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PREMIO GIORNALISTICO PER IL 60° DELLA CANTINA DI CLAVESANA
Al Vinitaly la cooperativa presenta l’iniziativa che si concluderà nella primavera 2019
Un premio per incentivare la promozione e la valorizzazione dell’immagine della Cantina di Clavesana attraverso giornali, tv, web e magazine in Italia e all’estero. È questa l’iniziativa che lancia in occasione di Vinitaly 2018, dal 15 al 18 aprile, la cooperativa guidata da Giovanni Bracco, una realtà piemontese che conta 260 soci, un territorio di 22 Comuni e 380 ettari di vigneti di Langa.
Lo stand della cantina è nel Padiglione 10 Piemonte posizione H2.
«È la prima delle tante iniziative che organizzeremo per l’avvicinarsi dei primi 60 anni della cantina – dice il presidente Bracco – . La cooperativa è nata il 27 aprile 1959 da 32 soci fondatori. La nostra è una terra con tante storie da scoprire e raccontare: la viticoltura e le colline, ma anche le persone, i vini, la cucina, i giovani. Ci auguriamo che in tanti raccolgano l’invito a scrivere, mostrare per immagini e parlare di Clavesana, della cantina e della sua gente».
La competizione è aperta all’attività giornalistica in ambito nazionale e internazionale. Saranno presi in considerazione articoli e servizi pubblicati su quotidiani, settimanali, mensili e riviste tecniche e trasmissioni radiofoniche e televisive, siti web, editi in Italia e all’estero. Gli articoli pubblicati nel periodo 1° maggio 2018 – 30 marzo 2019 devono avere come tema la realtà, la storia, le persone e il territorio della Cantina di Clavesana con espliciti riferimenti agli aspetti vitivinicoli e agricoli, storici, economici, umani, sociali, gastronomici, tradizionali e culturali. Il conferimento del premio avverrà durante la tradizionale Festa di primavera ad aprile 2019 che apre simbolicamente le celebrazioni del sessantesimo. Al vincitore andranno 2.500 euro.
Coloro che intendono concorrere al Premio devono inviare tre copie di ogni articolo o servizio sul tema in concorso alla Cantina di Clavesana in Borgo Madonna Neve 19, 12060 Madonna della Neve, Clavesana (CN) entro il 30 marzo 2019 con lettera raccomandata (farà fede il timbro postale di partenza). Devono essere visibili data di pubblicazione e testata; devono essere indicati nome, indirizzo e recapito telefonico dell’autore e della testata.
Vinitaly 2018
La simbolica apertura della prima bottiglia della vendemmia 2017 è avvenuta a fine marzo: allo stand della Cantina di Clavesana ora saranno in degustazione tutti i vini della nuova annata. «È stata una vendemmia scarsa con poca uva, ma buona – dice il direttore ed enologo Damiano Sicca –. È un annata su cui scommettiamo, nonostante a causa del caldo dell’estate la produzione abbia subito un calo di oltre il 10 per cento».
Allo stand (Padiglione 10, H2) saranno presenti insieme all’enologo, anche Gianluca Gallo, responsabile commerciale, Alessio Chiavarino, coordinatore promozione, e Massimo Pappalardo, collaboratore commerciale.
La Cantina di Clavesana produce Langhe, Barolo, Dolcetto, Dogliani, Barbera d’Alba, Nebbiolo, Pinot Nero, Chardonnay e Spumante Metodo Classico. Per appuntamenti: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Altre info: www.inclavesana.it
La Cantina di Clavesana: carta d’identità
27 aprile 1959 data di nascita (32 soci fondatori)
260 soci attuali
380 ettari
2,5 milioni di bottiglie
iShock
Serata Partigiana
Un omaggio alle Donne della Resistenza, raccontando l'effettivo ed importante apporto alla battaglia contro il fascismo per far finire la guerra. Lo spettacolo si svolge con leggerezza, mantenendo il rispetto dovuto, il pubblico verrà coinvolto durante la celebrazione di un rito, una performance collettiva che lascerà un segno importante nella memoria di tutti noi, un ricordo di cui diventeremo testimoni attivi, prendendo in custodia un pezzo di storia al femminile e tanti bei motivi per continuare a resistere.)
- Martedì 24 aprile aperto
- Mercoledì 25 aprile aperto a pranzo
- Giovedì 26 aprile chiuso
- Martedì 1 maggio aperto
- Mercoledì 2 e Giovedì 3 maggio chiuso
PASQUA VINI: ROSSO E ROSA PROTAGONISTI A VINITALY
Rosso e rosa!!! Ecco i colori del Vinilaty firmato da Pasqua Vini – Pad 5 C2 – che quest’anno, nel corso della rassegna dedicata al meglio del vino italiano, punta a distinguersi con la qualità dei sui vini e l’originalità delle sue proposte.
Rosa perché sarà il Pasqua Pink Aperitif, domenica 15 aprile alle 12.30, ad aprire ufficialmente il calendario delle attività allo stand della maison con una proposta davvero originale: una intervista semi-seria tra Riccardo Pasqua, ad dell’azienda, e Chicco Cerea, chef del ristorante Da Vittorio, Tre Stelle Michelin. Sarà una insolita e divertente chiacchierata, durante la quale, tra un calice di rosé 11 Minuti e assaggi di finger food stellati, i presenti saranno coinvolti in un piacevole viaggio tra gusto e curiosità.
E dal rosa si passa al rosso della passione e della potenza, con l’Amarone Famiglia Pasqua, con una degustazione - evento che Gambero Rosso dedica ai vini selezionati per i Tre Bicchieri “Tre Bicchieri, Vinitaly 2018 Special Edition” sempre domenica 15 aprile, dalle 11.30 alle 16.30, Sala Argento 1, Piano 1, Pala Expo, Ingresso A2 (per accedere è necessario l’accredito). Sarà un appuntamento su invito durante il quale i presenti potranno degustare il grande rosso veronese, icona dell’enologia italiana nel mondo.
Grande attesa infine per l’esclusivissima cena di gala in calendario lunedì 16 aprile presso la Cantina di Belvedere, durante la quale gli ospiti, italiani e stranieri, verranno stupiti con un menù firmato dallo chef Chicco Cerea. La serata sarà ispirata al tema del labirinto e non mancheranno soprese davvero originali, nate dalla fusione tra arte, vino, bellezza, forza e passione.
Lucia Vesentini
DAL MERLUZZO ... ALLO STOCCAFISSO!
Martedì 17 Aprile 2018 alle ore 16,30,
presso la sede dell'Università Popolare Sestrese incontro con proiezione
su:
Dal merluzzo ... allo stoccafisso!
Il prof. Francesco Surdich (già docente di Storia delle esplorazioni e scoperte geografiche presso la Facoltà di lettere dell'Università di Genova) :
Parlerà del viaggio del mercante veneziano, Pietro Querini che, partito con 68 uomini di diversa nazionalità dall'isola di Creta nel 1431, dove si era recato a caricare merci (in particolare vino di Malvasia) da portare nelle Fiandre.
Dopo aver doppiato il temibile capo Finisterre, la nave fu gettata da un forte vento di scirocco verso le isole inglesi Scilly. Spinta al largo fece naufragio e dopo una serie di vicissitudini,, dopo essere giunti a nord tra le Shetland e le Faroer,, i 16 superstiti sbarcarono il 6 gennaio 1432 nelle Lofoten (Norvegia) e furono tratti in salvo da alcuni pescatori che li trasportarono nell'isola di Rustenne (Rost), dove sarebbero rimasti per tre mesi e undici giorni.
Al suo ritorno in patria scrisse un'interessante relazione, nella quale per la prima volta si parla dello stoccafisso e si illustrano gli usi alimentari di quelle popolazioni. Saranno letti e commentati i passi più importanti dedicati dalla relazione a questo argomento.
Il fotografo Marco TOMASSINI proietterà e commenterà le foto da lui fatte nelle Isole Lofoten sulla lavorazione del merluzzo.
La sezione Cucina UPS presieduta da Pier Ugo Tammaro, farà una panoramica sullo stoccafisso nella cucina ligure. Ingresso: Libero.
IL GALLO NERO DIVENTA SEMPRE PIU' VERDE
I produttori del Chianti Classico mostrano sempre più attenzione verso l'agricoltura sostenibile e la conduzione biologica del vigneto. Un trend in crescita iniziato nei primi anni 2000 che oggi coinvolge un numero sempre più importante di aziende viticole nel territorio del Gallo Nero.
La prima forma di tutela nel Chianti Classico fu istituita dal Granduca Cosimo III de' Medici, che nel 1716, consapevole del valore di un territorio particolarmente vocato per la viticoltura di qualità, ne definì per la prima volta i confini, per difendere un patrimonio unico al mondo e contrastare le contraffazioni.
Oggi questa regione gode in primis della tutela dei suoi attori principali, i viticoltori, che sono i veri e propri custodi della loro terra: da un recente sondaggio effettuato dal Consorzio Vino Chianti Classico sulla propria base sociale, emerge infatti un trend in crescita verso la viticoltura biologica e le buone pratiche di un’agricoltura sostenibile.
Da un campione di 115 aziende (circa un terzo delle aziende socie del Consorzio che imbottigliano Chianti Classico con propria etichetta) risulta infatti che il 62% ha già la certificazione biologica o è in conversione. Le prime certificazioni risalgono alla fine degli anni 90 e negli ultimi 5 anni sono state numerose le aziende che hanno richiesto la certificazione.
L'utilizzo di componenti chimiche per trattare i vigneti, dichiarano i produttori, è limitato ben al di sotto le soglie limite imposte dalla UE e in alcuni casi è del tutto eliminato, a favore di metodi alternativi.
Ma il sondaggio effettuato dal Consorzio non evidenzia unicamente questo aspetto.
La sostenibilità gioca un ruolo importante: quasi il 70% delle aziende mette in atto buone pratiche di gestione del suolo come l'inerbimento e una su tre sfrutta fonti energetiche alternative come pannelli solari e impianti fotovoltaici. Non sono rari i casi in cui l'energia viene prodotta anche utilizzando le biomasse tramite appositi impianti, e frequente pratica è il compostaggio del materiale organico di scarto, per esempio della potatura, delle fecce e delle vinacce.
Ma non è solo vigneto. Tratto distintivo del territorio del Chianti Classico è anche la sua ricchezza boschiva: meno di un ettaro su cinque è dedicato all'agricoltura, e i restanti sono coperti da boschi. La gestione delle foreste è un tema di grande attualità e insieme una tradizione antica: la pratica di mantenere il bosco "sano" (rinnovamento della vegetazione, contenimento di malattie) concorre alla conservazione della biodiversità e dell'equilibrio dell'ecosistema Chianti Classico.
“Vinitaly è la vetrina per eccellenza del vino italiano, – afferma Carlotta Gori, direttore del Consorzio Vino Chianti Classico - e il fatto che il Salone dedichi una sua sezione alle produzioni biologiche, è la riprova che esiste un forte interesse del pubblico per questa tipologia di prodotto. Ma per il Chianti Classico il rispetto e la tutela del territorio sono qualcosa di più. Il vino è frutto della fusione di due elementi quello naturale e quello umano; la viticoltura biologica e quella sostenibile non sono solo scelte produttive ma atteggiamenti verso la terra che costudiamo.”