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PIEMONTE WINES IN MERGOZZO
Banchi d’assaggio e degustazioni
L’Associazione Go Wine, il Comune di Mergozzo e gli enti di promozione locale presentano la prima edizione dell'evento dedicato ai vini autoctoni del Piemonte.
Il lungo lago si trasformerà in un banco d’assaggio: alcuni produttori presenti direttamente, animeranno le degustazioni raccontando il territorio ed i vini in degustazione.
Una speciale enoteca raccoglierà una selezione di etichette di vini autoctoni piemontesi.
Al banco d’assaggio (cantine, associazioni di produttori, selezioni)
Associazione Produttori del Grignolino (At)
Associazione Produttori Ruchè di Castagnole Monferrato (At)
Negro Maria Luigina – Coazzolo (At)
Bongioanni Federico – Neviglie (Cn)
Poggio Ridente - Cocconato d’Asti (At)
Il Piemonte in bianco: selezione di vini da varietà a bacca bianca; arneis, favorita, cortese….
I tre monovitigni rossi allo specchio: dolcetto, barbera, nebbiolo
Assaggi e confronti con vini dalle denominazioni di Langa e Roero: Dolcetto d’Alba, Barbera d’Alba,
Langhe Nebbiolo, Roero, Barbaresco, Barolo
Selezione di Moscato d’Asti
ed inoltre…. le prelibatezze gastronomiche di Cascina Rosengana, Cocconato d’Asti (At)
Programma ed orari
VENERDI' 26 LUGLIO 2019 – Piazza Cavour, Mergozzo.
ore 19.00: Apertura dei banchi d’assaggio alla presenza dei produttori e punto gastronomico
Ore 23.00: Chiusura delle degustazioni.
Costo delle degustazione euro 13,00 (degustazioni illimitate) Riduzione per i Soci Go Wine euro 10,00.
Per informazioni: Associazione Go Wine Via Vida, 6 – 12051 Alba (Cn) Tel. 0173 364631
www.gowinet.it e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Pagina Facebook: Go Wine
ANNIVERSARI CANOVIANI
Grande successo per le celebrazioni di ANTONIO CANOVA a Possagno
Più di 4.000 partecipanti in 4 giorni per celebrare Antonio Canova a Possagno
Dall’11 al 14 luglio a Possagno, ai piedi del massiccio del Grappa, si sono tenuti gli Anniversari Canoviani per celebrare i duecento anni dalla posa della prima pietra del Tempio Canoviano: il regalo di Antonio Canova al suo paese natale.
Il Tempio era stato infatti progettato da Canova in più riprese tra il 1804 ed il 1818, aiutato per i disegni da Pietro Bosio e Luigi Rossini, con i consigli epistolari di Giannantonio Selva e Antonio Diedo. La spesa del Tempio fu sostenuta quasi per intero dallo scultore e ai lavori partecipò praticamente tutta la comunità di Possagno (che fornì anche alcuni materiali e lavoro volontario) e lavoranti del circondario. Canova morì il 13 ottobre 1822, quindi a lavori appena iniziati, ma nel suo testamento affidò al fratellastro mons. Giovanni Battista Sartori il compito di portare a termine l’impresa, che riteneva di fondamentale importanza. Il 7 maggio 1832 il Tempio, chiesa parrocchiale di Possagno, fu solennemente consacrato alla SS. Trinità da mons. Sartori.Durante i quattro giorni di celebrazioni si sono tenuti diversi eventi per ricordare il genio indiscusso del Neoclassicismo: il concerto dei Solisti Veneti in collaborazione con Operaestate, della Venice Monteverdi Academy, una Lectio Magistralis di Guido Beltramini, Video Mapping al Tempio Canoviano, proiezioni cinematografiche del film CANOVA, visite guidate e l’inaugurazione della mostra “Un Tempio per l’Eternità”.
Il riscontro del pubblico è stato incredibile, durante le quattro giornate nel piccolo paese di 2.100 abitanti sono state registrate più di 4.000 presenze. Un dato importante che ci fa capire quanto Canova sia amato e quanto sia importante ricordarlo partendo proprio dai suoi luoghi natali.
Gli Enti promotori degli anniversari, Comune di Possagno, Opera Dotazione del Tempio Canoviano di Possagno e Fondazione Canova onlus guardano ora al 2022, anno in cui si celebrerà il bicentenario della morte dell’artista. L’11 luglio ha infatti dato soltanto il via a quattro anni di celebrazioni, che saranno fitti di iniziative, eventi ed incontri.
Studio ESSECI di Sergio Campagnolo
Tel. 049663499
Referente Stefania Bertelli: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Festa della Pitina
Festa della Pitina- Tramonti di Sopra - 19-21 luglio
50 produttori, esperienze di gusto, esplorazioni della gastronomia locale, ambiente, territorio e momenti dedicati ai bimbi
Torna la festa in onore della pitina, originaria della Val Tramontina, diventata il primo presidio Slow Food friulano agli inizi degli anni 2000 e prodotto Igp nel 2018, un perfetto incontro di gusti antichi e decisi tra la carne (ovina, caprina o originariamente di camoscio e capriolo), le spezie, la farina di polenta e il giusto grado di affumicatura.
Stamattina nel Municipio di Pordenone è stata presentata l’edizione 209 che si terrà da venerdì 19 a domenica 21 luglio aTramonti di Sopra (PN) che diventerà un grande mercato delle eccellenze enogastronomiche a partire dalla pitina Igp e dagli altri presìdi Slowfood regionali e nazionali, fino ad arrivare agli oltre 50 produttori presenti che arrivano dal resto dell’Italia e anche da molto più lontano come Armenia, Indonesia, Slovenia, Slovacchia, Polonia, Croazia, Austria.
L’evento è organizzato dalla Condotta del Pordenonese di Slow Food in collaborazione con Promoturismo, Concentro, Cciaa di Pordenone, Proloco e Comune di Tramonti di Sopra e con il Patrocinio del Comune di Pordenone e della Fondazione Dolomiti Unesco.
La Festa della pitina, rilanciata nel 2017 da Slow Food, era nata nel 1970 su idea della Pro Loco locale che voleva salvaguardare il prodotto tipico e local: oggi è diventata un importante volano turistico per far conoscere il territorio e la Val Tramontina, solcata dal Meduna e caratterizzata da bellissimi paesaggi e sentieri e dal lago di Redona da cui affiorano i suggestivi ruderi di una antico borgo.
Il Mercato della Terra dei produttori sarà allestito nelle vie centrali di Tramonti di Sopra: molti i presìdi Slow Food FVG presenti come le antiche mele dell’alto Friuli, il fagiolo di San Quirino, il radic di Mont e l’aglio di Resia, e molti altri produttori italiani ed esteri per un totale di oltre 50 espositori.
Dalla cucina della festa, il menù sarà quello della tradizione friulana con ovviamente tante incursioni della pitina dai blecs al frico, compreso il pitina-burger il gelato alla pitina.
Domenica sera la Festa della Pitina si chiude con la speciale cena “Disco Soup - Food For Change” contro lo spreco alimentare. Food for change è la campagna internazionale di Slow Food per la sensibilizzazione sul rapporto tra cibo e clima: l’obiettivo è far crescere consapevolezza sulle cause del cambiamento climatico e mostrare come ogni azione può fare la differenza.
Non solo. La Festa della Pitina sarà PLASTIC FREE, con l’utilizzo di posate e bottiglie biodegradabili e compostabili.
I CONVEGNI
La festa è un momento per approfondire i temi del turismo “slow” e del turismo sociale.
Al primo, ovvero a quel turismo di chi sceglie destinazioni di nicchia, fuori dai grandi itinerari turistici che uniscono bellezza, esperienze inedite e autentiche è qualità delle proposte agroalimentari, è dedicato il convegno di apertura della festa,
venerdì 19 luglio alle ore 18
“Il nostro territorio e le sue eccellenze: opportunità attuali e future” con Sergio Emilio Bini, Assessore regionale alle attività produttive e Turismo, Giacomo Urban, Sindaco di Tramonti di Sopra, Guglielmina Cucci, Assessore al Turismo Comune di Pordenone, Giampaolo Bidoli, Presidente Ecomuseo delle dolomiti Friulane, Diana Candusso - Promoturismo e Silvio Barbero, Vicepresidente università del Gusto di Pollenzo.
Sabato 20 luglio alle 11 si parlerà di Turismo Sociale che si fonda sui principi della sostenibilità ambientale ed economica, privilegia i servizi alla persona e promuove il rispetto delle diversità culturali dei paesi di accoglienza e dell’ambiente. Appuntamento con la tavola rotonda “Il Turismo Sociale in Regione FVG: situazioni, esperienze e opportunità” per fare il punto sulle potenzialità e le azioni del Turismo Sociale, in particolare riferimento con i territori montani e pedemontani con Roberto Orlich, Direttore Servizio Sociosanitario Azienda per l’Assistenza Sanitaria n. 5 PN, Luigi Piccoli, Presidente Confcooperative PN, Alessandro Menegatti, Presidente della Cooperativa dei Marinati del Comacchio (Work & Service), produttori di presidio Slow Food, Andrea Caboni referente progetto “Anche a noi Piace Viaggiare” realizzato dalla coop farfalle nella testa in collaborazione con il piccolo principe Soc Coop ONLUS a Resia (UD), Serena Mizzan, Presidente di Federcultura FVG e presidente di Laboratorio dell’Immaginario Scientifico (LIS), Alberto Grizzo, Rappresentante del forum Nazionale agricoltura Sociale, Presidente del Consorzio delle valli e dolomiti Friulane.
La pitina Igp.
Alla regina delle festa sarà dedicato l’evento di domenica pomeriggio alle 16 “L’officina della Pitina”: come è nata, come si prepara, come viene affumicata, con una dimostrazione in diretta a cura di Manuel Gambon della Tana delle Pitine.
La pitina nasce nel 1800 nella zona di Frassaneit, una delle borgate del comune di Tramonti di Sotto (PN), dall’esigenza di non sprecare nulla e di conservare la carne di camoscio e capriolo: tagliata a coltello, la carne veniva impastata con sale, pepe nero, aglio e erbe, lavorata a forma di polpetta, ricoperta di farina di polenta per chiudere i pori e messa sul caminetto ad affumicare in modo da preservarla più a lungo possibile.
Oggi
La pitina si mangia cruda tagliata a fette sottili dopo almeno 30 giorni di stagionatura, ma è ottima anche cucinata: può essere scottata nell’aceto e servita con la polenta, rosolata nel burro e cipolla e aggiunta nel minestrone di patate, o ancora fatta al cao, cioè cotta nel latte di vacca appena munto.
Le Dolomiti Friulane: Sito Unesco dal 2009
La Val Tramontina fa parte delle Dolomiti friulane Sito Unesco: queste cime costituiscono l’area più occidentale della montagna del Friuli Venezia Giulia e abbracciano anche la Valcellina e la Valle del Tagliamento. Sono considerate la parte più incontaminata e selvaggia dell’intero gruppo dolomitico, Patrimonio dell’Umanità UNESCO da 10 anni.
Sono il paradiso di escursionisti e scialpinisti, di appassionati di nordic walking, free climbing e ice climbing. Le loro guglie, paragonate a chiese e campanili, restituiscono i colori del tramonto e sono le preferite dai fotografi. Sentieri e percorsi sempre curati consentono di attraversare completamente l’omonimo Parco naturale o di seguire itinerari ad anello da rifugio a rifugio. Il campanile di Val Montanaia sfida i trekker più allenati, mentre gli amanti del nordic walking trovano percorsi attrezzati con una specifica segnaletica.
Anche l’ambito pedemontano è tutto da esplorare, con le sue valli scavate dai fiumi tra rocce spettacolari, dove si scoprono grotte e laghi verde smeraldo, si incontrano piccoli borghi tipici tra i più belli d’Italia.
Francesca Gatti
Cantina Bolzano
I soci di fronteggiano quotidianamente la sfida del cambiamento climatico e propongono vini bianchi di punta che riflettono il poliedrico territorio in cui nascono, valorizzando le peculiarità dei singoli vitigni. In Alto Adige infatti, i vini bianchi acquisiscono grande carattere ed espressività grazie al clima vario e alle notevoli escursioni termiche.
Per maggiori dettagli vi invitiamo a prendere visione del comunicato stampa sottostante. È possibile scaricare il comunicato stampa in formato word e le immagini in alta risoluzione cliccando qui.
I soci di Cantina Bolzano fronteggiano quotidianamente la sfida del cambiamento climatico e propongono vini bianchi di punta che riflettono il poliedrico territorio in cui nascono, valorizzando le peculiarità dei singoli vitigni. Nel contesto nazionale infatti, l’Alto Adige occupa una posizione di rilievo per l’offerta di vini bianchi che in regione acquisiscono grande carattere ed espressività grazie al clima vario e alle notevoli escursioni termiche.
Pur essendo una delle zone vinicole più piccole d’Italia, l’Alto Adige annovera al suo interno un’immensa varietà di suoli e microclimi che contribuiscono a dar vita a vini eccellenti e mai banali. All’interno di questo scenario contorniato dalle Dolomiti Patrimonio Mondiale Unesco, i soci viticoltori di Cantina Bolzano coltivano le uve Chardonnay, Sauvignon Blanc, Gewürztraminer e Pinot Bianco sui vigneti più vocati ad altitudini che variano dai 500m s.l.m. e proseguono in alto, sfidando la montagna fino ad arrivare ai 900m s.l.m. In un clima che cambia, dove lo scorso mese di giugno è stato il più caldo mai registrato, la “scalata” verso l’alto dei vitigni è un argomento di grande attualità. Ne è consapevole Stephan Filippi, da più di trent’anni enologo di Cantina Bolzano: “L’Alto Adige ha la fortuna di essere un territorio a nord, ben ventilato e che offre alla viticoltura la possibilità di sfruttare l’altezza. I vini bianchi appartenenti alla nostra linea delle Selezioni provengono da vigneti privilegiati, dove avviene la sintesi perfetta tra vitigno, territorio e microclima”. Qui, grazie alle notevoli escursioni termiche tra il giorno e la notte che si verificano soprattutto in fase di maturazione, le uve danno vita a vini caratteristici, eccezionalmente varietali e complessi ma al contempo piacevoli e conviviali.
Tra tutti, un appezzamento degno di nota è quello del Maso Kleinstein, un vigneto dal quale si gode di un panorama mozzafiato e dove da generazioni si coltivano le varietà Gewürztraminer e Chardonnay sui ventilati pendii esposti a sud, all’imbocco della Valle Isarco. Su di un terreno sabbioso queste due varietà trovano l’ambiente ideale per la loro maturazione: vento e notevoli escursioni termiche tra il giorno e la notte. È qui che il Gewürztraminer acquisisce caratteristiche di grande intensità, profumi che ricordano la rosa, la cannella e la giusta acidità che ne garantisce equilibrio e una beva piacevole, mai stucchevole. Anche lo Chardonnay approfitta della variazione di temperatura tra giorno e notte che si verifica al Maso Kleinstein per sviluppare peculiarità interessanti, grande acidità e struttura. Nel caso dello Chardonnay, anche la sapidità gioca un ruolo fondamentale nella degustazione del vino, che raggiunge un ottimo equilibrio e invita presto al secondo bicchiere.
Tra pochi giorni Cantina Bolzano tornerà in Ontario, Canada, come unico produttore italiano ospite del “Cool Climate Chardonnay”, l’evento organizzato dall’omonima associazione che si prefigge l’obiettivo di promuovere e valorizzare l’espressione che questo vitigno assume nelle zone più fresche del mondo. “Essere scelti per la seconda volta come unica cantina italiana ospite è per noi un grande onore. Cool Climate Chardonnay è un’importante iniziativa e un’occasione per presentare al mondo la qualità frutto del grande lavoro di valorizzazione dei singoli vigneti portato avanti dai nostri soci e dal nostro enologo”, spiega Klaus Sparer, Direttore Generale di Cantina Bolzano.
Daviso