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CHAMPAGNE EXPERIENCE 2022, CRESCE DEL 16% IL NUMERO DI MAISON PARTECIPANTI
Saranno 141 le maison partecipanti alla più importante manifestazione dedicata allo champagne in Italia in programma a Modena il 16 e 17 ottobre. Più di 800 vini in degustazione e un ricco calendario di appuntamenti di approfondimento. Una tavola rotonda punterà i riflettori sull’imprenditoria femminile in Champagne.
Manca poco al via della V° edizione di Champagne Experience, l'ormai tradizionale appuntamento modenese dedicato alle nobili bollicine francesi in programma domenica 16 e lunedì 17 ottobre. La kermesse è organizzata da Società Excellence, realtà che riunisce ventuno tra i maggiori importatori e distributori italiani di vini e distillati d’eccellenza.
Per due giorni i padiglioni di ModenaFiere diventeranno, per l’occasione, il teatro che vedrà affiancati i produttori e i loro importatori in Italia: un grande grande banco di assaggio con più di 800 vini di 141 aziende di champagne tra storiche Maison e piccoli vigneron, è pronto ad accogliere professionisti del mondo Horeca e appassionati di champagne provenienti da tutta Italia. Le anime del mondo dello champagne saranno suddivise in base alla loro appartenenza geografica, corrispondente alle diverse zone di produzione della Champagne – Montagne de Reims, Vallée de la Marne, Côte des Blancs, Aube – oltre alle “maison classiche” riunite in una specifica area.
“Siamo davvero entusiasti del riscontro che abbiamo ricevuto dalla regione Champagne” rivela Lorenzo Righi, direttore di Società Excellence, nonché ideatore e organizzatore di Champagne Experience. “Sono 20 le nuove aziende aderenti, con più di 800 vini in degustazione. Le abbiamo selezionate tramite un preciso criterio: la manifestazione, organizzata da professionisti che operano a livello nazionale, consente di dare visibilità a maison che hanno una struttura commerciale ben organizzata sul territorio italiano. Gli operatori in visita a Modena si aspettano infatti di trovare etichette che possono proporre alla loro clientela nei rispettivi locali, dall’Alto Adige alla Sicilia”.
Champagne Experience conta anche quest'anno sul supporto della Camera di Commercio di Modena e si avvale del patrocinio del Comune di Modena che ha trovato in questa manifestazione un alleato per far convergere sulla città il meglio della distribuzione nazionale di fine wine insieme a ristoratori, enotecari e operatori interessati a tenere alta la proposta delle loro carte dei vini.
L’appuntamento non proporrà soltanto incontri con i produttori e per accogliere al meglio gli oltre seimila visitatori attesi in Emilia, sono stati previsti anche momenti di formazione, confronto, approfondimento e dibattito con l’obiettivo di offrire al visitatore un’esperienza sensoriale coinvolgente insieme a un supporto culturale di grande livello. Il programma di master class sarà condotto da due professionisti e profondi conoscitori del mondo dello champagne del calibro di Alberto Lupetti, giornalista professionista, e Alessandro Scorsone, Miglior Sommelier d’Italia nel 2008.
Tra i diversi eventi in programma, molti dei quali valorizzeranno anche i prodotti d’eccellenza e i tesori enogastronomici del territorio emiliano, anche una tavola rotonda dedicata all’impegno femminile presente in Champagne, con la presenza di alcune delle nove dirigenti e proprietarie che hanno fondato l’associazione La Transmission - Femmes en Champagne. A moderare la «table ronde» sarà la giornalista Maddalena Fossati, direttore de La Cucina Italiana e Condé Nast Traveller. “L’obiettivo di queste imprenditrici è quello trasmettere l’incredibile tesoro di conoscenze, storie e tradizioni, presenti in Champagne” afferma Luca Cuzziol, presidente di Società Excellence. “Rappresentano una voce diversa, consapevole e innovativa. Si sono unite, nonostante siano tutti i giorni concorrenti sul mercato, per rendere ancora più forte il loro territorio e il loro lavoro. È la stessa filosofia che anima i membri di Società Excellence sin dalla sua nascita 10 anni fa”.
Tutte le informazioni sulla manifestazione e sulle master class sul sito di Modena Champagne Experience: www.champagneexperience.it
Silvia Roncaglia
IL CONSORZIO DEL VINO BRUNELLO DI MONTALCINO DIVENTA SUPPORTER DELLA VINITALY INTERNATIONAL ACADEMY
Il Consorzio del vino Brunello di Montalcino diventa supporter della Vinitaly International Academy (VIA). Nei giorni scorsi, infatti, è stato siglato l’accordo che sancisce la collaborazione tra l’ente consortile toscano e la struttura educativa di Vinitaly per la promozione del patrimonio vitivinicolo italiano all’estero. La partnership, della durata di un anno, farà il proprio debutto in occasione della 31^ edizione di Benvenuto Brunello (11-21 novembre) attraverso un’operazione di incoming internazionale che porterà a Montalcino operatori del trade e giornalisti membri dell’Academy provenienti dai paesi europei e asiatici considerati strategici per la denominazione.
“La scelta di diventare supporter della Vinitaly International Academy - commenta Fabrizio Bindocci, presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino - conferma la vocazione e il posizionamento internazionale delle nostre denominazioni. Con questa alleanza, il Consorzio intende ampliare le proprie iniziative, mettendo a disposizione delle aziende nuovi e ulteriori strumenti di promozione e di marketing, utili a fronteggiare un contesto complesso come quello attuale, anche sul fronte dell’evoluzione dei mercati e dei consumi”.
Per Stevie Kim, managing director VIA: “I supporter hanno un ruolo fondamentale nell'ecosistema della VIA perché, collaborando alle attività dell'Academy, promuovono il patrimonio vinicolo italiano all'estero. Il fatto che, tra i Supporter, figuri oggi un'eccellenza italiana come il Consorzio del vino Brunello di Montalcino è motivo di grande orgoglio. Con questo accordo il Consorzio potrà accedere alla fitta rete di contatti e all’intera Community di Italian Wine Ambassador e Italian Wine Expert. Significa inoltre avere l’opportunità di individuare contatti profilati, per professione o per provenienza, promotori della denominazione e del territorio sui mercati internazionali”.
Consorzio del vino Brunello di Montalcino
Un vigneto 4300 ettari nel comprensorio del comune di Montalcino; 214 aziende in rappresentanza di oltre il 98% della produzione di Brunello e una piramide produttiva e qualitativa che, oltre al suo vino-mito, comprende anche il Rosso di Montalcino, il Moscadello e il Sant’Antimo. È l’istantanea del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, l’ente custode della denominazione che, dal 1967, valorizza, promuove e tutela la qualità e il brand che oggi identifica il Brunello con Montalcino e Montalcino con il Brunello in tutto il mondo.
Vinitaly International Academy (VIA)
La Vinitaly International Academy (VIA) è la struttura educativa di Vinitaly che offre un percorso formativo completo, rigoroso e standardizzato, volto a fornire una solida preparazione sulla diversità del vino italiano. Sotto la direzione scientifica di Attilio Scienza, la VIA dal 2014 conta più di 1000 professionisti che hanno perfezionato le proprie competenze e 307 Italian Wine Ambassador (di cui 15 Italian Wine Expert) da 40 Paesi.
Sara Faroni, 328.6617921 – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.;
VINO (UIV): IN 20 ANNI MENO AZIENDE (-68%) MA PIÙ STRUTTURATE, +174% LA SUPERFICIE MEDIA PER IMPRESA
LE ELABORAZIONI DELL’OSSERVATORIO UIV SUL CENSIMENTO ISTAT
(Roma, 3 ottobre 2022). In vent’anni le aziende vitivinicole del nostro Paese si sono ridotte di oltre 500 mila unità, ma la superficie vitata ha tenuto (-11%, con -1% nell’ultimo decennio) e le 255 mila aziende rimaste (erano 791 mila nel 2000) sono oggi più strutturate, con una superficie media degli ettari vitati in crescita del 174%. Lo rileva l’Osservatorio di Unione italiana vini, che ha elaborato, con una verticale sul vino, l’ultimo censimento agricolo dell’Istat aggiornato al 2020. Una rivoluzione morfologica, necessaria secondo Uiv, del vigneto Italia e delle sue imprese che in 20 anni hanno incrementato il valore delle esportazioni del 165%, divenendo primo comparto agricolo nel commercio estero e tra i principali fautori del surplus commerciale del totale made in Italy, dove incide per quasi il 14%.
Per il presidente di Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi: “L’Italia sta progressivamente strutturando le proprie imprese vinicole nel rispetto delle varietà produttive, che sono la vera ricchezza del nostro vino. La strada è quella giusta, anche se manca ancora molto per avvicinarsi alla superficie media dei nostri principali competitor, come Australia, Usa e Nuova Zelanda o, più vicino a noi, di una Francia che conta una dimensione media per azienda di 5 volte superiore alla nostra”.
Rispetto a venti anni fa, la numerosità delle aziende è calata con maggior evidenza al Centro (-75%), con trend sopra la media anche nel Nord Ovest (-70%). Tra le regioni, la Campania - che nel 2000 vantava il maggior numero di compagini (86 mila) - oggi ne conta poco più di 22 mila con un calo del 74%; ancora maggiore la riduzione nel Lazio (-83%). Secondo l’ultimo censimento Istat è la Puglia a contare il maggior numero di imprese (36 mila), seguita dalla Sicilia (30 mila) e dal Veneto (27 mila).
Meno aziende ma con appezzamenti in media più grandi, specie al Nord, dove la superficie media della vigna è di 3,4 ettari, contro una media nazionale a 2,5 (erano 0,9 nel 2000 e 1,6 dieci anni dopo). Guardando alla superficie vitata, i picchi si riscontrano in Friuli Venezia Giulia (5,5 ettari), poi, 4 in Lombardia 3,8, in Veneto (che ha la crescita maggiore: +295%), 3,6 in Toscana, 3,4 in Piemonte.
Secondo Uiv, sono 255.000 le aziende viticole, che rappresentano il 23% del totale delle imprese agricole 1,1 milioni censite da Istat. Nella speciale classifica per incidenza vino sul totale imprese, vince il Trentino con un impatto del 43%, seguito dal Veneto, al 32%, e dalla Toscana ed Emilia-Romagna (31%). Ben sopra la media anche Friuli-Venezia Giulia, Abruzzo, Campania, Umbria e Marche.
Aziende con vite e incidenza sul tessuto agricolo - top regioni |
|||
|
Vite |
Totale agr. |
% |
Trento |
6.154 |
14.236 |
43% |
Veneto |
26.842 |
83.017 |
32% |
Toscana |
16.292 |
52.146 |
31% |
Emilia-Romagna |
16.452 |
53.753 |
31% |
ITALIA |
255.520 |
1.133.023 |
23% |
Elaborazioni Uiv su base Istat, 7°, 6° e 5° Censimento agricoltura |
|
Numerosità aziende (vino) |
|||
2000 |
2010 |
2020 |
Var. 2020/00 |
|
ITALIA |
791.091 |
383.648 |
255.520 |
-68% |
Nord |
220.851 |
117.037 |
79.783 |
-64% |
Centro |
174.747 |
70.359 |
43.699 |
-75% |
Sud |
274.169 |
137.325 |
89.912 |
-67% |
Isole |
121.324 |
58.927 |
42.126 |
-65% |
Elaborazioni Uiv su base Istat, 7°, 6° e 5° Censimento agricoltura |
|
Superficie media |
|||
2000 |
2010 |
2020 |
Var. 2020/00 |
|
ITALIA |
0,9 |
1,6 |
2,5 |
174% |
Nord |
1,1 |
2,0 |
3,4 |
206% |
Centro |
0,7 |
1,4 |
2,3 |
223% |
Sud |
0,7 |
1,2 |
1,8 |
142% |
Isole |
1,2 |
2,2 |
2,5 |
108% |
Elaborazioni Uiv su base Istat, 7°, 6° e 5° Censimento agricoltura |
Unione Italiana Vini: Ispropress
Marta De Carli (393.4554270 – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.)
FOOD AND TRAVEL ITALIA 2022 AWARDS: NICOLA BIASI ENOLOGO DELL’ANNO E RESISTENTI NICOLA BIASI PROGETTO VINO DELL’ANNO
Nicola Biasi, il miglior giovane enologo d’Italia 2020 per Vinoway e Cult Oenologist 2021 per il Merano Wine Festival, ha ricevuto due importanti riconoscimenti nella notte di gala dei Food and Travel Italia 2022 Awards: Enologo dell’anno e il premio speciale Progetto Vino dell’anno per la rete Resistenti Nicola Biasi. Tra i premiati alcuni dei mostri sacri dell’enologia, gastronomia e accoglienza italiana come miglior bollicina a Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2009, chef dell’anno Moreno Cedroni, Resort dell’anno Borgo Egnazia, the best Woman Camilla Lunelli e tanti altri. L’evento si è tenuto sabato 1° ottobre al Vivosa Apulia Resort di Ugento.
Il primo gli è stato attribuito personalmente dai lettori Food and Travel Italia grazie alla sua costante convinzione e dedizione nello sviluppare vini di alta qualità, legati al territorio e con un approccio sempre attento ad una reale e concreta sostenibilità ambientale. Il secondo è stato invece assegnato direttamente dal Board di Food and Travel Italia al suo progetto Resistenti Nicola Biasi, una rete di otto aziende agricole in otto territori diversi tra Friuli, Veneto e Trentino creata nel 2021 e guidata da Nicola Biasi. Progetto che, attraverso i vitigni resistenti punta al binomio alta qualità e reale sostenibilità.
Il premio enologo dell’anno è stato attribuito a Nicola Biasi tramite votazione dai lettori di Food and Travel, arrivato in finale al fianco di grandi nomi dell’enologia italiana, come Graziana Grassini e Stefano Gava. Un riconoscimento meritato per l’enologo friulano, che dopo una lunga carriera nelle aziende toscane della famiglia Allegrini, ha deciso di farsi spazio nel mondo del vino fornendo consulenze a realtà vitivinicole in tutta Italia, dal Collio al Monferrato, da Montalcino a Taurasi senza dimenticare il suo grande impegno nel campo delle varietà resistenti. Ad oggi Nicola Biasi è l’enologo più specializzato nella vinificazione delle uve figlie di vitigni resistenti, questo ci è possibile affermarlo anche grazie agli innumerevoli successi
dei vini prodotti dalle cantine che segue e dai tanti premi ricevuti con il suo Vin de la Neu, un capolavoro da uve Johanniter.
E sono proprio la dedizione e il duro lavoro di Nicola e delle 5 aziende, che lo hanno seguito fin da subito, che hanno convinto il Board di Food and Travel Italia a premiare la rete Resistenti Nicola Biasi assegnando l’awards Progetto Vino dell’anno 2022. Un riconoscimento che sicuramente premia il duro lavoro dietro a questo progetto nato solo lo scorso luglio 2021 ma che ha già portato a ottimi risultati e premi.
Resistenti Nicola Biasi nasce dall’unione di sei aziende fondatrici, diventate subito otto grazie all’ingresso in rete di due nuovi soci.
L’obiettivo è tanto semplice quanto importante: unire la qualità dei loro vini alla reale e concreta sostenibilità ambientale.
Durante la cena di Gala sono stati serviti 3 vini della rete Resistenti Nicola Biasi:
il M’ama 2021 dell’azienda Albafiorita, il 3|6|9 di Ca’ da Roman e il Renitens 2021, il primo vino della rete Resistenti Nicola Biasi che racconta il viaggio straordinario nei 6 territori italiani delle 6 aziende fondatrici che si sono unite con l'obiettivo di racchiudere in un solo calice la qualità e la reale sostenibilità che le contraddistingue, in perfetto equilibrio con i terroir delle loro tre regioni Veneto, Trentino e Friuli. Un giovane enologo “resistente” che ama le sfide, prima di tutto con sé stesso. Un cervello da scienziato sperimentalista ma anche il cuore del poeta innamorato della natura.
- La motivazione del premio Enologo dell’Anno a Nicola Biasi -
NICOLA BIASI
Nicola Biasi nasce a Cormons, nel Friuli-Venezia Giulia, nel 1981. Durante gli studi acquisisce esperienza lavorando presso la nota azienda friulana Jermann. Dopo il diploma nel 2001, è per cinque anni assistente enologo presso l’azienda del Collio Zuani, di proprietà della famiglia Felluga. Nel 2006 lavora per alcuni mesi come capo cantiniere presso l’Azienda Marchesi Mazzei di Castellina in Chianti, dove inizia la sua esperienza nella vinificazione del Sangiovese. All’inizio del 2007 è in sud- Africa, presso la cantina Bouchard Finalyson di Walker Bay, dove – come assistente-enologo - approfondisce ulteriormente le pratiche di vinificazione, questa volta dedicandosi a Merlot, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc. Da maggio 2007 assume la direzione dell’Azienda San Polo, nuova Tenuta di Allegrini a Montalcino; segue con successo sia la parte agronomica che le attività in cantina, accrescendo progressivamente la sua competenza sul Sangiovese. A partire dal gennaio dell’anno successivo, la Famiglia Allegrini gli affida anche la cura enologica dell’azienda
Poggio al Tesoro a Bolgheri. Qui Nicola ha modo di mettere in pratica quanto appreso durante le sue esperienze all’estero sulle tecniche di vinificazione dei vitigni internazionali. Da inizio 2016 decide di dedicarsi sia all’ attività di consulenza, che alla produzione vitivinicola con il progetto Vin de la Neu, un inedito vino bianco da uve resistenti Johanniter che nasce nella Val di Non, nella vigna di Còredo, a quasi 1.000 metri d’altitudine, sulle Dolomiti. Nel 2022 fonda la rete RESISTENTI NICOLA BIASI, un progetto che raggruppa al momento sei aziende vitivinicole differenti accomunate da un unico obiettivo: produrre vini di eccellenza praticando la vera e reale sostenibilità in vigna e in cantina, salvaguardando in maniera concreta l’ambiente.
RESISTENTI NICOLA BIASI
Resistenti Nicola Biasi è una rete di otto aziende agricole in otto territori diversi tra Friuli, Veneto e Trentino, creata nel 2021 e guidate da Nicola Biasi, miglior giovane enologo d’Italia per Vinoway e Cult Oenologist 2021 per il Merano Wine Festival, il più giovane ad aver mai ricevuto questo riconoscimento.
Resistenti non sono solo i vitigni, noti anche come PIWI (dal tedesco pilzwiderstandfähige, ossia resistenti ai funghi – malattie fungine) ma anche gli stessi produttori che hanno abbracciato la sfida della sostenibilità in territori differenti e caratterizzati da altitudini e climi che fanno della loro viticoltura qualcosa di davvero innovativo. Questa difesa del territorio, coniugata a una viticoltura di precisione e a un’enologia dedicata e scrupolosa, permette di esaltare le qualità di queste nuove varietà e di conquistare così anche i palati più esigenti e rigorosi.
LE IMPRESE DELLA RETE:
Albafiorita a Latisana, nella riviera friulana.
In un zona non conosciuta per l’innovazione, Dino de Marchi decide di puntare sulla sostenibilità producendo i suoi vini bianchi esclusivamente da vitigni resistenti.
Ca'da Roman a Romano d'Ezzelino.
Ai piedi del Monte Grappa, Massimo e Maria Pia Viaro Vallotto nel 2015 danno vita all’azienda di soli vitigni resistenti con cantina dedicata che a oggi, risulta essere la più grande d’Europa.
Colle Regina a Farra di Soligo, tra i colli trevigiani.
Nel cuore del prosecco Docg Marianna Zago decide di andare controcorrente concentrando la sua produzione su vini ad alta sostenibilità grazie all’impianto di vitigni resistenti.
Poggio Pagnan a Mel, nella Valbelluna.
Gianpaolo Ciet e Alex Limana coltivano esclusivamente varietà resistenti e le vinificano nella loro cantina, la prima di Borgo Valbelluna.
Della Casa a Cormons, in pieno Collio.
Renato Della Casa decide di affiancare l’innovazione alla tradizione dei vitigni autoctoni del suo Collio bianco.
Vigneti Vinessa a San Zeno di Montagna, sull’alta costa veronese del Garda
Mauro e Leonardo Bonatti, per il loro progetto di coltivare esclusivamente vitigni resistenti, in un territorio quasi inesplorato per la viticoltura ad oltre 700 metri s.l.m
Villa di Modolo, Belluno, nel cuore delle Dolomiti venete
Francesco Miari Fulcis, decide di ridare lustro alla dimora storica di Modolo, con un progetto unico nel suo genere che, come protagonista, prevede la produzione di vino da vitigni resistenti
L'azienda dell'enologo.
A Coredo, tra le Dolomiti trentine, Nicola Biasi crea un vino che nasce per rompere gli schemi, il Vin de la Neu.
VITIGNI RESISTENTI
Questi varietà sono frutto di incroci, fatti per impollinazione tra Vitis Vinifera con una piccola parte di altre Vitis per lo più di origine Americana e Asiatica, da cui ricevono i geni della resistenza alle principali malattie fungine, in particolare oidio e peronospora. I vitigni resistenti non hanno uguali in tema di rispetto ambientale in quanto riducono quasi a zero la necessità di trattamenti in vigna, rappresentando ad oggi la vera frontiera della sostenibilità nella viticoltura. Piwi è l’acronimo internazionale che riassume la parola tedesca pilzwiderstandfähige che, tradotta, significa per l’appunto “viti resistenti ai funghi”. I Piwi hanno personalità unica e più di altri esprimono il concetto di reale sostenibilità
PER MAGGIORI INFORMAZIONI:
https://resistentinicolabiasi.com/ Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Luisa Chiari Cell: +39 392 9904981- Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
13.500 VISITATORI A BOOK PRIDE 2022
13.500 visitatori a Palazzo Ducale, 80 editori che rappresentano circa 100 sigle editoriali, 150 scrittori ed autori, oltre 200 incontri dentro il palazzo e in giro per la città. Grande successo a Genova per la quarta edizione di Book Pride che ha superato nei numeri l’ultima edizione del 2019.
“La risposta della città di Genova – dichiara Isabella Ferretti, presidente di Book Pride - è stata superiore alle aspettative e testimonia il forte desiderio del popolo dei lettori di tornare a visitare le manifestazioni, i festival, ogni occasione in cui sia di nuovo possibile un incontro ravvicinato con le scrittrici, gli scrittori e i loro libri. Insomma, è un ritorno alla vita”.
“A Genova abbiamo visto la vitalità dell’editoria indipendente – aggiunge Marco Zapparoli, presidente di Adei -, la grande attrazione esercitata ancora dai libri e abbiamo avuto la conferma dell’importanza di fare manifestazioni di questo genere, dedicate esclusivamente all’editoria indipendente, fondamentali per il nostro settore”.
Tra gli incontri più partecipati, quelli con la scrittrice di culto Amélie Nothomb, con l’autore russo dissidente Mikhail Shishkin, vincitori ex aequo del Premio Strega Europeo 2022, con il premio Pulitzer Joshua Cohen, con Itziar Ziga, l’autrice del libro-manifesto del transfemminismo europeo, con Giuseppe Civati sulle nuove ideologie, con Bernardo Zannoni, vincitore del Premio Campiello, con Brigitte Vasallo. Tra le presentazioni, quella del progetto “Blues Legacy” di Small Factory ispirato al libro di Angela Davis “Blues e femminismo nero” e l’incontro sulla Genova Letteraria con Francesca Sacco, Alessandro Ferraro, Ester Armanino. Gli omaggi alla figura di Paolo Caredda con Carlo Antonelli e Valentina Mancinelli, e Lisetta Carmi con Valentina Carmi e Giovanni Battista Martini. Grande attenzione, infine, per i progetti speciali “Parole e Mestieri”, “Book Thinkers” e “Book Young” che con i suoi 18 incontri per le scuole e le famiglie ha registrato il tutto esaurito. Entusiasmo diffuso, infine, per gli eventi off in giro per la città che hanno animato i vicoli genovesi, dal bordo mare al promontorio.
La prossima edizione di Book Pride si terrà a Milano, al Superstudio Maxi il 10-11-12 marzo 2023 e tornerà a Genova, a Palazzo Ducale, il 6-7-8 ottobre 2023.
Book Pride è promossa da ADEI, Associazione degli editori indipendenti, e dalla Associazione Book Pride ed è organizzata da Book Services.
Silvia Bianco + 39 333 809 8719