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AFIDOP - SUCCESSO AD ANUGA 2017
Sette Consorzi appartenenti all’Associazione Formaggi Italiani DOP hanno presentato in occasione di Anuga, la fiera dedicata al food&beverage tenutasi a Colonia dal 7 all’11 ottobre, i sapori unici dei loro prodotti a marchio DOP: Asiago DOP, Caciocavallo Silano DOP, Gorgonzola DOP, Grana Padano DOP, Mozzarella di Bufala Campana DOP, Parmigiano Reggiano DOP e Pecorino Romano DOP rivisitati dal noto pizzaiolo italiano Franco Pepe in originali ricette per valorizzarne le caratteristiche organolettiche.
Ad ogni formaggio la sua pizza. Infatti, durante i cooking show Franco Pepe, artigiano moderno con l’antica passione per la pizza, ha dimostrato la grande versatilità di utilizzo dei sette formaggi a marchio DOP, realizzando sette ricette differenti ispirate alle diverse proprietà e territori di provenienza dei formaggi. All’Asiago DOP Franco Pepe ha dedicato la pizza Profumi del Matese. La Calzone de “Il Casolare” esalta invece il Caciocavallo Silano DOP mentre la Mare e Monti Marinati è a base di Gorgonzola DOP. La Scarpetta trae ispirazione dalle caratteristiche del Grana Padano DOP, la Margherita Sbagliata celebra la Mozzarella di
Bufala Campana DOP e la pizza Breakfast il Parmigiano Reggiano DOP. La Pinsa Conciata, infine, è la proposta pensata per il Pecorino Romano DOP. Sono queste le sette pizze realizzate in esclusiva da Franco Pepe che hanno esaltato, in un connubio di creatività e gusto, i sette formaggi a marchio DOP.
"Ancora una volta possiamo ritenerci soddisfatti della partecipazione della collettiva AFIDOP a una grande fiera internazionale come ANUGA e per questo ringraziamo i Consorzi che ne hanno fatto parte” – ha affermato il Presidente di AFIDOP, Nicola Cesare Baldrighi – “Colonia per noi è importante. La Germania è il secondo Paese di sbocco per le nostre esportazioni di formaggio e ANUGA è la giusta occasione per ricordare al consumatore tedesco le caratteristiche peculiari che contraddistinguono nel mondo le nostre DOP. Grazie alle collaborazioni con un maestro pizzaiolo e un esperto di formaggi siamo riusciti a comunicare efficacemente quanto i nostri formaggi DOP coinvolti facciano parte della tradizione culinaria italiana, ma, al tempo stesso, possano essere impiegati con successo in piatti locali o internazionali grazie alla loro unicità e, in egual misura, alla loro versatilità” – ha concluso il Presidente.
Durante i cooking show, lo stand Afidop ha visto la partecipazione di oltre 250 visitatori al giorno ed ha coinvolto blogger e giornalisti in appuntamenti ed incontri ad hoc.
Ad Anuga è andata così in scena una vera esperienza gustativa all’insegna della qualità del Made in Italy, la riproposizione di una sperimentazione culinaria, ormai diffusa nelle varie regioni italiane, che non solo ha celebrato le caratteristiche uniche di questi prodotti ma ha raccontato, grazie a un eccelso interprete, l’imprescindibile legame tra i formaggi e il loro territorio di origine.
Associazione Formaggi Italiani DOP (AFIDOP)
L’Associazione Formaggi Italiani DOP raggruppa i Consorzi di tutela dei formaggi a denominazione di origine protetta. I Consorzi tutelano le caratteristiche fondamentali di questi preziosi prodotti, che sono quindi strettamente legate al territorio di origine. I Consorzi salvaguardano la tipicità e l’uso della denominazione dei prodotti, promuovono la loro conoscenza, ne tutelano la produzione e i marchi attraverso le verifiche della qualità e la vigilanza.
Praticamente tutte le Regioni, le tradizioni e le tipologie di formaggi si ritrovano in AFIDOP. AFIDOP rappresenta i principi di tradizione, patrimonio e trasparenza.
Afidop - Associazione Formaggi Italiani DOP: conclusa con successo la partecipazione ad Anuga 2017
Alla fiera di Colonia, riflettori puntati sullo stand Afidop: 7 formaggi a marchio DOP protagonisti di entusiasmanti cooking show a cura del maestro pizzaiolo Franco Pepe
Sette Consorzi appartenenti all’Associazione Formaggi Italiani DOP hanno presentato in occasione di Anuga, la fiera dedicata al food&beverage tenutasi a Colonia dal 7 all’11 ottobre, i sapori unici dei loro prodotti a marchio DOP: Asiago DOP, Caciocavallo Silano DOP, Gorgonzola DOP, Grana Padano DOP, Mozzarella di Bufala Campana DOP, Parmigiano Reggiano DOP e Pecorino Romano DOP rivisitati dal noto pizzaiolo italiano Franco Pepe in originali ricette per valorizzarne le caratteristiche organolettiche.
Ad ogni formaggio la sua pizza. Infatti, durante i cooking show Franco Pepe, artigiano moderno con l’antica passione per la pizza, ha dimostrato la grande versatilità di utilizzo dei sette formaggi a marchio DOP, realizzando sette ricette differenti ispirate alle diverse proprietà e territori di provenienza dei formaggi. All’Asiago DOP Franco Pepe ha dedicato la pizza Profumi del Matese. La Calzone de “Il Casolare” esalta invece il Caciocavallo Silano DOP mentre la Mare e Monti Marinati è a base di Gorgonzola DOP. La Scarpetta trae ispirazione dalle caratteristiche del Grana Padano DOP, la Margherita Sbagliata celebra la Mozzarella di Bufala Campana DOP e la pizza Breakfast il Parmigiano Reggiano DOP. La Pinsa Conciata, infine, è la proposta pensata per il Pecorino Romano DOP. Sono queste le sette pizze realizzate in esclusiva da Franco Pepe che hanno esaltato, in un connubio di creatività e gusto, i sette formaggi a marchio DOP.
"Ancora una volta possiamo ritenerci soddisfatti della partecipazione della collettiva AFIDOP a una grande fiera internazionale come ANUGA e per questo ringraziamo i Consorzi che ne hanno fatto parte” – ha affermato il Presidente di AFIDOP, Nicola Cesare Baldrighi – “Colonia per noi è importante. La Germania è il secondo Paese di sbocco per le nostre esportazioni di formaggio e ANUGA è la giusta occasione per ricordare al consumatore tedesco le caratteristiche peculiari che contraddistinguono nel mondo le nostre DOP. Grazie alle collaborazioni con un maestro pizzaiolo e un esperto di formaggi siamo riusciti a comunicare efficacemente quanto i nostri formaggi DOP coinvolti facciano parte della tradizione culinaria italiana, ma, al tempo stesso, possano essere impiegati con successo in piatti locali o internazionali grazie alla loro unicità e, in egual misura, alla loro versatilità” – ha concluso il Presidente.
Durante i cooking show, lo stand Afidop ha visto la partecipazione di oltre 250 visitatori al giorno ed ha coinvolto blogger e giornalisti in appuntamenti ed incontri ad hoc.
Ad Anuga è andata così in scena una vera esperienza gustativa all’insegna della qualità del Made in Italy, la riproposizione di una sperimentazione culinaria, ormai diffusa nelle varie regioni italiane, che non solo ha celebrato le caratteristiche uniche di questi prodotti ma ha raccontato, grazie a un eccelso interprete, l’imprescindibile legame tra i formaggi e il loro territorio di origine.
Associazione Formaggi Italiani DOP (AFIDOP)
L’Associazione Formaggi Italiani DOP raggruppa i Consorzi di tutela dei formaggi a denominazione di origine protetta. I Consorzi tutelano le caratteristiche fondamentali di questi preziosi prodotti, che sono quindi strettamente legate al territorio di origine. I Consorzi salvaguardano la tipicità e l’uso della denominazione dei prodotti, promuovono la loro conoscenza, ne tutelano la produzione e i marchi attraverso le verifiche della qualità e la vigilanza.
Praticamente tutte le Regioni, le tradizioni e le tipologie di formaggi si ritrovano in AFIDOP. AFIDOP rappresenta i principi di tradizione, patrimonio e trasparenza.
Sopexa Italia
SIMPLY ITALIAN GREAT WINES US 2017
23 ottobre Chicago - 25 ottobre San Francisco
MILLENNIAL E FINE WINE I PUNTI CHIAVE DEL MERCATO USA
L’Italia è primo partner commerciale degli Stati Uniti, ma le opportunità di espansione sono ancora enormi. I.E.M. incontra trade e professionisti in due tappe esclusive
Gli Stati Uniti sono il principale mercato vinicolo al mondo. Un contesto nevralgico che mostra ancora ampi margini di crescita, dove l’Italia può concentrarsi su nuovi segmenti di consumo per espandere la propria presenza, mantenendo il primato fra i Paesi importatori (quasi un terzo del vino straniero è made in Italy). La prossima occasione di incontrare il trade americano è Simply Italian US Tour 2017. Lo storico evento ideato da I.E.M. - International Exhibition Management per promuovere l’eccellenza enologica italiana nel mondo si svolge a Chicago il 23 ottobre, per poi proseguire verso la West Coast, il 25 ottobre a San Francisco.
Protagoniste dell’edizione 2017 sono oltre 80 realtà produttive del Bel Paese, al centro di seminari, educational, walk-around tasting e incontri b2b dedicati al trade: un format multiplo ed efficace, vero punto di forza dei Simply Italian Tour. Il successo dell’evento è consolidato anche dall’esistenza della sede locale I.E.E.M., a Miami dal 2007, che garantisce una presenza continuativa sul territorio americano e cura direttamente tutte le attività nei mercati strategici tra Stati Uniti, Canada e Sud America. Si prevede la presenza di oltre 500 professionisti di rilievo, importatori, operatori, giornalisti e opinion maker.
Lunedì 23 ottobre gli spazi del lussuoso LondonHouse di Chicago (85 E Wacker Drive, North Michigan Avenue) ospitano un fitto programma di masterclass e degustazioni guidate. Si comincia alle 10 in sala Ambia con “The Sparkling Life. Fresh & Fun Wines from Friuli”, organizzato dl Consorzio Friuli Grave Doc, per poi proseguire alle 12 con una “orizzontale” del Chianti Riserva Docg 2013 declinato nelle sue 7 sottozone (a cura del Consorzio Vino Chianti), e concludere alle 14 con un seminario a cura di Federdoc con focus sulla denominazione Prosecco: “Traceability and Regulation of Italian D.O.C. Wines. Prosecco and its Different Expressions”.
In sala Ètoile, invece, alle 11 si degustano due amatissimi vitigni autoctoni, Grillo e Nero d’Avola: “The Art of Sicilian Wine. A Renaissance of the Sicilian Viticulture”, organizzato da ATS Sicily in the World. Alle 13 è la volta dell’Asti Docg, declinato in tre versioni dal Consorzio: “One Denomination, Three Great Wines: Asti, Asti Secco, Moscato d’Asti D.O.C.G.”. Ma clou dell’evento, dalle 14 alle 18, è la degustazione ai banchi d’assaggio delle Cantine protagoniste.
Mercoledì 25 ottobre la tappa di San Francisco allo storico Sir Francis Drake Hotel (450 Powell St) ripropone tre masterclass già menzionate: “The Sparkling Life” del Consorzio Friuli Grave Doc, “The Art of Sicilian Wine” di ATS e il tasting delle tre tipologie di Asti Docg, che si svolgono in sala Cypress/Monterey rispettivamente alle ore 10, 12 e 14. Nel frattempo in Sala Tudor A/B, alle ore 11, il Consorzio di Tutela Lugana Doc organizza “Discover Lugana, 50 Years of the Aristocratic Garda White Wine”, seguita alle 13 dall’appuntamento con il Consorzio Vino Chianti, stavolta in verticale: “2014-2004: A Vertical Potrait of Chianti D.O.C.G. Riserva”. Gran finale, tra le 14 e le 18, il walk-around tasting aperto a professionisti, wine educator e stampa selezionata.
«L’export del vino italiano in Usa vale 1.623,5 milioni di euro (+6,1% rispetto al 2015) e 3.237.900 ettolitri (+3,6%), che corrisponde al 32,4% di tutte le importazioni. Fra i cinque partner commerciali più importanti, il Bel Paese è l’unico a registrare un incremento del prezzo medio (5,01 euro al litro, +2,5%), eccezion fatta per l’Australia, che però vede un calo complessivo delle vendite (-7,8% in valore e -11,4% in quantità) e si attesta su un valore al litro decisamente inferiore (2,39 euro)», spiega Marina Nedic, managing director di Iem.
La passione e la cultura enologica è sempre più diffusa tra le nuove generazioni. Il 42% dei volumi di vino viene consumato dai millennial, giovani tra i 21 e i 35 anni. Si evolvono i modelli di consumo degli americani, con la graduale sostituzione nella scelta di alcolici tra birra e vino; anche i valori pro capite, pur contenuti (9 litri di vino all’anno), sono in costante aumento.
La presenza dei nostri prodotti sul mercato statunitense è consolidata, ma le opportunità di espansione sono enormi, considerando anche l’elevata capacità di spesa pro capite. Il vino italiano è percepito come prodotto di qualità, ma si prospettano ampi margini di crescita nel settore dei fine wines, a cui l’Italia deve puntare con più decisione.
Particolare attenzione merita il fenomeno Prosecco, che colpisce anche in Usa. «Analizzando il quadro generale, emerge un deciso incremento delle importazioni di sparkling wines, che crescono del +12% in valore (992,1 milioni di euro) e +18,2% in quantità (1.131.700 ettolitri) nel 2016. Gli spumanti italiani Dop volano addirittura al +40,7% in valore (quasi 210 milioni di euro) e +31,4% in quantità (oltre 510 mila ettolitri), capitanati appunto dal Prosecco. Bene anche l’Asti Docg, che da solo totalizza quasi 19 milioni di euro (+14,3%) per poco meno di 55 mila ettolitri (+15,8%)», conclude Marina Nedic.
(dati Wine Monitor – Nomisma)
I protagonisti
Partecipano a Simply Italian US 2017 più di 80 realtà d’eccellenza da tutto lo Stivale, come Cantina Benedetti & Grigi (Umbria), Cantina Sampietrana (Puglia), Cantine Colomba Bianca (Sicilia), Cantine La Pergola (Lombardia), D'Angelo Casa Vinicola (Basilicata), La Sala - Il Torriano (Toscana) e Federdoc.
Per il Consorzio Asti Docg: Azienda Agricola Soria Matteo, Casa Vinicola Abbazia di San Gaudenzio e Tre Secoli.
Per il Consorzio di Tutela della Doc Prosecco: Astoria, Barollo, Cantina Montelliana, Castello di Roncade, Fantinel, La Marca, Masottina, Piera Martellozzo, Ronfini e Valdo.
Per il Consorzio di Tutela Lugana Doc: Ancilla Lugana, Avanzi, Bulgarini Fausto, Ca dei Frati, Ca’ Lojera, Cà Majol, Cantine La Pergola, Citari, Corte Sermana, Feliciana, Fraccaroli, Gerardo Cesari, La Sasonina, Le Morette, Malavasi, Marangona, Montonale, Olivini, Pasini San Giovanni, Pilandro, Pratello, Selva Capuzza, Tenuta Roveglia, Turina, Villabella, Zeni 1870.
Per il Consorzio Vino Chianti: Agrisole, Azienda Agraria San Gregorio, Cantina Viticoltori Senesi Aretini, Casa Catelli, Castelvecchio, Colognole, Conte Guicciardini, Dianella, Fattoria Il Colombaio, Fattoria Il Muro, Fattoria Il Palagio, Fattoria La Striscia, Fattoria Poggio Capponi, Fattoria Uccelliera, Fattorie Giannozzi, Fondo del Sole, Il Palazzo, Le Chiantigiane, Marchesi Gondi, Melini (Gruppo Italiano Vini), Poggio del Moro, Tenuta di Artimino, Tenuta Il Corno, Tenuta Sette Ponti, Torre a Cona, Vignano Società Agricola Fanucci e Villa Cilnia.
Per la Camera di Commercio di Udine: Azienda Agricola Zorzon, Azienda Agricola Ciani Valter, RoncSoreli, Stocco, Tenuta La Ponca e Zago Agricola.
Per PromoSiena: Cantalici, Ciaccioni Roberta, La Chimera d’Albegna.
Giovanna Zullo
I VINI DI CORTE SANT’ALDA CONQUISTANO PARIGI
Grandi nomi della ristorazione parigina hanno scelto i vini biodinamici di Marinella Camerani
“Tutto ha avuto inizio a seguito di un incontro fortunato con Marc Tonazzo del ristorante parigino I Golosi, un’istituzione pluriventennale della ristorazione italiana tradizionale a Parigi”, dichiara Marinella Camerani, vulcanica vigneronne della Valpolicella e proprietaria dell’azienda agricola Corte Sant’Alda (Valmezzane di Sotto, VR), i cui vini biodinamici sono stati recentemente inclusi nella carte des vins di rinomati ristoranti della Ville Lumière.
Oltre trent’anni di attività, fatti di passione e dedizione, hanno permesso a una piccola realtà della Valpolicella – una “Grande Famiglia”, come ama definirla Marinella – specializzata nella produzione di vini esclusivamente DOC (Soave, Valpolicella, Valpolicella Superiore, Valpolicella Ripasso Superiore, Amarone, Recioto), di diventare un nome affermato e qualitativamente riconosciuto a livello internazionale. La costante ricerca della qualità, in vigna e in cantina, il rapporto con il territorio e la natura, che si traduce nella scelta di coltivare con il metodo biologico-dinamico (tutti i vini sono certificati Demeter) e i risultati che ne derivano, non potevano passare inosservati in terra francese, produttrice storica di alcuni dei vini più pregiati e apprezzati al mondo.
Oltre al ristorante Ciasa Mia – dove da tempo i proprietari Samuel Mocci e Francesca Bortolotti propongono in carta l’Amarone della Valpolicella di Corte Sant’Alda – nomi come Le Chateaubriand di Iñaki Aizpitarte (selezione dei vini a cura di Julien Barbier), il Caffè Stern – tipico caffè all’italiana aperto dai fratelli Alajmo in collaborazione con l’imprenditore parigino David Lanher (selezione dei vini a cura dei sommelier Martina Fusi e Ivan Guarino e di Giovanni Alajmo), il ristorante Passerini (selezione dei vini a cura della sommelier Cécile Macé) e, ultimo ma non meno importante, Il Carpaccio – Le Royal Monceu, con il sommelier Marcantonio Sassi, hanno dunque scelto di servire in sala la Valpolicella autentica, genuina e di qualità, quella declinata nei vini di Corte Sant’Alda.
La storia dell’azienda inizia nel 1986, quando gli ettari vitati erano quattro e dove l’unica forma d’impianto conosciuta era una pergola intercalata da ciliegi che erano parte della struttura di palificazioni del vigneto. Gli olivi piantati su argini e alcuni piccoli fazzoletti di terra contribuivano al bilancio produttivo della tipica casa rurale del tempo. Armata di buona volontà, e anche di un po’ d’incoscienza, Marinella Camerani – che ha ereditato dal padre il gusto del fare impresa ma pensa a qualcosa di assolutamente unico che rispecchi il suo carattere e i suoi valori - ha dato il via alla sua piccola rivoluzione con l’impianto del primo guyot, abbracciando totalmente e senza compromessi esigenze qualitative all'avanguardia a discapito della quantità di produzione. La svolta viene nel 2002, a seguito dell’incontro con il Nicolas Joly a Milano, in occasione di un convegno sulla Biodinamica, prima conferenza in Italia: si è aperto così per Marinella Camerani e il suo staff un mondo nuovo fatto di persone, sentimenti, di piccoli dettagli e di tutti i sensi. Da questo momento Marinella Camerani ha iniziato a intessere le trame di un arazzo, che sarebbe diventato il simbolo della sua azienda.
Valentina Fraccascia
UN PONTE DI GRANDI EVENTI ALLA FONDAZIONE MAGNANI-ROCCA
Nelle foto: Erberto Carboni 'Violetta di Parma' (1923) - Ada, sorella di Luigi Magnani, 1929 - Erberto Carboni 'Ciprie Opso' (1923)
Eccezionalmente aperti gli armadi segreti della Villa dei Capolavori
Dal 28 ottobre al 1° novembre (lunedì chiuso) alla Fondazione Magnani-Rocca vengono eccezionalmente riaperti ai visitatori gli armadi che custodiscono testimonianze importanti e oggetti preziosi del fondatore Luigi Magnani (1906-1984) e della sua famiglia, rendendo omaggio all'affascinante storia privata di un uomo dal colto e raffinato gusto artistico che dedicò la sua eclettica collezione alla memoria del padre Giuseppe, grande proprietario terriero e imprenditore caseario, e della madre, la nobildonna Eugenia Rocca di Chiavari, nipote di papa Benedetto XV.
La storia della Villa e del suo proprietario si intrecciano con quella degli amati genitori, delle sorelle Ada e Lisetta, morte entrambe ventenni di tubercolosi, e di illustri personaggi del mondo della cultura, dell'aristocrazia colta e dell'arte. Al piano superiore della Villa si trovano i guardaroba a muro di fine Ottocento, celati dalla boiserie ad ante laccate di bianco, che venivano utilizzati per ordinare gli abiti di famiglia, i raffinati accessori, i corredi e tanti preziosi ricordi.
Sarà così possibile rievocare gli splendori dell'alta società grazie al ricco abito in pizzo nero degli anni Trenta che la signora Eugenia indossava quando era ricevuta a corte dalla regina Elena di Savoia, di cui era dama di compagnia. Ancora attuale risulta il prezioso abito da ballo in tessuto arricciato con fili in oro degli anni venti, indossato da Ada, una delle sorelle di Luigi, fra le prime donne in Italia ad adottare il taglio di capelli a la garçonne. Di Luigi Magnani è esposto anche il frac per le serate di gala e il cappello a cilindro, realizzato a Parigi negli anni Quaranta, che riporta all'interno le sue cifre.
A svelare i gusti di un tempo ci sono anche gli accessori (collane, cinture, borsette, guanti) provenienti dalle più rinomate case di moda dell'epoca, tra cui spicca per la pregevole manifattura l'ombrellino Belle Epoque in pizzo nero e manico in ebano intagliato, oltre alla collezione di vezzosi cappellini che ripercorrono un lungo periodo di storia del costume con modelli dagli anni Venti agli anni Sessanta, che Donna Eugenia commissionava in via Condotti a Roma.
Completano la raccolta per la preziosità della fattura e dei tessuti i magnifici servizi da tavola e i corredi ricamati e cifrati fra Ottocento e Novecento, utilizzati dagli ospiti della Villa, come Margaret, sorella della regina Elisabella d'Inghilterra, Giorgio Morandi, Eugenio Montale; di Montale è esposto anche uno dei rarissimi dipinti del grande poeta Premio Nobel, con la passione per l'arte e la musica, amico fra i più cari di Luigi Magnani.
La visita comprende anche la Camera da letto di Luigi Magnani, dove è protagonista il meraviglioso letto Impero coi preziosi bronzi dorati raffiguranti le quattro stagioni.
In 200 opere la storia della Pubblicità in Italia
La mostra presso la Fondazione Magnani-Rocca - "Pubblicità! La nascita della comunicazione moderna 1890 - 1957" - è l'occasione per immergersi nella storia del magico mondo della Réclame.
Tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, per le strade delle città italiane - in un Paese che si stava aprendo alla modernità - fanno la loro apparizione i primi manifesti pubblicitari, eccezionali strumenti di promozione di nuovi, dinamici stili di vita, con l'introduzione dell'illustrazione come strumento persuasivo e spiazzante per novità e per fantasia. Da allora, quei grandi e bellissimi fogli colorati, dal fortissimo impatto visivo, avrebbero caratterizzato gli spazi urbani, divenendo veicolo di creatività ed espressione artistica per grandi illustratori.
La storia della Réclame in Italia ha il suo punto di partenza nei manifesti di Giovanni Mataloni di fine Ottocento, alcuni anni dopo la rivoluzione impressa a Parigi da Toulouse-Lautrec con l'affiche per il Moulin Rouge (1891), tinte piatte, ispirazione giapponese.
La pubblicità da allora diventa comunicazione a sé stante fatta di seduzione, a metà tra arte e industria; diventa linguaggio basato sulla rapidità che piacerà ai futuristi.
Un mondo di desideri che ha visto artisti nascere pittori e diventare illustratori di fama all'ombra di imprenditori come Giulio Ricordi a Milano e Edmondo Chappuis a Bologna, che hanno creato stabilimenti tipografici per sviluppare la fabbrica della comunicazione.
Alla Fondazione Magnani-Rocca sono esposti manifesti di grandi classici come Dudovich, Cappiello, Hohenstein, Metlicovitz, Codognato, Sepo, grandi e coloratissimi, emblemi del Liberty e del Déco, con le loro forme tipografiche studiate per l'occasione, caratteri di stampa che sono diventati marchi di fabbrica ancora oggi in uso. La mostra - a cura di Dario Cimorelli e Stefano Roffi, aperta fino al 10 dicembre - ha la caratteristica particolare di stabilire un nesso diretto tra il momento della creazione, quindi il bozzetto a matita o acquerello, e la sua realizzazione finale a stampa cromolitografica, ed esplora il percorso formativo di alcuni maestri dell'Illustrazione, mostrando passaggi inaspettati e aiutando a identificare meglio le figure degli illustratori nella loro evoluzione: ad esempio, un Erberto Carboni quasi orientalista negli anni Venti per i «profumi di lusso Opso di Parma», disegnerà nel 1954 per Barilla il manifesto della gallina e della «vera pasta all'uovo con cinque uova per chilogrammo», stilizzata come si faceva in quegli anni.
Altra figura fondamentale è quella di Marcello Nizzoli, di cui vengono presentati divertentissimi bozzetti fatti quasi per gioco negli anni Venti inseguendo delle ipotesi di pubblicità: per un insetticida (con uno scarafaggio trafitto da una mano-freccia); per un barattolo di sardine, con i pesciolini che fanno a gara a infilarcisi; per un profumo, per un gioiello, fino ad arrivare ai bozzetti del Campari, vere e proprie opere d'arte o del Vov, una pubblicità in picchiata come un volo futurista.
Diverse le sezioni della mostra: quella sulla celebrazione della Patria, con manifesti di Duilio Cambellotti; sui giornali d'epoca, dal Resto del Carlino celebrato da Hohenstein al Giornale d'Italia di Bompard; sulla moda, con le splendide e geniali opere di Dudovich, che raffigurò le elegantissime signore della Belle Epoque, anche in atteggiamenti seducenti come nei manifesti per il liquore Strega e per il bitter Campari. La seduzione in assoluto è quella di Plinio Codognato, che "spacca l'obiettivo" con un primo piano di femme fatale contornata di calici di spumante. Fino ad arrivare al linguaggio del dopoguerra, alla nascita delle agenzie di pubblicità, ai messaggi di Armando Testa all'insegna dell'immediatezza e della sintesi più ardita, con una concessione a un Giuseppe Verdi testimonial per un noto liquore.
La mostra, fra gli altri contributi, si avvale della collaborazione col prestito di un importante numero di bozzetti originali di Carboni, Nizzoli, Testa, Sepo del Centro Studi e Archivio della Comunicazione (CSAC) dell'Università di Parma, e di manifesti d'epoca del Museo nazionale Collezione Salce di Treviso, della Civica Raccolta delle Stampe 'Achille Bertarelli' del Comune di Milano, della Collezione Alessandro Bellenda - Galleria L'Image, Alassio.
Esposto a Mamiano il Bacon della Collezione Barilla
Il mito di Francis Bacon (Dublino 1909 - Madrid 1992) raggiunge la Fondazione Magnani-Rocca: il celebre dipinto di Bacon Two Americans del 1954, appartenente alla Collezione Barilla di Arte Moderna, viene infatti esposto fino al 10 dicembre accanto ai capolavori di ogni tempo raccolti da Luigi Magnani nella Villa di Mamiano.
Un mito che ha forse conosciuto l'apice quando, pochi anni fa, il suo trittico Three Studies of Lucian Freud del 1969, battuto in un'asta di Christie's a New York, divenne il quadro più pagato della storia, superando il precedente primato che apparteneva a L'Urlo di Munch.
"Anch'io quell'opera la consideravo difficile, l'ho un po' subita, ma poi col passare del tempo, l'ho capita sempre più profondamente, me ne sono innamorato..." confessa Pietro Barilla nelle pagine di un'intervista solo cronologicamente impossibile redatta da Francesco Alberoni a cento anni dalla nascita del grande industriale. L'opera che inizialmente turba il patron della Barilla, ma di cui, in seguito, subisce la malia è proprio Two Americans di Bacon, acquistata nel 1968 per arricchire ulteriormente la sua collezione privata pensata per condividere e rendere fruibile l'arte in quanto esperienza migliorativa di vita, a partire dagli ambienti di lavoro stesso che disseminerà di dipinti e sculture.
Per questo dipinto è difficile non avvalersi delle parole di Lewis Carroll intente a descrivere la sparizione del gatto in Alice nel paese delle meraviglie: "e questa volta svanì molto lentamente (.) finendo con il sogghigno, che rimase per un po' quando già tutto era sparito".
Informazioni generali e Visite guidate
Nei giorni del Ponte aperto sabato 28, domenica 29, martedì 31 ottobre e mercoledì 1 novembre. Chiuso lunedì.
Orario: 10-19 (la biglietteria chiude alle 18); 10-18 martedì 31 ottobre.
La visita agli armadi, alla mostra Pubblicità! e al capolavoro di Bacon può essere effettuata liberamente acquistando il normale biglietto d'ingresso.
È altresì possibile effettuare la visita agli armadi con guida specializzata limitatamente al periodo 28 ottobre - 1° novembre 2017 (lunedì chiuso), in abbinamento alla visita guidata alla mostra Pubblicità! e al Bacon.
Le visite guidate sono programmate sabato 28 ottobre alle ore 15.30 e 16.00, domenica 29 ottobre e mercoledì 1 novembre alle ore 11, 11.30, 15.30, 16.00, 16.30; martedì 31 ottobre alle ore 15.30. È possibile prenotare via mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; oppure presentarsi all'ingresso del museo fino a esaurimento posti.
Costo guida € 5,00 oltre al biglietto d'ingresso, durata circa 100 minuti.
Fondazione Magnani-Rocca
via Fondazione Magnani-Rocca 4, 43029 Mamiano di Traversetolo - Parma
Ingresso: € 10,00, ridotto € 5,00 per studenti in visita d'istruzione. Ingresso al solo Parco Romantico € 3,00.
Tel. 0521 848327 / 848148 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Presentando il biglietto d'ingresso della Fondazione è possibile visitare lo Csac a prezzo scontato www.csacparma.it.
NATALE 2017: IL PANETTONE TRASPARENTE DI GIULIANO BALDESSARI
Un nuovo impasto realizzato con le uova delle galline di Aqua Crua e lievito madre rinfrescato con la rugiada di San Giuseppe. Un packaging semplice e pulito in linea con il gusto per la trasparenza di Giuliano
Per il prossimo Natale Giuliano Baldessari, chef del ristorante Aqua Crua a Barbarano Vicentino e giudice di Top Chef Italia, propone il suo panettone, semplice e trasparente come la sua idea di cucina.
Una nuova ricetta che nasce dall'evoluzione di quella dello scorso anno, ma con una sostanziale novità: quest'anno le uova utilizzate saranno solo quelle delle galline di Aqua Crua, una trentina di esemplari che vivono in un'azienda agricola di Villaga (VI).
“Non è una questione di km zero – osserva Baldessari – ma del mio animo contadino che continua a riemergere. L’orto del ristorante ce l’hanno ormai in tanti, ma chi alleva galline e piccioni romani? E non è finita qui, ho tanti progetti in mente di questo tipo”.
Anche quest’anno il lievito madre è stato rinfrescato con la rugiada raccolta personalmente da Baldessari sulle montagne trentine la notte di San Giuseppe. Un rito antico, erede della tradizione celtica che attribuiva alla rugiada di quella notte proprietà miracolose. Lo stesso lievito viene utilizzato da Baldessari per la sua colomba pasquale e per il nuovo lievitato in fase di test, che sarà in vendita tutto l’anno.
Il panettone sarà acquistabile esclusivamente nel formato da 500 g in ristorante e sullo shop on line del ristorante (http://aquacrua.jimdo.com). Il panettone arriva a casa sempre fresco. Viene prodotto il venerdì, e le spedizioni partono tutte le settimane, il lunedì. Spese di spedizione 6,50 euro, gratuite a partire da 10 panettoni.
Info: www.aquacrua.it.
Davide Cocco
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