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CLAYVER: L'INNOVAZIONE BRINDA AI TRE BICCHIERI
Al Sannio Sant’Agata dei Goti Piedirosso Artus 2015 di Mustilli il riconoscimento della Guida del Gambero Rosso. Un vino fermentato e maturato in Clayver e acciaio per 12 mesi
Un vino affinato nei contenitori in gres porcellanato Clayver è stato insignito per la prima volta dei Tre Bicchieri nella guida Vini d’Italia 2018 del Gambero Rosso. Si tratta del Sannio Sant’Agata dei Goti Piedirosso Artus 2015 di Mustilli. Da uve 100% Piedirosso, ha fermentato in Clayver e acciaio per circa 3 settimane, dove ha proseguito la maturazione per circa 12 mesi. Il vino ha poi affinato in bottiglia per 6 mesi prima di essere messo sul mercato.
“Questo premio è innanzitutto un riconoscimento ad un'azienda, la Mustilli, che vede gratificato il frutto di un lungo lavoro e che ha avuto il coraggio di sperimentare. Ma è indirettamente anche un premio a Clayver e alla tecnologia che lo supporta - afferma Luca Risso, responsabile ricerca e sviluppo di Clayver - I Tre Bicchieri conquistati dall' Artus Piedirosso Sannio Sant’Agata dei Goti doc 2015 ci fanno capire che stiamo andando nella direzione giusta e che le aziende che credono in un prodotto innovativo come il nostro possono raggiungere grandi risultati”.
La particolarità di Clayver è il materiale in cui è realizzato. Si tratta di un gres porcellanato, un materiale resistente agli urti e impermeabile, che non presenta i problemi di assorbimento, di perdita di prodotto e di cessione di sostanze indesiderate tipici di altri materiali. Permette uno scambio gassoso con l'esterno grazie alla sua struttura microporosa, anche se in quantità più limitata e su scale temporali più lunghe rispetto al legno.
Disponibile nelle versioni da 250 e 400 litri, Clayver è disponibile anche con un sistema di supporti modulare, che consente di impilare gli innovativi contenitori. I supporti, progettati dall’azienda Lafal, consentono di impilare i Clayver e quindi di sfruttare al meglio lo spazio all’interno delle cantine, aumentandone la capacità. Oltre a questo agevolano anche una serie di operazioni, come ad esempio il riempimento, lo scarico, il bâtonnage e la pulizia del contenitore.
Clayver è realizzato dall'omonima azienda di Savona, che l'ha immesso sul mercato nel 2014 dopo una lunga fase di studio e sperimentazione.
Press info:
Davide Cocco
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TARTUFO DI ACQUALAGNA E MELA ROSA DEI SIBILLINI PER IL GRAND TOUR DELLE MARCHE
Il gusto si fa glamour, con “Sibillini in Rosa” e con il “sovrano” Tartufo
“L’autunno sarà una seconda estate!” aveva affermato Gianni Bastianelli, direttore dell’ENIT, presentando le proiezioni di un turismo italiano in ascesa anche nel fuori stagione. Ne costituisce un’eloquente testimonianza il Grand Tour delle Marche, che registra il “sold out” agli eventi del circuito e rilancia con proposte imperdibili per food trotters e gourmet, italiani e stranieri!
Il 4 e 5 novembre a Montedinove, nella splendida cornice del borgo storico ascolano, avrà luogo Sibillini in Rosa, un evento tutto incentrato sulla preziosa mela autoctona che cresce in questo territorio. Un misterioso alone avvolge il mito che circonda la Mela rosa dei Sibillini, un frutto antico dipinto in un caleidoscopio di sfumature policrome, autentico baluardo della biodiversità ricco di benefiche doti salutistiche.
A Sibillini in Rosa ci saranno convegni dedicati e presentazioni a tema, il “Mercatino della terra” con tante specialità dell’Appennino, il “Mela Party” per festeggiare in modo innovativo le proprietà del prezioso frutto ed un cooking show per gustare la “signora in rosa” in molteplici variazioni sul tema. Il tutto in una cornice di festa che prevede l’esibizione di musici, artisti di strada e sbandieratori.
All’altro capo della regione, dal 29 ottobre e fino al 12 novembre, per tre week end Acqualagna diventa la piazza più profumata d’Italia, con la cinquantaduesima edizione della Fiera nazionale del tartufo bianco. In questo territorio, trapunto di boschi e costellato da caratteristici centri storici, si raccolgono i due terzi dell’intera produzione nazionale del prezioso fungo ipogeo! Piazza Mattei sarà, come sempre, la casa dei tartufai, mentre al “Palatartufo” saranno in mostra anche altre delikatessen del territorio e di numerose regioni italiane, con un’area dedicata all’artigianato locale del mobile e della celebre lavorazione artistica della pietra.
Grande attenzione sarà riservata alla cultura del cibo, con presentazioni di pubblicazioni a tema enogastronomico e spazio dedicato ai più giovani, con la “caccia al tartufo” e la scuola di cucina per bambini. Intrattenimento a cinque sensi nel “salotto da gustare” e con i vip ai fornelli che esalteranno l’abbinamento del tartufo con altri gioielli gastronomici del territorio, quali la casciotta d’Urbino, le paste, le birre ed i vini.
Tutte le curiosità, le storie e le opportunità per conoscere gli eventi ed i territori del Grand Tour delle Marche, promosso da Tipicità ed Anci Marche, sono reperibili sulla piattaforma www.tipicitaexperience.it, che offre la possibilità di crearsi un proprio menù di visita su misura.
Angelo Serri
SLOW FFOOD. STORIA DI UN'UTOPIA POSSIBILE
La biografia ufficiale del movimento, nato 30 anni fa da un’intuizione di Carlo Petrini, oggi un’organizzazione globale sinonimo di un nuovo stile di vita La presentazione a Torino, presso il Circolo della Stampa
venerdì 27 ottobre alle 21 Il 3 novembre 1987 Il Gambero Rosso, supplemento settimanale del quotidiano il manifesto, pubblicava il Manifesto Slow Food. Sono passati trent’anni e il movimento nato nel 1986 come Arcigola ha fatto davvero tanta strada. Milioni di persone, contadini, artigiani, pescatori, militanti ma anche imprenditori sono stati conquistati dall’uomo che ebbe quell’intuizione, Carlo Petrini.
Trent’anni di storia che hanno portato a risultati straordinari: a partire da Terra Madre Salone del Gusto, che riunisce i produttori agricoli di ogni angolo del Pianeta, alla consapevolezza diffusa della tutela della biodiversità, del futuro della Terra, dei valori della persona e di un futuro sostenibile. Il libro Slow Food. Storia di un’utopia possibile, scritto dal giornalista e scrittore Gigi Padovani, racconta la vita e l’azione di un uomo visionario, pragmatico, cosmopolita, gastronomo agnostico che con la sua squadra è riuscito a trasformare Slow Food in una rete globale presente in 160 paesi del mondo. Aneddoti, progetti e dati per raccontare Slow Food, un’utopia diventata realtà, che ha saputo trasformare profondamente il modo di intendere il cibo. Tra le testimonianze che hanno contribuito a raccontare come Slow Food abbia cambiato per sempre anche il loro modo di intendere il cibo e il vino, Guido Barilla, Alessandro Ceretto, Oscar Farinetti, Giuseppe Lavazza.
Una nuova edizione profondamente rivista e corposamente aggiornata, con il racconto inedito degli ultimi 12 anni, che prende spunto dal volume di Carlo Petrini e Gigi Padovani Slow Food Revolution. Da Arcigola a Terra Madre. Una nuova cultura del libro (Rizzoli 2005). Carlo Petrini: nato a Bra (Cn) nel 1949, ha al suo attivo un costante impegno nella politica e nell’associazionismo. Negli anni Ottanta fonda Arcigola, divenuta nel 1989 Slow Food, di cui è tuttora presidente. Nel 2013 ha ricevuto dall’UNEP il premio Campione della Terra. Tra i suoi libri, Terra Madre. Come non farci mangiare dal cibo (Giunti-Slow Food Editore 2009) e Buono, pulito e giusto (Giunti-Slow Food Editore 2016). Gigi Padovani: nato ad Alba (Cn) nel 1953, è giornalista e scrittore. Per 26 anni ha lavorato a La Stampa, ora collabora a Leggo e altre testate. È membro del Centro Studi Nazionale dell’Accademia Italiana della Cucina, socio Slow Food e volontario del Banco Alimentare. La presentazione del libro si terrà venerdì 27 ottobre alle ore 21presso il Circolo della Stampa di Torino (Palazzo Ceriana Mayneri, Corso Stati Uniti 21). Presentano il libro, insieme all’autore Gigi Padovani, Roberto Burdese, presidente onorario di Slow Food Italia, Oliviero Alotto e Leo Rieserdella Condotta Slow Food di Torino.
Collana I libri di Carlo Petrini
Il libro è acquistabile sullo shop on line di Slow Food Editore Ufficio stampa Slow Food Italia Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.345 2598615
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PARCO CINQUE SENSI
Halloween al Parco Cinque Sensi
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ETICHETTATURA DEL VINO: LA COMMISSIONE EUROPEA DISPOSTA AL DIALOGO
La Commissione Europea si mostra flessibile a valutare eventuali difficoltà nell'applicare la nuova normativa. Per CEVI il rischio è la standardizzazione del prodotto
La Commissione Europea lascia aperto uno spiraglio per i piccoli produttori nei confronti dell’etichettatura nutrizionale del vino. È questo quanto emerso dall’audizione pubblica del 18 ottobre a Bruxelles organizzata dai due parlamentari europei Renate Sommer e Herbert Dorfmann sul tema dell’etichettatura delle bevande alcoliche, in cui Alexandra Nikolakopoulou ha dichiarato che la commissione è disposta a valutare se ci potranno essere eventuali esenzioni o deroghe. L’importanza dell’affermazione deriva dal fatto che la Nikolakopoulou è stata responsabile del rapporto CE rilasciato lo scorso marzo, in cui veniva ribadito l’obbligo dell’etichettatura e veniva lasciato un anno alle associazioni di categoria per elaborare una proposta di normativa.
In rappresentanza della CEVI (Confederazione Europea Vignaioli Indipendenti) era presente la Vicepresidente Matilde Poggi, che in Italia è anche Presidente FIVI (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti). Tanti gli intervenuti all’incontro: i rappresentanti della Commissione europea (DG AGRI e DG Salute), deputati, rappresentanti delle organizzazioni europee di vino, birra e liquori, nonché organizzazioni non governative (Eurocare, BEUC).
Poggi ha ribadito la posizione FIVI e CEVI che ritiene l’etichettatura dei vini un inutile aggravio per i produttori, in particolare per quelli di piccole dimensioni. Le stesse perplessità sono state sollevate dai rappresentanti dei piccoli distillatori e dei piccoli birrifici artigianali.
“Il rischio – dichiara Matilde Poggi – è quello di mettere fuori mercato le produzioni dei piccoli vignaioli, soffocati da un incremento dei costi dovuti all’obbligo dell’etichettatura. Questo porterebbe a una standardizzazione della produzione del vino in Europa, tutta a favore dei grandi produttori. Cosa che è già successa a tanti piccoli macelli o caseifici artigianali che hanno dovuto chiudere perché schiacciati da norme e regolamenti troppo onerosi da adempiere per chi ha piccole dimensioni”. “Non riteniamo – prosegue Poggi - che il modello industriale sia quello che il pubblico vuole in questo momento. La gente oggi preferisce sapere da dove arriva quel che mangia o beve e acquistare i prodotti di chi ci mette personalmente la faccia, come i Vignaioli Indipendenti”. La CEVI ha quindi richiesto che sia prevista una legislazione diversa per i Vignaioli.
L'approccio pragmatico del CEVI, arricchito da esempi concreti, è stato particolarmente ascoltato dai deputati europei e dalla Commissione. Quest'ultima, è stata anche molto attenta e più flessibile del solito in materia.
FIVI - Federazione Italiana dei Vignaioli Indipendenti
La Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (FIVI) è un'associazione nata nel 2008 con lo scopo di rappresentare la figura del viticoltore di fronte alle istituzioni, promuovendo la qualità e autenticità dei vini italiani. Per statuto, possono aderire alla FIVI solo i produttori che soddisfano alcuni precisi criteri: "Il Vignaiolo FIVI coltiva le sue vigne, imbottiglia il proprio vino, curando personalmente il proprio prodotto. Vende tutto o parte del suo raccolto in bottiglia, sotto la sua responsabilità, con il suo nome e la sua etichetta".
Attualmente sono poco più di 1100 i produttori associati, da tutte le regioni italiane, per un totale di circa 11.000 ettari di vigneto, per una media di circa 10 ettari vitati per azienda agricola. Quasi 80 sono i milioni di bottiglie commercializzate e il fatturato totale si avvicina a 0,7 miliardi di euro, per un valore in termini di export di 280 milioni di euro. Gli 11.000 ettari di vigneto sono condotti per il 51% in regime biologico/biodinamico, per il 10 % secondo i principi della lotta integrata e per il 39% secondo la viticoltura convenzionale.
Ufficio stampa FIVI:
Davide Cocco
392 9286448
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