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LA LEGA DEL CHIANTI CELEBRA NELLA CATTEDRALE DI SANTA MARIA ASSUNTA A SIENA IL CAPITOLO ANNUALE DELLEINVESTITURE
Legati e Dame hanno sfilato in corteo nel centro città accompagnati dai Tamburi Imperiali della Città di Siena
Sabato 28 ottobre scorso, alle ore 10,45 il corteo delle Dame e dei Legati della Lega del Chianti, con i loro bellissimi mantelli porpora e oro, ha lasciato la sede dell’Accademia Chigiana per raggiungere la Cattedrale Metropolitana di Santa Maria Assunta di Siena dove si è svolto il Capitolo Annuale con la Santa Messa delle Investiture. Ha presieduto la concelebrazione Eucaristica, S.E.R. Mons. Antonio Buoncristiani, Arcivescovo Metropolita di Siena – Colle di Valdelsa – Montalcino, Legato di Collare della Lega del Chianti.
A concelebrare la Santa Messa, oltre a diversi altri Reverendi sacerdoti, è stato S.E.R. Mons. Luciano Giovannetti, Vescovo Emerito di Fiesole, Legato di Collare, nonché Correttore della Lega del Chianti, al quale il Capitano Generale, Barone Giovanni Ricasoli-Firidolfi, in segno di affetto e devozione ha offerto un dono, in occasione del suo 60° anno di ordinazione sacerdotale.
Al termine della santa liturgia si è tenuto il suggestivo e solenne rito delle Investiture da parte del Capitano Generale dei nuovi aderenti. Suoni ed immagini, gesti e promesse ci hanno riportato indietro nel tempo, in nome di quei valori che hanno sempre contraddistinto la bellissima “Terra del Chianti” che, allora come ora, la Lega del Chianti si propone di proteggere e valorizzare, all’epoca con la spada, oggi con la penna e il verbo promuovendo la cultura, la storia, l'arte di questo magnifico territorio.
La Lega del Chianti è l’unica Istituzione - oltre che la più antica - a far parte della Federazione Internazionale delle Confraternite Bacchiche, che ha la Sede sociale a Parigi (Francia), il cui Presidente, Monsieur Alan Bryden, ha ricevuto proprio quest’anno l’investitura a Legato Ad Honorem.
La giornata si è conclusa con un piacevole momento conviviale alle “Stanze delle Tira” in Fontebranda per brindare con i vini di alcuni Legati d'Opera Produttori, selezionati – come la tradizione impone – dal Mastro Assaggiatore Vini della Lega del Chianti.
Silvia Fiorentini - Ufficio Stampa Consorzio Vino Chianti Classico - Via Sangallo, 41 – Loc. Sambuca 50028Tavarnelle Val di Pesa (FI) Tel. +39 055 8228522 - www.chianticlassico.com
FESTA DELL’OLIO NUOVO: IL 12 NOVEMBRE AL FRANTOIO TURRI
Domenica 12 novembre 2017 il Frantoio Turri di Cavaion Veronese presenterà l’olio nuovo: quest’anno la produzione diminuisce ma le rese sono già al 16%
Torna l’appuntamento con Fratelli Turri per la Festa dell’olio nuovo. Il frantoio di Cavaion Veronese (Verona) apre le porte al pubblico domenica 12 novembre 2017 dalle 10 alle 16. Oltre ad assaggiare l’olio franto quest’anno l’occasione è anche quella di conoscere come viene prodotto. Non solo degustazioni in programma, ma anche visite guidate in frantoio e agli uliveti: 400 piante che oltre a una funzione produttiva hanno anche una funzione didattica. Turri porta avanti un progetto di ricerca su 27 diverse varietà di olive italiane. L'obiettivo è lo studio del comportamento di queste varietà in luoghi diversi dal loro territorio di origine. Il frantoio si trova infatti in una delle zone più a nord d'Italia e d'Europa per la coltivazione dell'ulivo e il progetto nasce proprio per capire come queste piante si adattino all'ambiente che le ospita. Innovazione e ricerca sono infatti alla base del lavoro del frantoio, anche nella scelta dei sistemi di produzione: Giancarlo Turri, fondatore dell’azienda, è tra i primi in Italia ad aver scelto innovativi impianti di molitura in continuo, anziché i vecchi frantoi a presse.
Durante la giornata, con un'offerta alla Croce Rossa Italiana di Bardolino, si potranno degustare le diverse specialità gastronomiche del Garda, tutti piatti preparati con l’olio nuovo: polenta e renga, pasta e fagioli, bruschette e la tradizionale fogassa.
La Festa dell’Olio nuovo conclude la campagna olearia e lascia spazio a qualche riflessione sulla raccolta, a conclusione di un anno difficile per le avverse condizioni climatiche. Mentre la scorsa annata dopo le difficoltà delle piogge estive si era ripresa con l’autunno e aveva regalato una grande produzione, nel 2017 siccità e grandine hanno contribuito ad un calo produttivo, mantenendo però la qualità del raccolto. “Il 2017 è stato un anno complesso – afferma Laura Turri, co-titolare dell’azienda con i fratelli Luisa, Mario e Giovanni - reso difficile dalla siccità e dalla grandine. La produzione si è dimezzata ma le rese sono molto buone, siamo già al 16 %, e le olive sono arrivate al giusto grado di maturazione in ottima salute. Ci aspettiamo di assaggiare un olio nuovo fruttato, dolce e delicato”.
L’evento è aperto al pubblico e ad ingresso libero, per maggiori informazioni
Info in breve
Quando: domenica 12 novembre 2017
Dove: Cavaion Veronese (Verona)
Orari: dalle 10 alle 16
Modalità di partecipazione: ingresso libero. Con un’offerta alla Croce Rossa di Bardolino sarà possibile degustare, fino ad esaurimento, i piatti tipici conditi con l’olio nuovo.
Press info:
Giada Azzolin
A TAORMINA ROBERTO ANESI MIGLIOR SOMMELIER D’ITALIA PREMIO TRENTODOC
Una stagione di successi per l’Associazione Italiana Sommelier che ha celebrato in Sicilia il 51° Congresso Nazionale
Un’Associazione Nazionale Sommelier in costante crescita, quella presentata dal presidente Antonello Maietta dal palco, nel corso dei lavori del cinquantunesimo Congresso. Uno stato di forma evidenziato dal numero di iscritti e dalla partecipazione ai corsi, in continuo sviluppo, dal consolidamento dei rapporti istituzionali con il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali e con il dicastero dei Beni Culturali. Alle precedenti si aggiunge quest’anno la collaborazione con il Ministero dell’Istruzione. Presenti a Taormina il Sottosegretario del MIPAAF Onorevole Giuseppe Castiglione e la Professoressa Patrizia Marini per la Direzione Generale MIUR.
“La nostra assise annuale ha acceso i riflettori su un’Associazione dinamica e in forma smagliante, in grado di essere testimone fedele e autorevole della crescita del vino italiano e dei territori che gli danno la vita” dichiara Maietta.
La figura del sommelier AIS ha assunto un ruolo sempre più riconosciuto e ricercato nel panorama professionale, anche in funzione delle specializzazioni e dei master post universitari che sono stati avviati con l’Associazione Italiana Sommelier
Dopo le fasi regionali che hanno designato i semifinalisti, in quattro si sono confrontati nella finale per il Concorso Miglior Sommelier d’Italia – Premio Trentodoc. Una formula rinnovata, che ha visto il trentino Roberto Anesi, Massimo Tortora dalla Toscana, Andrea Sala, Lombardia e dal Molise Carlo Pagano stupire la platea per competenza e professionalità, confrontandosi su territori, produttori e abbinamenti con i piatti. Prove di servizio e di comunicazione anche in lingua straniera. Su tutti ha prevalso Roberto Anesi, a cui è andato il titolo di campione 2017.
Enrico Zanoni, Presidente dell’Istituto Trento Doc ha dichiarato: “La sinergia con l’Associazione Italiana Sommelier è un passo fondamentale per l’affermazione del nostro marchio, quale emblema della spumantistica d’eccellenza. Essere partner del Concorso Miglior Sommelier d’Italia, che premia il migliore tra coloro che con grande professionalità promuovono la cultura del buon bere, è per noi il suggello perfetto di questa collaborazione”.
Elisa Braccia
UN GRANDE PERCORSO TRA ARTE E MUSICA
Dall’astrattismo spirituale di Wassily Kandinsky al silenzio illuminato di John Cage
In mostra anche Max Klinger, Paul Klee, Arnold Schönberg, Constantin Ciurlionis, Marianne Werefkin, Oskar Fischinger, Fausto Melotti, Nicolas De Staël, Giulio Turcato, Robert Rauschenberg
Mostra a cura di Martina Mazzotta
L’11 novembre, a Palazzo Magnani di Reggio Emilia, apre al pubblico una grande mostra su arte e musica che parte da Kandinsky e approda a Cage. Dove le nozioni di interiorità e spiritualità vengono indagate come temi aperti, capaci di raccogliere molte suggestioni.
“A partire dalla fine dell’Ottocento, e poi fino ai giorni nostri, anticipa la curatrice Martina Mazzotta, si può individuare un filo rosso che pone la musica in connessione con gli sviluppi dell’arte moderna e contemporanea. Non vi è artista che non si sia confrontato con l’immaterialità dell’arte-sorella, con la sua sovrana indipendenza dal mondo del visibile e dalle finalità riproduttive. Sintomi dell’invecchiamento dell’arte, diceva il filosofo Adorno, sono l’individualismo e il razionalismo sempre più esasperati. Alla musica, allora, va il ruolo di restituire all’arte il suo compito più nobile e antico, quello di divenire sede di idee universali. Negli anni a cavallo tra il XIX e il XX secolo, soprattutto in ambito germanico, il culto di Goethe, il wagnerismo, le indagini in campo filosofico e scientifico riflettono l’esigenza di una aspirazione all’armonia dell’individuo con il tutto, di una spiritualizzazione del lavoro artistico che produce un forte impatto sulle arti figurative, favorendo il ricorso al modello della musica”.
E’ da queste premesse che prende avvio la mostra “Kandinsky->Cage: Musica e Spirituale nell'Arte”, presentando preziosi bozzetti di opere di Richard Wagner (dell’Archivio Ricordi di Milano), la “Fantasia di Brahms” di Max Klinger e una serie di Lubok.
Segue un importante nucleo di una cinquantina di opere di Wassily Kandinsky – dipinti, acquerelli, grafiche – provenienti da musei e collezioni private, tra le quali spiccano quelle di carattere eminentemente musicale, come gli acquerelli dipinti per gli spettacoli teatrali (del Centro Pompidou, Parigi) e per “Quadri di un’Esposizione” sulla musica di Mussorgskij (della collezione universitaria del Castello di Wahn, Colonia).
Dal confronto dialettico con un musicista e artista grande come Constantin Ciurlionis, rappresentato in mostra da opere e spartiti provenienti dall’omonimo museo lituano di Kaunas, nonché dalle suggestioni della musica atonale dell’amico Arnold Schöenberg (poi maestro di Cage), celebrato a Palazzo Magnani come pittore con una straordinaria selezione di dipinti del Schöenberg Center di Vienna, Kandinsky giunge intorno al 1910 all’astrattismo spirituale e apre la via al suono interiore dei segni e dei colori, alla continua ascesa verso la libertà della materia. Le espressioni artistiche, ricondotte all’unità del soggetto e al suo ruolo di artefice, spostano l’attenzione sull’interiorità, su quello che Kandinsky chiama das Geistige in der Kunst (lo spirituale nell’arte). La tensione profetica verso l’età dello spirito che anima l’omonimo libro, scritto nel 1909 e poi pubblicato nel 1912, viene drammaticamente negata dall’avvento del primo conflitto mondiale.
La musica resta tuttavia l’ambito privilegiato, nel percorso di Kandinsky come in quello degli altri artisti in mostra, per proseguire verso la via dell’arte astratta, da interpretare anche in senso mistico, antroposofico, religioso e cosmico. La fusione sinestesica e l’empatia (Einfuehlung) che vedono i fruitori coinvolti in un processo ri-creativo dell’opera, rappresentano presupposti fecondi per guidare i visitatori attraverso il percorso della mostra dove pittura, scultura, teatro, danza e cinema si relazionano alla non-oggettività della musica.
A una sezione su Paul Klee, protagonista imprescindibile in questo contesto, segue un omaggio a Marianne von Werefkin, in collaborazione col Museo d’Arte Moderna di Ascona. La grande pittrice legata a Kandinsky e al Cavaliere Azzurro che fu pioniera nell’affrontare il pensiero artistico come “rivelazione della vita in termini di colore, forma e musica”, senza peraltro mai cedere alla pura astrazione, trova un corrispettivo nel “naturalismo” dell’amico Stravinsky – l’altro protagonista, con Schoenberg, della modernità musicale della prima metà del XX secolo – la cui musica è stata scelta per la visione delle opere dell’artista.
Campane sonore lungo il percorso e video, infatti, consentono di fruire di alcuni nuclei dell’esposizione con accompagnamenti musicali mirati, dei quali il visitatore potrà godere contestualmente e in modo strettamente connesso alla visione delle opere.
La mostra viene animata da brani letterari degli artisti, video e installazioni che invitano a sperimentare in maniera ludica e ricreativa la sinestesia e offrono vere e proprie riscoperte. Come quella della figura di Oskar Fischinger, le cui opere giungono dall’omonimo archivio in California, il quale si ispirò a Kandinsky in maniera multiforme e divenne poi maestro di Cage negli USA, animando tra l’altro “Fantasia” di Walt Disney con la “Toccata con Fuga” di Bach, nella quale molte delle suggestioni della mostra sembrano trovare una sede ideale.
Il percorso prosegue con una selezione di opere di tre artisti particolarmente legati alla musica e alla spiritualità nel secondo Dopoguerra: Nicolas De Staël e Fausto Melotti (entrambi connessi alla figura del collezionista e musicologo Luigi Magnani, proprietario dell’omonimo Palazzo in cui si tiene la mostra) e dei quali vengono presentati e riscoperti preziosi dipinti e sculture musicali (l’“Uccello di Fuoco” di Melotti per esempio, del 1971, non viene esposto da più di tre decenni) e Giulio Turcato, del quale vengono esposti dopo 33 anni acquerelli, maquette, video e musiche di Luciano Berio appartenenti a “Moduli in Viola. Omaggio a Kandinsky”, lo spettacolo realizzato per la Biennale di Venezia del 1984.
La mostra si conclude con un ampio omaggio a John Cage, il musicista, pensatore, poeta e artista i cui princìpi di risonanza interiore e la cui concezione dell’arte come tramite privilegiato di idee universali presenta analogie, rimandi e corrispondenze con la spiritualità kandinskiana. La sezione a lui dedicata si integra con la presenza di opere di altri artisti e si sviluppa attraverso notazioni e documenti audio e video, ma soprattutto attraverso installazioni di grande suggestione che permettono ai visitatori di sperimentare sinesteticamente la poetica cageana. Centrali saranno la ricostruzione di un ambiente anecoico, una “sala del silenzio” nella quale verrà esposta una tela bianca di Robert Rauschenberg, nonché la riproduzione di un teatro che metterà in scena una reinterpretazione in miniatura della composizione per orchestra “Ocean”, durante la quale il visitatore – idealmente seduto nella platea del Teatro Romolo Valli di Reggio Emilia, qui ricreato – sarà avvolto da “onde” musicali provenienti da diversi punti dell’installazione. Presente inoltre lo spartito per pianoforte - il famoso Solo for Piano dal Concert for Piano and Orchestra - che è il capolavoro dell'inventiva di Cage nel campo della notazione musicale.
Palazzo Magnani a Reggio Emilia, che nel 2017 compie venti anni di attività espositiva, è stata abitazione di proprietà della famiglia del filantropo, musicologo e collezionista Luigi Magnani, che volle personalmente destinarla a luogo d’arte. La natura “musicale” della sede – e in generale di tutto il territorio reggiano – conferisce valore e significato alla scelta tematica della mostra.
Anche una delle più importati istituzioni culturali della città, la Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, ha deciso di dedicare, nello stesso periodo della mostra – un momento importante a Wassily Kandinsky. FESTIVAL APERTO 2017 metterà in calendario "Fattore K”, omaggio a Kandinsky, con il 14 ottobre al Teatro Ariosto Ensemble “Giorgio Bernasconi” dell’accademia del Teatro alla Scala, Marco Angius direttore, musiche di Skrjabin, Schoenberg, Webern, Clementi, Donatoni, Stockhausen e l’11 novembre al Teatro Cavallerizza Duo pianistico Emanuele Arciuli - Andrea Rebaudengo, musiche di Skrjabin, Schoenberg, De Hartmann, Debussy, Stravinskij.
Una serie di attività collaterali – concerti, lezioni concerto, conferenze, workshop - realizzate in collaborazione con importanti istituzioni come la Fondazione Nazionale della Danza, oltre ad attività formative e didattiche (in collaborazione con Indaco, Atelier di ricerca musicale ed espressiva e Associazione Stella Maris di Bologna), completeranno e arricchiranno la mostra e l’approfondimento del rapporto tra arte e musica.
La mostra inaugura un’attenzione specifica che la Fondazione Palazzo Magnani riserverà alle persone con disabilità fisica e psichica, in stretta collaborazione con il Progetto Reggio Emilia città senza barriere. Il percorso espositivo sarà arricchito da tridimensionalizzazione di alcune opere realizzate in collaborazione con l’Unione Ciechi di Modena e Reggio Emilia e da soluzioni idonee ad una fruizione delle opere secondo modalità facilitate e affiancamento di personale specializzato, nella consapevolezza che l’arte sia via di accesso privilegiata al benessere di tutte le persone.
La mostra è promossa da Fondazione Palazzo Magnani e Skira Editore con la partecipazione di Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Comune di Reggio Emilia, Regione Emilia Romagna, Provincia di Reggio Emilia, Fondazione Cassa di Risparmio Pietro Manodori, Camera di Commercio di Reggio Emilia.
Il progetto a cura di Martina Mazzotta si pregia di un importante Comitato Scientifico, presieduto da Paolo Repetto e composto da: Enzo Bianchi, Gillo Dorfles, Michele Porzio, Peter Vergo
APERTA LA PREVENDITA ON LINE DEI BIGLIETTI
È possibile saltare la coda acquistando i biglietti online su musement.com, importante marketplace italiano di mostre e musei ed esperienze di viaggio in tutto il mondo.
INGRESSI
Intero € 12
Ridotto € 10 (Amici della FPM; Amici dei Teatri; gruppi composti da almeno 15 persone; militari; over 65; diversamente abile; studenti dai 18 ai 26 anni; soci ARCI; possessori biglietti mostra "2.200 anni lungo la Via Emilia", Musei Civici Reggio Emilia; possessori biglietti Fondazione Magnani Rocca, Traversetolo; promozione 2x1 per i soci Carta FRECCIA che raggiungeranno Reggio Emilia con le Frecce entro tre giorni dalla visita alla mostra; possessori biglietto rassegna cinematografica “Pomeriggi d’Arte” al Cinema Al Corso, Reggio Emilia)
Studenti € 6 (studenti dai 6 ai 18 anni)
Ingresso omaggio (bambini fino ai 6 anni; accompagnatore per visitatore diversamente abile; Giornalista iscritto all’albo con tessera di riconoscimento valida)
VISITE GUIDATE
Visita guidata per gruppi fino a 20 persone = ingresso ridotto + 90 €
Visita guidata per gruppi oltre 20 persone = ingresso ridotto + 5 € a visitatore
Informazioni dettagliate su: www.palazzomagnani.it
Fondazione Palazzo Magnani –Tel. 0522 454437– 444446 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Ufficio Stampa: Studio ESSECI, Sergio Campagnolo tel. +39.049663499
Referente Stefania Bertelli Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
5A EDIZIONE DEL FESTIVAL DELLO SCIACCHETRA'
(Testo e foto di Pietro Bellantone)
Il Festival dello Sciacchetrà, è arrivato alla V edizione. Il progetto voluto così fortemente dall’ex senatore Luigi Grillo, dopo la costituzione di un Consorzio che riuniva la maggioranza dei produttori dell’eccellente passito delle Cinque Terre, si è svolto nel Castello di Riomaggiore. Dopo la tappa iniziale di Monterosso, l’evento è stato replicato, con cadenza annuale, a Vernazza, Corniglia, Manarola, gioielli delle Cinque Terre, territorio riconosciuto dall’Unesco come patrimonio dell’umanità. L'iniziativa, un’operazione di promozione del vino passito ma anche del territorio, è stata promossa dall'Associazione culturale Amici delle Cinque Terre (con Luigi Grillo, Presidente), dal Consorzio produttori dello Sciacchetrà e dal Parco Nazionale delle Cinque Terre, Fondazione Credit Agricole, l'Assicurazione Cattolica e l'azienda NeroLifeStyle. Il convegno aveva come oggetto “I produttori dello Sciacchetrà a difesa del territorio: recupero e valorizzazione delle terre incolte nelle Cinque Terre”.
Panorama
Si sono succeduti a parlare, moderati da un effervescente Andrea Camaiora, molti relatori tra i quali: Fabrizia Pecunia (Sindaco di Riomaggiore), Heydi Bonanini (Presidente Consorzio Produttori Sciacchetrà), Luigi Grillo (Presidente Associazione “Amici delle 5 Terre”), Vittorio Alessandro (Presidente del Parco Nazionale delle Cinque Terre), Massimo Comparini (Esperto e tecnico di Finmeccanica), Virgilio Pronzati: (enogastronomo e giornalista), Luca Fontana (Direttore Dipartimento Agricoltura, Protezione Civile e Turismo della Regione Liguria), Andrea Costa: Consigliere Regione Liguria, Presidente Commissione Ambiente e Territorio, Federico Vecchioni (Amm. Delegato Bonifiche Ferraresi, ex Presidente Confagricoltura).
Panorama
A scaldare i motori ci avevano già pensato il 18 luglio, nel corso di una conferenza stampaente Associazione “Amici delle 5 Terre” e Heydi Bonanini Presidente del Consorzio produttori Sciacchetrà. Il primo aveva evidenziato come fosse assolutamente singolare non trovare ragazzi italiani (e ancor di più spezzini) disponibili a lavorare nelle vigne. Lui stesso ha detto di avere assunto sette dipendenti tutti extra comunitari, perché non essere riuscito a trovare ed assumere degli italiani. Inoltre aveva dichiarato come fosse necessario elaborare un Piano del Parco intercomunale, perché i vari Comuni, hanno adottato regolamenti differenti; ed ancora, invece di evocare un numero chiuso per i turisti, di lavorare per migliorare i servizi. “Abbiamo chiamato al convegno tutti i Sindaci, speriamo che vengano così sarà l’occasione di fare il punto della situazione, tra le Cinque Terre, Val di Vara, Val di Magra», e creare le condizioni per aumentare la produzione di bottiglie di Sciacchetrà e di migliorarne la qualità, conclude l’ex senatore.
Samuele Bonanini
Bonanini, Presidente del ConsorzioPresidente del Consorzio produttori Sciacchetrà e titolare dell’Azienda Possa, invece, si era chiesto come mai non venisse applicata la Legge sulle Terre Incolte e che occorreva tenere conto che la produzione è in calo del 30 per cento a causa della siccità, a causa della quale erano in pericolo vigneti di 40 anni fa. Ha spiegato ancora che a fronte di 500 mila bottiglie prodotte e considerando i 2 milioni di turisti all’anno, “le nostre bottiglie vanno tutte all’estero. Invece bisognerebbe fare come in Piemonte – continua Bonanini – che chi viene qui beve il vino locale” (vedi video al link https://www.youtube.com/watch?v=uvz_e9lUVsw)
Luigi Grillo
Torniamo al convegno di Riomaggiore e gli interventi più significativi. Heydi Bonanini ha asserito che lo Sciacchetrà il celebre vino liquoroso che rientra nella DOC Cinque Terre 1973, è in realtà sconosciuto ai più, nasce in un luogo turistico amato e osannato ma è anche vero che le quantità prodotte ed il costo elevato ne fanno una riserva per pochi e fortunati gourmand. E’ una prelibatezza da sempre accompagnata dal fascino proprio delle sue straordinarie caratteristiche organolettiche, nonché dalla lunga e delicata lavorazione.
Virgilio Pronzati
L’obiettivo: dar vita ad una sorta di Osservatorio permanente che si proponga annualmente con incontri mirati pubblici di aiutare l’attività del Consorzio produttori dello Sciacchetrà sul mercato. Luigi Grillo ha esordito rimarcando come il problema principale fosse quello dovuto alle terre incolte: 30 anni fa erano coltivati 1200 ettari di terra, oggi solo 100. E non si trovano giovani con la voglia e la disponibilità di lavorare la terra. Paradossalmente dal punto di vista turistico le Cinque Terre sono al quarto posto nella classifica delle mete scelte e conosciute a livello internazionale dopo Roma, Venezia e Firenze. Se non avessimo lavorato per la tutela di questo territorio ora probabilmente non sarebbe più così e avrebbe perso la sua attrattività. Dobbiamo riconoscere che lo sviluppo dell'economia turistica, di Spezia e dei dintorni, è dovuta a questa realtà".
Massimo Comparini
La partecipazione dei Sindaci è diventato un momento strategico per lo sviluppo futuro delle Cinque Terre e grazie all’enorme lavoro fatto nel passato per la manutenzione del territorio, oggi non sarebbero diventate la meta turistica che è diventata. Virgilio Pronzati ha messo subito in evidenza come lo Sciacchetrà sia unico nel suo genere per le note iodate e per la sua longevità. Un vino che andrebbe promosso inserendolo, in manifestazioni dedicate, tra i grandi del suo genere: Porto, Sauternes, Tokaji Aszu, Jerez, Malaga, Trockenbeerenauslese.
Federico Vecchioni
Inoltre occorrerebbe realizzare altre iniziative tutte tese a dare maggiore visibilità al prelibato passito: dedicargli un francobollo con l’annullo postale, un premio giornalistico, di pittura e fotografia ecc.
Massimo Caleo
“Lo Sciacchetrà, ma anche i vini delle Cinque Terre, afferma Massimo Comparini, possiedono una mineralità, una sapidità di grande ampiezza, un vino pregiato da far assaggiare a tutti i turisti.
Il folto pubblico
Al fine di intervenire preventivamente all’insorgere di avversità della vite, si dovrebbero utilizzare i droni per controllare dall’alto lo stato dei vigneti. Gli stessi agricoltori potrebbero utilizzare tecnologie avanzate di precisione.
Ristorante Da u Cila
Successivamente è intervenuto Federico Vecchioni già Presidente Confagricoltura e Amministratore delegato Bonifiche Ferraresi, la più grande azienda agricola italiana per superficie agricola utilizzata (Sau). Ha dapprima presentato alcuni notevoli progetti, del valore di centinaia di milioni di €, già realizzati in alcune zone d’Italia come quelli relativi a circa 1000 ettari Sau, in Sardegna, tra Arborea, Terralba e Marrubbiu ed ancora, in Emilia-Romagna, In Emilia-Romagna, a Jolanda di Savoia, con un centro di produzione che opera su una superficie di circa di 3.850 ettari Sau.
Luciano De Battè e Virgilio Pronzati
Ha sostenuto che la gestione di una grande azienda agricola non sia molto differente da quella dedicata ad una di dimensioni limitate e ha dato la disponibilità della sua azienda ad elaborare un programma dedicato alle Cinque Terre.
Il maitre e il patron del ristorante
La conclusione del convegno è stata curata, con toni ottimistici, da Massimo Caleo: “Tradizione e innovazione sono perfettamente compatibili”, un’asserzione che disegna una prospettiva tecnologica per i vigneti locali ben delineata.
I produttori del Consorzio dello Sciacchetrà
All’incontro è seguito un ottimo pranzo, a base di piatti di mare, presso il ristorante “Dau Cila” di Riomaggiore.
I coniugi Grillo proprietari dell'azienda Buranco
Nel tardo pomeriggio nell’ incantevole piazza Vignaioli, i produttori hanno dato la possibilità, a prezzi modici, di degustare presso i loro banchi d’assaggio il Cinque Terre Sciacchetrà e il bianco Doc (Begasti e Buranco di Monterosso al Mare; Forlini Cappellini e Luciano De Battè di Manarola; Arrigoni di La Spezia; Possa e Litan di Riomaggiore).
Gli stands delle aziende Arrigoni e Cappellini
In sintonia con l’amico e collega Virgilio Pronzati, ho trovato tutti i vini, che erano di annate diverse, di ottima qualità e di gran carattere. In particolare il nostro passito che è unico nel suo genere per le sue caratteristiche organolettiche, è di assoluto livello mondiale: con note balsamiche e iodate, profumi di albicocca, di miele di castagno ed erbe aromatiche; di amabile persistenza aromatica (per un ulteriore approfondimento Vi rimando al link di Virgilio Pronzati http://www.tigulliovino.it/dettaglio_articolo.php?idArticolo=15158).
Stand dell'azienda Begasti
Stand dell'azienda Litan
Stand dell'azienda Possa
Alcuni dei tanti visitatori stranieri