Home
Tinazzi: Vino & archeologia
La famiglia veneta proprietaria dell’azienda pugliese ha scoperto nel terreno della nuova cantina un sito archeologico composto da una necropoli e una grotticella: il mantenimento è stato affidato all’Archeoclub di Carosino guidato dall’architetto Angelo Campo
Che cos’hanno in comune il mondo del vino e l’archeologia? Entrambi sono attività che si situano a metà strada tra l’arte, la scienza e il turismo, valorizzando il territorio in cui si trovano a operare. Ed è proprio partendo dalla riscoperta del territorio che Gian Andrea Tinazzi, titolare del gruppo Tinazzi e amante del vino e della storia, ha deciso di dare vita al progetto archeologico di San Giorgio in Puglia, azienda tarantina di proprietà della famiglia Tinazzi. Nella nuova sede della cantina è stato infatti scoperto un sito archeologico composto da una piccola necropoli e una grotticella probabilmente risalenti al periodo alto medievale. Unritrovamento che ha emozionato laamiglia Tinazzi, che ha deciso di affidarsi all’esperienza dell’Archeoclub di Carosino per scavare nella storia di una terra che nel tempo non è stata solo in grado di produrre ottimi vini, ma anche opere d’arte dall’inestimabile valore storico. Lo scorso anno la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio ha rilasciato l'autorizzazione alla pulizia e al rilievo del sito archeologico da parte dell'Archeoclub di Carosino, di cui San Giorgio è diventata socia sostenitrice. I lavori, guidati dal presidente dell'Archeoclub di Carosino Angelo Campo, sono momentaneamente fermi per l’emergenza sanitaria in corso, e si spera che possano ripartire al più presto con la rimozione dei massi ritrovati sul sito per consentire il proseguimento degli scavi e la messa in sicurezza per le visite guidate.
Angelo Campo, grazie ai primi rilevamenti, è stato in grado di ipotizzare una datazione del sito archeologico: «In località Fornovecchio, nella proprietà dell’azienda Tinazzi – ha spiegato Campo – abbiamo ritrovato una piccola necropoli e una grotticella appartenenti, probabilmente, al periodo alto medioevale, ma anche qualche frammento di materiale ceramico più antico».
«Come cantina – ha dichiarato Gian Andrea Tinazzi, proprietario di San Giorgio e Feudo Croce – siamo fieri di sostenere un progetto che unisce la nostra passione per la storia di questa parte di Salento alla promozione di eccellenze che creano valore, come l’archeologia e il lavoro degli archeologi che collaborano con noi. La nostra filosofia aziendale è, oltre a produrre vino, creare qualcosa di bello per la comunità» Il progetto è stato lanciato nel giugno 2019 con un’Archeocena a sostegno dell’Archeoclub d’Italia Onlus di Carosino guidato dall’architetto Campo. Il volere della famiglia Tinazzi è forte e chiaro: riqualificare un luogo partendo dalla sua storia.
San Giorgio - La cantina San Giorgio è stata fondata dalla famiglia Tinazzi nel 2011 a San Giorgio Jonico, Taranto. L’obiettivo principale è stato quello di stimolare la produzione vinicola locale valorizzando le potenzialità dei vitigni autoctoni pugliesi. Dal 2019, per dare maggiore
impulso alla produzione vinicola pugliese, Tinazzi ha trasferito la sede della cantina nel comune limitrofo di Faggiano. Nella moderna struttura verrà lavorata e imbottigliata la produzione pugliese di Tinazzi. Le botti sono in acciaio Inox, per mantenere la freschezza dell'uva del territorio, e i macchinari tecnologicamente avanzati: la Cantina è stata infatti costruita per permettere di produrre vini sempre più buoni, espressione di un territorio incostante crescita qualitativa. Tra le etichette di punta della cantina si segnalano il Primitivo di Manduria Diodoro, il Negramaro del Salento Lattanzio e la Malvasia Nera del Salento Tiranno.
Tinazzi - I Tinazzi, nell'antica tradizione veronese, erano recipienti simili a botti dove si metteva l'uva pigiata a fermentare: una famiglia legata al vino persino nell'origine del nome. Non può che cominciare con questo curioso aneddoto la storia di Tinazzi, che inizia alla fine degli anni Sessanta a Cavaion Veronese (Vr), grazie all’impegno e alla passione di Eugenio Tinazzi.
Gian Andrea Tinazzi, figlio del fondatore, all’epoca ancora diciottenne, segue subito il padre nella conduzione dell’impresa e allarga progressivamente gli orizzonti dell’azienda sia in termini di produzione che di mercati. Animato da uno spirito vivace, intraprendente e proattivo, trasforma negli anni l’azienda di famiglia da una realtà locale, che vende vini veneti DOC a piccole realtà del lago di Garda, all’attuale importante Gruppo esteso tra Veneto e Puglia, regione di grande carattere e dalle crescenti potenzialità qualitative, in cui i Tinazzi sono presenti dal 2001. Sotto la sua guida il gruppo produce vini d’alta qualità, venduti in oltre 30 Paesi nel Mondo. Un'intuizione che ha portato l'azienda a diventare una delle più interessanti realtà della viticoltura italiana, con oltre 100 ettari di vigneti di proprietà e un'ampia proposta di iniziative legate alla cultura contadina e all'accoglienza.
Gli importanti premi internazionali, come i riconoscimenti di rinomate riviste come Wine Spectator, Wine Enthusiast e Decanter sono solo l'ultimo tassello della storia dei vini.
Chiara Caliceti
EMERGENZA COVID-19, FIVI SCRIVE ALLA MINISTRA BELLANOVA: SERVE UNA RISPOSTA IMMEDIATA E FORTE
I Vignaioli Indipendenti chiedono al Ministero di intervenire subito con misure che tutelino il lavoro. Richiesta la proroga di scadenze e versamenti
La FIVI, Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, ha scritto alla Ministra Teresa Bellanova chiedendo che, a fronte della situazione legata all’emergenza COVID-19, il Ministero intervenga con una serie di misure per aiutare le aziende in difficoltà.
FIVI sottolinea come una serie di adempimenti in scadenza adesso, ma anche nei prossimi mesi, difficilmente potranno essere rispettati. Questo per motivi legati sia alle difficoltà di spostamento e di reperire personale per lavorare nelle campagne, sia per il fatto che molti uffici sono chiusi o lavorano in orario ridotto. Si aggiunge poi anche l’oggettiva difficoltà economica a cui le aziende dovranno far fronte nei prossimi mesi.
“Il delicato momento che stiamo vivendo – sottolinea Matilde Poggi, Presidente FIVI - richiede una risposta da parte del Governo immediata e forte. Noi Vignaioli ci impegneremo come sempre, ancor di più se possibile, per fare la nostra parte, ma abbiamo bisogno che da parte delle istituzioni ci sia tutta la flessibilità e la sensibilità che la situazione richiede”.
Sono diverse e variegate le richieste di FIVI al Ministero e toccano l’ambito fiscale, retributivo e lavorativo. C’è forte preoccupazione infatti anche per la manodopera, fondamentale soprattutto nel corso della vendemmia, che si prevede difficile a trovarsi a causa delle limitate possibilità di spostamento delle persone. FIVI in questo caso chiede una semplificazione gestionale dei voucher in agricoltura.
Le richieste in breve:
1. Proroga di 12 mesi della scadenza delle autorizzazioni per nuovi impianti e reimpianti scadenti nel 2020.
2. Proroga di 12 mesi per i termini di rendicontazione della misura OCM vino, PSR e Piani di riconversione e ristrutturazione vigneti.
3. Annullamento delle sanzioni previste per le aziende che non siano riuscite a concludere e a rendicontare i progetti OCM promozione.
4. Sospensione dei versamenti dei contributi previdenziali agricoli per 12 mesi unitamente a quelli dei versamenti di imposte, INPS ed Enpaia per i dipendenti delle aziende agricole.
5. Concessione di prestiti di conduzione o finanziamenti bancari a lungo termine con annullamento del tasso di interesse.
6. Annullamento della reintroduzione della tassa IMU sui fabbricati strumentali agricoli.
7. Aumento del limite delle bottiglie acquistabili da privati all’interno delle UE e possibilità di vendere direttamente a privati in Europa senza transitare da deposito fiscale.
8. Fiscalità agevolata per il settore Horeca per l’acquisto del vino italiano.
9. Differimento del versamento dell'IVA al momento dell’incasso della fattura.
Anna Sperotto
FIVI - Federazione Italiana dei Vignaioli Indipendenti
La Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (FIVI) è un'associazione nata nel 2008 con lo scopo di rappresentare la figura del Vignaiolo di fronte alle istituzioni, promuovendo la qualità e autenticità dei vini italiani. Per statuto, possono aderire alla FIVI solo i produttori che soddisfano alcuni precisi criteri: "Il Vignaiolo FIVI coltiva le sue vigne, imbottiglia il proprio vino, curando personalmente il proprio prodotto. Vende tutto o parte del suo raccolto in bottiglia, sotto la sua responsabilità, con il suo nome e la sua etichetta".
Attualmente sono circa 1300 i produttori associati, da tutte le regioni italiane, per un totale di circa 13.000 ettari di vigneto, per una media di circa 10 ettari vitati per azienda agricola. Quasi 95 sono i milioni di bottiglie commercializzate e il fatturato totale si avvicina a 0,8 miliardi di euro, per un valore in termini di export di 330 milioni di euro. I 13.000 ettari di vigneto sono condotti per il 51% in regime biologico/biodinamico e per il 49 % secondo i principi della lotta integrata.
LE UOVA DI PASQUA DI PECK
Peck interpreta la tradizione pasquale con cinque creazioni di alta pasticceria,
disponibili in negozio o con consegna a domicilio.
Per non rinunciare ai riti, alle consuetudini e ai sapori più cari per celebrare la Pasqua.
La Pasqua 2020 sarà condizionata dall’evoluzione delle regole di comportamento legate all'emergenza sanitaria in corso. Durante tutto questo periodo Peck ha mantenuto aperti i laboratori e i negozi di via Spadari e via Salvini, per garantire la produzione di alimenti e la loro consegna attraverso il servizio di delivery. Tra questi ci sono i prodotti che permetteranno di celebrare anche quest'anno la Pasqua, nonostante tutto, con speranza e ottimismo per il futuro: come le Uova di cioccolato, che ancora una volta sono state disegnate e reinventate dal Pastry Chef Peck Galileo Reposo per portare sulla tavola un sorriso e il conforto di sapori di qualità.
5 nuove creazioni in cioccolato
Le Uova di Peck reinterpretano la tradizione con leggerezza e originalità. La creatività incontra materie prime di eccellenza, dando vita a un magico mondo composto da fantasiosi animali e avveniristiche sculture, frutto delle più evolute tecniche di pasticceria.
Prodotte a mano negli storici laboratori di via Spadari, le Uova di Pasqua di Peck sono realizzate con un blend di fave di cacao provenienti da piantagioni equatoriali, con una percentuale del 55% per quelle fondenti e del 35% nella versione al latte. Disponibili presso i negozi Peck in via Spadari, via Salvini e in consegna gratuita con il servizio di delivery in tutta Milano.
Peck Delivery
Peck ha introdotto il servizio di delivery gratuito a Milano per tutte le spese entro i 5 kg e di importo non inferiore a 50 euro (80 durante la settimana di Pasqua). Gli ordini effettuati entro le 12.00 saranno consegnati in giornata, quelli dopo le 12.00 entro il giorno successivo.
Per tutti coloro che avessero maggiore urgenza o per spese di importo inferiore, il costo del delivery è di 15 euro. Per consegne il venerdì e il sabato prima di Pasqua si richiede di effettuare l'ordine con un anticipo di due giorni. Previste anche le consegne fuori Milano con un costo minimo di 25 euro (e tempi da concordare in relazione alla distanza).
Gli ordini possono essere effettuati direttamente al numero 02 8023161 o mandando una e-mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., con elenco della propria spesa, numero di telefono e indirizzo di consegna.
ASTRO RABBIT
Un coniglio dall'aria strampalata sorregge una sfera color lapislazzuli, che ricorda un pianeta di una galassia immaginaria. Si tratta in realtà di un gustoso uovo al cioccolato fondente in scala ridotta.
Il simpatico coniglio si distingue per il particolare effetto vellutato ottenuto dal cioccolato nebulizzato.
Prezzo: 40 euro
FUNKY GALLO
Un gallo che in paziente attesa osserva il mondo, creato unendo uova e sfere di irresistibile cioccolato fondente.
Prezzo: 35 euro
ARTEGG
Quattro uova liberamente ispirate a diversi tratti e stili di pittura, con figure geometriche e pennellate di colore dalla forte carica espressiva. Vere e proprie opere d'arte in cui il cioccolato fondente e quello al latte diventano la tela di un dipinto.
Prezzo: a partire da 10 euro per 60 grammi
FRUIT SURPRISE
La forza del cioccolato fondente al 55% si unisce a al gusto della frutta secca, che ne decora la superficie come in un intarsio di gemme preziose. L’effetto vellutato creato dal cioccolato spruzzato conferisce un'ulteriore nota di eleganza e raffinatezza.
Prezzo: a partire da 25 euro per 150 grammi
FUTURE-EGG
Un uovo che sembra arrivare dal futuro, composto disarticolando la struttura in un ingranaggio meccanico di cioccolato bianco dolce e fondente amaro.
Prezzo: 35 euro per 200 grammi
IL TERROIR DEL SOAVE
Interpretare il terroir: il Soave dà il via a una nuova ricerca
Arrivati i primi risultati dello studio dell’Università di Piacenza sui profili metabolomici dei cru del Soave, tra solide certezze e qualche sorpresa
Da sempre il Soave risulta uno dei territori più indagati sia dal punto di vista pedologico, analizzato in ogni suo più intimo aspetto, sia per quanto riguarda le diverse risposte della Garganega alle specifiche caratteristiche pedoclimatiche di ogni suo singolo terroir. La consapevolezza, infatti, che non esista un solo Soave ma tante sue diverse espressioni, ha spinto il Consorzio a proporre l’inserimento nel disciplinare di 33 unità geografiche aggiuntive proprio per poter valorizzare produzioni limitate e ben definite. Questo lavoro di “personalizzazione” ha recentemente stimolato un innovativo percorso di ricerca questa volta indirizzato al vino, incaricando l’Università di Piacenza con il Prof. Luigi Bavaresco e il suo team per una caratterizzazione metabolomica di alcuni “cru” del Soave.
Questo dettagliato lavoro è stato poi completato dall’analisi sensoriale curata dal Centro Studi Assaggiatori di Luigi Odello.
COS’E’ IL PROFILO METABOLOMICO?
La metabolomica è lo studio dell’impronta chimica lasciata dai processi cellulari. Può essere applicata a varie discipline dalla medicina all’enologia e serve per analizzare a fondo tutte le componenti molecolari di una materia vivente. Nel mondo del vino è particolarmente importante per analizzare i composti polifenolici e aromatici che compongono il profilo sensoriale di un vino. Al profilo metabolomico è infatti spesso accompagnato un profilo sensoriale per convalidare quanto scoperto dall’analisi chimica. Un aiuto fondamentale quindi per comprendere le complesse relazioni che formano il concetto di terroir.
LA METABOLOMICA NEI CRU DEL SOAVE
Sono stati presi in considerazione 6 vini provenienti da 6 cru diversi, dislocati da est a ovest della denominazione. Di questi sono stati principalmente analizzati i polifenoli, i precursori aromatici e alcuni aromi liberi. I risultati hanno confermato una forte differenziazione tra i 6 cru, con delle caratteristiche comuni dipendenti dal suolo di provenienza (calcareo o vulcanico) delle uve. Inoltre la sorpresa dei ricercatori è stata quella di trovare, tra i molti polifenoli presenti, alcuni non ancora catalogati nelle banche dati internazionali che aprono lo spazio a una più approfondita analisi futura. Altra caratteristica ritrovata è stato l’alto livello di stilbeni, polifenoli come il resveratrolo, che sono considerati degli antiossidanti e che quindi aiutano a preservare più a lungo il vino dall’evoluzione data dall’ossigeno e che in parte spiega la longevità del Soave.
L’analisi sensoriale effettuata presso il Centro Studi Assaggiatori di Brescia ha confermato la forte differenziazione dei cru anche da un punto di vista organolettico.
«La ricerca e la valorizzazione dei 33 cru non si ferma – afferma Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio del Soave – con l’analisi metabolomica è iniziato un lavoro volto a dare ancora più strumenti alle nostre aziende per la differenziazione dei vini prodotti nelle Unità Geografiche Aggiuntive, che queste analisi innovative hanno confermato profondamente diversi tra loro pur ritrovandosi nel profilo sensoriale identitario che è quello del Soave. Lo studio quindi ci aiuterà a capire maggiormente le relazioni tra la vite e l’ambiente circostante e comunicare l’unicità del Soave declinato nei suoi 33 nuovi CRU.»
Chiara Mattiello
CON AIS LA DEGUSTAZIONE SI FA SOCIAL
Il distanziamento sociale non ferma l’attività dell’Associazione Italiana Sommelier:
il vino si degusta su Facebook e Youtube con campioni e relatori professionisti
DEGUSTARE SUI SOCIAL. Le necessarie misure che hanno stabilito l’isolamento degli italiani non impediscono agli appassionati di vino di bere un bicchiere in casa propria, meglio ancora se a trattare di Bolgheri, Etna o Barolo ci sono i campioni e i relatori della più grande associazione di sommelier del mondo. Così, con tre video-degustazioni alla settimana, pubblicate sulla propria pagina Facebook, sul canale Youtube e sul sito ufficiale, l’Associazione Italiana Sommelier ha deciso di rimanere accanto ai propri soci, e di coinvolgere tutti i wine lovers della rete, raccontando le grandi denominazioni del Paese.
CAMPIONI E RELATORI. Protagonisti dei video i vincitori del concorso come ''Miglior Sommelier d’Italia'', e i relatori dell’Associazione, che si sono prontamente messi a disposizione dai propri schermi. Così, per fare qualche esempio, Nicola Bonera, già campione del 2010, tratterà di Franciacorta e Valtènesi; Valentino Tesi, campione in carica, le variegate zone del Chianti Classico; Eugenio Tropeano, presidente di AIS Basilicata, le sfumature dell’ Aglianico del Vulture. Assieme a loro, tanti altri sommelier professionisti, incluso il presidente nazionale Antonello Maietta, pronto a parlare di uno dei vini dolci più apprezzati del mondo: il ligure Sciacchetrà.
Antonello Maietta
LA DISTANZA NON CI DIVIDE. ''Abbiamo coniato un hashtag significativo per il nostro progetto: #ladistanzanoncidivide'' – ha dichiarato il presidente nazionale Maietta – ''perché la distanza non ci divide dal sodalizio con i nostri soci e con tutti gli amanti del vino. Per un periodo non potremo vederci nelle aule e agli eventi, ma la nostra attività di formazione non si ferma: ci vedremo comunque attraverso i canali della comunicazione AIS. I migliori sommelier d’Italia, i nostri docenti, sono felicissimi di poter condividere argomenti che stanno loro particolarmente a cuore e del quale sono profondamente a conoscenza''.
NON SOLO DEGUSTAZIONI. Le possibilità offerte dalla rete non si fermano alle degustazioni, e si estendono a quelle dell’ordinaria gestione associativa. Sull’apposita piattaforma didattica, AIS Educational, sono già a disposizione i questionari di autovalutazione relativi al primo e al secondo livello del corso, per tutti i soci desiderosi di ripassare e tenersi in allenamento in attesa di completare il proprio cammino per diventare sommelier. Intanto, adeguando le proprie procedure all'emergenza coronavirus, per la prima volta nella storia di AIS, i membri del Consiglio Nazionale hanno potuto riunirsi tramite videoconferenza, lavorando dallo schermo di casa propria per portare avanti i progetti in corso.
UfficioStampa Associazione Italiana Sommelier
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. www.aisitalia.it