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I FIAMMIFERI DI PATATAS NANA VINCONO I BARAWARDS 2020
Lo snack retrò aggiornato ai tempi moderni di Patatas Nana si è aggiudicato il Premio Innovazione dell’anno nella categoria food durante la cerimonia di premiazione dei Barawards 2020 che si è svolta il 10 febbraio in diretta streaming.
Patatas Nana ha centrato nuovamente l’obiettivo di innovare il concetto di aperitivo, puntando ancora una volta tutto sull’utilizzo di ingredienti semplici e di qualità, la lavorazione artigianale e la sostenibilità.
È così che, dopo le patatine fritte in busta, sono nati i Fiammiferi di Patatas Nana, lo snack retrò aggiornato ai tempi moderni: una vera e propria rivoluzionare nel mondo delle chips.
Ed è proprio questa rivoluzione che Bargiornale ha riconosciuto e ha premiato nell’edizione 2020 dei Barwards con il Premio Innovazione dell’anno nella categoria Foodservice.
I Barawards da sempre raccontano l'eccellenza della nostra ospitalità e con il Premio Innovazione dell’anno segnalano quelle aziende dell’horeca, che con i loro prodotti e servizi cercano di portare nei locali quelle ventate di novità necessarie per rinnovare la propria offerta.
I Fiammiferi di Patatas Nana hanno fatto questo, reinventare lo snack per eccellenza degli anni Settanta e Ottanta – le patatine fiammifero ormai del tutto soppiantate dalle classiche chips - dandogli con un tocco contemporaneo.
Sapori genuini ma allo stesso tempo nuovi, una forma che ci riporta all’infanzia ma un gusto inconfondibile e unico. In più una spiccata attenzione alla ecosostenibilità: infatti il nuovo packaging, sempre essenziale ed elegante, in pieno stile Patatas Nana, è in alluminio riciclabile 100% plastic free.
Patatas Nana non è solo prodotti d’eccellenza, ma una nuova filosofia che sta dietro al concetto di aperitivo che si basa sul principio di sottrazione, l’assenza di gusti artificiali fino ad arrivare all’essenza degli ingredienti per regalare purezza e gusto, perché “l’aperitivo è una cosa seria!”.
“Questo premio dei Barawards per noi rappresenta la conferma che stiamo andando nella giusta direzione. Nel 2016, quando abbiamo intrapreso l’avventura di Patatas Nana, sapevamo di fare qualcosa di veramente nuovo e da quel momento non ci siamo più fermati” afferma Michele Gilebbi, chef e ideatore di Patatas Nana. “Ringraziamo Bargiornale per aver ancora una volta riconosciuto nella nostra visione quell’innovazione che cerchiamo di portare in tutto ciò che facciamo e nei progetti futuri che abbiamo in cantiere per far crescere ancora di più Patatas Nana” conclude Francesco Mazzaferri, direttore commerciale di Patatas Nana.
Patatas Nana e i Fiammiferi hanno conquistato l’Italia e oggi si trovano in più di 3500 punti vendita in tutto il territorio nazionale, non negli scaffali dei supermercati, ma possono essere degustati nei migliori cocktail bar e locali, nei club più esclusivi, nelle enoteche più prestigiose, nelle antiche e moderne drogherie, nei bistrot e in quei negozi e luoghi selezionati che ricercano il sapore del genuino e della tradizione. Oppure, per chi non ne può fare a meno anche a casa, possono essere acquistate nello shop online - https://www.patatasnana.com/negozio/ - dalle classiche buste, allo zainetto e alla bag.
Il claim de I Fammiferi recita “il futuro è solo un ricordo” e la rivoluzione Patatas Nana non è finita qui a livello nazionale e internazionale.
Maria Chiara Salvanelli
BONUS RISTORAZIONE, FIPE-CONFCOMMERCIO: “RITARDI INSOSTENIBILI NELL’EROGAZIONE DEL CONTRIBUTO”
Il bonus ristorazione è fermo al palo. Gli oltre 46mila imprenditori della ristorazione che hanno chiesto il contributo a fondo perduto per l’acquisto dei prodotti agroalimentari italiani, non hanno ancora ricevuto quanto promesso dal governo.
E questo nonostante siano passati due mesi dall’ultima data utile per la presentazione delle domande, fissata per il 15 dicembre scorso.
“Ci era stato garantito – sottolinea Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi – che entro la fine di gennaio sarebbe stato effettuato il pagamento dell’anticipo del 90% sugli acquisti dei prodotti agroalimentari. Siamo a metà febbraio e ancora i ristoratori non hanno visto un euro. Chiediamo un intervento immediato da parte del neo ministro dell’Agricoltura, Stefano Patuanelli: in ballo ci sono oltre 345 milioni di euro, fondamentali per un settore messo in ginocchio dalle misure di contenimento del Covid-19. Non dimentichiamoci, inoltre, che il plafond complessivo raggiungeva i 600 milioni di euro. Queste risorse non possono essere perse, ma vanno immediatamente riallocate a sostegno della filiera agroalimentare”.
Massimo Tafi
CONSUMI, L’OLIO EXTRAVERGINE CONQUISTA IL MONDO
AUMENTANO VENDITE ED EXPORT, CON UN MERCATO GLOBALE DA 1,8 MILIARDI DI DOLLARI NEL 2026 (+24%)
L’olio extravergine d’oliva mette d’accordo tutti: fa bene alla salute, è sempre più richiesto all’estero ed è un simbolo della qualità Made in Italy che fa bene alle vendite delle aziende. Nel 2020 sono cresciuti sia i consumi in Italia (+7,4%) sia l’export globale (+15,6%) e intraeuropeo (+24,7%), mentre sul lungo periodo il mercato dell’olio extravergine arriverà a valere oltre 1815 milioni di dollari entro il 2026 (in crescita rispetto ai 1465 del 2020).
Con l’emergenza sanitaria in corso e con le conseguenti restrizioni imposte a ristoranti e locali le famiglie italiane sono tornate a cucinare a casa e a fare scorte di prodotti salutari e Made in Italy. Fra questi, creme, salse, vellutate, biscotti, grissini, taralli, cracker e chi più ne ha più ne metta. Tutti prodotti preparati con olio extravergine di oliva che, anche grazie ai molteplici effetti positivi che può avere sull’organismo, conquistano i consumatori e fanno impennare la domanda. A testimoniarlo un recente report della Commissione Europea, che, per quanto riguarda l’Europa, ha registrato un +15,6% nelle esportazioni verso i paesi extraeuropei fra ottobre 2019 e settembre 2020, in particolare verso Australia (+37,5%), Brasile (+31%) e Canada (+28,1%). Relativamente all’Italia, invece, fra ottobre 2019 e agosto 2020 le esportazioni intraeuropee sono aumentate del 24,7%. Un export dinamico quindi che, insieme al +7,4% di vendite alla GDO dei primi undici mesi del 2020 registrate dall’ISMEA, ha compensato le perdite dovute alla chiusura del canale della ristorazione. Basti pensare che in Italia 9 famiglie su 10 consumano olio extravergine d’oliva tutti i giorni secondo Coldiretti. Con questi ritmi il mercato globale dell’olio extravergine, che nel 2020 valeva 1465,5 milioni di dollari, secondo WMFJ arriverà a valere oltre 1,8 miliardi di dollari entro il 2026, con un CAGR del 3.6%. “Durante il lockdown le persone hanno avuto modo di fermarsi e riflettere sulla propria alimentazione e questo ha influito su ciò che cercano sugli scaffali dei supermercati – ha affermato Federica Bigiogera, marketing manager di Vitavigor – Quanto emerge dalle indagini di mercato è evidente ora più che mai: i consumatori prediligono ingredienti di qualità, sani e preferibilmente nostrani. Per noi è importante fare tesoro di questi dati ed è anche per questo motivo che da oltre 60 anni utilizziamo per i nostri grissini solo olio extravergine d’oliva al 100%, evitando l’utilizzo di olio di palma, grassi animali o idrogenati, OGM e conservanti”.
Vale dunque la pena analizzare in che modo l’olio extravergine può contribuire al nostro benessere. In un recente studio pubblicato da ABC News si legge che l’olio Evo, ricco di composti come fenoli e grassi monoinsaturi, può diminuire il grado d’infiammazione e il livello di grassi nel sangue, aumentando invece la quantità di HDL, il colesterolo “buono” che aiuta a ridurre il rischio di malattie cardiache. “Le proprietà benefiche dell’olio extravergine sono legate principalmente alla sua composizione – ha confermato la dott.ssa Alice Parisi, biologa nutrizionista – L’alta concentrazione di polifenoli e tocoferoli, infatti, contrasta l’ossidazione delle macromolecole biologiche, ovvero DNA, proteine e lipidi, e aiuta a prevenire cancro, diabete e numerose malattie cronico-degenerative. Io ne raccomando il consumo a crudo, in quanto le alte temperature degradano i composti dell’olio”. Non è quindi una sorpresa che la dieta mediterranea, di cui l’olio Evo è uno dei cardini principali, si sia classificata come migliore dieta al mondo del 2020 secondo US News & World Report. Povera di carne rossa, zuccheri e grassi saturi e ricca di cibi salutari come frutta, verdura, legumi, cereali e noci non solo ci fa stare bene, ma è ottima anche se si desidera perdere qualche chilo.
Ma quali sono le previsioni del mercato dell’olio extravergine per l’anno in corso? In Italia non delle migliori, almeno in termini di quantità: l’ISMEA ha registrato un calo della produzione del 30% rispetto allo scorso anno. I motivi sono da ricercarsi nelle anomalie climatiche e nella Xylella che hanno devastato gli ulivi del Sud e in particolare della Puglia, regione responsabile del 51% della produzione italiana. Tuttavia, il clima più mite che si è registrato nel Nord della Penisola nel 2020 ha permesso di assistere a incrementi sostanziali per quanto riguarda alcune regioni settentrionali e centrali come Toscana (+31%), Umbria (+70%) e Liguria (+100%), a testimonianza del fatto che quando si tratta di agricoltura è fondamentale adattare le coltivazioni al clima. E se la quantità non è eccelsa, non si può dire altrettanto della qualità: l’olio extravergine d’oliva, infatti, è un grasso liquido estratto dalle olive, coltura tradizionale del bacino del Mediterraneo, ed è l’unico olio da cucina prodotto senza l’uso di agenti chimici e raffinazione industriale.
Matteo Gavioli
GENOVA: MALCONTENTO E RABBIA DEI TITOLARI DI BAR E RISTORANTI PER IL REPENTINO PASSAGGIO IN ZONA ARANCIONE
Fotoservizio di Claudia Paracchini
Oggi pomeriggio, dopo le precedenti e pacifiche manifestazioni contro i “caroselli” di possibilità e divieti, un migliaio di manifestanti armati di fischietti, cartelli e striscioni, totalmente inascoltati dalle istituzioni, ha protestato civilmente di fronte alla Prefettura, oltrepassato piazza De Ferrari e, raggiunto, occupandola, la sopraelevata Aldo Moro. Uno dei pochi mezzi possibili per richiamare l’attenzione di chi doveva prenderne giustamente le parti e far valere i loro sacrosanti diritti.
Il corteo partito da piazza Corvetto mentre transita in via XXII Ottobre
Malgrado il disagio degli automobilisti e quelli di altri mezzi, la quasi totalità dei cittadini ha manifestato la loro solidarietà nei confronti degli operatori della ristorazione.
Tutto questo dovuto al repentino e cervellotico passaggio improvviso alla zona arancione, togliendo ai già martoriati e depredati titolari di bar e ristoranti, anche l’incasso del pranzo di San Valentino!
Gli oltre mille dimostranti mentre bloccano la sopraelevata e Corso Aurelio Saffi
Chiari e propositivi anche nella protesta i promotori di “ristoratori uniti Liguria”. Nei cartelloni e striscioni gli slogan: Fateci lavorare, Non siamo interruttori da accendere e spegnere quando volete, Abbiamo rispettato le regole….rispettateci! Domenica a Camogli (dove è nata la prima manifestazione gastronomica nazionale dedicata al santo degli innamorati) e a Genova, ristoratori ”ribelli” che hanno aperto i propri locali sono stati puniti con multe salate.
Occupazione della sopraelevata
Non si può non essere solidali e vicini agli esercenti “giustamente ribelli”. Nei ristoranti liguri già colmi di prenotazioni, quarantott’ore prima del pranzo di San Valentino, è arrivata come una mannaia, la nefasta notizia diramata dal Ministero della Salute che, a partire da domenica mattina, la Liguria passava in zona arancione. Oltre il danno la beffa.
L’occupazione della sopraelevata è stata una logica conseguenza. Ma c’è ben di più. Oltre il mancato introito, i costi per l’acquisto delle basi alimentari, i ritardati e carenti aiuti di sostegno da parte dello Stato per gli affitti, bollette da pagare, tasse e balzelli vari.