECA e quindi in quota predominante in formato bottiglia (in formato da 750 ml e 375 ml). Il 20% prende la via dell’export che ha in Cina, Regno Unito e Germania i suoi principali mercati di riferimento.
Valentina Brambilla
IL PROSCIUTTO CRUDO DI CUNEO DOP PRESENTATO ALLE AUTORITÀ' E AGLI OPERATORI DI MERCATO
Il tavolo dei relatori
Successo per l’iniziativa “Porte aperte del Prosciutto Crudo di Cuneo Dop” che si è svolta lunedì 4 giugno al prosciuttificio Carni Dock di Lagnasco con l’obiettivo di far conoscere e apprezzare le innumerevoli qualità di questa eccellenza cuneese. Al workshop hanno partecipato quasi 300 persone, tra di loro anche molte personalità politiche, civili e militari, che hanno potuto scoprire i segreti del prelibato salume cuneese e conoscerlo poi a fondo nella successiva degustazione guidata al Castello di Lagnasco.
In particolare erano presenti il Prefetto di Cuneo Giovanni Russo, i senatori Giorgio Bergesio, Marco Perosino e Mino Taricco. Presente, inoltre, l’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte Giorgio Ferrero. Nella degustazione il Prosciutto Crudo di Cuneo Dop ha incontrato altre prelibatezze del territorio, come i formaggi Bra e Raschera Dop e i vini del Piemonte.
Alcune cosce di Prosciutto di Cuneo DOP
“Sono felice di rimarcare ciò che è stato fatto in questi anni – commenta Chiara Astesana, presidente del Consorzio di Tutela e Promozione del Crudo di Cuneo -. Quando siamo partiti, alla fine degli Anni ’90, non pensavamo di raggiungere un risultato simile.Nel 2009, dopo aver ottenuto il riconoscimento dalla Comunità Europea, durante la presentazione dissi che avevamo raggiunto un primo traguardo ma che molta strada rimaneva da fare. Ho avuto la fortuna di trovare in Luigi Allasia, amministratore delegato Carni Dock, la persona che ha condiviso con me questo progetto, non è stato facile perché dovevamo distinguerci da altri marchi nazionali ben più strutturati del nostro. Per farlo dovevamo puntare su un prodotto di alta qualità, prodotto in modo artigianale. Siamo partiti con una produzione di 2 mila pezzi, l’anno scorso siamo arrivati a 14 mila. Quest’anno puntiamo a 16 mila. Questa è la conseguenza della politica dei piccoli passi, lavorando duramente, senza fretta ma con tanta determinazione”. “È stata una giornata di festa perché abbiamo avuto il piacere di avere come ospiti i nostri clienti che acquistano e apprezzano il Crudo di Cuneo – aggiunge Luca Allasia, amministratore delegato pro tempore di Carni Dock -. Siamo l’unica realtà ad avere il macello vicino al prosciuttificio, con suini a km zero, provenienti da allevamenti selezionati della provincia di Cuneo, di Asti e da 54 Comuni da quella di Torino. Inoltre, grazie alla carta d’identità fissata ad ogni prosciutto, leggibile con un QR code, si può conoscere l’esatta provenienza del prodotto, garanzia unica di un prosciutto Dop”.
Un momento della visita
Durante il pomeriggio, i partecipanti hanno potuto conoscere più a fondo la produzione del Crudo di Cuneo, scoprendo così tutte le fasi di lavorazione del prodotto: la salagione (1° sale e 2° sale), il periodo di riposo, la pre-stagionatura – durante la quale vengono eseguite due o più applicazioni di sugna (sugnatura) allo scopo di proteggere la parte della coscia non ricoperta dalla cotenna – e la successiva di stagionatura che può durare anche più di un anno. Complessivamente il processo produttivo dura 24 mesi. Dal punto di vista nutrizionale il prosciutto Crudo di Cuneo Dop appartiene alla categoria dei salumi magri, con basso contenuto di sale. La riduzione del contenuto di sale è consentita dalle condizioni igieniche ottimali nelle quali vengono lavorate le cosce e dal rispetto rigoroso della catena del freddo nelle prime settimane di lavorazione.
L’iniziativa rientra in un programma di azioni più complessivo realizzato insieme ai Consorzi di Tutela dei formaggi Bra e Raschera Dop e al Consorzio vini del Piemonte ed è cofinanziato dalla Regione Piemonte nell’ambito del PSR 2014.2020 Misura 3.2.1.