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IDENTITÀ' GOLOSE XV EDIZIONE
Programma
Sabato 23 marzo 2019
Sala Auditorium – Quando la cucina in televisione fa bene
Programma in fase di definizione
13.45 PAUSA
Dossier Dessert (in collaborazione con Valrhona)
14.30 Jordi Butron (Espai Sucre, Barcellona)
15.15 Will Goldfarb (Room 4 Dessert, Ubud - Bali)
16.00 Roger Van Damme (Het Gebaar, Anversa - Belgio) 16.45 Antonio Bachour (Bachour, Miami)
17.30 Corrado Assenza (Caffè Sicilia, Noto – Siracusa)
Sala Blu 1 (mattina): Identità di Gelato
10.45 Enzo Crivella (Crivella Gelati & Dessert, Sapri – Salerno)
11.30 Moreno Cedroni (La Madonnina del Pescatore, Senigallia – Ancona)
12.15 Lucia Sapia (Gelateria Il Dolce Sogno - Busto Arsizio, Varese) e Maurizio Bernardini (Gelateria Galliera 49, Bologna)
13.00 Paolo Brunelli (Gelateria Brunelli, Senigallia – Ancona)
13.45 PAUSA
Sala Blu 1 (pomeriggio): Identità Naturali
14.15 Daniela Cicioni (chef vegana)
15.00 Sauro Ricci (Joia, Milano)
15.45 Marcello Corrado (Osteria Perillà, Castiglione d’Orcia – Siena) 16.30 Salvatore Bianco (Il Comandante, Napoli)
17.30 in fase di definizione
Sala Blu 2: Contaminazioni
10.45 Matias Perdomo e Simon Press (Contraste, Milano)
11.30 Mariano Guardianelli (Abocar Due Cucine, Rimini)
12.15 Antonia Klugmann (L’Argine a Vencò, Dolegna del Collio – Gorizia) 13.00 PAUSA
14.10 Jeremy Chan (Ikoyi, Londra)
15.00 Francesco Apreda (Imàgo dell’Hotel Hassler – Roma)
15.50 Roy Caceres (Metamorfosi, Roma)
16.40 José del Castillo (Isolina, Lima – Perù)
17.30 Yoji Tokuyoshi (Tokuyoshi, Milano)
Sala Gialla 3: Identità di Champagne - Atelier des Grandes Dames (in collaborazione con Veuve Clicquot)
12.00 Martina Caruso (Signum, Salina - Messina)
13.30 Marta Scalabrini (Marta in Cucina, Reggio Emilia)
15.00 Antonia Klugmann (L’Argine a Vencò, Dolegna del Collio – Gorizia)
Domenica 24 marzo 2019
Sala Auditorium - Il Fattore Umano: Costruire Nuove Memorie
10.00 Carlo Cracco (Cracco, Milano)
10.45 José Avillez (Belcanto, Lisbona)
11.30 Virgilio Martinez (Central, Lima)
12.15 Massimiliano e Raffaele Alajmo (Le Calandre, Rubano – Padova)
13.00 Omaggio ad Alain Ducasse con Massimo Bottura, Carlo Cracco, Gennaro Esposito, Davide Oldani e Andrea Berton
13.30 PAUSA
14.15 Andrea Berton (Ristorante Berton, Milano) e Davide Oldani (D’O, Cornaredo – Milano) 15.00 Mehmet Gürs (Mikla, Istanbul)
15.45 Tim Raue (Tim Raue, Berlino))
16.30 Heinz Beck (La Pergola del Rome Cavalieri, Roma)
17.15 Diego Guerrero (DSTAgE, Madrid)
Sala Blu 1: Identità di Pasta
10.45 Alessandro Negrini e Fabio Pisani (Il Luogo di Aimo e Nadia, Milano) 11.30 Ezra Kedem (Studio Arcadia, Gerusalemme)
12.15 Danilo Ciavattini (Danilo Ciavattini Ristorante, Viterbo)
13.00 PAUSA
14.10 Cristian Torsiello (Osteria Arbustico al Royal Paestum, Paestum – Salerno) 15.00 Carlo Cracco (Cracco, Milano)
15.50 Riccardo Gaspari (SanBrite, Cortina d’Ampezzo – Belluno)
16.40 Gennaro Esposito (Torre del Saracino, Vico Equense – Napoli)
17.30 Isabella Potì (Bros, Lecce)
Sala Blu 2: Nuove Identità, Italia-Mondo
10.45 Alberto Gipponi (Dina, Gussago – Brescia)
11.30 Gonzalo Luzarraga (Rigò, Londra)
12.15 Giuseppe Lo Iudice e Alessandro Miocchi (Retrobottega, Roma) 13.00 PAUSA
14.10 Paulo Airaudo (Amelia, San Sebastian)
15.00 Ciro Scamardella (Pipero, Roma)
15.50 Karime Lopez (Gucci Osteria da Massimo Bottura, Firenze)
16.40 Ivan e Sergey Berezutsky (Twins Garden, Mosca)
17.30 Paolo Griffa (Petit Royal del Grand Hotel Royal, Courmayeur – Aosta)
Sala Gialla 1: Identità di Sala (in collaborazione con Cantine Ferrari)
10.45 Gestione della sala nella replica di più locali: Enrico Bartolini (Enrico Bartolini al Mudec, Milano), Enrico Buonocore (Langosteria, Milano)
11.30 Futuro e formazione: Mariella Organi (Alma), Dominga Cotarella (Intrecci), Matteo Zappile (Noi di Sala), Laura Fratton (Scuola Alberghiera di Tione, Trento)
12.20 Giuseppe Palmieri (Osteria Francescana, Modena)
13.10 PAUSA
14.30 Hôtellerie, il servizio perfetto: Antonello De Medici (Marriott), Robert
Koren (Belmond), Lorenzo Giannuzzi (Forte Village) e Attilio Marro (Bulgari)
15.20 Imprevisti, come gestirli: Paolo Lorenzoni (The Gritti Palace, Venezia), Alessandro Troccoli (Cracco, Milano), Edoardo Sandri e Gabriele Fedeli (Atrium Bar&Lounge - Il Palagio del Four Seasons Hotel Firenze), Umberto Giraudo (Rome Cavalieri a Waldorf Astoria Resort)
16.10 Come ti declino l'ospitalità: Niko e Cristiana Romito (Reale Casadonna e Spazio)
Sala Gialla 2: Identità di Formaggio (in collaborazione con Grana Padano)
10.45 Christian e Manuel Costardi (Cinzia - Da Christian e Manuel, Vercelli)
11.30 Giancarlo Perbellini (Casa Perbellini, Verona)
12.15 Iginio Ventura (Gelateria Pina Gel, Peschici – Foggia) e Paco Magri (Dordoni, Cremona) 13.00 Matias Perdomo e Simon Press (Contraste, Milano)
13.45 PAUSA
Sala Gialla 2: Identità di Carne
14.15 in fase di definizione
15.00 in fase di definizione
15.45 Oliver Glowig (Barrique by Oliver Glowig, Monte Porzio Catone – Roma) 16.30 in fase di definizione
17.30 Diego Rossi (Trippa, Milano)
Sala Gialla 3: Identità di Champagne - Atelier des Grandes Dames (in collaborazione con Veuve Clicquot)
12.00 Fabrizia Meroi (Laite, Sappada – Udine)
13.30 Caterina Ceraudo (Dattilo, Strongoli – Crotone)
15.00 Solaika Marrocco (Primo Restaurant, Lecce)
Lunedì 25 marzo 2019
Sala Auditorium - Il Fattore Umano: Costruire Nuove Memorie
10.00 Paolo Lopriore (Il Portico, Appiano gentile – Como) e Gianluca Gorini (DaGorini, San Piero in Bagno – Forlì-Cesena)
10.45 Dominique Crenn (Atelier Crenn, San Francisco)
11.30 Riccardo Camanini (Lido 84, Gardone Riviera – Brescia)
12.15 Massimo Bottura (Osteria Francescana – Modena)
13.00 Cantine Ferrari: L’arte dell’ospitalità, grande Italia nel mondo con Enrico Baronetto, Massimo Bottura, Giorgio Locatelli, Matteo Lunelli, Paolo Marchi e Alessandro Perricone 13.40 PAUSA
14.15 Niko Romito (Reale Casadonna, Castel di Sangro – L’Aquila)
15.00 Andrea Ribaldone (Osteria Arborina, La Morra – Cuneo) e Domingo Schingaro (Due Camini Borgo Egnazia, Fasano – Brindisi): come nasce un nuovo formato di pasta
15.45 Catia e Mauro Uliassi (Uliassi, Senigallia – Ancona)
16.30 Cristina Bowerman (Glass Hostaria, Roma) e Solaika Marrocco (Primo Restaurant, Lecce)
17.15 Enrique Olvera (Pujol, Città del Messico e Cosme, New York)
Sala Blu 1: Pasticceria italiana contemporanea (in collaborazione con Petra® Molino Quaglia e Valrhona)
10.45 Corrado Assenza (Caffè Sicilia, Noto – Siracusa)
11.30 Massimo Alverà (Pasticceria Alverà, Cortina d’Ampezzo – Belluno)
12.15 PAUSA
13.20 Francesco Ballico (Pasticceria Il Chiosco, Lonigo – Vicenza) 14.10 Marco Pedron (Cracco, Milano)
15.00 Lucia De Prai (chef pasticciere)
15.50 Gian Luca Forino (Gian Luca Forino)
16.40 Carmine Di Donna (Torre Del Saracino, Vico Equense – Napoli) 17.30 Gianluca Fusto (Fusto Milano)
Sala Blu 2: Identità di Pane e Pizza (in collaborazione con Petra® Molino Quaglia)
10.45 Lionello Cera (Antica Osteria Cera, Campagna Lupia – Venezia)
11.30 Simone Rodolfi (panificatore)
12.15 PAUSA
13.20 Tommaso Cannata (La Boutique del Pane, Messina) e Giuseppe Li Rosi (Terre Frumentarie, Raddusa - Catania)
14.10 Eugenio Boer (Bu:r, Milano) e Giuseppe Rizzo (Pizzeria Dell’Angolo, Vittuone – Milano) 15.00 Massimiliano Prete (Sestogusto, Torino)
15.50 Gennaro Battiloro (Battil’oro, Seravezza – Lucca)
16.40 Danilo Brunetti, Michele Botta, Riccardo Raia e Simone Mantuano (Marghe, Milano) 17.30 Franco Pepe (Pepe in Grani, Caiazzo – Caserta)
Sala Gialla 3: Identità di Champagne - Atelier des Grandes Dames (in collaborazione con Veuve Clicquot)
13.00 Maria Probst (La Tenda Rossa, Cerbaia in Val di Pesa - Firenze)
14.15 Valeria Piccini (Da Caino, Montemerano- Manciano – Grosseto)
15.30 Gaia Giordano (Spazio Milano, Milano)
CONSORZIO ASOLO MONTELLO, LA CRESCITA NON SI FERMA
Nel 2018 l’Asolo Prosecco Superiore DOCG ha raggiunto e superato le 12 milioni di bottiglie. Aumentano anche i numeri del Montello DOCG, raddoppiati dal 2017
I numeri del Consorzio Vini Asolo Montello continuano a crescere, confermando il trend positivo: nel 2018 sono state oltre 12 milioni le bottiglie consortili di Asolo Prosecco Superiore DOCG prodotte e immesse nel mercato. Anche le piccole produzioni locali sono aumentate: dal 2014 ad oggi quella di Montello DOCG è passata da 3 mila a 51 mila bottiglie, raddoppiando il dato del 2017.
L’incremento della produzione non ha comunque modificato il paesaggio unico dei Colli di Asolo e del Montello, conservandone le peculiarità. La superficie vitata, che comprende sia i vigneti a bacca bianca che quelli a bacca rossa, è pari a poco più di 2.100 ettari e rappresenta solo il 9 per cento dell’intera superficie dell’Asolo Montello.
“Quelli registrati nel 2018 sono dei risultati che ci danno grande soddisfazione – spiega Armando Serena, Presidente del Consorzio Vini Asolo Montello - la crescita costante dell’Asolo Prosecco Superiore DOCG ribadisce che il nostro vino è apprezzato dal mercato sia nazionale che internazionale. Per il Consorzio, però, è altrettanto fondamentale la tutela dell’ambiente - territorio e la promozione delle varietà storiche che vi si trovano, come Cabernet e Merlot, uvaggio alla base del Montello DOCG”.
Nata nel 2009, quella dell’Asolo Prosecco Superiore DOCG è la denominazione meno estesa delle tre votate al Prosecco, ma è l’unica che può definire la tipologia Extra Brut nelle bottiglie prodotte con la DOCG.
La DOCG Montello è nata nel 2011 per valorizzare l’alta qualità di questo vino e della zona in cui viene prodotto. Il Montello DOCG è ottenuto dal classico taglio tra Merlot, Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon con vitigni internazionali, che in questi luoghi assumono un’identità ben precisa.
Chiara Brunato
ORTOROMI A LOGISTICA 2019
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La partecipazione alle più rinomate fiere di settore è parte fondamentale della strategia di comunicazione di OrtoRomi. Il giovane brand Insal’Arte in soli 4 anni è stato in grado di aggredire il mercato e di contribuire in maniera significativa al fatturato aziendale, che a fine 2018 si attesta sui 105 mln di euro, con un incremento di quasi il 13% rispetto al 2017. Anche quest’anno OrtoRomi allestirà un ampio stand di 114 mq, progettato per dare pieno risalto e visibilità ai numerosi prodotti a marchio Insal’Arte. Aperto su 3 lati, lo spazio espositivo accoglierà 4 capienti frigoriferi da 1,6 m che presenteranno tutto l’assortimento OrtoRomi: le insalate di IV gamma, le ciotole “Pausa Pranzo”, gli estratti di frutta e verdura, i radicchi I.G.P, le zuppe, i minestroni e le vellutate realizzate con materie prime selezionate. Fruit Logistica 2019 sarà l’occasione per esporre per la prima volta la linea delle zuppe al completo, un ampio assortimento composto da 9 zuppe e 6 passati. Particolare rilievo verrà dato alle ultime referenze lanciate, come la zuppa Toscana con kale e il passato di radicchio e fagioli. “Ormai la kermesse di Berlino è un appuntamento fisso che ci permette di iniziare l’anno dando un respiro internazionale alla nostra realtà. Come da tradizione, uno stand curato nei minimi dettagli e grande visibilità ai nostri prodotti sono aspetti chiave che non mancheranno. Due murali saranno dedicati all’esposizione delle insalate di IV gamma, il nostro core business da sempre, mentre gli altri 2 saranno dedicati alle zuppe e agli estratti, i due mercati nei quali abbiamo fortemente creduto e che abbiamo di recente sviluppato. Gli estratti Insal’Arte saranno l’ingrediente base di una selezione di cocktail, appositamente ideata per OrtoRomi dal barman Diego Cesarato, che ha creato 5 ricette che delizieranno e stupiranno il palato dei visitatori: alcuni esempi sono l’OrtoRomi Mule, con estratto allo zenzero, vodka, succo di lime e ginger beer Thomas Henry, il Red Fruit Logistica, con estratti al limone, arancia e frutti rossi mixati con Whiskey bourbon bulleit e passion fruit e il Gin Insal’Arte con estratto al limone, Gin O’ndina al basilico e menta fresca. Fruit Logistica si conferma per OrtoRomi un appuntamento strategico importante per ribadire e consolidare il costante percorso di ricerca e innovazione che caratterizza il DNA dell’azienda. Hall 4.2 – stand D-10
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CONSORZIO DEL CHIANTI: IN CAMPO LE VITI RESISTENTI
Il vino del futuro senza chimica intorno
Vino, l'appello del Consorzio del Chianti: “Iniziamo con coraggio anche in Toscana la sperimentazione in campo delle viti resistenti ai funghi”
Il presidente Busi si rivolge a Regione e agricoltori: "Se non ci muoviamo ora rischiamo di restare al palo rispetto ad altre realtà vitivinicole italiane"
“La Regione Toscana si faccia parte attiva assieme al mondo della ricerca ed al mondo Consortile regionale per dare vita, in tempi brevi, ad un progetto applicativo ed operativo sui vitigni resistenti a cui fare seguire una sperimentazione in campo della coltivazione e successiva vinificazione delle uve di cloni di Sangiovese ed altri vitigni tradizionali della toscana enologica” questo l'appello che il Consorzio Vino Chianti, senza timori per il nuovo frutto di una seria ricerca scientifica, attraverso il suo Presidente Giovanni Busi, ha deciso di rivolgere alle istituzioni e alle imprese agricole della Toscana.
Il motivo dell'appello? “Che siamo ancora fermi – spiega Busi – mentre altre realtà, soprattutto del Nord-Est stanno andando avanti e che se anche qui in Toscana non ci iniziamo a muovere rischiamo di restare indietro in un aspetto fondamentale della coltivazione della vite e quindi della produzione vinicola dei prossimi decenni: cioè un prodotto di qualità che risponde a standard ecologici elevatissimi per garantire così sia il produttore che il cliente finale”.
Il Presidente del Consorzio Vino Chianti si riferisce alle viti resistenti “PIWI” , un acronimo che sta a indicare le varietà di vite resistenti alle crittogame e capaci di battere le malattie fungine, che, al contempo, mantengono però tutte le caratteristiche di aroma profumo e gusto dei propri “genitori” merlot, chardonnay, cabernet-sauvignon e anche sangiovese. Viti che non hanno bisogno di difese chimiche e che soprattutto non hanno niente a che fare con gli OGM. “Basti pensare – puntualizza Busi – che la resistenza totale o parziale a malattie crittogamiche come peronospora e oidio, permette una coltivazione più sostenibile, sia dal punto di vista ambientale che da quello economico: con l’utilizzo dei vitigni resistenti si risparmia in prodotti fitosanitari: è stato calcolato che ne servono circa l’80% in meno per un risparmio di mille euro circa per anno/per ettaro. E ciò significa non solo non sprecare risorse ma anche tutelare il nostro ambiente. Anche se le viti resistenti sono ormai frutto di una ricerca datata, ed oggi il mondo della ricerca va verso il nuovo rappresentato dal cosiddetto “genome editing” o “cisgenesi”, è importante avviare fin da subito, con le autorizzazioni regionali del caso, un processo di prove tecniche in pieno campo approcciando l’argomento in modo laico e senza pregiudizi”.
“Quello che chiediamo – spiega Busi – è semplicemente che possano essere autorizzate, in via di sperimentazione, in Toscana. Questo processo è già avviato per la produzione di vini ad indicazione geografica nelle regioni del nord Italia con particolare riferimento a Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Province di Bolzano e Trento, dove la sperimentazione è avviata ormai da tempo e già esistono vigneti realizzati in pieno campo e già si sono fatte prove di vinificazione. “Ovviamente trattandosi di regioni del nord Italia – dice Busi - la ricerca si è concentrata su vitigni tipici di quei territori con particolare riferimento a quelli per produzione di uve bianche. Ma riteniamo che anche da noi occorre partire”.
“Da qui l'invito alla Regione Toscana – commenta il Presidente del Consorzio Vino Chianti - a far partire la sperimentazione, indistintamente per IGT, DOC e DOCG, piantando vigneti con questi nuovi cloni resistenti alle malattie con particolare riguardo alla peronospora ed oidio. Ovviamente dovranno essere fatte prove di vinificazione delle uve ottenute, sui cloni dei vitigni classici toscani, a partire dal sangiovese nelle sue varie declinazioni, - aggiunge Busi - per verificare se il vino che si otterrà da queste uve sarà in linea con qualità e caratteristiche, tradizione e tipicità delle produzioni enologiche toscane”.
“Non possiamo più attendere, sostenendo posizioni di retroguardia o mettendo la testa sotto la sabbia, il mondo va avanti e non possiamo rimanere inerti o indifferenti, costringendo le aziende a muoversi autonomamente in una palude amministrativa.” Conclude Busi.
Lorenzo Galli Torrini
Nittardi, Quercia al Poggio, Tolaini
I miei Classicisti
In occasione delle Anteprime toscane Vi proponiamo un viaggio nel Chianti Classico, scoprendo i “miei Classicisti”. Attraverso tre aziende: Nittardi, Quercia al Poggio e Tolaini, saranno lampanti le variegate sfumature del terroir che rendono sorprendentemente avvincente la lettura di questa DOCG.
Nella zona del Chianti Classico ci sono tre aziende che dimostrano il potere espressivo del Sangiovese tratteggiando, attraverso i loro vini, una mappa che definisce i diversi caratteri del territorio, restandone sempre fedeli.
L’azienda vinicola Nittardi, certificata Bio, proprietà della famiglia Femfert, si trova nel cuore del Chianti Classico e da secoli è la prova che un territorio può essere naturalmente vocato all’arte e alla viticoltura.
Nittardi vanta una lunga tradizione artistico-enologica. Michelangelo Buonarroti l’aveva scoperta mentre viaggiava attraverso il Chianti, durante la progettazione di migliorie alle mura della Repubblica fiorentina e ne rimase così colpito, che nel 1549, mentre lavorava alla Cappella Sistina, acquistò la tenuta.
Il vino prodotto in questo piccolo angolo di paradiso era così speciale che l’artista volle farne dono a Papa Giulio II.
La tenuta si estende per trentadue ettari in totale, suddivisi in due territori diversi: uno di dodici ettari tutti nel comune di Castellina in Chianti e altri venti nella Maremma a sud di Grosseto, tra Scansano e Magliano.
I vigneti sono ad alta densità con seimila seicentosessanta piante per ettaro. Il lavoro in vigna è affrontato con la massima attenzione. La vendemmia è completamente manuale, ogni grappolo è scelto con cura e raccolto separatamente per ciascuna vigna e varietà. Il processo di fermentazione e d’invecchiamento avviene in fusti di rovere francese di formato diverso (scelto in base ad una valutazione che è eseguita di volta in volta) e in fusti di cemento.
Tutte le fasi sono controllate costantemente dai tecnici, sotto la supervisione dell’enologo interno Antonio Spurio e del consulente Carlo Ferrini.
Quercia al Poggio certificata Bio, di proprietà di Michela e Vittorio Rossi, è situata a 400 metri sul livello del mare, si trova in località Monsanto, nel comune di Barberino Val D’Elsa, nel cuore pulsante del Chianti Classico. I vigneti, cingono l’antico promontorio pliocenico, disegnando un variegato contrappunto intorno al borgo ottocentesco con esposizioni e terroir diversi. Sono presenti terreni a matrice calcareo-argillosa nel versante N/NO e con presenza di arenaria e scisti nella parte di S/SE.
L’azienda occupa una superficie di circa cento ettari, quindici ettari di DOCG e produce circa 90000 bottiglie l’anno. Questo è un luogo ideale per la viticoltura, si tratta di una vera e propria riserva naturale, dove i vigneti sono immersi in un contesto boschivo, ricco di biodiversità. Le viti si approvvigionano della necessaria luminosità grazie alla conformità del Poggio. La presenza costante di vento rende asciutta la parte aerea della pianta e le argille garantiscono l’indispensabile umidità radicale nelle stagioni siccitose.
Quercia al Poggio ha intrapreso un “Programma natura” che prevede la concimazione dei Terreni con humus, l’utilizzo della pratica del sovescio con il favino, l’esecuzione dei travasi in base alle fasi lunari e in generale tutte le movimentazioni necessarie in azienda vengono eseguite per caduta, aumentando l’efficienza energetica, sfruttando la forza di gravità.
L’azienda Tolaini, a conduzione Bio, si trova nella parte meridionale del Chianti Classico, a Castelnuovo Berardenga, rinomata per il suo clima caldo. Incastonata in un anfiteatro naturale di vigneti, olivi e boschi, si colloca in una delle zone più suggestive della Toscana, movimentata da dolci colline di diverse tonalità di verde.
Proprio per il particolare clima ed esposizione (Sud/Sud Ovest) i vini si contraddistinguono per la loro grande potenza.
I vitigni dell’azienda Tolaini si trovano tra 350 e 450 mt sul livello del mare, questa ubicazione assicura una grande finezza ed eleganza, perché grazie alle escursioni termiche tra notte e giorno l’uva riesce a raggiungere un grado di maturazione ottimale.
Tolaini rappresenta un gioiello nel panorama enologico toscano. Nasce con l’idea di creare un vino indimenticabile, di grande carattere ed intensità, che sia in grado di emozionare, con il suo grande spessore e la sua eleganza.
Nell’azienda Tolaini si applica la perfetta sintesi tra una sapiente gestione agricola mutuata dalla tradizione e una costante e puntigliosa ricerca di tutte quelle acquisizioni tecnologiche, che sono al servizio di una buona viticoltura.
I vigneti sono tutti ad alta densità, dai 7300 ceppi/ettaro del Sangiovese (di media circa 8000 piante per ettaro a Vallenuova e Montebello) fino agli 11.300 ceppi/Ha dei Cabernet nella tenuta di San Giovanni.
L’azienda Produce circa 250000 bottiglie l’anno, esportando, quasi in tutto il mondo, circa l’80% del prodotto.
Riccardo Gabriele