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L’ISTITUTO DEL VERMOUTH DI TORINO A VINITALY 2018
Con uno stand nello spazio della regione piemonte
50 etichette in degustazione e SI PRESENTANO TRE NUOVI SOCI
L’Istituto del Vermouth di Torino, l’associazione di produttori che raccoglie la grande maggioranza della produzione di questa storica denominazione, compie un anno e si presenta alla cinquantaduesima edizione di Vinitaly a Verona con un grande lavoro istituzionale e di eventi organizzati sia in Italia sia all’estero all’attivo. Ancora più grande il compito che l’Istituto ha davanti: il recupero della memoria collettiva di un prodotto così familiare per secoli in Italia e nel mondo, la riaffermazione delle radici culturali piemontesi - dalla casa Savoia ai Vermouth delle case storiche e dei nuovi produttori -, la rinascita e il rilancio di prodotti rinnovati da grandi e piccoli marchi, uniti per questo riconosciuto “Made in Italy”.
Allo stand dell’Istituto presso la Regione Piemonte nel Padiglione 10 saranno in degustazione circa 50 etichette nelle diverse tipologie, con l’inclusione di tre nuovi soci con i marchi Calissano di Alba, Casa Martelletti di Asti e Peliti’s di Torino che si aggiungono a Berto, Bordiga, Carlo Alberto, Carpano, Chazalettes, Cinzano, Giulio Cocchi, Del Professore, Drapò, Gancia, La Canellese, Martini & Rossi, Giovanni Sperone, Tosti e Vergnano.
“Nel secondo anno di vita – dice il presidente Roberto Bava - l’obiettivo sarà l’istituzione dei controlli qualitativi dell’Indicazione Geografica con tutti gli organi preposti che faranno del Vermouth di Torino un nome garantito e di riferimento per qualsiasi altra produzione nazionale o internazionale e per il consumatore un fondamento di certificazione e di qualità. L’Istituto poi continuerà a proporre e partecipare a eventi, seminari e fiere: già confermata la presenza a Vinum ad Alba e al Bar Convent Berlin con un proprio stand”.
Lunedì 16 aprile alle 16 nello lo Spazio Eventi della Regione Piemonte sarà presentato “Il Grande Libro del Vermouth di Torino” appena pubblicato, a cura degli storici del vino Giusi Mainardi e Pierstefano Berta (socio onorario dell’Istituto), per Edizioni OICCE di Canelli per diffondere le conoscenze di questo storico prodotto piemontese.
Marianna Natale
COOCON MALDIVES: TRE STAR DELLA TAVOLA
lancia una nuova iniziativa che porta sull’isola i grandi nomi della cucina italiana e internazionale
Tradizione e innovazione culinaria si incontrano durante gli appuntamenti della Gourmet Weeks, l’iniziativa ideata dallo chef Giovanni De Ambrosis per far conoscere ai turisti l’eccellenza della cucina mondiale
I due chef stellati Riccardo La Perna eMatteo Vigotti, l’imprenditore Massimo Vidoni- fondatore di Italtouch, azienda che commercializza prodotti a base di tartufo e fornitore ufficiale della famiglia Trump e di alcuni emiri- e il giovane pasticcere Davide Steffenini: sono questi alcuni dei nomi che rappresentano il panorama internazionale della buona cucina attesi a Cocoon Maldives per l’iniziativa Gourmet Weeks. A partire dal prossimo 13 aprile, il resort maldiviano aprirà, infatti, le porte a una serie di appuntamenti settimanali dedicati all’eccellenza culinaria.
Nella splendida cornice dell’isolotto di Ookolhufinolhu, gli ospiti potranno prendere parte ad esclusivi show cooking, durante i qualigli chef daranno prova della loro sapiente arte culinaria. Per gli amanti della buona cucina questo sarà un vero e proprio spettacolo, un connubio perfetto tra cibo e design capace di far vivere ai presenti un’esperienza multisensoriale.
Dopo il successo avuto da Simone Zambon(titolare del ristorante MoMa l’ospite e il gusto), che il 16 febbraio scorso, con il suo show cooking ha incantato il pubblico, lo chef di Cocoon Maldives Giovanni De Ambrosisha deciso di far diventare questi spettacoli culinari un appuntamento fisso.
A dare il via alla Gourmet Weekssarà l’artista del dolce Davide Steffenini, talentuoso pasticcere, titolare dal 2012, a Varese, di dolceMente. Dopo un menù dal gusto francese ideato dallo chef Giovanni De Ambrosis, Steffenini delizierà gli ospiti con le sue dolci creazioni dal tema “Sicilia ai tropici”, arancia, pistacchio e mandorle si uniranno con frutto della passione, lime, ananas e cocco, dando vita a sapori inaspettati e freschi.
Grande attesa, poi, per due protagonisti del panorama stellato, rinomati in tutto il mondo e fiore all’occhiello della cucina italiana a livello internazionale.
Il primo il siciliano Riccardo La Perna, chef dell’ 8 1/2 Otto e Mezzo Bombana a Shangai e detentore di due stelle Michelin.
Nel suo ristorante offre il meglio dell’Italia esaltando la cucina regionale lombarda, piemontese, toscana e siciliana.In questi anni trascorsi in Cina, La Perna ha saputo anche lasciarsi stregare dagli antichi sapori locali, favorendo la fusione tra le due differenti tradizioni culinariee creando delle vere e proprie opere d’arte per il palato.
Il secondo nome è quello dello chef stellato Matteo Vigotti. A Cocoon Maldives porterà la sua originalità, espressa sempre nel solco della tradizione culinaria italiana e la sua filosofia basata sull’equilibrio e l’armonia.
Vigotti ha saputo, nel corso della sua carriera, spaziare dalle tecniche innovative e creative spinte quasi all’eccesso, fino al ritorno a una cucina incentrata sull’appagamento del palato e sulla scelta delle materie.
Durante le Gourmet Weeks non mancheranno poi gli appuntamenti dedicati a uno dei simboli dell’Italia: la pizza. Lo chef Sebastiano Ficara, maestro nell’arte dell’impasto, porterà a Cocoon il gusto e il piacere della tradizionale.
Tartufi e cucina asiaticacompleteranno infine gli incontri: insieme a Massimo Vidoni - “The truffle man”, “l’uomo dei tartufi” -, patron dell’azienda Italtouch, famosa in tutto il mondo per l’esportazione e il commercio dei tartufi, ci sarà la giapponeseYoriko Tsuruda, insegnate di superfood.
Stefano Fassone
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tel: 347 4020062
TORNA UNCONVENTIONAL GELATO: PROFESSIONALITÀ E AUTOIRONIA
Dal 19 aprile la seconda stagione del talk show: sarà itinerante e ricca di ospiti. I protagonisti del 2017 ospiti di “Alessandro Borghese Kitchen Sound”
Unconventional Gelato scalda i motori. Al via il 19 aprile 2018 la seconda stagione del fortunato talk show condotto dal gelatiere fiorentino Vetulio Bondi che vede protagonista il mondo della gelateria. Il format, ideato dalla società GSG Service e messo in onda su Facebook e Youtube presenterà dieci puntate itineranti ricche di protagonisti d’eccezionedurante le quali i maestri gelatieri si racconteranno al pubblico tra aneddoti personali e professionali per scoprire l'uomo dietro al professionista.
I protagonisti dell’edizione 2018 di Unconventional Gelato saranno dieci professionisti provenienti da tutta Italia: cinque sono stati selezionati dalla redazione, mentre gli altri cinque sono stati selezionati tramite i casting organizzati durante Sigep 2018 allo stand di Bravo Spa, main sponsor del progetto. Di questi, quattro sono già sicuri protagonisti del talk show, mentre l’ultimo sarà scelto tramite un ballottaggio online tra quattro, sui social del programma, tra il 4 e il 18 aprile. Ogni episodio vedrà inoltre la partecipazione di ospiti a sorpresa, senza dimenticare i protagonisti della prima edizione, che accompagneranno i gelatieri e Vetulio Bondi durante le puntate.
“Con Unconventional Gelato – spiega Francesca Chiarello, project manager di GSG Service – vogliamo presentare al pubblico una figura professionale che ha ancora poca visibilità, ma che ha molto da raccontare. Il lavoro del gelatiere richiede grande maestria, preparazione e innovazione, ma è una figura in grado di non prendersi mai troppo sul serio, in grado di raccontarsi con leggerezza e di regalare ad adulti e bambini un momento di allegria.
L’edizione dello scorso anno ha avuto oltre 1 milione di visualizzazioni su Facebook e i protagonisti sono pronti a sbarcare in televisione: in estate saranno ospiti di alcune puntate del programma Alessandro Borghese Kitchen Sound, tema Icecream, in onda su Sky Uno HD all’ora di pranzo. Siamo felici di aver contribuito a far conoscere questo mestiere e avergli dato la visibilità che merita.”
Media partner di Unconventional Gelato saranno Dissapore e I Love Italian Food e il programma sarà nuovamente realizzato assieme a Bravo Spa, a cui quest'anno si aggiungono Streetfoodie come partner tecnico e altri sponsor in via di definizione. La serie andrà in onda da aprile a settembre sul canale Youtube, la pagina Facebook, il canale Instagram e il sito di Unconventional Gelato.
Michele Bertuzzo
IL CAVALLO ? 4.000 ANNI. IN MOSTRA ALLA PINACOTECA ZUST
A cura di: Alessandra Brambilla e Claudio Giannelli
Il tema che la Pinacoteca cantonale Giovanni Züst di Rancate (Cantone Ticino) affronta nel suo consueto appuntamento con il collezionismo, quest’anno si presenta di particolare suggestione.
Proveniente dalla Collezione Giannelli, una delle più importanti al mondo nel settore, ad essere proposta è una originale, straordinaria parata di “morsi da cavallo”, comprendente esemplari unici o comunque rarissimi di epoca mesopotamica, greca, romana, medievale e rinascimentale, con alcuni pezzi che risalgono addirittura al 1’400 a.C.
Le serie che riuniscono i morsi italici e quelli dell’antico Luristan (regione montagnosa degli Zagros), presenti nella Collezione, sono considerate ineguagliabili per la loro rarità e loro bellezza.
La mostra “Il Cavallo: 4’000 anni di storia. Collezione Giannelli“ è promossa dalla Pinacoteca Züst ed è curata da Alessandra Brambilla e Claudio Giannelli. Si potrà ammirare nella Pinacoteca di Rancate dal 6 maggio al 19 agosto.
Non solo morsi, speroni e staffe, in mostra. La millenaria frequentazione uomo-cavallo vi è documentata anche attraverso dipinti, incisioni e libri antichi. Non manca nemmeno un raro cavallo a dondolo di epoca settecentesca, appartenuto ad un rampollo di nobilissimo lignaggio.
Il sottotitolo dell’esposizione sottolinea come siano “appena” 4'000 gli anni che hanno visto il fiero quadrupede diventare “Equus frenatus” (“cavallo imbrigliato”), ovvero un cavallo regolato nei suoi movimenti e nella sua andatura attraverso il morso.
Quattromila anni possono sembrare molti ma sono un battito di ciglia se rapportati ai 4 milioni e più di anni di storia del genere Equus, che ha dato origine a tutti i cavalli contemporanei, agli asini e alle zebre. Risale a circa 700 mila anni fa il genoma del più antico cavallo che sia stato finora sequenziato. Si tratta di un Equus lambei, le cui ossa sono state rinvenute nel terreno perennemente ghiacciato del territorio canadese dello Yukon. Tra i 40 e i 50 mila anni fa, si colloca la comparsa del cavallo domestico (Equus caballus) di oggi si contano circa 400 razze diverse, con specialità di ogni tipo, dal traino alla corsa.
Ancora più recentemente, appunto all’incirca 6'000 anni fa, i nomadi delle steppe asiatiche addomesticarono probabilmente i primi cavalli. E da quel momento, il rapporto tra l’uomo e l’animale si è fatto intenso, persino simbiotico.
La mostra prende il via presentando proprio i manufatti di una di queste popolazioni, gli Sciti, che si muoveva in quei territori, per proseguire con gli eccezionali morsi provenienti dal Luristan, regione montuosa dell’attuale nord-ovest iraniano.
Si prosegue quindi con un viaggio attraverso i secoli e le civiltà: etruschi, greci, romani, per arrivare al Rinascimento e ai giorni nostri.
Sino a decenni recenti, ma ancora oggi in alcune parti del pianeta, il cavallo è stato ed è il “motore” vivente delle attività agricole, dei trasporti, delle guerre. Da 4’000 anni è l’ammirato compagno dell’uomo nello sport e nelle parate. Simbolo del prestigio che in tutte le civiltà e società ha ammantato il cavaliere e, per riflesso, la sua cavalcatura.
Il morso, oltre che simbolo di potere, è stato spesso un mezzo estetico di ostentazione della ricchezza, una chiave di identificazione e riconoscimento sociale ed anche oggetto rituale.
Ogni civiltà, ogni epoca, ogni terra ha contribuito all'elaborazione del morso. Nel corso dei secoli i fabbri hanno prodotto degli oggetti a volte simili, ma in numerosi casi i manufatti così creati hanno assunto fogge anche molto diverse.
Artigiani-artisti, i fabbri hanno accompagnato la storia dell'equitazione producendo oggetti che vanno ben al di là della semplice funzione di strumento di comunicazione tra il cavaliere ed il suo cavallo. Ponendosi come veri e propri capolavori d’arte.
In mostra, accanto ai morsi, sono esposte altre “eccellenze” della Collezione Giannelli, naturalmente tutte incentrate intorno al Cavallo. Dai primi testi rinascimentali dei grandi maestri (Grisone, Pignatelli, Fiaschi, Ferraro, ecc.) all’Encyclopédie, con le illustrazioni riservate all’equitazione. Insieme a dipinti, incisioni, disegni, sculture. Ma anche particolari e rari accessori quali ipposandali e falere d'epoca romana, staffe in legno scolpito sud-americane, campanelline da cavallo in bronzo mesopotamiche e molto altro ancora.
Tutto a testimonianza di una forte passione e di uno sconfinato amore per il cavallo e di un artigianato che sa farsi grande arte.
Informazioni:
Pinacoteca cantonale Giovanni Züst
CH-6862 Rancate (Mendrisio), Cantone Ticino,Svizzera
Tel. +41 (0)91 816 47 91;
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; www.ti.ch/zuest
Orari, prezzi e servizi:
6 maggio – 19 agosto 2018
Chiuso il lunedì. Festivi aperto.
Maggio e giugno: 9-12 / 14-17
Luglio e agosto: 14-18
intero: CHF/€ 10.-
ridotto (pensionati, studenti, gruppi): CHF/€ 8.-
Visite guidate su prenotazione anche fuori orario; bookshop; audioguide; parcheggi nelle vicinanze.
Si accettano Euro.
Ufficio stampa
per la Svizzera: Pinacoteca Züst – Rancate (Mendrisio), Cantone Ticino, Svizzera
Tel. +41 (0)91 816.47.91; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
per l’Italia: Studio ESSECI – Sergio Campagnolo – Padova, Italia
Tel. +39 049.663.499; Roberta Barbaro Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.www.studioesseci.net
COME RAGGIUNGERE LA PINACOTECA ZÜST
Rancate si trova a pochi chilometri dai valichi di Chiasso, Bizzarone (Como) e del Gaggiolo (Varese), presso Mendrisio, facilmente raggiungibile con l’ausilio della segnaletica. Per chi proviene dall’autostrada Milano-Lugano l’uscita è Mendrisio: alla prima rotonda si gira a destra e mantenendo sempre la destra si giunge dopo poco più di un chilometro nel centro di Rancate. La Pinacoteca è all’inizio della piazza della chiesa parrocchiale, sulla sinistra della strada. Rancate è raggiungibile anche in treno, linea Milano-Como-Lugano, stazione di Mendrisio, e poi a piedi, in 10 minuti, o con l’autobus (linea 524, Mendrisio-Serpiano).
PIENZA L'ARTE DI LUCIANO REGOLI
Mostra a cura di Sara Mammana e Roggero Roggeri
Inaugurazione della Mostra: Pienza, Sala Consiliare del Palazzo Comunale, sabato 2 Giugno 2018, ore 11.00
L’ideale perfezione di Pienza, patrimonio UNESCO nel cuore della Val d’Orcia, è il naturale palcoscenico per un’importante mostra di Luciano Regoli, l’artista che ha fatto del contrasto all’asserita “Morte della Pittura Figurativa” la sua missione. L’esposizione vedrà anche la presenza di una selezione di opere dei suoi allievi appartenenti alla Scuola dell’Elba, da lui fondata.
Nelle sale di Palazzo Salomone Piccolomini, vero gioiello architettonico che sorge nel cuore della “Città Ideale”, sede dell’Associazione Culturale “Biagiotti per l’Arte” che promuove l’evento nell’ambito del progetto “La Forma della Bellezza”, ad essere esposti, dal 2 al 24 giugno, sono un buon numero di suoi dipinti “bellissimi”, superlativo che, per i parametri di una certa contemporaneità, poco o nulla si abbina all’arte.
Opere perfette per impianto compositivo, cromatismo, atmosfere. Una pittura, quella di Regoli, fatta di mestiere sopraffino, di dominio della Grande Arte di antica tradizione. Una pittura dove tecnica e sentimento si coniugano alla perfezione, per contemperare ragione e anima.
Si tratta di ritratti, scene di tradizione religiosa, quadri di figura, nature morte, paesaggi. Di tutti quei Generi, in sintesi, che sono stati repertorio straordinario della grande arte classica.
Mai copie o pedisseque “riprese”, ma opere originali, assolutamente contemporanee, fresche, innovative, create però con quell’ “ingegno” che sarebbe stato richiesto ad un grande Maestro nella Firenze del Rinascimento o nella Venezia di Tiziano e che Regoli, con apparente naturalezza, che invece è frutto di uno studio costante e appassionato, applica e insegna ad una schiera di allievi che, protagonisti anch’essi dell’esposizione, da mezzo mondo, approdano alla sua Scuola della Valle di Lazzaro, all’Elba. Oltre a Regoli, infatti, esporranno pittori di talento quali: Alessandra Allori, Ronaldo Boner Jr, Marco De Sio, Gabriella Volpini e John Carlton Watkins.
Nell’annunciare la mostra pientina, i curatori, Sara Mammana e Roggero Roggeri, richiamano “5000 km per vedere un orecchio. La morte della Grande Pittura”, lo scritto programmatico nel quale Regoli avanza un’acuta analisi e un’approfondita riflessione sul ruolo e il significato della pittura figurativa attraverso i secoli. Fino a giungere alla triste constatazione che troppo spesso, nel contesto contemporaneo, questa forma d’arte è messa a tacere per l’avanzare, apparentemente inesorabile, dei nuovi linguaggi espressivi che il Novecento ha prodotto.
“Tuttavia, fortunatamente, la morte della Grande Pittura, denunciata da Regoli, non è ancora del tutto avvenuta e viene da chiedersi - scrivono i Curatori, all’interno del catalogo scientifico che correda la mostra - che cosa renda, ancora oggi, la tradizione pittorica classica viva e attuale, e perché esistano tuttora artisti che, in maniera alternativa rispetto alle varie forme dell’arte contemporanea, ricerchino con passione, nell’armonia delle forme e nella fatica dell’apprendimento delle tecniche antiche, il mezzo di espressione indispensabile per generare un’arte figurativa non obsoleta ma assolutamente al passo coi tempi”.
Il modus operandi di Regoli e della sua scuola si inserisce perfettamente nel progetto “La Forma della Bellezza”, ideato e promosso dall’Associazione Culturale “Biagiotti per l’Arte” allo scopo di sostenere e valorizzare coloro che, soggetti pubblici o privati, nel campo delle arti figurative, si prodigano per insegnare ai propri giovani allievi le tecniche e i segreti che hanno fatto dell’Italia la più grande fucina di talenti artistici al mondo.
L’Associazione, con sede in Pienza, fortemente voluta dalla famiglia Biagiotti, che da più generazioni si occupa, con grande successo, di alto artigianato, ha come idea fondante l’assoluta necessità di evitare che il nostro genio in campo artigianale e artistico, per il quale siamo universalmente conosciuti e apprezzati, vada irrimediabilmente perduto.
Informazioni:
Luciano Regoli e la Scuola dell’Elba
a cura di Sara Mammana e Roggero Roggeri
Mostra promossa da: Associazione Culturale “Biagiotti per l’Arte”
con il patrocinio di Comune di Pienza e UNESCO Sede Mostra: Palazzo Salomone Piccolomini, corso Rossellino, 41, Pienza Orario di visita: Tutti i giorni 10,00/13,00 – 15,00/18,30 Ingresso Libero Organizzazione: Associazione Culturale “Biagiotti per l’Arte”, tel. 3406739044, facebook: biagiottiperlarte Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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